La Colombia, una bella scoperta!

Cartagena, Barranquilla, San Andres, i vari aspetti del Paese sudamericano

Con questo racconto di viaggio vorrei dare il mio piccolo contributo ad un Paese del quale mi sono totalmente innamorato e che consiglio assolutamente a tutti di visitare. Non posso di certo ritenermi un gran conoscitore della Colombia, in quanto la vastità e la diversità del territorio richiedono sicuramente più e più viaggi. Per questo, mi limiterò a raccontarvi la mia circoscritta esperienza con l’augurio che molti di voi decidano di visitare questo paese dalle potenzialità turistiche enormi.
Necessaria premessa è legata alla “pericolosità” del Paese stesso. Ora è chiaro che in un Paese con elevato tasso di povertà i pericoli legati alla micro criminalità locale ci sono, ma vi posso assicurare che il sottoscritto che era inizialmente a dir poco “terrorizzato” da questa cosa si è dovuto ricredere totalmente dopo poche ore dall’arrivo.
Ma andiamo con ordine. Il mio viaggio si è sviluppato su quindici giorni ed in particolare tra Cartagena de Indias, Barranquilla e San Andrès e sempre insieme con una meravigliosa “chica costena” alla quale mi sento molto legato e alla quale vorrei dedicare questo racconto.

SICUREZZA
Credo che l’aspetto sicurezza per un viaggio in Colombia meriti un piccolo approfondimento. Almeno, penso sia importante affrontarlo in quanto per me è stato un tema di grande interesse. Ovvio che la percezione del pericolo è un fattore strettamente soggettivo, però io mi ritengo assolutamente nella media (non sono Rambo ma nemmeno un fifone) e soprattutto credo che nessuno abbia voglia di rovinarsi le vacanze con inutili rischi o contrattempi. Nelle località dove sono stato io, ci si può assolutamente dimenticare di tutte le storie che vi racconteranno di guerriglieri, para militari, sequestri di vario genere ecc ecc… nulla di tutto questo sarà percepibile ripeto nulla. Chiaro che potrete incontrare qualche posto di blocco dell’esercito (io li ho trovati anche in Thailandia Paese considerato iper sicuro) ma niente di particolare.
Altro aspetto è la micro criminalità che è possibile incontrare nelle zone turistiche (centro storico di Cartagena in particolare). Allora, girereste con orologi costosi, gioielli, splendide macchine fotografiche in vista, molto denaro in tasca e senza nessuna precauzione per qualsiasi località turistica d’Italia considerata un po’ a rischio? Non credo… ecco qui è più o meno la stessa cosa (ricordatevi che siete sempre in Sud America e precisamente in Colombia e fate un po’ le dovute proporzioni). Pochi soldi in tasca, nessun bene costoso in vista, eliminare orologi e tutto ciò che può attirare l’attenzione e quindi in sintesi “no dar papaya”… tirar fuori la macchina fotografica, quando serve e rimetterla nella custodia evitando di tenerla troppo in vista (io la tenevo alla cintura e la coprivo con la maglietta per esempio).
Occhi aperti e nel caso abbiate la sensazione di essere seguiti (com’è successo a me, ma era più che una sensazione) tuffarsi in qualche negozio e aspettare che il tizio si tolga dalle scatole oppure se avete un poliziotto vicino avvisatelo subito (a Cartagena ce ne sono tantissimi). Altra tecnica che mi hanno consigliato (non sperimentata) per difendersi da questi soggetti, è quella di cominciare a fare la sceneggiata in mezzo alla strada e a voce alta, chiedere perché vi segue oppure se ha intenzione di rapinarvi… "essere un po’ teatrali e attirare così l’attenzione di tutti i passanti” (attaccare prima di essere attaccati)… però questo dipende da voi.
Ovvio che in ogni caso vale la regola del “MAI REAGIRE” e consegnare tutto quello che si ha in tasca (consiglio banale). Chiaro che se siete in cerca di strane avventure o “altre cose”… a sensazione, siete nel posto migliore del mondo per trovare infinite occasioni per cacciarvi in un mare di guai. Ma questa è la mia opinione.

DENARO
Il cambio si aggirava intorno ai 2.750 Pesos Colombiani per 1 euro. Io sono partito con un po’ di soldi in contanti che ho cambiato nelle varie “Casa de Cambio” di Cartagena.
Dopo aver usufruito di questo servizio le ho battezzate “Casa del Ladron”: infatti, il cambio che mi praticavano (tutte) era mediamente di 2.000-2.100 Pesos Colombiani per 1 euro. Quindi, era molto più conveniente prelevare con il bancomat (io ci riuscivo tranquillamente e la banca mi applicava il cambio ufficiale) o pagare con carta di credito. Ovvio, nel prelevare abbiate cura di verificare di non essere osservati… ”no dar papaya” è sempre la regola base in questo viaggio. Per esempio, io prelevavo da uno sportello all’interno di un Centro Commerciale dove c’era il servizio di vigilanza, mi facevo un breve giretto all’interno (così per sviare eventuali inseguitori e sotto consiglio della “chica” che stava con me) e poi magari uscivo e salivo sul taxi. Però ripeto basta avere un po’ di normale attenzione e di metodi sicuri ce ne sono molti altri.7 AGOSTO 2007 - PERNOTTAMENTO A MADRID
Partenza da Venezia verso le ore 19 e arrivo a Madrid (Barajas) dopo 2 ore circa. Pernottamento all’Hotel Tryp Diana. Hotel ne bello ne economico ma semplicemente molto comodo all’aeroporto e con servizio navetta gratuito 24h su 24h sia per venirmi a prendere sia per portarmi all’aeroporto. Dopo aver preso possesso della stanza ed essermi fatto una doccia mi accingo a farmi 5 minuti a piedi per prendere la metropolitana che in 20 minuti mi porta in pieno centro. Giro un po’ per Madrid e faccio sosta negli innumerevoli baretti che offrono infinite varietà di “tapas” e una economica “cerveza”. Purtroppo non ho molto tempo e dopo due ore circa rientro all’Hotel.

8 AGOSTO 2007 - VIAGGIO AEREO E ARRIVO A CARTAGENA
Partenza da Madrid (Barajas) alle ore 11 circa e scalo a Bogotà alle 17.30 circa dopo 13 ore di viaggio (e 7 ore in meno di fuso rispetto all’Europa). Solitamente si arriva al terminal internazionale e quindi per prendere il volo nazionale per Cartagena dovevo andare al “Puente Aereo” (terminal voli nazionali). Nessun problema, vengo guidato dalle numerosissime e gentilissime signorine di Avianca sparse per tutto l’aeroporto (oltre ai numerosi punti di informazione sempre di Avianca). Mi caricano su un bus (interno all’aeroporto) che mi porta direttamente al Puente Aereo (vi assicuro più facile da fare che da raccontare). Quindi volendo, nessun contatto con l’esterno dell’aeroporto.
Perché dico questo?. Perché personalmente eviterei Bogotà al primo impatto con la Colombia a meno che non abbiate un contatto locale fidato che viene a prelevarvi. Questo non vuol dire che la città sia da evitare come la peste, mi limito solo a dire che la sensazione che ho avuto io nei 5-10 minuti che sono uscito dall’aeroporto per fumarmi la mia “sacrosanta” sigaretta è quella di una città non proprio “tranquilla” (però ci tengo a dire che questa è la mia sensazione).
Piuttosto, se siete golosi (come me) andate da “Juan Valdez Caffè” all’interno dell’aeroporto e prendetevi una splendida “malteada de caffè”… io ne diventavo matto. Occhio che Bogotà si trova a 2600 mt di altitudine, quindi potrebbe essere freschino (io ho trovato 15-17 gradi) e potreste accusare qualche fastidio da “mal di altitudine”. A me ad esempio dopo qualche ora mi bruciavano gli occhi e ogni 10 minuti dovevo respirare profondamente come se dovessi recuperare ossigeno (però forse era l’effetto della malteada).
Arrivo a Cartagena dopo uno scalo a Bogotà di 2 ore circa intorno alle 21 ora locale. Personalmente la percezione che avevo della Colombia era di un Paese “pericolosissimo” e quindi mi ero preparato ad affrontare il primo impatto con Cartagena come un marines prima di uno sbarco in territorio nemico. Niente di più sbagliato: esattamente 20 minuti dopo essere uscito dall’aeroporto e dopo aver fumato la seconda (e meritatissima) sigaretta delle ultime 15 ore, mi sentivo assolutamente tranquillo e in totale sicurezza. L’aeroporto è pieno di Polizia e appena fuori troverete i taxi; ovvio non prestare attenzione agli estranei che vi propongono hotel, cambio valuta e taxi, rispondere con un semplice e gentile “no gracias” e la cosa finisce li.
Cambio poco denaro all’aeroporto (max 50 euro) in quanto il cambio proposto non è conveniente (mi accorgerò che il problema non è solo all’aeroporto). Salgo sul mio bel taxi e mi dirigo verso il centro della città di Cartagena (il prezzo del taxi oscillava tra i 10.000 e i 15.000 pesos, 4-6 euro circa, l’oscillazione dipende da quanta voglia avrete di contrattare dopo 15 ore di viaggio).
Dopo 20 minuti di taxi circa arrivo al mio hotel prenotato sempre tramite internet dall’Italia. L’hotel si chiama “3banderas”, buon prezzo, stanze confortevoli, molto carino l’interno ed in una buona posizione rispetto al centro (lo trovate su internet con una semplice ricerca con google per esempio). Doccia fredda come nella quasi totalità degli alberghi dove sono stato io (però ci sono 30-32 gradi di temperatura all’esterno). Tutto il personale estremamente gentile, clientela internazionale oltre che locale. Mi accompagnano nella mia stanza (io avevo scelto una stanza al 2° piano e non al piano terreno), poso la valigia, chiudo la porta, esco sulla terrazza e mi godo, per la prima volta nella mia vita, i rumori e i suoni di questa meravigliosa città. Luci e riflessi che arrivano dalle piazze vicine danno a tutta la città e alla sua splendida architettura un’immagine magica che riesce ad affascinarmi fin da subito. Musica, tamburi di spettacoli all’aperto… meraviglioso. Forse mi fa un effetto strano vedere che l’hotel è tutto chiuso da inferriate e che anche l’ingresso è sempre controllato e chiuso… dopo un giorno non ci faccio più caso, qui è la norma.

9 - 15 AGOSTO 2007 - CARTAGENA, BOCACHICA E BARRANQUILLA
Di buon ora mi preparo ad affrontare il mio primo vero giorno a Cartagena. Premetto che il miglior modo per muoversi all’interno della città oltre che a piedi è in taxi. Costa poco e ce ne sono una marea: esibite il braccio (o fischiate) quando ne avete uno in vista e avrete anche talvolta l’occasione di assistere a degli interessanti spettacoli di guida.
Avvertenza: il tassista medio si sente sempre un po’ parente di Juan Pablo Montoya e quindi la guida è abbastanza “sportiva” oltre al fatto che il rispetto della segnaletica stradale e delle precedenze non è molto “sentito”. Le prime volte restavo un po’ stupito ma dopo 3-4 viaggi non ci facevo più caso. Altra cosa: la mia esperienza/sensazione è che all’interno del centro storico il taxi è possibile prenderlo tranquillamente ovunque. Quando possibile farlo chiamare direttamente dall’hotel ma senza esagerare con inutili paure. Il percorso medio varia da 5.000 a 10.000 pesos (2-4 euro) e comunque chiedere sempre il prezzo prima di salire. Mai avventurarsi con taxi non ufficiali.
Che dire, la città è meravigliosa un susseguirsi di strade e stradine, piazze ed edifici coloniali meravigliosi. Tutta la città storica (dentro le mura - “Centro Amurallado”) è una tavolozza di colori e musica ovunque. Consiglio a tutti di perdersi per le strade con tranquillità per godersi lo spettacolo che Cartagena può offrire. E se siete amanti della musica latino americana come me, beh… siete nel posto giusto: salsa, merengue, bachata, regueton, vallenato e champeta (questi ultimi due sono generi musicali tipici della zona) potrete ascoltarli ovunque. La musica è ovunque.
La gente è molto socievole e cordiale. Passo tutto il giorno a visitare la città con qualche sosta a gustarmi una freschissima pinacolada, un succo di frutta oppure un frappè di caffè. Ripenso a tutti i dubbi e paranoie che mi ero fatto sulla “pericolosità” della Colombia e sorridendo mi godo il mio “jugo de fresa” in una piazza piena di turisti (in particolare Spagnoli, Francesi e Nord Americani). Per mangiare abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, posti per tutti i gusti e per tutte le tasche. Prezzi assolutamente contenuti per un europeo.
Il giorno dopo ci dedichiamo a visitare il Palazzo dell’Inquisizione e il Monastero di San Pedro Claver “lo schiavo degli schiavi”. Interessante la collezione di strumenti di tortura che è possibile vedere nel Palazzo dell’Inquisizione, farebbero rabbrividire Jack lo Squartatore. Indubbiamente chi inventava questi “simpatici oggettini” aveva una fervida fantasia. Sempre all’interno del “Palacio” mi diverto a leggere le caratteristiche che doveva possedere una donna per essere definita “strega” e quindi per essere condannata. Ben precise caratteristiche di peso e comportamento… mi sorge il dubbio di conoscere qualcuno con queste caratteristiche.
San Pedro Claver mi si dice sia un santo molto importante qui a Cartagena in quanto accoglieva le navi negriere al porto e salvava da morte certa tutti gli schiavi che per malattia, ferite riportate non avevano più alcun “valore commerciale”.
Insieme alla “chica” decidiamo che quella sera si va a ballare: Getsemani, Avenida del Arsenal si trovano molti locali tra i più carini e dove potrete ballare fino a notte inoltrata. A detta di molti, questa è una zona pericolosa ma io devo dire che l’aria che si respira è tutt’altro che di pericolo (non ci si deve meravigliare se si viene perquisiti all’ingresso dei locali, qui è prassi comune).
In ogni caso, farsi portare da un taxi direttamente davanti alla zona dei locali è meglio, primo, perché dovreste camminare di notte per strade e stradine non proprio sicure (per esempio Calle della Media Luna) e poi perché correre inutili rischi quando con 2-4 euro potete comodamente arrivarci in taxi?.
Anche qui balliamo “come si balla sulla costa” (quasi fermi sul posto e avvinghiati come polipi in amore… strane usanze, però non mi dispiace, tutt’altro) fino a notte inoltrata e ci gustiamo dei meravigliosi cocktail… tutto splendido.
Passo i successivi giorni a visitare le principali zone di interesse della città: la piazza della Torre del Reloj che rappresenta un po’ il simbolo della città e la principale porta d’accesso, Plaza de Los Coches giusto alle spalle della Torre del Reloj, Plaza de Santo Domingo (con la statua della “gorda”), Plaza de la Aduana, Plaza de Bolivar, Las Bovedas, il Teatro Pedro Heredia, la Catedral e il castello de San Felipe e comunque ripeto, girare per la città anche in modo del tutto casuale è fantastico.
Il Castillo de San Felipe merita sicuramente una visita, non solo per l’imponenza dell’opera architettonica che è a dir poco “maestosa” ma anche per perdersi nei cunicoli all’interno delle mura e magari immaginarsi i soldati spagnoli in attesa degli attacchi di Sir Francis Drake. Dalle mura del Castillo è possibile avere una bellissima vista panoramica di Cartagena.
Anche Las Bovedas meritano una visita, si tratta di una ventina di negozietti che propongono vari oggetti di artigianato e cosette varie (molto carine) da portare a casa come ricordo. Questa struttura dal colore giallo acceso era stata costruita dagli Spagnoli ed adibita ad armeria, successivamente con l’indipendenza venne usata come carcere.
Dal “Muelle de Los Pegasos” nella “bahia de las animas” è possibile imbarcarsi sia per le Isole del Rosario (che io per motivi di tempo non sono riuscito a visitare) sia per Bocachica sull’isola di Tierrabomba.
Il percorso in lancia per Bocachica è di 30 minuti circa con un costo di 20.000-25.000 pesos circa a persona (7-9 euro). Qui potrete visitare il Fuerte de San Fernando de Bocachica che è un altro bastione spagnolo che permetteva (insieme alla Bateria de San José sul lato opposto dello stretto di Bocachica) di difendere l’accesso alla baia di Cartagena da parte delle navi nemiche provenienti dal Mar dei Caraibi. Il tragitto in lancia vi permetterà di vedere anche alcuni villaggi di pescatori disseminati nella baia e quindi “percepire” che Cartagena non è solo il centro storico; la povertà è diffusissima.
Sulla lancia che ci porta a Bocachica vengo affiancato da un simpatico signore di nome Fernando che per una “cerveza” e 5.000 pesos ci accompagna alla visita dell’isolotto; il simpatico Fernando si è sostanzialmente “imposto” come guida, non ci ha dato molto spazio di scelta. Passiamo qui la giornata e pranziamo sotto dei ripari con tetto di foglie di palma dopo esserci scelti direttamente dalle ceste dei pescatori il pesce che volevamo mangiare… fantastico. Spesa a testa per il pranzo 10.000 pesos colombiani con tanto di zuppa di verdure e una birra.
Una nota merita la spiaggia e in generale il mare qui a Bocachica come a Cartagena. Il mare non è quello che ci si può aspettare dal Mar dei Caraibi, l’acqua è grigio-verde e le spiagge non sono belle.
Il 13 agosto dedichiamo mezza giornata a visitare la zona di Bocagrande sempre a Cartagena. Qui sembra di essere a Jesolo/Rimini/Varadero o comunque in qualsiasi altra località turistica di mare costruita per accogliere chi per vari motivi decide di soggiornarvi. Grattacieli, hotel, negozi ovunque e spiagge attrezzate; anche per queste ultime come per il mare vale quanto detto in precedenza. Qui il giudizio è assolutamente soggettivo, io preferisco alloggiare nel centro storico (forse un po’ meno sicuro di notte ma più caratteristico). Qui a Bocagrande sicuramente c’è la comodità delle spiagge, del mare e dei molti negozi e comunque la zona sembra mediamente un po’ più sicura di notte. In ogni caso anche Bocagrande resta sicuramente una buona base per visitare Cartagena in quanto in 10 minuti di taxi si raggiunge il centro storico. In molti mi avevano consigliato di soggiornare all’Hotel da Pietro che però ho visto solo dall’esterno e mi ha dato un’ottima impressione, semplice e molto accogliente.
Il 14 agosto decidiamo (per vari motivi) di andare a Barranquilla e scegliamo il trasporto più veloce anche se un po’ più costoso (25.000 pesos a testa a tratta - 9 euro circa) ovvero un taxi collettivo. Il taxi ci preleva direttamente all’hotel a Cartagena e dopo 2 ore circa ci lascia direttamente davanti all’hotel scelto a Barranquilla. Come dicevo precedentemente, incontriamo lungo la strada qualche posto di blocco militare che si limita a fare qualche controllo dei documenti e a scambiare qualche battuta con il tassista che evidentemente era conosciuto dai “militi”, molto spesso questa confidenza ci evita il controllo.
Che dire di Barranquilla… beh niente di particolare; oltre al fatto che per gli amanti del genere è la città natale di Shakira. E’ una città industriale, polverosa e con molto traffico. Non ci sono molte cose da vedere, io passo mezza giornata a visitare il parco zoologico e ad accompagnare la mia “chica” a sbrigare alcune faccende burocratiche. Facciamo un giretto al Centro Commerciale “Buena Vista” (pare non si possa vedere Barranquilla senza vedere il Buena Vista) dove mangio al fast food “El Corral” che propone hamburger fatti con carne tritata di “lombrico” (almeno così mi dicono). Devo dire assolutamente buono e gustoso anche se il tipo di carne mi viene svelato solo dopo averlo mangiato. In generale penso che tornerò a Barranquilla solo se costretto.

16 - 19 AGOSTO 2007: SAN ANDRÈS, IL MAR DEI CARAIBI
Prima di partire avevo in programma di spostarmi qualche giorno da Cartagena alle Isole del Rosario, paradiso caraibico e godermi qualche giorno di mare. Invece con la “muchacha” decidiamo di spingerci oltre ovvero Isola di San Andrès. Il tutto è stato prenotato direttamente presso il tour operator Aviatur che si trova all’interno dell’Hotel Santa Clara a Cartagena (non è difficile trovarlo lo conoscono tutti ed è in centro). Basta dire ai “mastini da guardia” all’ingresso di voler andare all’agenzia Aviatur e ci fanno passare. L’hotel all’interno è a dir poco spettacolare e penso anche molto caro, del resto credo sia il migliore di Cartagena (qui l’acqua calda c’è sicuramente). L’agenzia ci propone un pacchetto di 3 notti tutto incluso e il 16 agosto siamo in partenza da Cartagena alla volta di San Andrès.
Un bel controllo accurato dei bagagli direttamente all’aeroporto di Cartagena (pare che San Andrès sia una delle uscite principali per il traffico di stupefacenti) e via all’imbarco. Già in fase di atterraggio a San Andrès il paesaggio si presenta a dir poco paradisiaco, mare blu intenso, isolotti e barriere coralline… uno spettacolo. Ci infiliamo in un taxi e dopo aver preso possesso della nostra stanza, via direttamente alla spiaggia che si trova di fronte all’hotel. Qui siamo proprio in quello che per tutti è l’immagine della spiaggia caraibica, sabbia bianchissima, mare azzuro-blu cristallino e palme. Passiamo il resto della giornata tra sole, bagni, pinacolada, cocco e tanto relax… del resto anche questo ci vuole.
Sulla spiaggia vendono di tutto, frutta, bevande varie e ci sono numerosi signori “locali” che offrono i loro servigi per qualsiasi cosa abbiate bisogno… sottolineo qualsiasi, quindi sempre per restare fuori dai guai “occhio”.
San Andrès è totalmente sicura di giorno e di notte e la gente oltre allo spagnolo parla una sorta di Inglese “locale” e incontriamo molti “rastaman” che vivono qui.
Da San Andrés andiamo a visitare Johnny Cay e El Acuario. Si tratta di due isolotti a circa 2 km dalla costa di San Andrés che raggiungiamo dopo 30 minuti circa di lancia. El Acuario è un isolotto circondato da acque poco profonde e dove possiamo fare snorkelling in un mare splendido, la sabbia è bianchissima, uno spettacolo. Unica pecca è il sovraffollamento di turisti ma non si può pretendere tutto dalla vita.
Con altri 10 minuti di lancia ci spostiamo su Johnny Cay, isola un po’ più grande e ricoperta di palme e con una meravigliosa spiaggia di sabbia bianca. Qui pranziamo sotto le palme con pesce fresco, riso (immancabile) e platano fritto. Resta molto tempo per godersi il sole, il mare e rilassarsi sotto le palme con qualche bella bibita fresca. Anche qui troviamo molta gente, pazienza in fondo è un “ponte festivo” per i Colombiani.

20 - 21 AGOSTO 2007: ULTIMI DUE GIORNI A CARTAGENA
Passiamo gli ultimi due giorni a Cartagena perdendoci per le strade, passando la notte a “bailar” e visitando qualche barrio fuori le mura. Ecco, qui devo dire che la situazione cambia totalmente, nel senso che qualche sensazione di pericolo la percepivo. Io ho avuto la grande fortuna di essere accompagnato dalla mia splendida “muchacha” che essendo del luogo sapeva come muoversi. Vedere i barrios periferici fa riflettere e capire quanto questo sia un Paese meraviglioso e pieno di contraddizioni, la povertà è diffusissima. La popolazione è giovanissima ed è pieno di bambini e a dire il vero me li sarei portati a casa tutti; continuiamo a girare e mi si avvicina un ragazzino dall’apparente età di 6-8 anni che mi chiede dei soldi. In effetti noto l’atteggiamento un po’ strano, tipico di chi è sotto l’effetto di stupefacenti. Su consiglio della “chica” invece di dargli soldi lo portiamo in un negozietto e gli compriamo da mangiare. Il ragazzino non sembra tanto contento ma almeno non userà i miei soldi per comprarsi quella porcheria che sniffa.
Devo dire che me ne vado con il cuore in mano e non solo. Passo l’ultima serata a Cartagena al “Caffè del Mar” un locale molto frequentato dai turisti e forse per questo un po’ più caro della media. Consiglio di farci una capatina in quanto è situato proprio sopra i bastioni della città vecchia e offre delle vedute spettacolari e decisamente romantiche.

22 - 23 AGOSTO 2007: RIENTRO IN ITALIA
Verso le 14.30 del 22 agosto saluto a malincuore la mia splendida “principessa” e mi imbarco per Bogotà dove arrivo dopo 1 ora e mezza di volo circa. Soliti 15-17 gradi di temperatura, addirittura vedo gente (locale) con la sciarpa e sorrido. Effettuo tutte le pratiche per il check in e mi siedo tranquillo ad aspettare il mio volo per Madrid.
Dopo un’ora circa mi si avvicina un ragazzo dal fare gentile anche se risoluto che comincia a farmi strane domande. Dove sono diretto, da dove arrivo, quali sono stati i motivi della mia permanenza a Cartagena… mangio la foglia e mi rendo conto che il “ragazzotto” non voleva di certo fare amicizia e infatti mi esibisce un bel tesserino e mi dice di essere della Polizia Narcotici di Bogotà. Bene, devo dire che qui un po’ me la sono fatta sotto per quanto non avessi niente da temere. Mi chiede il passaporto e il biglietto aereo e mi invita a seguirlo per effettuare un accurato controllino al mio povero stomaco. Cerco di stare calmo e insieme ad altri tre malcapitati come me ci avviamo verso l’ufficio della polizia. Qui ci fanno firmare un bel modulo per autorizzarli a farci una “lastrina” allo stomaco e quindi a turno ci piazziamo davanti alla macchina per le lastre. Il tutto si conclude con un “gracias Senor” e ci riaccompagnano all’imbarco per Madrid. Devo dire 15 minuti di gelo alla schiena… nuova esperienza che mi si dice del tutto eccezionale. Salgo sul volo per Madrid e con molta nostalgia ripenso alle fantastiche giornate passate tra la magia di Cartagena e il mare di San Andrés…
Adios Colombia e sicuramente a presto.Io partivo da Venezia e purtroppo non esistono voli diretti dall’Italia per Bogotà che è uno scalo quasi obbligatorio per raggiungere le altre mete tra cui Cartagena che era la mia città base per tutto il viaggio. Personalmente ho viaggiato da Venezia a Madrid A/R con una compagnia low cost e da Madrid a Cartagena A/R (con scalo a Bogotà) con Avianca la compagnia di bandiera colombiana. Viaggio perfetto, in linea con altre compagnie aeree d’altri paesi del mondo con le quali ho viaggiato. Nessun ritardo e prezzo migliore rispetto ad altre compagnie come Iberia e Air France.
Tutti i biglietti li ho acquistati su internet. La comodità sta anche nel fatto che con Avianca i bagagli vanno in autonomia direttamente da Madrid a Cartagena senza doverli “cercare” a Bogotà. Infatti (però è da verificare) credo che le altre compagnie aeree europee vi possano portare solo fino a Bogotà e la tratta interna alla Colombia si debba fare quasi sempre con Avianca (forse però Iberia si muove anche sull’interno, è da verificare anche questo). In ogni caso per me avere la sicurezza che il bagaglio si muoveva “da solo” era una comodità e comunque vi assicuro che lo è soprattutto quando si rientra in Europa e si deve sempre passare per Bogotà. Un conto è farsi verificare il bagaglio (e vi assicuro che al rientro in Europa vi controllano tutto ma proprio tutto) a Cartagena, ben diverso è farlo a Bogotà (però questa è la mia esperienza).
Per completezza: il volo Avianca (ma credo anche le altre compagnie) per Bogotà parte dal nuovo terminal internazionale di Madrid-Barajas e quindi se arrivate dall’Italia al vecchio terminal non buttate soldi di taxi e prendete il bus gratuito che porta di continuo da un terminal all’altro (basta chiedere o seguire le indicazioni all’aeroporto, è facile).

15 commenti in “La Colombia, una bella scoperta!
  1. Avatar commento
    sakamura
    09/03/2011 09:44

    Non passare per Bogotà e andare direttamente a Cartagena? La vedo difficile però mi pare ci sia un volo da Miami diretto per Cartagena con Avianca. Una volta c'era un volo da Barcellona (Spagna) a Barranquilla (Colombia) poi devi prendere un autobus fino a Cartagena (volo con Iberia). Che io conosca non esiste altro modo.

  2. Avatar commento
    franklinn
    08/03/2011 16:18

    qc puoi consigliarmi come evitare il passaggio scalo a bogotà per dirigermi direttamente verso la costa di cartagena ?

  3. Avatar commento
    bybepp
    17/10/2010 14:54

    ciao fra poco dovrei partire per la colombia bè per la prima volta e solo , di preciso ad armenia,vorrei sapere qual cosa su questa cittadina se potete visto che ho un po di terrore leggendo vedo molti ne parlano male e tanti bene,potreste aiutarmi per favore qualsiasi consiglio è ben accetto grazie ....

  4. Avatar commento
    Alberto
    13/10/2010 23:25

    Ciao a tutti ... Mi chiamo Alberto, ho 27 anni e sono di Torino ... Dopo svariati viaggi in giro per il mondo sono stato a Cartagena de Indias ad agosto, ci tornerò a fine dicembre e mi piacerebbe trasferirmici definitivamente nell'arco di qualche mese !! Qualcuno ha qualche consiglio pratico ...da darmi ?? E' ben accetta qualsiasi tipo di informazione !! ;-) Gracias

  5. Avatar commento
    alex
    30/03/2010 17:42

    vi dico solo ke vado a vivere in colombia................pais mas hermoso de el mundo............

  6. Avatar commento
    karlo
    28/09/2008 20:32

    E' dal 2001 conosco questa splendita nazione (la Colombia): paritrò il prossimo 6 ottobre per tornare il 2 di novembre) Ho letto il tuo resoconto. Vai anche dalla parte opposta: cali - paso....e visita Villa de Leyva e Zipaquirà (chiedi alla ragazza....) Rimarrai innamorato della Colombia......e sopratutto: MEDELLIN, la ciudad de la eterna primavera! Cuidate hermanito....què te vajas bien! Què viva Colombia!

  7. Avatar commento
    Lo Staff
    18/09/2008 15:50

    Difficilmente un turista che ha descritto un viaggio è in grado di conoscere questo tipo di notizie. Ti consigliamo di interpellare l'ambasciata italiana in Colombia o quella colombiana in Italia. Prova a digitare su google "ambasciata colombia" e di sicuro trovi i recapiti che ti servono.

  8. Avatar commento
    - pierfra-
    18/09/2008 15:36

    scusate mi sapete dire quando inizia e quando finisce l'anno scolastico in Colombia per le scuole primarie (cioè le nostre elementari)? tra qualche mese devo partire per andare a prendere la mia bambina adottiva in Colombia e volevo sapere questa cosa... mi confortate con le vostre testimonianze, visto che ora la Colombia diventerà la mia seconda patria! grazie

  9. Avatar commento
    gatino
    10/09/2008 21:43

    mi consigli di andare a vivere in colombia

  10. Avatar commento
    Seba
    27/07/2008 23:23

    Colombia è passione.Sono Andrea e stò con una cartaghenera.Riguardo a johnny cay se anticipavi di un mese la tua visita ti potevi imbattere nelle feste di fine anno scolastico dove ragazze/i sbarcano sull'isola e si scatenano tutto il giorno con i rasta e musica tekno

  11. Avatar commento
    sakamura
    29/05/2008 21:24

    Ciao johana....si mi sono sostanzialmente organizzato da solo anche se come avrai cavevo contatti in loco.

  12. Avatar commento
    johana
    29/05/2008 11:31

    Grazie mille per aver condiviso con noi questa tua avventura! Spero di andare in Colombia fra qualche mese, non vedo l'ora. Foto splendide! Ma il viaggio l'hai organizzato tu o tramite agenzia? Grazie mille x la risposta!

  13. Avatar commento
    bomber
    22/01/2008 15:37

    è proprio così la Colombia è magnifica!!! basta parlarne solo in termini di narcotraffico e guerriglia. La gente è semplice, cordiale e sempre con tanta voglia di vivere (a volte può essere di insegnamento a noi piccoli europei); io sono sposato con una colombiana e (vi prego non rosicate) fra qualche tempo andremo a vivere a Cartagena de Indias, la mas hermosa ciudad de Colombia (Viva, tambien, Ibaguè Tolima)

  14. Avatar commento
    pippocaruso
    03/01/2008 20:14

    Bel racconto ma avresti potuto raccontare di più della chica... come sono le colombiane? Fighe? E a letto ci sanno fare? Inoltre mi aspettavo di vedere la foto del tuo stomaco! :))

  15. Avatar commento
    cayello
    07/12/2007 12:06

    piu che un comento voglio dire al senor andrea;e èmancata la visita al parco tairona(santa marta)cosimi poteba dare una dritta dio viaggio.comunque molto bello tutto e mi fa piacere che non si parli solo makle della colombia,bravo andra comtinua cosi e non solo ,per cose sentimentali si obietibo sino in fondo,ciao e grazie

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