La Bretagna e l’Alvernia

La Francia nel suo abito più bello

Dopo la piacevole esperienza “Spagna costa atlantica e Portogallo” del 2001, quest’anno il già affiatato gruppo “Europetrotters” ha acquisito un sesto partecipante: a Daniela, Anna, Laura, Nino e il sottoscritto Emilio si è aggiunto Mimmo, nuova conoscenza “garantita” da Anna e dimostratosi eccellente compagno di viaggio, sia per socievolezza che per senso pratico.
Come spostarsi
La crescita del gruppo ha anche comportato l’esigenza di un automezzo più capiente, per cui dalla Ford Focus station wagon dell’anno scorso siamo passati al noleggio di una Renault Espace a sette posti: rimuovendone uno abbiamo ricavato ulteriore spazio per i bagagli, che, conoscendo i nostri polli, non è mai troppo…
L’intero tour con partenza e arrivo da Genova ha comportato la percorrenza di 3960 km.
Itinerario
Sabato 6 luglio 2002
Eccoci al consueto appuntamento del sabato mattina, ore 7,30. Visti i precedenti “successi”, la nomina a “primo ufficiale collaudato autista”, con tutti gli onori e oneri del caso, spetta all’unanimità a Nino, sostituito, alla bisogna, da Mimmo con perizia e padronanza del mezzo (non a caso il nuovo amico ha un passato di conduttore di autocorriere).
La partenza non è delle più confortevoli, visto la pioggia e il freddo che ci attendono sul Fréjus: si entra in Francia in condizioni tutt’altro che estive. Spuntino in autogrill… e via! Dato che il meteo non invoglia a soste, prolunghiamo l’itinerario fino a Bourges, dove ci aspetta il solito confortevole Hotel Ibis. Da Genova abbiamo coperto 830 km.
La città è molto attraente, ma l’esigenza principale è la ricerca di un buon ristorante. Solo verso le 21,30 troviamo libero un tavolo a “La scala”, locale con tutti i crismi italiani, talmente e volutamente kitsch da rendersi alla fine originale e simpatico: buoni il servizio e la cucina, nonostante le entrecotes richieste “nature” ed immancabilmente condite con salsine varie. Comunque tutto bene e qui iniziamo i consueti raffronti tra i “menu du jour” della Francia e le nostre “pizze+birra”, dai quali usciamo il più delle volte perdenti.
Completiamo la serata con una passeggiata per coricarci piuttosto presto, vista la giornata piuttosto impegnativa che abbiamo trascorso.

Domenica 7 luglio
Ritrovo alle 8,30 per un’abbondante colazione (quelle degli Ibis sono sempre una garanzia). Il tempo volge al bello, così dedichiamo parte della mattinata alla visita di Bourges: molto ben conservato è il nucleo storico, con case d’epoca e bei negozi, che si sviluppa intorno alla bellissima cattedrale.
Alle 10,30 partiamo in direzione di Mont St-Michel. Facciamo un’unica sosta per uno spuntino con un’ottima baguette rinforzata in autogrill fino ad arrivare verso le 17 al Mont Vert, il “Logis de France”, già sperimentato qualche anno fa, presso il quale abbiamo prenotato il pernottamento.
Con il tempo tra il sereno e il variabile tipico della zona e approfittando della bassa marea, ci dedichiamo immediatamente a una passeggiata a piedi di un paio di km. verso l’Abbazia.
La cena, anche se non a buffet come nell’occasione precedente, è tuttavia molto buona ed accurata. Al termine ci dirigiamo in auto verso l’Abbazia in uno scenario tutto particolare dovuto al fatto che a questa latitudine viene notte non prima delle 23; ci aggiriamo per le viuzze semideserte, un anticipo della visita di domattina.

Lunedì 8 luglio
Ci alziamo di buon mattino per una visita approfondita di Mont St-Michel prima dell’arrivo delle orde dei turisti. Riusciamo a concludere il giro del magnifico complesso giusto mentre si profila in lontananza, minaccioso come la marea, l’esercito dei pullman dei gruppi organizzati. Partiamo alle 12 in direzione di St-Malo con tempo nuvoloso, anche se sembra che la pioggia per ora ci risparmi.
Facciamo sosta a metà strada al piccolo ristorante “La Baie”, economico ma di buona qualità, appena prima che la cucina chiuda: dobbiamo tenere presente che qui gli orari non sono quelli della Spagna, visitata l’anno scorso!
E si arriva in vista di St-Malo, dove abbiamo prenotato il pernottamento presso una chambre d’hôte: lungo la strada D155 raggiungiamo la dimora di Marylin Basle “Les Croix Giboin” (tel. 0033-0299811241), in aperta campagna a 3 km. dalla città. Otteniamo una sistemazione provvisoria in una casa antica del ‘500 dividendoci in 2+4 in abitazioni separate, pur costituenti una sola unità residenziale, dopodiché ci dirigiamo in città.
St-Malo, ricostruita rispettando i valori originari dopo la distruzione quasi totale della II Guerra Mondiale, è un antico porto bretone dentro una cinta di mura, davvero affascinante per le sue case e i suoi negozi con bellissime insegne. Individuiamo un ristorantino consigliato dalla Lonely Planet, indicazione che, come quasi sempre, si rivela vincente: al “Port le Molo”, al limite dalla banchina del porto, consumiamo un’ottima “assiette de fruits de mer” per un prezzo davvero conveniente.
Il rientro a casa, come spesso capita alloggiando nelle chambres d’hote, confortevoli ma spesso un po’ fuori mano, è piuttosto laborioso in una successione di rotatorie dove di notte è facile sbagliare: ma non perdiamo l’allegria, tanto che i ripetuti giri ci portano alla mente la nota canzone (la ricorderanno quelli delle generazioni meno giovani…) di Edith Piaf “Tu me fais tourner la tête”…
A casa troviamo la gradita sorpresa di avere a disposizione tre camere anziché due: piccolo particolare, la nostra ha il WC a pianterreno collegato da una scaletta a spirale, così la notte (sarà il freddo, saranno le libagioni…) finisce per diventare un susseguirsi di discese/salite: ma ci ridiamo sopra, anzi la vena musicale della serata continua con una “Scalinatella longa, longa…”.

Martedì 9 luglio
Pioviggina, ma è il tempo che ci si aspetta da queste parti. Ottima la colazione, con dolci e marmellate fatte in casa, insieme con gli altri ospiti, circa una ventina tra giapponesi, italiani, inglesi, francesi, tutti attorno ad un lungo tavolo in un ambiente arredato con molto buon gusto.
Si riparte dopo aver pagato soli € 40 per camera (compresa la colazione). Ci dirigiamo sotto la pioggia a Dinan, antica cittadina sulle rive della Rance, tutta chiusa da mura medioevali, magnifici scorci panoramici, bei negozi, dimore storiche: c’è da fotografare a volontà. Mentre cessa di piovere, entriamo per il pranzo nel piccolo ristorante “Anha”, consigliato dalla Routard: ancora una volta, ottima scelta, cucina tipica con assortimento di crêpes, galettes bretonnes, îles flottantes.
Si prosegue per Perros-Guirec, dove abbiamo prenotato l’alloggio per due notti scegliendo dal catalogo ufficiale dell’Ente francese per il turismo. Mentre si è del tutto rasserenato, arriviamo a una dimora davvero favolosa, “Loc goars ar lau” di Michel et André (tel. 0033-0296490854), dove godiamo di una squisita ospitalità in una casa di vero “charme”, con camere arredate magnificamente nei minimi particolari. Grande pace, bella posizione in aperta campagna ma ad un km. dal mare, fiori ovunque e simpaticissimi gatti: peccato che non ci sia posto per un terzo pernottamento…
Scendiamo in paese, situato in posizione bellissima, con case eleganti, belle barche, ampi panorami su un tratto di costa stupendo. Ci troviamo addosso le 8 di sera senza rendercene conto, visto il sole ancora alto, così seguiamo il consiglio della nostra padrona di casa cenando a “Le ker bleu”: menu ottimo e sostanzioso, buono il servizio, costo totale € 116 in sei. Dopo una passeggiata in paese, decidiamo di tentare la sorte al Casinò, dove le slot machines mi ripagano con 50 € una puntata di cinque!

Mercoledì 10 luglio
Dopo un’abbondante colazione, con pieno sole partiamo per Ploumanach; da qui effettuiamo una “randonnée” di circa un’ora e mezza lungo la costa di granito rosa, tra panorami splendidi, scogli dalle forme curiose, bellissime fioriture, finché verso le 13 decidiamo per una sosta in spiaggia con tentativo di bagno. Neanche il tempo di decidere se sistemarci su un prato o sulla scoglierea, che sopraggiunge un improvviso acquazzone (siamo o non siamo sull’Atlantico?) che ci fa correre alla ricerca di un riparo. Per fortuna individuiamo una fermata d’autobus, che ci consente di rientrare alla macchina e di lì a casa per darci una sistemata.
Dopo che ha spiovuto, ci rechiamo a fare un giro nei dintorni fino a Lannion, cittadina senza infamia e senza lode, giusto per far venire l’ora di cena. Ancora su suggerimento delle guide, ci decidiamo per “La cremaillère” a Perros Guirec: il locale è piuttosto chic ma il prezzo è decisamente contenuto, € 106 per sei persone con vino a volontà.
Concludiamo la serata con un giro di Calvados in un bar locale.

Giovedì 11 luglio
La giornata ha inizio con la seconda deliziosa colazione a base di squisiti dolci preparati dalla padrona di casa.
Vista la difficoltà di sistemazione nei dintorni nelle prossime notti, siamo costretti a cambiare il programma di viaggio. Fissiamo quindi per tre giorni all’Hostellerie de la Mer, l’unica struttura che ha disponibilità, nella zona della penisola di Crozon.
Lungo il tragitto attraversiamo la zona caratterizzata dagli Enclos, i recinti parrocchiali tipici della Bretagna nei quali, di fronte alla chiesa, spicca sempre una struttura presente solo in questa regione della Francia: si tratta dei calvari, monumenti in granito semplici ma di grande incisività con scene della vita e della passione del Cristo. Molto belli quelli di St-Thégonnec e Guimiliau.
Dopo uno spuntino, questa volta a base di frutta (non può farci che bene…) e una visita della foresta di Huelgoat, arriviamo quindi alla località Le Fret, nelle vicinanze di Crozon, sull’omonima penisola: l’“Hostellerie de la mer”, in ottima posizione per la visita della zona, non fa onore alla categoria dei Logis alla quale appartiene ed è in assoluto la sistemazione più scadente di tutta la vacanza. Nonostante lo stuolo di camerieri e la pretenziosità della sala da pranzo, anche il ristorante è decisamente mediocre.
Dopo cena, approfittiamo della consueta luce serale per recarci a Morgat e a Cap de la Chèvre, la punta più meridionale della penisola, tra ampi spazi verdi in cui scorrazzano le volpi, una delle quali si avvicina fino a non più di un metro dall’auto.

Venerdì 12 luglio
Una sveglia decisamente sgradevole ci viene data da pestilenziali esalazioni di pesce e di fritto provenienti dalla cucina, prontamante coperte dai padroni di casa con abbondante uso di spray alla lavanda.
Dopo una colazione appena normale, si parte per Douarnenez sotto la consueta pioggia bretone che ben presto lascia il posto al sereno. Raggiunta la città, facciamo una lunga e piacevole passeggiata prima lungo il porto commerciale e poi al Porto-Museo, che espone una grande quantità di navi mercantili, da pesca e da diporto di diverse epoche e provenienze.
Sulla via del ritorno facciamo sosta a Locronan, una delle cittadine bretoni che hanno meglio conservato i caratteri originari, al punto da essere spesso stata scenario di films in costume (ad esempio “Tess” di Polanski). Mentre riprende a piovigginare, ci rechiamo al Ménez-Hom, un’altura isolata che, benché non superi i 330 metri di altezza, offre uno dei panorami più vasti di tutta la Bretagna.
Dopo una breve sosta in albergo, ci rechiamo a cena al “Sauternes et Marée” di Morgat, dove sia il menu che il servizio lasciano a desiderare. In una serata fredda e ventosa (non a caso nella sala da pranzo c’era la stufa accesa…), ci dirigiamo alla volta di Camaret, paese presso l’estremità della penisola, dove sono in programma grandi festeggiamenti; ma la festa langue, anzi non c’è proprio. Vuoi vedere che anche i bretoni soffrono il freddo?

Sabato 13 luglio
Lasciamo l’albergo per raggiungere la Pointe de Penhir, estremità occidentale della penisola di Crozon, in un paesaggio spettacolare di brughiere e scogliere dalle forme tormentate, in vista di tre curiosi scogli allineati noti come Tas de Pois. Dopo un giro lungo del promontorio, decidiamo di prolungare la passeggiata di 5 km., preceduti con l’auto da Mimmo (più uomo da mare che da scarpinate a piedi) che ci attenderà a Kerloch: meglio di un taxi!
Ricompattato il gruppo, ci dirigiamo alla Pointe de Dinan, dove effettuiamo una delle escursioni a piedi più raccomandabili (circa un’ora tra andata e ritorno), fino al Château, un grosso scoglio a forma di castello collegato alla terraferma da un arco naturale.
Mai gradita come questa sera, visti i chilometri che abbiamo accumulato, giunge l’ora della cena, opportunamente prenotata da ieri, visto che è sabato nonché vigilia della Festa Nazionale. “Le mutin Gourmand” di Crozon, di tono decisamente elegante, non tradisce le premesse; qui l’andirivieni in sala di maitre e di camerieri è largamente giustificato.

Domenica 14 luglio
Lasciamo definitivamente e senza rimpianti l’hotel di Le Fret in una giornata di pieno sole.
Ci attende un trasferimento piuttosto lungo e ci dirigiamo verso sud-est per dedicare la dovuta attenzione a una delle principali caratteristiche della Bretagna, vale a dire i siti megalitici. Tra tutti, i più estesi si trovano a Carnac, in particolare due allineamenti di circa mille menhir ciascuno; passeggiare lungo i percorsi segnalati al loro interno suscita grandi suggestioni, anche per i misteri che ancora si celano in queste opere risalenti a oltre 5000 anni fa.
La nostra sistemazione è presso la “Hostellerie les ajoncs d’or” (tel. 0033-0297523202) di Carnac, già individuato in un precedente viaggio, una meravigliosa dimora in campagna con ampio parco a disposizione, arredamento raffinato e perfetta ospitalità della padrona di casa. Spendiamo un totale di € 382,50 per tre camere, ottima cena comprensiva di vini, prima colazione per sei: davvero raccomandabile, un luogo degno di apparire sulle pagine di “Votre maison”.
Dopo la cena ci rechiamo a St.Colomban, affascinante villaggio sul mare molto ben conservato e oggi un concentrato di abitazioni di lusso. Ci portiamo infine lungo la costa, disseminata dovunque di fuochi d’artificio a celebrazione della Festa Nazionale.

Lunedì 15 luglio
Lasciamo davvero a malincuore quella che per un giorno è stata la nostra casa per il trasferimento piuttosto lungo, con meta l’Alvernia, che in due giorni prevede circa 700 km.
In questa giornata ne percorriamo quasi quattrocento per fare tappa a Chenonceaux: la località è famosa per uno dei più scenografici castelli della Loira, molto caratteristico per essere edificato su arcate su tutta la larghezza del fiume. La visita dell’immenso complesso richiede parecchio tempo, quindi decidiamo di fermarci in zona per la notte; esclusa la possibiltà di essere ospitati dai castellani… ci sistemiamo in paese al Logis “Hotel du Roy”, normale ma provvidenziale, vista la lunga ricerca a vuoto.

Martedì 16 luglio
Dopo avere tentato invano di prenotare un hotel per stasera a Royat, elegante località termale nei pressi di Clermont Ferrand, riprendiamo l’itinerario, comunque fiduciosi nella diffusione sul territorio francese di strutture delle varie catene Ibis, Formule 1 o Première Classe.
Dopo oltre 300 km. ecoci così a Châtelguyon, anch’essa famosa stazione termale. Ci sistemiamo all’hotel “Vulcanonature” di tipo prettamente familiare (per non dire collegiale, visto le dimensioni della struttura) per 100 ospiti, ma con solo una decina oggi; nonostante sia circondato da un vasto parco, l’insieme è immerso in un’atmosfera decadente, del resto tipica anche della cittadina. Dedichiamo subito qualche ora a visitare la regione, caratterizzata dai “puys”, una grande quantità di vulcani spenti da trentamila anni, oggi alture verdeggianti di forma conica sormontate da crateri.
In paese c’è un’atmosfera di abbandono: grandi hotels in buona parte chiusi testimoniano passati splendori, con i pochi ospiti intrattenuti da concerti d’archi lungo le strade. Per fortuna, la serata ha degnamente termine con una succulenta cena a “La potée”; troviamo posto in extremis e siamo ripagati da una splendida cucina regionale, anche se sono richiesti stomaci “duri”: stinco di maiale, cavoli, patate farcite con formaggio fuso, salumi di montagna, coq au vin, ecc. ecc.
Dopo una cena del genere, una passeggiata “by night” è d’obbligo e ci spingiamo fino al punto più alto del paese. Peccato che l’impressione di una città fantasma rimanga.

Giovedì 17 luglio
Dopo una colazione intonata alla decadenza dell’albergo, partiamo con tempo incerto con meta Le Puy-en-Velay. La strada, molto panoramica, prende quota in un bellissimo paesaggio di media montagna caratterizzato dai “puys”, una delle principali attrattive dell’Alvernia.
Facciamo sosta a La Chaise-Dieu, un villaggio intorno a 1000 metri adagiato intorno alla splendida Abbazia di St-Robert. Si è intanto fatta l’ora di pranzo, che soddisfiamo con piacere al ristorante “Le Lion d’or”.
La strada comincia a scendere in un paesaggio di foreste di conifere, campi coltivati e pascoli, finché giungiamo a Le Puy verso le 16,30. La città è decisamente attraente e, posati i bagagli in camera all’ottimo Hotel Bristol, ci dedichiamo a una prima presa di contatto per poi approfondire la visita domani. Ci ritroviamo in Hotel per la cena, che non tradisce le aspettative, dopodichè concludiamo la giornata con una passeggiata in città, molto vivace anche di sera.

Venerdì 18 luglio
Dedichiamo la mattinata alla visita di Le Puy. La città bassa è costituita da un tessuto urbano di grande valore, a partire dalle magnifica cattedrale di Notre-Dame, ma la caratteristica più curiosa è data dai numerosi coni vulcanici all’intorno (“rochers”): spesso sormontati da cappelle votive, chiesette e statue della Madonna, sono talvolta accessibili tramite scalinate e costituiscono un itinerario davvero originale.
Dopo un veloce pranzo in Hotel, raggiungiamo in breve il Lago Buchet, di cui percorriamo a piedi la circonferenza, per poi proseguire per Arlempdes, classificato come uno dei più bei villaggi di Francia. Il sito, caratterizzato dal bel castello (peraltro in rovina), è in effetti molto attraente, situato sulla riva della Loira che qui ha percorso i primi chilometri dopo la sorgente.
Rientrati in hotel per la cena, apprendiamo la notizia delle rigide restrizioni al traffico imposte dopodomani a Genova per le manifestazioni del primo anniversario del G8, per cui decidiamo di rinunciare alla prevista sosta in Provenza per rientrare a casa entro domani.

Sabato 19 luglio
E’ una giornata di puro trasferimento per coprire i 600 km. che separano Le Puy da Genova. Rientriamo a casa verso le 19.

Un commento in “La Bretagna e l’Alvernia
  1. Avatar commento
    Piperita
    27/02/2003 06:51

    Ho trovato questo articolo ottimamente analitico ed al contempo sintetico, con ottime informazioni per le quali ringrazio in anticipo, sperando di trovare anch'io una buona compagnia per un prossimo viaggio in Francia. Ciao Jessica

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