L'Ovest dell'Islanda: da Hòlar a Reykjavìk

Continua il viaggio nella mitica terra Islandese

L'articolo si collega direttamente a quello presente su questo stesso sito (L'Islanda del Nord) e racconta il prosieguo di quell'esperienza di viaggio, descrivendo la zona Ovest dell'Islanda e la città di Reykjavìk. Inizieremo il nostro racconto partendo dalla località, storica, di Hòlar ì Hjaltadalur, che si trova in realtà ancora al Nord, in prossimità dello Skagafjordur.

Come spostarsi

Come già accennato nell'articolo sul Nord, eravamo dotati di vettura propria (monovolume Galaxy della Ford).
Ciò non ci ha impedito (devo riconoscerlo a posteriori, con buona dose di incoscienza), di affrontare la F550, pista del Kaldidalur, che porta dalla zona di Husafell verso la zona di Thingvellir (non è possibile riprodurre, con la nostra tastiera, l'esatta grafia). Lo spettacolo è stato emozionante, ma anche tanti i momenti di apprensione, dovuti al maltempo che si stava addensando sulla zona: meglio farlo con adeguata fuoristrada!
Per il resto, la "solita" Islanda: praticamente, e solo a tratti, l'unica strada asfaltata è la N.1; gli altri sono sterrati tenuti in ottime condizioni.

Dove alloggiare

Abbiamo scelto per questa parte di viaggio Fattorie o Guesthouse dal Catalogo "Icelandic Farm Holidays"; il link al sito internet è più sotto, nello spazio apposito.
Ad Holar abbiamo alloggiato in un cottage in legno nei pressi dell'insediamento principale: il Cottage, essenziale e funzionale, era dotato di servizio con doccia, TV, barbecue. L'edificio principale dove c'è la reception ospita un ristorante, una piscina calda ed una sorta di piccolo museo. Nei pressi l'interessantissimo sito storico di Holar, con la Cattedrale, un allevamento ittico visitabile e poi... natura a perdita d'occhio, con vette innevate sullo sfondo ed una conca vereggiante attraversata da un fiume e punteggiata da laghi.
Nella zona centro-occidentale abbiamo soggiornato presso la fattoria Fljotstùnga, ai piedi del ghiacciaio del Langjokull, nei pressi della meravigliosa zona di Husafell.
Il soggiorno era in un mini-cottage in legno, spartano ma dotato di tutto, a circa 200 metri dalla fattoria che sorge su una piccola altura vicina; imperdibile la splendida mega-Jacuzzi all'esterno, dotata naturalmente di acqua calda.
Commovente l'ospitalità dei gestori: la prima colazione l'abbiamo consumata con loro, conversando in inglese ed apprendendo moltissime cose sulla zona circostante ed in genere sul modo di vivere Islandese.
A Reykjavìk abbiamo soggiornato presso la Guesthouse "Erik the Red" (tel. +354 552 1940 Fax +354 552 1951) in Eiriksgata al numero 6. La Guesthouse è dotata di camere con bagno, la prima colazione viene consumata in una bellissima sala comune ed inoltre è a disposizione un bel giardino con una sorta di veranda dove è possibile cucinare e consumare i pasti.
Il proprietario è persona gentilissima, di animo nobile ed amante dell'arte.
La Guesthouse, vicino all'Ospedale ed alla Cattedrale, è anche vicinissima al centro che si può raggiungere comodamente a piedi in pochi minuti di passeggiata.

Itinerario

Il nostro itinerario ci ha portato da Akureyri ad Hòlar ì Hjaltadalur, seguendo la numero 1 fin nei pressi di Varhmalìd e poi deviando sulla 76. A causa del maltempo (pioggia battente per un'ora) e delle nubi basse il tratto stradale sulla N.1 ci è parso particolarmente avventuroso e comunque suggestivo, con il passaggio attraverso un passo dove faceva bella mostra di sè il solito piccolo rifugio-bivacco dal caratteristico color arancione.
Hòlar (una decina di edifici in tutto, non aspettatevi una città od un paese!) va famosa per essere stata dal 1106 il più importante centro religioso del Paese. Suggestiva la visita alla Chiesa, con l'annesso piccolo cimitero; il punto forte di questa località è tuttavia dato dalla natura circostante: siete al centro di una verdissima valle percorsa da un fiume, nelle vicinanze fanno da contorno vette imbiancate e la quiete regna sovrana. I prati circostanti, dove pascolano cavalli e pecore, sono adornati da laghetti e pozze d'acqua e punteggiati da funghi.
Il mare è nei pressi ed è consigliabile recarsi al vicino villaggio di Hofsòs: qui i colori esplodono nella luce vivida del Nord; il verde dei prati ed il blu del mare sono contrassegnati dai colori accesi delle abitazioni e dei pescherecci.
Davvero l'ambiente è idilliaco: forse sarà stata la splendida giornata di sole, ma Hofsòs (pur non menzionato dalle guide turistiche) ci ha molto colpiti. Molto bella e ricca di scenari suggestivi, anche se da percorrere con cautela, è la strada che porta fino a Siglufjordur, 1800 abitanti, qui considerata una vera e propria città.
Lasciata la zona di Hòlar, ci siamo decisamente diretti verso Sud-Ovest, avendo sempre per compagna la fidata N.1.
All'altezza dello Hrutafjordur la strada taglia verso l'interno; profittando però del bel tempo e dell'incredibile visibilità Islandese abbiamo potuto godere a lungo del bel panorama dello Snaefellsjokùll, ghiacciaio praticamente in riva al mare.
La nostra meta era la fattoria di Fljotstunga, posta in un paesaggio lunare tra campi di lava ai piedi del ghiacciaio Langjokull. Davvero non so dove andare a prendere i superlativi per scrivere della maestosità, della bellezza del paesaggio: ti senti cosa piccola dinnanzi ad una natura così potente e selvaggia.
Nei pressi due meraviglie naturali: Hraunfossar, una sorta di giardino acquatico dove l'acqua proveniente dal soprastante campo lavico si rompe in mille e mille rivoli che creano, passando sui pendii erbosi, un idilliaco e tranquillo paesaggio e Barnafoss, situata solo 150 m. più a monte, cascata imponente e di una forza spaventosa, inquietante ed al tempo stesso affascinante. Il nome, Barnafoss, significa letteralmente "cascata dei bambini" e ricorda in modo leggendario la morte di
due fratelli precipitati nelle vorticose acque da un ponte naturale di roccia. La leggenda vuole che poi il ponte sia stato distrutto, tuttavia è possibile scorgerne un altro che spesso viene sommerso dalla furia delle acque.
Hùsafell, qualche chilometro più a nord - est, è una zona meravigliosa, dove sorge un complesso turistico: attenzione, stiamo sempre parlando di Islanda, quindi aspettatevi un luogo appena un po' più affollato degli altri ma sempre iper vivibile e, quindi, godibile; nei pressi sorge anche un insolito ed affascinante campo da golf.
Come accennato nella rubrica "Come spostarsi", per raggiungere la zona di Reykjavìk abbiamo percorso la F550, nota come Kaldidalur; il percorso non è proprio il massimo per un'automobile normale, in compenso il paesaggio è ancora una volta signore incontrastato, presentando una serie di vedute mozzafiato. Massima cautela, però, se non avete una 4x4: non credo lo rifarei!
Reykjavìk, infine: respiri l'aria di una Capitale anche se sei in una città di soli 180.000 abitanti.
La città (il cui nome letteralmente significa "baia fumosa" a causa del vapore sprigionato dal suolo che si presentò ai suoi primi scopritori) è a misura d'uomo: non sto a raccontarvi dei suoi musei o dei suoi monumenti; basta una guida a questo proposito.
Quello che mi preme è sottolineare la qualità di vita di una città nella quale trovi tutto ma puoi girare liberamente, senza la minima paura di qualsiasi cosa: l'"atmosfera" di Reykjavìk è la carta vincente di questa città.
Basta abbandonarsi al passeggio per una delle vie centrali, Austurstraeti o Hafnarstraeti o Bankastraeti, dedicandosi allo shopping (se le finanze lo permettono!) per respirare l'aria della Capitale d'Islanda.
Al di fuori del centro, ci sentiamo assolutamente di consigliare a chi ha dei bimbi, una visita al Parco divertimenti ed allo zoo in Laugardular: vi si respira un'atmosfera molto particolare e si ha un saggio dell'attenzione che i Paesi del Nord Europa da sempre rivolgono ai bambini.

Da non perdere

*I colori di Hofsòs, sullo Skagafjordur
*La vista dello Snaefellsjokull, ghiacciaio che occupa la penisola di Snaefell che si protende nel mare.
*Le cascate di Barnafoss con il loro incredibile scenario.
*Un buon libro, il racconto di una saga, la contemplazione nel silenzio delle pianure laviche vicino ad Husafell
*L'incredibile sensazione di un bagno caldo in una jacuzzi della fattoria di Fljotstunga: fuori dal caldo riparo dell'acqua, il vento che grida sulla lava, prati verdi e la sagoma del Langjokull sullo sfondo.
*Reykjavìk, capitale a misura d'uomo, piacevole e tutta da vivere: dopo tanta Natura, una città ( e che città...) non dispiace proprio.

Curiosità 

*I guadi
Il motivo principale per cui per addentrarsi sulle "piste" Islandesi è necessario un fuoristrada, non è dato tanto, o solamente, dalla "sconnessità" della strada, quanto dalla presenza di veri e propri fiumi che attraversano la sede stradale: in questi casi è necessario possedere una vettura molto alta ed anche una buona dose di esperienza per superare l'ostacolo!
*Gli elfi
Non esistono, d'accordo... Ne siete certi? Sperimentate il silenzio, rotto solo dal vento, dei campi di lava, lo scricchiolio dei ghiacciai, il rombo delle cascate, la solitudine al contatto con la natura: non vi stupirete di certo se l'immaginario degli Islandesi sia popolato da creature magiche e fantastiche. Ad Hafnarfjordur, nei pressi di Reykjavìk, esiste un vero e proprio culto per queste creature, nonchè una mappa che indica i luoghi nei quali si può venire a contatto con esse!
*I Musei
Stupisce, intenerisce quasi, come gli Islandesi abbiano la tendenza di creare musei un po' per tutto, in mancanza forse di notevoli reperti storici: in genere sono comunque luoghi piacevolissimi e fuori dai nostri consueti schemi, gestiti in maniera molto semplice ma come sempre efficiente e cortese.
*Le pietre
Lava, riolite, scorie vulcaniche: non sono un geologo, ma le "pietre" d'Islanda hanno un fascino incredibile, iridescenti, levigate, colorate...
*La doccia e l'odore di zolfo
Se a Reykjavìk aprite il rubinetto dell'acqua calda per una corroborante doccia, avvertirete spesso un forte odore sulfureo; questa è la principale ricchezza degli Islandesi, che, grazie all'energia geotermale, non conoscono praticamente forma d'inquinamento. Dopo l'iniziale perplessità, diventerà una consuetudine che dicono benefica e rigenerante.

Per i più piccoli

Rimandando per le note generali sul viaggio con i bimbi a quanto scitto nel precedente articolo sul Nord, devo rimarcare che la "vita in fattoria" e nei cottage risulta particolarmente gradita ai bimbi e piena di spunti "avventurosi" che la renderanno un'esperienza davvero unica!

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy