Ritorno a Torino

Due visite alla città, col pretesto della lirica e di una bella Mostra

Per chi è appassionato di viaggi ogni occasione è buona per evadere dalla quotidianità; questa volta il pretesto della trasferta è la rappresentazione dell’opera “La Fanciulla del West” di Giacomo Puccini al Teatro Regio di Torino.All’arrivo, alla periferia, la città si presenta; notiamo infatti diversi cartelli con le diciture: “Torino Comune d’Europa - Prima Capitale d’Italia - città della Tecnologia Avanzata”, nonché la pubblicità di Torino 2006.
Per raggiungere il centro fiancheggiamo l’esteso parco fluviale del Po, dove parecchie persone passeggiano o fanno jogging considerata la splendida giornata soleggiata: sono le 13.30.
Superiamo il palazzo delle Esposizioni con il famoso simbolo della città: il toro, e il castello del Valentino; a sinistra i Palazzi costruiti in occasione del centenario dell’Unità d’Italia e al termine il ponte Vittorio Emanuele I° e la chiesa della Gran Madre di Dio, la cui costruzione si ispira al Pantheon Romano, con, sullo sfondo, la verde Collina.
Attraversiamo l’enorme piazza Vittorio Veneto e imbocchiamo la bellissima via Po, fiancheggiata interamente da palazzi e portici sotto ai quali si trovano alcuni bar e negozi d’epoca, mentre la guglia della Mole Antonelliana appare e scompare tra gli abbaini. La via, rettilinea, conduce alla piazza Castello.
Siamo davanti al teatro, la cui fronte settecentesca costituisce un lato dell’ampia Piazza Castello, per recuperare i biglietti d’ingresso allo spettacolo che inizia alle 15.
Utilizziamo lo scarso tempo a disposizione per goderci la piazza, percorrendone i portici. Vi si trovano le sedi della Provincia e della Prefettura e alla fine del portico a destra l’ingresso dell’Armeria Reale.
Di seguito il grandioso secentesco Palazzo Reale, separato dalla piazza antistante dalla cancellata e dalle statue equestri dei Dioscuri, protettori della città; sullo sfondo notiamo alcuni simboli di Torino: la cupola della Cappella della Sindone, il campanile del Duomo e la guglia della Mole.
Al centro della piazza sorge isolato il maestoso Palazzo Madama, così chiamato in onore della Madama Reale Maria Cristina, vedova di Vittorio Amedeo I° e reggente di Carlo Emanuele II°, che lo abitò nel 1600.
Considerato il clima favorevole del pomeriggio, c’è animazione e le panche sono occupate da gente che prende il sole ed assiste all’esibizione di un’artista di strada.
La nostra intenzione è di vedere almeno gli interni della vicinissima chiesa di S. Lorenzo, di cui possiamo ammirare l’architettura esterna della cupola che si deve all’architetto Guarino Guarini, e il Duomo; sfortunatamente i due monumenti sono chiusi.
Non ci rimane che prendere qualcosa in un caffè ed avviarci verso il teatro, per non rischiare a causa del ritardo di perdere il primo atto della rappresentazione.
Il teatro è stato interamente ricostruito nel 1973 e all’interno una lapide ricorda il trentennale dalla ricostruzione.
Ammiro molto gli spazi ampi e luminosi destinati al pubblico durante gli intervalli e la sala digradante con un unico ordine di palchi e con una bellissima illuminazione a soffitto costituita da “stalattiti” luminose. Durante l’intervallo raggiungiamo i balconcini che danno all’esterno e che ci consentono di godere della vista sulla piazza che comincia ad illuminarsi con le prime luci dei lampioni.
Se a tutto questo si aggiunge un piacevolissimo spettacolo in vero stile western con spari, cavalli in scena e neve sulla foresta (così infatti ha voluto il regista per l’opera americana di Puccini) il bilancio della giornata è estremamente positivo.
Verso le 18.30 riprendiamo la via di casa facendo il percorso a ritroso e ammirando, questa volta illuminate, la Gran Madre di Dio e in lontananza la basilica di Superga.

Sabato 12/2/2005.
Dopo poco più di un anno ho l’opportunità di tornare a Torino per vedere la mostra “gli Impressionisti e la neve - la Francia e l’Europa” e non mi lascio certo scappare l’occasione per andare alla scoperta di qualche angolo sconosciuto della città durante il pomeriggio libero.
Partiamo puntualissimi alle 7.30 da Cremona, sede INPS, per la gita organizzata dal locale CRAL; l’arrivo è previsto per le ore 10.30.
A soli tre quarti d’ora dall’inizio del viaggio siamo bloccati per un guasto al pullman che ci obbligherà ad una sosta forzata in attesa della riparazione.
Alle 11,25 arriviamo a Torino, esattamente 5 minuti prima dell’orario fissato per la visita guidata della mostra.
La mostra è molto ben allestita nella Palazzina della Promotrice delle Belle Arti, recentemente restaurata, che sorge nel Parco del Valentino; parco in cui secondo le nostre intenzioni avremmo dovuto passeggiare in attesa dell’ingresso all’esposizione, considerato anche il clima mite e soleggiato della giornata, ma sarà per un’altra volta.
La guida che ci illustra i contenuti della mostra precisa subito che è improprio parlare di “Impressionisti” in quanto la maggior parte dei circa 150 quadri non ha nulla a che vedere con il movimento pittorico sorto in Francia, se mai è il tema della neve che costituisce l’elemento comune alle opere di pittori Scandinavi, Svizzeri, dei Paesi Bassi, Polacchi e della Mitteleuropa.
La degna conclusione di questa bella mostra è rappresentata dal quadro di Edvard Munch della Galleria Nazionale di Oslo “La notte bianca”.
Raggiungiamo rapidamente il centro della città dove consumiamo il pranzo in un vasto e accogliente self - service che consiglio: BREK RISTORANTI CIBIS S.p.A. p.za Carlo Felice, 22.
Sono ormai le 15 e abbiamo a disposizione qualche ora per vagabondare per il centro. La città è un unico cantiere in previsione dei giochi olimpici invernali del 2006 (manca poco meno di un anno alla kermesse sportiva e già è in funzione l’orologio per il conto alla rovescia); in piazza Carlo Felice è in costruzione un parcheggio sotterraneo e la stazione di Porta Nuova è tutta ingabbiata.
Raggiungiamo piazza del Castello e visitiamo la Real Chiesa di S. Lorenzo. La chiesa attigua alla piazzetta Reale e direttamente collegata alla reggia, vera e propria Cappella Palatina, si distingue per la sua cupola essendo la facciata pur progettata, mai stata eseguita dall’architetto Guarino Guarini, dell’ordine dei Teatini. Emanuele Filiberto per esaudire il voto formulato durante la battaglia di S. Quintino, vinta il 10 agosto 1557, festa di S. Lorenzo, fece restaurare la preesistente chiesa di S. Maria ad Presepe che nel 1578 ospitò la sacra Sindone dopo il trasferimento da Chambery. L’interno è a pianta centrale e su di esso prospettano cappelle i cui altari sono riccamente decorati dallo stesso Guarini che inaugurò la costruzione l’11 maggio 1680 con la celebrazione della S. Messa.
All’ingresso siamo accolti da una Guida Volontaria che descrive la storia della Chiesa ad intervalli regolari. Passiamo poi nella sacrestia dove è esposta una rappresentazione fotografica della Sindone che dopo il restauro del 2002 non presenta più i segni dei rattoppi eseguiti dalle suore a seguito delle bruciature, e alcuni oggetti legati alle vicende del Sacro Lino. La prossima pubblica Ostensione avverrà con il Giubileo del 2025. Anche qui un Volontario intrattiene i turisti raccontando in maniera approfondita gli eventi e le vicissitudini che hanno accompagnato nei secoli la preziosa reliquia.
Proseguiamo con la visita del Duomo soffermandoci davanti alla teca che racchiude la Sacra Sindone. All’uscita sullo sfondo illuminata dal sole la romana Porta Palazzo dove si svolge un colorato mercato multietnico.
Torniamo sui nostri passi fino a raggiungere via Po e costeggiando il palazzo dell’Università, dove fra gli altri, si è laureato Erasmo da Rotterdam, raggiungiamo la laterale via Montebello per vedere la Mole Antonelliana, dal 2000 sede del museo del cinema, e nelle immediate vicinanze i palazzi della Rai con il largo dedicato a Nunzio Filogamo. All’interno della Mole sorta per essere la sinagoga di Torino si trova un bar illuminato da coloratissime luci al neon e un ottimo ristorante.
Si avvicina l’ora della partenza, siamo un po’ lontano da piazza della Consolata dove oltre l’omonima Chiesa si trova uno dei locali storici, in cui sarebbe stato inventato il “bicerin”, locale frequentato da Crispi, Cavour e Dumas. Non volendo sottrarci al piacevole rito, ci infiliamo in un’antica pasticceria che si chiama “Abrate” e che si trova sotto i portici di via Po. L’arredo interno è ottocentesco e l’atmosfera che ci avvolge è d’altri tempi, qui il “bicerin” , fantasioso mix di caffè, cioccolata e crema di latte, è davvero delizioso così come i gianduiotti al caffè che mi porto a casa.
Verso le 18 lasciamo Torino costeggiando per un buon tratto il corso del Po e di fronte il polmone verde del Valentino con il borgo medievale ormai illuminato: è l’ultima immagine di Torino che ci portiamo negli occhi. Prendiamo rapidamente la via per l’autostrada e verso le 20.30 arriviamo a Cremona.*Torino è considerata città magica, dei “triangoli” del bene e del male, città di leggende e di misteri. Si può perciò seguire un itinerario un po’ diverso alla ricerca di luoghi ricchi di mistero. I Dioscuri della Piazza Reale rappresentano una vera protezione per Torino e sono segni stellari, infatti la statua di destra, guardando la facciata del palazzo, ha una stella sul capo; un altro simbolo stellare e protettore per la città è la stella che sta alla sommità della Mole Antonelliana iniziata nel 1863 per essere adibita a sinagoga.
Infine a Torino si trovano “grotte alchemiche” dove fin dai tempi dei romani si sono svolti esperimenti di magia.
*Suggerimenti: a chi avesse più tempo a disposizione, oltre a numerosi monumenti chiese e musei, Torino offre vari locali storici tra cui “Al Bicerin” già frequentato da Crispi, Cavour e Dumas dove è possibile gustare il “bicerin “ consistente in caffè, cioccolato e crema di panna (Piazza della Consolata, 5) o il ristorante Cambio, uno dei più eleganti della città (Piazza Carignano 2).
In piazza Castello sorgono Baratti &Milano (piazza Castello 29) e Mulassano (piazza Castello 15) ed infine il caffè Fiorio di via Po 8. Per acquistare deliziosi gianduiotti consiglio Peyrano negozio di corso Moncalieri 47.

2 commenti in “Ritorno a Torino
  1. Avatar commento
    SPONGEBOB
    12/05/2005 09:36

    Conosco Torino....mi stupisce leggere cose così sfalsate dalla realtà....la collina dei fiori in realtà è tristemente dominio degli spacciatori

  2. Avatar commento
    poochie76
    28/12/2004 15:40

    Etta, complimenti per il tuo diario su Torino, breve, ma ricco di informazioni. Torino è magica...tutta da scoprire.

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy