Un cerchio di smeraldo: l’Irlanda

L'”isola verde” con le sue infinite bellezze è sempre fra le mete di viaggio più gradite

Pochi giorni prima della partenza fervono i preparativi. L’itinerario lo abbiamo deciso alcuni giorni fa io (Matteo) e Zaira (la mia fida-fidanzata) molto a grandi linee; due notti a Dublino poi saliremo al Nord (Giant’s Causeway, Bushmills) poi nord-ovest, ovest e poi bho… vedremo quanto tempo ci rimane.
Perché Irlanda? Perché tempo fa Zaira mi disse: “Un giorno andiamo in Irlanda vero?” e visto il fascino magico che questo paese trasmette anche a chilometri di distanza mi sono messo li e ho organizzato un abbozzo di viaggio, forse era marzo poi si sono aggiunti due amici: Federico e Davide due ottimi compagni d’avventura.
E’ quasi tutto pronto, il satellitare è aggiornato, le prenotazioni ci sono, macchina fotografica e obbiettivi sono pronti all’uso e la immancabile Lonely Planet è già li a indicarci la via, il morale è alto e non resta che partire.Mercoledi 8 agosto 2007 Bergamo-Londra / Londra-Dublino
Sveglia ore 02:30; carico Davide ore 02:40; carico Zaira ore 02:50; carico Fede ore 03:00 tutto in orario ma… Buco la gomma della macchina! Ok, ci può stare, allora prendo la ruota di scorta ma non scende! Il verricello che la tiene ferma sotto la macchina non la fa scendere! Ok, ok calma! Ci mettiamo in due sotto la macchina e con quel poco che il verricello la fa scendere riusciamo a sfilarla. Svitiamo i bulloni ma… C…o! Non si svitano! Piego addirittura la chiave ma i bulloni non si muovono e il tempo passa, così chiamo mio fratello che sarei dovuto andarlo a prendere perché tornasse con la mia macchina e ci viene a prendere. Spostiamo i bagagli e siamo pronti a partire! Arriviamo a Santhià per prendere la Torino-Milano e… SVINCOLO CHIUSO! Così dobbiamo allungare fino a Vercelli poi risalire verso Milano perdendo altro tempo prezioso ma il margine c’è ancora, arriviamo a Milano, nessuno in tangenziale e… AUTOSTRADA MILANO-BERGAMO CHIUSA! Dobbiamo fare tutto in statale in mezzo ai paesi nel mentre si scatena un temporalone! Ci viene quasi da piangere mentre io insulto il fautore di questa maledizione.
Il Check-In chiude alle 06:00 e io da solo mentre gli altri scaricano i bagagli arrivo ansimante alle 05:59 e la tipa mi fa anche storie perché gli altri tre non sono con me, comunque alla fine ci fa i biglietti ma… La valigia di Zaira è in overweight così paghiamo di corsa, metal detector, controllo passaporti, di corsa il boarding e prendiamo l’ultimo (e quindi oramai vuoto) bus che ci porta all’aereo. Saliamo e la tensione scende, non ci crediamo che siamo riusciti a prenderlo in tempo. Non sono nemmeno riuscito a salutare e ringraziare mio fratello ma provvederò con un bel regalo.
Atterriamo a Londra in leggero anticipo sulla tabella di marcia (ore 07:30 locali), ritirati i bagagli dividiamo la roba di Zaira negli zaini così da evitare il prossimo overweight altrimenti il risparmio del volo (49,00 Euro tasse incluse per i voli Bergamo-Londra, Londra-Dublino, Dublino-Londra, Londra-Torino) va a farsi benedire.
Aspettiamo di sapere il gate del prossimo volo, nel mentre facciamo colazione, Check-In quindi un interminabile serie di controlli londinesi ci porta all’aereo, partiamo e ci addormentiamo tutti per una riposante (vista la levataccia) oretta. Appena prima dell’atterraggio arriviamo finalmente sopra l’Isola di Smeraldo!! Eccola sotto di noi con il suo mare, la sua erbetta verde e il suo famoso cielo… azzurro??? Si, azzurro con una temperatura invidiabile proprio mentre nel Nord-Ovest dell’Italia infervora un grosso temporale (ironia della sorte). Dopo aver toccato con piede il suolo irlandese, ritiriamo i bagagli e ci avviamo a prendere un taxi (abbastanza economici) un furgone extra-lusso che per 25,00 Euro (divisi per quattro non è tanto) ci porta comodi comodi in centro a Dublino davanti al nostro albergo in Rathmines Road Lower (Days Hotel Rathmines) che avevamo prenotato e pagato tempo fa su internet ottenendo così una tariffa molto conveniente. Le camere sono molto belle, una doppia per i due e per me e Zaira ci danno una suite senza l’aggiunta di un centesimo! (era ora che qualcosa girasse nel verso giusto), mangiamo qualcosa, doccia e riposino e poi si parte verso il centro festaiolo di Dublino, Temple Bar!
Arrivati in Temple Bar ci stupiamo per la miriade si fiori che adornano gli edifici e i lampioni e dopo pochi passi abbiamo il primo assaggio di Irlanda: troviamo tutti posto al bancone del mitico Temple Bar Pub il quale dal 1840 serve birra a chiunque, tra i suoi clienti figurano Sean Connery, Muhammad Ali, Bono Vox, etc etc e qui ci beviamo la nostra prima (di una lunghissima serie) pinta di Guinness ed è veramente tutta un’altra cosa, è semplicemente fantastica. Usciamo dal Pub per cercare un posto dove mangiare e troviamo posto in un altro pub dove per altro riceviamo un servizio pessimo e un conto enorme ma non facciamo tante parole, siamo troppo stanchi e vogliamo solo andare a dormire.

Giovedi 9 agosto 2007
Sveglia alle ore 09:00 locali dopo 11 ore di meritato sonno poi colazione (io, Zaira e Fede Continental mentre Davide azzanna già da subito la Irish Breakfast sostenendo che in Irlanda non hanno i maiali e lo dice quando ha un pezzo di bacon in bocca).
Subito dopo colazione partiamo per l’Ufficio del Turismo di Dublino, una bellissima chiesa sconsacrata dove acquistiamo per soli 5,00 Euro la guida dei Bed & Breakfast associati alla Town & Country. Poi giruliamo il Trinity College, Heraldic Museum, National Library, Dublin Castle, St Patrick Cathedral… ah, anche oggi splende un bel sole e l’aria frizzante ci accompagna a spasso per la città. Pranziamo in un gastropub che mi sento di consigliare il The Bull & Castle attaccato a Dublinia: servizo veloce, cibo buono e prezzi ragionevoli (contate sempre che l’Irlanda è carissima). Dopo pranzo partiamo sempre a piedi e andiamo a St.James Gate alla fabbrica della Guinness, una vera icona irlandese nel mondo. Il giro è molto interessante e ben fatto, spiega tutto il processo di produzione e si sviluppa verso l’alto fino ad arrivare a 60mt di altezza del Gravity Bar dove ci viene offerta una pinta di Guinness sorseggiata davanti ad una visita mozzafiato sulla città.
Torniamo in albergo a fare una doccia e un attimo di relax poi ci ritroviamo per cena, abbiamo prenotato nuovamente al The Bull & Castle, ottimo momento poi scendiamo a piedi fino al Temple Bar Pub dove ci beviamo qualcosetta, uscendo ascoltiamo una band di strada veramente molto brava. Quindi andiamo a dormire che la vera Irlanda inizia domani!

Venerdi 10 agosto 2007
Sveglia alle ore 08:30, colazione continentale (la Irish deve aspettare luoghi e momenti più consoni), poi chiamiamo un taxi che ci porta nuovamente in aeroporto dove, dopo innumerevoli ma proficue contrattazioni sull’assicurazione, riusciamo a ritirare la nostra futura e fedele compagna: una Toyota Avensis nuova di pacca! Adesso si guida a sinistra! Il mio inizio è stato traumatico per i primi chilometri dopodichè ci prendo gusto e non è poi così difficile. In autostrada il traffico si dirada e puntiamo verso Nord arrivando fino a Belfast città che però non ci ispira così continuiamo diritti in direzione di Bushmills, nel mentre battezziamo la nostra amica/vettura Donegal’s Thunder!
Raggiungiamo il bellissimo paesello di Bushmills e continuiamo fino a Portrush cittadina sul mare famosa per il suo castello diroccato, il Dunluce Castle la quale cucina finì in mare con insieme sette servitori quando la Girona, una fregata della Invincible Armada spagnola, gli fracassò contro. Decidiamo di trovare un posto dove dormire ma l’impresa sembra impossibile, è tutto pieno così andiamo all’ufficio del turismo dove una ragazza molto gentile imbraccia il telefono e chiama una lunghissima serie di numeri, alla fine ci trova due camere al Mc Laughins Inn un albergo in fronte all’oceano tra Portrush e Portstewart con all’interno il ristorante e il Pub locale quindi cosa chiedere di più?
Lasciamo le valigie nella spaziosa ed elegante camera poi partiamo verso la nostra prima meta naturalistica irlandese: le Giant’s Causeway. Arriviamo che sono già le cinque del pomeriggio passate e iniziamo la camminata alta per un miglio (1,6Km) dopodichè scendiamo per una ripida e stretta scalinata in pietra fino alle vere e proprie Causeway, in effetti in un’era dove l’uomo plasma ogni cosa sembra così difficile entrare nell’ottica che una cosa così geometricamente perfetta sia il frutto della sola natura. Torniamo al parcheggio e ripercorriamo la bella strada costiera che arriva a Bushmills dove ci fermiamo a dissetarci in un pub locale; si torna in albergo a lavarsi e scendiamo per cena dove mangiamo gamberoni di antipasto e sottofiletto (veramente tenerissimo), qualche birra e qualche parola e Zaira va dormire ma dopo 15 minuti pure noi maschietti ne seguiamo l’esempio. Domani ci aspetta un’altra bella giornata.

Sabato 11 agosto 2007
Sveglia alle ore 08:00. Zaira aveva chiesto la famosa pioggerellina irlandese e viene accontentata; al risveglio guardiamo fuori dalla finestra e dall’oceano arriva una bianca nebbiolina che rende il panorama meno marittimo di ieri ma sicuramente più misterioso. Stamattina ci aspetta la famosa Irish Breakfast! Devo dire che è sicuramente una colazione molto sostanziosa e nutriente che ti permette di tirare avanti per lungo tempo.
Dopo aver caricato la macchina sotto una leggera ma penetrante ed insistente pioggerellina, torniamo a Bushmills per fare il giro della distilleria dell’omonimo Whiskey, non troppo interessante se non che alla fine offrono assaggi di Whiskey (alle 10 di mattina) e posso comprare due bottiglie di Black Bush ad un prezzo conveniente.
Dopo la visita ripartiamo sempre sotto la pioggia in direzione Gweemore nel plurinominato Donegal! Il viaggio procede tranquillo e bagnato quando finalmente entriamo in questa splendida contea e dopo mille curve e parecchi scenari da favola arriviamo per mangiare pranzo alla Leo’s Tavern, la taverna gestita dai genitori dei (qui) famosissimi Clannad e della (ovunque) famosissima Enya. I dischi d’oro, e i vari riconoscimenti adornano le pareti di questo locale che però purtroppo non si può più chiamare taverna data la sua inclinazione molto commerciale.
Usciti impostiamo il navigatore su Ardara, paesello non lontano dalla costa oceanica. La strada che ci fa prendere è molto stretta e si inerpica per una vallata a fianco di un torrente con l’acqua color Guinness (Non sarà mica questa torbiera sconfinata a dare il colore alla birra?) ad un certo punto vediamo una strada sconnessa sulla destra che sale in cima alla collina e ci diciamo: “Perché no? Alla fine dicono che perdersi in irlanda è una cosa da fare” e hanno ragione! Lasciamo che il navigatore continui a dire: “Ricalcolo-Ricalcolo” che noi scolliniamo e ci troviamo davanti il vero Donegal! Una distesa di erica e verde erbetta, puntinata da una miriade di pecore e qualche casa sparsa con l’oceano di sfondo.
Guidiamo in serenità fino al piccolo paese di Ardara dove per soli 25 Euro a testa avevamo prenotato telefonicamente delle camere ma purtroppo senza colazione. Ci laviamo e la fida Lonely Planet ci avvisa che nel paesino si trovano un ristorantino e un pub segnalati come tra i migliori che si possono trovare in tutta l’Irlanda, allora andiamo a far visita al ristorantino da Nancy’s il quale dista dall’appartamento 80/100mt e la struttura è a dir poco fatiscente, è una tipica “bettola” irlandese quindi ci infiliamo subito dentro perché da che mondo è mondo nelle bettole di paese si mangia bene e qui si mangia anche sui tavoli delle macchine da cucire tra l’altro. In effetti non si sbaglia assolutamente: la zuppa di pesce (Seafood Chowder) è semplicemente superba! Usciamo e andiamo al pub segnalato: il Corner House il quale dista dall’appartamento circa 10mt (è dall’altra parte della strada); è sabato sera e c’è un’atmosfera tutta particolare, non ci sono turisti e gli irlandesi fanno festa a modo loro, bevendo Guinness, cantando a turno, suonando e ridendo e noi ci abbandoniamo ai loro ritmi tradizionali e alla loro gentilezza… e alla Guinness. Facciamo tardi ma anche questa è l’Irlanda!!

Domenica 12 agosto 2007
Stamattina si dorme fino a tardi perché è si una vacanza On The Road ma è pur sempre vacanza. Le tappe di oggi sono il passo “alpino” Glen Gesh Pass e le più alte scogliere d’Europa le Slieve League le quali raggiungono i 600 mt di altezza.
Facciamo colazione a basa di un inusuale caffè e brioche dopodichè partiamo per il passo che amano definire “alpino”; in effetti quando iniziamo a salire la vallata, i pini e il paesaggio ci ricordano un po’ casa nostra. In cima fotografie d’obbligo poi giù in discesa con l’oceano in fronte fino a Glencolumkille con il suo menhir millenario e la sua splendida chiesetta. Troviamo un ristorante dove mangiamo pranzo per 13,00 Euro a testa poi ci fermiamo appena dopo a fotografare le case con il tetto in paglia e le bianche spiagge di Glen’s Head quindi impostiamo il navigatore in direzione Carrick.
Raggiunto il tranquillo paesino svoltiamo a destra e iniziamo a salire alla destra del mare e qui mi delude un po’ la strada che viene segnalata e commentata da tutti come una strada adrenalinica a piombo sugli scogli, quando invece (superata la sbarra che bisogna aprirsi e chiudersi da soli) per chi come noi è abituato a guidare in montagna è una strada normalissima. Però arriviamo in cima e li possiamo finalmente vedere la grandiosità delle montagne che cadono a picco sul mare; le foto si sprecano e una leggera pioggia cerca di sovrastare i caldi raggi solari. Restiamo molto tempo passeggiando per le scogliere ammutoliti davanti a tanta maestosità poi torniamo indietro passando però dalla strada nazionale e quindi dalla graziosa cittadina portuale di Killybegs, non ci fermiamo e veloci arriviamo ad Ardara.
Ci fermiamo a prendere un aperitivo ascoltando il concerto di una band di tredicenni che suonano sul rimorchio di un trattore, sul marciapiede con le macchine che passano davanti e il pubblico sul marciapiede dall’altra parte della strada. Poi doccia e nuovamente cena da Nancy’s, zuppa d’ordinanza (è troppo buona) poi io e Fede prendiamo una sorta di pane alle noci con salmone affumicato e formaggio tutto passato al forno mentre Zaira e Davide prendono le chele di granchio. Tutto ottimo poi torniamo al pub Corner House ad aspettare la mezzanotte e festeggiare il compleanno di Fede quindi a dormire che domani è giorno di trasferimento.

Lunedi 13 agosto 2007
Avevamo detto 09:30 ma io e Zaira siamo rimastri a poltrire fino alle 10:00, colazione e rapida visione delle destinazioni future su internet poi partiamo alla volta di Westport nella contea di Mayo. Le strade qui sono molto differenti rispetto al Donegal, sono larghe e scorrevoli ma anche molto più trafficate però tranne un poco di coda alla città di Sligo, tutto procede per il meglio.
Subito sotto la suddetta città lasciamo la strada principale per andare a visitare i tumuli di Carrowmore costituite da tombe datate da 5.000 fino a 7.000 anni fa! Abbiamo preso sul ridere queste costruzioni perché immerse così nel verde pareva essere in un campo da golf però se si pensa alla costruzione e alle tecniche sono molto suggestive. Ritorniamo sulla strada maestra, pranzo veloce e fiancheggiando il lago Conn arriviamo fino a Newport per far visita all’abbazia Burrishoole Abbey, la tipica abbazia irlandese con il tetto diroccato, il cimitero con le croci celtiche, l’erbetta e il mare.
Nel mentre dopo una giornata di sole misto a pioggia, esce un sole azzurro pieno, da invidiare! Faccio tantissime fotografie poi si riparte per la meta di Westport, bellissima cittadina portuale con vie colorate, marciapiedi larghi e brulicanti di vita; troviamo il nostro B&B (Moher House) 8km fuori Westport, un bellissimo cottage immerso nel verde a fianco di un laghetto. La padrona di casa è molto gentile e come entriamo ci offre una calda tazza di thè poi ci mostra le camere: la mia e di Zaira è una camera piccolina che sembra la Camera delle Bambole con tantissimo rosa e fiori ricamati ovunque e Zaira ne va matta mentre a me proprio… Davide e Fede invece hanno una spaziosissima camera con due letti da una piazza e mezza ogniuno (ovviamente ogni camera che abbiamo preso durante questa vacanza era en suite cioè quindi con il bagno privato in camera). Ci riposiamo e ci laviamo poi torniamo a Westport per mangiare in un pub bellissimo ma alquanto caro in fronte al porto. Segue passeggiatina digestiva e io ne approfitto per scattare alcune foto molto suggestive del tramonto, continuiamo la passeggiata fino ad un pub che sembra un grazioso (e pulitissimo) ritrovo di pescatori; beviamo qualcosa discutendo delle problematiche italiane ma a mezzanotte siamo tutti a letto, domani si va a Clifden in Connemara e ritorno.

Martedi 14 agosto 2007
La sveglia suona alle 08:00, colazione è alle 08:30. Avevamo ordinato tutti e quattro salmone affumicato e uova sbattute e ne eravamo tutti intimoriti però con sorpresa abbiamo appurato che è invece un’ottima colazione nutriente che ci ha permesso di andare avanti fino all’una e mezza passata.
La giornata è tremenda: vento, nuvole e pioggia a catini ma siamo decisi a farci un giro per il Connemara così usciamo dal B&B in direzione Louisbourgh lungo una stretta strada la quale ci fa fare la conoscenza di due splendidi cavalli, poi entriamo nella mistica e desolata Doolough Valley con il suo Dark Lake che con la nebbia rende tutto più tetro, continuiamo la strada fino a circumnavigare un fiordo e ad incrociare la bella Keystone Abbey una volta abbazia e ora collegio femminile per super ricchi di tutto il mondo ma l’ingresso a 12 Euro (!!!) ci fa desistere, continuiamo così fino a Clifden e qui abbiamo la prima vera delusione irlandese, non solo noi ci aspettavamo completamente un’altra cosa, ma quella che avevamo davanti agli occhi era proprio brutta! Non esiste nemmeno il porto, solo una scura lingua di torba con alcune imbarcazioni in secca simili a sinistri relitti; unica nota positiva è che riusciamo a mangiare (bene) in un pub spendendo solamente 10,00 Euro a testa.
Torniamo allora verso Westport, io guido e gli altri dormono tutti mentre la pioggia continua a tamburellare sul lunotto della macchina. Arriviamo alle 15:00 al B&B e ci ridiamo appuntamento alle 17:30 per visitare il centro di Westport il quale sarà sicuramente meglio di Clifden.
Arriviamo in Westport che piove ancora, andiamo subito in un Internet Point a controllare alcune cose e cercare delle Farm House, le famose fattorie-B&B, nelle quali si dice si stia in maniera particolarmente confortevole, nel mentre l’acqua smette di cadere e facciamo una bella passeggiata guardando le vetrine dei colorati negozi (certo che il centro di Westport è veramente bello!), troviamo da mangiare nella via centrale: pollo al curry e riso bollito (alla fine un po’ di cibo in bianco ci stava proprio bene) poi usciamo dal ristorante e la fida Lonely ci guida al piccolissimo ma molto caratteristico ed autentica istituzione Matt Molloy’s Pub di proprietà di Matt Molloy dei Chieftains; qui un signore intona canti gaelici in solitaria dinnanzi ad una piccola folla estasiata poi, tranquilli, andiamo a dormire.

Mercoledi 15 agosto 2007
E’ferragosto ma qui non sembra venire festeggiato in maniera particolare, ci siamo alzati alle 08:30 e fatto nuovamente colazione con uova e salmone, oggi siamo fortunati e il sole fa capolino tra le nuvole colorando tutto di un verde splendido.
Le destinazioni principali della giornata sono il piccolo porto di pescatori di Roundstone nel Connemara e poi Galway. La strada all’interno del Connemara è a dir poco stupenda! Non sembra nemmeno di essere in Irlanda tanto questa distesa di pini, laghi, praterie e montagne è rilassante, strana ed eterea. Con tutta calma arriviamo a Roundstone che oltrepassiamo per visitare le bianchissime spiagge di Gurteen Bay, la bianca sabbia e il mare cristallino fanno da splendido contrasto al verde irlandese; ritorniamo in paese e visitiamo il Michael Killeen Park: un inisieme di botteghe artigianali le quali lavorano ceramica, argento e creano stupendi strumenti musicali. Ci spostiamo poi in centro al, famoso in tutto il Connemara, O’Dowds Tavern dove io e Davide ci mangiamo una succulenta aragosta, poi, dopo il pranzo da re, ripartiamo alla volta di Galway.
La strada scorre tranquilla sotto di noi e in un attimo siamo nella capitale occidentale d’Irlanda; prendiamo posto nel (caro) B&B, doccia, poi usciamo subito e ci addentriamo nella colorata cittadina cercando una lavanderia ma nulla da fare e notiamo con disappunto che Galway è vittima di un traffico congestionante e il centro è praticamente immobilizzato. Lasciamo la macchina in un autosilos dopodichè partiamo a piedi lungo Eyre Park: prima sosta un centro di prenotazioni per il traghetto fino alle isole Aran del giorno dopo (25 Euro a/r) poi entriamo nella zona pedonale, molto bella e colorata, piena di giovani di ogni parte del mondo e quindi così poco irlandese, pensiamo ad Ardara e a Westport che ci sembrano già così lontani, nel mentre io regalo a Zaira il tradizionale Claddagh Ring (Eh si, qui è d’obbligo) e lei ne è tutta felice.
Mangiamo cena in un bel locale vicino all’Arco Spagnolo poi torniamo a passeggiare fino ad incontrare l’insegna del King’s Head Pub dove un buttafuori ci chiede la carta d’identità, mostriamo il documento richiesto ed entriamo; l’interno del pub è moderno ma con una vena ttradizionale e soprattutto è enorme e diviso su tre piani, pieno di giovani; questa sera suonano i Kif e sono veramente molto bravi con un repertorio che spazia per i grandi successi del pop moderno. Li ascoltiamo per un bel po’ dopodichè usciamo e capiamo il perché della carta d’identità: i giovani restano fuori e bevono alcoolici per strada con le bottiglie nascoste in sacchetti di carta fino ad ubriacarsi. Torniamo alla macchina soffermandoci ad ammirare alcuni artisti di strada poi andiamo a dormire che domani è giornata lunga.

Giovedì 16 agosto 2007
Sveglia alle ore 07:45, colazione e partenza per Rossaveel da dove partono i traghetti diretti alle Isole Aran e di nuovo un’altra odissea: il B&B dove ci troviamo si trova in una zona residenziale di Galway quindi partiamo e andiamo subito a consegnare della roba da lavare in una lavanderia indicata dalla padrona del B&B, consegniamo e sono già le 09:30 e il traghetto parte alle 10:30 da Rossaveel cioè a 40km da Galway e qui non ci sono le autostrade, così partiamo a razzo per le strade piratando qui e li fin quando il navigatore non ci fa prendere una delle sue stradine minuscole e ci perdiamo nel nulla ma il navigatore comanda e noi lo seguiamo fiduciosi a velocità Warp finchè in una stretta curva verso destra devo inchiodare per non piantarmi dentro un camion fermo in curva con le quattro frecce accese, superato lo stupore buttiamo lo sguardo in avanti e di nuovo che lo stupore ritorna: un motociclista aveva avuto un incidente ed era finito da solo nel fosso a fianco della strada, fortunatamente non era un incidente grave solo che il motociclista irlandese armato di Suzuki anni ’70 con tanto di sax legato dietro era completamente ubriaco alle 10:00 di mattina!! Fortuna sua che era vestito di tutto punto con tuta intera, protezioni alle spalle, alle ginocchia, etc etc. Aiutiamo il padrone del camion e suo figlio a togliere la motocicletta da in mezzo alla strada mentre il motociclista ubriaco (puzzando di alcool in maniera incredibile) si inciampa continuamente e sbiascica delle incomprensibili parole.
Ripartiamo ancor più veloci su questa strada desolata quando Fede controlla sul satellitare dove siamo diretti e… notiamo che ci sta conducendo ad una cittadina omonima ma sita in mezzo al Connemara! Così cambiamo la destinazione al volo e partiamo sempre più spediti (fortuna che in totale avremmo incrociato tre o al massimo quattro macchine) tra brughiere e altipiani e non so bene ancora come ma alle 10:30 esatte poggiavamo il nostro piede sul battello!
Ci sediamo all’aperto data la bellissima giornata per goderci il sole e la brezza marina mentre la veloce imbarcazione con facilità arriva in 45 minuti all’ormeggio dell’isola più grande di Inish More. Troviamo un minibus che ci accompagna fino alla metà dell’isola lunga 14Km dove scendiamo dal mezzo motorizzato e saliamo a piedi fino al forte celtico che si erge sulla sommità dell’isola; da qui il panorama è mozzafiato e ci corichiamo per guardare lo strapiombo delle scogliere alte 87 metri ed è impressionante vedere le onde che si infrangono ed entrano in buie cavità sotto la roccia. A filo dello strapiombo si erge un altare quadrato dove i celti celebravano i loro riti. Ridiscendiamo la collina e mangiamo un sandwich per pranzo nel mentre aspettiamo il minibus che ci deve portare a finire il giro dell’isola; quando arriva io salgo a fianco del guidatore, un corpulento signore sulla cinquantina che mi spiega l’isola avere 835 abitanti, un mini ospedale nuovo, due scuole elementari e una media, un solo store e sei pub! Mi dice anche che riesce a lavorare anche in inverno grazie al turismo anche se la vita è molto più tranquilla. Gli chiedo poi dei muretti in pietra che qui sono una vera e propria costante impressionante e lui mi spiega che i muri erano stati eretti per difendere le colture dalla furia delle correnti oceaniche, poi, gli altri sono stati eretti per dividere il terreno del padre al matrimonio della figlia in valore di dote essendo il terreno un valore importante per la vita rurale del tempo quindi più veniva diviso e più muretti venivano costruiti. Nel mentre arriviamo alla punta settentrionale dell’isola e il minibus deve tornare indietro, in effetti guardare queste lingue di roccia che entrano come lame nel freddo e scuro oceano fa pensare veramente di essere al confine del mondo. Il minibus torna indietro lungo la stretta stradina costiera e ad un certo punto ci fermiamo ad ammirare le foche che assonnate ci guardano con sguardo simpatico (e non possiamo fare a meno di pensare alla orribile mattanza che pure nel 2007 continua ad esistere in alcuni luoghi della Terra).
Continuiamo il tragitto fino al porto dove facciamo acquisti di rito poi torniamo sulla terraferma, riprendiamo la nostra vettura e stanchi torniamo a Galway mangiando qualcosa per strada poi a dormire!

Venerdi 17 agosto 2007
Piove e tira vento, ma la parte peggiore è stato il soggiorno nel B&B di Galway che io consiglio di evitare come la peste (Corrib View in Woodhaven Road), in parole povere per 45,00 Euro al giorno non abbiamo avuto accoglienza, abbiamo dovuto cambiare stanza dopo la prima notte, la colazione pessima e avevamo un solo e veramente minuscolo bagno in quattro ma la cosa più grave è che al ritorno dalle isole Aran solo Zaira e Davide sono riusciti a farsi una doccia calda mentre io e Fede, tutti pieni di salsedine dovuta al traghetto, l’abbiamo dovuta fare gelata! Così chiediamo uno sconto alla signora per i disagi avuti e lei fa orecchie da mercante così paghiamo e con un sorriso di circostanza ce ne andiamo.
Puntiamo a sud verso il Dunguaire Castle, castello ora adibito a “ristorante” dove si svolgono banchetti medievali e l’unico aggettivo che mi viene in mente è: piccolo! Poi continuiamo sino ad arrivare nel lunare Burren: qui il tempo non si è fermato, semplicemente non è mai esistito. Questa landa desolata e affascinante ci lascia un attimo a pensare, poi alla sua sommità visitiamo il dolmen più significativo d’Irlanda: il Poulnabrone Dolmen, foto di rito quindi risaliamo in macchina e ridiscendiamo il Burren fino alla strada costiera, ci fermiamo al giro di boa della Black Head e facciamo finta di non capire un cartello con scritto “No Entry”, gli passiamo oltre e saltellando sul calcare arriviamo sino al faro e riusciamo ad ammirare le Isole Aran e la baia di Galway in un unico colpo d’occhio. La strada si snoda piacevole davanti a noi lungo la costa, poi ci fa rientrare leggermente nell’entroterra quindi scivoliamo in discesa verso il bellissimo villaggio di Doolin con una pioggerellina e un panorama Irish che più Irish non si può!
Troviamo il nostro B&B in una bellissima fattoria vista oceano (Bay View Farmhouse) con una signora di una ospitalità incredibile, le camere sono belle, curate e pulite, i bagni perfetti; la signora ci consiglia un paio di attrattive della zona e un posto dove mangiare bene, che poi sarebbe un pub divenuto istituzione nella contea per la qualità del cibo e della sua musica tradizionale (altra cosa per la quale Doolin è famosa). E’ ora di cena così scendiamo al pub dove passiamo una bellissima e lunga serata a ridere, scherzare, parlare, bere Guinness e ascoltare musica… cosa volere di più?

Sabato 18 agosto 2007
Ci svegliamo alle 08:30 e la nostra vista sull’oceano ci regala vento forte e pioggia ma il morale è alto e la Irish breakfast ci mette subito in forze, mettiamo un po’ in ordine le valigie nel mentre la pioggia cessa e Zaira parte a piedi per la vera destinazione irlandese: le Cliff Of Moher; lascio Zaira camminare un po’ poi partiamo anche noi tre e la troviamo trulla trulla a camminare per l’Irlanda tutta felice nel suo bianco maglione delle Isole Aran, nel mentre pure il sole fa capolino. La carichiamo in macchina anche se era praticamente arrivata e parcheggiamo nel (caro, 8,00 Euro) parcheggio, attraversiamo la strada, passiamo a fianco del Visitor Centre incassato nella collina e sono un po’ contrariato per la presenza di tanti turisti ma mi dicono che il pomeriggio è sempre peggio perchè egoisticamente un posto così lo si vorrebbe vivere da soli.
Camminiamo ancora un po’, superiamo un crinale ed eccole li: maestose, gigantesche, imponenti, con il mare che gli sbatte addosso continuamente e violentemente ma loro sono li con le loro bocche buie sempre aperte in un silenzioso urlo. Il vento sferza i nostri volti ma il panorama che la natura ci offre è impareggiabile e ci fa dimenticare tutto, saliamo fino alla torre di osservazione e vediamo tutte le cliff insieme proprio quando il sole squarcia definitivamente le nuvole e illumina la più piccola delle Isole Aran come se avesse luce propria. E’ tutto così strano, lento e bello lassù; scatto foto come un pazzo cercando di rubare almeno un poco di così tanta bellezza.
Giruliamo un’ora almeno da una parte all’altra delle Cliff poi passiamo al Visitor Centre a comprare finalmente le cartoline e visto che i francobolli li avevo comprati in un ufficio postale giorni prima, faccio che sedermi a scriverle e quindi imbucarle sperando arrivino prima di noi.
A malincuore risaliamo in macchina e andiamo a mangiare un panino per pranzo poi torniamo alla fattoria a fare riposino vacanziero e per telefonare ad altre farm per la notte di domani a Killarney e un B&B a Kilkenny così, avendo già prenotato e pagato l’ultima notte a Dublino, abbiamo finito di prenotare le nostre notti irlandesi. Usciamo nuovamente e andiamo sugli scogli di Doolin dove complice il bel sole e il vento forte, troviamo bellissimi colori e onde gigantesche; ne approfitto per scattare foto spettacolari. Camminiamo a lungo affascinati poi ci spostiamo sul prato adiacente e ci corichiamo sulla verde erbetta inaspettatamente asciutta e stiamo li in silenzio con solo il rumore del vento e del mare che urla a cullare ogni nostro pensiero; li la schiena non fa più male e la testa non pesa più, ci sei solo tu come piccolo uomo che assisti a qualcosa più grande di te che non puoi capire: è il respiro della Terra ma non ti impaurisce e stai li con un sorriso.
Dopo un lungo lasso di tempo ci alziamo e sempre saltellando sul calcare come esperti autoctoni torniamo al nostro “Thunder” color ciliegia e torniamo alla farm dove io e Zaira ci prendiamo un thè guardando fuori dalla vetrata il vento che sferza i fiori e l’oceano che ruggisce. Facciamo tutti doccia e ci ritroviamo alle 20:20 per andare a cena, questa sera cambiamo e andiamo in un altro locale sempre consigliato dalla gentilissima Signora Browne: il Mc Gann’s dove dicono suonino una musica eccezionale. Arriviamo ed è strapieno e riusciamo solo a trovare quattro alti sgabelli fronte muro; mangiamo qualcosa, poi, complice la tarda ora di ieri sera e i posti non troppo comodi ci portiamo a dormire presto presto anche perché da domani ci aspettano due giorni veramente On The Road prima di chiudere il cerchio a Dublino.

Domenica 19 agosto 2007
Sveglia alle 08:00 per tirare su le valigie visto che sembra ci sia stata un’esplosione di vestiti. Il risveglio è perfetto: sentiamo il rumore del vento e la nostra vetrata ci svela una bellissima giornata di sole, l’aria della casa è pervasa da un buon odore di caffè appena fatto. La simpaticissima Signora Browne e suo marito ci preparano una deliziosa e tipicamente Irish Breakfast quindi carichiamo i bagagli in macchina e torniamo dentro a pagare (32,50 Euro a testa al giorno stra-meritati, altro che quel postaccio a Galway!), a firmare il guestbook della farmhouse e a salutare entrambi i coniugi affettuosamente.
Partiamo a malincuore da questo bellissimo posto con il muso della macchina rivolto a sud, passiamo a fianco delle Cliff e continuiamo fino a Killimer a nord dell’estuario dello Shannon dove traghettiamo noi e la vettura per soli 15,00 Euro risparmiandoci almeno 60Km di strada.
Dopo circa venti minuti il traghetto sbarca a Tarbert e noi partiamo verso il Ring of Kerry. C’è da dire che al sud le strade sono sempre migliori che al nord e arriviamo agevolmente sul Ring ma se devo essere sincero, quando ci siamo fermati per pranzo a Waterville, non ero per nulla entusiasta di questo beneamato Ring ma, dopo pranzo, iniziamo la parte sud e superato il promontorio tutto cambia, un paesaggio mozzafiato si apre agli occhi! Isole, bianche spiagge, barche, montagne…. Poi la strada sale e scende dolcemente regalando scenari sempre diversi. Tutto bellissimo anche quando mi sono messo a “parlare” con alcune pecorelle molto diverse da quelle del nord, queste sono piccole e rotonde con il muso nero e senza corna.
Continuiamo a viaggiare fino all’ingresso del Killarney National Park con tutte le piante e i massi ricoperti di muschio. Mi fermo a fare delle foto perché pare di essere nella Contea di Frodo e Bilbo Baggins. Nel mentre arriviamo a Killarney ma prima di entrarci troviamo il cartello che indica la nostra farmhouse la quale dista 4km dalla cittadina. E’un centro ippico immerso nel verde (Muckross Riding Stables) non nuovissimo ma onesto, camere spaziose, bagni in camera molto belli, tutto pulito e un’atmosfera da Far West che non guasta proprio (a 35,00 Euro a persona). Prendiamo posto nelle camere e facciamo doccia anche perché siamo stati tutto il giorno in macchina e, data la lontanaza del B&B dal centro, usciamo già cambiati per star via a cena. Domani ci aspetta un’altra lunga tirata fino a Kilkenny ma questo è il prezzo da pagare per essere stato più giorni in altri e splendidi posti.
Il centro di Killarney è molto British, come stile direi vittoriano, sembra di essere in un quartiere elegante di Londra; è tutto molto bello e molto curato con alberghi e ristoranti di livello che si snodano tra New Street e Main Street. Cerchiamo un pub che ci aggrada e ne troviamo uno il The Danny Mann, un risto-pub dove si suona ogni sera dell’anno e che ha vinto negli anni molti award ma i prezzi sono in linea con tutti i posti visitati sinora. Mangiamo poi lasciamo posto a delle scatenate signore un po’ attempate ma tutte armate di Guinness alla mano e andiamo a farci una passeggiata fino al Killarney Grand, un pub bellissimo con una spiccata e quantomeno insolita, per un pub irlandese, atmosfera soft, beviamo qualcosa poi altra passeggiata digestiva fino alla macchina quindi torniamo alla farmhouse un po’ stanchi per il lungo viaggio e un po’ perché domani è l’ultimo lungo trasferimento irlandese da Killarney a Kilkenny!

Lunedi 20 agosto 2007
Sveglia alle 08:00 e colazione; se devo essere sincero questo B&B è molto bello ma anche molto “freddo”, a parte quando siamo arrivati che ci sono state mostrate le camere e consegnate le chiavi quasi senza proferire parola, questa mattina a colazione era tutto a buffet e solo una signora è enrata veloce a portare bacon e uova per poi subito sparire. Tiriamo su le valigie, paghiamo e via!
Partiamo sotto un bel sole, le strade sono molto larghe e si viaggia bene ma nonostante tutto il satellitare ci avverte che ci vogliono appena più di tre ore da Killarney a Kilkenny così senza soste viaggiamo spediti nell’entroterra irlandese. Ci accorgiamo di essere nei dintorni di Kilkenny dalla verdissima erbetta che contraddistingue questa contea e 13km prima ci fermiamo al piccolissimo paese di Kells dove andiamo a visitare il Kells Priory, un vecchio monastero in rovina segnato come oasi di pace ed in effetti è proprio così. Si può tranquillamente passeggiare tra le pecorelle che brucano serene tra le antiche rovine e si spostano solamente e si cerca proprio di accarezzarle, in più abbiamo la fortuna di avere un vento caldo e una bellissima giornata di accompagnamento.
Risaliamo in macchina e facciamo i 13km che ci dividono da Kilkenny tra colline e ponti in pietra ricoperti di edera su ruscelli fino ad arrivare al nostro ultimo B&B (Carriglea). Lasciamo la macchina nel parcheggio privato e a piedi (1 minuto) siamo nel prato in fronte al bellissimo castello. Il maniero è perfettamente conservato e il parco è uno spettacolo per gli occhi ma la visita la saltiamo perché ci prende 50 minuti e non mi lasciano portare dietro la mia fida Canon, così decidiamo di passare oltre e di visitare il centro che è veramente variopinto e pieno di giovani; scendiamo fino alla Dark Abbey e risaliamo alla St.Patrick Cathedral quindi sosta tattica e ripassando nel parco torniamo indietro al B&B per una salutare doccia.
Alle 20:00 ci ritroviamo e torniamo a piedi in centro. Mangiamo in un tranquillo bistrot il Bollards Bar & Bistro poi cambiamo locale per sentire ancora un po’ di musica irlandese e a mezzanotte, sotto lo splendido scorcio dei torrioni illuminati, andiamo a dormire perché domani si torna a Dublino per l’ultima notte irlandese e per chiudere il cerchio aperto 15 giorni fa.

Martedi 21 agosto 2007
Sveglia alle 07:45 dopo una lunga dormita in questa splendida camera vittoriana, ci si lava e alle 08:15 scendiamo per l’ultima Traditional Irish Breakfast della vacanza (gli alberghi non contano), nel mentre l’azzurro di ieri è stato sostituito da una coltre grigia ma il meteo oggi non ci preoccupa eccessivamente. Tiriamo su le valigie e partiamo che sono le 09:20.
Lasciamo Kilkenny puntando a nord-est in direzione Dublino e le strade sono molto scorrevoli almeno fino all’arrivo nella capitale dove il traffico è congestionato. C’è da dire però che a Dublino ci aspetta un bellissimo sole il quale ci accompagna fino all’albergo (lo stesso delle prime due notti) verso le 11:30 ma le camere non sono ancora pronte così lasciamo i bagagli alla reception e partiamo per l’ultimo viaggio insieme alla fida “Donegal’s Thunder”. Il satellitare ci guida all’aeroporto dove, dopo una veloce ripulita interna, riconsegnamo la macchina che fedelmente ci ha accompagnato per tutti i 2.200Km (in realtà 2.164,80km) di questo viaggio on the road; a volte forse è stata maltrattata (Donegal e Connemara), altre per motivi di urgenza le abbiamo tirato il collo (per le isole Aran), però in fondo l’abbiamo trattata bene. Infatti il ragazzo della County Car Rental la ispeziona e dice che è molto sporca ma è tutto a posto così ce ne torniamo in albergo con un taxi il quale conducente ci fa le solite domande di rito e quando gli diciamo quanti chilometri abbiamo fatto lui ci risponde: “Ma come avete fatto? L’isola non è grande così!”
Arrivati al Days Hotel Rathmines mangiamo un panino al Subway di fronte poi prendiamo le camere: a Fede e Davide ridanno una comoda doppia e a me e Zaira sono così gentili da ridarci una suite senza dover aggiungere nulla. Facciamo una doccia e ci ritroviamo pronti ad uscire, andiamo fino in centro in Grafton Street per gli ultimi regali che ci eravamo ripromessi di fare: maglie da rugby, magliette della Guinness, gadget vari, etc etc. poi ci avviamo verso Temple Bar, girovagando per il centro ci concediamo un aperitivo mentre aspettiamo l’ora di cena sempre al The Bull & Castle questa volta il tavolo è sopra una graziosa balconata. Mangiamo ricordando i vari aneddoti che hanno contraddistinto questa vacanza e dopo cena scendiamo fino al Temple Bar Pub per l’ultima pinta dell’amata Guinness dopodichè facciamo una bella passeggiata fino al Trinity College dove prendiamo un taxi guidato da un pazzo che a tutta velocità ci porta (per fortuna sani e salvi) in albergo.

Mercoledi 22 agosto 2007 Dublino-Londra / Londra-Torino
Abbiamo dormito profondamente in questo splendido letto fino alle 09:15 e ci svegliamo nuovamente sotto uno splendido sole ma tristi perché sappiamo essere arrivato il giorno della partenza. Facciamo colazione continental (tranne ovviamente Davide che continua imperterrito con la Irish alla quale ha ben pensato di aggiungerci dei funghi) poi ci diamo appuntamento alle 11:45 nella hall; in camera dividiamo le cose pesanti negli zaini e le cose più leggere nelle valigie e all’ora stabilita siamo nella hall ad aspettare un minivan che ci accompagna all’aeroporto.
Arriviamo facilmente all’aerostazione ma non altrettanto facilmente facciamo il Chek-In infatti le nostre valigie sono tutte sopra i 15Kg accettati da Ryanair e la tolleranza arriva solo fino a 17Kg ma la valigia di Zaira ne pesa 25Kg!!! Io riesco a far passare la mia che pesa 17,6Kg e dividiamo la roba di Zaira negli Zaini di tutti che riesce quindi a far passare la valigia ma quella di Fede conta 17,1Kg e non gliela passano così dobbiamo proprio pressare tutto negli zaini per far stare la sua roba in più con il risultato che ora gli zaini pesano più delle valigie.
Ci imbarchiamo e alle 15:35 siamo in volo: le verde erbetta diventa prato, poi fattoria, paese e contea e siamo già sul mare; in un attimo siamo sopra l’Inghilterra così vicini ma così lontani da quei paesaggi e da quelle stradine così strette che sono la nostra macchina passava (tra le altre cose vorrei suggerire di utilizzare un satellitare come il nostro con l’ultimo aggiornamento delle mappe irlandesi perché è tutto mappato ma la classificazione delle strade è diversa da noi così lui calcola passaggi su strade tipo regionali che sono appena più di mulattiere in verità, ma questo ci ha fatto vedere scorci completamente al di fuori delle rotte turistiche e abbiamo fatto chilometri e chilometri senza mai incontrare altre macchine).
Il volo da Dublino a Londra dura pochissimo e atterriamo non senza pochi sballottamenti dati da un forte vento; tocchiamo terra inglese e aspettiamo i bagagli: il mio arriva per primo in assoluto (strano), non facciamo coda al controllo passaporti (strano), una discreta coda per il Check-In Londra-Torino e l’impiegata ci carica i bagagli senza fare storie per nessuno di noi (strano), facciamo il metal-detector in una porta dove non c’è coda (strano), ci fermiamo al bar e venti minuti prima dell’imbarco siamo davanti al gate ma… L’aereo parte in ritardo di 45 minuti! Mi pareva strano che a gente come noi filasse tutto troppo liscio! Comunque riusciamo a partire alle 20:05 al posto che alle 19:20 (ore locali) e in volo siamo sopra ad un mare di nuvole e al crepuscolo in un sol colpo d’occhio si riesce a vedere il tramonto da una parte e la notte appena più in la. La durata del volo ci dicono essere 1 ora e 40 minuti così dovrebbe riuscire a recuperare 20 minuti.
Atterriamo a Torino in una serata piovosa e aspettiamo l’arrivo di mio fratello, carichiamo i bagagli e dopo mezz’ora siamo ad Ivrea e queste volte le autostrade sono aperte. Passiamo da Loranzè a scaricare Fede poi a casa mia in Valchiusella; io riprendo il controllo della mia macchina che ora ha tutte e quattro le gomme gonfie e mio fratello torna a casa sua portando Davide che è di strada nel mentre io porto a casa Zaira e subito ritorno alla mia; porto dentro i bagagli, saluto i miei che sono già nel letto, doccia e poi dormire … Ma prima di finire tra le braccia di Morfeo penso ai luoghi, le persone e l’anima di quella bellissima isola che come il suo verde ti prende l’occhio, il suo fascino ti ruba un pezzo di cuore. Ciao Irlanda, forse un giorno ci incontreremo nuovamente.

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