Per il 2005 io e mia moglie avevamo programmato una vacanza di tre settimane in Egitto, dico avevamo in quanto non è stato più possibile raggiungere questa destinazione. Il giorno prima della nostra partenza, la mattina del 23 Luglio, appresi dal telegiornale che a Sharm el-Sheikh c’era stato un attentato terroristico, la notizia mi sconvolse, naturalmente non perché la mia vacanza poteva essere compromessa, ma perché l’attentato aveva provocato novanta vittime tra cui anche sei italiani e 150 feriti, gli attentatori avevano piazzato due bombe, una al mercato vecchio di Sharm e l’altra all’Hotel Ghazala Gardens nella zona di Naama Bay. Cercai di capire come muovermi, contattai il tour operator avendo però notizie confuse, poi mi collegai ai siti del Ministero degli affari esteri e dell’unità di crisi www.viaggiaresicuri.it, che sconsigliava le partenze per l’Egitto.
L’indomani decidemmo comunque di presentarci all’aeroporto di Roma e voucher alla mano raggiungemmo il gate di imbarco, fu li che scoprimmo che quasi tutti i voli diretti in Egitto erano stati cancellati e anche potendo partire non potevamo raggiungere molte delle mete previste nel nostro programma di viaggio, oltre al fatto che in quei luoghi non c’era più l’atmosfera giusta per una vacanza. A quel punto ci furono proposte delle alternative, tra cui una settimana di villaggio sull’isola di Cayo Largo a Cuba, rifiutammo tutte le offerte compresa quest’ultima, anche se Cuba mi intrigava non era proprio il caso di farsi venti ore di volo tra andata e ritorno per una sola settimana di villaggio. Come ultima chance proposi al tour operator che se riusciva a combinare insieme al soggiorno mare un tour di Cuba avrei accettato, ci fu detto che c’erano buone opportunità ma che in quel momento non era possibile visualizzare in modo ottimale tutte le combinazioni di viaggio possibili quindi bisognava rimandare al giorno seguente, così ci prenotarono una camera in uno degli hotel presenti nell’aeroporto. Il mattino seguente tornammo dal tour operator che ci comunicò che potevamo partire per l’Avana effettuare un tour di nove giorni più una settimana di villaggio, ma la partenza era prevista per il 29 Luglio ovvero dopo cinque giorni, il viaggio ci convinceva ma l’attesa molto meno, chiesi l’ennesima variazione, cioè un volo last minut per l’Avana, e successivamente ci saremo uniti al tour organizzato come da programma. Trovata la disponibilità del volo, e pagando una differenza di prezzo la proposta fu accettata e dopo due ore eravamo sull’aereo che ci portò all’aeroporto Jose Martì dell’Avana dove atterrammo verso le 16.00 del 25 Luglio.
Ecco come per caso inizia la nostra avventura a CUBA…. Buon viaggio
CUBA
Arrivati a l’Avana utilizziamo un taxi per raggiungere il nostro Hotel precedentemente prenotato dal tour operator solo per la nostra prima notte Cubana, dopo una bella rinfrescata, cerchiamo di capire bene il pacchetto di viaggio che abbiamo acquistato, visto che non c’è ne stato il tempo materiale per farlo, il tour di nove giorni parte dalla Capitale ed arriva come distanza massima sino alla città di Trinidad a 330 Km più ad est, durante il percorso visiteremo: la Valle de los Ingenios, il Massiccio di Escambray, il Parco di Guanayara, le Città di Trinidad, Cienfuegos, Santa Clara, Topes de Collantes e l’isola di Cayo Santa Maria, da quest’ultima torneremo a l’Havana per il trasferimento sull’isola di Cayo Largo per il soggiorno mare. In previsione di ciò utilizziamo i nostri primi quattro giorni a Cuba visitando il lato opposto dell’isola, quindi cercheremo di raggiungere Cabo de San Antonio all’estremo ovest.
Per le sue dimensioni Cuba viene anche definita l’isla grande, in realtà e lunga “solo” 1250 km da Cabo de Sant’Antonio (ovest) a Punta de Maisì, (est) mentre la larghezza varia, da quella minima di soli 31 km nella provincia di l’Avana a quella massima di 120 km nella provincia di Camaguey. L’intera isola è suddivisa in 15 provincie più l’Isla de la Juventud (l’isola della Gioventù) e 169 municipi. L’arcipelago di Cuba e formato dal 4200 Cayos oltre all’isola di Cuba, i Cayos sono delle isole minori che insieme a molte altre isole come la Repubblica Domenicana, le Barbados, Puerto Rico ecc.. formano il molto più vasto Arcipelago dei Caraibi.
Cuba conta più di 6000 chilometri di costa ed il 16% di queste sono rappresentate da bellissime spiagge, l’isola è prevalentemente pianeggiante, ad eccezione della costa meridionale dove si trova la catena montuosa della Sierra Maesta, la montagna più elevata dell’isola è il Pico Turquino, alta 1974 metri. Oltre al mare ed ai massicci montuosi a Cuba esiste una Flora ed una Fauna di tutto rispetto, la Flora cubana conta all’incirca 8.000 specie di piante tra cui: la Palma reale, il Rovere Bianco, la Palma panciuta e molte altre, il 40% di queste sono endemiche. La Fauna invece si distingue per la sua alta diversità della specie animale, qui potremmo ammirare la Rana più piccola del mondo (solo 12 mm), la Lucertola caimano e molto altro.
La nostra prima serata a Cuba si limita a raccogliere più informazioni possibili per raggiungere la provincia di Pinar del Rio, ci rivolgiamo ad un’agenzia che organizza diverse tipologie di tour dell’isola dai più completi, che vanno da est a ovest a quelli di un solo giorno, tra questa vasta scelta c’è né uno che fa al caso nostro, il mini tour prevede la partenza dall’Avana in pullman e raggiunge la località di Maria della Gorda che affaccia sulla Bahia de Corriente nella Penisola di Gunanahacabibes a pochi chilometri da Cabo de San Antonio ovvero la località all’estremo ovest che ci eravamo prefissati. Sistemata la questione ci concediamo la nostra prima cena a l’Avana, ancora poco esperti ci facciamo consigliare ed accompagnare da un Taxista che ci porta al Castillo de Farnes un ristorante tipico cubano, dopo cena rientriamo in hotel.
Il giorno seguente di buon ora raggiungiamo il punto di partenza per il nostro mini tour nella provincia di Pinar del Rio una delle più selvagge di Cuba che si estende per 11.000 Km2 e conta solo 800 mila abitanti, imbocchiamo l’autostrada che ci conduce sino alla città di Pinar del Rio capoluogo della provincia stessa poi deviamo per Vinales una cittadina resa famosa soprattutto per la valle che la circonda e che noi raggiungiamo, ammiriamo in essa una vasta distesa di Palme Reali (albero nazionale di Cuba) e le famose “Mogotes” delle collinette che emergono dalla pianura e sono totalmente ricoperte di vegetazione, successivamente visitiamo il “Murales della Preistoria” un enorme dipinto rupestre che richiama alla preistoria, in questa zona sono presenti non poche case rurali senza elettricità e acqua corrente. Ci spostiamo verso la costa nord dove si trovano diverse grotte, tra cui la “Cueva dell’Indio” una grotta sotterranea che viene attraversata da un fiume percorribile in parte con una barca, vi assicuriamo che navigare sotto terra è davvero emozionante. La Valle de Vinales è una depressione carsica è si estende per 132 Km2, nel 1999 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, grazie anche alle numerose specie endemiche presenti, sia per quanto riguarda la flora che per la fauna. La provincia di Pinar del Rio include anche diverse piccole isole dette “Cayos” alcune di queste collegate alla terraferma, raggiungiamo Cayo Levisa dove veniamo affascinati dalla bellissima spiaggia bianca e da un mare cristallino dove non possiamo far a meno di tuffarci, si è fatta ora di pranzo, ci fermiamo in un chiosco risto-bar sistemato direttamente sulla spiaggia e costruito interamente in legno, pranzare qui è davvero una favola, dopo pranzo ci tratteniamo ancora un po’ ad ammirare questo splendido mare, poi ripartiamo e raggiungiamo la città di Pinar del Rio dove alloggiamo per la notte. Il giorno successivo raggiungiamo ancora più ad ovest la località di Maria La Gorda, l’intera Penisola di Gunanahacabibes e stata dichiarata riserva della biosfera dall’Unesco, il posto è molto conosciuto dai subacquei e da chi pratica snorkeling come noi, tra un bagno in mare e uno di sole passiamo l’intera mattinata in spiaggia, nel primo pomeriggio ripartiamo per l’Avana, lungo il percorso ci fermiamo nei pressi di Candelaria una cittadina di 20 mila abitanti, dove visitiamo una fabbrica di sigari, rientriamo a L’Avana ed alloggiamo in una casa particolar che ci ha trovato la stessa agenzia del mini tour. Il giorno seguente decidiamo di rilassarci in spiaggia, quindi raggiungiamo la Playa di Bacuranao, un’ insenatura semicircolare, la più vicina al centro abitato dell’Avana, restiamo qui per quasi tre ore poi ci spostiamo verso est e raggiungiamo la Playa dell’este, una distesa interminabile di sabbia che si estende per chilometri, restiamo su questa spiaggia sino al tramonto poi rientriamo. Il giorno seguente cominciamo il nostro tour acquistato in extremis all’aeroporto di Roma, l’incontro con la guida è prevista nel tardo pomeriggio presso l’hotel, noi comunque lasciamo il nostro alloggio entro le dieci come da regolamento è raggiungiamo in taxi l’hotel, spieghiamo al ricevimento che apparteniamo al gruppo che arriverà nel tardo pomeriggio e chiediamo gentilmente di lasciare le nostre valigie già in hotel, liberati dal peso delle valigie girovaghiamo per l’Avana ed ci fermiamo in un ristorante per il pranzo, poi rientriamo all’hotel e ci incontriamo con il resto del gruppo e la guida che dopo averci illustrato il tour che andremo a fare ci conduce in un ristorante per la cena.
L’indomani cominciamo la visita della capitale dalla rinomata fabbrica “Partagas” che lavora il tabacco producendo i migliori ed i più famosi sigari del mondo, l’azienda è stata fondata nel 1845 dal catalano Jaime Partagas, dopo la sua scomparsa fu venduta a due spagnoli, Josè Bances e Ramon Cifuentes che successivamente divenne l’unico proprietario, almeno sino alla rivoluzione cubana, poi il governo di Fidel Castro nazionalizzò anche quest’azienda, oggi la proprietà appartiene per il 51% al governo cubano e per il 49% alla multinazionale del tabacco Altadis. Nella fabbrica vengono prodotte diverse tipologie di sigari, dai più economici ad i più pregiati e costosi fatti interamente a mano e con le foglie di tabacco più grandi. Lasciamo la fabbrica e raggiungiamo il centro storico dell’Avana dichiarato nel 1982 patrimonio dell’umanità dall’Unesco che con i suoi cinque Km2 è il centro storico è il più esteso di tutta l’America latina, ammiriamo in primis Plaza de Armas considerata la piazza più antica dell’Avana, qui si tiene il più grande mercato di libri usati e di artigianato, nel centro della piazza si erge la statua di Carlos Manuel de Cespedes, leader della prima guerra di indipendenza (1860), a nord della piazza si trova il Castillo della Real Fuerza edificato nel 1558 a difesa della città ma che risultò da subito inadeguato per la sua posizione molto interna rispetto alla baia, infatti non fermò l’invasione degli inglesi nel 1762, nei secoli l’edificio è stata la residenza di governatori, militari e funzionari di governo fino al 1772 quando fu edificato il Palacio del Segundo Cabo che sorge proprio di fronte al Castello ed oggi sede dell’istituto cubano del libro, mentre il Castello è stato adibito a Museo nazionale della ceramica artistica. Ci fermiamo per il pranzo nel celebre ristorante La Mina, ex scuola per orfanelle. Nel pomeriggio continuiamo il nostro giro della città e ci spostiamo in Plaza de San Francisco, dove appunto si trova la Basilica di San Francesco d’Assisi edificata fra il 1580 ed il 1591 questa Basilica era la sede dei francescani all’Avana, dalla sommità del campanile, alto ben 42 metri, si gode di un’ottima vista sulla città, oltre alla Basilica nella piazza è presente la Lonja del Comercio che letteralmente significa il “Mercato del commercio” inteso però come il centro del commercio, l’edificio risale al 1908 e sulla sommità della cupola è posta una statua del Dio Mercurio che è il Dio dei Mercanti e del commercio, l’edificio era la sede della borsa cubana ed oggi ospita le più importanti aziende straniere che operano a Cuba. Nell’esatto centro della piazza si trova la Fuente de Los Leones in marmo di Carrara, scolpita nel 1836 dall’artista Italiano Giuseppe Gaggini. Lasciamo Plaza de san Francesco e raggiungiamo Plaza Vieja, risalente al 1559 in questa piazza sono presenti diversi palazzi molto eleganti come l’edificio Gomez Vila, la Casa del Conde Lombillo e la Casa del Conde San Juan de Jaruco che è il palazzo più antico della piazza ed oggi sede della Casona ovvero uno dei maggiori spazzi espositivi cubani, noi raggiungiamo il palazzo Gomez Vila ed in cima ad esso visitiamo la Camara Oscura dove viene proiettata un’immagina dell’Avana e di tutta la baia a 360 gradi, successivamente ci spostiamo al Museo dell’educazione dove sono conservati molti documenti d’epoca coloniale ed in particolare documenti che riguardano la campagna di alfabetizzazione del 1861, un’altra mostra molto suggestiva e quella fotografica esposta nella Fototeca de Cuba, anche al centro di questa piazza e presente una fontana del 1796 che negli anni cinquanta era stata eliminata per trasformare la piazza in un parcheggio, poi fortunatamente rimessa al duo posto negli anni cinquanta. Poco distante da Plaza Vieja si trovano alcune delle chiese più importanti della città come il Convento de Santa Clara che oggi ospita l’ente che si occupa del restauro della città vecchia e la chiesa più antica di tutta l’Avana ovvero l’Iglesia Parroquial del Espiritu Santo. Giunti quasi al tramonto di questa intensa giornata raggiungiamo e visitiamo la casa natale del famoso ed onorato scrittore e combattente José Martì che qui appunto nacque nel 1853, nel 1925 l’edificio venne acquistato dal comune che lo trasformo in un museo dove tutt’oggi sono conservati come inalterati nel tempo tutti i mobili, i quadri ed alcune stesure dello scrittore. In serata, dopo una doccia rigeneratrice raggiungiamo uno dei tanti ristoranti tipici cubani, dove assaporiamo alcune delle specialità locali accompagnate da un’ottima birra e conclusa da un ancor più ottimo Havana Club.
Il giorno seguente riprendiamo la visita della città è possiamo dire che riprendiamo la dove, la sera precedente avevamo interrotto cioè dall’Havana Club, naturalmente non ricominciando a bere ma visitando il Museo del Ron per conoscere oltre alla sua storia anche il processo di lavorazione, successivamente ci spostiamo in un altro museo simbolo di Cuba, ovvero il Museo de la Revolucion, allestito nell’ex palazzo residenziale del Dittatore Fulgencio Batista, ed è diviso in due parti, una che raccoglie ed espone documenti e foto delle lotte cubane nel periodo coloniale e l’altra interamente dedicata alla rivoluzione del governo socialista per la conquista dell’isola e alle imprese dell’equipaggio del Granma, esposto nel giardino del museo stesso. Non si può certo parlare di Cuba e non menzionare la rivoluzione cubana cominciata per mano di 82 combattenti stipati su una barca “il Granma” il cui proprietario si chiamava Fidel Castro, lunga soli 18 metri poteva ospitare al massimo 12 persone, partiti il 25 Novembre del 1956 dalla città di Tuxpan in Messico e sbarcati il 02 dicembre sulla spiaggia di Las Coloradas a trenta Km più a sud del punto stabilito che era la città di Niquero in quanto l’imbarcazione fu intercettata da un elicottero dell’esercito di Fulgencio Batista, dopo lo sbarco i ribelli si inoltrarono nella Sierra Maestra dove furono traditi dalla loro guida che li condusse in un’imboscata, degli 82 uomini solo 12 riuscirono a sopravvivere, tra loro Fidel Castro, Raul Castro, Ernesto Che Guevara e anche un italiano Gino Donè Paro ex partigiano durante la guerra ha avuto un ruolo fondamentale durante la rivoluzione cubana, è morto il 22 marzo del 2008. Adiacente al Museo della Rivoluzione si trova il Museo delle Belle Arti che custodisce al suo interno meravigliose opere d’arte cubana, dal periodo coloniale sino alle più recenti, usciti dal museo raggiungiamo Plaza de la Revolucion, in questa piazza si erige il Memorial José Martì, un monolito a forma di stella alto 146 metri e realizzato interamente in marmo grigio estratto dall’Isla della Juventud, oltre al monolito ammiriamo la grande effige in ferro che rappresenta il volto di Che Guevara eretto sulla facciata del Ministero degli interni, concludiamo così la nostra prima fase di visite e raggiungiamo un ristorante per il pranzo, successivamente raggiungiamo il Viale Carlos Manuel Cespedes ovvero il Malecon (Molo) conosciuto anche come Avenida Antonio Maceo, non c’è un luogo che meglio rappresenti l’Avana, il momento e il punto migliore è il tramonto sulla baia. Il Malecon è stato costruito nel 1901 dagli americani come un viale pedonale alberato con grandi luminarie, ma il vento e la forza del mare obbligarono a modificare il progetto, il Lungomare inizia dal Castillo de San Salvator de la Punta all’Habana Vieja e si sviluppa per una lunghezza di 8 chilometri toccando i quartieri dell’Avana Vieja, del Centro Avana e del Vedado terminando presso il Torreòn de la Chorrera, vicino alla foce del Rio Almendares, a questo punto la strada diventa un tunnel che passa sotto il fiume dove inizia il quartiere Miramar e la strada prende il nome di Avenida 5. Sul Malecon si affacciano case dai colori pastello, scolorite dal sole, dalla salsedine e dalle intemperie oltre a palazzi del XX secolo, a due o tre piani con porticato e loggiato superiore. A metà lungomare si trova il Maximo Gomez Monument famoso comandante militare durante la guerra di indipendenza, l’ora del tramonto è giunta quindi noi ci godiamo questo momento insieme ai tanti habaneros innamorati che qui si incontrano ogni giorno. Trascorriamo la serata in un locale simbolo dell’avana ovvero la Bodeguida del Medio aperto da un commerciante di generi alimentari nel 1942 e dotato di un banco per la miscela delle bevande alcoliche, il locale è stato imitato in diverse parti del mondo, una delle particolarità di questo locale sono le pareti tappezzate dagli autografi dei clienti, ma solo in questo dell’Avana sono presenti anche le firme di personaggi illustri come Garcia Marquez, Pablo Neruda ed Ernest Hemingway, oggi la Bodeguida è un ristorante a tutti gli effetti e noi ne assaporiamo le sue specialità.
L’indomani lasciamo l’Avana dove torneremo ancora due volte, la prima per il trasferimento sull’isola di Cayo Largo e poi per il volo di rientro in Italia, questi giorni trascorsi a l’Avana sono stati davvero entusiasmanti ed oserei dire che vale la pena fare un viaggio a Cuba anche solo per vedere la sua Capitale, noi per fortuna abbiamo visto e vedremo anche altro, raggiungiamo infatti la città di Cienfuegos a 240 Km. più ad est, questa città fu fondata da un gruppo di coloni francesi nel 1819 e la sua architettura ne è testimonianza, Cienfuegos infatti è l’unica città cubana ad avere un Arco di Trionfo, sorge in una splendida e vasta baia dominata dal Castillo de Nuestra Senora de los Angeles Jagua edificato nel 1745 a protezione della città, oggi ci abitano più di 150.000 cienfuegueros, il suo centro storico (come quello dell’Avana) per il suo valore storico e culturale è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2005, ed è proprio li che siamo diretti, al suo interno ammiriamo i numerosi palazzi risalenti al XIX secolo, poi raggiungiamo il Parque Martì nell’esatto centro cittadino, infatti qui è posizionata una targa di forma rotonda che segna il chilometro zero della città, nel parco è presente uno degli edifici più imponenti di tutta la città ovvero il Teatro Thomas Terry edificato nel 1889 proprio dalla famiglia di Tomas Terry, ex sindaco di Cienfuegos, molto interessanti i mosaici di facciata che sono stati realizzati dalla famiglia Salviati di Venezia, il Teatro ospitò nel 1920 il tenore Enrico Caruso, nel parco e presente anche la Cattedrale della Purissima Conception, mentre per ammirare la città dall’alto saliamo sulla torre della Casa della Cultura Beniamino Duarte anch’essa presente nel Parco Martì, dopo aver ammirato il panorama ci fermiamo in un ristorante per il pranzo è successivamente, prima di ripartire per Trinidad ci concediamo una passeggiata sul Paseo del Prado, una bellissima strada alberata costeggiata da eleganti case con porticati, la strada si addentra nella penisola di Punta Gorda sino ad arrivare sul Malecom (molo) e di conseguenza nella Bahia de Jagua.
Lasciamo Cienfuegos nel tardo pomeriggio e proseguiamo il nostro viaggio verso Trinidad a meno di un’ora di strada sempre verso est, arrivati in città raggiungiamo l’hotel dove ceniamo e pernottiamo. Il giorno seguente raggiungiamo la marina di Trinidad e ci imbarchiamo per raggiungere l’isolotto di Cayo Blanco dove ammiriamo la splendida barriera corallina e la piccola ma bianchissima spiaggia presente sull’isola, assicurata l’imbarcazione ad una boa posta al largo ci immergiamo nelle splendide acque per fare dello snorkeling, dopo questa magnifica esperienza la fame si fa sentire, effettuiamo il pranzo a bordo dell’imbarcazione stessa e successivamente raggiungiamo la Playa di Cayo dove restiamo per un paio d’ore, poi rientriamo a Trinidad. L’indomani dedichiamo l’intera mattinata per visitare il grazioso centro storico di Trinidad, questa città fu fondata dai spagnoli e precisamente da Diego Velazquez de Cuellar nel 1514 che gli diete il nome di Villa della Santissima Trinità all’epoca l’economia della città era basata sulla coltivazione della canna da zucchero che interessava tutta la Valle de Los Ingenios, mentre oggi le coltivazioni principali sono rappresentate dal tabacco, nel 1988 sia la Valle che la città di Trinidad sono state inserite dall’Unesco nel Patrimonio dell’umanità. Raggiungiamo Plaza Mayor per visitare la Chiesa Parrocchiale della Santissima Trinità, al suo interno è presente un altare di legno pregiato e numerose tele risalenti al XVI secolo, sul lato destro della Chiesa c’è il Museo Romantico, mentre di fronte un piccolo giardino ed adiacente ad esso il Museo di Archeologia. Concluse le visite raggiungiamo un ristorante in pieno centro storico e dopo il pranzo raggiungiamo la località di Torre Manaca Iznaga a soli 15 chilometri da Trinidad dove osserviamo ciò che rimane a testimonianza della vita e del lavoro svolto in uno zuccherificio del XVI secolo, poco distante dall’ex zuccherificio si trova una torre alta 42 metri, giunti in cima godiamo di uno straordinario panorama su tutta la Valle de Los Ingenios, prima che il sole tramonti del tutto arriviamo a Topes de Collantes una località nei pressi del Massiccio montuoso dell’Escambray a 800 metri di altitudine, ha un’estensione di 110 chilometri quadrati ed è una delle più belle riserve di Cuba, arrivare qui prima che faccia buio è fondamentale, in quanto la strada è ripida, tortuosa e priva di illuminazione ma oserei dire che non è nulla rispetto a quello che ci aspetta il giorno seguente e che nel leggere molto frettolosamente il programma di viaggio non abbiamo appreso.
Ci svegliamo all’alba e dopo colazione usciamo dal nostro hotel intenti a raggiungere l’autobus per la partenza ma scopriamo che il nostro mezzo di trasporto non sarà il solito autobus ma bensì una specie di camion modificato ad arte per l’utilizzo escursionistico, con questo mezzo che monta delle ruote giganti e tutte motrici ci inoltriamo per i vari sentieri sino a giungere al Parco di Guanayara, dove la vegetazione è padrona assoluta, lasciato il camion continuiamo a piedi lungo il sentiero Centinelas del Rio Melodioso dove ammiriamo molteplici specie di piante ed animali, i più diffusi lungo questo sentiero sono degli uccelli endemici come il Tocoroco, la Cartacuba e il Carpintero verde, oltre alla flora ed alla fauna ciò che ti lascia senza fiato in questo parco è il susseguirsi di piccoli corsi d’acqua, affluenti del Lago Hanabanilla, che in molti punti formano delle cascate come quella del Rio Cabang alta cinquanta metri, proseguendo arriviamo alla Cascata del Rocio che forma una piscina naturale dalle acque cristalline dove facciamo il bagno nonostante l’acqua sia leggermente fredda, appena asciutti raggiungiamo un ristorante, una specie di rifugio per gli escursionisti, dopo il pranzo ripercorriamo a ritroso la strada fatta utilizzando un’altro dei tanti sentieri presenti nel parco che conduce ad una coltivazione di caffè con annesso laboratorio per l’essicazione dello stesso, ci addentriamo nella vita di questi contadini che ci spiegano con l’aiuto della guida l’intero processo di lavorazione del caffè, nonché la sua storia, lasciamo la coltivazione e raggiungiamo il nostro strano mezzo di locomozione che ci conduce al nostro hotel.
Il giorno seguente partiamo per Santa Clara che dista circa 80 km verso nord, la città fu fondata nel 1689 da alcuni uomini provenienti della città costiera di San Juan de los Remedios che, stanchi dei continui attacchi dei pirati lasciarono la città e unendosi ai proprietari dei terreni che abitavano già nei dintorni dove oggi sorge Santa Clara giunsero in una zona collinare dove sotto un albero di Tamarindo celebrarono una messa per inaugurare il luogo dove sarebbe nata la città di Santa Clara, oggi il punto sotto l’albero è noto come Loma del Carmen cioè la Collina del Carmine. Oggi Santa Clara ha quasi 250.000 abitanti ed è nota in quanto qui nel dicembre del 1958 si è svolta la battaglia decisiva della rivoluzione cubana, che porto alla vittoria i rivoluzionari guidati da Camillo Cienfuegos ed Ernesto Che Guevara, sconfiggendo i soldati del dittatore Fulgencio Batista che in meno di 12 ore lascio L’Havana e Cuba. La mossa decisiva fu compiuta dal gruppo del comandante Ernesto Che Guevara che il 18 dicembre presero la città di Fomento e si impossessarono di parecchie munizioni insieme a delle mitragliatrici, un mortaio, due Jeep ed un camion, grazie a questo piccolo arsenale nei giorni seguenti si impossessarono di parecchie guarnigioni lungo il cammino verso Santa Clara, il 24 dicembre presero anche la città di Placentas, ultimo ostacolo prima della grande battaglia di Santa Clara. Nella notte tra il 27 e 28 dicembre Ernesto Che Guevara diede l’ordine di puntare sulla città, in totale disponeva di soli 364 uomini contro i 3800 soldati di Batista che erano sparsi per Santa Clara e dintorni, a bordo di una Jeep il “Che” viene preceduto dal plotone suicida “Vaquerito”,entrati in città riescono ad impossessarsi dell’università, dove allestiscono il quartier generale, subito dopo incominciarono a penetrare verso il centro città dove furono sorpresi dai soldati che aprirono il fuoco provocando cinque vittime, durante la notte tra il 28 e 29 dicembre, approfittando dell’oscurità utilizzarono un caterpillar della facoltà di agraria per divellere i binari è bloccare i treni verso Santa Clara, infatti il mattino seguente un treno blindato deraglia e i ribelli conquistano altre armi ed anche l’intera stazione ferroviaria. All’alba del giorno 30 dicembre sono poche le postazioni importanti ancora da conquistare, come la centrale di polizia, la caserma ed il Grand hotel, che comunque cadono in mani ribelle all’alba del 01 Gennaio del 1959, alle 12.30 tutti i militari di Battista si arrendono e la battaglia di Santa Clara è conclusa.
Sono tanti i simboli e monumenti a testimonianza di quei giorni, uno su tutti si trova in Plaza de lla Revolucion, questa piazza e dominata da una monumentale statua in bronzo del “Che” eretta nel 1988, ai piedi della statua sul piedistallo e scolpita la mitica frase del comandante, “Hasta la victoria siempre”, sulla sinistra è presente un affresco che raffigura le varie battaglia del “Che”, dalla Sierra Maestra sino a quella decisiva di Santa Clara, in particolare è raffigurata proprio la presa del treno blindato, dal retro del monumento si accede al Mausoleo del “Che” al cui centro e posizionata una stele sormontata dall’immancabile stella del comandante, qui dall’agosto del 1997 è custodita sia la tomba del comandante che quelle dei suoi uomini caduti in Bolivia ed in Guatemala. Oltre al Mausoleo, visitiamo anche il Museo che espone fotografie, documenti ed effetti personali dei combattenti. Successivamente ci spostiamo nel Parque Vidal, qui nel centro della piazza è presente un’altra statua dedicata ad un altro personaggio molto amato dai cittadini di Santa Clara, si tratta di Marta Abreu, questo amore è dovuto alla benevolenza di questa persona verso la città tramite donazioni di denaro e di proprietà sparse in tutta la città, come per esempio: un asilo, due scuole secondarie, la lavanderia pubblica ed il Teatro della Caridad progettato e finanziato interamente da Marta Abreu, il suo corpo è oggi sepolto al cimitero Colon dell’Avana. Prima di lasciare la città di Santa Clara, visitiamo la Cattedral de Santa Clara de Assis e ci fermiamo per il pranzo al ristorante Los Caneyes, poi, proseguiamo il nostro viaggio per Cayo Santa Maria, per arrivare su questo bellissimo Cayos si percorre una strada asfaltata totalmente costruita in terrapieno sul basso fondale di queste acque, la strada parte da due chilometri ad est della città di Caibarien ed arriva sull’isola estendendosi fino all’estremo est di Cayo Santa Maria. Il giorno seguente ci dedichiamo interamente al mare che in questa località è davvero fantastico, sabbia bianchissima e acqua cristallina ci accompagnano per tutta la giornata. L’indomani lasciamo questo paradiso terrestre e proseguiamo il viaggio verso l’Avana, durante il tragitto ci fermiamo nella cittadina di Remedios dove visitiamo lo zuccherificio Marcelo Salado e le sue antiche locomotive a vapore, poi proseguiamo per la capitale dove raggiungiamo l’aeroporto per il trasferimento a Cayo Largo dove ci aspetta la nostra ultima settimana di viaggio dal sapore più vacanziero e blando. Arriviamo sull’isola che ormai è buio, l’aereo si allinea alla pista e solo all’ultimo istante, poco prima che quest’ultima tocca terra la pista si illumina, illuminando per la sua immediata vicinanza anche la superficie del mare, sembrando quasi un ammaraggio più che un atterraggio.
I giorni seguenti si susseguono uno dopo l’altro, come le spiagge di questa meravigliosa isola, Playa Luna, Playa Paradiso, Playa Sirena ad ovest, Playa Larga posizionata esattamente al centro e Playa Los Cocos e Playa Tortuga ad est, noi ne visitiamo molto volentieri una al giorno, spingendoci sino a quelle più remote dove le vere protagoniste sono le tartarughe che qui depongono le loro uova, durante il soggiorno infatti raggiungiamo in tarda serata una delle più isolate spiagge dell’isola e, muniti di una piccola torcia e di tanta pazienza cominciamo a passeggiare su e giù per la spiaggia con molta discrezione e nel massimo silenzio, dopo due ore la nostra pazienza viene premiata dalla vista di una gigantesca tartaruga carretta carretta che sbuca dal mare e percorre in tutta la sua larghezza la spiaggia, solo quando arriva infondo ad essa comincia a scavare con le sue grandi pinne una profonda buca che dopo aver deposto le uova ricopre con molta cura, a fine operazione con il fiato affannoso raggiunge di nuovo il mare dove svanisce in un attimo. Dopo questa immensa emozione lasciamo la spiaggia accorgendoci che sono passate quasi quattro ore da quando siamo arrivati, eravamo così entusiasti nel vedere la tartaruga all’opera che il tempo è letteralmente volato. Oltre al mare ed alle splendide spiagge, sull’isola non c’è un granché, è presente una piccola marina, un negozietto di souvenir ed un piccolo bar, sempre in zona c’è un allevamento di tartarughe dove l’ospite più grande è la Tartaruga Maria che pesa 90 chili ed ha sessantenni. Il nostro viaggio a Cuba si conclude sull’isola di Cayo Largo, l’indomani raggiungiamo l’Avana ma solo per uno scalo tecnico, poi ripartiamo per l’Italia.
Consiglio a tutti di fare un viaggio a Cuba, sono passati ormai cinque secoli da quando Cristoforo Colombo scopri quest’isola esclamando “non vidi mai terra si bella” da allora tantissimi popoli hanno abitato questa terra incastonata tra il ricco nord ed il povero cono del sud America, oggi a Cuba vivono più di dieci milioni di persone frutto della mescolanza di varie etnie e culture. Visitare cuba vuol anche dire (oltre a tutto ciò descritto in questo diario) vivere a contatto con la musica che permea tutta la vita dell’isola, il suono cubano mescola suoni africani e melodie spagnole dando vita alla samba, al cha-cha-cha, al danzon, alla rumba, al guaracha, al bolero, al mambo e tanti altri.
Purtroppo, con la lettura non è possibile trasmettere i profumi e i ritmi del popolo cubano.
Visitare Cuba lascia sempre dentro il desiderio di ritornarci…
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- 03/01/2018
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