Tre giorni a Trento e dintorni

Natura, arte, storia e… gastronomia in gara per stupirci!

Dove alloggiare

Hotel Everest, Corso Alpini 14, Trento - Tel. 0461825300 (vedi Links)

Itinerario

Alle ore 7 di venerdì 5 marzo 2004 ha inizio il nostro consueto e annuale fine settimana in montagna con destinazione il Trentino.
Imbocchiamo l’autostrada Cremona – Trento; viaggiamo in pullman e circa la metà dei passeggeri è costituita da sciatori.
Nella zona del lago di Garda Sud, alto su un dirupo splende, illuminato dal sole, il Santuario della Madonna della Corona, sorto a seguito del ritrovamento in una grotta di una immagine della Madonna proveniente da Rodi, portata probabilmente dai Crociati e rivelatasi miracolosa.
La nostra meta della giornata è la città di Trento, che ha legato indissolubilmente il nome e la storia al Concilio.
Tale evento richiamò in città la presenza di circa duemila persone; i prezzi furono calmierati e si rischiarono epidemie di pestilenza, tanto che il Concilio fu sospeso più volte e ne fu trasferita la sede a Bologna, ma a seguito di pressioni tornò nuovamente a Trento dove si chiuse il 3 dicembre 1563, quando i 217 padri conciliari firmarono le quattro copie originali degli atti; in totale era durato 18 anni.
Tornando ai giorni nostri, Trento per il 2004 è città alpina dell’anno (dopo Belluno che lo è stata per il 1999).
Una curiosità è rappresentata dal fatto che a Trento nel 1909 ebbero occasione di incontrarsi e conoscersi tre giornalisti, Mussolini, De Gasperi e Cesare Battisti; a De Gasperi la città ha dedicato un monumento; per Battisti è stato voluto il Mausoleo in posizione dominante sul Doss Trento.
Trento ricorda e onora i propri martiri: Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi.
E’ città universitaria famosa per la facoltà di Sociologia ed infine è bagnata dal secondo fiume d’Italia per lunghezza, l’Adige.
L’arrivo a Trento avviene alle 10.20, ma si prosegue verso il Monte Bondone, dove in località Vason a m. 1650, gli sciatori ci lasciano per raggiungere le piste.
La salita al Monte Bondone si snoda tra numerosi tornanti che consentono la vista panoramica sulla città e sul Doss Trento e sul particolare monumento circolare sostenuto da 16 colonne di marmo.
Durante il percorso di circa 40 minuti abbiamo occasione di attraversare alcuni paesi costituiti principalmente dalle seconde case dei Trentini, che in questo luogo trovano veramente un benefico polmone verde. Oltre agli impianti sportivi delle quattro piste da sci, vi sorge in località Viotte uno dei più antichi orti botanici delle Alpi, di 10 ettari di estensione.
Con un sole scintillante in fronte, ci soffermiamo al bordo della pista abbondantemente innevata e ammiriamo il profilo frastagliato della Paganella.
Dedichiamo il pomeriggio alla visita guidata della città.
Iniziamo dal Castello del Buonconsiglio, uno dei più importanti manieri anche se non subì mai assalti e il suo utilizzo fu piuttosto di ricca dimora dei Vescovi Principi, veri e propri vassalli dei Principi Tedeschi.
L’arricchimento della struttura avvenne in tre epoche successive e la facciata mostra in maniera evidente i diversi livelli delle merlature.
Il Magno Palazzo, rinascimentale, con ambienti affrescati da Dosso Dossi, Romanino e Fogolino, voluto dal principe vescovo Bernardo Clesio, cui si devono anche numerosi interventi di abbellimento della città, e la loggia del Castelvecchio in stile tardogotico veneziano dimostrano il gusto dei padroni di casa per il bello.
La visita del solo castello, dove peraltro avvenne l’esecuzione dei martiri dell’Irredentismo, richiede circa due ore, mentre imperdibile è la visita agli affreschi dei mesi della torre dell’Aquila.
Indi proseguiamo per le splendide vie Manci, detta la via lunga e Belenzani la via larga, belle a motivo degli imponenti e spesso dipinti palazzi che vi si affacciano e che risalgono per lo più agli anni del Concilio.
Superiamo il palazzo Galasso detto del diavolo, perché secondo la leggenda sarebbe stato costruito in una sola notte per conto del banchiere Fugger, il palazzo Pedrotti sede del prestigioso Coro della SAT, il palazzo Salvatori già sinagoga dove sulla facciata è rappresentata la storia di San Simonino.
In via Belenzani sorge fra gli altri il palazzo Geremia la cui facciata è ornata da affreschi che celebrano l’incoronazione nel duomo di Trento dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano d’Asburgo, ospite della famiglia proprietaria del palazzo.
Siamo in Piazza del Duomo con la bella fontana del Nettuno e fiancheggiata dalle due case dipinte Cazuffi del Cinquecento (Trento era definita, infatti, la città dalle case pitte) e la graziosa fontana dell’aquila. Concludiamo la visita in Cattedrale nel cui interno è conservata la statua della Madonna, già posta in un’edicola esterna, davanti alla quale avveniva il riconoscimento delle salme annegate nell’Adige.+

Sabato 6 marzo
Il programma della giornata viene stravolto a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli che non ci consentono di percorrere la Val di Fassa e compiere il giro dei passi dolomitici. L’alternativa è recarsi a San Michele all’Adige per la visita del Museo degli usi e dei costumi della gente trentina.
Il “M.U.C.G.T.” è stato fondato nel 1968 da Giuseppe Sebesta ed è il più importante museo degli usi e delle tradizioni di tutte le Alpi con le sue 43 sale e oltre 12000 oggetti esposti; ospitato in un’interessante struttura monastica degli Agostiniani, ordine soppresso da Napoleone, consente di conoscere e rivivere le abitudini e lo scorrere della vita delle popolazioni locali. Si passano in rassegna le diverse attività contadine dall’agricoltura all’allevamento del bestiame, e poi il mulino, la segheria, la vita in malga, la produzione dei filati, la tessitura, i costumi e la vita di tutti i giorni, ma anche i momenti salienti come il matrimonio, con la dote tradizionale e l’arredo di una camera da letto o la coscrizione dei giovani con il corredo di fisarmoniche e di cappelli e poi le maschere di carnevale e la collezione di santini devozionali.
Veramente uno strepitoso allestimento per questo museo che ci fa amare le generazioni passate per i sacrifici profusi nelle attività di tutti i giorni. Non avevano certo una vita facile, basta vedere alcuni strumenti di lavoro manuale!.
Quello che mi ha incuriosito maggiormente è stato… “lo spaventaorsi”: utilizzato dagli apicoltori per proteggere il miele, era ricavato da un tronco cavo all’interno, di foggia umana all’esterno; dalle aperture di bocca, naso, orecchie e tasche del panciotto potevano entrare le api che trovavano all’interno le loro arnie. Unico punto dolente: la raccolta del miele inevitabilmente causava la soppressione delle api.
Imbocchiamo la Val di Non o Anaunia, fino a Fondo, che ha dato i natali a Fortunato Depero, e percorriamo l’orrido del Rio Sass fino a raggiungere il lago Smeraldo. Piacevolissima passeggiata sulla neve che richiede però un minimo di attenzione a causa della presenza di ghiaccio e in più scende un leggero nevischio.
Nonostante il tempo cattivo persista non rinunciamo a raggiungere il Santuario di San Romedio.
Romedio, nato nella valle dell’Inn e di agiate condizioni economiche, si ritirò in romitaggio in una grotta di questa zona. L’ambiente naturale è splendido, il Santuario si compone di sei cappelle sovrapposte collegate da 131 gradini. Dall’abside della cappella superiore, affacciandosi da una loggetta si ha una bellissima visione della forra del rio di San Romedio.
Lasciando la Val di Non sostiamo in un negozio tutto dedicato alle mele, vera vocazione della vallata che acquista la sua specificità dalla presenza degli ancora spogli e nodosi meleti.
L’ambiente è chiaramente solo per turisti, ma siamo accolti con un invitante e squisito succo caldo di mele aromatizzato con cannella, chiodi di garofano e buccia di arancia e altrettanto ottimi biscotti al succo di mela. In cambio si portano via cassette di mele, succhi e marmellate.
Ultima tappa della giornata: un giro per le vie del centro a Bolzano, ammirando le insegne di via Bottai e i palazzi signorili di via dei Portici.
La cena tipica ci riconcilia con il Trentino; gustiamo canederli in salsa di funghi e spatzle, polenta con salsiccia e costine di maiale, strudel tiepido con salsa di vaniglia, il tutto innaffiato dal favoloso Teroldego locale e per finire nocino fatto in casa.

Domenica 7 marzo
Ancora una giornata di pioggia! Ci dedichiamo alla visita della città di Rovereto.
Rovereto, che deriverebbe il nome da “querceto”, è la patria del filosofo Rosmini, del patriota Damiano Chiesa e di adozione di Fabio Filzi. Notevole fu l’attività della sericoltura, introdotta da Venezia nel XV secolo.
Dalla piazza principale, piazza Rosmini, saliamo al castello che ospita il Museo storico della guerra e vediamo il quartiere caratteristico di Santa Maria.
Prima di ripartire do un’occhiata alla modernissima costruzione del MART (Museo d’Arte Moderna) dovuta all’architetto svizzero Mario Botta.
Saliamo infine al Colle Mirabello, bella vista sul castello di Rovereto, per vedere la campana ideata per onorare i caduti di tutte le guerre Maria Dolens: è la campana più grande del mondo che suoni a distesa e infatti ogni sera cento solenni rintocchi invocano pace e fratellanza fra i popoli, quegli stessi di cui vediamo le bandiere allineate.
Dopo pranzo abbiamo il tempo di visitare a Trento l’esposizione “I sapori d’Italia”, rassegna gastronomica che ha avuto luogo in Piazza della Fiera nei giorni dal 5 al 7 marzo.
Verso le 16.30 iniziamo il viaggio di ritorno.

2 commenti in “Tre giorni a Trento e dintorni
  1. Avatar commento
    Etta
    30/08/2004 21:38

    Grazie hafel! Molto gentile.

  2. Avatar commento
    hafel
    16/08/2004 14:40

    Complimenti! Descrive bene le sensazioni di chi visita Trento e la Val di Non. Anch'io, nel '69/'70, e più recentemente nel 1999, ho soggiornato spesso e sempre molto bene all'Hotel Everest.

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