Orvieto, il gioiello dell'Umbria...

…nei giorni di "Umbria Jazz Winter"

Capodanno a Orvieto, nel cuore della rassegna “Umbria Jazz - Winter”! Perché no? Sembra un’idea proprio sfiziosa! Era da un po’ di tempo che al sottoscritto e compagna solleticava l’idea di rivedere Orvieto, approfittando di questa particolare occasione. La manifestazione è già arrivata alla nona edizione, e pur essendo ben lontana da annoverare tra i propri ospiti, musicisti dello stesso calibro rispetto ai “mostri sacri” che normalmente partecipano alla ben più famosa rassegna estiva di “Umbria Jazz”, ci avrebbe permesso di riassaporare le meraviglie che questa cittadina offre, immersi in un’atmosfera per noi nuova.
Abbiamo iniziato le ricerche di una sistemazione presso qualche agriturismo (ce ne sono di splendidi, da queste parti) verso ottobre. Un dramma! Nessuno voleva impegnarsi per “soli” tre giorni. Visto come sarebbero cadute le prossime festività, tutti miravano a piazzare la settimana intera, quindi i gestori avevano un atteggiamento tra il vago e il possibilista, non volendo assolutamente impegnarsi oltre.
Solo verso fine novembre siamo riusciti a strappare una conferma ad una tra le tante strutture da noi contattate. Il 29 dicembre, verso il tardo pomeriggio, arriviamo a destinazione. L’agriturismo che ci ospiterà è situato in posizione dominante, su un rilievo ancora più alto rispetto alla rocca sulla quale Orvieto è ubicata, e dalla quale disterà circa 3 o 4 chilometri in linea d’aria. Ce ne saremmo resi conto ancor meglio l’indomani mattina, quando con la luce del giorno, avremmo ammirato lo splendido paesaggio che si godeva da questa altura. La struttura presso la quale siamo alloggiati, è un vecchio casale ristrutturato, composto da 5 stanze arredate in stile rurale, tutto cotto, legno e ferro battuto. Ampie, pulite e ben riscaldate. Ora di cena, si sa, la filosofia dell’agriturismo cura molto anche l’aspetto alimentare, basandosi su prodotti tipici e genuini. Raggiungiamo il locale adibito a sala da pranza, carichi di aspettative. Delusione profonda. Abbiamo cenato “da mensa aziendale”. A parte il vino, gradevole, prodotto dalla fattoria stessa, sul resto meglio stendere il classico pietoso velo. La mattina, a colazione, stessa storia. C’erano anche gli yogurt comprati al discount alimentare! Partiamo alla volta di Orvieto. Fortunatamente, la giornata non sembra essere fredda. Questo ci permetterà di girarla a piedi in lungo e in largo. Non appena arrivati, già sentiamo un “clima” particolare. Le persone sono numerose e alquanto eterogenee, a spasso per le viuzze. Famigliole, signore impellicciate e ingioiellate, tipi eccentrici, ragazzi giovani e molto “casual”. Subito ci imbattiamo nell’evento più coinvolgente al quale abbiamo assistito, cioè il vedere sfilare per le stradine una marching band, ossia una banda itinerante che percorre suonando il centro storico di Orvieto. “Cool Bone Band” è il nome. Ottoni, percussioni e tanta allegria! Hanno proposto brani classici, tipo “Summertime”, “When the Saints” ecc., per la gioia di una folla che si muoveva e ballava sorridente, seguendo la banda per le vie e sostando nelle piazze, generando un clima gioioso, festoso, veramente coinvolgente. Poi le note, quelle delle prove, che scivolavano fuori dai palazzi, dagli spazi al chiuso dove si sarebbero tenuti in serata i concerti jazz più “seri”, e per i quali c’era una corsa all’accaparramento degli ultimi biglietti rimasti. E poi i sassofonisti solitari, che agli angoli delle vie contribuivano anch’essi alla musicalità che si era impadronita delle strade, delle piazze, dei cortili. Avvolti da questo clima, passeggiamo per i suggestivi vicoli medievali di Orvieto, ammirandone i palazzi, le chiese, gli scorci di questa cittadina ricchissima di arte e di storia. Il Duomo, sublime esempio di architettura gotico-romanica. La facciata, con i suoi marmi, i suoi mosaici, non ti stancheresti mai di guardarla, anche perché non hai mai finito di vederla. L’interno, con gli splendidi affreschi tra i quali cito solo i capolavori di Luca Signorelli nella cappella di S. Brizio e, solitaria, una splendida madonna con bambino di Gentile da Fabriano. La suggestiva chiesa di S. Giovenale, ricca di pregevoli affreschi dei maestri orvietani del due-trecento.
Il famoso Pozzo di S. Patrizio costruito circa 500 anni or sono per assicurare rifornimento idrico alla città anche in caso di assedio, scavato nel tufo per 62 metri di profondità, con i due ordini di scale, di circa 250 gradini ciascuna, una per la salita e l’altra per la discesa, disposte a ellisse, che si avvolgono senza mai incontrarsi.
Il Pozzo della Cava, la cui prima struttura risale addirittura agli Etruschi. Anch’esso scavato e ampliato attraverso i secoli per garantire l’approvvigionamento idrico. Caratteristica, questa, che assieme alla strategica ubicazione della città stessa, rendeva Orvieto una roccaforte pressoché imprendibile.
Orvieto ha anche la pregevole caratteristica di ospitare tra i suoi vicoli numerose botteghe artigiane piccole e grosse, le quali, a differenza di tante altre cittadine d’arte umbre e toscane dove spesso vedi esposta la solita paccottiglia composta da souvenirs a dir poco banali, propongono oggetti veramente originali e particolari. Questo rende ancora più piacevole gironzolare per le vie, curiosando in questi negozietti. Faccio solo un paio di nomi perché, veramente, meritano. “La Corte dei Miracoli” è una minuscola bottega dove un Artigiano (la lettera maiuscola non è casuale) crea dall’argilla degli oggetti……… fiabeschi!. Vedrete che nessun nome poteva essere più calzante di quello che Alberto ha scelto per il suo negozio. Se vi capita, entrate….guardate….ascoltate. “Patris” è invece un intagliatore che lavora il legno e che da questo materiale crea…..un po’ di tutto! E’ volata via questa piacevolissima giornata. Ritorniamo al nostro agriturismo. Incrociamo le dita, speriamo che a cena, stasera, le cose vadano un po’ meglio rispetto ieri. Sicuramente migliore è il tavolo che ci hanno riservato. In una saletta attigua, vicino al camino. Almeno è romantico! Ad essere sinceri, oggi è andata un po’ meglio, comunque nulla di entusiasmante. La mattina seguente, il 31 dicembre, l’ultimo giorno dell’anno si presenta con un tempaccio veramente infame. Pioggia a dirotto. Tergiversiamo un po’, indugiamo a colazione. Sembrava migliorare e allora saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Orvieto. La temperatura si è notevolmente abbassata rispetto a ieri, infatti da lì a poco la pioggia avrebbe lasciato il posto ai primi fiocchi di neve. Una volta giunti ad Orvieto l’atmosfera è totalmente cambiata rispetto al giorno precedente, direi ghiacciata! Gente, molto poca, infreddolita. Che fare? Riprendiamo i nostri giri all’interno del centro storico, sperando tra l’altro di essere un po’ più riparati dal vento gelido. Con poco risultato, però. Di tanto in tanto ci tocca fare delle soste forzate in qualche bar, dove ci rinfranchiamo con caffè e ……cioccolata! Non tutto il male vien per nuocere. Abbiamo scoperto questo locale che ha un bancone lungo 3-4 metri che espone solo cioccolato e…..dintorni! Buono, senza dubbio merita. Per i golosi: si chiama “Caffè Montanucci” e si trova in Corso Cavour. Ora i fiocchi soffici di neve si sono trasformati in scaglie ghiacciate ed il vento tagliente completa l’opera. E’ buio, decidiamo di raggiungere l’agriturismo. Una bella doccia bollente è quello che ci vuole. Cenone di fine anno, già prenotato presso lo stesso agriturismo. Speriamo che si almeno in questa occasione, la cucina si riscatti un po’. E così è stato, un dignitoso, classico cenone. Di tornare ad Orvieto, neanche a parlarne, il vento gelido imperversa e le strade sono completamente ghiacciate. Questo particolare week-end di fine anno ha ormai offerto quello che poteva offrire, ed è giunto al termine. Peccato per il giorno di tormenta e per l’aspetto “gastronomico”, che ha lasciato un po’ a desiderare. Il bilancio resta comunque positivo, in quanto Orvieto è un gioiello e in quanto tale …… ne vale sempre la pena! Poi, la dimensione di ”Umbria Jazz Winter”, è ciò che ha dato, seppur per solo un giorno, l’atmosfera e il tocco senza dubbio particolare alla nostra visita.

5 commenti in “Orvieto, il gioiello dell’Umbria…
  1. Avatar commento
    jerry
    29/10/2008 12:15

    per quanto riguarda pomonte, certamente i prezzi sono un pochino cambiati, ma le caratteristiche confermo che sono rimaste quelle che te dicevi, veramente è un postoda consigliare.

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    Lorella
    02/11/2007 15:39

    Ciao. Io e il mio ragazzo vorremmo andare a Orvieto per capodanno qual è il nome del posto dove hai alloggiato? grazie :)

  3. Avatar commento
    Silvia78
    27/10/2006 17:04

    sono stata ad orvieto nei primi giorni di settembre, quando c'è una manifestazione con artisti di strada. E' bellissimo! la cittadina diventa magica.per l'alloggio ho trovato un sito su internet che propone una vasta scelta. sono disponibilissimi a soddisfare tutte le esigenze particolari e a darti tutte le informazioni che ti servono. il sito è teseotur Orvieto comunque è veramente magica

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    claudio
    22/10/2004 09:01

    Faccio tesoro del tuo consiglio!!

  5. Avatar commento
    Ninni77
    21/10/2004 16:40

    La prossima volta che capiti da quelle parti ti consiglio l'agriturismo Pomonte (io e il mio ragazzo siamo stati lì a san valentino e a pasqua, dove ci hanno "accettato" per 2 notti). Il prezzo è di 40 euro a persona al giorno in mezza pensione.La colazione è a base di dolci fatti in casa, almeno tre tipi, e cappuccino.La cena è grandiosa:antipasto, 2 primi, secondo e almeno 3 tipi di contorni, dolce e bevande, tra cui una bottiglia di vino rosso e una di bianco, tutti e due della casa!Il posto è stupendo, te lo consiglio vivamente!

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