Tutto ha inizio in una fredda e grigia domenica pomeriggio a casa della Bea e Ivo, tra una chiacchera e l'altra ci fanno vedere le foto del loro viaggio e ce ne parlano molto bene, Ale mi dice"perche' non ci andiamo?", ma io sono un po' titubante, non ho mai fatto 2 settimane di solo mare e poi sono molto care per noi.
Nel frattempo partiamo per la Cambogia, io sto male e al nostro ritorno, Ale un po' shockato mi dice che per l'estate vuole andare vicino. Dopo grandi discussioni decidiamo per l'Egitto, ma a lui confermano tardi le ferie e il solo biglietto per Il cairo ci costerebbe 800 euro a testa! Io furbescamente tengo d'occhio il volo della Qatar per le Seychelles al costo di 900 euro, non ci pensiamo neanche e i biglietti sono nostri.
Comincio ad informarmi, compro una scarna lonely planet (si rivelera' una "sola" prezzi sbagliati in primis), Bea mi presta due suoi libri, sul sito del turismo seychellese (http://www.seychelles.com/it/home/index.php) cominciamo a guardare le varie
Guesthouse (alle sey tutte le sistemazioni devono essere registrate presso l'ufficio del turismo, altrimenti sono fuorilegge!) le uniche ad avere prezzi abbordabili, mediamente costano 100 euro a notte per camera, in genere è compresa la colazione, cominciamo a mandare mail, molte non rispondono, altre sono gia' piene, in genere non rispondono subito non arrendetevi!
Alla fine la nostra scelta cade su Kot Babi per la Digue al prezzo di 110 euro a camera (poi sul posto ci faranno uno sconto e pagheremo 90 euro a notte) e Pti Payot a Mahe' al prezzo di 90 euro a camera in self catering (appartamento con cucina, la scelta migliore secondo me!).
Purtroppo non riesco a trovare una sistemazione per Praslin, poi leggendo qua e la' sento parlare di questa Villa Gaiarda e, dopo aver trovato il loro sito (non essendo registrati non sono sul sito del turismo seychellese), mando una mail, mi rispondono subito, hanno camere disponibili al prezzo di 100 euro a camera e finalmente prenoto pure per Praslin.
Nel frattempo pure un'altra utente del forum, Mokina, sta raccogliendo informazioni... anche loro saranno alle Seychelles nel nostro stesso periodo e gentilmente mi invia tramite mail il frutto delle sue ricerche (ancora grazie!)! decidiamo di passare 5 notti a Praslin, 4 a la Digue e 4 a Mahè.
Vorrei compiere la tratta Mahe'/Praslin in aereo, sia per l'andata che per il ritorno, ma i voli per l'andata stanno andando a ruba, non trovo un volo che parta in mattinata, percio' decido di usare il catamarano catcocos per l'andata al costo di 42 euro a testa (prenotato direttamente sul loro sito, ricordatevi prima di partire di farvi confermare l'orario, soggetto a cambiamenti senza preavviso), e per il ritorno aquisto, tramite edreams il volo interno air seychelles costa molto, 150 euro a testa, ma è stupendo vedere le isole dall'alto.
Le Seychelles vengono suddivise in due gruppi, il gruppo delle inner islands, piu' piccolo, è formato dalle 3 isole principali piu' altre isolette nelle vicinanze e sono tutte costituite da granito, mentre il gruppo delle outer islands, il piu' grande, è formato da atolli corallini quasi tutti disabitati e si estende fino in prossimita' delle isole Comore.
MONETA
La valuta locale è la rupia delle Seychelles, un euro vale circa 15 rupie, ma la moneta piu' utilizzata e gradita è l'euro con cui si devono pagare tutti i servizi turistici: escursioni, pernottamenti, immersioni, autonoleggio etc... Le rupie possono servire per il conto del ristorante (in tutti i posti frequentati da me accettavano sia euro che rupie) e le piccole spese quotidiane; sportelli bancomat si trovano su tutte e tre le isole principali. Malgrado l'apparente benessere, il tenore di vita di gran parte della popolazione è piuttosto basso, il salario minimo mensile si aggira sui 300 euro al mese.
LINGUA
Le tre lingue ufficiali delle isole sono il francese (lasciato in eredita' dai francesi che scoprirono l'arcipelago), l'inglese (lasciato in eredita' dai secondi colonizzatori, gli inglesi) e il creolo una lingua giovane formata da un'insieme di francese e dialetti africani.
RELIGIONE
La quasi totalita' della popolazione è cattolica, a Mahe'ci sono piccole comunita' musulmane, cinesi e hindu (la piu'grande).
Clima
Le Seychelles sono isole molto piovose, ed è grazie all'abbondanza d'acqua che sono cosi' rigogliose, i periodi piu' secchi (relativamente!) corrispondono a novembre/dicembre e marzo/aprile, mesi di transizione dove si placa anche il vento e il mare è piu' calmo, invece gennaio e febbraio sono i mesi piu' piovosi a causa dei cicloni che colpiscono, piu' a sud il Madagascar e Mauritius, le Seychelles non vengono colpite direttamente, ma la forte depressione porta vento e nuvole, i mesi estivi invece risentono del monsone... in pratica per trovare bel tempo ci vuole anche un pizzico di fortuna!
Itinerario
8 agosto 2010
Oggi è il giorno della partenza! Ci accompagna a Malpensa il nostro amico Giorgio che parte per Berlino; lasciamo l'auto all'ormai fidatissimo Travel Parking e in poco tempo siamo in aeroporto, lasciamo Giorgio al banco del suo check in e noi andiamo a fare colazione con Alberto, un amico di Ale che lavora per un tour operator, poi lo salutiamo e facciamo anche noi il check in.
Finalmente ci stacchiamo da terra e, tra un film e un pisolino, dopo 6 ore arriviamo a Doha, l'aeroporto è esattamente come 2 anni fa, bruttissimo. Gironzoliamo un po' per il dutyfree, poi ceniamo nell'unico fastfood e aspettiamo che passino queste 5 ore d'attesa; fortunatamente riescono a passarci velocemente, è arrivato il momento di salire sull'aereo che ci portera' alle Seychelles: è piccolino e i sedili sono sprovvisti di monitor, non importa mi addormento subito.
9 agosto 2010
Cominciano a servire le colazioni: salsicce e pesce al curry! Ale non mangia, io spizzico perche' ho fame, dopo poco vediamo, tra nuvoloni grigi le isole! Cominciamo a scendere e alle 7 di mattina atterriamo a Mahe'; il tempo non è dei migliori, l'umidita' è molto alta. La cosa che piu' mi colpisce è il verde brillante della vegetazione in netto contrasto col cielo grigio, entriamo nel piccolo aeroporto costruito in stile creolo, oltre al nostro aereo ne è atterrato un'altro e l'atrio è pieno zeppo di gente, dopo un'attesa interminabile arriva il nostro turno, la poliziotta ci chiede dove alloggeremo, omettiamo Villa Gaiarda (non è registrata), addirittura vuole vedere le mail di conferma, un po' troppo fiscali per i miei gusti, ora non ci resta che cercare un posto dove ci tengano le valige; forse sembriamo un po' spaesati e un poliziotto ci perquisisce, quando finisce facciamo due metri e un'altro suo collega ci riperquisisce, fa pure le fotocopie dei nostri passaporti e comincio a spazientirmi, forse gli sembra strano che due ragazzi vadano alle Sey senza ragazze al seguito mah, comunque finalmente usciamo e ci accoglie il Morne Seychellois col suo cappuccio di nuvole, troviamo il posto dove lasciare i bagagli, vicino al terminal dei domestic flights, paghiamo 15 euro per le due valige, liberi dal peso prendiamo un taxi e ci facciamo portare a Victoria... 8 km per 30 euro!
La strada che collega la capitale all'aeroporto è dritta e ben tenuta, alla nostra destra c'è il mare e alla sinistra vediamo susseguirsi casette bianche e mangrovie, entriamo in citta', l'atmosfera malgrado siano le 9 di mattina è moolto rilassata, ci facciamo lasciare di fronte al tempio indu' punto di ritrovo della comunita' indiana: fa colore nel centro citta', è piccolino e coloratissimo come tutti i templi indu', entriamo in questo pezzetto d'Asia, l'aria è profumata d'incenso, rendiamo omaggio alla divinita' sull'altare, salutiamo il santone del tempio e usciamo, poi attraversiamo il parcheggio e entriamo nel mercato da un'entrata secondaria; questa zona,
dai muri scrostati è molto tranquilla, dei rasta dallo sguardo un po' malinconico vendono banane e manghi verdi, poi entriamo nel vero e proprio mercato, mi colpiscono i colori accesi dei muri, giallo e arancio, mentre la struttura di metallo che li sorregge è rossa e il tetto turchese! ci aggiriamo tra le bancarelle curiosando qua' e la' rapiti dai colori e dagli odori di frutta matura, di fiori, di curry, di cannella e vaniglia... e pesce! sui banchi verso la strada è presente una grande varieta' di specie dal pesce pappagallo, al chirurgo alla razza, sgambettano qua' e la' dei litigiosi aironi bianchi che, non curanti degli uomini, rubacchiano pezzetti di pesce, arriva pure un grande airone cenerino, impaurendo i piu' piccoli aironi bianchi, che scappano tra urla e battiti scoordinati d'ali. Per un po' osservo la compravendita di bellissimi i pesci fucilieri dall'azzurro metallico, qui a differenza di altri mercati da noi visitati è tutto piuttosto tranquillo e nessuno cerca di venderci qualcosa.
Ci fermiamo ad una bancarella, la venditrice è molto simpatica e decido di dedicarmi allo shopping: un sacchettino di citronella, una bustina di zafferano, una di curry dolce, una di curry piccante e peperoncini secchi, contratto un po' sul prezzo e spunto 7 euro per tutto, ma comunque i prezzi qui non sono alti, la salutiamo e andiamo a fare un giro nei negozietti di souvenir al piano di sopra, l'artigianato pero' non è granche'... non compriamo niente, pero' mi piace passare nei corridoi, foderati da parei coloratissimi.
Poi usciamo dal mercato, passiamo per Market street gremita di gente e andiamo a finire ad Albert street con le sue case creole dai colori delicati e i tetti in lamiera, entriamo in un supermercato a prenderci del succo di frutta e il the' per la Bea! anche qui notiamo i prezzi bassissimi; il tempo è decisamente migliorato ora c'è il sole e fa molto caldo. Per strada mi rendo conto della grande diversita' di carnagione e tratti somatici dei creoli, dovuti alla mescolanza di geni europei, africani, cinesi,arabi e indiani, mi capita di vederne alcuni dai tratti tipicamente africani, altri molto piu' chiari, altri ancora dai tratti piu' orientali, insomma un vero e proprio caleidoscopio.
Dopo pochi metri vediamo una bella chiesetta bianca dal tetto spiovente, e dopo qualche decina di metri arriviamo alla famosa torre dell'orologio, una riproduzione mignon del Big Ben, sara' alto sui 3 metri, dipinto d'argento ed è posizionato in mezzo ad una rotonda trafficata, alle sue spalle, all'ombra degli alberi tropicali c'è il vecchio tribunale di legno dipinto di bianco, in perfetto stile creolo, sotto agli ombrosi porticati oziano diverse persone.
Si è gia' fatto mezzo giorno e dobbiamo tornare all'aeroporto dove abbiamo la navetta di Catcocos che ci portera' al porto e da li' andremo a Praslin. Riprendiamo un taxi (ancora 30 euriiiii) e dopo aver atteso un po' fuori dall'aeroporto notiamo che siamo gli unici ad aspettare la navetta; andiamo a chiedere informazioni a un'impiegata di Creole travel che ci dice che il traghetto partira' alle 4 di pomeriggio, ma noi ce l'abbiamo all'una! Le facciamo vedere la nostra prenotazione e ci fa venire subito a prendere dalla navetta, è stata molto gentile. Arriviamo al porto, negli uffici di Catcocos e la tipa ci dice che il traghetto parte alle 4, gli chiedo "come mai?" e lei un po' seccata mi risponde: "orario cambiato!" sono un po' contrariato, avrebbero potuto mandarmi una mail per informarmi del cambio orario, visto oltretutto che non costa 10 o 15 euro ma ben 42 euro a testa per la sola andata, ma le Seychelles in fondo sono un po' cosi', servizi da terzo mondo ma costi europei.
E ora che facciamo? mancano 3 ore! Non abbiamo voglia di andare in giro, siamo stanchi, quindi ci sdraiamo all'ombra degli alberi in un parco dietro gli uffici e mi addormento. Al mio risveglio faccio amicizia con la mia prima tortorella seychelloise, dagli occhioni blu.
Catcocos parte puntuale e dopo 50 minuti di viaggio (ci addormentiamo come sassi tutti e due) ci risvegliamo a Praslin dove ad aspettarci c'è gia' l'auto di Villa Gaiarda!
Da Baie Saint'Anne in 10 minuti arriviamo sulla Cote d'or, ci addentriamo in una stretta traversa bordata da grandi felci e alberi, arriviamo fuori dal cancello della proprieta', subito si apre e vengono and accoglierci Morena e Umberto lei seychelloise e lui milanese, vivono qui e hanno una figlia Giada, che non sa parlare creolo ma solo inglese e italiano! Sono molto gentili e simpatici e cominciamo subito ad organizzare le visite per i prossimi giorni, domani andremo a Cousin, Curieuse e Saint Pierre (sperando che il tempo non sia brutto), Morena ci accompagna in camera, molto graziosa, decidiamo di riposarci nel rigoglioso e tranquillissimo giardino della villa.
Dopo la doccia, alle 20 Umberto ci fa venire a prendere dal servizio taxi del ristorante La Pirogue (qui funziona cosi'!), che in realta' non dista piu' di 600 metri da Villa Gaiarda! Il posto è molto bello, tutto in legno, con i 4 lati aperti e i tavolini esterni illuminati da candele, prendiamo io un curry di polpo e Ale un pesce alla griglia buonissimi, oltre alla portata principale, i piatti sono composti da diversi altri contorni inclusi nel prezzo, insalata, cassawa (una sorta di patata dolce), riso. Spendiamo sui 25 euri a testa, ma si puo' pagare anche in rupie, il prezzo non cambia è esattamente lo stesso, poi ci facciamo riaccompagnare a Villa Gaiarda immersi nell'oscurita' della Cote d'or e andiamo a dormire.
10 agosto 2010
Questa mattina ci svegliamo ben riposati, andiamo a fare colazione sotto al porticato e incontriamo, gia' intenti a mangiare 2 coppie di italiani (a Villa Gaiarda siamo solo italiani!), Morena ci accoglie con un grande sorriso; Buongiooorno! ci porta subito la colazione: frutta tropicale, pane tostato, marmellata di mango fatta in casa,brioches e... un buonissimo cappuccino, che sorpresona! A guardarci pazienti ci sono i due gatti ruffiani di Morena, sempre pronti ad arraffare qualsiasi cosa di commestibile.
Dopo la colazione ci viene a prendere il tipo che ci porta direttamente nel diving centre, sulla Cote d'or, dove abbiamo prenotato, tramite Morena, il day trip a Cousin, Curieuse e Saint Pierre; paghiamo 110 euri a testa compresa la tassa di sbarco per Cousin e il barbecue, ci dicono di aspettare in spiaggia con altri turisti, la spiaggia è bellissima e deserta, sotto agli alberi ci sono molti rasta; poi arriva una tipa di Creole travel, alle Sey c'è una specie di mafia per quanto riguarda le escursioni, in qualsiasi posto si prenota alla fine si va o con Creole travel o con Mason's travel! In realta' si puo' andare a Curieuse e Saint Pierre organizzando con i rasta della Cote d'or ad un prezzo molto basso, pare sui 30 euro a testa, ma loro non vanno fino a Cousin. Saliamo sul loro super catamarano e partiamo, durante la navigazione ammiriamo la costa di Praslin, verdissima, con la terra rossa che la punteggia qua' e la' e un'enorme ferita all'altezza di anse Possession: stanno costruendo un grande albergo della Raffles veramente un'ecomostro! Superiamo anse Lazio e anse Georgette, il Lemuria e in poco piu' di mezz'ora arriviamo a destinazione: Cousin!
L'isola è una riserva, vi nidificano molte specie di uccelli marini, è possibile visitarla solo dal lunedi al venerdi' con una guida del parco e non è possibile visitarla in autonomia, si deve seguire un sentiero. In cielo volteggiano decine di uccelli dal volo elegante, sbarchiamo, sugli alberi notiamo decine e decine di nidi e c'è un gran vociare, dopo un breve briefing sotto ad un grande gazebo verde, con la guida del parco partiamo per il sentiero; gli uccelli piu' comuni nidificano sugli alberi e sono bellissimi col loro piumaggio fume' e gli occhi che sembrano dipinti, non hanno timore di noi e ci osservano a loro volta, ci sono anche molti piccoli da soli, tenerissimi col loro piumino grigio e ci spiegano che se quelli a terra non riescono a trovare i genitori moriranno, poverini. Ci sono pure tantissime lucertole (scinchi), infatti l'isola vanta la piu' alta concentrazione al mondo di questi rettili, non hanno paura dell'uomo e a volte si fanno pure toccare, prima di scappare stupite un po' infastidite. L'odore del guano è molto forte e nella foresta c'è pure una gran umidita', ai piedi degli alberi nidificano i fetonti, piu' grandi degli altri uccelli, hanno il piumaggio bianco, il forte becco giallo e delle lunghe piume caudali candide, ne osservo uno rintanato in un'incavo tra le radici scure di un albero, mi guarda sonnacchioso e mi allontano, non voglio disturbarlo troppo. Lungo il sentiero vediamo la nostra prima tartaruga gigante che avanza come un bulldozer, troppo teneraaaa, poi noto due fetonti che covano assieme, sugli alberi osservo una sterna bianca impegnata a sistemarsi il piumaggio.
Arriviamo ad una pozza fangosa, dove altre tartarughe se ne stanno pigramente a mollo; il sentiero si inoltra sempre di piu' nel bosco, dalle chiome degli alberi scendono robuste liane e i tantissimi nidi sembrano grandi fiori ormai appassiti, quasi inciampo in un pulcino di fetonte che aspetta pazientemente i suoi genitori, mentre un'agitata gazza delle Seychelles cerca vermi nel terriccio, ha un bellissimo piumaggio nero cangiante. Cominciamo a salire verso la sommita' dell'isola costituita da rocce granitiche, si comincia a vedere la vicina Cousine (che fantasia con i nomi eh?!!) c'è chi cova sulla scomoda roccia, chi fra i cespugli, una sterna comune mi fa sorridere, con quei piedini piccoli sembra sia in equilibrio precario. Dopo poco arriviamo sulla sommita' rocciosa, le rocce cadono a picco e fra le terrazze c'è sempre qualcuno che ha messo su casa, osserviamo gli uccelli librarsi in volo, posarsi tra le rocce e litigare, ci sembra di stare in un documentario, starei qui ancora un po' ma dobbiamo andare, ripercorriamo il sentiero, qua e la' saltano fuori degli schifosissimi millepiedi giganti e tra i cespugli scopriamo delle delicate piccole orchidee rosa.
Arriviamo tra la foresta e il mare, qui vivono i paguri terrestri del genere coenobyta, la spiaggia bianca brilla col sole che ha appena fatto capolino dalle nuvole, il mare rimane mosso ma ha dei colori ugualmente bellissimi; ai piedi di un'albero un piccolo fetonte con i capelli da pazzo mi guarda curioso, è dolcissimo, vorrei accarezzarlo, ma ovviamente non si puo'. Camminiamo lungo la spiaggia tra gli alberi, cercando di imprimere le espressioni buffe degli uccelli e piu' dettagli possibili nella nostra memoria, poi ci vengono a prendere quelli della barca, dobbiamo gia' andare... sono felice di esserci venuto è stata un'esperienza bellissima, prossima tappa l'isola di Curieuse.
Arriviamo al cospetto di Curieuse dopo una ventina di minuti, sull'isola è presente un famoso centro per la riproduzione delle tartarughe giganti! Il programma di riproduzione ha avuto molto successo, infatti ora le tarta sono diffuse un po' d'appertutto sulle isole granitiche. Il tempo è di nuovo peggiorato e il sole è stato fagocitato da grandi nuvoloni grigi, ci fermiamo a pranzare di fronte alla casa del medico, ora adibita a museo (per la verita' si potrebbe benissimo non visitare), Curieuse infatti era luogo di detenzione per i malati di lebbra o peste non ricordo bene; i ragazzi ci preparano un buon buffet composto da insalata, riso, puree' di zucca, pesce alla griglia, pollo alla griglia e frutta. Al tavolo conosciamo una simpatica coppia di ragazzi romani Emanuela e Uderico. Dopo pranzo ci addentriamo lungo il sentiero... la guida ci fa vedere l'albero della cannella, dalla corteccia profumatissima, la vaniglia e i famosi ragni giganti delle palme, innocui per l'uomo. Poi costeggiamo il mare, circondati dalle mangrovie, camminiamo su di un ponte sopraelevato, costruito per non danneggiarle, qui vediamo i simpaticissimi perioftalmi, i buffi pesci che sembrano l'anello di congiunzione tra i pesci e gli anfibi, li adoro, e i grossi e colorati granchi delle mangrovie, uno appena ci vede si rintana nella sua tana, ma io non mi perdo d'animo e infilo l'obbiettivo nel buco e riesco a fotografarlo, dev'essergli preso un colpo quando se l'è visto entrare in casa sua!
In natura tutto cambia, si rinnova, vita e morte che si intrecciano... una piccola mangrovia sta crescendo protetta da un tronco di una vecchia mangrovia ormai morta, ci lasciamo alle spalle le mangrovie e saliamo di qualche metro sul livello del mare, qui facciamo amicizia con una sospettosa nettarina una specie d'uccello che si nutre di nettare e vola veloce, un'imitazione seychellese del colibri.
La vegetazione all'interno dell'isola ha delle sfumature di verde incredibili, in netto contrasto con le rocce di granito scure, da qui vediamo dei bellissimi scorci della baia delle tartarughe, peccato per il cielo nuvolo... pero' almeno non piove! Dopo poco arriviamo su una spaggia con un grande spiazzo d'erba: è qui che vivono le tarta! La prima che vediamo è un po' timida, intenta a brucare l'erba ed è una gran sbrodolona ha il muso tutto sporco d'erba; ognuna sembra avere un carattere proprio, ci sono quelle piu' intraprendenti e altre piu' tranquille, poi ci sono quelle che dormono sfiancate dalla giornata passata a brucare, sono comunque molto docili, si lasciano accarezzare, la loro pelle mi ricorda un po' quella degli elefanti e anche il loro odore! Mentre do una saporita foglia a una delle piu' sveglie, Ale se ne spupazza un'altra, intorno è pieno di stupendi cardinali, gli uccellini piu' numerosi alle Sey, assomigliano ai nostri passerotti ma i maschi hanno le piume incendiate di rosso, uno spettacolo.
Nel nostro girovagare incontriamo una tartaruga troppo occupata a mangiare, non ci dedica nessuna attenzione, con quel collo cosi' lungo mi ricorda certi dinosauri.
Il tempo vola, dobbiamo gia' andare via, e solo ora mi rendo conto di quanto sia bella anche questa spiaggia, circondata da sculture astratte di granito rosato. Il mare è un po' agitato e l'equipaggio non sa se portarci a Saint Pierre... Saint Pierre si, Saint Pierre no? Saint Pierre siiiiiii! Ci arriviamo in pochissimo tempo, l'isola non è altro che un'ammasso di granito con qualche ciuffo di palme in cima; attorno a quest'isolotto di scogli facciamo snorkeling, ma il mare è troppo mosso e pure la corrente è molto forte, mi aspettavo molti piu' coralli, anche i pesci scarseggiano, secondo me stanno tutti rintanati per via della corrente; mi viene incontro un curioso un pesce pipistrello (Platax), e riesco a fotografare dei bellissimi pesci chirurgo dalla gola bianca intenti a brucare, sono le uniche foto non mosse che riesco a fare, poi getto la spugna e, come gli altri torno sulla barca, poi torniamo ad anse Volbert passando di fianco al piccolo isolotto dove hanno costruito un mini resort di 3 o 4 camere.
Torniamo a Villa Gaiarda, dove facciamo amicizia col nostro primo gecko diurno (Phelsuma), è stupendo di un verde smeraldo brillante, con delle macchie rosse sul dorso, spicca come una gemma sul muro bianco, questi gioiellini sono diffusi solo qui e nel Madagascar.
Per cena torniamo al ristorante La Pirogue, mangiamo un piatto di antipasto di mare a testa, molto abbondante per la verita', ci saziamo solo con quello e spendiamo i soliti 20 euro a testa.
11 agosto 2010
Oggi ci svegliamo sotto la pioggia, dopo colazione sembra smettere e decidiamo di andare nello squallido negozio dell'indiano a comprare qualcosa da sgranocchiare e poi decideremo il da farsi... fatti 300 metri ci sorprende un'acquazzone, ci mettiamo sotto un'albero ma ci bagniamo lo stesso, passa un tipo in macchina e mosso da pieta' ci da' uno strappo fino a Villa Gaiarda.
Smette di nuovo e ci riproviamo, allo stesso punto di prima riprende a diluviare! Ma questa volta ci traggono in salvo Emanuela e Uderico, i ragazzi conusciuti ieri! Saliamo sulla loro auto e decidiamo insieme, visto il tempo, di andare alla Valle' De Mai. Il tragitto dura circa 15 minuti e in prossimita' del parco, le palme sembra stiano quasi per inghiottire la strada.
Il biglietto d'entrata è un furto 20 euro, carissimo per quello che offre la vallee, sul banco all'ingresso del sentiero c'è una bella mostra di culi, ovvero le noci del coco de mer dalla forma sexy, solo le femmine producono questi frutti, grandi piu' o meno come palloni da calcio, mentre i maschi hanno l'infiorescenza che ricorda molto vagamente un pene, decidiamo di percorrere il sentiero piu' lungo che dovrebbe durare 3 ore. Piove a dirotto ma sotto le foglione delle palme non ci bagniamo. I sentieri sono molto curati e ho l'impressione di essere in un grande giardino un po' trascurato piuttosto che in un angolo di foresta, l'aria odora di terra bagnata e funghi. Con tutta questa pioggia spunta pure qualche lumachina. Le palme sono veramete enormi, non hanno il tronco tipico delle altre specie ma sono tutte foglie, sembrano provenire direttamente dal giurassico, crescono solo qui e a Curieuse, in passato si credeva fossero i frutti di piante che vivevano sotto il mare, poi quando hanno scoperto le isole si è svelato il mistero del leggendario coco de mer, proveniva da qui!
Arriviamo su, fino al belvedere anche se oggi, con tutto questo grigiume ha ben poco di "belvedere", le montagne sono fittamente coperte di vegetazione e le nuvole lambiscono le loro cime, qui vediamo un'uccello con il crestino che fa un sacco di versi strani, poi scendiamo... attraversiamo un ruscelletto, vediamo anche delle noci ancora immature molto simili al cocco, ci fermiamo spesso a parlare al riparo dalle grandi foglie simili a giganteschi ombrelli; tra una sosta e l'altra c'abbiamo impiegato 3 ore a fare il percorso piu' lungo prendendocela con mooolta calma; insomma, la Vallee è carina, da vedere, queste palme poi crescono solo qui, ma è decisamente overpriced!
Ora non piove piu' e decidiamo di fare un giro a Grand Anse, prendiamo la macchina e seguendo la strada che va verso nord ci arriviamo dopo poco, qui mi sembra sia un po' piu' animato rispetto alla Cote d'or, e per le strade ci sono molti creoli che passeggiano. La spiaggia è lunga, tranquilla e algosa, mi ricorda certe spiagge del Kenya, pero' è molto carina.
Poi andiamo alla pearl farm vicino all'aeroporto (la Ema vorrebbe comprare qualche perla per sua mamma), hanno un grande allevamento di Tridacne coloratissime che producono perle nere; mentre io osservo le vasche, Emanuela entra nel negozio e legge i prezzi: 6000, 10000 etc etc pensa siano rupie e ci dice"non costano molto!"... i prezzi invece sono in eurooooo, ovviamente non compra niente e decidiamo di ritornare verso la Cote d'or attraverso la strada costiera e ammiriamo tutte le varie spiaggette che dividono Grand Anse da Baie Saint'Anne.
Proseguiamo fino ad arrivare ad anse Lazio, abbiamo una gran fame sono quasi le 4 del pomeriggio, da le Chevalier ci rimbalzano stanno chiudendo e allora ripieghiamo su Bon bon plume che chiude tra 10 minuti... le cameriere visto l'orario ci guardano in cagnesco, ordiniamo 4 hamburger di polpo e dopo poco ci arriva un panino con dentro un'ammasso non meglio definito violaceo... sembra sia un mix di carne, patate lesse e polpo, insomma 'na vera schifezza! Ale è l'unico che lo finisce, lo trova pure buono, bleah! Paghiamo circa 10 euri a testa e andiamo in spiaggia! E' bellissima e grande con gli alberi che si allungano verso il mare, ma oggi il tempo è veramente brutto, sembra ci sia pochissima gente, invece, guardando meglio, sono tutti al riparo sotto gli alberi.
Andiamo a sinistra,superiamo il fiume che si butta in mare e gironzoliamo per le bellissime calette circondate da granito rosato, tra una caletta e l'altra passiamo attraverso una bellissima apertura triangolare nel granito. Dopo averle viste tutte ci sistemiamo ai piedi di un'albero sulla spiaggia principale. Vengono a salutarci i padroni della spiaggia: una coppia di cagnoni molto tranquilli, i cani qui alle Sey sono solo alla ricerca d'affetto. Ci facciamo tutti e 4 un bagno divertentissimo, in mezzo alle ondone di anse Lazio e non vorremmo piu' uscire dall'acqua! Finalmente il cielo si apre giusto in tempo per il tramonto, uno dei piu' belli a cui abbia assistito, comincia con l'oro e finisce con il violetto, io e la Ema rimaniamo in contemplazione mentre Ale e Uderico cominciano a raccogliere le nostre cose, è quasi buio, dobbiamo andare, sopra di noi volteggia come un grande aquilone una volpe volante.
La sera andiamo a cena sempre noi quattro al Le Village du Pecheur, bel posto, si mangia anche bene (meglio La Pirogue pero'), ceniamo in riva al mare con i piedi nella sabbia, ma io ho freddo c'è vento. La serata vola via tra le nostre risate, si fa tardi, salutiamo i ragazzi, domani vanno a La Digue e ci scambiamo i numeri, ci vederemo poi la'!
12 agosto 2010
Oggi fortunatamente è una bellissima giornata, ci facciamo dare gli orari del bus dalla gentilissima Morena, dobbiamo andare ad anse Georgette, inglobata nel Lemuria resort è possibile visitarla, pero' bisogna farsi annunciare dalla propria guesthouse, noi abbiamo pure mandato un'email dall'Italia, quelli del Lemuria ci hanno risposto subito.
Aspettiamo il bus alla fermata, una scritta gialla sull'asfalto; il bus arriva puntuale, paghiamo una sciocchezza 5 rupie a testa(15 rupie fanno un euro), accanto a noi si siede una bellissima ragazzina creola con la divisa scolastica e un frangipane tra i capelli, l'autobus è pieno c'è chi scende, chi sale e chi da' consigli ai turisti, dopo una mezz'oretta arriviamo alla fermata davanti ai cancelli del Lemuria. Facciamo vedere ai ragazzi della security la mail e ci fanno passare... attraversiamo il bellissimo campo da golf e dopo qualche salita e discesa, attraversiamo un'arco costituito da 2 alberi intrecciati e ci si apre davanti una distesa di foglie un po' grasse,
punteggiata qua e la' da campanule color malva... siamo arrivati! Un cartello ci mette in guardia dalle forti correnti, il mare anche qui è decisamente mosso, ma ha lo stesso un meraviglioso color turchese, alle estremita' della spiaggia ci sono gli onnipresenti massi in granito, qui dal colore piu' grigiastro; ci guardiamo intorno e saremo in 10, ci facciamo un bel bagno divertendoci come dei pazzi con le onde, poi prendiamo un po' di sole in compagnia di un diafano granchio fantasma, di solito sono sempre veloci e nervosi. Sotto il fresco degli alberi c'è un rasta che vende dell'invitante frutta tropicale, ma noi per pranzo ci mangiamo le nostre buonissime imitazioni delle Prigles dal sapore chimico comprate dall'indiano, il tempo è estremamente mutevole e passa con disinvoltura dal sereno al nuvolo e viceversa, molte volte.
Verso le 14 decidiamo di andarcene da qui per andare a crogiolarci ad anse Volbert, riattraversiamo il campo da golf e arriviamo alla fermata dell'autobus, dopo poco dei ragazzi in auto ci chiedono se vogliamo un passaggio: sono Christian e Jessica ospiti anche loro di Villa Gaiarda, arrivati il giorno dopo di noi, sono molto simpatici e ci lasciano ad anse Volbert, loro proseguono in direzione anse Lazio. Anse Volbert è praticamente deserta, l'acqua del mare qui è caldissima e calma, sfuma dal turchese al blu, menomale un bagno relax ci vuole! poi ci mettiamo a prendere un po' di sole, sono gia' le 4 di pomeriggio e Ale comincia a dire che si sente pungere, "ci sono i sandflyes!"dice, e io "ma nooooo alle Sey nn ci sonooo"; poi vedo posarsi sulla mia pelle un moscerino piccolo piccolo e lo guardo mentre si riempie del mio sangue! lo spiaccico subito ed esclamo :"oh c***o Ale hai ragione!" decidiamo di andarcene, uffi mi piaceva stare qui! e facciamo un giretto per gli unici 2 negozi di souvenir della Cote d'or, non compriamo nulla pero', l'artigianato locale anche qui è piuttosto insulso, poi dopo l'artigianato favoloso di Bali... sulla strada mi diverto a osservare dei Cardinali impegnati a farsi il bagnetto in una pozzanghera, poi andiamo a prenotare il buffet per stasera a Le Laurier guesthouse consigliatomi vivamente dalla Bea, andiamo a comprare dell'acqua nella bettola dello scorbutico indiano e decidiamo di tornare in camera a rilassarci un po'.
La sera alle 19,30 siamo gia' davanti al buffet, bisogna arrivare presto perche' poi finisce tutto! il posto è gremito di italiani (buongustai) e il buffet è fenomenale, qui mangiamo il piu' buon pesce alla griglia di tutta la vacanza. Poi torniamo a Villa Gaiarda a piedi, nella quasi totale oscurita', grazie alla scarsa e debole illuminazione stradale, io mi perdo ad osservare il cielo brillare della luce di migliaia di stelle azzurre, ogni tanto qualche macchina sfreccia a velocita' supersonica rompendo la magia, meglio accendere le nostre torce per farci vedere, arrivati in camera ci addormentiamo esausti.
13 agosto 2010
Oggi è l'ultimo giorno a Praslin e lo passiamo in compagnia della Wanda e suo marito Ivan, dei signori ospiti di Villa Gaiarda. Dopo la colazione, alle 8,30 prendiamo l'autobus che va velocissimo e dopo una ventina di minuti siamo gia' nei pressi di anse Lazio. Scesi dal pullman dobbiamo farci una stradina in salita per raggiungere la spiaggia, decisamente faticoso! l'altro giorno andando in auto non ci avevo fatto caso, tra una chiacchiera e l'altra, ansimanti arriviamo finalmente in spiaggia, tra i rami vediamo un grandissimo ragno delle palme al centro della sua enorme ragnatela. La spiaggia, oggi, col cielo azzurro ci appare in tutta la sua bellezza, il mare è moolto piu' calmo, passeggio un po' per le mie amate calette, col sole è tutta un'altra cosa i colori sono cosi' accesi, il granito rosato spicca sulla sabbia bianca e il mare azzurro di cristallo; mi faccio un bel bagno sempre qui, tra le calette, i pesci sono numerosi e molto grandi: pesci chirurgo, farfalla, trombetta e... due bellissime seppie che nuotano in coppia! sono cangianti e cambiano continuamente colore, sembrano sospese e dopo poco, indignate della mia presenza vanno via, purtroppo ho dimenticato in camera lo scafandro, quindi, mannaggia a me, niente foto. Torno dagli altri e chiacchierando si fanno le 16, decidiamo di andare e con mooolta calma rifacciamo il sentiero, ai lati della strada la terra è rossa in netto contrasto col verde chiaro degli arbusti e il verde piu' scuro delle montagne, arrivati giu' l'autobus è gia' qui (è il capolinea), appena saliamo parte, scendiamo ad anse Volbert cosi' facciamo una passeggiata e arrivati in camera ci addormentiamo.
La sera decidiamo con la Wanda e Ivan di cenare a la Pirogue, ma non ci facciamo venire a prendere cosi' facciamo due passi, a zampettare, per la strada buia c'è un grande granchio delle mangrovie femmina, tutta agguerrita, credo stia andando verso il mare a liberare le sue uova che protegge sotto l'addome, mi fa tenerezza e con i suoi colori brillanti la trovo bellissima, spero solo sia riuscita nella sua impresa e non sia finita schiacciata da qualche auto. Mangiamo come al solito molto bene e spendiamo la solita cifra (i soliti 20 euro a testa) poi, sulla via del ritorno, ci fermiamo a mangiare un gelato da Luca, il posto sembra uscito direttamente dal set di "non aprite quella porta", pero' il gelato non è male.
14 agosto 2010
Stamattina dobbiamo andare a La Digue, dopo colazione ci salutiamo con Ivan e la Wanda (ci scambiamo anche i numeri, loro vogliono venire a fare una gita a La Digue) salutiamo Umberto e Morena e lasciamo Villa Gaiarda, in compagnia di Christian e Jessica che ci danno un passaggio fino al porto, anche loro vanno a La Digue!
Arriviamo al porto, facciamo i biglietti, andata e ritorno per 20 euro a testa e lasciamo Praslin con le nuvole... dopo 20 minuti di battello arriviamo a La Digue col sole! Salutiamo Chri e Jessica, ci vediamo dopo! C'è un tizio che ci aspetta per conto di Kot Babi (la nostra guesthouse qui), ci dice di indovinare il suo nome, è quello di un cantante famosissimo morto.. .mmmmm... Michael! nooo Elvis! ci affitta le bici a 10 euro a testa al giorno, è un po' strambo e alle 9 di mattina puzza gia' d'alcool (d'altronde che devono fare sti poveri seychellesi! pure io se abitassi qui mi darei all'alcool) pero'è molto simpatico e le sue bici sono nuove di zecca! Facciamo qualche decina di metri e arriviamo alla Kot Babi guesthouse, una grande villa bianca in stile creolo, appena ci assegnano la camera, al primo piano e molto spaziosa, molliamo tutto, chiamiamo Uderico e Emanuela e ci dirigiamo verso anse Source D'argent!
Passiamo per La Passe, minuscola cittadina molto caratteristica con i carri trainati dai buoi, è tutto un via vai di bici, infatti sull'isola non circolano auto! Poi arriviamo all'ingresso dell'Union Estate (8 euri a testa), percorriamo stradine di sabbia bianca, diamo un'occhiata al vecchio cimitero del 1900, tra gli alberi si vede il mare, poi ci fermiamo nel negozietto a fianco; i negozianti sono amici di una mia amica seychelloise e dobbiamo consegnargli dei regalini da parte di Lizelle (la mia amica): due salamoni e una camicetta, ebbene si adorano il salame! ci accolgono calorosamente e dopo aver parlato un po' li lasciamo, ci vediamo uno di questi giorni, ciao Tessa, ciao Bernard! e proseguiamo.
In un laghetto delle ninfee sono in fiore, a qualche metro di distanza c'è il mare con dei colori meravigliosi, è protetto dalla barriera corallina ed è un caleidoscopio iridescente di verdi e di blu, passiamo un recinto con le tartarughe giganti e ci fermiamo alla piantagione di vaniglia, peccato che non sono fiorite. Ci sentiamo chiamare, sono Uderico e la Emanuela! Parcheggiamo le bici appoggiadole alle palme, siamo arrivati! Camminiamo per il sentiero che passa tra la spiaggia bianca e il sottobosco, passiamo in mezzo a roccie levigate e un po' ruvide dalle forme particolarmente strane, i nostri piedi sono solleticati dalle foglie secche, il mare è calmissimo dalle mille sfumature di turchese, passiamo una caletta, poi un'altra e arriviamo nel tratto di spiaggia piu' lungo. La spiaggia è affollata per gli standard seychellesi (ovvio è la piu' famosa!), ma è comunque tranquilla e bellissima, qui ritroviamo pure Christian e Jessica! Stendiamo tutti assieme gli asciugamani, poi io e la Emanuela proponiamo (leggi obblighiamo) ad Ale e Ude di percorrere un sentierino nella foresta... tra ragni, foglie secche e rami, arriviamo in un punto
sopraelevato, siamo circondati dalle grigie rocce in granito, di fronte a noi il mare spumeggiante e l'isola di Praslin, scendiamo attraverso un sentiero scavato nel granito dall'acqua e dal vento e arriviamo su una minuscola spiaggetta lunga si e no 5 metri gia' occupata da una famiglia francese, che facciamo? torniamo indietro. Tornati agli asciugamani facciamo un po' di snorkeling, per primo vediamo un pesce scorpione intento a schiacciare un riposino dopo la caccia notturna, in una cavita' della roccia scopro un pesce istrice che si sta riposando pure lui, tutti pesci dormiglioni qui! malgrado la protezione della barriera, c'è forte corrente, poi Ale mi chiama, mi fa vedere un grande pesce istrice che divide la sua casa con un bel pesce scorpione impegnato a pavoneggiarsi, vediamo pure degli stupendi ricci di mare (non li avevo mai visti dal vivo, solo sui libri) ma ahime' velenosissimi, non pungono con le spine come gli altri, ma con le loro ventosine rosa piene di veleno, trovo anche un bellissimo giovane pesce angelo dalla tipica livrea blu, ma è molto nervoso e si rifugia subito in un'anfratto. Usciamo dall'acqua e compriamo da una signora creola due piatti traboccanti di squisita frutta tropicale a 8 euro l'uno, li divoriamo in compagnia degli altri ragazzi, spiati dal nostro vicino: un bellissimo granchio viola.
Ci addormentiamo sulla spiaggia... sveglia ragazzi dobbiamo andare a Grand anse, Petite anse ed Anse coco! Ora, con la bassa marea il mare ha acquisito altri colori, il bianco e il verde sono i colori dominanti; salutiamo Christian e Jessica, che preferiscono starsene qui, inforchiamo le nostre bici e ci dirigiamo verso l'entroterra dell'isola, superiamo prima qualche guesthouse, poi vediamo qua' e la delle casette creole, qualche gallina, attorno la foresta verdissima, percorriamo una mega salita, uff che fatica mi sento il cuore in gola e poi... comincia a farmi il sedere, poi la strada diventa in discesa e arriviamo finalmente a Grand anse, il mare qui è molto mosso, non è possibile fare il bagno.
In questa stagione, questo tratto di costa è esposto alla furia dell'oceano, ci siamo solo noi e una tenera cagnolina, passeggiamo con le onde che ci spruzzano le gambe, fino alla fine della spiaggia, da qui prendiamo un sentiero e, superando il promontorio roccioso che divide Grand anse da Petite anse, le ammiriamo dall'alto in tutta la loro bellezza. Scendiamo dal promontorio e passeggiamo per Petite anse, qui c'è un po' di gente, saremo in 10, io e la Ema non riusciamo a trovare il sentiero per Anse coco, arriviamo alla fine della spiaggia convinti che pure qui si debba "scavalcare" il promontorio, ma non troviamo nessun passaggio, Ale e Uderico fanno spallucce: ma si' torniamo indietro! neanche per sogno! dobbiamo andare ad Anse coco! Poi dopo un po' vediamo due ragazze sbucare dalla vegetazione circa a meta' spiaggia e ci confermano che quello è il sentiero per Anse coco! Attraversiamo un grande prato con l'erba altissima, superiamo un fiumiciattolo su due assi traballanti, poi saliamo su per la montagna e scendiamo dall'altra parte, questo sentiero è decisamente piu' lungo e faticoso dell'altro, ma alla fine ce la facciamo! la spiaggia mi ricorda il mare d'inverno con tutti quei rami secchi; rimaniamo qui un po' a ridere e scherzare, a goderci la brezza i totale solitudine, ma poi dobbiamo andare è tardi e rischiamo di farci sorprendere dal buio.
Torniamo indietro e da un'altura tra la vegetazione ammiriamo ancora Petite Anse e Grand Anse, siamo fortunati, incontriamo pure un pigliamosche del paradiso, conosciuto come vedova, bellissimo dal nero lucente con le piume caudali lunghissime, è presente solo a La Digue ed è minacciato d'estinzione, non riusciamo a fargli una foto, è molto nervoso e dopo pochissimo vola via, almeno l'abbiamo visto!
Arriviamo in camera distrutti ma contenti della nostra prima giornata qui, la sera ceniamo con Ude e la Ema al buffet del La Digue Island Lodge, costa poco piu' di 20 euro e il posto è bellissimo sul mare, all'aperto, il pavimento è di sabbia, ci sediamo sotto il grande tetto in makuti; mangiamo molto bene, Uderico assaggia il curry di pipistrello, dice che non è male ma ha troppi ossicini, da bere chiedo dell'acqua minerale frizzante ,ma non riesco a capire quello che mi ha chiesto il cameriere indiano, io dico yessss e dopo un po'mi arriva una bottiglia da un litro di perrier al prezzo di 5 euro! che chic! Poi, essendo in questi giorni festa a La Digue (festa dell'immacolata) assistiamo a un ballo di sega' nella piazzetta principale di La Passe, un ballo piuttosto sexy dove le donne si strusciano con gli uomini al ritmo della musica, notiamo un uomo che balla con le donne, lo riconosciamo è Elvis! Facciamo ancora un giro tra la baraonda della festa, dopodiche' la stanchezza ha il sopravvento e andiamo a nanna.
15 agosto 2010
Dopo esserci svegliati scendiamo a fare colazione sulla veranda in giardino, qui ci danno un piatto di frutta, pane tostato e marmellata confezionata, chiedo del caffe' soprapensiero e mi portano dell'acqua sporca! il caffe' americano mi fa proprio schifo, mi manca gia' il cappuccino di Villa Gaiarda. Poi inforchiamo le bici e andiamo davanti a Marston, dove abbiamo appuntamento con Uderico e Emanuela che arrivano poco dopo, andiamo verso la chiesa, è tutta addobbata da festoni bianchi e blu in contrasto con la facciata gialla. C'è un gran fermento,bambini e adulti sono vestiti a festa, oggi c'è la processione, pero'nessuno sa dirci a che ora passa, c'è chi dice che è gia' passata e chi invece che passera', nell'attesa do un'occhiata dentro, l'acquasantiera è ricavata dal guscio di una Tridacna, bellissima anche l'idea di abbellirla ulteriormente con i frangipani! All'interno la chiesa è molto sobria e mezza vuota, i muri sono bianchi l'altare è in legno, molto semplice, verso l'uscita, su una panca ci sono 3 elaganti nonnine tutte dotate di cappellino d'ordinanza, avrei voluto fare diverse foto ma in generale non mi sembrano molto propensi a farsi fotografare, quindi ho evitato, c'è una simpatica bambina fuori dalla chiesa... tutta vestita di rosa, con le trecce, cicciotta e sdentata, è una peste fa dispetti a tutti.
Vista l'incertezza per la processione, decidiamo di andare ad anse Severe, non molto lontana da La Passe, verso nord. La strada è piacevole e dopo poco tempo arriviamo alla spiaggia, anche lei è ombreggiata da rigogliosi alberi dal fogliame fitto, verde scuro, non c'è nessuno. Vorrei fare un po' di snorkeling, ma la corrente è fortissima e le onde minacciose uffi! allora mentre gli altri sono seduti, io mi arrampico un po' sugli scogli, due palme sono cresciute tra gli anfratti del granito e sono protese verso il mare. Ci godiamo una bella vista su Praslin, un cagnolino un po' invadente ci fa compagnia e il tempo passa inesorabile è quasi mezzogiorno, dobbiamo andare la Emanu e Uderico hanno il ferry alle 14, tornano a Mahe' e poi in Italia, ci spiace tantissimo per la loro partenza,sono adorabili! Torniamo a La Passe e ci salutiamo, noi andiamo al take away in una vietta vicino al porto, c'è la coda e quando arriva il nostro turno ci prendiamo 3 piatti di cibo creolo per 10 euro, tutto molto buono e saporito, anche se non ho capito cosa ci sia dentro ad un curry, sembrano nervetti ma sono nerastri, boh! comunque sono buoni e... non sono morto!
Alle 14 andiamo a sorpresa a risalutare la Ema e Ude gia' sulla barca! Sorpresi di vederci si sbracciano per salutarci, poi andiamo sotto agli alberi vicino al porto, i seychelloises stanno facendo gran baldoria: bancarelle, giochi e... birra a volonta', decidiamo di passare il resto del pomeriggio a Source d'argent, ma prima dobbiamo fare un'ultima commissione per conto di Lizelle: dobbiamo portare la moka, del caffe' e delle vitamine alla signora Bebianne! Chiediamo indicazioni per strada, tanto tutti si conoscono qui, poi arriviamo all'ingresso della via dove abita Bebianne, è di fianco all'entrata del La Digue Isalnd Lodge, ci sono diverse case, ma fuori non c'è nessuno, in fondo alla via due ragazzi ascoltano musica rap, ci rivolgiamo a loro, ci dicono che la sciura non è in casa è alla festa, e ora che facciamo? gentilissimi, tramite un tam tam di telefonate la rintracciano, ci dicono di aspettare. Bebianne arriva dopo 10 minuti col fiatone, è molto dolce, magra e dallo sguardo fiero ed intelligente, è felicissima del regalo che abbiamo con noi, sopratutto per la moka! adora il caffe' italiano! poi ci fa vedere la casa che affitta, vicino alla sua, una villetta creola di due piani sul mare, bella e spaziosa, il prezzo? 30 euro a notte! peccato aver gia' pagato babi, parliamo un po', poi ci lasciamo con un'abbraccio e proseguiamo per Source d'argent.
In spiaggia c'è parecchio vento, il sole va e viene e non c'è quasi nessuno, decido di fare un po' di snorkeling, mentre Ale si riposa all'ombra di un'albero, in acqua c'è addirittura molta piu' corrente del solito, alza la sabbia dal fondo e pure i pesci sembra siano in difficolta' a nuotare in queste condizioni; incontro un grande pesce trombetta, immobile perfettamente mimetizzato (è argenteo) che aspetta degli ignari pesciolini... siamo molto vicini e lui mi osserva per nulla intimorito, sembra mi voglia dire di andarmene che gli spavento le prede. Intorno ci sono diversi pesci balestra, con le loro labbra dipinte, ma faccio un po' di fatica ad avvicinarmi sono molto sospettosi, alcuni al mio arrivo si rifugiano negli anfratti della roccia, altri sembra giochino a nascondino, poi uno di loro esasperato si lascia ammirare in tutta la sua buffa bellezza; tra una nuotata e l'altra trovo un grazioso pesce palla, in seria difficolta' per la forte corrente (sono dei mediocri nuotatori), lo seguo per un bel po' fino a quando riesce a trovare un posticino al riparo dalla corrente, lo lascio li' e decido di uscire, ho freddo e il sole sta per tramontare, torniamo in camera.
Questa sera vogliamo mangiarci un gelato, siamo ancora sazi dopo l'abbuffata di oggi, ma la gelateria da Luca è chiusa, allora ci mangiamo un hamburger sulle bancarelle, buono ed economico, spendiamo 1 euro a testa e ci mangiamo pure diversi cartocci di banane fritte, le piu' buone che abbia mai mangiato!
Due ragazzi creoli giocano ad un gioco che prevede l'uso della forza fisica, attorniati da decine di altri ragazzi di ogni eta' (!) che fanno il tifo sul loro preferito. Gironzoliamo senza meta per il casino di La Passe, conosciamo una signora con figlie seychelloise che parlano molto bene l'italiano, infatti vivono in Italia, a due passi da dove abitiamo noi! com'è piccolo il mondo! in piazza, addobbata da filari di bandierine colorate, tutti cominciano a ballare ma noi purtroppo siamo troppo stanchi per seguire la folla, andiamo a dormire, cullati dalla musica martellante del casino' che è di fianco alla nostra guesthouse.
Il resoconto proseguirà nella seconda parte, sempre su Ci Sono Stato!