La Garfagnana

Quando la Toscana dà spettacolo

Compresa totalmente nella provincia di Lucca, la Garfagnana è delimitata a sudovest dalla dorsale delle Alpi Apuane e a nordest dall’Appennino Emiliano che la divide dalla provincia di Modena. Caratterizzata in prevalenza dal corso del Serchio al confine nord della Toscana, è una valle ricca di storia, tradizioni, attrattive ambientali e architettoniche di grande rilievo. Un fine settimana lungo, che di certo non basta a esaurire quanto la regione propone al visitatore, è comunque sufficiente, grazie alle brevi distanze tra le varie località, per un primo contatto. E poi, una volta cominciato, si ritorna sicuramente per il piacere di scoprire bellezze che sembrano infinite.

Dove alloggiare

In tutti i centri abitati, anche i più piccoli, c’è un’ampia offerta di alberghi, pensioni e affittacamere. Ma in Garfagnana, come nel resto della Toscana, la soluzione vincente è quella degli Agriturismi, spesso ricavati dalla riconversione di cascinali, case coloniche o complessi rurali, spesso in contesti ambientali di grande fascino. Nella Valle si può scegliere tra almeno una trentina di strutture e difficilmente si rimane delusi. Molto utile ed aggiornato è il sito del Consorzio Garfagnana Produce riportato nei link.

In cucina

Il discorso dell’alimentazione va strettamente a braccetto con quello della ricettività. Negli Agriturismi, anche se non tutti utilizzano prodotti rigorosamente di produzione propria, si mangia molto bene. A partire dagli assortimenti di salumi, crostini e bruschette, tipici di tutta la Toscana, passando per primi robusti a base di pasta fresca e cacciagione o minestre di legumi, si giunge ai secondi di carne, bovina o suina, di solito squisita.
Il prodotto di spicco della cucina garfagnina è il farro, cereale a torto ritenuto povero ma fortunatamente “riscoperto” in questi ultimi anni anche al di fuori della regione, che “ha la sua morte” nell’omonima zuppa. Grazie all’impegno della Comunità Montana il farro gode oggi dell’indicazione geografica protetta.
I vini, da quelli DOC a quelli semplici “della casa”, non tradiscono quasi mai.

Itinerario

Partiti, come noi, da Genova, si utilizza l’autostrada A12, poi la A15, fino all’uscita di Aulla (km.108). Si percorre la statale n. 63 per 11 km. fino a Gassano, dove ci si innesta sulla n. 445, la strada che attraversa l’intera Garfagnana in senso nordovest – sudest fino a Lucca. Sarà quindi conveniente svolgere l’itinerario lungo questa direttrice, dalla quale si diramano le deviazioni che portano a interessanti luoghi di visita delle valli laterali; dal capoluogo si potrà infine imboccare l’autostrada per il viaggio di ritorno. Impostando l’itinerario in questo senso, anche la descrizione delle località avverrà nell’ordine in cui si incontrano. Ovviamente la sequenza sarà diversa per chi proviene da altre direzioni.

Da non perdere

Cominciamo il nostro itinerario con una breve sosta nei pressi di Piazza al Serchio: in questo tratto della vallata il paesaggio è caratterizzato dalla curiosità geologica dei “doglioni”, grossi torrioni conici di materiale vulcanico che emergono dal letto del fiume. Lasciata la statale, ci si innesta su una strada a tornanti che prende gradualmente quota entrando nel Parco delle Alpi Apuane; un’ulteriore deviazione porta, ormai intorno a quota 1000, a Campocatino, uno dei luoghi più suggestivi della Garfagnana. Siamo su una vasta radura erbosa sul sito di un circo glaciale ai piedi del massiccio del monte Roccandagia, un tempo insediamento stagionale di pastori e poi abbandonato: i ricoveri in pietra (localmente chiamati “caselli”) di cui il pianoro è disseminato sono in via di recupero, per fortuna nel rispetto dell’architettura originaria. Dopo una sosta rilassante in questa magnifica oasi di pace, ci si può spingere lungo il sentierino che in una ventina di minuti scende in sottobosco all’eremo di San Viviano (chiuso alla visita), che si scorge solo all’ultimo momento, addossato a una parete rocciosa nel folto della vegetazione.
Di ritorno da Campocatino, si imbocca la strada in discesa, un po’ disagevole, verso il Lago di Vagli, già visibile con un bel colpo d’occhio dall’alto, sulla cui riva è situato in bellissima posizione l’omonimo paesino. Il lago fu creato riempiendo il fondovalle nel 1953 per la produzione di energia elettrica, ma il limpido azzurro delle acque non dà davvero l’impressione che si tratti di un invaso artificiale. Durante i lavori fu sommersa la frazione di Fabbrica di Carèggine, che ritorna alla luce in occasione dei periodici svuotamenti del lago per manutenzione: è un evento di forte richiamo che a cadenza quinquennale attira numerosi visitatori curiosi di contemplare uno scenario spettrale.
Ci si ricongiunge poi con la statale n. 445, che attraversa in successione gli abitati di Camporgiano, Poggio e Pieve Fosciana, per arrivare a Castelnuovo Garfagnana, uno dei centri più importanti della Valle che merita una visita non affrettata. Il paese è contraddistinto dalla massiccia mole della Rocca duecentesca la cui porta monumentale prospetta sulla piazza principale; il complesso, di pianta irregolare con torrette agli angoli e una tozza torre centrale, fu il teatro delle vicende storiche della Garfagnana, in particolare nel periodo della dominazione estense. Tra il 1522 e il 1525 la carica di governatore fu tenuta da Ludovico Ariosto e le testimonianze dell’epoca sono tuttora conservate nell’edificio, oggi adibito a sede comunale.
Dalla 445 si diparte ora la statale 324, altamente panoramica, che in 30 km. porta ai 1617 metri del Passo delle Radici. Tralasciamo Castiglione Garfagnana, che visiteremo sulla via del ritorno, tocchiamo Cerageto, da dove si ha una bella veduta verso sinistra sul pittoresco paesino di Sassorosso, addossato a un colle roccioso sullo sfondo della Pania di Corfinio, e raggiungiamo infine il Passo delle Radici, valico che mette in comunicazione con l’Appennino Modenese. Un ultimo breve tratto porta infine ai 1524 metri di San Pellegrino in Alpe, antico luogo di culto in posizione magnifica, il cui “hospitale” è oggi occupato dall’interessantissimo Museo della Civiltà Contadina Don Luigi Pellegrini. Nelle sue 14 sale sono custoditi migliaia di attrezzi e macchinari usati negli ultimi secoli dagli agricoltori della Garfagnana, oltre a fedeli ricostruzioni di vecchie abitazioni e di laboratori artigiani, preziose testimonianze di un passato che rischierebbe di essere dimenticato in pochi decenni.
Ridiscesi per un migliaio di metri di quota verso la bassa valle, eccoci a Castiglione. La cittadina è un esempio tra i più significativi di complesso fortificato trecentesco di cui si possono ammirare i torrioni e la cerchia muraria praticamente intatti; raccomando il giro a piedi della cinta interna, che offre begli scorci panoramici sulle case e sulle stradine del centro storico. L’abitato è dominato dalla Rocca, databile intorno all’ottavo secolo.
Proseguendo in direzione sudest lungo la statale 445, si trova sulla destra la deviazione che porta alla Grotta del Vento, una delle attrattive più rilevanti del nostro itinerario; ma prima si tocca Gallicano, un borgo di origine romana molto ben conservato e rinomato per il gruppo degli sbandieratori, tra i più abili d’Italia. A breve distanza si trova l’Eremo di Calòmini, un santuario le cui prime notizie risalgono al sec. XI. La sua posizione è tra le più singolari, ricavato in una rientranza di una parete rocciosa verticale e in parte scavato al suo interno per la profondità di una quindicina di metri: davvero spettacolare è il colpo d’occhio dal basso sull’intero complesso, che sembra un tutt’uno con la roccia circostante. La strada che porta alla meta, nei dintorni di Fornovolasco, è stretta e tortuosa, ma ne vale la pena: la Grotta del Vento è infatti una tra le più importanti cavità sotterranee d’Europa per interesse scientifico. Gli itinerari possibili al suo interno sono tre, rispettivamente di una, due o tre ore: le visite, da prenotare al tel. 0583722024, sono accompagnate a gruppi da una guida e si sviluppano lungo comodi percorsi attrezzati con ringhiere, scalette e passerelle, ben illuminati e percorribili da chiunque non soffra di claustrofobia. Il più lungo è, come si può immaginare, quello di maggiore soddisfazione. Si consigliano scarponcini o scarpe con suola robusta e un maglioncino, data la temperatura, costante per tutto l’anno, di 10,7°). Caso abbastanza raro tra le numerose grotte presenti in Italia, qui è consentito fotografare, con la sola avvertenza di non recare disturbo agli spostamenti del gruppo e alle spiegazioni della guida. Sul piazzale esterno ci sono uno snack-bar che offre una discreta varietà di spuntini e un buon ristorante.
Si rientra ancora una volta sulla statale 445 per deviarne brevemente in direzione di Barga, uno dei principali borghi della Garfagnana. L’impianto medioevale, fatto di stradine, piazzette e vicoli gradinati, è molto ben mantenuto: in particolare le Vie di Mezzo, di Borgo e del Pretorio ricalcano l’andamento delle mura originarie. Passeggiando per il centro storico si possono apprezzare scorci caratteristici su vicoli a saliscendi, belle piazzette e palazzi rinascimentali dalle eleganti facciate; non mancano ristorantini e negozietti di prodotti tipici, graditi luoghi di sosta dove soddisfare, dopo lo esigenze estetiche, anche quelle alimentari. Sul punto più alto della città, il Colle del Romeggio, domina il Duomo romanico: lo scenario del complesso architettonico appoggiato su uno slargo erboso contornato da alberi è davvero magnifico.
Il nostro itinerario volge ormai al termine; riprendiamo la statale in direzione di Lucca, ma non bisogna mancare un’ultima tappa a Borgo a Mozzano. Il paese presenta un nucleo storico ben conservato dominato da un colle con le rovine di una torre di vedetta, ma la principale attrattiva consiste nel trecentesco Ponte della Maddalena, che scavalca il Serchio con una struttura a schiena d’asino divisa in tre archi minori e uno centrale più alto e slanciato. La denominazione più nota è però quella di Ponte del Diavolo, comune a parecchi altri ponti sparsi un po’ in tutta Italia; anche a questo è legata la diffusa leggenda del diavolo che lo costruì in una notte in cambio dell’anima della prima creatura che vi fosse passata e del furbo parroco che lo ingannò mandando avanti un cane.
Non rimane che lasciare, anche se un po’ a malincuore, la Garfagnana e mettersi sulla via del ritorno. All’altezza di Lucca, tiriamo dritto all’esterno della cinta delle mura: anche se ci siamo stati diverse volte, ci dispiace di non avere il tempo per una passeggiata, anche breve, nelle vie del centro storico. Ma non escludo di scrivere prima o poi un articolo per Ci Sono Stato sulle magie di questa stupenda città; se poi qualcuno mi vuole precedere, ben venga!

Note dolenti

Ne riporto una sola, piccola ma decisamente sgradevole: arrivati al termine della strada che porta alla Grotta del Vento, si scopre che il parcheggio per i visitatori è a pagamento. Dal momento che la gente si reca lì per quell’unica attrattiva, che già prevede (giustamente) un biglietto d’ingresso, mi sembra stonato imporre un’ulteriore tassa, di fatto obbligatoria non esistendo alternativa a quel solo spazio disponibile.

5 commenti in “La Garfagnana
  1. Avatar commento
    farfalla
    04/10/2006 23:04

    Complimenti per lo splendido itinerario. A tutti coloro che intendono fare un giro in Garfagnana consiglio di visitare il sito ingarfagnana.it, a me è stato molto utile!!!

  2. Avatar commento
    enzo
    04/01/2005 02:24

    tutto bellissimo da Ponte Moriano a Minucciano la Garfagnana è bellissima e unica in Italia. Grandi le trote affumicate di Tereglio e l'olio di Domazzano; a Valdottavo unico al mondo il manzo di Pozza. Ciao io ci ritornerò e grazie a voi per il consiglio!

  3. Avatar commento
    Leandro
    10/11/2002 15:33

    Ringraziamo Pab, che immagino residente nella zona, per la precisazione, assolutamente pertinente. Per il nostro viaggio abbiamo fatto base in un agriturismo in Garfagnana e in quella regione ci siamo mossi in prevalenza. Ci siamo anche spinti a Barga e Borgo a Mozzano che non ne fanno parte in senso stretto e in effetti il titolo generico "La Garfagnana" può essere fuorviante. Ci farà piacere che un lettore attento come te intervenga ancora: la vitalità di Ci Sono Stato si basa proprio sulla collaborazione tra Staff e lettori!

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    Pab
    10/11/2002 15:33

    Vorrei far presente che Barga e Borgo a Mozzano non sono in Garfagnana ma in Media Valle del Serchio. Questo solo per evitare di fornire a chi legge informazioni errate, la Garfagnana è nota anche per le sue tradizioni, dialetto, usi e costumi che nulla hanno a che fare con quelli della Media Valle del Serchio che ha sentito maggiormente dell'influenza di Pisa e Lucca.

  5. Avatar commento
    ester
    10/11/2002 15:33

    Ho scoperto altri luoghi che non avevo ancora visitato, ma lo farò presto.

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