Stampalia è fantastica, è veramente un bel posto, proprio come lo cercavamo: la Grecia "ruspante" e fuori stagione. Strade sterrate, spiagge deserte, prezzi contenuti. Un tuffo nel passato.
Come spostarsi
Tutto ha funzionato: il Torino Roma è giunto in orario e la coincidenza in 45 minuti a Fiumicino ha "retto"; il Roma Atene di Alitalia è arrivato in orario alle 11:35 local time. Bagagli giunti in pochi minuti. Chek-in Olympic con una quindicina di sportelli disponibili. Tempo anche per mangiare. Partenza in orario. L'apparecchio è un turboelica da 37 posti. Eravamo in 20 circa, turisti solo noi ed una coppia di spagnoli; Greci gli altri, astypaliesi e no.
Al ritorno l'aereo era quasi pieno (32 persone, una decina i turisti). Tutto in orario.
Rassicurazione: Alitalia fa l'ultima chiamata per l'Atene Roma delle 18:50 quaranta minuti prima (comunicazione ufficiale del desk Alitalia).
Altra precisazione avuta da una ragazza con cui abbiamo chiacchierato a lungo, responsabile del museo archeologico, astipaliese DOC, sposata con marito che lavora ad Atene: il volo a volte viene cancellato in piena estate, ma non per condizioni meteo (i piloti Olympic se ne ridono del meltemi...) bensì perchè l'aereo viene usato altrove: vale a dire che, se hanno dei problemi su un apparecchio di un'altra linea più importante, la prima cosa che fanno è cancellare il volo su Stampalia che serve quattro gatti...
Va detto poi che due volte alla settimana (una delle quali quest'anno il mercoledì) c'è un volo Rodi, Kos, Lero, Stampalia e ritorno. Credo che coi low cost su Rodi potrebbe anche convenire.
Infine i traghetti. E' vero che la Blue Star fa scalo al porto nuovo alle ore piccole della notte sia col Pireo Nasso Calimno Rodi che sul viceversa, ma saltuarimente anche col Pireo Santorini Anafi, di cui Stampalia è capolinea.
C'è da dire che la Anek Lines gestisce la linea da Calimno che arriva alle 10 del mattino al porto vecchio, sotto la Kora.
Prima novità dalla crisi greca: raramente mi era capitato di vedere greci in vacanza prima di luglio inoltrato. Ora sfruttano anche maggio e giugno per economizzare.
COSTO DELLA BENZINA: Euro 1,65 al litro!
In cucina
Diciamo subito che la situazione, penso per effetto della crisi, si è divaricata.
Ci sono posti rustici dove si paga meno, mentre nei ristoranti un po' fighetti si paga abbastanza salato.
Livadia comunque è un posto graziosissimo, con 5 o sei locali su un minuscolo lungomare che dà sulla spiaggia. Poco vento.
Gherani (fa angolo con una traversa che un tempo doveva essere il greto di un torrente ed è attraversata da un ex ponticello a schiena d'asino). Cucina greca tradizionale. Dosi enormi. Non ordinate due o più portate come in Italia perchè non ce le fate a finirle. Vino sfuso locale. Con 25 euro vi togliete la fame. Ottimo formaggio saganaki.
Lì vicino sul lungomare c'èun emporio dove vendono degli squisiti formaggi di capra parzialmente stagionati. Prezzo a forma (circa 1400 gr) 8 euro. Scegliete le più grandi! Io ne ho prese quattro.
Sempre a Livadia: il secondo dehor a sinistra dopo il ponticello (acc... non mi ricordo il nome, mi pare Asterousia). Il proprietario è figlio di un italiano, si chiama Fioravanti, parla qualche parola, ed anche la sua graziosa figlia. Hanno pesce. Molto buono. E caro. Io ho preso un sarago alla brace, che sapeva veramente di scoglio, per 25 euro solo quello. Mia moglie un calamaro alla brace a 10. Bella la scelta di dolci fra cui una strana cosa che mi è parsa una torta di mele. Hanno, come liquore il famoso mastikì fatto col mastice di Chio. Non spaventatevi, lo portano molto diluito. Io comunque preferisco sempre il Metaxa.
Come bar posso consigliare l'ultimo dehor sulla sinistra dove hanno il concetto di aperitivo, con salatini (tipo taralli, olive, stuzzichini varii). Insomma, non è l'happy hour, ma per essere in Grecia è buono.
Alla chora: Souvlakia, record del buono e risparmioso. Andando dai mulini verso la città vecchia avete tre ristoranti sulla destra, poi sempre sulla destra c'è la biblioteca civica, poi il pronto soccorso. Alla vostra sinistra c'è una prima casetta. Non è quella. C'è una seconda casetta. Il primo negozio è di souvenir, tra l'altro anche carini, poi c'è Souvlakia. Dalle finestre vedete il ghiros che gira sullo spiedo ed una piastra. Fuori ha tre tavolini blu. Attenti a non oltrepassarlo perchè nell'angolo successivo c'è un altro locale, tipo bar.
Allora: ghiros con pita e quattro verdure più tzaziki (mia moglie), tre souvlaki più pita piu 2 verdure (per me), più mezzo litro di retzina più metaxa per 15 Euro.
Discorso a parte per Australia, giù al porto (senza vista mare, ma come diceva Govi "...il porto non si vede ma si sa che c'è!"). Gestito da due anziani signori (in realtà neanche tanto: lui 72, lei 62) e dalla figlia (che sembra slava più che greca tanto è bionda!).
Molto gentili e simpatici. Quando mi ha detto l'età ho fatto due conti e gli ho detto "Allora lei nato italiano", mi ha risposto "Sì, Vittorio Emanuele, Reali Carabinieri..."
Mediamente pagate da 24 a 32 in due.
Squisito l'agnello arrosto all'origano. Abbiamo ordinato per un giorno successivo la moussaka, e ce la hanno fatta. Ottima. Come va fatta. Capiscono inoltre il concetto di "insalata verde" cioè non mischiata con altre cose, in modo da sentire bene il gusto dell'olio di oliva.
Chicca: ci ha portato (ho notato solo a noi) due dolcini fatti da lei, credo un impasto di mandorle, grano crudo e acqua di rose il tutto passato nello zucchero vanigliato fatto con la vaniglia vera; una cosa che sta fra i ricciarelli di Siena, la pastiera napoletana e i lucumi. Squisiti.
Discreto nella discesa al porto, nella curva prima del distributore di benzina, il cafenio Argos: non è un vero ristorante ma ci si può cenare. Prezzi entro i 27 in due anche con polpette di gamberi molto delicate. E' anche il posto dove ci hanno fatto i panini migliori da portare in spiaggia. Quando ci siamo presentati alle 9 e mezza ci ha guardati un po' stranita per l'ora (nessuno va in spiaggia così presto), ha detto "Wait", ha preso degli spiccioli dalla cassa, è andata a comprare del pane appena fatto in panetteria e ce li ha preparati.
Infine consiglierei Astacos (il gambero) a Maltezana perchè ha il menù anche in italiano, è conveniente (sui 25 in due), se proprio siete in crisi di astinenza da "tspagheti", lì li hanno. Pergolato vista mare. Strano concetto di polipo in insalata: prendono un polipo alla brace, lo tagliano a fette e ci versano sopra olio e limone...
Itinerario
Primo giorno
Spiaggia di Aghios Costantinos. Giunti in spiaggia verso le 11, raggiungibile in motorino o auto normale in 10 minuti dalla chora, senza inserire trazione integrale. 3 greche in topless o "nature" all'altra estremità... che se ne vanno all'una circa. Poi più nessuno fino alle 4. Tamerici. Comunque i primi due giorni in Grecia una protezione 30 è sempre utile...
Curiosità: subito dietro la spiaggia ci sono i resti di una noria, praticamente un mulino a vento per pompare acqua.
In realtà all'inizio abbiamo anche cercato di raggiungere l'attigua spiaggia di Landes di cui esiste una splendida foto dall'alto su Google Earth-Panoramio. Basta risalire il pendio a destra della spiaggia guardando il mare, dove c'è la cappelletta di Aghios Costantinos, senza prendere troppa quota che è inutile. Ci si arriva in pochi minuti. Ci si scende in realtà per un pendio ripido e franosissimo, un vero terreno da capre, che d'altra pare sono presenti in buon numero...
E' veramente pericoloso. Io ci sono riuscito, ma ho ritenuto meglio non far scendere la mia dolce metà e me ne sono venuto via. Laggiù è molto bello, c'è anche un roccione a centro spiaggia che può fare un po' di ombra.
Al pomeriggio ci siamo spostati in mezz'ora a Vatses, una delle spiagge famose dell'isola. Strada sterrata, cancelli da aprire e richiudere (è una caratteristica di Stampalia: si può andare dappertutto, ma accertandosi di chiudere e legare bene i numerosi cancelli affinchè le capre non vadano a fare danni).
Fattibile con prudenza anche con veicoli normali. In certi punti la trazione integrale è utile. Incontrato un vecchietto a dorso di asino come un tempo in Sardegna.
Al fondo, poco prima della spiaggia, anche 5 sparute mucche che brucano origano... Spiaggia molto bella.
La baracchina era chiusa. Nessuno fino al tramonto. Scampanellii di capre in sottofondo. Fondali splendidi. Trovato un nautilus di 20 cm. ributtato in mare. Trovata stella marina a 7 punte. Nuotando un po' verso sinistra (sud) si raggiunge un'altra spiaggia molto bella.
Secondo giorno
Tira vento dai quadranti meridionali, il mare è grosso sulla costa sud, quindi decidiamo di andare sulla costa Nord.
Spiaggia del mattino: Krysi ammos, la spiaggia dorata. Arriviamo verso le 10 e mezza. Un quarto d'ora dalla chora. Presso il cancello dell'aeroporto (costruito originariamente in terra battuta dagli italiani negli anni 30) si stacca a destra una sterrata che in meno di 2 Km porta a questa bella spiaggia (ombreggiata da un solo stento tamerice) con mare pulitissimo, calmo, un po' freddino, ma siamo al 1 giugno...
Sabbia pulita, tre persone, marito che pesca, moglie che prende il sole, dopo due ore emerge un terzo in muta da sub che sembra aver preso una cernia. Verso le 13 se ne vanno. Restiamo soli per un po', poi arriva un gruppetto di ragazzi greci un po' caciarosi. Decidiamo di cambiare spiaggia per il pomeriggio.
Iniziamo la perlustrazione dell'ala destra della farfalla (mesa nisi). Non ci ritorneremo perchè è di gran lunga meno balneabile (poche spiagge) dell'altra.
Inizialmente percorriamo tutta la strada delle spiagge di Vai (4 km). Non ne vale la pena. La prima che si incontra (Megalo Vai) che pure presenta benissimo nelle foto di Google Earth è in realtà un greto sassoso, con la strada che passa a pochi metri dal mare, detriti varii, e perfino un rimorchio abbandonato.
La strada prosegue poi fino a Micra Vai, con vista su allevamenti di pesce. Micra Vai è sassosa e troppo assolata. Si torna indietro e si prende la strada per così dire principale che prosegue per Vati e sale di quota. Deviazione per Aghios Nicolaos nella baia di Agrelidi, ma non vale la pena perchè c'è solo una spiaggetta minima. Si prosegue costeggiando installazioni militari dismesse (in lontananza anche una piazzola di artiglieria in disuso in cemento armato) sovrastati da un impianto Radar.
E' incredibile quante antenne, radar e ripetitori ci sono in quest'isola!
Giunti in cresta tentiamo di scendere alla spiaggia della baia di Zefiri (riserva marina) infilandoci nella strada di Panaghia Zafiriani. Molto ripida. Risalendo dovrò inserire trazione integrale E RIDOTTE (occhio a riuscire a risalire!). Si scende fino ad una curiosa caverna abitata da capre. Il dislivello fino al mare sarebbe di appena 120 m, ma non riusciamo a trovare varchi nelle reti da capre. E peraltro non c'è traccia di sentiero. Peccato, perchè sulla costa est pare ci siano fondali ancora più belli.
E' possibile che si riesca ad accedervi proseguendo ancora un km verso Vati e lascinado la macchina su una selletta in prossimità di un fabbricato rurale. Noi lasciamo perdere anche perchè il tempo si è un po' guastato.
Finalmente arriviamo a Vati (prima si incontra Exo Vati, poi Mesa Vati), sull'omonimo golfo. Il golfo è bello ed è un'insenatura sicura per le barche. Infatti ce ne sono 4 o 5 che ivi hanno trovato riparo. Le borgate sono assolutamente rurali. C'è solo un cafeneio-ristorante che lavora per lo più con chi scende dalle barche (approdando coi tender ad un moletto, perchè non c'è banchina). Ma il brutto è che non ci sono praticamente spiagge in tutta la zona. Ci fermiamo al di là della collinetta di Aghios Nicolaos, mangiamo sotto dei fichi quasi in riva al mare con le capre che ci guardano. C'è vento freddo, cielo grigio; ripartiamo. Non merita farsi 19 km dalla chora, più di metà sterrati.
Tornando decidiamo di scendere a Psili Ammos. Occhio che è meglio andare a piedi, tanto è vicinissimo, perchè a metà del viottolo di accesso (che è molto ripido) ci sono dei solchi invalicabili scavati dall'acqua piovana che costringono a girare fortunosamente la macchina.
La spiaggia sarebbe bellissima, di sabbia fine e dorata, pettinata dal vento; strane formazioni geologiche abitate da caprette la circondano. ma quando ci siamo andati noi era lurida di rifiuti (soprattutto plastica) portati dal mare, alcuni addirittura galleggianti nell'acqua. Confido che nelle operazioni di pulizia attualmente in corso a cura dei volontari della S.E.P.P.A. Con la collaborazione dell' Esercito la abbiano ripulita. Restiamo fino alle sei, poi rientriamo.
Cenno finale su quelle che ho definito reti da capre. Trattasi in realtà di griglie elettrosaldate da cemento armato (sic) tagliate in quattro e fissate a dei tondini di ferro infissi nel terreno. Sull'isola ce ne sono centinaia di km. Dopo un po' ci si abitua. Però state molto attenti quando aprite i cancelli a non graffiarvi. Meglio se prima di partire vi fate un'antitetanica.
Terzo Giorno
Il tempo è bello. Dalla finestra si vede nitidamente il mare "incrociato": mare morto da scirocco (i residui di ieri) e mare in formazione con vento da nord. Decidiamo di andare a Ovest.
Aghios Ioannis, baia definita "idilliaca" sulla mia cartoguida. Non servita da strada. Tempo di discesa asserito 30 min.
Lungo la strada (circa 8 km) che attraversa la Exo nisi (ala sinistra della farfalla) si vede sulla sinistra un lago artificiale dall'alto (bella diga!), sulla destra in lontananza i ruderi dell'osservatorio costruito dagli italiani, tante capre, tante arnie, tante cappellette bianche.
Considerazioni sul paesaggio: pur essendo sui 300- 400 metri sembra di stare sulle alpi oltre i 2000 m: nessuna pianta, vegetazione pioniera, rupi rocciose, strada sterrata. Ci pare di essere su qualche strada militare della valle di Susa.
Quando si scavalla verso il versante ovest (arnie gialle sulla destra) si prende a sinistra (incredibilmente ben segnalato) e si scende per un km circa. Il mare compare in fondo ad un canalone.
Commento di mia moglie: ma dobbiamo scendere fin laggiù? Sì.
Premessa: se “fate” Aghios Ioannis munitevi di pantaloni fino alla caviglia, meglio se coi legacci al fondo, se no vi graffiate un po' con la vegetazione. Inoltre portatevi delle scarpe non sdrucciolevoli. Con le infradito è piuttosto difficile perchè la terra è molto smossa.
Farò una descrizione minuziosa affinchè poi qualcuno non torni indietro a metà strada preso dallo sconforto. Noi abbiamo incontrato due anzionotte direi scandinave (parlavano troppo bene inglese per essere Inglesi...) che tornavano indietro e hanno cercato di dissuaderci. Ma noi: duri!
Dal posteggio si passa per degli scalini appena fatti fra la chiesa e l'edificio alla sua sinistra e si prosegue verso sinistra costeggiando la rete di recinzione di un orto-frutteto. Si passa un primo cancelletto. Ci sono anche due cisterne per l'irrigazione. Si prosegue in leggera discesa fino a passare l'impluvio (secondo cancelletto), poi si ritorna indietro a 180 gradi al di là dell'orto frutteto, in leggera salita.
Poi il sentiero incomincia a scendere un po' prima di un rudere di una casetta (terzo cancelletto). La traccia diventa molto ripida, si costeggia il rudere, si passa un varco in una rete (qui il cancelletto non c'è più).
A quel punto dovrebbero esserci dei segnavia rossi, che però sono ormai molto scoloriti; noi all'andata non li avevamo notati; poi, facendoci molta attenzione, si vedono e sono anche molto vicini gli uni agli altri. Recentemente qualcuno ha segnalato i punti giusti per passare con dei montirozzi di pietre (come fanno i Lupetti), per lo meno nella parte bassa.
Torniamo al varco nella rete. Di lì si vede un po' più in basso un quarto cancelletto. Per raggiungerlo NON costeggiate la rete; piegate invece a destra subito dopo un salto di roccia sulla vostra destra dirigendovi verso due ulivi. Lì si trovano antiche tracce di una scaletta in pietra. Si sente il rumore di una cascata (noi non abbiamo fatto la deviazione a vederla). Dagli ulivi si va dritti verso il cancelletto. Passato questo si tira giù in linea retta verso il mare. Occhio a non scivolare.
Quando si arriva sul fondo del ruscello (è proprio un ruscello con acqua corrente verde e freschissima che scorre fra oleandri fioriti. Sembra di stare ne "Gli amori pastorali di Dafni e Cloe"! Ti aspetti che salti fuori la ninfa Licenia da dietro una roccia) lo si segue facendo attenzione a tenersi SEMPRE SULLA SUA SINISTRA salvo in un punto in cui la vegetazione ostruisce la traccia.
Un'ultima svolta e vi si apre davanti la visuale sulla baia. Pochi passi sul greto e ci siete. Ricordatevi, tornando indietro, che si esce dal greto sulla destra (salendo) in prossimità di un oleandro rosa isolato in messo al greto stesso. C'è il segnavia rosso ma non si vede molto.
Tempo 1ora e 10. Al ritorno abbiamo messo 1 ora e 5 min. Si deve andare più piano in discesa che in salita, per non scivolare e per studiare bene la strada.
Il posto è veramente bello. Ovviamente noi due soli per tutto il giorno. Possibilità di ombra alle estremità della spiaggia (roccioni).
Discretamente pulita (ho raccolto solo qualche plastica). Fondali molto belli. Ho nuotato 40 min al mattino ed altrettanti al pomeriggio. Ovviamente portatevi acqua e cibo e crema solare. Io a quel punto ero già passato alla protezione 15. Se andate giù a spalle nude occhio che 1 ora e 10 vanno conteggiati nell'esposizione.
Di ritorno alla macchina alle 18:30.
Curiosità: dall'altra parte del vallone ci sono i ruderi di un castello bizantino del 12° secolo; si vedono dei resti di muri ed il basamento di una torre rotonda. Scopriremo poi che la presenza dell'Impero dura fino agli inizi del '200, poi l'isola saccheggiata e desertificata dai Saraceni resterà disabitata fino agli inizi del '400 quando i Veneziani condurranno dei nuovi coloni da Mikonos.
Rientro a casa stanchi ma felici. Abbiamo poi saputo che non tutti gli Astypaliesi ci sono stati e ci hanno fatto i complimenti...
Quarto giorno
Tempo bello e limpido fin dal mattino. Calma di vento.
Andiamo a Panormos, nell'estremo nord dell'ala sinistra, 12 km dalla chora. I primi 8 coincidono con l'itinerario per Aghios Ioannis. Passata la selletta delle arnie gialle, dove si girerebbe a sin per Aghios Ioannis, si prosegue in leggera discesa fino ad un fabbricato rurale con capre che girovagano. Di lì in avanti la strada si fa più brutta.
Ad un certo punto sulla sinistra in basso si vede uno di quei posti dove si vorrebbe abitare almeno qualche volta nella vita...
Qualcuno si è fatto ristrutturare una casetta a mezza costa verso il mare di un blu cobalto intenso come solo l'Egeo sa essere. Bianca candida, con il suo generatore autogeno. Una piccola recinzione (per non far entrare le capre), una scaletta che scende verso una minuscola spiaggia bianca. In lontananza si vede Anafi ed al di là contro l'ultimo orizzonte anche Santorini. Mi sono chiesto chi abbia avuto la sensibilità di crearsi un posto simile.
Proseguendo verso Panormos la strada peggiora ancora. Al ritorno dovrò mettere anche LE RIDOTTE perchè è ripidissima e molto sconnessa. Se non volete affittare un fuoristrada per tutta la vacanza, questa è l'unica occasione in cui è veramente necessario. Evitate di venirci in motorino, che vi si sfascia. Vergouli affitta anche una Honda SR 250 (credo), che andrebbe bene, ma bisogna saperla portare.
La strada scende verso la baia di Panormos, che ha l'imboccatura verso nord ed è molto articolata in almeno 3 spiagge separate. La strada scende a quella centrale. Lasciate la macchina appena inizia la sabbia. Non è proprio il caso di insabbiarsi in un posto così isolato.
E' una delle più belle che abbia mai visto. La metto al 2° posto dopo Triopetra a Creta, e solo perchè non è a perdita d'occhio. In parte sabbiosa, in parte ciottolosa, con delle piccole piscine naturali formate da un tavolato roccioso a pochi metri dalla riva, per cui lì l'acqua è quasi ferma e tiepida.
Ha il difetto che non è ombreggiata salvo dei bellissimi oleandri rosa che però hanno erba spinosa sotto e non consentono si stendere il telo. Io ho costruito con 4 canne ed il mio telo da bagno un riparo a mia moglie.
Fondali splendidi. Ho nuotato un'ora alla mattina raggiungendo la spiaggia alla nostra sinistra (ovest) ed ho trovato un nautilus enorme che ho ributtato in mare. Al pomeriggio ho snorkelato tre quarti d'ora verso destra (est), raggiungendo la spiaggia successiva ed oltre. Trovate grandi stelle marine, granchio e alcuni coralli.
Consiglio per chi vuole nuotare parecchio: legarsi le infradito al costume, attraversare la baia, approdare, attraversare l'istmo che non è più largo di 100 m ed affacciarsi sulla spiaggia al di là che, a giudicare da quello che si è visto dall'aereo, deve essere la più bella di Stampalia, ma non è servita da strada. Ci si arriva solo con 3 ore e mezzo di sentiero impercorribile dai quad. Forse, avendola, con una moto da trial si riuscirebbe.
Alla sera (h 18) chicca finale. Mentre siamo assorti nelle nostre attività sentiamo uno scampanellio diverso dalle solite capre, più intenso, che man mano cresce. Alziamo gli occhi e vediamo un gregge che scende verso la spiaggia, senza pastore, con il montone in testa, che sembra obbedire ad un istinto secolare.
Mi viene in mente il verso del Vate: "...lungh'esso il litoral cammina la greggia...".
Ci passano accanto e risalgono verso il pendio lì vicino dove si fermano a brucare. Ultima passa una pecora con un agnellino di pochi giorni.
Dopo di ciò ormai il sole sta calando e rientriamo. Finche c'è visuale verso nord scruto bene l 'orizzonte. Amorgo è una vecchia conoscenza. Verso nord credo di intravedere (ma forse è la mia immaginazione) l'isola di Ikaria.
Rientriamo muti per la bellezza.
Quinto giorno
Come al solito alla mattina verso le 8 e mezzo il cielo si sta un po' velando. Comunque ormai sappiamo che la caratteristica di Stampalia, per lo meno in questo maggio-giugno 2010 è la grande variabilità. Facciamo colazione fiduciosi e decidiamo per una spiaggia riposante (anche perchè ieri sera ho un po' esagerato con le crocchette di gamberi e la nottata è stata un po' travagliata...)
Andiamo a Kaminakia. Come al solito strada sterrata, circa 8 km, passando per Livadi.
Attenzione: concetto greco di deviazione: subito dopo Livadi stanno rifacendo un ponte su un torrente. La strada è "chiusa" da due bidoni della spazzatura messi di traverso. Una freccia manda verso destra, si passa vicino ad un pollaio, sul sagrato di una cappelletta bianca, si zigzaga dietro tre casette, poi... si prende per una traccia fatta ad hoc che attraversa un pendio, si finisce in un capannone, poi si ritorna un po' indietro e si procede sull'itinerario originario. Bisogna avere un po' di "naso", ma ce la si può fare. E poi forse fra qualche settimana avranno finito i lavori.
In realtà ci sarebbe una strada alternativa che parte dall'altra arteria del'isola e passa dalla "palestra di roccia" (ci sono anche delle vie attrezzate!), ma è decisamente più brutta.
L'arrivo è meno suggestivo che a Vatses. La strada è un po' più curata, nel senso che nei tornanti più ripidi e sconnessi hanno gettato del cemento. Arrivati in fondo c'è una "taverna" appena riaperta che in alta stagione offre anche camere per dormire ed una villa sulla spiaggia (graziosa a parte la staccionata più da chalet svizzero che da isola greca).
Per il metro di quaggiù è una spiaggia affollata. Oltre a noi ci sono altre 8 persone: famigliola greca con due bimbi, altra coppia di italiani, infine pittoresca coppia così assortita: lui slavo, probabilmente russo, sui 50, panciuto, stempiato; la sua amichetta probabilmente brasiliana o comunque mulatta, sui 20 anni, perizoma, bella. Ad un certo punto sono andati a fare il bagno e, in acqua, si sono tolti il costume...
Gossip a parte, la spiaggia è bella, con un po' di detriti, ma penso che ormai li abbiano rimossi, i fondali sono medi, è esposta a libeccio, in stagione ci deve essere uno stabilimento. Ci sono comunque alcuni tamerici che fanno ombra.
Come al solito nel pomeriggio il tempo diventa molto bello, ma oggi vogliamo visitare la chora. Verso le 5 andiamo via.
Innanzitutto quando andate a visitare la chora lasciate la macchina nel posteggio vicino ai mulini a vento. Si potrebbe anche salire, ma poi non si riesce a girare e bisogna posteggiare in parcheggi di fortuna a picco sul mare.
Tralascio i commenti storico architettonici sull'edificio costruito dai Querini Stampalia (che potrete leggere in alcuni tabelloni in inglese nell'androne del castello).
Trovare l'ingresso del castello non è facilissimo. Dando le spalle al municipio (quello lo riconoscete dai! c'è la bandiera greca e la scritta Demos Astipalias) avete tre strade che salgono: una più a sinistra che fa angolo con un negozio di souvenir: non è quella. Una più a destra quasi in piano: non è quella. Una in centro che all'inizio a destra ha una gelateria-pasticceria (tra l'altro con dolci squisiti): è quella.
Salite. Dopo 100 m circa c'è una curva a destra con strettoia e subito una a sinistra. Lì c'è una grande mimosa. In quel punto parte sulla destra una cordonata che punta verso la cima della collina. Andate di lì. Dopo una cinquantina di metri vi trovate sotto la facciata del castello. Entrate dal portone e... buona visita.
E' un bel posto. Credo che si possa visitare anche in notturna. Solo un consiglio: scendete fino alla torre ricostruita in fondo a destra dopo l'ultima chiesetta. Salite sulle scalette ed affacciatevi da un finestrino: avrete una splendida visuale della chiesa parrocchiale con la cupola celeste.
Usciti dal castello continuate il giro completo intorno all'apice della chora, incontrerete la bella chiesa che avete visto dall'alto, e poi, scendendo altre tre cappellette una vicina all'altra, una delle quali molto antica, che vi auguro di trovare aperta.
Sesto giorno
Alla mattina verso le otto e mezza il tempo sembra veramente bruttino. Nuvole nere all'orizzonte, strano vento, forse di libeccio. Mare non agitato nella rada davanti alla chora.
Decidiamo comunque di andare alle tre spiagge di Moura, che, da foto, sembrano bellissime. E infatti lo sono.
Paradossalmente sono fra le più vicine ai centri abitati, ma non sono facili da raggiungere.
Dunque: dopo Livadi la strada passa il famoso impluvio dove stanno ricostruendo il ponticello; costeggia le propaggini cementizie (brutte!) più recenti, poi comincia a salire. La prima spiaggia in basso a sinistra è Tzanakia; il fatto è che c'è una recinzione invalicabile. Nel senso che i cancelletti stavolta (ed è l'unica in tutta la vacanza) sono tutti lucchettati.
Se tenete d'occhio il ciglio sinistro della strada dapprima trovate un cancello chiuso con una catenella ed un lucchetto. Quella era una delle discese a mare. Dopo cento metri (la strada continua leggermente a salire) c'è un archetto bianco, tipo quelli che si trovano in costiera amalfitana, ahimè chiuso anch'esso con un cancelletto lucchettato. Di lì scendeva un tempo un altro sentiero verso il mare - che è subito lì sotto - che poi si biforcava verso le tre spiaggette.
Non demordiamo. Al di là di un altro impluvio davanti a noi si vede una stradina sterrata che si stacca a sinistra e scende verso il mare perdendosi dietro un costone, in un posto che sembra una discarica di legname (!). Ci infiliamo di lì. La strada conduce ad una cascina. Posteggiamo subito prima dell'aia, vicino ad un orto alla nostra sinistra con bei pomodori e melanzane...
Subito prima dell'orto inizia un altro accenno di strada che scende ad una stalla - concimaia (!) e lì finisce.
Nell'ultimo tornante di questa stradina continuate dritto (per una traccia di sentiero) puntando ad una specie di ponticello che in realtà è una vecchia conduttura di acqua per irrigazione. E' stretta, ma se avete un minimo di equilibrio ce la fate. Inoltre non è poi così alta. Io avevo due zaini...
Al di là del ponticello non prendete di nuovo quota che è inutile. Siete già all'altezza della prima delle tre spiagge, ma non è facilmente raggiungibile. Proseguite superando un piccolo dosso. Al di là siete all'altezza della seconda, che con un po' di equilibrio si può raggiungere.
Vedete davanti a voi un altro promontorio cono i ruderi di una casetta. Raggiungete il ruscelletto secco PRIMA del promontorio. Seguendolo verso destra raggiungete la prima spiaggetta. E' bellissima.
Nessuno per tutta la mattina. Si raggiungono facilmente a nuoto le altre due. Vi consiglio, quando le luci vengono da ovest, di salire al rudere e fare una foto dall'alto in modo che risaltino i fondali, molto articolati ed interessanti.
Sembra macchinoso arrivarci, ma sapendo la strada ci si mettono dieci minuti. E vale veramente la passeggiata.
Sennonchè a noi verso le due e mezza è capitata per la seconda volta in molti anni di Grecia una passata di pioggia. Un piccolo temporale.
Dato che il cielo è comunque grigio e il mare un po' mosso (mi viene in mente Archiloco... “Glauc'ora bathus gar ede kumasin tarassetai...” ) decidiamo di andarcene.
Siesta a casa.
Nel pomeriggio poi si rasserena totalmente, ma noi andiamo al porto a saldare auto e studio da Vergouli. Tutto come concordato. Niente sorprese.
Veniamo a sapere dell'esistenza di un museo che apre alle 18:00.
Andiamo a vederlo. Bello. Gratis. Soprattutto ceramiche micenee veramente notevoli. Inoltre reperti di epoca romana. Tabelloni con storia locale sintetici, ma esaurienti. Unico neo: un cenno all'Italia che li ha liberati dai Turchi e li ha amministrati non indegnamente dal 1912 al 1943 potevano farlo!
La custode-direttrice del museo è una simpatica e gentile ragazza il cui marito ha studiato in Italia. Ci dà tante notizie interessanti.
Dopo il museo facciamo due passi al porto dove è attraccato un fantastico yacht inglese talmente grande che deve ormeggiare alla banchina esterna. Ma ormai il mare è più calmo.
Ormai è sera e ci prepariamo all'ultima cena stampaliese.
Settimo e ultimo giorno
Dopo la sveglia, la colazione, la chiusura bagagli ed il caricamento macchina abbiamo ancora 5 ore da far passare. Il tempo è bello, ma decidiamo di non andare in spiaggia anche se potremmo ancora tornare allo studio per farci una doccia.
Ci diamo alla cultura. Andiamo a Maltezana (detta anche Analipsi) e facciamo una lunga passeggiata. Visitiamo un paio di chiese, aperte perchè è Domenica. Poi troviamo un curioso monumento ad un ufficiale di marina francese, tal Bisson, che nel corso di una spedizione contro i pirati saraceni, attaccato da forze superiori si fece saltare in aria con tutta la nave che aveva sequestrato ai pirati, nel 1828. Una specie di Pietro Micca. Il monumento è stato recentemente restaurato a cura della Marina Francese.
Poco ad est del monumento ci sono i resti dei mosaici di una basilica paleocristiana, piuttosto belli, quasi in riva al mare. Per arrivarci costeggiamo una spiaggetta con dell'acqua limpidissima. La tentazione di fare un ultimo bagno è forte, ma il fastidio di tenerci la salsedine addosso fino a notte inoltrata ci dissuade.
Tornati a Maltezana andiamo alla ricerca di altri resti archeologici di una fantomatica basilica di Santa Barbara segnalati sulla carta, ma non troviamo niente. In compenso ci dedichiamo alla raccolta di origano (profumatissimo!).
Poi troviamo un ristorantino (Astakos) in cui mangiamo dolmades e polipo per modica spesa.
Ultima bella passeggiata sul molo di Maltezana, dove alcuni equipaggi di pescatori stanno riparando le reti. E con questa "immersione" nella Grecia più marinara diamo l'addio all'Ellade. Saliamo all'aereoporto, dove ci aspetta il sig. Vergouli a cui restituiamo la macchina. Check-in, ed insieme ad una trentina di persone ci imbarchiamo.
Dopo il decollo un'ultima fuggevole vista di Panormos dall'alto, poi le nuvole ci nascondono Stampalia.
Atene. Volo Alitalia per Roma in orario.
Roma Torino in ritardo. Alla mezza siamo a casa.
L'Atene Roma segue una rotta molto più a nord del solito. Le nuvole si squarciano proprio sopra Igoumenitza.
Parentesi: la costa albanese che costeggiamo fino all'altezza di Valona sembra bella e poco cementificata. Chissà...?
Ciao Grecia, ci vediamo l'anno prossimo (Sigh)
Un'ultima precisazione. Siccome bisogna sempre lasciarsi qualcosa indietro da vedere, per giustificare un futuro ritorno, raccomando una spiaggia che sembra molto bella ed in cui non siamo stati. Si trova nella parte nord della baia di Marmari, dopo il campeggio, quindi neanche tanto fuori mano.
C'è una strada (piuttosto bruttina) che probabilmente le si avvicina, ma non è facile da trovare. Provo a spiegare: oltrepassato il campeggio si costeggia una stretta spiaggia con tamerici, poi c'è un primo tornante a sinistra, poi un secondo tornante a destra. Su questo tornante si diparte la strada per il porto nuovo. Voi continuate in salita verso Maltezana. Nel punto esatto in cui si scollina (ossia si passa sul vesante nord dell'isola) c'è questa carrareccia a destra che non si nota quasi (solito cancello) e continua a mezza costa ed in leggera discesa mantenendosi sul versante sud. Da questa strada ci si avvicina a due prime spiagge, poi, oltrepassato un promontorio, la strada sparisce al di là, e suppongo che arrivi in prossimità di una terza spiaggia con fondale roccioso.
Buone vacanze.
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