Argentina: la nuestra luna de miel

Viaggio di nozze alla “fin del mundo”!

Dopo aver deciso la data del nostro matrimonio, abbiamo deciso che il nostro viaggio di nozze sarebbe stato in Argentina! Il motivo?! Beh, Eu era molto interessato alla Patagonia, all’idea di andare in un luogo “alla fin del mundo”. Per me scoprire posti nuovi insieme a lui, bastava per farmi partire! E così, dopo esserci informati per mezzo di Internet, Francesca (che lavora in agenzia viaggi), di Maria (la mia insegnante del corso serale di spagnolo) e con la guida Lonely Planet… abbiamo organizzato la nostra “Luna de miel”!

Itinerario

19 Mayo
Eccoci in Argentina! Dopo un lungo viaggio, circa 15 ora di volo, siamo giunti nella chiassosa e sconfinata Buenos Aires. Il primo impatto è stato un po’ traumatico, non essendoci ben chiaro come sarebbe stata questa città. Abbiamo alloggiato in un ostello chiamato “Che Lagarto”; un luogo pulito, semplice e situato nella zona tra San Telmo e il Microcentro.
Dopo aver sistemato i bagaglio in stanza siamo usciti praticamente subito, per esplorare questa grande metropoli. Siamo stati, per primo, a San Telmo. Un barrio (quartiere) definito ricco di storia e affascinante ma per noi non molto sicuro e un po’ sporco. Ci siamo spostati verso il centro con la plaza de Mayo, fiancheggiata dalla Casa Rosada. Cercando l’open-tour, che fa il giro della città spiegandone la storia, siamo arrivati a plaza San Martìn. Situata nel barrio Retiro, è una piazza molto bella, piena di verde e molto rilassante. In fronte la torre de los Ingleses. Mentre aspettavamo la partenza del “tour sur” che ci avrebbe portato nella parte più antica e povera di Buenos Aires, una coppia di ballerini ha dato un breve spettacolo di tango proprio lì in plaza San Martìn… fantastici!!!
Durante questo mini tour siamo stati, oltre che in Plaza de Mayo, nel celebre quartiere Boca con la via Caminito dove c’è un mercatino artigianale molto bello e ballerini di tango ad ogni angolo. Il tour è durato circa due ore. Dopo di ciò abbiamo girato un po’ per via Florida, un viale pedonale pieno di negozi e ristoranti. Un caos unico! Verso le 17 ci siamo fermati in un bar a mangiare qualcosa dato che, avendo fatto colazione alle 10 con “exprimido de naranja, pan tostado con manteca y marmelada”, non avevamo pranzato. Siamo poi ritornati in ostello stanchissimi per la lunga camminata aggiunta al lungo viaggio in aereo. Alla sera volevamo uscire ma ci siamo addormentati… e così abbiamo tirato fino al mattino.

20 Mayo
Essendoci addormentati presto, alle 6 di mattina eravamo già svegli. Quindi doccia, cartoline (ne avevamo circa 40 da scrivere… le abbiamo divise per le 4 tappe del nostro viaggio) e poi, troppo impazienti per aspettare la colazione dell’ostello, siamo partiti a piedi verso il barrio Recoleta. Molto diversa da San Telmo e dal centro, Recoleta è un quartiere molto più tranquillo e, diciamo, ricco. Qui c’è il famoso “cemeterio” dove si trova la tomba di Evita Peron e altre enormi cripte di personaggi illustri come presidenti, eroi militari e scrittori. A fianco del cimitero sorge l’Iglesia de Nuestra Señora del Pilar, chiesa barocca molto bella. Ci siamo incamminati verso il barrio Palermo; qui molti parchi, tra cui il “Jardin Japonese”, un parco zen con laghetti, ponti e dimostrazioni di arti marziali. Ci siamo diretti verso Plaza Italia, con un monumento a Garibaldi, per poi andare al ristorante “Bio”, consigliato ai vegetariani dalla guida Lonely Planet. Dopo pranzo, tappa obbligata al Museo di Eva Maria Duarte de Peron, Evita! Molto curioso e interessante, ti fa rivivere la sua vita tra foto, reperti storici come abiti, libri, e con filmati… merita proprio!!! Siamo ritornati verso il centro con un autobus, dove abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola, nel nostro spagnolo un po’ zoppicante, con altri passeggeri.
Nonostante abbia frequentato due corsi serali di spagnolo, avendo come maestra un’argentina madrelingua, trovarsi a tu per tu con questa lingua non è stato semplice. capire non è difficile ma farsi capire a volte lo è stato! Una volta in ostello abbiamo saldato il conto, dato che il mattino seguente saremmo partiti presto, approfittando anche per farci prenotare un taxi per l’aeroporto nazionale. Ci siamo riposati per poi andare a mangiare qualcosa al Tortoni, il caffé più storico e famoso di Buenos Aires dove alla sera presentavano spettacoli di tango. Qui abbiamo diviso il tavolo con un’altra coppia: Normando e Muriel. Brasiliani, lui di origini italiane, lei libanesi, molto simpatici. Siamo entrati subito in confidenza, ed è stata una piacevolissima serata. Oltre che uno spettacolo fantastico, molto suggestivo e a volte comico. Con Normando e Muriel ci siamo scambiati l’indirizzo e chissà che un giorno non si vada a trovarli in Brasile…

21 Mayo
Anche questa mattina sveglia presto! Doccia, bagagli, taxi e via verso l’aeroporto con destinazione El Calafate – Patagonia!
Questa è la nostra seconda tappa; dopo circa tre ore di viaggio siamo sbarcati in questo aeroporto, circondato da un lato dal lago argentino e dagli altri dal nulla assoluto… km e km di steppa senza anima viva. Un bus ci ha portati al paese, distante circa 20 km, al nostro ostello “Glaciar Libertador”. Qui, oltre alla stanza pulita, calda, bella, abbiamo trovato il personale molto cordiale e disponibile. Maria, in particolare, ci ha aiutato a scegliere le varie escursioni e ci è rimasta nel cuore. Il nostro primo pomeriggio qui l’abbiamo passato cercando degli scarponcini per andare sul ghiacciaio, non avendoli portati per eliminare peso superfluo e sapendo che qui in Argentina c’è molta convenienza nel comprare. El Calafate, comunque, è uno dei posti più cari che abbiamo trovato nel nostro viaggio, forse perché è uno dei principali paesi della Patagonia. Come paese, invece, uno dei più carini, per via di queste casette colorate, l’aria fresca e pura di montagna, la gente semplice, i cani che girano liberi per le vie. Ritornati all’ostello, ci siamo riposati un po’, fatto la doccia e usato la lavatrice e asciugatrice dell’ostello per qualche panno da lavare. La sera siamo andati a bere qualcosa in un bar dove vendevano anche libri… molto particolare! Qui abbiamo assaggiato per la prima volta il mate, bevanda tipica argentina. Una calabaza (zucca), un moncillo (cannuccia), la yerba mate e agua muy caliente. Il sapore non è male anche se molto amaro!!! Tipico e tradizionale il modo di berla… e gli orari… è sempre ora per un mate!!!

22 Mayo
Oggi iniziano le escursioni! Dopo la colazione in ostello al piano superiore, una 4x4 è venuta a prenderci e con Pablo, l’autista, Noemi e Attilio, argentini, Emilio e Maria Dolores, spagnoli, siamo andati sul Cerro Frias, un monte lì vicino. L’escursione è durata circa tre ore e ci siamo divertiti molto. Sia per il bel clima che si è creato fra noi tutti, riuscendo a capire e a farci capire; sia per i panorami incontaminati, le cose interessanti che ci spiegava Pablo, la neve trovata su in cima, il freddo che ci teneva stretti… nel ritorno ci siamo fatti lasciare in paese e dato che era ora di pranzo siamo andati a mangiare qualcosa a “La Cocina” e poi in ostello a riposare un po’ in attesa di andare all’Estancia El Galpon. Qui, in questa fattoria, ci hanno accolti con un buffet di dolci e marmellate varie; dopo di ciò, siamo andati nella radura a fare una lunga camminata, ascoltando la guida che spiegava tutto della zona, la flora e la fauna. Infine, dopo una dimostrazione di tosatura pecore (la lana è una delle materie più lavorate qui), abbiamo cenato, noi essendo vegetariani con verdure grigliate, gli altri con vari tipi di carni al fuoco e grigliate; al termine della cena uno spettacolo di Tango e musica folcroristica ci ha intrattenuti finché non ci hanno riportati in ostello. Anche qui siamo riusciti a capire e a farci capire… è proprio bello questo paese!

23 Mayo
Anche questa mattina sveglia presto! Il fuso orario ci fa svegliare alle quattro di mattina e addormentare alle nove di sera… stamattina un pulmino è passato a prenderci alle nove per portarci al parco nazionale Los Glaciares dove andremo a vedere il famoso ghiacciaio Perito Moreno. Dopo circa un ora e mezza di strada siamo giunti al parco ed effettuato la navigazione nel braccio del lago argentino molto vicino al ghiacciaio. Ci siamo fermati a pochi metri, fatto foto e visto pezzi di ghiaccio tuffarsi nel lago con fragori più o meno forti. Dopo un ora siamo tornati sulla terra ferma e qui avevamo due ore di tempo per poter ammirare la maestosità del ghiacciaio dalle lunghe passerelle poste proprio sul fronte del ghiacciaio. Qui la vista è incredibile! Emozionante e immenso è questo ghiacciaio! Abbiamo assistito, e immortalato la caduta di una grande cima di ghiaccio che sembrava aspettare solo noi per tuffarsi e salutarci…
Verso le 17 siamo tornati al paese, girato per negozietti per i souvenir e poi, dopo esser passati in ostello per riporre i regali, cenato a “Casablanca” con una pizza. Naturalmente non sono come le nostre, sono più piccole e più alte ma comunque molto buone! Questa è l’ultima sera qui… domani si riparte…

24 Mayo
Questa mattina, dopo aver fatto la doccia, la barba (Eu) e i bagagli, abbiamo fatto colazione in ostello e fatto un ultimo giro per il centro, assaporando l’aria fresca e la quiete di questo paesino. Il taxi è arrivato in anticipo di qualche minuto e ci ha portato in aeroporto per la nostra prossima tappa: Ushuaia. Dopo circa un ora di volo siamo arrivati in questo altro paese Patagonico, affacciato sul golfo. Qui abbiamo alloggiato alla “Casa de Tere”, un B&B molto intimo dove la proprietaria, Teresa, è una personcina davvero tenera, molto disponibile e “muy linda”. Anche qui stanza molto pulita e luminosa. Per quanto possa essere suggestivo questo paese, noi ci siamo trovati un po’ spaesati; forse perchè ci aspettavamo qualcosa di diverso, che neanche noi sapevamo bene; forse perché non sapevamo bene come muoverci, cosa vedere, come fare. Siamo riusciti infine a organizzare questi due giorni, informandoci nelle varie agenzie e prenotando tour nel nostro español non molto lindo!!! Un po’ più tranquilli siamo ritornati all’alloggio dove abbiamo conosciuto una famiglia di Buenos Aires con una splendida bambina di nome Luna. Questa simpatica famigliola è stata subito molto cordiale. Carina e interessata la piccola Luna ci ha subito sommerso di domande in spagnolo… noi ridevamo non capendo bene cosa voleva dirci e lei chiedeva ai suoi genitori perché ridevamo sempre quando lei parlava… che tenera!!!
Per cena siamo andati da Tia Elvira, altro ristorante consigliato sia da Lonely Placet, sia da Tere, specializzato in pesce… ottimo anche se quello che abbiamo preso noi era un piatto un po’ troppo saporito. Dopo cena, abbiamo passeggiato un po’ e poi siamo rientrati in alloggio dove si erano già ritirati tutti.

25 Mayo
Dopo una bella dormita, eccoci pronti per il Parco Nazionale della Terra del Fuego. Meta ambita da chi decide d’andare in Patagonia per via della fine della ruta n°3, fine dell’Argentina, fin del mundo…
Ci siamo svegliati verso le sette per prepararci, far colazione e andare verso i pullman scoprendo che anche qui se la prendono con calma e siamo solo noi quelli in giro per il paese. Riusciamo a trovare un mini-bus che ci porta al parco, l’autista ci spiega i sentieri che si possono fare e dove verrà a riprenderci. Nel pomeriggio abbiamo un’escursione e così siamo d’accordo di ritrovarci per l’una di pomeriggio.
Il bus se ne va e ci lascia qui, in questo parco, soli e in balia del vento. Non c’è anima viva a parte conigli, uccelli e condor… ci sembra irreale, ci domandiamo se sia sicuro e poi, estasiati da questo panorama dal luogo incontaminato, ci avventuriamo per un sentiero segnalato ma un po’ impraticabile per via del ghiaccio… ci circondano laghetti, fiumi e lagune, sentieri, viste mozzafiato, animaletti, e poi, piano piano giungiamo lì… dove la ruta n° 3 finisce… dall’alto la vista è incredibile… scendiamo dove possiamo e arriviamo lì, sulla punta estrema, un lungo ponte di legno attraversa la laguna… la vista è spettacolare! Inizia a nevicare, fiocchi leggeri, colori e paesaggi indescrivibili, bisogna esserci per capire le emozioni che si provano… e noi c’eravamo! Nel ritorno verso la fermata del mini-bus un incontro inaspettato… paura… sembra un lupo per le dimensioni ma diversa dalla coda… una volpe… incrocia il nostro cammino… ci scrutiamo a vicenda tutti e tre… chi ha più paura!?! Ci mettiamo in disparte per farla passare e nel frattempo scattiamo qualche foto (non molte perché sembra che abbia paura)… Adios Zorro!
Ritorniamo in paese, mangiamo qualcosa in un bar e andiamo al porto dove faremo la navigazione del canal Beagle. Io, purtroppo, avevo già un forte mal di testa per via del freddo ma non volevo rinunciare a questa uscita. Il mare mosso poi mi ha fatto diventare mascotte della barca perché ero bianca cadavere e stavo male da morire. Ho però visto anch’io la colonia di leoni marini e di cormorani, il faro e camminato su un’isola disabitata dove molti anni fa vivevano gli shaman, un popolo indio. Ushuaia, in lingua shaman, significa “terra che si apre a ponente”. È stata un’escursione molto interessante, da non perdere! Ritornati in albergo, circa le 20, siamo andati subito a nanna perché stanchissimi!!!

26 Mayo
Questa mattina ci sono venuti a prendere con il 4x4. La guida, nonché autista, Claudio, il cocinero, noi due, Angelina e Miguel. Abbiamo visitato il lago Escondido, nascosto infatti da una coltre di nebbia. Ha nevicato per quasi tutto il giorno ma l’atmosfera era calda tra noi tutti. Visto un’allevamento di Siberian Husky e Alaskan Malamute, utilizzati per tirare le slitte sulla neve, abbiamo lasciato il cocinero in una casetta sperduta nel nulla e preso un cammino molto sconnesso che in 4x4 risultava molto emozionante. Abbiamo visto centinaia di alberi abbattuti dai castori, qui lunghi dal naso alla coda circa 1 mt, e percorso questa strada con l’acqua che arrivava fino al finestrino, fino a giungere al lago Fagnano… beh, veramente Claudio è entrato proprio nel lago… spettacolare!!! Qui sosta, foto e descrizione di ciò che si vedeva e poi ritorno alla casetta dove abbiamo pranzato tutti insieme. Siamo riusciti a comunicare, più o meno in spagnolo, e a conoscere il lavoro, l’età e altre cose di ognuno di noi. Siamo ritornati in paese verso le 15 e girato per negozi per comprare un po’ di ricordini. Abbiamo portato il tutto in appartamento e usciti nuovamente per andare a cena. Siamo stati da Tante Sara, dove abbiamo mangiato un panino e una deliziosa “crumble de manzana”. La sera, in alloggio, siamo riusciti a comunicare con la famiglia che alloggiava lì; la dolcissima Luna con i genitori. E con Tere, che sa proprio metterti a tuo agio come se fossimo di famiglia.
Domani si riparte per un’altro paese… ci dispiace dover partire… e un po’ di malinconia si fa sentire… ma torneremo!

27 Mayo
L’aereo parte alle 14 e così, dopo aver passato un po’ di tempo con la piccola Luna, abbiamo girato per il paesino, oggi pieno di neve, scesa circa 20 cm nella notte. Un remis ci è venuto a prendere e portato in aeroporto. Dopo circa 3 ore di volo, rieccoci a Buenos Aires. Per questa notte abbiamo prenotato all’ostello “Giramondo” ma la sorpresa che abbiamo trovato arrivandoci li non è stata piacevole. Al primo acchito, poteva sembrare carino, nonostante l’ aria un po’ pesante e che sapeva di antico. Ma poi, lenzuola macchiate e con capelli sparsi sul cuscino… il bagno e le salviette non avevano un buon odore. Una aveva l’impronta di un viso… probabilmente la sacra sindone… per fortuna era solo per una notte. Dopo aver fatto almeno una doccia, cercando di toccare il meno possibile, siamo usciti per cenare. Rientrati, abbiamo dormito vestiti, con le giacche a vento stese sul letto e con le scarpe ai piedi… un po’ esagerati forse ma a noi è sembrato giusto così! Il mattino seguente, indecisi se rischiare la “colazione nell’ostello”, siamo comunque saliti nella cucina e bevuto un caffè e mangiato medialunas (naturalmente le tazze ho dovuto lavarmele… ). Subito dopo abbiamo fatto il check out e ci siamo fatti chiamare un taxi… meglio aspettare in aeroporto… più sano!!! Mentre aspettavamo il taxi abbiamo scambiato due parole con il ragazzo della reception… simpatico e disponibile! Dopo un ora e 50 min. di volo siamo arrivati a Iguazù. Il clima era sicuramente cambiato, finalmente un po’ più di caldo, anche se non era proprio alta stagione e quindi le temperature non superavano i 20 gradi.
Ci portano in albergo, all’Hosteria Casa Blanca, e una dolcissima Noemì ci mostra la camera, immacolata, e ci spiega come raggiungere il centro consigliandoci qualche ristorante. Abbiamo passeggiato un po’ per il centro e poi mangiato qualcosa in un bar… nel frattempo ha iniziato a diluviare e così ha fatto per tutta la sera. Ritornati in albergo, docciati, abbiamo chiesto se si poteva avere qualcosa da mangiare e Noemì ci ha proposto di ordinare una pizza e mangiarla lì dove al mattino servivano le colazioni. Abbiamo così avuto modo di parlare un po’ anche con lei… pizza buona e poi nanne!

29 Mayo
Questa giornata l’abbiamo dedicata interamente al parco nazionale. L’omnibus, il Pratico, giallo come uno scuolabus, ci ha portati all’entrata del parco. Qui siamo entrati e camminato verso il sentiero superiore, in primis, dove le cascate si vedono dall’alto, e poi quello inferiore, dove si arrivava fino a sotto la cascata… uno spettacolo maestoso!!! Abbiamo attraversato il fiume con un barca per salire sull’isola San martin, dove la vista della cascata più grande, la garganta del diablo, attraverso la ventana (la finestra), sembrava irreale! Siamo ritornati verso l’ingresso del parco e partecipato all’escursione Gran Aventura; su una camionetta per un sentiero nella selva, rapide sul rio iguazù inferiore e poi sotto le cascate… emozionante!!! Siamo scesi dalla barca fradici ma è stato bellissimo! Abbiamo preso il trenino che porta alla garganta del diablo visto da sopra… indescrivibile tanta maestosità! Abbiamo infine fatto il paseo ecologico, una navigata su gommone per il fiume iguasù superiore con la guida che spiegava Flora e Fauna… una gita soft ma piacevole! Qui abbiamo fatto amicizia con degli americani molto simpatici che hanno anche intonato la canzoncina classica dei matrimoni… che forti! Ritornati infine verso l’uscita, abbiamo aspettato il pratico che ci ha riportato in paese. La serata l’abbiamo passata al ristorante “La Rueda”, consigliatissimo per l’ottimo pesce, per il personale disponibile e per la musica in sottofondo molto rilassante.

30 Mayo
Questa mattina un taxi ci è venuto a prendere per portarci alla cabalgada nella selva; qui Jorge, un ragazzo di 25 anni molto simpatico, ci ha portati a bordo di Batata (io) e Huracan (Eu) attraverso la selva. Ci ha fatto provare l’ebrezza di andare sulle liane con tarzan, mostrato trappole fatte di legno dai Guaranì e fatto visitare un villaggio di questo popolo che vive lì ma che ha una sua cultura, delle leggi proprie, che lavora la terra e vive in semplicità e povertà. Abbiamo acquistato anche degli oggetti prodotti da loro con legno, liane, assaggiato anche dei frutti locali e una dolcissima batata (patata dolce cotta nella cenere). È stata proprio una bellissima esperienza! Il tutto è durato circa 3 ore, al termine delle quali il taxi ci ha aspettato per portarci alla casa del pajero, una riserva dove venivano accolti, curati e riabilitati molti uccelli e animali… molto interessante! Abbiamo visto da vicino anche il tucano e il falco pellegrino. Il giro è durato un’oretta con la guida carinissima che ci ha spiegato di ogni esemplare la storia. Siamo infine andati al parco nazionale dalla parte brasiliana, perché anche se più piccolo, aveva una vista migliore delle cascate. All’entrata siamo saliti su un pullman che ci ha portati verso i punti d’osservazione, costruiti ad arte con ascensore e piazzole panoramiche più artificiali che dal alto argentino. La vista era comunque sorprendente, mille goccioline e un nuovo arcobaleno dietro ogni angolazione. C’erano anche degli animali, i coaties, che si avvicinavano molto alle persone a ai quali è vietato dare da mangiare perché possono diventare pericolosi. Siamo stati nel parco circa due ore e mezza, per poi ritornare in argentina fermandoci, come per l’andata, alla frontiera per timbrare il passaporto.
Una volta tornati in paese abbiamo fatto qualche spesuccia e poi rientrati in albergo dove io probabilmente avevo qualche linea di febbre (con questi cambiamenti di clima…oggi c’era un bel sole ma l’aria era gelida!) e così abbiamo ordinato una pizza e ce la siamo mangiati ancora all’hosteria Casa Blanca.

31 Mayo
Stamattina si riparte! Dopo aver fatto una doccia, colazione, preparato i bagagli e pagato l’albergo, abbiamo girato un po’ per il centro, andando poi a pranzo ancora alla mitica Rueda. Il taxi per andare in aeroporto è venuto a prenderci alle 15.40 e così abbiamo avuto modo di conversare ancora un po’ la tenera Noemì. Le abbiamo lasciato il nostro indirizzo mail e telefono, nel caso decida di venire in Italia a trovarci… abbiamo fatto ritorno a Buenos Aires un po’ dispiaciuti, non tanto per il posto, secondo noi non molto sicuro per girare liberamente, ma perché sapevamo che era giunto il momento di far ritorno a casa e quella sarebbe stata la nostra ultima notte in argentina. Abbiamo trovato alloggio in un hotel del centro, il Frossard (dovevamo andare al Giramondo anche questa notte ma abbiamo disdetto per ovvi motivi…)

1 Junio
Dopo aver fatto colazione e lasciato i bagagli in custodia all’hotel siamo partiti alla volta della feria artesanal di Recoleta. Un mercato bellissimo, ricco di profumi, suoni, pace… forse perché c’era il sole e Recoleta è un quartiere molto bello e tranquillo… qui abbiamo girato parecchio facendo scorte di calabaza e mate… siamo ritornati verso il centro, verso la via pedonale principale dove abbiamo vagabondato per le vie aspettando l’ora di partire per l’aeroporto. Aimè, in aeroporto, una brutta sorpresa… 5 ore di ritardo! Così abbiamo passato la serata tra i divanetti della sala d’attesa e il bar aspettando l’1.30 per imbarcarci. L’aereo è arrivato puntuale ma è partito verso le tre di mattina e così siamo arrivati a Madrid alle 18.30, ma quando siamo riusciti a recuperare i bagagli, il check in per il nuovo volo era già chiuso e abbiamo così perso il volo come anche Maria, una signora argentina simpatica ma poco pratica di viaggi… assieme, dopo mille peripezie, abbiamo trovato un altro volo per il pomeriggio seguente; aspettando il quale io con Maria mi sono divertita a parlare spagnolo, insegnandoci a vicenda la lingua… per circa 18 ore… mentre Eu, tra un sonnellino e l’altro, cercava di sopravvivere…

È stato un viaggio indimenticabile, magico e incredibile!
Forse perché era il primo da sposati,
forse perché era il primo fuori Europa…
comunque sia, è stata la nostra Luna de Miel!

Nadia e Eugenio

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