La Corsica in bici

Appunti di viaggio in 710 km di fatica, bellezze e…

Cinque anni fa abbiamo lasciato un pezzo di cuore in Corsica dopo aver fatto quasi il giro completo in camper con amici.
Un pò perché ci piacque tanto e un pò per non aver visto uno dei tratti forse più belli, la parte nord occidentale e parte del “dito” (l’estremità nord). Ma avevamo i giorni contati e non ci potemmo concedere altro.
In questi ultimi anni abbiamo abbandonato il calcio (Loredana dopo trent’anni di attività agonistica e Leandro dopo vent’anni a livello dirigenziale) e le poche ore che il lavoro ci concede lo dedichiamo alla bicicletta. Niente di sofisticato o competitivo, niente tubolari e manubri ricurvi “da corsa”; nemmeno “mountain bike”, i nostri due mezzi sono di tipo trekking-city-turistico, con cambio a 24 rapporti, manubri diritti, copertoni intermedi, portapacchi, parafanghi e fanale. Non manca il ciclocomputer per i rilevamenti di distanza, velocità ecc.
Dopo tante escursioni di 50/60 km nei dintorni partendo da casa e diversi percorsi nell’entroterra pesarese e riminese portando le bici in auto sul punto di partenza, è pian piano maturata l’idea che quel “pezzo di cuore” forse potevamo andare a riprendercelo. Le motivazioni erano quelle di poter fare un percorso decisamente diverso dal solito, il festeggiare le “nozze d’argento” con un viaggio da ricordare, e un po’ anche per trovare i nostri limiti.

Preparativi
A decisione presa sono iniziati i preparativi. Primo scoglio da superare era quello di trovare il periodo giusto facendo combinare le varie esigenze di lavoro e il tempo meteorologicamente più favorevole: abbiamo potuto scegliere i primi dieci giorni di Giugno. C’è stato poi da decidere il percorso. L’obiettivo era il giro perimetrale ma abbiamo dovuto prendere in considerazione anche varianti accorciatrici del percorso da poter seguire in caso fossero sopraggiunti problemi fisici, di maltempo, rientro forzoso, ecc. Fra le varianti era compresa la direzione da prendere: girare in senso orario o antiorario, non che cambiasse granché ma la parte pianeggiante della costa est aveva una sua importanza nel farla a “gambe fresche”. Decisione da prendere sul traghetto anche in relazione alle condizioni del tempo.
Un’altra decisione era scegliere se passare la notte nei campeggi oppure in alberghi. Alla iniziale idea dal risvolto avventuroso che prevedeva il campeggio è pian piano maturata la convinzione che gli alberghi avrebbero rappresentato la soluzione migliore in quanto avremmo potuto alleggerirci di qualche chilo (tenda, stuoini, sacco letto ecc.) e soprattutto riposare meglio in relazione a quello che ci aspettava; ovviamente a scapito di dover sostenere tutt’altro tipo di spesa rispetto ai campeggi.
C’è stata poi la fase di documentazione. Una cartina abbastanza dettagliata dell’isola ce l’avevamo dalla volta precedente ed è stato su questa che abbiamo cercato di definire il percorso. Internet ci è poi venuta in aiuto a trovare pubblicazioni di esperienze simili che ci hanno fornito alcuni suggerimenti e comunque, leggere le esperienze altrui, aiuta anche a farsi meglio l’idea di quello che ci si dovrà aspettare. Quindi è iniziata la ricerca (sempre su Internet) di tutti gli hotel che si trovavano sul percorso formando una lista di circa 700 vari tipi di alloggi utili. Di molti di questi, dal rispettivo sito web, è stato visionato il tariffario e una trentina rientravano nel tipo di spesa che avremmo voluto sostenere.
Abbiamo dotato le biciclette del necessario equipaggiamento acquistando due coppie di borse laterali posteriori, un contenitore da fissare al portapacchi e adattato una borsina che avevamo fissandola al manubrio. Nelle due piccole borsine sottosella hanno trovato posto due camere d’aria di scorta, oggetti ed attrezzi vari per riparare le possibili forature e per eventuali esigenze meccaniche: una coppia di pattini freno, un cavo freno, un cavo cambio ed altro ancora. Nelle due tasche triangolari davanti al sedile sono finiti occhiali, fazzoletti, spiccioli, telefonini e macchina fotografica. Nelle due capienti borse è stato sistemato tutto il vestiario, scarpe ecc. Nelle altre due piccole borse, cose di vario genere come coltello multifunzione, binocolo, batterie di ricambio, occhiali, cartine, prodotti da toeletta, creme-pomate varie ed altre minuterie.
Capelli. Non volevamo appesantirci anche di un phon e, per quanto abituati a portarli corti entrambi, non è mancata una “decisa spuntatina” in modo tale che quei pochi, con il solo asciugamano e la temperatura ambiente si sarebbero asciugati facilmente.
Dove lasciare l’auto? In un primo momento abbiamo pensato di lasciarla in un campeggio nei pressi di Bastia poi, trovato un garage custodito e coperto a Livorno a 8 Euro al giorno si è deciso per questa soluzione, considerando che il costo per traghettare l’auto più quello del campeggio erano superiori.
Itinerario
LE TAPPE
Mercoledì 1: Bastia - Moriani Plage km. 65
Giovedì 2: Moriani Plage - Pianottoli km. 140
Venerdì 3: Pianottoli - Porto Pollo km. 84
Sabato 4: Porto Pollo - La Liscia (Calcatoggio) km. 89
Domenica 5: La Liscia (Calcatoggio) - Porto km. 57
Lunedì 6: Porto - Calvi km. 91
Martedì 7: Calvi - Saint Florent km. 75
Mercoledì 8: Saint Florent - Marina di Sisco km. 94
Giovedì 9: Marina di Sisco - Bastia km. 15
Percorrenza totale km. 710
Da non perdere
Partenza
Sistemato tutto nella Clio la sera prima, Mercoledì mattina alle 4:00 partiamo alla volta di Livorno dove vi giungiamo poco dopo le 8:00. Troviamo subito la via dove si trova il garage che abbiamo fissato ma una serie di sensi unici e l’orario critico del mattino ci fanno impiegare una mezz’ora per arrivarci. Smontiamo tutto dall’auto e “ricomponiamo” le bici con tutti i bagagli annessi e connessi facendo attenzione a non dimenticare nulla. Avviandoci verso il porto si concretizza in noi una inattesa sensazione: ci sentiamo un po’ nudi e impotenti, molto diverso dalla sicurezza che l’auto ti dà nel poter raggiungere rapidamente un hotel, un ospedale, un supermercato, d’ora in poi potremo contare solo sulle gambe, le bici e su ciò che queste ci consentiranno di portare. Lasciamo il garage e percorriamo circa un chilometro per giungere al porto costeggiando delle vecchie mura. Alle 9:00 siamo al porto, facciamo i biglietti per il traghetto (52 Euro) e ci dirigiamo all’imbarco della Moby. Superiamo la lunghissima fila di auto, camper, camion e pullman in attesa e subito abbiamo la sensazione di essere in una posizione di privilegio, arriviamo in cima alla fila, siamo preceduti solo da alcune moto e, poco dopo, iniziano le operazioni di imbarco e siamo fra i primi a salire. Ci indirizzano in fondo al traghetto dove sistemiamo le bici che fissiamo fra di loro con il cavo-lucchetto dopo averle “denudate” delle borse. Operazione necessaria perché una volta partiti, i garage del traghetto vengono chiusi, per cui l’occorrente per il viaggio bisogna averlo con sé. Intanto sopraggiungono tutti gli altri mezzi creando rumore e puzza di scarico ma noi procediamo nella “scalata” al ponte più alto salendo per numerose rampe di scale. Giunti sul ponte all’aperto quasi per primi, possiamo scegliere il posto migliore per il tragitto, pensando al sole da prendere su una sedia a sdraio e una panca attigua dove sistemiamo i bagagli. Di lì a poco tutto il ponte si riempie di gente che si sistema sulle “sdraio” come fosse su una spiaggia.
Il tempo è splendido e, poco dopo la puntuale partenza alle 10:00, appena un po’ al largo, cominciamo a denudarci. Anche se mitigato dalla brezza marina il sole picchia duro ed è il caso di spalmarci la prima razione di crema solare. Il viaggio è tranquillissimo, il mare è liscio liscio e c’è il tempo per leggere, mangiare qualcosa che ci siamo portati, dare l’ennesima occhiata alla cartina, immaginare come sarà dal vero ed anche appisolarsi. Alle 14:30 attracchiamo a Bastia. Siamo anche in questo caso fra i primi a scendere e, dopo la rituale foto davanti al traghetto, ci dirigiamo alla biglietteria della Corsica Ferries con cui dovremmo tornare per avere conferma degli orari. A questo punto comincia la fase più importante dell’avventura-sfida e la strana sensazione avuta a Livorno si ripresenta prepotente: siamo in Corsica, su due biciclette e con “quattro stracci” nelle borse.

1^ tappa - Mercoledì 1 Giugno
BASTIA - MORIANI PLAGE Km 65
Ci soffermiamo qualche minuto nella ampia piazza St. Nicolas antistante il porto nuovo. E’ una grande piazza rettangolare con sottostante parcheggio, dal lato opposto al porto è piena di tavoli di bar e ristoranti. Per uscire da Bastia, andando verso sud, c’è una comodissima strada-tunnel che passa sotto al vecchio porto e sbuca subito fuori della città, noi decidiamo di passare nella strada che lo costeggia, è circondato da bar-ristoranti e da vecchissime case a più piani esternamente maltenute. La sensazione non è delle migliori anche perché il traffico è piuttosto caotico e non vediamo l’ora di uscirne. Una corta ma ripidissima salita ci porta a costeggiare l’antica fortificazione de La Cittadelle, e subito dopo ci ritroviamo fuori città. Sulla statale 193 il traffico è comunque intenso e dopo un paio di chilometri giriamo a sinistra verso la riserva naturale della Marana costituita da un’ampia insenatura (con un piccolissimo sbocco sul mare) dove acqua e vegetazione sono il paradiso di svariate specie di uccelli. Compriamo della frutta in un fornitissimo negozio lungo la strada e percorriamo tutto il bel tratto di comoda pista ciclabile che in parte costeggia il mare. Per diversi chilometri la strada costeggia il lago, il mare è al di la di una striscia di terra (di poche centinaia di metri) piena di villette, villaggi turistici, ristoranti, campeggi ed altre strutture turistiche, il tutto in mezzo ai pini. Prima di tornare sulla statale ci dirigiamo verso il mare, togliamo le scarpe ed andiamo a “bagnare i piedi”. L’acqua è molto chiara e tiepida ma la sabbia è piuttosto sporca perché la spiaggia è incustodita e quindi è allo stato “naturale”, sul bagnasciuga vediamo diverse meduse in decomposizione. Non rimaniamo molto tempo, mangiamo della frutta e ripartiamo spediti verso la prima meta favoriti dalle buone condizioni della strada statale con profilo abbastanza pianeggiante anche se il traffico ci tiene un pò in apprensione. In particolare dobbiamo fare attenzione nelle rotonde e nelle strettoie in corrispondenza di centri abitati, spesso le auto restano dietro noi. Alle 18:30 circa siamo al piccolo centro turistico di Moriani Plage. Qui accade l’imprevisto. La lista degli alberghi che avevamo con noi ne segnalava diversi ma quello che avevamo scelto (per il prezzo favorevole) veniva collocato a San Nicolao il capoluogo di Moriani che dista 6 km sulla collina soprastante. Arrivati in paese la vista di una decina di case arroccate fra loro e poche altre intorno ci fa intuire quello che un anziano ci conferma: “qui non ci sono alberghi, l’Abri des Flots è sicuramente in spiaggia a Moriani”. Rapida discesa e, al di là della statale, verso il mare, lo troviamo subito. La prendiamo a ridere sul percorso “extra” effettuato e ci sistemiamo in camera, per le bici ci suggeriscono di metterle ai piedi della scala che porta alle camere, bene così. Doccia e cambio abiti per scendere a mangiare al ristorante annesso. Ordiniamo un omelette ai funghi e una pizza a testa senza immaginare che la frittata era gigantesca per cui la pizza non riusciamo proprio a finirla!
Come “digestivo” facciamo un giretto di una mezz’ora fra i diversi bar-ristoranti sulla spiaggia e poi torniamo in camera, sistemiamo un pò delle nostre cose nelle borse e andiamo a dormire, la tappa di domani è previsto che sarà molto lunga.

2^ tappa - Giovedì 2 Giugno
MORIANI PLAGE - PIANOTTOLI Km 140
Partiamo di buonora (o quasi) per quella che abbiamo programmato come la tappa più lunga in quanto priva di particolari difficoltà, abbiamo bisogno di fare parecchia strada per raggiungere la costa occidentale dove inevitabilmente l’andatura sarà più lenta, inoltre questo tratto di costa non offre particolari interessanti se non per alcune belle insenature nella parte centrale della nostra tappa. La celere pedalata viene confermata dallo strumento, si viaggia ad una media intorno ai 20 km/h. Dopo circa un’ora ci fermiamo a fare colazione in un isolato bar a bordo strada dove scopriamo che l’acqua minerale gassata da 1 litro costa quanto 12 bottiglie da noi. Più avanti ad Aleria entriamo in un “SuperU” per il rifornimento viveri per la giornata, la stessa acqua la troviamo a 1,30 e in una bottiglia di acqua tonica da 1,5 lt spendiamo solo 18 centesimi, siamo perplessi (nella “tonica” non c’è acqua?). Il tempo è ottimo e leggermente ventilato, la strada si mantiene quasi pianeggiante e quando al 75° km si accosta nuovamente alla riva, alla prima bella insenatura (Favone), approfittiamo per un bagno tonificante per le gambe, anche se non sono particolarmente affaticate il “massaggio naturale” è un vero toccasana. Dopo una mezzora di sosta, mentre stiamo per ripartire, arriva un francese con un gommone sul tetto dell’auto, ci chiede aiuto a scaricarlo e, arrivati in acqua, raggiunge al largo degli amici su una barca. Riprendiamo la marcia su una strada di tipo “californiano” (lunghi tratti diritti e ondulati), il traffico si è fatto scarso e la larghezza della strada ci concede qualche distrazione, incrociamo una coppia di turisti in tandem e numerosi gruppi di motociclisti, c’è un saluto (ricambiato) per tutti. Approfittiamo di una rara fontanella a bordo strada per riempire le borracce che nel frattempo abbiamo svuotato e ben presto ci troviamo alla periferia di Porto Vecchio dove superiamo i 100 km. Avevamo programmato la seconda sosta qui; sono le 15:30, è presto e le gambe non hanno problemi. Decidiamo di proseguire. Percorriamo la tangenziale e oltre la città, invece di proseguire per Bonifacio, svoltiamo a destra sulla D859 in direzione di Sotta dove, dopo un tratto di strada larga e quasi pianeggiante incontriamo la prima seria asperità della giornata. In paese ci riposiamo un po’ mangiando un gelato all’ombra di una vecchia casa.
Dopo una quindicina di km ritroviamo il mare, la stanchezza che comincia a farsi sentire è addolcita dalla vista della distesa blu. Altri 5 km (2 in ascesa) e siamo a Pianottoli un piccolo paese dove chiediamo indicazioni sui due alloggi presenti nella lista. Nel primo non c’è posto, il secondo non ci piace molto ma di fronte al supermercato dove acquistiamo il mangiare per la sera c’è un villetta con cartello di “camera da affittare”, è libera e molto accogliente e non ci pensiamo su tanto, la stanchezza, soprattutto nella parte del fondoschiena, dice che per oggi possono bastare 140 km, parecchi oltre il preventivato.
Dopo la rigenerante doccia e la cena facciamo un giro in paese, sono solo le 9:00 ma è quasi deserto; in un bar troviamo un sardo chiacchierone costruttore di ville per italiani benestanti (dice lui) che ce l’ha con il governo, il papa, l’euro e il mondo intero. Gli diciamo che stiamo facendo il giro dell’isola e, pensando che fossimo in auto, ci dice che ci vorranno 3 o 4 giorni. Quando gli diciamo che lo stiamo facendo in bicicletta replica: “il cervello ce l’avete con voi o l’avete lasciato a casa?” Ci salutiamo ridendo e ce ne andiamo al meritato riposo, per oggi basta così.

3^ tappa - Venerdì 3 Giugno
PIANOTTOLI - PORTO POLLO Km 84
Anche oggi è una bella giornata, si parte in discesa e la successiva salita ci porta al colle di Roccapina (120 mt) dove si gode un bel panorama sul mare; discesa e nuova lunga salita che lascia il mare e sale ai 290 mt di Sartene. In un punto sosta attrezzato con tavoli e panchine in cemento stendiamo al sole la roba lavata la sera prima, poco dopo sopraggiunge una coppia di francesi in moto che fa il giro dell’isola in senso opposto al nostro con i quali dividiamo l’ombra della panchina e scambiamo qualche parola oltre ai rituali saluti ed auguri di buon proseguimento. A Sartene acquistiamo acqua, pane e frutta in un supermercato in cui regna il disordine. Invece di proseguire per Propriano per la bella discesa sulla statale 196 torniamo indietro di qualche km e prendiamo la strada D21 che porta a Belvedere, ottimo esempio di come allungare il tragitto e faticare in abbondanza per godersi qualche bel panorama. Breve discesa e successiva salita ai 370 mt di Grossa, un piccolo paese dove non vediamo anima viva. Ci fermiamo all’ombra della chiesa dove, su comode panchine mangiamo e ci riposiamo una mezz’ora. Alle 14:00 riprendiamo la ripida discesa verso Belvedere dove si gode il bel panorama sul golfo del Valinco. In fondo, dopo qualche km in pianura, un consistente “strappo” e successiva discesa ci porta a Propriano, arriviamo nella zona del porto piena di attività turistiche. Cerchiamo delle ciabatte infradito per Leo ma desistiamo, 18 Euro ci sembra proprio troppo. Poco dopo ci fermiamo a prendere frutta, acqua e un dolce perché abbiamo finito tutto. Telefoniamo a casa, tutto bene. Facciamo il punto della tappa e considerato l’orario decidiamo di andare a passare la notte a Porto Pollo dove la lista degli hotel ci propone alcune alternative. I primi tre km in salita ci stroncano un po’ le gambe poi lasciamo la strada statale al bivio per Olmeto e prendiamo la D157 in graduale discesa. Su questa strada stanno rifacendo le fognature ed è un vero disastro di buche, polvere, cumuli di ghiaia e tubi, per cui dobbiamo fare molta attenzione, gli ultimi 7 km tornano decenti e pianeggianti ed in breve arriviamo a Porto Pollo. Ci dirigiamo sul porto dove ci stabiliamo all’Hotel De Golfe con il bar-ristorante in uno stabile abbastanza nuovo e con le camere in un vecchio edificio attiguo.
Dopo la doccia passiamo una mezzora sugli scogli ad ammirare un mare decisamente piatto e segnato solo da alcune piccole barche turistiche che rientrano in porto. All’appena percettibile rumore dell’acqua che si insinua fra gli scogli ripassiamo e commentiamo il percorso fatto: le prime salite di un certo rilievo, i primi panorami sulla costa frastagliata, il bel tempo che ci assiste. Ci dirigiamo ad un vicino ristorante sulla riva dove prendiamo 2 pizze e 2 birre che paghiamo 24 Euro (probabilmente vista-mare inclusa)! Le pizze erano buone ma Leo rimane fregato con l’olio piccante che ci ha messo, per quanto lo gradisca ne ha messo proprio troppo perché gli prende il singhiozzo (effetto che stabilisce il suo limite di tolleranza). Dopo una breve passeggiata torniamo in camera e prima ancora di spogliarci e lavare i denti ci buttiamo un attimo a faccia in giù sul letto…… ci svegliamo oltre la mezzanotte. Forse eravamo stanchi!

4^ tappa - Sabato 4 Giugno
PORTO POLLO - LA LISCIA Km 89
Ci siamo svegliati presto e alle 7 e 30 siamo pronti al bar a fare colazione (che è compresa nei 48 Euro della camera), siamo i soli e il barista ci dice che sta aspettando il Boulanger con le brioches, ne approfittiamo quindi per preparare le bici in assetto di marcia. Dopo qualche minuto arriva il panettiere, rapida colazione e alle 8 siamo già in sella. Dopo qualche km pianeggiante prendiamo la D155 che con una breve salita ci porta a Serra di Ferro, sulla successiva discesa ci dobbiamo fermare per far passare un camioncino che traina su un carrello una casetta di legno che prende tutta la strada. La discesa termina in corrispondenza di un piccolo torrente in cui scorre un’acqua limpidissima con cui riempiamo borracce e bottigliette. La lunga salita in mezzo ad una folta vegetazione che porta a Marmontaja e successivamente ai 300 mt del punto panoramico di scollinamento è in buona parte asfaltata a chiazze con una infinità di rattoppi in varie sfumature di colore. Qui incrociamo un altro fragoroso camioncino con casetta al traino il cui carrello ha un freno bloccato e fumante che provoca puzza e un chiasso infernale. Oltre Acqua Doria, la fine della discesa verso il golfo di Ajaccio propone la piccola e invitante baia di Portigliolo in cui facciamo sosta e il bagno mentre arrivano una decina di motociclisti italiani che fanno altrettanto; con uno di questi ci scambiamo un po’ le impressioni sui rispettivi percorsi. La salita e successiva discesa sono in mezzo a moltissime villette circondate da folti alberi, siepi, oleandri e rosai. Dopo una piccola deviazione su Isolella in un bazar lungo la strada D55 troviamo delle “infradito” a 4 Euro, le compriamo anche se sono di un colore rosa molto femminile. Prendiamo anche altre 4 batterie per la fotocamera ma anche queste, come le precedenti, sono “fiacche” e ci prende un po’ di sconforto; alle fotografie non possiamo rinunciare. Rimettiamo le ricaricabili portate da casa che sono ancora un po’ cariche. Prima di Porticcio troviamo un tratto di spiaggia curiosamente occupata da due splendide… mucche! Ad Ajaccio arriviamo alle 16:00 percorrendo una specie di autostrada che aggira l’aeroporto, il traffico è intenso e ci accompagna fin dentro la città dove, al porto, ci fermiamo per mangiare e riposare. Ripartiamo attraversando un quartiere-dormitorio con alti palazzi pieni di gente sui balconi che schiamazzano; abbastanza angosciante. Alle due rotonde successive sorpresa: non c’è nessun cartello indicatore di direzione. Chiediamo indicazione ad un automobilista e riusciamo (oltre Mezzavia) ad uscire dalla confusione. Saliamo per diversi km sulla D81 in direzione di Appietto in cui dovrebbe esserci un albergo. Arrivati in cima al Col de Listincone (230 mt), in un bar dove prendiamo un gelato il gestore che non parla italiano e poco il francese ci fa capire che l’albergo più vicino è quello che abbiamo visto 5 km prima. Non abbiamo certo voglia di ridiscendere per poi rifare la salita il giorno dopo e quindi decidiamo di proseguire, sono le 17:30 il sole è ancora alto. Alto è anche il valico di San Bastiano (410 mt) che ci aspetta ma non ci lasciamo intimorire, ormai le gambe sono “rodate”. Oltre lo scollinamento come sempre accade, la discesa verso Calcatoggio ripaga ampiamente della precedente sudata. In paese non ci fermiamo perché gli alberghi sono qualche km più giù e quindi continuiamo fino alla spiaggia dove troviamo un hotel (nella lista) che per 45 Euro offre una comodissima camera “vista mare”. Il signore che ci riceve, con nostra sorpresa, ci dice che le bici le possiamo mettere tranquillamente nella hall e quando gli diciamo che cerchiamo di fare il giro della Corsica con l’inequivocabile gesto del dito indice che batte sulla tempia in uno stentato italiano ci dice: “siete un po’ matti?” (ci risiamo!). Non possiamo fare altro che rispondergli: “un po’ si!”
Saliamo in camera a sistemarci e la troviamo ben arredata e attrezzata con stoviglie varie, un bel balcone coperto con tavolo, sedie e stenditoio (che riempiamo). Dal terrazzo della camera scopriamo che c’è la piscina, lasciamo tutto così com’è e scendiamo immediatamente a tuffarci, siamo da soli e ce la gustiamo.
Più tardi andiamo al supermercato di fronte all’albergo e prendiamo l’occorrente per la cena (pane, affettato, frutta, yogurt, dolce) che consumiamo sul tavolo del terrazzo mentre il tramonto colora di rosso le striate nubi all’orizzonte. Bello!

5^ tappa - Domenica 5 Giugno
LA LISCIA - PORTO Km 57
Un pochino a malincuore lasciamo il luogo ma la meta è ancora lontana. Nell’iniziale tratto di strada pianeggiante ci accade il primo e unico incidente tecnico di tutto il viaggio: esce dalla sua sede posteriore la catena alla bici di Leo, risolviamo velocemente il problema. Vicino Sagone incrociamo “Thelma & Louise trent’anni dopo”: due anziane signore attrezzate con borse sulle bici come noi. Non siamo i più vecchi (50 anni Leo e 47 Lori) a fare certe cose! I 13 km di strada panoramica costeggiante il mare che porta a Cargese è molto bella. A Cargese ci fermiamo a prendere il pane nella via principale, è affollatissima e rumorosa. Dopo alcuni sù e giù inizia la lunga salita che porta ai quasi 500 m del Col de Lava e poi a Piana, superiamo una mucca che passeggia tranquillamente sulla strada (lasciando tracce dietro sé) e troviamo anche un nutrito gruppo di grosse capre che attraversano la strada. Oltre Piana si scende verso lo splendido scenario naturale rappresentato dalle “Calanche”, formazioni rocciose di granito rosso che al tramonto si ravviva ulteriormente. La strada è ricavata fra le rocce e in alcuni punti è molto stretta, ogni tanto c’è una piccola rientranza appena sufficiente a contenere un’auto affinché possa passarne un’altra in senso contrario. Ci stupiamo nel veder passare un pullman e diversi camper. Il posto merita la sosta-pranzo e le immancabili foto. Prima di ripartire, intuendo che la discesa verso Porto è molto in ombra, ci copriamo un po’ mettendo la maglia sopra la canottiera. Effettivamente la strada è tutta nel bosco e il sole e la splendida vista sul mare è possibile vederli solo da qualche tornante, fa quasi fresco. Alla Lori si infreddoliscono le punte delle dita e le orecchie precedentemente esposte al cocente sole della salita e non adeguatamente protette dalla “bandana”, le dita le fanno male anche per le ripetute frenate che la discesa richiede. Dal paese di Porto scendiamo ancora per un km al sua caratteristica marina costituita dal porticciolo e da edifici a non più di tre piani esclusivamente adibiti a negozi, bar, piccoli hotel, ristoranti e tutto ciò che è rivolto al turista, inclusi diversi “gazebo” con un tavolo e qualche sedia quale ufficio di noleggio barche per il giro turistico del golfo; un pensierino ce l’abbiamo fatto ma gli orari non coincidono con i nostri programmi. La scelta dell’hotel è facilitata dall’abbondanza e dal fatto che tutti espongono il tariffario all’esterno, stessa cosa vale per il menù dei ristoranti. Optiamo per un hotel a pochi metri dal mare. La signora alla reception-bar ci accompagna in camera, salendo sentiamo una forte musica rock, ci dice che è il passatempo del marito ma che di notte è tutto tranquillo (speriamo). La doccia presenta un problema alla Lori, l’acqua che scende sulle orecchie mezze “cotte” le fà decisamente male, riesce con difficoltà anche ad asciugarsi. Appena sistemati scendiamo giù, chiediamo dove sistemare le bici e la signora ci dice che il bar è chiuso dalle 20:30 alle 8 del mattino e le possiamo mettere lì dentro (ottimo). Abbiamo tempo a disposizione e dopo un giro dell’intera zona ci soffermiamo al sole nella piazzetta antistante l’albergo dove osserviamo “Thelma & Louise 2”, un’altra coppia di anziane ma vispe signore che sfidano gli spruzzi delle onde che si infrangono sugli scogli tentando di non fare (o forse fare) il bagno, ci riescono parzialmente. Mentre sistemiamo le bici nel bar che sta chiudendo la signora nota la scritta Gioventù Bruciata sulla borsina della bici di Leo con la foto di James Dean e con evidente e simpatico riferimento a noi ripete “Gioventù bruciata”. Allora Leo, come a confermare che gli anni della gioventù sono andati in fumo, passandosi una mano sui corti capelli grigio-bianchi ribatte: “già, c’è rimasta la cenere”. Ceniamo in un vicino ristorante serviti da un cameriere dall’andatura incerta, sembra “mezzo brillo”. Osserviamo stupiti che alcuni passerotti ci vengono fino vicino ai piedi, facciamo cadere qualche briciola di pane che raccolgono e se ne vanno. Anche sul terrazzo dell’hotel era capitata una cosa simile. Usciti dal ristorante ci adagiamo su una scalinata di marmo rivolta verso il golfo ed attendiamo lo splendido tramonto in compagnia di moltissimi turisti giunti poco alla volta per l’imperdibile spettacolo che va in scena. Saliamo in camera e ci tratteniamo un po’ sul terrazzo fino alla totale scomparsa del sole. Poi ci mettiamo sul letto davanti alla TV a tentare di seguire un film in francese. Prevale il sonno, il nostro film continua domani.

6^ tappa - Lunedì 6 Giugno
PORTO - CALVI Km 91
Appena saliti a Porto (dalla marina) facciamo spesa. La strada propone all’inizio i soliti saliscendi e la solite curve piuttosto in alto rispetto al mare poi un paio di ascese più impegnative, prima a Partinello e poi ai 270 mt del Col de la Croix. Salendo sulla prima salita incrociamo un cicloturista con rimorchio dietro la bici, inconsueta ma funzionale alternativa alle borse laterali. Poi veniamo superati da una interminabile carovana di 30 camper italiani che salutiamo, uno ci incoraggia con un caloroso “dai Pantani”. Sulla seconda salita troviamo ancora un paio di mucche che “pascolano” tranquille al bordo della strada. In vetta ci fermiamo a gustarci il panorama sulla quasi inaccessibile riserva naturale della penisola di Standola e il golfo di Girolata con l’omonimo paesino raggiungibile solo dal mare o a piedi. Mentre stiamo per riprendere la marcia un turista francese, appena sceso da un pullman ci mette in guardia che la discesa e successiva salita (una dozzina di km) sono brutti e pericolosi. Ce ne rendiamo conto fin dai primi metri. L’asfalto non c’è più, la strada è in rifacimento e in allargamento perché in alcuni punti è strettissima e si riesce a scendere con molta difficoltà fra la ghiaia e il polverone sollevato dalle auto. Più giù un auto francese si ferma in una curva e ci rinnova l’invito alla prudenza poi impreca con il classico “merde” per il fatto che è rimasto bloccato a causa dei camper italiani. Ci rendiamo conto che devono aver causato un ingorgo infernale nel posto peggiore di tutta la Corsica! Verso la fine della discesa quasi raggiungiamo gli ultimi camper del convoglio che procede a gruppi e molto lentamente. Per quanto andiamo piano noi a tratti riusciamo a procedere più velocemente delle auto che si devono fermare per cedere strada a quelli in senso opposto. La successiva salita con lo stesso tipo di strada e polvere ci mette davvero in crisi. Se la discesa era prevalentemente in ombra la salita è quasi tutta esposta al sole e impieghiamo più di due ore per fare 12 km. Sulla cima del Col de Palmarella, a 408 mt di altitudine ci sembra di uscire dall’inferno. La sosta è salutare anche per gli occhi, il panorama è stupendo! Dopo alcuni km di discesa ritroviamo i 30 camper raggruppati in un’area di sosta. Ci fermiamo, in molti si avvicinano, facciamo conoscenza (sono toscani) e gli diciamo che sulla strada dell’inferno si sono presi parecchi accidenti, non si stupiscono più di tanto, ne erano consapevoli. Ci dicono che uno di loro ha rotto la sottocoppa dell’olio e sta cercando rimedio. Ci fanno gli auguri di portare a termine il giro, ricambiamo i saluti e procediamo per la splendida e veloce discesa. Al bivio per Galeria veniamo superati dalla carovana che si dirige verso Calvi, salutiamo nuovamente tutti e procediamo su 4 km di strada pianeggiante verso Galeria, tranquillo paese fuori dal turismo di massa, dove sostiamo per mangiare e riposare sulla scogliera ai bordi della strada. Alle 14:30 ripartiamo per Calvi non sulla strada più comoda e veloce che passa all’interno (D81) ma su quella che costeggia il mare, più panoramica ma purtroppo dal fondo sconnesso, abbastanza desolata e in buona parte controvento. Anche in questo caso ci impieghiamo tanto per fare pochi km, poi fortunatamente dopo la Bocca Serria strada e vento cambiano. La strada segue il mare a mezza costa con delle belle insenature dal mare blu-smeraldo. A qualche km da Calvi ci troviamo nella curiosa situazione di dare indicazione stradale a due anziani francesi in auto che incrociamo: ci chiedono se è la direzione giusta per L’Ile Rousse, rispondiamo che è dalla parte opposta a dove stanno andando, ringraziano e svoltano.
Alle 18:30 siamo a Calvi. Dopo aver chiesto il prezzo (caro) ad un paio di hotel in centro ci portiamo in periferia passando per il porto ai piedi della antica rocca. E’ tutto molto “turisticizzato”. Facciamo tappa al supermercato per le necessità serali e nelle vicinanze troviamo un albergo dal prezzo abbordabile ma prima ancora di chiedere disponibilità ci viene incontro una signora che ci dice che è completo. Non ci convince proprio e l’impressione avuta è che la nostra vista in abbigliamento ciclistico non deve essere stata di gradimento. Peggio per lei. Troviamo posto in un hotel più avanti, ci chiedono 60 Euro (colazione compresa) un po’ oltre il “tetto previsto” ma non vogliamo fare altra strada, 91 km per oggi bastano e ci fermiamo. Sistemando le bici in garage ritroviamo e salutiamo tre cicloturisti che ci avevano superato all’inizio della tappa odierna, abbiamo fatto la stessa strada e ci ritroviamo nello stesso hotel!
In relazione al prezzo la camera non è granché ma non ci dobbiamo rimanere a lungo. Solita doccia, cena e bucato delle poche cose sudate e oggi sicuramente impolverate. Non usciamo, siamo fuori dal paese e non ci va di andarci in bici. Rimaniamo in camera, La TV trasmette uno degli episodi di “Guerre Stellari” e fa sempre piacere rivederlo, in più c’è la curiosità di ascoltarlo in lingua francese. Il consuntivo della giornata ci fa ripensare alla strada in rifacimento e che cinque anni prima ci dissero che non era il caso di farla in camper, forse avevano ragione a metà. In realtà anche allora probabilmente si poteva passare ma l’idea di far sfiorare dalle appuntite rocce un mezzo da parecchi soldini non è proprio la migliore che si possa avere. Abbiamo il rammarico di non aver potuto documentare bene il percorso per mancanza di batterie, peccato!
Ci sorprendiamo a fare una constatazione: finora, ma soprattutto oggi, non abbiamo forato e se non ci è capitato oggi non ci potrà succedere più. Così sarà.

7^ tappa - Martedì 7 Giugno
CALVI - SAINT FLORENT Km 75
Altra splendida giornata, ci tratteniamo in albergo per una abbondante colazione (inclusa nel prezzo della camera) e partiamo più tardi del solito, torniamo verso Calvi per ridargli un’occhiata e fare qualche foto alla rocca e alla spiaggia poi andiamo verso la direzione giusta sulla bella strada statale (N197) che porta a L’Ile Rousse. Ci supera una coppia attrezzata come noi con in più l’occorrente per campeggiare. Non li rivedremo. La strada anche in questo tratto costeggia quasi sempre il mare con continue salitelle e gustose discese. Alle porte de L’Ile Rousse solita sosta al supermercato per viveri e batterie. Questa volta, spendendo il doppio, acquistiamo le batterie con la giusta carica che richiede la fotocamera, ci sentiamo sollevati dal pensiero di avere difficoltà a fare altre foto. Passiamo davanti ad un campeggio in cui eravamo stati 5 anni prima con gli amici in camper e affiorano i ricordi di un bel pomeriggio e serata passati sulla spiaggia al di là della ferrovia.
A mezzogiorno, dopo Lozari, non possiamo rinunciare all’invitante spiaggia che ci si presenta e ci fermiamo. Portiamo le bici fin sulla sabbia vicino a noi, stendiamo al sole tutto ciò che abbiamo lavato la sera prima e via in acqua. L’impatto è traumatico perché ci sembra molto fredda ma in realtà è solo dovuto al fatto che noi siamo molto accaldati, infatti subito dopo rientra tutto nella normalità. Alle 13:30 mangiamo, rimettiamo tutto nelle borse e ripartiamo. Ci aspetta il famigerato Desert des Agriates, noto per essere una ampia zona dominata dalla roccia, quasi priva di vegetazione e completamente disabitata. La salita di 6 km verso i 311 mt della Bocca di Vezzu sono impegnativi più per la mancanza di aria e ombra che per la pendenza, contiamo non più di 5 o 6 alberi in grado di dare ombra per una sosta. All’ultimo chilometro ci raggiunge un quarantenne italiano in “mountain bike” e parlando dei nostri rispettivi percorsi raggiungiamo più facilmente la cima. Lui va in campeggio verso il mare e noi siamo diretti a Saint Florent per cui ci salutiamo scambiandoci gli auguri di buon proseguimento. La strada si mantiene buona col solito andamento ondulato e solo con bassi arbusti ai lati, niente alberi. Una decina di km dopo veniamo ancora una volta superati dal convoglio dei camperisti che ritroveremo poi in sosta alle porte di Saint Florent, sono contenti che stiamo raggiungendo il nostro obiettivo e ci fanno gli auguri di completare il giro. Loro domani se ne andranno a Bastia per tornare a casa. Proseguiamo e facciamo sosta al centro del paese per cercare qualche hotel dove fermarci, ce ne sono diversi ma poi decidiamo di andare dall’altra parte del paese (nel nostro senso di marcia) dove ce ne sono altri più economici e ci fermiamo in uno sulla strada, piccolo, carino e tranquillo. Anche qui, come quasi sempre abbiamo fatto, dalle quattro borse estraiamo tutto, sia per mettere ad asciugare gli indumenti sudati che abbiamo lavato che per riporre tutto con cura all’indomani. Passiamo un’oretta al sole davanti alla camera fino a gustarci il tramonto sul mare, oggi però non è dei migliori per la presenza di nuvolaglia ed infatti nella notte ci sarà un modesto temporale che ci consiglia di spostare le bici di qualche metro sotto un tendone. Niente di preoccupante, le previsioni meteo dicono che domani sarà tempo buono ma con discreto vento da nord-est. Caspita, noi dobbiamo andare a nord, speriamo di non averlo sempre contro!

8^ tappa - Mercoledì 8 Giugno
SAINT FLORENT - MARINA DI SISCO Km 94
La mattinata è fresca, il temporale notturno ha lasciato il segno ma il cielo e il mare sembrano ancor più blu del solito. L’inizio del percorso è con un discreto vento contrario (come previsto) ma giunti in prossimità di Patrimonio, circondato da numerosi vigneti, cambiamo direzione e quindi ci dà meno fastidio. La strada per il momento è buona e costeggia il mare a bassa quota, successivamente ad una maggiore altezza e spesso è senza protezione sulla sottostante scogliera, è poco trafficata e la presenza di turisti in auto e moto è molto inferiore al resto dell’isola. Anche i pullman sono pochissimi e con uno di questi Leo ha un incontro ravvicinatissimo. In un tratto di strada stretta e tortuosa in discesa, fatta una curva si trova il muso di un pullman che, in conseguenza della strettoia, occupa tutta la strada. Il rapido collaudo dell’efficienza dei freni di entrambi i mezzi consentono di fermarsi a qualche palmo l’uno dall’altro. E’ andata bene! La strada, nei punti più stretti è in allargamento e per tutta la parte occidentale del “dito” ci sono parecchi cantieri. Il primo paese di un certo rilievo che incontriamo è Nonza, appeso ad un costone a strapiombo sul mare con una caratteristica spiaggia scura. Facciamo spesa in un piccolo negozio di “Alimentation” e prendiamo il pane dal “Boulanger”. La strada che segue, ogni tanto, si abbassa a livello del mare in corrispondenza di qualche torrente che termina in delle insenature con una piccola spiaggia per poi risalire. La serena giornata si mantiene ventilata, alcune volte il vento è contrario al senso di marcia altre volte invece ci spinge. Dopo 6 ore (4 di bici) ci troviamo ai 190 m di Morsiglia e dopo altri 6 km di salita raggiungiamo Capo Corse il punto più a nord dell’isola sulla strada che valica il Col de Serra a 360 mt. E’ un punto panoramico e caratteristico in cui, per i turisti, è d’obbligo fermarsi e salire a piedi fino al Mulino Mattei da cui si domina buona parte della punta nord dell’isola e da cui si vede chiaramente l’isola di Capraia e più in lontananza parte dell’Elba. E’ il punto in cui vediamo fermi il maggior numero di turisti in auto, moto, ed in un pullman. Sulla sommità verso l’interno ruotano silenziose le pale di una decina di moderni mulini a vento (probabilmente per la produzione di energia elettrica). I successivi 12 km sono quasi tutti in discesa su un discreto fondo stradale ed in breve giungiamo a Macinaggio il primo paese della costa orientale di impronta turistica. La nostra lista prevede la presenza di alcuni hotel dove passare la notte. Uno è troppo caro ed altri due non ci piacciono tanto (vecchi edifici) e siccome sono solo le 17:00 ed il sole è ancora alto decidiamo di proseguire sulla costa in direzione di Bastia. Nei quattro paesini che attraversiamo troviamo pochi alberghi, qualcuno ancora chiuso e qualcuno poco bello a vedersi cosicché rimandiamo ancora la sosta. La strada ondulata si mantiene bassa sul mare e la riva è prevalentemente a scogliera eccetto in corrispondenza di alcune marine in cui la spiaggia sassosa è molto scura. A questo punto la situazione ci suggerisce di raggiungere Marina di Sisco dove la lista propone un hotel del quale, come per altri, a casa visitammo il sito internet, conosciamo il prezzo ed è sicuramente aperto. Infatti ce lo troviamo di fronte all’inizio del paese. E’ valsa la pena di rimandare il termine della tappa. L’hotel U Pozzu ha il ristorante al piano della strada e le camere intorno ad esso in posizione rialzata. C’è posto, sistemiamo le bici in un angolo del retro cucina e una ragazza ci accompagna alla camera che è un vero bijou. Arredamento di buon gusto e curato nei particolari in ogni angolo, esternamente c’è un ampio terrazzo contornato da rose, delle sedie e un tavolo di plastica su cui stendiamo al sole le solite cose. Fatta la doccia e indossato qualcosa di adeguato scendiamo al ristorante dalle soffuse e romantiche luci. Pur consapevoli del rischio che corriamo, la grande voglia di mangiare della pasta ci fa ordinare spaghetti alla carbonara e penne alla boscaiola. Come prevedibile di italiano hanno solo il nome e la forma della pasta. Il tutto è affogato in una specie di formaggio fuso e, almeno per Leo, è stata dura mangiare un po’ di spaghetti e un po’ di penne. Per cambiare sapore aggiungiamo una tipica “salade” che risulta essere di quantità e ingredienti decisamente abbondanti che ci sazia oltre misura tanto che, raggiunta la camera a stento (anche per la stanchezza), finisce come a Porto Pollo con un “abbiocco” di alcune ore.

9^ tappa - Giovedì 9 Giugno
MARINA DI SISCO - BASTIA Km 15
Oggi breve tappa di trasferimento a Bastia. Il cielo è coperto e fa fresco, procediamo lentamente perché abbiamo tempo a disposizione. Il traghetto parte alle 13:30 e quindi avremmo il tempo per passare qualche ora in spiaggia ma l’idea svanisce presto, l’aria è troppo fresca. Raggiunta la città ci fermiamo al supermercato a prendere il necessario per la colazione e per il viaggio di ritorno. Allunghiamo fino alla piazza St. Nicolas dove ci fermiamo a mangiare e leggere i giornali italiani del giorno prima. Il tempo migliora e spunta il sole, ci togliamo la tuta e ci adagiamo sulle panchine. Più tardi Leo va a fare i biglietti per il ritorno e con molta calma ci avviamo all’imbarco. Facendo il giro della piazza, su una panchina ritroviamo l’italiano che avevamo lasciato sul deserto degli Agriates che sta aspettando anch’egli il traghetto (diretto a Genova), ci dice che la spiaggetta dove ha dormito (in campeggio) è molto bella e tranquilla; ci salutiamo dandoci appuntamento a dove vorrà il destino e ci avviamo sul molo mentre la nave sta attraccando. In attesa c’è poca gente (è giovedì), le operazioni di imbarco si completano in una ventina di minuti e noi ci trasferiamo con i bagagli sul ponte all’aperto. Le condizioni atmosferiche, contrariamente a quelle trovate alla partenza da Livorno sono ben diverse, il sole si copre e si scopre, su Bastia le nuvole scuriscono e preso il largo occorre rimettere la tuta. Sembra che il tempo sia malinconico per la nostra partenza dopo otto splendide giornate, pazienza. All’altezza di Capraia (circa un’ora e mezzo di viaggio) siamo fra gli ultimi a lasciare il ponte all’aperto, si è fatto veramente freddo e ci accomodiamo nel ponte principale dove stazionano quasi tutti. Poco dopo Leo è gentilmente invitato a partecipare ad una esercitazione di evacuazione della nave simulando un incendio. Assieme a pochi altri volontari esegue le istruzioni impartite dal personale indossando il giubbotto salvagente e salendo con gli altri fino al ponte in cui ci sono le scialuppe di salvataggio che andrebbero calate a mare. A quel punto, come previsto, le operazioni si esauriscono, inoltre sta piovendo a vento e fa freddo e non è il caso di trattenersi oltre.
A causa del mare un po’ mosso attracchiamo a Livorno con appena un quarto d’ora di ritardo sulle 17:30 previste. Nel frattempo è tornato il sereno, scendiamo dal traghetto e malinconicamente ci dirigiamo al garage dove avevamo lasciato la macchina. Smontiamo le ruote anteriori e le borse dai nostri “cavalli di ventura”, carichiamo tutto in auto e prendiamo la via di casa.
Lo scopo è stato raggiunto, e con piena soddisfazione!

Conclusioni
Esperienza indimenticabile di circa 46 ore in sella alle bici e 74 ore di trasferimenti nei nove giorni di permanenza nell’isola. La piena riuscita di quanto ci eravamo preposti è stata favorita dalle migliori condizioni possibili che abbiamo incontrato: otto giorni di tempo splendido, nessun problema meccanico serio, gambe senza affaticamento. La mente è piena di cose fatte, viste, dette, sentite, sperate; gli occhi sono pieni dei bellissimi contrasti di colore fra spiaggia e mare, mare e boschi, roccia e cielo e le sensazioni che si sono succedute sono difficili da riportare e trasmettere così come sono state vissute. Abbiamo tentato con queste note e con le 270 fotografie scattate.
Abbiamo potuto concedere poco tempo all’aspetto turistico. Certamente meritavano più tempo Porto Vecchio con il suo golfo e lo splendido promontorio e Bonifacio con le sue imponenti falesie verso la Sardegna ma le avevamo già viste nel precedente giro in camper e quindi abbiamo preferito tralasciarle. Così come alcuni paesi attraversati erano degni di una sosta più lunga ma questa prima esperienza aveva un aspetto maggiormente rivolto alla natura e a riuscire a compiere il giro completo che una vacanza culturale che indubbiamente è più fattibile se si è in auto o si hanno più giorni a disposizione.
Una costante del “giro” è stata la grande fiducia che avevamo nel ritenere che sui tornanti delle salite, dopo la curva che vedevamo davanti a noi, la strada spianasse un po’, spesso non era così ma le fatiche delle salite erano comunque sempre ampiamente ripagate dal panorama e dalle discese che, in caso di strada con un buon asfalto, era un vero divertimento percorrere a 50-60 all’ora. Certe salite su strade assolate nelle ore centrali del giorno sono state veramente dure e nei momenti in cui ci siamo trovati soli per diverso tempo abbiamo avuto quasi la sensazione di essere gli unici al mondo diretti verso una meta non ben definita, di andare avanti sperando di incontrare qualcuno per farci tornare alla realtà, e puntualmente questo accadeva.
Ci è anche capitato che in una interminabile di queste salite, con anche l’energia del cervello in riserva abbiamo “battezzato” le nostre due biciclette Krik e Krok (eravamo proprio “alla frutta”, anzi era finita anche quella)!
Ci siamo trovati spesso nella strana condizione di dispiacerci ad affrontare una discesa perché sapevamo bene che dopo era praticamente certo che sarebbe seguita la salita. Un aiuto a capire quanto mancasse ai punti di “scollinamento” che la cartina indicava ci è stato fornito dall’altimetro dell’orologio di Leo.
Parliamo comunque di salite che per un “bikerista” serio sono uno scaldamuscoli ma per noi, molto turisti, sono state discretamente impegnative.
Più volte, salutando qualcuno ai bordi di strade di particolare difficoltà, ci è stato rivolto un cortese “Bon courage” che però ci suonava quasi come un incoraggiamento “pietoso”.
E’ anche curioso constatare che, particolarmente sulle salite, c’è il tempo di analizzare la strada e il suo ciglio metro per metro e non perdere nessuno di quei particolari che sfuggono quando si è in auto: asfalto, roccia, arbusti, fiori, animaletti, colture, abitazioni, panorama ecc.
Da evidenziare che la maggior parte della costa orientale è sfruttata turisticamente solo in piccola parte, per il resto è “al naturale” ed i paesi costieri sono pochissimi. La sensazione è che i corsi non abbiano nessuna intenzione di estendere le strutture turistiche per quello che si potrebbe e far diventare l’isola una meta del turismo di massa ma che, invece, custodiscano gelosamente l’aspetto naturalistico. Segnali in questo senso sono il fatto che un terzo del territorio dell’isola è parco naturale e la spiccata intolleranza verso il campeggio in tenda o camper al di fuori dei campeggi regolari.
I segni della volontà indipendentista dalla Francia sono particolarmente evidenti nella parte nord-occidentale e si manifesta con numerose scritte “FLNC”; su moltissimi cartelli stradali indicanti le località nella doppia denominazione (corsa e francese) è stato cancellato il nome francese e lasciato quello corso. La scritta più rappresentativa la troviamo vicino a L’Ile Rousse su un muro: ”è megliu di more corsu che campà francese”; molto esplicativo!
Ci sono rimasti impressi, oltre ai più che ovvi aspetti naturalistici:
il fatto che quasi tutti comprendono l’italiano e se la cavano a parlarlo (stranamente, un po’ meno i giovani);
i diversi punti della strada in rifacimento nella parte nord-ovest
i numerosi motociclisti (spesso in gruppo);
le tante auto malconce e rumorose in circolazione;
la prudenza dimostrata (a volte anche eccessiva) dagli automobilisti nel superarci;
gli innumerevoli saluti ricambiati da pedoni, ciclisti e motociclisti;
i prezzi non proprio modici (particolarmente acqua minerale e vino);
i fichi d’India ai bordi delle strade in grande quantità;
la scarsa disponibilità di acqua nelle fontane pubbliche e nei piccoli torrenti;
le numerose vecchie torri sui vari promontori della costa;
il prezzo dei carburanti superiori ai nostri (pur di poco);
l’eccesso di rifiuti ai bordi di alcune strade che contrasta fortemente con lo splendore delle spiagge e del mare.
Al termine, la gita-sfida ci ha comunque dato una grande sensazione di libertà e indipendenza ma anche di poter fare qualsiasi cosa con quel poco che avevamo con noi, forse perché qualcosa di importante (almeno per noi) l’avevamo fatto.
Essere riusciti in quello che qualche mese prima ci sembrava qualcosa di irrealizzabile ci inorgoglisce e ci riempie di soddisfazione poter dire “io l’ho fatto”.

Ad amici, parenti e conoscenti
Lori e Leo
Gradara (PU)

13 commenti in “La Corsica in bici
  1. Avatar commento
    LeoT
    13/09/2011 21:34

    Ciao Ernesto, mandami tuo indirizzo mail a leotbracci@libero.it e ti manderò un elenco ed altro

  2. Avatar commento
    Ernesto
    30/08/2011 22:11

    Complimenti per l'impresa , voglio fare lo stesso giro per il prossimo anno per i 1 di giugno siamo in 4 ciclisti ben rodati , quest anno abbiamo fatto il giro della Puglia. Un aiuto avete ancora gli indirizzi dei posti dove avete dormito ? grazie per la vostra disponibilita

  3. Avatar commento
    LeoT
    31/05/2011 08:44

    Ciao tarik, Garage in Via Del Corona. Mandami tuo ind.mail a leotbracci@libero.it

  4. Avatar commento
    tarik
    24/05/2011 09:32

    ciao!mi potresti dire dove avete lasciato l'auto a livorno?perche anche noi partiremo:)

  5. Avatar commento
    renato
    28/04/2009 18:49

    sto leggendo con molta attenzione la vostra relazione perchè mi sto preparando per un prossimo viaggio in corsica , mi bembra gia di sentire il profumo della "maquis" come nel giro che ho fatto in bici con degli amici nel 2002. ciao Renato e complimenti.

  6. Avatar commento
    fifona
    12/03/2009 15:41

    Emozionante davvero! Ci stiamo pensando anche mio marito ed io per questa estate...la prima senza figli al seguito! Solo che va in bici quasi tutti i giorni ed io no......

  7. Avatar commento
    stefano900
    01/02/2009 17:44

    Bravissimi, lo stesso giro l'ho fatto molti anni fa con una vecchia renault 5 e la tenda. Ciao Stefano

  8. Avatar commento
    tano1976
    19/04/2007 11:12

    veramente un'esperienza eccezionale! Io ci son stato 2 volte coi miei amici (6 in tutto + 2 con moto "ammiraglia"), la prima per la parte nord e la seconda per il sud (+ toccata e fuga in Sardegna-Costa Smeralda). Bellissimo! Suoni e profumi, paesaggi incontaminati, fatica e grandi soddisfazioni.. Consiglio vivamente il fuori stagione

  9. Avatar commento
    alby
    11/04/2007 19:03

    che dire bello e dire poco anche perchè pure io l'ho fatto.... bastia-bastia wow esperienza fantastica!!! peccato le macchine e la strada molto stretta e alcuni punti sterrata ma faccio i miei complimeti a chiunque prenda la bici e usi le proprie vacanze per fasi un giro, fno ad ora la corsica è al top come panorama.. ne ho fatti diversi e se volete potete darci un'occhiata a viaggcugini .it ciao a tutti i ciclisti

  10. Avatar commento
    alby
    11/04/2007 19:03

    che dire bello e dire poco anche perchè pure io l'ho fatto.... bastia-bastia wow esperienza fantastica!!! peccato le macchine e la strada molto stretta e alcuni punti sterrata ma faccio i miei complimeti a chiunque prenda la bici e usi le proprie vacanze per fasi un giro, fno ad ora la corsica è al top come panorama.. ne ho fatti diversi e se volete potete darci un'occhiata a viaggcugini.it ciao a tutti i ciclisti

  11. Avatar commento
    alby
    11/04/2007 19:03

    che dire bello e dire poco anche perchè pure io l'ho fatto.... bastia-bastia wow esperienza fantastica!!! peccato le macchine e la strada molto stretta e alcuni punti sterrata ma faccio i miei complimeti a chiunque prenda la bici e usi le proprie vacanze per fasi un giro, fno ad ora la corsica è al top come panorama.. ne ho fatti diversi e se volete potete darci un'occhiata a viaggcugini.it ciao a tutti i ciclisti

  12. Avatar commento
    paolo
    22/03/2007 21:56

    tutto molto bello da guardare e rigurdare pensando che e una cosa da fare

  13. Avatar commento
    spadoni
    05/06/2006 23:46

    una cosa eccezionale fatta da due intrepidi che mi fà sognare e la voglia di partire subito per ripercorrere le tappe e tutti i bellissimi posti raggiunti.Grazie agli autori di questa meraviglia.

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