A febbraio sono stata in Senegal per una settimana e questo viaggio ha fortemente risvegliato in me quello che oserei definire “il mal d’Africa” (di cui soffro già da oltre 13 anni ma che ogni tanto si attenua se rimango a lungo lontana da quel meraviglioso continente); appena rientrata a casa ero quasi ossessionata dal bisogno di ritornare in Africa e così ho cominciato a cercare informazioni per la Namibia (già nei miei progetti futuri dopo aver visto le foto di alcune amiche che c’erano state e che ne erano tornate incantate) in modo da riuscire ad organizzare un nuovo viaggio in ottobre ma poi fortunatamente mi è capitata un’occasione fantastica, ovvero un viaggio già organizzato ad un ottimo prezzo per fine maggio… e dopo averne parlato con una delle mie amiche interessata a quest’avventura abbiamo deciso di partire.
Ovviamente abbiamo avuto non pochi problemi sia al lavoro per le ferie che in famiglia, infatti dopo essere state 20 giorni a novembre in Polinesia e una settimana in Senegal a febbraio per loro ripartire di nuovo era una cosa impensabile… per loro, ma non per noi che alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo partite lo stesso!
Informazioni Tecniche:
Tour operator: Evolutiontravel.net
Guida e organizzatore del viaggio: Roberto Armani
Costo totale del viaggio: circa € 2500,00 in totale
Mezzi di trasporto: aereo (ALITALIA - Air Namibia)
Fuoristrada Tojota 4x4 e pulmini
Vaccinazioni: malaria facoltativa che io non ho fatto perché il viaggio si è effettuato non nel periodo delle piogge
Moneta locale: Dollaro Namibiano
Itinerario
Sabato 28/5/2005 - Italia - Milano/Francoforte
Ore 7.55, eccoci qua sul treno. Finalmente si parte per la Namibia! E' stata molto dura ma ce l'abbiamo fatta! Abbiamo ancora davanti a noi tutto il viaggio ma non importa, sono sicura che sarà un viaggio indimenticabile, vedremo poi al ritorno se la penserò ancora così.
Prima tappa Milano. Arrivo ore 10.55, navetta per l'aeroporto ore 11.35, arrivo a Linate verso le 11.55; ci dirigiamo subito verso i banchi dell'Alitalia e li di fronte vediamo Roberto, la nostra guida che riconosco perché sul sito c'era anche la sua foto. Sono già presenti anche tutti gli altri compagni di viaggio; ci presentiamo a tutti tranne a Raffaella che è in giro col ragazzo.
Dopo le varie e-mail che ci siamo scambiati finalmente ci vediamo di persona ed ecco che Giuliano, Carlo, Claudia, Raffaele ed Elena, Roberta e Franco e Lucillo e Raffaella hanno un volto.
A prima vista mi sembra un bel gruppo. Spero che andremo tutti d'accordo e che non ci saranno problemi.
Un addetto al check-in (tipo stranissimo ma molto disponibile) accetta di emettere le nostre carte d'imbarco anche se è ancora prestissimo in quanto il volo dovrebbe decollare alle 16.00 ma per via dello sciopero in atto proprio fino alle 16 è meglio anticipare il tutto per evitare disagi.
Ci sediamo e iniziamo a fare conoscenza poi verso le 2 andiamo ad imbarcare le valigie. Roberto ha un biglietto diverso dal nostro, una tratta è elettronica e quindi per non avere problemi col bagaglio imbarca la sua valigia insieme alle nostre che sono le più leggere.
Finalmente alle 15.35 ci imbarchiamo e alle 16.00 in punto decolliamo. Per fortuna che c'era lo sciopero! Non potevamo partire più puntuali di così!
Dopo circa un'ora arriviamo a Francoforte dove fortunatamente troviamo una zona tranquilla al primo piano dove ci sistemiamo comodamente perché abbiamo davanti una lunga attesa: il nostro volo per Windhoek parte infatti solo alle 22.45.
Qui iniziamo a chiacchierare con Roberto e a parlare della Namibia e di ciò che vedremo.
Sono sempre più entusiasta e non vedo l'ora di arrivare laggiù.
Roberto mi sembra una persona molto in gamba e soprattutto mi da l'impressione che faccia tutto questo perché gli piace e non solo per lavoro, perché ama l'Africa e in modo particolare la Namibia.
Gli chiedo se è possibile per noi viaggiare in macchina con lui in modo da poter approfondire ancora di più la conoscenza del paese e lui ci dice che anche Lucillo ha chiesto la stessa cosa però se alla figlia non dispiace viaggiare in un'altra macchina per lui non ci sono problemi.
Dopo un paio d'ore ci mettiamo in fila al check-in per fare le carte d'imbarco e poi ci trasferiamo dall'altra parte della dogana dove in realtà non c'è molto. Troviamo un paio di sedie e a turno andiamo a fare un giretto e a prenderci un caffè.
Finalmente arriva l'ora di salire sull'aereo e alle 23,15 circa decolliamo! Namibia sto arrivando!
L'aereo non è pieno e così io e Melissa per fortuna abbiamo una fila da tre tutta per noi così stiamo un po' più comode.
Appena decollati ci servono la cena e poi ci mettiamo a dormire.
Domenica 29/5/2005 - Windhoek
Dopo una serie infinita di sonnellini e risvegli e cambi di posizione finalmente riaccendono le luci e arriva l'ora della colazione. Non posso dire di aver dormito molto ma almeno un po' sicuramente e mi sento sveglia e riposata pronta per iniziare una nuova avventura!
Alle 5.30 circa, ora locale, atterriamo. Scendendo dalla scaletta l'impatto con l'aria pulita e frizzante della Namibia è piacevole. In aeroporto sono abbastanza veloci e le nostre valigie ci vengono consegnate quasi subito.
Mentre aspettiamo gli ultimi io e Raffa andiamo fuori a fumare una sigaretta e vediamo il cagnolino che avevamo visto imbarcare su una gabbia a Francoforte. Poverino! Che pena sapere che si è fatto tutto il viaggio da solo nella stiva dell'aereo! Per fortuna che ora è libero e mi sembra abbastanza felice.
Stiamo salutando cagnolina e padrone quando ci rendiamo conto che i nostri compagni stanno uscendo dall'aeroporto e li raggiungiamo.
Il tipo che ci noleggerà le macchine ci è venuto a prendere con 2 pulmini e ci porta prima di tutto al nostro alloggio "Casa Piccolo" dove prendiamo le stanze e lasciamo i bagagli, poi in centro a Windhoek.
Mentre lui, Roberto e i nostri compagni autisti Raffaele e Giuliano e secondi piloti Franco e Carlo, andranno a ritirare le auto noi donne e Lucillo siamo liberi di gironzolare per la città. Andiamo subito all'ufficio di cambio a cambiare 300 euro a testa poi al supermercato a prendere qualcosa da mangiare perché stiamo morendo di fame e poi facciamo un giretto. Non c'è molta gente in giro, la città è quasi deserta però i negozi sono aperti, almeno fino all'una. Verso le 11 ci ritroviamo con gli altri e andiamo a fare la spesa al supermercato, acqua e cibo per il pranzo al sacco dei prossimi 2-3 giorni. Io e Me compriamo 3 taniche d'acqua da 5 litri, alcune buste di affettati, del formaggio a fette, una coca da 2 litri e un pacchetto di biscotti al limone, tovaglioli di carta e un olio abbronzante protezione 15 (non si sa mai in fondo anche se è fresco siamo sempre in Africa!)
Usciamo dal supermercato carichiamo tutto sulle auto (3 bellissime Tojota 4x4 quasi nuove) e poi facciamo un altro giro per la città, ci fermiamo in un bar a mangiare qualcosa tutti insieme (io e Me non abbiamo fame e prendiamo solo una porzione di patate fritte in due e una coca).
Dopo pranzo andiamo a vedere la chiesa da vicino, scattiamo qualche foto ma purtroppo è chiusa e quindi non riusciamo ad entrare.
Mentre stiamo osservando una bacheca appesa fuori nella speranza di riuscire a capire a che ora aprirà ci avvicina uno che vende dei ciondoli ricavati dal frutto della macadamia molto carini e decidiamo di comprarli tutti e 5 per 11 dollari namibiani (10 dollari l'uno più 1 dollaro supplementare per il cordoncino di pelle). Un affarone!! Dopo avere dato un'occhiata alle bancarelle che sono li vicino. Io ho subito adocchiato una giraffa in legno che starebbe benissimo vicino al camino ma Roberto mi dice che è meglio comprarla l'ultimo giorno tanto torniamo li così almeno non ce la dobbiamo portare con noi per tutto il viaggio e non posso far altro che essere d'accordo con lui così guardiamo solo senza comprare poi decidiamo di tornare a "Casa Piccolo" dove, mentre alcuni vanno a riposare io e Me ci sediamo in giardino al sole con Roberto, Claudia, Carlo, Giuliano e Raffaella, ma dopo un po' anche lei torna in camera e Claudia, Carlo e Giuliano invece decidono di tornare in centro.
Alle 16.30 circa il sole sparisce dietro agli alberi e si fa un freddo cane così decidiamo di andare in camera a fare la doccia per riscaldarci un po'.
L'appuntamento è alle 18.30 per poi andare a cena in un ristorante tipico Joe's Restaurant. Un posto veramente bello e caratteristico tutto in legno e macuti con una parte dei tavoli all'aperto e altri all'interno dove hanno sistemato anche noi (per fortuna perché è una serata piuttosto freddina). Ovunque volgi lo sguardo trovi qualcosa da osservare, dalla pelle di zebra appesa al muro alla fila infinita di bottiglie vuote di Jagermeister lungo il muro, agli animali imbalsamati e appesi in alto nella stanza col camino al centro, agli sgabelli intorno al bar con appeso sotto un secchiello, al lapa col fuoco al centro che purtroppo questa sera era prenotato da un gruppo e dove quindi non siamo potute entrare.
Veramente un gran bel locale, ci sediamo al nostro tavolo, con alle spalle una stufa accesa per riscaldarci, e ordiniamo ognuno quello che vuole.
Io e Me scegliamo uno spiedino gigante con pezzi di zebra, coccodrillo, kudu, struzzo, pollo e verdure accompagnato da patate fritte che in realtà sembravano frittelle. Ottimo piatto e anche il pane era molto buono. Dopo cena abbiamo curiosato un po' per il locale e nel loro negozietto di souvenir poi siamo rientrati al B&B dove abbiamo dato un'occhiata al termometro e segnava 8,5°. Decisamente pochini, per fortuna i letti sono dotati di soffici piumoni.
Lunedì 30/5/2005 - Weltewrede
Sveglia alle 6.30, colazione alle 7.00 con uova, bacon, salumi, formaggio, pane tostato e caffè, poi carichiamo i bagagli sui fuoristrada e finalmente si parte! Destinazione Weltevrede. Io e Me saliamo in macchina con Roberto e Lucillo. Carlo, Giuliano, Claudia e Raffaella sono nella seconda macchina e Raffaele, Franco, Elena e Roberta nella terza.
Usciamo dalla città e prendiamo la C26. Restiamo immediatamente affascinate dal paesaggio che cambia in continuazione. Ad un certo punto Roberto vede in lontananza un gruppo di animali (non ricordo bene mi sembra fossero orici) e ci fermiamo ad osservarli ma sono veramente troppo lontano e ripartiamo, dopo un altro po' di tempo vediamo anche degli struzzi e ci accorgiamo che la terza macchina si è fermata a fotografarli così decidiamo di fare dietro front e di raggiungerli. Scattiamo alcune foto anche se gli struzzi essendo dentro alla recinzione di una proprietà sembrano chiusi in gabbia così ripartiamo.
Dopo un po' svoltiamo nella D 1265 e ci fermiamo per la prima sosta pipì. Prima gli uomini e poi le donne, tutte insieme dietro ad un gruppo di cespugli. Per fortuna non mi scappa e quindi rimango vicino all'auto ad osservare il panorama. Poco dopo ci fermiamo nuovamente per ammirare un nido condominio. Non avevo mai visto niente di simile, solo in fotografia, questi uccellini sono dei veri e propri ingegneri! Proseguiamo per alcuni chilometri poi svoltiamo nella D1275 e qui si inizia a salire fino a raggiungere il Spreetshoogte Pass dove, dopo una curva ci appare all'improvviso un panorama da togliere il fiato. Ci fermiamo in una piazzola di sosta da cui si gode di una vista incredibile e sicuramente indimenticabile, si vedono le montagne e in basso il deserto nelle sue varie forme e colori, in lontananza si riesce persino a distinguere l'inizio delle dune rosse di Sossusvlei.
E' veramente fantastico! Straordinario! Visto che non tira molto vento come si temeva decidiamo di fermarci li a mangiare per pranzo e ci apprestiamo a tirare giù dalle auto i nostri frigoriferi portatili. Ci prepariamo un paio di panini al salame e formaggio e ce li gustiamo ammirando il panorama. Finito di mangiare scattiamo le ultime foto tra cui anche una di gruppo vicino ai nostri fuoristrada con il Namib sullo sfondo e poi siamo pronti a ripartire. Scendiamo dal passo e capiamo perché Roberto ci aveva detto che quella strada è consigliabile farla solo nel nostro senso di marcia in quanto quel tratto di strada in discesa si riesce a fare senza problemi ma percorrerlo nell'altro senso in salita è tutta un'altra cosa in quanto ripidissimo e sconnesso.
Abbandonate le montagne ci ritroviamo di nuovo in mezzo al deserto completamente ricoperto di sottili fili d'erba dal colore giallo chiaro con le montagne sullo sfondo e alcune gazzelle saltanti e struzzi che punteggiano il paesaggio.
Imbocchiamo la C14 direzione Solitaire dove ci fermiamo per fare il pieno di carburante e berci un caffè. Subito dopo riprendiamo il viaggio fino alla fattoria dove dormiremo le prossime due notti il "Weltevrede Guest Farm".
Un posto bellissimo lontano da tutto con alle spalle le montagne e davanti il Namib. Ci sistemiamo nelle stanze e poi facciamo una passeggiata nei dintorni fino ad un albero solitario con un nido condominio situato a qualche centinaio di metri dalla fattoria, dove scattiamo alcune bellissime foto.
Sono ormai le cinque passate e fra un po' si fa buio così io e Me ci avviamo verso la nostra stanza da dove scattiamo alcune foto bellissime del tramonto. Rimaniamo fuori sulla veranda della nostra stanza fino a che si fa buio poi ci decidiamo a rientrare e a prepararci per la cena che ci verrà servita alle 18.30
Come sempre in pochi minuti siamo pronte e ci avviamo verso la sala ristorante. I tavoli a nostra disposizione sono due, noi ci sediamo con Franco, Roberta, Roberto e Giuliano. Nel terzo tavolo c'è un gruppo di tedeschi (credo) piuttosto rumorosi. Ci servono una specie di mousse di tonno (ottima) e poi il resto è a buffet. Il piatto principale consiste in una specie di sformato con carne di springbok macinata e formaggio o besciamella (non ho ben capito) veramente ottimo. Contorno di patate e verdure varie. Dolce. Caffè o te.
Dopo cena ci fermiamo un attimo a guardare il cielo che di per se è uno spettacolo incredibile tante sono le stelle visibili e poi andiamo a dormire. Alle 20.40 siamo già sotto le coperte. La sveglia per domani è molto prima dell'alba quindi ci accingiamo a dormire.
Martedì 31/5/2005 - Sossusvlei e Sesriem
Sveglia alle 4.00, ci beviamo un caffè al volo e carichiamo i nostri pacchetti per la colazione che ci ha preparato il lodge e che noi useremo per il pranzo. Alle 4.30 si parte. Ovviamente è ancora buio pesto e siamo costretti a procedere molto lentamente per paura che ci attraversi all'improvviso qualche animale. Lungo il percorso facciamo colazione con qualche biscotto. Arriviamo ai cancelli esterni del Parco che sta albeggiando e ci mettiamo in fila per entrare. Davanti abbiamo solo un pullman e un paio di macchine e appena aprono partiamo (tutti i parchi della Namibia aprono i cancelli all'alba e li chiudono al tramonto, non c'è quindi un orario fisso ma flessibile in base al sole e tutto questo per me è stupendo in quanto ti fa vivere coi ritmi dell'Africa e della natura).
Ai secondi cancelli ci fermiamo e mentre Roberto fa i biglietti ne approfittiamo per andare in bagno e poi via di nuovo in auto! Il percorso fino a Sossusvlei è stupendo, le montagne in lontananza e l'approssimarsi delle dune rossissime che sorgono improvvise e altissime dal terreno pianeggiante sono di una bellezza unica. Il sole che si sta alzando alle nostre spalle dona alle dune dei colori bellissimi e continuo mutamento e dopo poco non resistiamo e ci fermiamo a scattare qualche foto poi proseguiamo. Ad un certo punto parcheggiamo le auto e prendiamo le loro navette per percorrere gli ultimi chilometri molto sabbiosi senza il pericolo di insabbiarsi e perdere così tempo prezioso. Sulla navetta, scoperta, fa un freddo cane, sono già le 8 ma ancora l'aria è gelida. Per fortuna che Lucillo che ci fa piegare in due dalle risate con una battuta sulle dune che rimarrà nella storia per tutto il viaggio. Finalmente arriviamo a destinazione e mezzo congelati ci apprestiamo subito a scalare una duna li vicino.
L'impresa sembra ardua ma in realtà è più facile di quanto possa sembrare dal basso in quanto risalire la duna camminando sul crinale ti permette di avanzare senza sprofondare nella sabbia e quindi di fare meno fatica. Ogni tanto mi fermo ad ammirare il panorama che è qualcosa di indescrivibile, a riprendere fiato e a togliermi qualche strato di dosso in quanto inizia a fare un po' più caldo. Mentre cammino non mi guardo molto attorno perché soffro un po' di vertigini ma poi quando arrivo in cima mi siedo e mi riempio gli occhi e il cuore con una vista da togliere il fiato.
Sono circondata dalle dune dalle mille sfumature di colori, in basso si vedono alcune zone verdi con alberi e cespugli e se guardi il cielo è di un azzurro intensissimo che crea un incredibile contrasto di colore col rosso delle dune.
Scattiamo alcune foto, ci riposiamo un po' e poi decidiamo di scendere dal fianco della duna. Io, Me e Roberta con calma per via delle telecamere e attrezzature varie, alcuni di corsa e quelli più coraggiosi rotolandosi.
Passeggiamo con calma fino agli alberi dove ci riposiamo un po' e poi partiamo a piedi per andare a vedere il famoso Dead Vlei, il cammino è piuttosto lungo, fa molto caldo e fatichiamo un po' x raggiungerlo ma dopo una breve arrampicata su per una piccola duna ci si apre davanti agli occhi un ennesimo splendido paesaggio. Qui oltre al contrasto del blu del cielo e del rosso delle dune c'è anche il bianco del Dead Vlei e il nero dei tronchi secchi disseminati ovunque. Ci riposiamo un po' sulla duna (che è poco più di una collinetta) finché arriva Lucillo che era rimasto indietro ed è arrabbiatissimo con noi perché non l'abbiamo aspettato, con Roberto perché non capisce dove l'ha portato e con la figlia per avergli messo addosso "5 chili" di sabbia della duna che abbiamo scalato senza che se ne accorgesse aumentando così la sua fatica quando tutt'intorno c'è sabbia ovunque e che quindi avrebbe potuto prendere anche in un altro momento! (come se non avesse già abbastanza peso da portare con tutta l'attrezzatura fotografica!)
I suoi commenti ci fanno morire dal ridere e la cosa da tragica per fortuna diventa divertente, anche perché non appena Lucillo si accorge di ciò che ha davanti si riprende immediatamente e parte subito per fare le sue fotografie (c'è da dire che Lucillo è un amante della fotografia, ha una notevole attrezzatura e ha un debole per la natura e per gli alberi in particolare quindi questo posto per lui è come un paradiso!)
Dopo un po' lasciamo Raffaella sulla collinetta a prendere il sole e noi scendiamo tutti a fare delle foto poi torniamo su, ci riposiamo un altro po' e infine torniamo indietro a malincuore continuando a scattare foto in continuazione. Facciamo una sosta ad uno dei bagni lungo il percorso e poi riprendiamo le navette che ci portano dove abbiamo lasciato i nostri fuoristrada.
A questo punto è ora di pranzo quindi approfittiamo di un tavolo li vicino e attacchiamo i nostri cestini del pranzo che contenevano un sandwich con carne tritata (forse gli avanzi della cena di ieri sera), un paio al formaggio e burro, una mela un uovo sodo e un succo di frutta. Non era il massimo ma bisogna accontentarsi.
Nel frattempo ci siamo accorti che Raffaele aveva lasciato le luci accese e ovviamente si è scaricata la batteria così gli uomini si mettono al lavoro e cercano di farlo ripartire con i cavi. La cosa non da nessun risultato così qualcuna di noi prova a suggerire di cambiare i cavi ma nessuno ci ascolta. Finalmente dopo molto tempo si decidono a provare con due paia di cavi insieme e ci riescono. Superato questo piccolo inconveniente siamo pronti a ripartire. Ai cancelli facciamo una sosta bagno mentre Roberto va a chiedere il permesso per domani di percorrere alcune strade all'interno del parco in modo da evitare la strada principale e godere così di un paesaggio notevolmente più bello. Il permesso per fortuna ci viene accordato e ripartiamo. Ultima sosta della giornata il bellissimo Canyon di Sesriem al cui interno facciamo una breve passeggiata fino alla pozza d'acqua dove cerchiamo di individuare le orme del leopardo ma purtroppo durante il giorno sono passate troppe persone e non sono più molto visibili.
Torniamo alla fattoria verso l'ora del tramonto, un altro splendido e indimenticabile tramonto africano.
A cena questa sera cambiamo la disposizione dei tavoli, Roberta e Franco ci abbandonano e vengono al loro posto Claudia e Carlo. La prima portata, quella servita da loro è costituita da una specie di passato di verdura che loro ci hanno presentato come crema di patate (molto buono) poi bistecche di springbok, contorni vari e un dolce con crema calda e liquida sopra veramente ottimo. Infine caffè o te come al solito.
Dopo cena andiamo in camera a sistemare un attimo le valigie poi usciamo per ammirare le stelle e ci accorgiamo che anche Roberto, Claudia, Giuliano e Carlo sono già fuori e ci uniamo a loro. Restiamo a chiacchierare al buio fino alle 22 passate e poi decidiamo di andare a letto.
Mercoledì 1/6/2005 - Walwis Bay e Swakopmund
Il mattino dopo sveglia presto come al solito, un ultimo sguardo alla nostra bella fattoria, alla piscina rialzata che ancora non avevamo notato, scattiamo le ultime foto e poi carichiamo le valigie. Alle 7.00 andiamo a fare colazione con uova, bacon, pane tostato e caffè e poi via, di nuovo in viaggio. Torniamo indietro sulla C14 fino a Solitaire dove ci fermiamo a rifare il pieno poi proseguiamo ancora. Il paesaggio intanto continua a cambiare, l'erba gialla lascia il posto ad un terreno più arido poi ci inoltriamo di nuovo fra le montagne molto diverse da quelle dei giorni precedenti, molto più brulle e con colori più tetri. Affrontiamo un paio di passi poi svoltiamo sulla strada per cui abbiamo richiesto il permesso ieri e ovviamente il paesaggio cambia ancora. Gli spazi sono infiniti, tornano il giallo dell'erba e i colori delle montagne in lontananza, è stupendo. Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questi paesaggi. Attraversiamo la D1982 e proseguiamo ancora fino a svoltare sulla C 28 direzione Swakopmund. Proseguiamo su questa strada per un po' poi svoltiamo di nuovo in una strada secondaria per andare a vedere la pianta della welwischia. Inutile dire che il paesaggio continua nuovamente a cambiare ad un certo punto attraversiamo una specie di canyon bellissimo poi raggiungiamo una zona piana molto brulla con le montagne sempre sullo sfondo e finalmente arriviamo ad un punto dove vi sono alcuni esemplari di welwischia contornate da sassi e una in particolare molto grande millenaria è completamente recintata e c'è persino una specie di ponte rialzato in legno per poterla vedere dall'alto.
E' una pianta molto strana, decisamente bruttina ma interessante da vedere.
Approfittando del tavolo da pic-nic li vicino e dei bagni, decidiamo di sostare lì per il pranzo poi ritorniamo indietro sino ad una deviazione che imbocchiamo per passare dalla Valle della Luna che risulta essere una zona montuosa molto brulla, scura, tutta dune e cunette, con cime arrotondate, è molto difficile per me descriverla ma bella nel suo genere e molto singolare. Scattiamo alcune foto poi proseguiamo il nostro viaggio. Ritorniamo sulla C28 e ad un certo punto avvicinandoci alla città di Swakopmund ci accorgiamo che sulla destra si ricominciano a vedere alcune file di dune come a Sossusvlei ma molto più chiare. Essendo ancora abbastanza presto approfittiamo della bella giornata e proseguiamo fino a Walwis Bay per vedere il tramonto sul mare coi fenicotteri rosa. La strada che da Swakopmund va a Walwis Bay è molto bella. Da una parte ha l'oceano e dall'altra le dune. Walwis Bay è una località turistica dove molti namibiani hanno la seconda casa per le vacanze e ora essendo autunno non è molto affollata.
Arriviamo verso le 16.30, parcheggiamo e facciamo due passi lungo la spiaggia sulla pista ciclabile, i fenicotteri sono tantissimi e anche abbastanza vicino a riva ma come ci avviciniamo per fotografarli si allontanano così dopo un po' io e Me ci stanchiamo e torniamo indietro anche perché c'è molto vento e fa un gran freddo. Aspettiamo il tramonto sedute sul bordo della pista ciclabile, scattiamo alcune foto poi io vado in macchina a prendere una cosa e Raffaella mi chiede se può salire nella nostra auto perché ha freddo e la sua è chiusa a chiave, così la faccio salire e aspetto il tramonto lì con lei. Ovviamente è un bel tramonto ma essendoci all'orizzonte un po' di foschia non è proprio come ce lo aspettavamo.
Ormai siamo quasi congelati e appena sceso il sole ripartiamo per Swakopmund dove arriviamo dopo meno di un'ora. Troviamo subito il Beach Lodge dove ad accoglierci c'è solo un guardiano di colore in divisa che ci consegna le chiavi e ci accompagna alle stanze uno per volta. Io e Me siamo le ultime e per fortuna che siamo veloci a preparaci perché sono già le 19 e alle 19.30 abbiamo il tavolo prenotato al ristorante.
Il posto ci sembra carino, la nostra stanza è molto bella con un enorme oblò come finestra e una porta finestra che da su un terrazzo vista mare. Ora è buio e non si vede granché anche perché sta scendendo la nebbia.
Facciamo una doccia al volo e ci vestiamo pesantemente perché fa molto più freddo qui sulla costa che all'interno e poi andiamo giù ad aspettare glia altri. Come sempre siamo le prime anche se siamo andate in stanza per ultime e quindi aspettiamo. Riunito tutto il gruppo partiamo per il centro in auto perché è un po' distante. Il ristorante dove ceniamo si chiama Kucki's Pub è carino e si mangia divinamente. Hanno di tutto ma noi optiamo per il pesce. Io ordino i Calamari peri-peri in salsa medio piccante con contorno di riso e Melissa il filetto della casa che è simile all'orata con contorno di patatine fritte e poi facciamo a metà. Mentre aspettiamo che ci portino le ordinazioni decidiamo di uscire alla ricerca di una cabina telefonica perché Melissa vuole telefonare a casa ma non troviamo niente. La città è deserta anche se sono appena le 20, fa freddo e c'è un po' di nebbia. Mentre stiamo rientrando incontriamo Elena e Roberto e ci mostra una cabina poco lontano che noi non avevamo notato. Me prova a chiamare ma non trova nessuno Elena invece si. Appena rientrate ci portano da mangiare. Veramente ottimo. Alcuni prendono anche il dolce ma io mi limito ad un caffè. Dopo che abbiamo prenotato anche per la sera successiva il proprietario ci offre un digestivo poi torniamo in albergo e andiamo a letto.
Giovedì 2/6/2005 -Swakopmund e Cape Cross
Ci svegliamo poco prima delle 6.30 e aprendo la finestra ci rendiamo subito conto che è tutto avvolto dalla nebbia e fa piuttosto freddo. Ci vestiamo abbastanza pesantemente scendiamo a fare colazione che viene servita dalle 7.00 in poi. La saletta della colazione è al piano terra, molto carina e si affaccia sull'oceano. Il buffet è ben fornito, ci sono affettati, formaggi, pane di diverso tipo, brioche salate buonissime, yogurt, frutta, caffè e altro ancora, ci serviamo e una cameriera viene a chiederci se vogliamo anche uova e bacon. Ovviamente accettiamo e dopo un'abbondantissima colazione facciamo un salto in camera a prendere lo zaino, in spiaggia a fare qualche foto e poi partiamo per Cape Cross. Prima di tutto ci fermiamo a fare benzina e Melissa ne approfitta per telefonare a casa. Mentre siamo fermi al distributore notiamo una cosa molto strana per noi, ovvero un fuoristrada con le canne da pesca lunghissime agganciate davanti alla macchina direi sul paraurti e dritte. Non so come facciano a guidare, io al primo ponte o cartello o tettoia le stamperei immediatamente!!
Finito il rifornimento riprendiamo lungo la C34 che è una strada sempre dritta lungo la Skeleton coast. Il paesaggio circostante è piuttosto monotono, anche a causa della nebbia che non si vuole alzare e rende tra l'altro anche l'asfalto viscido e quindi non possiamo andare molto veloci perché è pericoloso. Dopo circa 200 chilometri eccoci finalmente a destinazione. Ci fermiamo un attimo a fare i biglietti e ne approfittiamo per usare le toilette poi ripartiamo fino a giungere in prossimità del mare dove ci appare dinanzi uno spettacolo incredibile, una distesa infinita di otarie, ovunque guardi lungo la costa ce ne sono ovunque. Anche il mare ne è pieno. L'odore in un primo momento ci appare piuttosto sgradevole ma poi ci si abitua e non ci si fa più molto caso. Fa piuttosto freddo, c'è ancora molta foschia, sembra quasi nuvoloso e soffia il vento. Scattiamo alcune foto e ci fermiamo di tanto in tanto ad osservarne qualcuna in particolare. Ci sono alcuni cuccioli che giocano, altri che prendono il latte dalla mamma. Ce ne sono di tutte le misure dai piccolini ad alcuni esemplari veramente enormi. Ci sono anche alcuni sciacalli che si aggirano nei dintorni aspettando l'occasione buona per mangiare. Ad un certo punto ho notato un cucciolo molto piccolo che si era perso, continuava a girovagare piangendo e avvicinandosi agli altri ma tutti lo mandavano via, ha cercato persino di prendere il latte da un'otaria che evidentemente non era la sua mamma e l'ha cacciato con una pinna. Ho continuato ad osservarlo a lungo mentre continuava a spostarsi lungo la spiaggia sicuramente alla ricerca della sua mamma ma non l'ha trovata. E' stata una scena straziante, mi ha colpito molto e ho continuato a pensare a lui per tutto il giorno. Povero piccolo chissà se l'avrà trovata. Come se ciò non bastasse Roberto mi ha mostrato un altro cucciolo con al collo un filo di ferro attorcigliato e mi ha spiegato che spesso capita che rimangono impigliati nelle reti e gli rimangono questi fili attorcigliati addosso che inevitabilmente quando crescono finiscono per soffocarli. Che tristezza!
Abbiamo passeggiato su e giù lungo il muretto che in teoria delimita il loro territorio poi alle 11 circa siamo ripartiti.
Quando siamo arrivati a Swakopmund c'era ancora la nebbia così siamo andati direttamente in centro, abbiamo parcheggiato e ci siamo dati appuntamento per le 15 per decidere se andare di nuovo a Walvis Bay per il tramonto o rimanere li. Tutto il gruppo decide di andare a cercare una pizzeria ma io e Melissa avendo solo un'ora di tempo non vogliamo assolutamente sprecarla a tavola e così decidiamo di saltare il pranzo e farci un giro. Roberto si aggrega a noi e iniziamo a gironzolare per la città. Ci fermiamo in diversi negozi, io compro qualche cartolina e poi arriviamo fino alla spiaggia che non è un granché. Qui ammiriamo il porticciolo, il faro e le bancarelle piene di oggetti di artigianato. Io decido di comprare un piccolo batik da regalare a mio cugino e inizio a contrattare. Lo ottengo per 50 dollari ma solo perché non voglio far perdere troppo tempo agli altri e smetto subito di contrattare. Dopo di ciò ci dirigiamo nuovamente verso il centro. Il tempo non ha accennato a migliorare così decidiamo di rimanere lì tanto a walwis Bay ci sarebbe stato un tramonto con la nebbia e quindi non valeva la pena di spostarci. Decidiamo di andare al supermercato a fare spesa per i prossimi giorni e ci ridiamo appuntamento con tutti per le 17. Entriamo dentro al supermercato, gironzoliamo un po', compriamo dell'altra acqua, un po' di affettato e di formaggio per i panini, delle patatine e degli anacardi e poi usciamo.
Gli altri non si vedono. Io, Melissa e Roberto decidiamo di portare in albergo gli zaini e la spesa e poi torniamo di nuovo li. Ormai avevamo già visto tutto quindi passeggiamo semplicemente per la città ammirando alcune chiese e i bellissimi e coloratissimi edifici fra cui la vecchi a stazione ferroviaria. Scattiamo alcune foto poi torniamo indietro. Ormai è l'ora del ritrovo e mentre Roberto va al supermercato a comprare la cioccolata noi entriamo in un paio di negozi per cercare un pile che Melissa aveva visto in precedenza ma non c'è la taglia giusta e così rinunciamo.
Tornati in Hotel, visto che c'è abbastanza tempo decido di lavarmi i capelli e nonostante questo come al solito arriviamo giù che ancora non c'è nessuno. Ma cosa fa in camera sta gente che non è mai pronta?!
Come previsto torniamo da Kucki's. Io e Melissa decidiamo di prendere i gamberoni all'aglio che avevano preso Raffa e Lucillo la sera precedente e che ci ispiravano molto e le bistecche di calamari al limone con patatine che poi come al solito ci dividiamo a metà. Una cena veramente ottima. Devo dire che il pesce in questo ristorante è davvero squisito!
Mentre siamo a tavola Carlo (e chi altri se non il burlone del gruppo!?) ci elenca i soprannomi che hanno pensato per noi durante il giorno in auto. Roberta diventa quindi "Nonna Papera" e Franco "Super Mario". Claudia "Amelia", Carlo "Puffo Brontolone", Giuliano "Archimede Pitagorico", Raffaele "Topo Gigio", Elena "Clarabella", Melissa "il Gatto" ed io "la Volpe". Roberto era già stato deciso per "Il grillo parlante", Lucillo "Daddytelekids" e Raffaella "Ciuchino"
Devo ammettere che alcuni soprannomi sono veramente azzeccati e con alcuni trovo anche una certa somiglianza.
La serata tutto sommato è stata divertente e torniamo in albergo a malincuore.
Venerdì 3/6/2005 - Damaraland
Sveglia presto come al solito. Colazione alle 7.00. Ultime foto della stanza e dell'hotel e poi si parte. Ci fermiamo un attimo a fare di nuovo benzina
Inizialmente percorriamo la C34 quindi il paesaggio è sempre quello di ieri e con la solita nebbia poi per fortuna nei pressi di Henties Bay svoltiamo verso l'interno sulla C28 direzione Uis.
Il paesaggio all'inizio è piuttosto piatto, una distesa infinita di deserto arido e secco poi man mano che ci si allontana dalla costa e la nebbia ci abbandona, ritroviamo il cielo azzurro, il sole e più ci spingiamo verso l'interno più ricominciano a comparire di nuovo anche i colori, l'erba, gli arbusti e le montagne. Ad un certo punto lasciamo la C28 (la riprenderemo più avanti) e tagliamo per alcune strade secondarie in modo da addentrarci ancora di più e i paesaggi sono ancora più belli.
Non ci sono parole per descriverli, semplicemente bisogna vederli.
L'unica cosa che posso dire è che sono meravigliosi, le strade rosse di alcuni canyon, il massiccio del Branburg visto da lontano, l'immensa savana, i copie rossastri. Tutto è bellissimo e non ci si stanca mai di stare col naso incollato al finestrino perché tutto cambia in continuazione e macini chilometri dopo chilometri senza rendertene conto.
La prima sosta della giornata la facciamo presso alcune baracche nella zona mineraria dove vengono ad accoglierci un paio di donne di età indecifrabile che portano un vassoio con diverse pietre e minerali da vendere.
Ci fermiamo un po' li e lasciamo loro anche una tanica d'acqua e alcuni capi d'abbigliamento poi ripartiamo.
Seconda sosta presso una bancarella con alcune bambine sull'incrocio dove lasciamo di nuovo la C28 per raggiungere la zona delle pitture rupestri. Dopo un po' ripartiamo ma ad un certo punto ci fermiamo in cima ad una collinetta da cui si vede un paesaggio veramente fantastico con dei colori meravigliosi. Arrivati finalmente nella zona delle pitture rupestri vista l'ora decidiamo di pranzare sotto una tettoia situata li vicino poi dato che è ancora molto caldo andiamo prima a vedere le canne d'organo che sono in un canyon poco distante e infine ritorniamo li e facciamo una breve passeggiata osservando i dipinti sulle rocce: chissà se sono veramente così antichi come dicono?
Appena finita la passeggiata riprendiamo le auto e partiamo in direzione di Xorixas per poter arrivare al lodge prima del tramonto.
Dopo quasi un paio d'ore di strada finalmente arriviamo all'Igwati lodge che è quasi buio e in breve ci vengono assegnate le stanze che si rivelano molto belle e soprattutto caratteristiche. Il tetto è in makuti e i travi in legno sono a vista. I letti e l'arredamento e tutto in stile africano con copriletti e tende uguali con stampati leopardi.
Le stanze sono molto belle ma un po' buie e dopo aver dato un'occhiata al soffitto e alle numerose ragnatele, visto anche il fatto che ormai secondo Roberto siamo già in zona malarica e ci sono zanzare decidiamo di tirare fuori dal nostro bagaglio le nostre zanzariere che appendiamo sopra ai letti con facilità grazie ai travi sporgenti e alle corde che ci siamo portate da casa.
Dopo esserci sistemate facciamo una doccia veloce.. una buona spruzzata di Autan, ci vestiamo e dopo aver acceso uno zampirone usciamo per la cena e come al solito ci rendiamo conto che siamo le prime.
Saremo noi troppo veloci o gli altri troppo lenti?! Non lo capirò mai.
Ecco come al solito uscire Roberto e insieme ci avviamo a fare un giro nel negozietto del lodge dove vi sono i soliti souvenir, magliette, bamboline, oggetti in legno e delle bellissime uova di struzzo con dei bellissimi disegni. Ce ne sono u paio che mi piacciono veramente un casino ma sono un po' care e decido di lasciar perdere. Curiosiamo ancora un po' poi andiamo a tavola.
La cena è stata ottima come sempre e dopo ci hanno offerto anche uno spettacolino di danza tribale. Carino.
Prima di andare a letto Roberto e Carlo ci hanno parlato un po' dei safari e soprattutto di come ci si deve comportare domani all'interno del parco Ethosa. In modo particolare ci hanno raccontato di come bisogna essere prudenti in presenza degli elefanti che se si incavolano possono diventare pericolosissimi e bisogna essere pronti a scappare se non vogliamo diventare polpette. Bel discorso, speriamo che gli autisti abbiamo capito bene!
Dentro al parco non si può assolutamente scendere dalla macchina e bisogna stare in silenzio quando si è fermi alle pozze per non disturbare gli animali ed anche gli altri turisti che possono essere in zona.
Inoltre non bisogna sparare il flash negli occhi agli animali che potrebbero in questo caso giustamente incazzarsi!
Speriamo che tutti si comportino bene e non facciano gli stupidi. Non sarebbe carino farci riconoscere come italiani ovunque ne tantomeno essere attaccati da un elefante mezzo accecato da un flash!!
Sabato 4/6/2005 - Etosha
Come sempre io e Me ci siamo svegliate presto e quando siamo uscite dalla camera l'unico di noi che abbiamo incontrato è stato Roberto. Insieme siamo andati un po' in giro per il lodge visto che la sera prima era buio e non abbiamo potuto vedere bene. Nel giardino ci sono diversi animali tra cui uno struzzo, dei pavoni ed anche una scimmia e nelle vicinanze della sala da pranzo c'è anche una piscina.
Scattiamo alcune foto poi vedendo che gli altri non arrivano decidiamo di fare colazione.
Tornando in stanza incontriamo gli altri che con calma si stanno avviando al ristorante e scopriamo che Raffaele durante la notte è stato male di stomaco e non ha dormito un granché. Visto che ieri è stato un po' male anche Franco secondo me è stata l'aria condizionata della macchina che usano in continuazione anche se non capisco perché visto che il caldo non è mai eccessivo! Be' mi dispiace per loro ... per fortuna che noi in auto stiamo benissimo anche senza e non la usiamo mai di comune accordo.
Comunque alla fine decide di guidare lo stesso e appena pronti partiamo. Ci fermiamo a fare rifornimento a Outjo e poi ripartiamo destinazione Parco Etosha; la strada è tutta asfaltata fino all'ingresso del parco quindi possiamo procedere abbastanza velocemente e in un paio d'ore infatti arriviamo.
Dopo una sosta all'ingresso per fare i biglietti ci dirigiamo subito verso la pozza più vicina.
Il paesaggio qui è più brullo e polveroso, non si vedono più le montagne, è molto ghiaioso, ci sono arbusti ma non molto verde. Appena arrivati alla pozza di Ombika incontriamo subito una macchina di turisti che ci avverte che alla pozza di Olifantsbad ci sono i leoni e quindi partiamo subito.
Eccoci qua davanti alla pozza di Olifantsbad ci guardiamo intorno e vediamo numerosi springboks, orici, impala, un facocero, alcune giraffe, un elefante che sta bevendo alla pozza ed ecco che scorgiamo ad un centinaio di metri il nostro primo leone! A dire la verità è una leonessa ed è seduta all'ombra di alcuni pannelli solari che stonano un po' con l'ambiente circostante ma che probabilmente sono necessari per far funzionare la pompa che alimenta la pozza.
Dopo un po' che la osserviamo si alza e va a stendersi un po' più lontano al riparo di alcuni alberi e cespugli. Osservando attentamente la scena ci accorgiamo che in realtà sdraiata all'ombra degli alberi c'è un'altra leonessa e per giunta con almeno un paio di cuccioli nascosti pero dai cespugli quindi restiamo per un po' incollati al binocolo nella speranza che i cuccioli escano fuori ma non siamo così fortunati.
In compenso però ad un certo punto vediamo sopraggiungere dalle nostre spalle un numeroso branco di elefanti che ci sfilano accanto per andare alla pozza. L'emozione è tanta anche perché ci passano molto vicino e dopo tutti gli avvertimenti e le storie di Roberto su questi magnifici ed enormi quadrupedi ci sentiamo leggermente intimorite e quindi li osserviamo in silenzio mentre si avvicinano all'acqua e iniziano a bere e a lavarsi. Il branco sarà composto da una decina di membri di diverse stazze tra cui due piccoli di media grandezza ed un bellissimo cucciolo.
Li osserviamo incantate finché non decidono di andarsene, dopodiché anche noi li imitiamo e ci dirigiamo all'area toilette lì vicino poi partiamo in direzione del Campo di Okaukuejo facendo una breve sosta alla pozza di Gemsbokvfakte dove c'erano un numero incredibile di zebre e giraffe; saranno state centinaia, uno spettacolo bellissimo! Arrivati al campo ci sistemiamo nei bungalow che sono per 4 persone quindi uno per macchina.
I bungalows sono carini, appena entri c'è una piccola cucina, il bagno e due stanze da letto. In una ovviamente ci sistemiamo io e Melissa e nell'altra Roberto e Lucillo. Ormai è tardi quindi ci facciamo un paio di panini e poi decidiamo di uscire di nuovo per andare alla pozza di Okondeka dove Roberto l'ultima volta aveva visto una famiglia di leoni. Io e Melissa decidiamo di andare nel cassone dietro per dare più spazio ai due fotografi davanti ed essere più libere anche di noi di fotografare senza avere sempre davanti un mega teleobiettivo! Purtroppo però non risulta essere molto comodo soprattutto perché c'è la ruota di scorta che tiene molto posto, speriamo bene!
Arrivati nei pressi della pozza vediamo diverse macchine ferme lungo la strada ma non capendone il motivo noi proseguiamo fino alla pozza. Arrivati osserviamo bene nei dintorni poi torniamo nel punto dove ci sono le macchine ferme e mentre osserviamo in lontananza un paio di leoni sdraiati al sole ci accorgiamo che ce n'è uno anzi, una stesa proprio a pochi metri da noi. Bellissima! Incredibile, così vicino non mi era mai capitato di vederli nemmeno in Kenya, un'emozione davvero fantastica. Abbiamo scattato alcune foto e siamo rimasti ad osservarli finchè non li abbiamo visti alzarsi e molto probabilmente partire per andare a caccia visto come si sono posizionati a ventaglio con il maschio dietro. Ormai purtroppo si avvicina l'ora del tramonto e a malincuore ripartiamo velocemente per tornare al campo in tempo prima che chiudano i cancelli. Lungo il tragitto assistiamo ad un bellissimo tramonto e tentiamo anche di fotografarlo ma chissà cosa verrà fuori visto i sobbalzi del fuoristrada?!
Alle 19.30 ci troviamo per cena nel ristorante del campo e poi finiamo la serata alla pozza dove osserviamo incantati tutti questi animali che vengono tranquillamente a bere e ad amoreggiare davanti ai nostri occhi a soli pochi metri di distanza incuranti dei turisti che li stanno a guardare e fotografare.
Tra gli animali che visto nel giro di poche ore in questa prima sera al campo ci sono stati a parte i soliti springboks anche una leonessa, qualche sciacallo, delle giraffe, degli elefanti e anche diversi rinoceronti tra cui un grosso esemplare con il proprio cucciolo che gli trotterellava a fianco.
Questo posto è veramente splendido, ti basta avere pazienza ed aspettare e ti sfilano davanti agli occhi un sacco di specie diverse!
Si potrebbe restare qui all'infinito ma Melissa crolla dal sonno e visto che la sveglia sarà prima dell'alba anche domani decidiamo a malincuore di andare a dormire.
Domenica 5/6/2005 - Etosha - Okaukuejo
Sveglia prestissimo per essere pronti ad uscire appena apriranno i cancelli alle 6,20 circa ovvero all'alba.
Noi ovviamente siamo pronte con largo anticipo ed anche se non tutti sono così veloci riusciamo a partire abbastanza in orario e ci dirigiamo subito verso la pozza di Okondeka per cercare la famiglia di leoni di ieri sera.
Appena arriviamo ci sembra tutto deserto poi notiamo una testa sbucare da una collinetta piuttosto lontana e pian piano osservando attentamente col binocolo ci rendiamo conto che ci sono oltre a diverse leonesse anche alcuni cuccioli.
Devo dire che siamo proprio fortunati, peccato però che nonostante siamo qui ormai da un bel po' non si sono ancora decisi ad uscire allo scoperto e così continuiamo a vederli solamente a tratti e da molto lontano.
Io e Melissa ed anche Roberto ovviamente saremmo rimasti qui anche tutto il giorno x vedere se si muovono ma gli altri preferiscono andare e quindi ripartiamo. Facciamo un giro per le pozze li vicino ma non troviamo nulla di particolarmente interessante. Ci fermiamo a fotografare alcuni scoiattoli di terra, una mangusta gialla e uno sciacallo che ci guarda incuriosito poi torniamo al campo. Non andiamo ai bungalow per non perdere troppo tempo e ci fermiamo all'ingresso del parco dove ci sono i negozi e soprattutto i bagni poi ripartiamo verso una zona nuova del parco. Prima sosta la pozza di Newbrownii. Qui scattiamo alcune foto soprattutto ad orici e zebre poi ripartiamo per fermarci subito dopo lungo la strada. Questo perché c'è una macchina ferma sul bordo della strada sopra ad un ponticello e ormai abbiamo capito che se c'è qualcuno fermo significa che osservando bene c'è qualcosa di interessante da vedere ed infatti i suoi occupanti ci sussurrano che sotto al ponte (praticamente un grosso tubo di cemento che attraversava la strada) ci sono dei leoni con dei cuccioli... fantastico! Non ci posso credere, che fortuna! A questo punto accostiamo l'auto dalla parte opposta della strada e notiamo una leonessa stesa che dorme a pochi metri di distanza. Passando in macchina velocemente probabilmente non l'avremmo neppure notata perché il colore del suo mantello si mimetizza con quello dei bassi cespugli che la circondano. Rimaniamo incantati per un po' ad osservarla e a fotografarla e ad un certo punto succede una cosa meravigliosa: ecco che si alza e piano piano si avvicina alla nostra auto fino a che me la ritrovo sotto al mio finestrino (che è aperto ovviamente!).
I nostri occhi si incrociano per qualche secondo, evidentemente non le interesso molto perché dopo un attimo di esitazione decide di riprendere la sua strada e si allontana camminando lentamente lungo la strada. Cavolo che emozione! E' stato bellissimo! Non dimenticherò mai questo momento. E pensare che quando ho prenotato il viaggio l'ho fatto quasi esclusivamente per vedere il deserto e questi giorni all'Etosha mi sembravano quasi superflui ! Come mi sbagliavo, senza nulla togliere al deserto e agli splendidi paesaggi visti finora che anche loro mi hanno fatto provare forti emozioni, qui è una continua scoperta, una continua sorpresa. Ma in fondo ormai ho capito che è l'Africa in generale ad essere così, ogni suo aspetto ti regala qualcosa e ti fa provare sensazioni che difficilmente provi in altri posti.
Io ho viaggiato molto e ho visto posti veramente splendidi ma le emozioni che mi da l'Africa non le ho mai provate da nessuna parte. E' difficile spiegare queste sensazioni, bisogna provarle e penso che solo chi è già stato in Africa mi possa capire.
Tornando a noi, nella speranza di vedere anche i cuccioli decidiamo di rimanere ancora un po' e mentre osserviamo altri 4 leoni che si trovano vicino al ponticello ad un certo punto vediamo sbucare da sotto la strada proprio loro! Due bellissimi cuccioli di circa 1 mese e mezzo con ancora il pelo tutto arruffato che si avviano verso una leonessa sdraiata un po' in lontananza. Trotterellando piano piano con andatura incerta la raggiungono e si mettono a prendere il latte tranquillamente poi si stiracchiano un po' e ritornano nella loro tana. Troppo belli! E' incredibile! Sono sempre più incantata ... Un'emozione dietro l'altra e soprattutto tanta fortuna! Restiamo ancora un po' ad osservare gli adulti ma dei piccoli non c'è più traccia e così dopo un po' decidiamo di tornare al campo per il pranzo. Come al solito io resterei ancora qua fino a stasera ma purtroppo siamo in gruppo e dobbiamo andare.
Tornati al campo ci diamo appuntamento per uscire di nuovo fra un paio d'ore. Io, Roby e Melissa mangiamo velocemente qualcosa seduti nella tribunetta davanti alla pozza di Okaukuejo osservando la savana che ci circonda e gli animali che vengono a bere alla pozza poi non resistiamo all'idea di sprecare tempo li seduti e decidiamo di uscire subito di nuovo e si uniscono a noi anche i componenti della seconda auto ovvero quella di Giuliano. Decidiamo così di fare un giro al ponticello dei leoni per poi tornare al campo a riprendere gli altri all'orario stabilito in partenza.
Arrivati al ponte ecco subito due leoni maschi stesi di fianco alla strada, vicinissimi e bellissimi. Sono molto giovani, Roberto pensa che abbiano circa 2 anni infatti hanno solo un accenno di criniera.
Ci sono anche delle femmine. Anche loro splendide. Li osserviamo a lungo entrare ed uscire da sotto la strada e solo ad certo punto ci accorgiamo che ci sono anche i cuccioli. Stanno dormendo appena fuori dal tunnel, sotto alla strada. Sono uno sull'altro e sono dolcissimi! Riesco a scattare un paio di foto e anche se non si potrebbe cerco sussurrando di attirare la loro attenzione per vedere se si muovono ma loro continuano a dormire beati. Sono stupendi, mi viene voglia di prenderli in braccio e accarezzarli. Che fatica restare in auto in un momento così! Ma per fortuna che ci sono questi regolamenti a frenarmi se no rischierei di farmi sbranare. Ormai è ora di recuperare gli altri e torniamo al campo per poi ripartire subito. Alla fine non resistiamo e finiamo col tornare di nuovo al ponticello. Dei cuccioli purtroppo nessuna traccia, ci sono però gli adulti e quindi ci sistemiamo e iniziamo ad osservare. Alla fine facciamo un po' di conti e pensiamo che il gruppo sia composto da 5 leonesse, 2 leoni giovani e 2 cuccioli, stranamente non abbiamo visto nessun maschio adulto, chissà se c'è o se questo branco ne è sprovvisto?! Ad un certo punto le altre due macchine decidono di rientrare perché vogliono arrivare in tempo al campo per riuscire a vedere il tramonto dalla pozza di Okaukuejo. Noi restiamo ancora un po' ma visto che non succede niente di particolare e i cuccioli non si vedono alla fine decidiamo di rientrare anche noi e ovviamente superando il limite di velocità consentito nel parco riusciamo ad arrivare proprio nel momento il cui il sole scompare all'orizzonte. Bellissimo, come sempre. Ci fermiamo un po' alla pozza poi andiamo in camera a prepararci per la cena. L'appuntamento per cena è alle 19.30 al ristorante ma siccome noi alle 19,00 siamo già pronti decidiamo di andare un po' alla pozza. E qui ci aspetta uno spettacolo straordinario...Ad un certo punto iniziano ad arrivare branchi di elefanti da tutte le parti. La pozza è completamente circondata, cerchiamo di contarli ma perdiamo il conto verso la cinquantina, si muovono troppo e ci sono cuccioli di tutte le taglie che sbucano da dietro gli adulti in continuazione. Impossibile contarli! Sono veramente tanti. E' incredibile, sembra che si siano dati tutti appuntamento qui a quest'ora. Purtroppo ormai sono già le 19.30 passate e quindi a malincuore ci avviamo al ristorante. Appena gli altri ci vedono scoppia un pandemonio, sono inferociti perchè siamo in ritardo! La cosa è assurda e ridicola quindi meglio sorvolare. In ogni caso quello che abbiamo visto vale qualsiasi sgridata anche se completamente immotivata. Dopo cena torniamo di nuovo alla pozza e poi a letto!
Lunedì 6/6/2005 - Etosha - Campo di Halali
Oggi dobbiamo lasciare il Campo di Okaukuejo e spostarci al Campo di Halali però decidiamo di farlo dopo la prima uscita che come ieri ha come destinazione Okondeka. Ore 6,20 usciamo dai cancelli, dopo circa mezz'ora arriviamo alla pozza; anche se siamo usciti appena aperti i cancelli ci sono già alcune macchine e ci prendiamo pure una sgridata perché ci siamo sistemati davanti ad un altro mezzo e secondo loro gli impediamo la visuale anche se finora non ancora visto nulla! Dopo un po' Roberto con la sua solita vista da falco riesce ad individuare alcuni cuccioli che giocano dietro una piccola duna ricoperta di cespugli. Rimaniamo ad osservarli a lungo nella speranza che si avvicinino un po' ma purtroppo rimangono sempre in zona. Sono cinque ma di due cucciolate diverse infatti due sono leggermente più grandicelli. Gli adulti non ci sono, probabilmente sono andati a caccia. Aspettiamo un paio d'ore ma la situazione non cambia così decidiamo di rientrare al campo. Lungo la strada avvistiamo la carcassa di una zebra riconoscibile solo dalle zampe su cui spiccano ancora le strisce bianche e nere.
Arrivati al campo carichiamo le valigie, scattiamo le ultime foto e partiamo per una zona più ad est dove si trova il Campo di Halali. Lungo la strada ci fermiamo alla pozza di Newbrownii e al ponticello ma del nostro branco di leoni purtroppo nessuna traccia anche se gli animali alla pozza sembrano molto sull'attenti come se ci fosse un pericolo nelle vicinanze.
Lungo la strada per raggiungere il Campo Halali passiamo davanti a diverse pozze ma non troviamo niente di particolarmente interessante. Ci capita diverse volte di doverci fermare perché la strada è occupata da branchi di zebre o springboks o addirittura elefanti e dobbiamo aspettare che attraversino più o meno velocemente a seconda della stazza. Il paesaggio cambia diverse volte, si alternano zone con alberi e cespugli a zone brulle con solo qualche ciuffo d'erba poi ci ritroviamo in mezzo ad una savana ricoperta completamente da un'alta erba gialla: questo è il regno del ghepardo ma di lui nessuna traccia, solo springboks, gnu e zebre. Unica cosa particolare che osserviamo in questo tratto è un numeroso gruppo di avvoltoi che si stanno cibando di una carcassa nascosta ai nostri occhi dall'erba, per fortuna!
Man mano che avanziamo verso est il paesaggio cambia ancora e ci troviamo di nuovo in una folta boscaglia. Ovunque ci sono tracce evidenti del passaggio degli elefanti che intravediamo di nuovo fra la boscaglia; sono veramente splendidi! Verso le 13 arriviamo al campo e prendiamo possesso dei nostri 3 bungalow. Anche qui manteniamo le formazioni delle auto e quindi ci sistemiamo con Roberto e Lucillo. I Bungalow sono più belli e più nuovi di quelli di Okaukuejo ma hanno solo una stanza da letto, che i nostri uomini ci cedono cavallerescamente, e due letti gemelli in cucina dove si sistemano loro. La camera da letto è molto spaziosa, ha la moquette per terra ed anche il condizionatore e anche il bagno è molto più di lusso rispetto all'altro campo. Dopo esserci sistemati e aver mangiato qualcosa usciamo di nuovo nella speranza di trovare i rinoceronti e i leopardi ma purtroppo nonostante mi sia quasi accecata a forza di scrutare tra gli alberi e sopra ogni ramo di loro neppure l'ombra tranne una volta che siamo riusciti ad intravedere per un attimo il sedere di un rino che si allontanava velocemente tra la boscaglia. Ci fermiamo presso la pozza dove siamo già stati anche stamattina ma vi sono solo tante giraffe, springboks, kudu, zebre e dei bellissimi uccelli dal piumaggio verde-blu. Assistiamo alla poppata di una giovane zebra ma di leoni o altri felini nessuna traccia. Continuiamo a girare, vediamo gruppi di impala dal muso nero e di "topi", un bellissimo kudu maschio dalle lunghe corna attorcigliate e diverse giraffe il cui lungo collo si intravede anche al di sopra degli alberi.
Mentre ritorniamo al campo dopo una curva vediamo un pulmino fermo che sta fotografando un elefante vicinissimo a loro e piuttosto incavolato forse a causa di un flash e quindi manteniamo le distanze e lo lasciamo passare indisturbato. Lungo la strada scatto alcune foto ad un tramonto strabiliante e mi faccio lasciare al cancello perché voglio fotografare l'enorme teschio di elefante che vi è collocato davanti.
Faccio una sosta nel negozio e poi raggiungo gli altri al bungalow a prepararmi per la cena. Al contrario dell'altro campo il ristorante qui è quasi deserto e anche noi siamo meno del solito perché Raffaele, Elena, Roberta e Franco hanno deciso di farsi gli spaghetti nella loro cucina. Dopo cena ci raggiungono anche gli altri e andiamo alla pozza in auto perché è un po' distante e soprattutto perché la strada è molto buia e dissestata. La pozza di Halali è molto diversa da quella di Okaukuejo, per raggiungerla dobbiamo salire su una collinetta rocciosa su cui ci cediamo, alcuni sulle poche panchine sparse qua e la, altri sulle rocce e la pozza è situata proprio sotto di noi. E' piccola ma molto suggestiva e forse anche più bella dell'altra. Osserviamo rapiti numerosi elefanti, due dei quali si mettono anche a corteggiare insistentemente un'elefantessa che però non ne vuole proprio sapere. Il silenzio della notte africana è interrotto solo dal rumore degli animali che arrivano, bevono e poi se ne vanno e di tanto intanto dal ruggito di qualche felino in lontananza. Fra i vari versi di animali improvvisamente si sente un ruggito che sembra molto vicino. Secondo Roberto non si tratta di un leone ma di un leopardo e quindi restiamo in silenzio ad aspettare nella speranza che sbuchi all'improvviso da tra i cespugli e venga a bere proprio davanti a noi.
Il freddo è sempre più pungente e piano piano quasi tutti abbandonano la pozza. Rimaniamo solo io, Roberto, Melissa e Giuliano su una panchina e pochi altri nelle vicinanze. La stanchezza della lunga giornata inizia a farsi sentire e fa sempre più freddo ma ogni volta che decidiamo di andare un nuovo ruggito riecheggia nella savana e ci trattiene li immobili e in silenzio ma del felino nessuna traccia e alla fine, a mezzanotte passata ci arrendiamo e andiamo a dormire mezzi assiderati dal freddo.
Martedì 7/6/2005 - Etosha e Okonjima
Ultimo giorno al parco Etosha, peccato. Sveglia all'alba come al solito, un caffè al volo e poi via pronti davanti ai cancelli per questa ultima giornata di safari. Ci fermiamo in diverse pozze, alcune vicinissime al pan e bellissime ma completamente asciutte e senza animali. L'idea sarebbe quella di andare al ponticello a vedere se troviamo il nostro branco di leoni con i cuccioli ma poi, pensando che difficilmente saranno ancora li visto che neppure ieri c'erano, decidiamo di dirigerci verso la pozza di Gemsbokvfakte risparmiandoci così una lunga e probabilmente inutile deviazione. Poco prima di arrivare alla pozza vediamo sulla sinistra a poche decine di metri dalla strada una leonessa stesa tranquillamente al sole e ci fermiamo ad osservarla. Mi guardo intorno cercando il resto del branco ma non vedo nulla. Roberto decide di avviarsi alla pozza ma dopo un attimo io lo fermo perché vedo tre sagome a destra che si stanno avvicinando lentamente e mi sembrano dei leoni. Sono ancora molto lontane all'orizzonte e Roberto affermando che sono zebre riparte ma io lo blocco subito perché non ne sono convinta e appena do un'occhiata con il binocolo mi accorgo che avevo proprio ragione. Sono leoni! Ormai ho l'occhio dell'esploratore!
Ci sistemiamo con il fuoristrada di traverso puntato proprio nella loro direzione e gli altri li facciamo posizionare a qualche decina di metri da noi ma paralleli alla strada e... incredibile ma vero, i leoni si avvicinano piano piano e l'intero branco ci passa a pochi centimetri e proprio in mezzo fra le nostre auto. E indovinate un po'?! E' il nostro branco del ponticello!
Ci sono tutti, le 5 leonesse, i due maschi e i nostri due bellissimi cuccioli che ci passano proprio sotto al finestrino. Sono bellissimi! Non ci posso proprio credere! Che fortuna! E che tempismo!
Li osserviamo allontanarsi piano piano in direzione della pozza e anche noi ripartiamo e parcheggiamo il più vicino possibile alla pozza ma purtroppo ci sono altre macchine e pulmini e dobbiamo metterci in disparte.
Qui la pozza vera e propria è come una fossa scavata nel terreno e quando scendono a bere non li vediamo ma per fortuna risalgono subito dopo e si siedono nei dintorni. A questo punto succede un'altra cosa eccezionale; di fronte a noi in lontananza si vedono sopraggiungere lentamente altri leoni. Al momento sono solo un paio di puntini ma man mano che si avvicinano riesco a vedere che uno di loro è uno splendido maschio adulto con una folta criniera. Bellissimo! Finalmente ho visto anche uno un maschio adulto, era l'unico che mi mancava!
Probabilmente fanno parte di due branchi diversi perché quando i nuovi arrivati giungono alla pozza il "nostro branco" si è già sistemato un po' più distante. All'improvviso i leoni iniziano a ruggire. Che emozione! Chissà cosa si dicono?! Cerco di riprendere il tutto con la telecamera ma non so se si sentirà bene perché invece di ascoltare in silenzio i miei compagni di auto continuano a chiacchierare!
Dopo un po' cambiamo posizione e ci sistemiamo in modo da osservare meglio il nostro branco iniziale, quello coi cuccioli che in questo momento sono tutti tranquillamente stesi al sole a un centinaio di metri dalla pozza.
Uno di loro si allontana dal gruppo e gli animali attorno, numerosissimi tra zebre, orici e altri, iniziano a innervosirsi ma non succede niente finché ad un certo punto uno dei leoni che fino a poco prima ne stava apparentemente steso tranquillo si alza improvvisamente e corre verso un orice che si trova a pochi metri di distanza ed ecco che nel giro di pochi secondi l'orice viene assalito anche dagli altri leoni e non ha più via di scampo. E' stato uno spettacolo veramente emozionante da vedere, brutale e crudele certo ma è così che va la vita qua nella savana. Tutti devono mangiare per sopravvivere e ognuno lo fa a modo suo.
I leoni dell'altro branco in un primo momento sembra che si vogliano avvicinare probabilmente per portargli via il cibo ma poi evidentemente si allontanano tranquillamente, probabilmente hanno già la pancia piena!
Siamo tutti e quattro un po' scossi e ancora increduli di aver assistito a tutto ciò anche perché non è così facile capitare proprio al momento giusto e vedere una caccia da così vicino. Il nostro "fondoschiena" non ha limiti!
Purtroppo è successo tutto così velocemente che non sono riuscita a fotografare né a riprendere nulla anche per non sprecare attimi preziosi.
Come al solito noi saremmo rimasti li a guardare ancora per ore ma oggi purtroppo è l'ultimo giorno e dobbiamo avviarci verso l'uscita del parco per poi raggiungere Okonjima dove spero riusciremo a vedere i leopardi e i ghepardi.
Ai cancelli del parco facciamo una piccola sosta per andare al bagno e qui, per fortuna succede un episodio molto divertente a causa della disattenzione di Raffaella la quale grazie a questo finalmente riesce a smettere di piangere (la caccia l'ha molto colpita).
Usciamo dal parco e ci avviamo sulla strada asfaltata in direzione sud. Dopo aver attraversato Outjo e Otjiwarongo svoltiamo in una rossissima stradina sterrata che percorriamo per una ventina di chilometri fino a raggiungere l'Okonjima Lodge (www.okonjima.com) che è anche la sede dell'Africat Foundation (www.africat.org) che si occupa della conservazione dei grossi carnivori africani in special modo di leopardi e ghepardi.
Il posto è splendido in mezzo ad un verde incredibile. La casa principale è stupenda con una sala da pranzo enorme completamente aperta su un lato con un bellissimo tavolo in legno al centro scolpito su un tronco evidentemente grandissimo. Il lato aperto si affaccia sul lapa... una specie di salotto all'aperto con tutte le poltrone a semicerchio ed in mezzo uno spazio in ghiaia su cui alla sera ci si appoggia il cerchio di metallo su cui si accende il falò.
Dopo una calorosa accoglienza e un pranzo leggero ci assegnano le stanze. La nostra e quella di Roberto e Lucillo sono in una casetta separata nel mezzo di un verdissimo giardino. La stanza è bellissima arredata in stile africano con un letto matrimoniale e un letto singolo, tutti e due con le zanzariere sopra. Il bagno è meraviglioso tutto con rocce a vista e un arredamento splendido anche questo in perfetto stile africano.
Nel vasto giardino c'è anche una piccola piscina con sdrai e lettini per prendere il sole ma purtroppo noi come al solito non abbiamo tempo infatti ormai dopo aver curiosato un po' in giro e scattato qualche foto è già ora del ritrovo perla merenda in delizioso ed ombreggiato angolo del giardino dove ci servono the, caffè e diverse torte che però non riesco neppure ad assaggiare perché sono ancora piena dal pranzo. Peccato.. dicono che sono ottime!!!
Ed ora via! Alla ricerca dei leopardi. Saliamo su due fuoristrada dall'aspetto molto vissuto, scoperti e con diverse file di panche in scala in modo che quelli dietro hanno la stessa visuale di quelli davanti. Iniziamo a girare aprendo e chiudendo alti cancelli elettrificati che ci consentono di passare da un settore all'altro della loro vastissima proprietà.
Il paesaggio è molto bello ma i sentieri sono pessimi pieni di buche, grosse pietre e spesso passano in mezzo ad alti cespugli spinosi che rischiano di sbatterti in faccia. Ogni tanto ci fermiamo per usare una specie di antenna radar che serve per avvertire il segnale rilasciato dai collari dei leopardi monitorati ma niente da fare, chissà dove si sono cacciati! Ad un certo punto ci fermiamo in un punto panoramico in cima ad una montagna da dove scattiamo diverse fotografie alla splendida savana sottostante ma del segnale ancora nessuna traccia. Ormai è tardi e quasi non ci contiamo più quando ecco che lo troviamo: è sotto ad un albero semi nascosto dai cespugli ma a pochi metri da noi. E' uno splendido ed enorme esemplare maschio. Bellissimo! Dopo un po' il rumore dei nostri "fuoristrada-trattori" lo spaventa, si alza annoiato e se ne va sparendo velocemente fra i fitti cespugli. Peccato!A questo punto manca poco al tramonto e ci accingiamo a tornare al lodge e, sorpresa, lungo il tragitto ad un certo punto vediamo un secondo leopardo più piccolo,forse la femmina, che cammina davanti a noi lungo il sentiero. Purtroppo è quasi buio e non si vede granché ma devo dire che il nostro ormai leggendario fondoschiena è entrato di nuovo in funzione!
Rientrate in stanza ci accorgiamo che ci sono molti insetti strani simili a piccolissime cimici, che schifo! Non bastavano le zanzare?! Dopo la doccia ci cospargiamo completamente di repellente e ne spruzziamo ovunque anche in stanza poi usciamo per cenare.
Dopo cena (ottima) verso le 21 ci portano fuori dal lodge per osservare gli animali alla pozza. Partiamo a piedi in fila indiana, il buio è totale, il cielo è bellissimo e come sempre pieno di stelle. Non ci sentiamo molto tranquilli, la paura di essere attaccati da qualche felino ogni tanto fa capolino nei nostri pensieri! Dopo qualche minuto arriviamo ad un capanno, entriamo e ci sediamo. Siamo praticamente al buio anche qui, solo fuori c'è un piccolo faretto che illumina una piccola pozza. Roberto ci spiega che adesso uno dei ragazzi della fondazione dovrebbe oltrepassare il recinto elettrificato e rovesciare degli avanzi di cucina per terra per attirare gli animali ma il tempo passa e non esce nessuno. Ci domandiamo il perché poi ci rendiamo conto che il motivo è semplice, a pochi metri da noi proprio vicino all'ingresso del recinto c'è un ghepardo appostato in attesa del cibo e quindi per i ragazzi è impossibile entrare, è troppo pericoloso. Aspettiamo un po' in silenzio. e osservando la larga apertura che c'è nella capanna per osservare fuori mi sorge il pensiero che se il ghepardo decidesse di saltare qua dentro e mangiare noi invece degli avanzi non credo sarebbe molto difficile per lui. Meglio non pensarci.
Ad un certo punto i ragazzi decidono di entrare lo stesso armati di bastoni elettrificati e riescono a rovesciare il sacco senza problemi. Fatto questo arrivano subito un paio di grossissimi istrici ma anche se restiamoli ancora un po' non vediamo nient'altro perché evidentemente gli altri animali sono spaventati dalla presenza del ghepardo che continua ad aggirarsi nelle vicinanze.
Dopo un po' torniamo al lodge. Quasi tutti dopo poco vanno a dormire. Io Roberto, Melissa e alcuni ragazzi della fondazione rimaniamo seduti attorno al fuoco a chiacchierare. L'atmosfera è bellissima e resterei qua fino a domani soprattutto perché questa è la nostra ultima sera in Africa e vorrei che non finisse mai.
Mercoledì 8/6/2005 - Okonjima- Windhoek
Ultimo giorno in Namibia. Purtroppo siamo ormai alla fine del viaggio ma per ora abbiamo ancora davanti una splendida giornata. Sveglia all'alba per poi andare a vedere i ghepardi. Prendiamo il caffè su una specie di terrazzo panoramico con sotto di noi due splendidi leoni, un maschio e una femmina. Sono bellissimi ed enormi, forse anche un po' obesi, forse a causa del fatto che sono sfamati dalla fondazione e non sprecano più molta energia per cacciare.
Finalmente ho un leone maschio da fotografare a pochi metri di distanza e mi accorgo di avere entrambe le batterie scariche! Non ci posso credere, e adesso come faccio?!
Mentre gli altri finiscono di bere il caffè faccio un salto in camera e ricarico al volo una delle batterie, non ho molto tempo ma meglio pochi minuti che niente no?
Dopo poco partiamo di nuovo sui fuoristrada del giorno prima ma questa volta andiamo nei recinti dei ghepardi.
Ci fermiamo vicino ad una collinetta e dopo pochi minuti arrivano diversi ghepardi (mi sembra nove) che ci circondano e si avvicinano in cerca di cibo. Si vede che sono abituati ad essere sfamati dalla fondazione! Comunque sono bellissimi lo stesso anche se sono soggetti un po' malandati e proprio per questo seguiti da loro. Abbiamo scattato un sacco di foto (erano talmente vicini che quando mai ci ricapita un occasione del genere!) e poi ci siamo avviati verso la clinica dove ci hanno spiegato diverse cose interessanti sulla fondazione e sugli animali che cercano di aiutare.
Eccoci qua di nuovo al lodge. Ci aspetta una colazione superba con un cuoco in giardino che prepara uova, bacon e salsiccia sul momento, all'interno affettati formaggi e altro. Ultima colazione in Africa. Che tristezza! Domani a quest'ora siamo già in Italia o per lo meno in Europa!
Dopo colazione un'ultima e definitiva sistemata ai bagagli e poi via verso Windhoek dove, mentre gli uomini vanno a riconsegnare le auto noi abbiamo un po' di tempo per gli ultimi acquisti fra le bancarelle del centro e finalmente riesco ad acquistare la tanto desiderata giraffa in legno alta più di un metro. Ci sono tanti oggetti in legno stupendi e comprerei tutto ma per fortuna dovendo tornare in aereo e avendo quindi poco posto e peso a disposizione riesco a limitarmi e acquisto (oltre alla giraffa) solo un piccolo elefantino e un bracciale per me e alcuni piccoli animaletti in legno per la bimba di una mia amica.
Il tempo passa veloce e arriva l'ora di partire per l'aeroporto. Lungo il tragitto sui pulmini dell'autonoleggio guardo fuori dal finestrino e penso già con nostalgia ai momenti più belli di questo viaggio, ai bellissimi paesaggi, agli animali e all'Africa in generale, mi sento triste, non vorrei partire ma purtroppo ormai siamo arrivati e ci aspetta l'aereo per l'Italia l'unica cosa che mi aiuta a superare la tristezza della partenza è la certezza che prima o poi tornerò. Forse non in Namibia ma sicuramente in un altro paese di questo splendido ed unico continente chiamato Africa.
Giovedì 9/6/2005 Francoforte - Linate
Dopo una notte in volo passata per lo più a parlare con Roberto dell’Africa e aver dormito un po’ (questa volta molto comodamente perché in fondo all’aereo dove eravamo noi c’erano molti posti vuoti così ci siamo presi una fila per uno, ben 3 sedili a testae ci siamo sistemati perfettamente stesi con cuscini e coperte!) eccoci arrivati a Francoforte dove ci attende la coincidenza per l’Italia e dopo un paio d’ore finalmente e a malincuore atterriamo a Linate. Fortunatamente la sorella di Roby ci da un passaggio in auto così riusciamo a prendere il treno di mezzogiorno e a metà pomeriggio siamo a casa. Adesso il viaggio è veramente finito!
Arrivederci Africa. A presto, anzi prestissimo e grazie per tutto quello che mi hai dato.
Un grazie anche a Roberto, la nostra fantastica guida senza la quale non sarebbe stata la stessa cosa e ai miei compagni di viaggio.