Si respira l’aria di Natale a Torino quando noi ci stiamo avvicinando a realizzare il nostro sogno, coltivato da un anno, da quando abbiamo deciso di sposarci in Settembre per poter fare un bel viaggio nel periodo invernale e finalmente andare in un paese dell’emisfero meridionale.
I preparativi sono stati lunghi ma finalmente tutto è pronto: la moto è stata spedita via mare e da internet vediamo che è già in Brasile, le valigie sono pronte, abbiamo con noi 2 macchine fotografiche e due telecamere… insomma dobbiamo solo prendere l’aereo.
Itinerario
Dopo un lungo viaggio in aereo, con uno scalo di 12 ore a Francoforte, in cui però possiamo goderci i mercatini di Natale tedeschi, atterriamo finalmente a Buenos Aires , dove ci accolgono 30 gradi e un bel sole.
Buenos Aires è bella ma immensa e ci stordisce un pò… appena arrivati cerchiamo di sdoganare subito la moto ma manca il numero di manifesto (un numero che sta sul container) e siamo costretti e a tornare lunedì o martedì, così decidiamo di organizzarci il weekend e andare a visitare le cascate Iguazù.
Dopo 14 ore di pulman finalmente arriviamo al parco delle Cataratas di Iguazù ed è uno spettacolo meraviglioso… sia dal lato argentino che dal lato brasiliano.
Dopo un weekend così emozionante siamo pronti a tornare e prendere finalmente la nostra compagna di viaggio. Andiamo agli uffici della dogana e tra due chiacchiere e un pezzo di Pan Dulce, dopo mezza giornata usciamo dal porto in sella alla nostra moto… che sensazione!
Finalmente il giorno dopo siamo pronti a partire, anzi la parola giusta è ansiosi!
Usciamo senza problemi da Buenos Aires e cominciamo lo spostamento che in due giorni ci porterà al Nord.
Dormiamo per due notti in paesi piccoli dove scopriamo finalmente la vera Argentina, ospitale e gentile.
Finalmente arriviamo vicino a Jujuy e cominciamo a vedere cambiare il panorama: dopo tre giorni di prati e mucche, cominciamo a vedere steppa e poi cactus e montagne aride di colori spettacolari. Questa è la Quebrada dei 7 colori.
Decidiamo di arrivare fino a Humahuaca, che è l’ultimo paese turistico prima di arrivare al confine con la Bolivia. Per strada conosciamo un gruppo di motociclisti brasiliani che cercano di convincerci a seguirli fino in Bolivia. Io vorrei, ma per mancanza di tempo abbiamo dovuto eliminarla dai nostri programmi, anche se già qua ci sono tantissime cose da fare e paesaggi meravigliosi da vedere.
Dopo aver trovato un albergo decidiamo di fare un giro fino al confine e arriviamo fino ad Abra Pampa
Abra Pampa è l’ultimo paese prima del confine e viene chiamato “Siberia Argentina”: il nome fa già capire che non c’è nulla se non deserto e tanto vento. Ma tutt’attorno il panorama è meraviglioso. Dopo una breve sosta per uno spuntino decidiamo di tornare iindietro. Sulla strada abbiamo viaggiato con a fianco un enorme temporale, che scaricava i sui fulmini in Cile (o per lo meno in quella direzione). Al ritorno scopriamo che il temporale si è spostato e prendiamo pioggia a dirotto fino a Humahuaca. Dietro una curva il brutto tempo ci porterà anche una sorpresa inaspettata: la neve! Non ce la saremmo mai immaginata, visto che il giorno stesso passando per Jujuy c’erano quasi 40° gradi!
I cambiamenti repentini del tempo sulle vette andine!
Il giorno seguente è la vigilia di Natale e siamo costretti a spostarci perché il nostro hotel chiude per alcuni giorni di vacanza. Troviamo un solo albergo non troppo carino a Purmamarca, che è tanto bello quanto turistico: preferivo gli altri paesi in cui c’erano pochissimi turisti stranieri… ma pazienza!
In giornata decidiamo di fare l’escursione per andare a vedere il lago salato nelle vicinanze (visto che il Salar di Uyuni per questa volta è stato tralasciato): partiamo in maniche corte e pantaloncini con il serbatoio quasi pieno e non ci preoccupiamo delle distanze, fino a che non ci rendiamo conto che questa strada arriva fino a 4.100 metri!
Incontriamo guanachi ovunque e finalmente il lago salato.
La strada per arrivarci tradisce la sensazione visiva di vicinanza, ma continuiamo, finchè finalmente arriviamo a questa distesa di bianco accecante.
E’ un vero spettacolo. A questo punto abbiamo poca benzina e chiediamo ad un pulmino che ci dice che il prossimo distributore è in Cile a 120 Km oppure a Purmamarca.
Facciamo subito inversione e facciamo tutta la strada di ritorno piano per consumare poco ed arrivare fino in paese. Ce la facciamo per un pelo. E per un pelo riusciamo ad arrivare in hotel prima che scoppi un temporale fortissimo. Rimaniamo bloccati in camera, prima per i fulmini poi per la pioggia per almeno 2 o 3 ore.
Che strana vigilia di Natale… purtroppo non resistiamo fino a mezzanotte perché l’altitudine dal pomeriggio si fa sentire con il sonno, ma veniamo svegliati dai botti… qua il Natale si festeggia così… con i botti e le bottiglie di vino, che il giorno dopo riempiono le vie!
Il giorno dopo purtroppo dobbiamo metterci in marcia e piano piano scendere verso sud direzione Salta e abbandonare il Nord e le sue fantastiche montagne! Che tristezza! Comunque ci aspetta una strada lunga e spettacolare per arrivare fino ai parchi di Talampaya e Ischigualasto: la mitica Ruta 40!
Partiamo senza sapere dove ci fermeremo ma maciniamo parecchi chilometri perché vogliamo goderci il più possibile dei luoghi che abbiamo in programma di visitare. In poco tempo arriviamo alla città di Salta: tutti qui la chiamano la Linda Salta, e sicuramente a ragione, ma noi prediligiamo i paesi piccoli e i bei panorami quindi la oltrepassiamo, godiamo per un attimo dei suoi 43 gradi al sole e cerchiamo di avvicinarci il più possibile al parco di Talampaya. La strada è magnifica, asfaltata per la maggior parte, si passa in mezzo ad un immenso canyon, fatto di montagne rosse, valli strette e distese di nulla… sembrerebbe di essere già in un parco ma questa è solo la strada statale gratuita! Magnifico! Ogni 5 minuti sono ferma x una foto… e come non farlo´
Dobbiamo fare una sosta intermedia perchè i chilometri sono davvero troppi e ci fermiamo nel bellissimo paesino di Cafajate immeso tra i vigneti. Ci rilassiamo in un albergo carino e finiamo la serata guardando la recita di Natale dei bambini e mangiando uno splendido Chivito.
Il giorno dopo mancano solo 120 chilometri a Villa Union e ai parchi, la strada ci riserva una sorpresa, bella e brutto al tempo stesso!
La Ruta 40 diventa sterrata e comincia a salire per scavalcare una montagna e ci ritroviamo in una carreggiata larga 3 metri, sterrata a doppio senso e con il precipizio di fianco. E’ la prima volta che ho veramente paura e Marco cerca di non darlo a vedere ma credo che abbia paura ad ogni curva. La soddisfazione di arrivare però è immensa e vale la pena di affrontare queste avventure ogni volta!
Passiamo due giorni tra Villa Union e San Augustin de la Valle Fertil visitando i due parchi più famosi: Talampaya con i suoi canyon e le strane formazioni rocciose e Ischigualasto, con le sue formazioni e le rocce tonde come bocce.
Bellissimi giorni in posti carini con gente molto ospitali… mi spiace un po’ lasciare questi posti perché vuol dire che si avvicina il ritorno a casa. Purtroppo ci siamo resi conto i chilometri fino in Patagonia sono troppo e non avremmo il tempo di spedire la moto. Quindi a malincuore dobbiamo cambiare i nostri programmi e così programmeremo nei prossimi giorni 2 voli interni per la Patagonia.
A tutto c’è una soluzione!
Arriviamo a Mendoza per passare il Capodanno, passando prima a San Rafael per vedere il paese in cui è nato il padre di mio marito e poi per Uspallata, per fare almeno un pezzo del passo di montagna che porta in Cile!
A Uspallata ritroviamo un bel paese di montagna in cui incontriamo parecchi motociclisti diretti oltre frontiera.Qui facciamo amicizia con due motociclisti tedeschi che ci svelano il segreto del loro trasporto moto a basso costo (un sito in cui si cercano posti nei container… la sera ci eravamo già iscritti!) e con 2 coppie di brasiliani che sono affascinati nel vedere 2 sposini in luna di miele in moto… dall’Italia!
Questo è ciò che mi piace di questo modo di viaggiare, conoscere gente di paesi diversi e parlare con tutti, spontaneamente, senza troppo timidezze!
Arriviamo a Mendoza per Capodanno e abbiamo una brutta sorpresa: il 31 dicembre qui è tutto chiuso e pochi ristoranti aprono tardi, lasciandoci per ore con il timore di saltare il cenone di Capodanno! Comunque alla fine riusciamo a cenare e a festeggiare tra di noi, anche se ci stupisce la scarsità di gente in giro a mezzanotte!
Il primo di Gennaio ci tocca rimetterci in marcia per tornare a Buenos Aires e la cosa non ci rende certo felici… ma purtroppo bisogna passare di lì per organizzare la spedizione della moto.
Dopo due giorni di viaggio riusciamo a trovare il nostro bed and breakfast e a sistemare la moto dallo spedizioniere… è stato più facile del previsto! Dopo qualche giorno abbiamo un volo alle 4.30 del mattino per la Penisola Valdés! Anche se non siamo più in moto non vediamo l’ora di vedere i pinguini!
Arrivati a Puerto Madryn noleggiamo la macchina e passiamo tre giorni al mare godendoci lo spettacolo della natura… i leoni marini, i guanachi, i pinguini e gli altri animali che vivono rilassati nel parco della Penisola Valdés e che si incontrano per strada!
Torniamo a malincuore a Buenos Aires perché amiamo sempre di più i piccoli paesi a discapito della grande Capitale… ebbene sì, amo di parte!
A Buenos Aires ci aspettano tre giorni impegnativi di documentazioni, uffici e spedizioni, ma alla fine in due giorni senza imprevisti riusciamo ad affidare la moto impacchettata all’Alitalia per il suo ritorno anticipato! ci mancherà!
Anche perché la fine del viaggio purtroppo si sta avvicinando…
Comunque con tutto l’entusiasmo che ci portiamo dietro da mesi finalmente atterriamo a El Calafate: siamo finalmente in Patagonia, che sogno da quando sono piccola!
Purtroppo per noi in Patagonia tutto è organizzato con escursioni in agenzia e noi proprio non siamo abituati a programmarci le giornate di viaggio, ma ci dobbiamo adattare. Il primo giorno andiamo subito a visitare il mitico Perito Moreno: una giornata fantastica, visita al ghiacciaio e poi escursione con i ramponi… Il giorno dopo prenotiamo un’escursione in una tipica estancia patagonica: pecore, cavalli e un buon cordero asado in compagnia.
Che si può chiedere di più´
Gli ultimi due giorni li passiamo facendo un’escursione nel parco dei boschi pietrificati e poi al Parco di Torres del Paine in Cile… ci mancheranno questi panorami deserti e abitati solo da pecore e guanachi.
Ormai manca solo un giorno al ritorno in Italia e siamo già tristi: cerchiamo di goderci l’Argentina fino all’ultimo istante gustandoci l’ultima parrilla in città prima di correre all’aeroporto. Il sud America ci ha stupito, stregato e fatto sognare: i paesaggi sono mozzafiato e la gente ospitale e gentile. Come si potrebbe non sognare di tornarci il prima possibile´