Caimani, strade sterrate e ... pallottole!

Fuori dai canoni del turismo, dove la vita va conquistata giorno per giorno

Com'era prevedibile, l'accesso alla posta elettronica, qui, è in po' complicato e l'idea iniziale di consultazione giornaliera si è dimostrata un'utopia.
Le vetrate dell'ufficio danno direttamente su una cartolina: di là della strada, la spiaggia con le palme da cocco, e poi il mare (che verso la costa è sempre molto sabbioso, ma un po' più al largo è proprio Caribe). Sempre caldo, sempre vento.
Ma Riohacha, come città, non è e non dà un granché, mettendo in evidenza tutto il suo isolamento: a nord il mare, a est il deserto, a sud la cordigliera con la guerriglia, a ovest i paramilitari, C'è di buono che, vista da qui, la Colombia è molto rassicurante, e la violenza del resto del Paese suona strana. Anche se, per dire il vero, il divieto di introdurre pistole esposto fuori da ogni banca, qualcosa starà a significare. Sto cercando di vedere se riesco a inoltrarmi nel deserto, anche se i viaggi sono infiniti (minimo 10 ore a/r, ma si arriva tranquillamente a 24), le guide tanto indispensabili quanto care (500.000 per due giorni), e senza
introduzioni adeguate presso gli indigeni, non si ha vita facile. A questo si aggiunga che a Riohacha, città di 100.000 abitanti, nessuno cambia dollari, ed io sto sopravvivendo con i prestiti dei compañeros del progetto. Comunque, se non sarà deserto, sarà l'ovest. Va da sé che non c'è ancora stato il tempo di annoiarsi, fra incontri istituzionali, campionamenti, consultazioni di lavori, caffè da Augusto (amministratore del progetto: 'na sagoma di trafficone che con i colombiani parla romano con accento spagnolo) ed amenità di vario genere.
Qualche giorno fa sono stato a raccogliere campioni nelle lagune di ossidazione (i locali depuratori). Una era completamente persa in mezzo alla vegetazione (abbiamo rischiato di non riuscire più a trovare la macchina):ci siamo avvicinati tranquillamente, in mezzo al fango e all'erba e..frrrssshhh: ho visto entrare un caimano!!!! Sul subito ho guardato l'amico di Corpoguajira che "manteneva la calma"; facevo fatica a crederci, nonostante i due occhietti a periscopio, in mezzo all'acqua, non lasciassero molti dubbi. Di dubbio non ce n'è più stato alcuno quando, cento metri più avanti, ne abbiamo trovato uno di morto.
Sono tornato alla macchina alternando estasi e all'erta.
Tempo scaduto: hasta pronto, y un beso!

Hoolaaa dal Paese dei suonatori di clacson.
Incrocio, bip; si ferma una macchina, e la macchina dietro bip, e quella dopo bip, e le altre bip, bip, bip.... C'é uno sul marciapiede, bip; devono sorpassare una macchina ferma, bip; giro a destra, bip.Che poi, sono gli automobilisti piu' calmi del mondo: una macchina si ferma in mezzo alla strada per chiacchierare con qualcuno? Quelli dietro arrivano, bip, e poi restano fermi per dieci minuti senza il minimo segno di insofferenza.

La notte di domenica, su un chinchorro (amaca) in un villaggio wayuu, sará difficile da dimenticare. Il resto della settimana pure, ma per altri motivi: dovevo uscire in campo tre volte e invece ho avuto una raffica di riunioni che neanche al Consorzio... Insomma, sono rimasto inchiodato in vari uffici per quattro giorni; mi sono anche divertito, ma ieri non ne potevo proprio piú. Cosí oggi sono riuscito a procurarmi un giretto per fare due chiacchierare con un po' di gente sull'uso dell'acqua del Rio Ranchería.

Il tipo di Corpoguajira (l'ARPA locale) non sapeva bene con chi occorresse parlare, ma alla fine, un po' chiedendo alla gente, un po' cercando le case in cui poteva vivere il responsabile dell'acquedotto (riconoscibili per la presenza di un idrante, o di qualche tubo), un po' parlando con uno che faceva tutt'altro, ma che "si era trasferito lí quando il paese non c'era ancora", di informazioni e curiositá ne sono uscite abbastanza. Quanto siano affidabili, é tutto da vedere.

Molte cose non sarebbero neanche difficili da controllare. Per esempio gli acquedotti prelevano quantitá d'acqua esorbitanti (piú del doppio che da noi!), ma in cittá devono girare con le autobotti, perché i contadini si attaccano e usano l'acqua per l'irrigazione. Per trovarli basterebbe mettere il naso in quei rigogliosi scorci di Amazzonia che, in mezzo al paesaggio semidesertico, non passano certo inosservati. Peró una pallottola costa 200 lire, e non c'é nessuno dei controllori che stimi di valere di meno.

Ahinoi, in Colombia questo é un principio applicato sistematicamente, il che rende ridicoli i progetti di sviluppo sostenibile, i piani di gestione delle risorse, i programmi ambientali e tutte le decine di tonnellate di studi che esistono qui (solo la Laguna di Venezia ne ha di piú). C'é perfino un dipartimento per l'educazione ambientale, all'interno di Corpoguajira, che fa lezioni per i propri impiegati, si fa i manifesti e se li attacca in ufficio, gira i video e se li guarda.

Le applicazioni dei progetti territoriali sono rarissime (finora ne ho vista una, di sensata) perché c'é la guerriglia, le coltivazioni di coca, i paramilitari, la guerra per l'acqua, i ladrones e, ovviamente, la paura. E perché tutto questo bell'andare ha alimentato il metodo del regolamento di conti come prassi per definire le controversie. Insomma, va tutto bene, finché non arrivi a dover imporre qualcosa a qualcuno.

Cardine e fondamenta di questa splendida evoluzione culturale é il narcotraffico e, adesso, io so per certo che non useró mai coca in vita mia.

Stasera vado a sentire gente che suona; sabato e domenica promettono un posto bellissimo, finalmente a fare "quello che sta in vacanza".

Un besito a todo el mundo!

Omar

... E' superfluo dire che tutto questo ve lo dovevo spedire venerdí. Poco male, vorrá dire che vi intratterrete un po' di piú (poco).

La festa di venerdí sera era alla caserma dell'esercito, e c'era mezza cittá. L'esercito ha dato prova delle sue capacitá dirigendo il traffico all'entrata. Dopo dieci minuti, davanti alla caserma si stavano fronteggiando tre file di macchine dirette a nord ed altre tre dirette a sud. Su una strada a due corsie. LA PARALISI!!!.
Per fortuna, a un certo punto gli autobus hanno iniziato a farsi strada in mezzo agli alberi del boschetto e, un po' per volta, il traffico é ripartito.
La guerriglia controlla metá del Paese....

Qui ballano da fermi. Vallenato, salsa, merengue, champeta, tutto allo stesso modo: avvinghiati come polpi, ma fermi. Ogni tentativo di aggiungere qualsiasi movimento é visto malissimo. Forse per il caldo.

Siamo tornati alle 5.30 e alle 6.30 siamo ripartiti per Cabo de la Vela, un posto bellissimo, con piú di un'ora di macchina in mezzo al deserto. Quando abbiamo lasciato la strada (sterrata) per imboccare la pista, l'autista si é fatto il segno della croce. Di motivi poteva averne tanti.

Alla fine, peró, tutto é andato a meraviglia (a parte che ci siamo piantati nella sabbia, abbiamo bucato una gomma e siamo rientrati sul cassone di un camion perché il Land Rover si é rotto a 5 chilometri da Riohacha), ed oggi la sola conseguenza é un colorito camaron che mi rende evidente anche di notte.

Mi ciulano la computadora. Baci a tutti.

Omar

…In Guajra i nomi sono particolarissimi. Non è una regola generale, ma, soprattutto quelli femminili, sono scelti per il suono e non importa che siano codificati o meno. Così uno può chiamare suo figlio Ajallabobò, Rattatatatà o Perepepè, se solo la cosa è di suo gusto. L'idea mi piace; i nomi che ne risultano sono esoticamente affascinanti (Sulaima, Myldanis, Maira, sono solo i più facili da ricordare) e l'omonimia femminile è praticamente estinta.
Capita, però, che il sistema fracassi su Ambulancia (vuol proprio dire "ambulanza"!), Usnavy (amore marinaro?) o Pedro Vanbasten (è come se io mi chiamassi Sivori, o Sharif, invece che Omar). Per non parlare del niño in arrivo al negozio di foto: si chiamerà Ragazzoni, che è il cognome dell'amministratore del progetto.

Cartagena è una città spettacolare, ma certamente non la ricorderò solo per l'architettura. Lunedì notte ero in camera, seduto sul letto. L'albergo non sembrava male, era pulito ed aveva un bel patio interno. Ma la cosa che mi è salita sul lenzuolo diceva <<Vattene!>>: uno scarafaggio grande come un passero! Fino a quel momento pensavo che mostri di quella dimensione fossero un'esclusiva del "Viaggio al centro della Terra", di Giulio Verne, e accettare la realtà non è stato facile, né veloce.
Ma alla fine ne ero perfino rapito. Mi sono avvicinato ed è stato un po' come vederlo al microscopio: due ali da farfalla utili solo a coprire la crosta massiccia del corpo; un paio di antenne agili e lunghissime, sempre in esplorazione; mascella e mandibola come pinze per crostacei.
Scende dal letto; io prendo l'Autan e lo spalmo sul perimetro del lenzuolo. Però non sono tranquillo; dev'essere l'abitudine a dormire da solo... Mi tiro su, lo vedo in bagno. PTSCHACK!!
Fine di una convivenza.
La notte è una rumba di mosquitos e zancudos, che l'Autan arriva solo a intimidire.
Ovviamente decido di cambiare albergo.

La mattina dopo mi scopro una garrapata (zecca) piantata sulla parte più oscura della natica sinistra. Da solo non riesco a togliermela senza rischiare di romperla e, dopo un paio d'ore di ricerca, arrivo ad un centro antidiabetico del Rotary Club. Qui, infermieri, medici e pazienti offrono ognuno il proprio contributo di sapere, assistendo compatti e divertiti all'asportazione. Io non posso che fidarmi e godere della farsa, che si presenta divertente anche dal mio lato.
Esco dopo un quarto d'ora stringendo mani e scambiando sorrisi.

Chiude il viaggio Bogotà, città grande fino all'orizzonte, che alle otto di sera quasi si svuota della gente, per rendere più evidenti i visi da pazzi di quelli che restano. Non basta la miseria per spiegare quelle facce; sono qualcosa che risorge dai quadri medievali, dall'inferno. Visi deformi di adolescenti che hanno scolpita l'inesistenza di una ragione per vivere e, assieme, i segni dell'estenuante guerra combattuta per non morire, giorno per giorno, da quando sono nati.

Sono tornato; il fuso orario ronza ancora le sue sveglie fuori tempo. Ed io sento già un po' di nostalgia. Del viaggio, non del posto.

Un abrazo fuerte, y que todo os vaya bien!

Lindo Gatito Omar

10 commenti in “Caimani, strade sterrate e … pallottole!
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    Pedro
    31/01/2008 15:16

    Ma scusa il tuo diario mi sembra al quanto inconcludente...Ma l'hai visitata sul serio la Colombia?Possibilie che di una fantasctica CITTA' come Cartagena,gioiellino coloniale, nonche' patrimonio dell'unesco, tu non abbia fatto altro che descrivere la tua avventura con un semplice scarafaggio...Leggendo il tuo diario oltre a non avere notizie e a sollecitare in noi l'immagine di questo paese, ne viene fuori anche una descrizione al quanto negativa..cosa FALSISSIMA!!

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    carlitos
    11/12/2005 08:14

    carlitos ciao di 8 anni non vado alla mia adorabile colombia,non vedo l'ora che arrive gennaio per andare,ma sono sicuro che mai piu la lasciare.tanti baci a tutti quelli che amano alla mia colombia e su gente

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    italo
    16/06/2005 03:37

    Colombia......si Colombia e' un gran paese, e conosco mezzo mondo per poterla comparare. I problemi...e chi non gli ha'!!!???....Se vi dico di un modo di dire mio e vi fa' capire qualcosa , vi dico.....Spero che non ci siano tanti Italiani che vengono in Colombia , perche' molti rimarebbero qui'...e molti sono gia' rimasti lasciando le grandi comodita' dell'Italia ....ma quali?????un saluto da un Italiano in Colombia

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    cris
    15/10/2004 22:07

    hola chicos!sono cristina,vivo a venezia da un po' di anni,ma sono colombiana di origine(tolimense).sono orgogliosa della mia terra,nel bene e nel male.grazie omar,per aver vissuto questa magnifica terra in tutta la sua grandezza,per averla ricordata e riportata qui,sotto gli occhi di tutto il mondo.un bacio grandissimo.io.

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    JUVIA
    07/09/2004 01:06

    SN TORNATA DA CIRCA 5 GG DALLA COLOMBIA, SONO D'ORIGINE COLOMBIANA, MIO PADRE è BOGOTANO, MIA MADRE DI MILANO...QUESTA è LA TERZA VOLTA KE LA VISITO E IO POSSO CAPIRE ALLA PERFEZIONE OMAR PER NOI EUROPEI è ABBASTANZA DIFFICILE CONVIVERE CON LA REALTA COLOMBIANA...NON HO BEN CAPITO QUAL è IL MESTIER DI OMAR..PERO DEVE VERAMENTE AVERE UN BEL CORAGGIO PER GIRARE NEI PAESINI CONTROLLATI DALLA GUERRIGLIA..E PER QUANTO MI RIGUARDA ANKE PER PARTECIPARE ALLE FESTE IN CASERMA!!CONCORDO SUL USO COSTANTE DEL CLACSON..OGNI OCCASIONE è BUONA!..IL FATTO è KE I COLOMBIANI SEMBRANO NN SOPPORTARE IL SILENZIO SE NON PARLANO ATTACCANO LA MUSICA E SE NN HANNO LA MUSICA (COSA IMPOSSIBILE!!..)O CHIACCHERANO O CANTANO

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    lola
    02/07/2004 12:42

    Non mi piace come parli della Colombia, penso che sei stato troppo sfortunato la Guajira non e cosi come tu la descrivi! Devi andare come turista y si vuoi trovarti bene devi pagare come si fa nei posti turistici perche io mi sono trovata bene, se vuoi lusso lo trovi, in Colombia ci sono problemi come ogni stato al mondo. ciao

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    TEO
    17/05/2004 22:24

    omar sei 1 sfigato prevenuto e superficiale

  8. Avatar commento
    dymitriev
    06/03/2002 20:41

    é stato piacevole ricevere delle buone indicazioni su questo paese,il paese che presto cerchero di visitare.Mi piacerebbe mettermi in contatto con te e con qualcuno che abbia visitato la Colombia per darmi altre importanti indicazioni.ciao.

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    Lo staff
    06/03/2002 20:41

    Ci hai incuriosito, caro Ghiomi! Beh, a questo punto la prendiamo come una promessa; aspettiamo il resoconto della "tua" Colombia, una Nazione che, ne siamo certi, pensiamo che andrebbe conosciuta al di là degli stereotipi secondo i quali viene di solito identificata! A presto!

  10. Avatar commento
    ghiomi2000
    06/03/2002 20:41

    OMAR, sei grande! Mi piace come parli della Colombia. Significa che l'hai compresa e accettata per le sue bellezze e per violenze a tutti livelli. Mi hai fatto venire voglia di raccontare la mia esperienza. Mi prenderò un po' di tempo a mettere giù i miei 5 anni di convivenza con questo paese tra Bogotà, Barranquilla, Cartagena, Cali e Santa Marta tra sequestri, sparatorie, povertà e lusso anzi super super lusso. Ciao a presto.

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