Un viaggio a Los Roques è come scoprire il giardino dell’Eden... ma ai Caraibi.
L’arcipelago conta oltre 350 tra isole ed atolli.
L’isola principale, Gran Roque, è l’unica abitata ed ospita le posadas, ossia le uniche strutture ricettive per i turisti, oltre a pochi bar, ristorantini e qualche negozietto.
Delle altre isolette alcune, detti cayos, sono semplici lingue di sabbia bianchissima, farinosa ed accecante che emergono dal mare, altre ospitano qualche palma, mangrovie ed arbusti dove trovano rifugio colonie di sule e fregate che nidificano qui.Il ritmo della vita a Los Roques è molto lento e permette sicuramente di staccare la spina della realtà quotidiana a cui siamo (mal) abituati.
La particolarità di una vacanza a Los Roques è che la giornata viene condivisa con tutti gli ospiti della posada, dai 18enni un po’ più freak che girano il Venezuela zaino in spalla, ai 30enni nostri coetanei, alle famiglie con bambini... insomma, il repertorio umano è davvero vario.
E’ come vivere in una dimensione molto più rilassata di quella in cui normalmente viviamo, informale, distesa, ma non per questo meno affascinante. Si impara ad apprezzare di più ciò che abbiamo, facendo a meno di tante cose superflue (anche solo per pochi giorni) ma anche a rendersi conto che tutto sommato molte di esse non sono poi così indispensabili per vivere bene.
A colazione e cena ci si riunisce in un’unica tavolata senza posti fissi; si conversa con tutti indistintamente e nascono così molte occasioni per conoscersi e confrontarsi.
Dopo colazione i cuochi preparano le “cavas” per il pranzo, riempiendole di ghiaccio per tenere in fresco le vaschette individuali con insalate di pasta o di riso, macedonie, snack e bibite.
Quindi ci si dirige al porticciolo per raggiungere in motoscafo il Cayo deciso dal gruppo la sera prima durante la cena.
Francisquì e Madrisquì sono le isole più vicine a Gran Roque (circa 10’) e sono molto frequentate dai locali soprattutto nel weekend; nonostante ciò qui i colori sono bellissimi, l’acqua ha tutte le sfumature d’azzurro e verde, non c’è molto dal punto di vista dei coralli perchè è una zona battutissima dalle barche a vela, dai motoscafi ed anche dai kite-surfers, ma ci sono alcuni ristorantini per mangiare e dissetarsi
Cayo Carenero (a circa 40’ da Gran Roque) è molto particolare perchè ha due spiagge sui due lati opposti, e ci sono solo tre palme piegate dal vento e nessun albero.
Noronquì è una spiaggia deliziosa, dove ci si può riposare all’ombra di un bel gazebo in legno, rialzato sulla spiaggia, dal quale si gode la vista di tutto l’isolotto.
A Boca de Cote si può fare uno snorkeling superbo in mezzo ai barracuda e ai pesci angelo, poi risalendo l’arcipelago ci si ferma a Maceta de Salina ad ammirare le enormi stelle marine ed infine si sosta a Solapa de Rabusquì, una lingua di sabbia da film, senza alberi, senza rocce, solo sabbia e mare cristallino.
A Krasquì la spiaggia è più stretta ma raggiungendo l’estrema punta est dell’isola un sentierino conduce ad una minuscola caletta circondata da mangrovie; superata quest’ultima si arriva spiaggia sul lato nord dove i fondali sono incantevoli: coralli cervello enormi, barracuda, murene e tantissimi pesci colorati. Qui il fondale è veramente ricchissimo; starete in acqua delle ore a fare snorkeling e non vi renderete conto del passare delle ore!
Espenquì e Sarquì sono due isolette vicine, volendo si passa dall’una all’altra a nuoto; sulla prima ci siamo fermati a fare snorkeling e ad avvistare le tartarughe, poi per il pranzo e il pomeriggio ci siamo spostati a Sarquì. L’isola è in parte resa verde da una bassa vegetazione di arbusti e da un tappeto erboso che ha la stessa consistenza delle foglie delle piante grasse, con una parte di spiaggia di sabbia bianchissima ed una parte (la punta Nord) con piccole rocce calcaree nei cui anfratti si nascondono tantissimi granchi.
Le giornate a Los Roques scorrono così, lentamente, tra snorkeling, passeggiate sulla battigia, relax, qualche lettura e musica in MP3, e verso le 18 si rientra in posada per una merenda ristoratrice con focacce e ottimo té freddo.
Prima di cena ci si sposta in terrazza per un aperitivo e si chiacchiera davanti ad un mojito aspettando che la cuoca ci faccia accomodare per la cena, generalmente a base di pasta, insalate, pesce alla piastra o grigliato e frutta fresca.
Poi si tira tardi su in terrazza a chiacchierare, a bere dell’ottimo Ron Santa Teresa, ad ascoltare musica e ballare latino-americano, oppure a spasso tra i negozietti di souvenir nella piazza, o sprofondati nei pouf stile rag. Fantozzi dei localini davanti la spiaggia: la Gotera, Aquarela, Bora la Mar preparano ottimi cocktail di frutta tropicale e ci si siede nei loro dehors alla luce delle fiaccole e delle candele, ammirando il cielo stellato e lasciandosi cullare dai venti Alisei che soffiano sull’arcipelago da sud a est garantendo un ottimo clima tutto l’anno.
Nelle acque di Los Roques è possibile fare delle piacevoli immersioni, da quelle in corrente un po’ più impegnative a quelle più sorprendenti come le notturne.
I punti di immersione nell’arcipelago sono diversi, anche a seconda della profondità; la barriera sud è la migliore sia per visibilità che per le pareti verticali che cadono a picco in profondità oltre i 45 metri.
Normalmente c’è una buona visibilità tra i 10 ed i 20 metri e ci si immerge sulla barriera intorno ai 15/20 metri, dove la flora e la fauna subacquee sono molto varie: pesci pappagallo, barracuda, cernie, dentici, e tantissimi aragoste (che si riproducono proprio nella laguna centrale dell’arcipelago), bellissime stelle marine, coralli cervello ed anche qualche squalo nutrice.
Ovviamente non è necessario essere subacquei per godere dei paesaggi sottomarini di Los Roques, tutt’altro: a pochi metri dalla riva, si trovano bellissime formazioni coralline, gorgonie, spugne tubo e barile, oltre che pesci angelo e murene.
ciao paola...immagino già la bellezza di los roques leggendo il tuo racconto!!! forse in primavera vorrei andarci ankio...mi consiglieresti qualke posadas??? grazie