Un fine settimana fra Alto Adige e Alta Baviera

Suggestioni di fine inverno a cavallo di tre Paesi

Ogni anno il secondo weekend di marzo per tradizione mi concedo una pausa di pura evasione girovagando qua e là per l’Alto Adige.Partiamo venerdì 7/3 alle 7:30 da Cremona con destinazione Val Pusteria - Plan de Corones in quanto alcuni partecipanti al viaggio praticano lo sci. Arriviamo alla meta verso le 11, l’ora più adatta per assaporare lo spuntino preparato da alcune signore della comitiva. Ci fiondiamo sugli ottimi panini al salame cremonese, al formaggio e sulla torta salata di carciofi; non mancano poi dolci e vino, a seguire infine, il nostro autista si trasforma in ottimo barman armeggiando con la macchinetta in dotazione.
Salutati gli sciatori proseguiamo fino alla Sella di Dobbiaco, spartiacque tra Mediterraneo e mar Nero, e imbocchiamo la val di Sesto e la val Fiscalina.
Il cielo è molto nuvoloso e non promette niente di buono, tuttavia non rinunciamo alla bellissima passeggiata nella valle fino al rifugio. Il paesaggio è da sogno tutto innevato com’è e il silenzio rotto solo dal rumore delle slitte trainate dai cavalli per il piacere dei turisti mi ricorda il ritornello di “Jingle Bells”.
Risaliamo sul pullman e comincia a piovere, ma va bene così, la prima escursione sta per essere completata.
Proseguiamo per il Passo Monte Croce di Comelico che segna il confine tra Alto Adige e Veneto, ma le condizioni atmosferiche non ci consentono di godere del panorama.
Dopo cena, in albergo, si festeggiano alcuni compleanni e tutti riuniti, ma meglio sarebbe dire stipati, nella stube gustiamo torte a volontà (crostata, torta paradiso, torta di rose, torta al cioccolato e sbrisolona) sempre amorevolmente approntate dalle signore di cui ho già parlato.

Sabato 8/3: il programma della giornata ci porta in Alta Baviera con guida al seguito per la visita dell’Abbazia di Ettal, e delle cittadine di Oberammergau e Mittenwald.
Ancora una volta il tempo è deludente e temiamo, superato il Brennero, di imbatterci in una nevicata. Già dalla partenza (a Mezzaselva) la nostra guida ci dà con molta competenza alcune notizie storico geografiche sui luoghi che vediamo passando a partire da le Cave dove avvenne il sacco dei francesi tenuti in scacco dagli Schutzen tirolesi nel 1804; il ritrovamento della stele del dio Mitra, ora conservata a Vipiteno; il culto, di origine persiana, era praticato dai romani di ceto più basso e dunque anche dai soldati accampati nella zona. Passiamo dal Santuario di S. Maria di Trens, luogo di grande venerazione in Alto Adige.
Castel Pietra e Castel Tasso costituiscono gli avamposti di Vipiteno e sono numerose le leggende che li riguardano; nella piana circostante c’erano terreni paludosi dove venivano sepolte le zitelle locali ree di non aver trovato un marito; secondo la leggenda le loro anime durante la notte vagavano e si lamentavano cercando disperatamente di conquistare gli eventuali uomini che passavano di lì, ma in realtà si trattava solo di gracidii di ranocchi.
Ci avviciniamo poi al Brennero, con le sue acque termali e il laghetto ghiacciato e attraverso il ponte Europa arriviamo a Innsbruck e da qui dopo pochi chilometri passiamo in Germania. Spiritoso e intrigante il cartello stradale che reclamizza la zona dei castelli bavaresi con l’indicazione: “il re è già stato qui ed ha apprezzato i luoghi”, naturalmente riferendosi a Ludwig II.
L’Abbazia di Ettal si erge nell’Alta Baviera a sud di Monaco al centro di una strada di grande importanza commerciale che collegava Augsburg (Augusta) a Venezia.
Il 28 aprile 1330 indica la data di fondazione dell’Abbazia benedettina, voluta da Ludovico IV detto “il Bavaro” per sciogliere un voto; secondo la leggenda , infatti egli al ritorno dalla disastrosa spedizione in Italia del 1328, scomunicato dal Papa e minacciato dalle città dell’Italia settentrionale, chiese un segno a Dio e credette di ottenerlo nel momento in cui il proprio cavallo si inginocchiò e si rifiutò di proseguire; dalla leggenda discendono due fatti certi: il simulacro della Madonna di Ettal della scuola di Giovanni Pisano sicuramente portata dall’Italia dall’imperatore e lo stemma dell’abate Benedikt III Parcher e del convento di Ettal, rappresentante la statua della Madonna col Bambino e un unicorno inginocchiato ai suoi piedi.
Solo a partire dal 1700 il pellegrinaggio raggiunge dimensioni notevoli e nel 1709 viene istituita la “Ritterakademie” (accademia dei cavalieri) che formò una serie di importanti figure della politica bavarese ed austriaca. Negli stessi anni l’interno della chiesa assume quelle forme barocche che si possono ammirare ancora oggi.
Una volta entrata rimango a bocca aperta tanto è luminosa e ricca di stucchi e ori. Bellissimo l’effetto architettonico che ce la fa apparire a pianta circolare pur non essendolo. Prezioso l’organo e la balconata su cui poggia e il confessionale intagliato.
Il monastero, che ospita tuttora una scuola, produce rinomate birre chiare e scure e liquori a base di erbe tra cui il famoso digestivo Ettaler.
A Oberammergau il primo luogo che vediamo è il Teatro della Passione e infatti la cittadina, stazione estiva e di villeggiatura, è nota per la rappresentazione vivente della Passione che si tiene ogni 10 anni (prossima nel 2010) ed è caratterizzata da numerose case dipinte dove il soggetto ricorrente è spesso proprio la Croce o il giudizio di Pilato, affrescato sull’omonimo palazzo. Sono previste visite guidate del Teatro per ammirare dietro le quinte i fantastici costumi dei figuranti.
All’origine della tradizione della rappresentazione della Passione di Cristo c’è un voto fatto ai tempi della guerra dei Trent’anni e a seguito di una rovinosa carestia e peste che fece solo ad Oberammergau più di 80 vittime. Nel 1633 il sindaco fece solenne promessa di mettere in scena la rievocazione della Passione ogni 10 anni purché cessasse la peste; ciò che puntualmente si verificò tanto che già nel 1634 avvenne la prima rappresentazione, poi spostata all’inizio del decennio.
Un altro vanto è costituito dagli scultori in legno; nel foyer si possono ammirare bellissime e pregiate sculture; molto particolare quella rappresentante il venditore di sculture sacre raccolte nella gerla sulla via che da Augsburg portava a Venezia, scena affrescata anche sulla facciata di una casa.
Nella bella parrocchiale barocca alle 14 si celebra un matrimonio al suono dell’Ave Maria di Schubert.
Mittenwald vanta una straordinaria tradizione nell’arte della liuteria, che vi venne importata nel 1684 dal liutaio Mathias Klotz, di ritorno dal suo apprendistato a Cremona presso gli Amati.
L’amore per questa arte, ancora oggi praticata ad altissimo livello, è testimoniato tanto nelle decorazioni delle settecentesche case dipinte del centro cittadino, quanto nel museo allestito nella casa natale del liutaio Klotz, mentre il monumento dell’artista accoglie i visitatori davanti alla chiesa. Anche qui compiamo un breve percorso per ammirare le case e le insegne del centro pedonale, d’estate impreziosito dai rivoli d’acqua e dai fiori.

Domenica 9/3: anche per l’ultimo giorno di vacanza il tempo non ci permette di percorrere la val di Funes come avremmo desiderato per l’impossibilità di ammirare e godere la vista delle Odle e pertanto scegliamo come meta Brunico dove passiamo la mattinata compiendo un ampio giro a partire dalla chiesa delle Orsoline, il cimitero di guerra, posto sul Monte Spalliera, tra i più belli, la via centrale, il bellissimo palazzo Sternbach, la chiesa parrocchiale, il mulino sul fiume Rienza, la chiesa di S. Spirito, e i bastioni collegati con la via centrale dalla porta di S. Floriano.
Brunico deve il nome al vescovo di Bressanone Bruno che verso il 1250 fece costruire un maniero sul colle ove sorge il castello e di fatto fondò la cittadina, citata nei documenti fin dal 1256.
Un suggerimento per l’estate può essere quello di andare a vedere nelle vicinanze, a Perca, le piramidi di terra di Plata.
Rientrati in albergo per il pranzo, veniamo raggiunti dagli sciatori e dopo aver opportunamente acquistato presso la macelleria gestita dagli albergatori, speck, salamini di cacciagione, wurstel e formaggi oltre al pane tirolese, verso le 15 iniziamo il rientro in direzione Cremona.Sistemazione: Hotel zur Brucke Mezzaselva di Fortezza (BZ) tel. 0472 458644 (vedi link).

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