In giro per la Svezia

Il sud del Paese, le isole baltiche e Stoccolma

Quando nel 2001, tornando da un viaggio in Norvegia, percorsi il ponte sullo stretto di Öresund, non pensavo che mi sarei ritrovato lì dopo soli cinque anni. Evidentemente sotto traccia aveva tenacemente lavorato il richiamo della Svezia, di cui avevamo conosciuto allora la bella e laboriosa Göteborg, dall’aspetto vagamente “olandese” per i canali e le architetture borghesi, e qualche paesino di pescatori annidato tra le coste rocciose del Bohuslän, granitiche e tondeggianti come in Gallura, punteggiate non di ginepri ma di casette rosse.
Mi avevano colpito anche le grandi fattorie, maestose pur nella semplicità della loro struttura in legno, lievemente poggiate sulle radure che si aprono di tanto in tanto tra i morbidi rilievi ammantati di boschi. Nella mia mente vi si sovrapponevano i fotogrammi delle farms del Middle West che abbiamo visto in tanti film: in fondo vennero da lì tanti di quelli che costruirono le ferrovie degli States!
Così nel febbraio 2006, in un briefing familiare, spuntandola in un ballottaggio sull’Irlanda del Nord, la Svezia e Stoccolma vincono e interrompono il nostro ciclo celtico (2002 Bretagna, 2003 Irlanda, 2004 Cornovaglia, 2005 Scozia).

Organizzazione
Letti i diari presenti su Ci Sono Stato, come sempre inizio l’esplorazione del web dal portale dell’ente nazionale del turismo che via via mi rimanderà a quelli regionali e locali da cui riceverò anche alcune utili brochures. Per la stesura degli itinerari automobilistici trovo insostituibile il portale viamichelin - ovviamente avevo già individuato i punti d’interesse con la lettura delle guide di carta, come la classica verde del TCI, e di alcuni files di cui ho fatto download - così fisso le date d’arrivo e partenza e le tappe.
Abbiamo a disposizione tre settimane, utilizzeremo la nostra auto all’occorrenza imbarcata sui traghetti e - novità dell’anno - anche un treno. In effetti sfogliando un dépliant mi salta all’occhio un’inserzione delle “DB” ferrovie tedesche che dispongono un servizio di auto al seguito da alcune città italiane al nord della Germania e viceversa. Io faccio due conti e deduco che così potremo disporre di un giorno in più in Svezia e tornare in Italia più riposati; al costo di €562 otteniamo dall’ufficio di Milano uno scompartimento riservato con cuccette e il trasporto della nostra Audi da Hildesheim a Livorno.Su dalla Svizzera, lambiremo Liechtenstein e Austria, poi attraverseremo la Germania (due tappe) e la Danimarca. Prima sosta in Svezia: Ystaad, poi isola di Öland, quindi da Oskarshamn raggiungeremo Visby (Gotland) che ci farà da trampolino per Stoccolma, salpando da lì infatti sbarcheremo poi a Nynäshamn, a soli 58 km dalla capitale. Al ritorno sosteremo a Vadstena e Lund. Una sola tappa nella Bassa Sassonia e poi il treno.Il viaggio

29 luglio 2006
Ci mettiamo in viaggio da Como, acquisto il contrassegno delle autostrade svizzere, superiamo il San Bernardino ci fermiamo per pranzo nel territorio del Liechtenstein al Gasthof Au di cui ricordo ancora una pantagruelica porzione di käse-spätzle, conto Frsv 71,10.
In Austria per pochi km evito di comprare la vignette e così faccio attenzione a restare nella statale, ma è semplice, basta entrare a Bregenz, costeggiare un po’ il lago ed imboccare poi l’autostrada quando si è nel Freistaat di Baviera.
Siamo a Würzburg nel primo pomeriggio, c’è il sole ed è caldo come in Italia; alloggiamo all’hotel Regina (due camere comunicanti €145), è ben dislocato, infatti usciamo poi a piedi gustandoci la piacevolezza del suo centro storico. Ceniamo (bene) a pochi passi dal duomo al Weinhaus Zum Stachel, siamo a lume di candela seduti ad un tavolo sul ballatoio della corte interna di un edificio medievale, pasteggiamo con vino e non birra perché la cittadina francone si trova proprio in una delle più rinomate aree vinicole della Germania.

30 luglio 2006
Visita della Residenz dei principi-vescovi, patrimonio mondiale dell’UNESCO col famoso scalone rococò di Balthasar Neumann e gli affreschi del Tiepolo; molto belli anche il giardino all’italiana e lo scenografico piazzale antistante il palazzo che mi fa pensare al Louvre.
Subito dopo riprendiamo il viaggio. Le autostrade tedesche sembrano il vero eldorado di ogni automobilista italiano: niente pedaggi e limiti di velocità (tranne dove esplicitamente indicato); c’è da dire però che, nonostante si vada forte, tutti rispettano le distanze di sicurezza, nessuno piomba a ridosso di chi lo precede lampeggiando furiosamente e ad ogni minimo rallentamento si fa tempestiva segnalazione con le quattro frecce. Bravi!
Esco dall’autostrada ad Elfershausen per una sosta ristoratrice all’hotel Ullrich, pranzo leggero con profumatissimi affettati di campagna, in una terrazza che dà su di un giardino, tepore pienamente estivo, siamo gli unici avventori, la cameriera è giovane, bionda, gentile e sorridente, il conto appena €38,10.
Nel pomeriggio siamo a Lubecca (classica tappa prima del balzo in Scandinavia) dove ci sistemiamo all’hotel Excelsior (€156 una comoda quadrupla), c’è anche il garage e siamo in centro, infatti la sera ci rechiamo a piedi al Yachtzimmer resturant sito sul canale (An der Trave) che circonda il centro storico.

31 luglio 2006
Siamo in breve a Puttgarden e c’è un po’ di coda per il traghetto per Rødby, faccio il biglietto di andata e ritorno (Scandlines €112). Dopo una veloce sosta in una caffetteria danese gestita da un turco e l’attraversamento del ponte (pedaggio €31,83) siamo finalmente in Svezia! D’ora in poi saremo accolti dovunque col simpatico saluto Hey-Hey.
L’hotell Tornväktaren si trova proprio nella Stora Östergatan, la via (pedonale) dello shopping di Ystad, riesco a posteggiare nell’adiacente Öster ports torg, dove constato che già a partire dalle 18 la sosta è gratuita. Per le due notti in cui abbiamo occupato una tripla ed una singola in questa vecchia casa, il taciturno sig. Kjell Eklund mi addebiterà €327,17. A Ystad, che è una simpatica cittadina a misura d’uomo, con il centro storico più integro del Paese, sono numerose le case a graticcio d’impronta danese (siamo in Scania, una regione che è stata per secoli parte di quel regno) e molti locali hanno dei tavoli all’aperto: noi ci fermiamo al Bella vita, un’ottima cena per circa €95.

1° agosto 2006
In mattinata facciamo un giro in auto che comprende: il Glimmingehus slott, un castello che è piuttosto una casa-torre rurale comunque interessante, ed il sito archeologico di Ales stenar. Questo è noto per essere una piccola Stonehenge,ma deve a mio avviso il suo fascino alla collocazione su un pianoro erboso a strapiombo sul mare ed è anche bello raggiungerlo dopo aver percorso un sentiero, piuttosto che vederlo già banalmente da un parcheggio. Alla fine andiamo anche in spiaggia a Sandhammaren, sabbia bianca e fine protetta da dune e pinete. Nel pomeriggio completiamo la visita di Ystad e delle sue chiese. Cena con sottofondo musicale insistente e ripetitivo di Bocelli, ma a parte questo ricordo una non disprezzabile zuppa di pesce in versione nordica.

2 agosto 2006
Giornata non bella e piovosa, salta la visita di Kristianstad e penso solo a far strada. A Kalmar c’è di nuovo il sole, visitiamo il castello e passeggiamo lungo il mare che sembra un lago e nelle strade principali del centro storico.
La nostra tappa è nell’isola di Öland, collegata da un lunghissimo ponte (6km). Qui alloggiamo in una grande fattoria di una famiglia aristocratica (lo capisco dal cognome) la Skedemosse Gård. E’ una vecchia casa in legno immersa in un parco recintato all’interno di un bosco. C’è un altro edificio altrettanto antico, dove si trovano, al primo piano, le nostre camere, e più distante, sempre sul prato, una casetta per la Spa. Il figlio della proprietaria, un simpatico giovanotto scalzo dai lunghi capelli biondi ci illustra tutto questo. Mia figlia è felice perché passa tutto il tempo che può giocando sull’erba con l’enorme gatto di casa. La Signora Elna-Brith af Wåhlberg mi racconta che è stata a Sorrento e che vorrebbe visitare la Sicilia.
La mattina la colazione si svolge nella bella sala sita nel corpo principale, la luce del mattino entra dalle vetrate, bei mobili Biedermeier e sedie dall’alto schienale, ci si serve liberamente accedendo alla cucina dai mobili bianchi. Tutto è luminoso, elegante, ma al tempo stesso rilassato, è un’accoglienza di classe in una casa di campagna svedese proprio come te la immagini.

3 e 4 agosto 2006
Öland ha un interesse prevalentemente naturalistico, lo verifichiamo constatando la varietà dei suoi paesaggi, dai boschi alle steppe, ai campi punteggiati da mulini a vento, alle scogliere. Una vera mecca per i birdwatchers il sito della Ottenby fÇ»gelstation. Non mancano però tracce del passato come il castelliere vichingo di Ismantorps borg che andiamo a scovare percorrendo un breve sentiero nel bosco. Il suo capoluogo Borgholm ha una strada principale con tanti negozi, alcuni gestiti da orientali e dai prezzi decisamente abbordabili, ma anche una bella libreria dove, pensando alla tappa successiva, acquisto una carta topografica di Gotland.

5 agosto 2006
Saldo il conto di 3960SEK, ci congediamo dagli af Wåhlberg e partiamo alla volta di Oskarshamn. L’imbarco sul traghetto della Destination Gotland è celere e ordinato. La nave è bella e confortevole; individuo a bordo solo un'altra coppia di italiani, rifletto anche questa volta sullo strano fenomeno di “agglutinamento” dei nostri connazionali, durante questo viaggio ne incontreremo a frotte soltanto a Stoccolma.
Sbarchiamo a Visby nei tempi previsti e passiamo subito dalla grande agenzia della Gotland Resor (aperta 24h/24!) con cui ho prenotato l’appartamento nel residence dall’impossibile nome Gustafsvik Semesterby Fritidsvåningarna. Un’efficiente impiegata, controllata al pc la mia prenotazione, mi spiega come raggiungere il posto tracciando ampi segni di pennarello su una cartina.
Il residence è appena 3km a nord della città, è formato da candide palazzine a due piani disposte secondo una linea ad arco racchiudendo un vasto terreno alberato con radi pini di Svezia, degradante verso il Baltico argentato che fa da sfondo. Il nostro appartamento è al piano terra, semplice e funzionale, anche nell’arredamento puro design scandinavo. I nostri vicini sono famigliole e gruppi di ragazzi e ragazze, svedesi, danesi e tedeschi. La sera andiamo in città e dalle mura assistiamo al primo magico tramonto.

6-7-8 agosto 2006
Gotland è uno di quei posti che ti restano dentro, sarà stato per il tempo sempre bello o per la settimana medievale, ma ci ha veramente preso! Del resto anche gli svedesi la considerano un po’ come un mondo a parte e speciale, con le sue meraviglie naturali, le 66 chiese parrocchiali romaniche e gotiche, i siti preistorici e vichinghi, infine valga per Visby la sua inclusione nella lista dell’UNESCO. La cittadina anseatica la gusto uscendo di buon mattino in compagnia della mia Canon. Di volta in volta colgo col favore della luce radente l’integrità della cinta muraria con le sue torri e i vessilli giallo-azzurri, le stradine in pendenza ancora addormentate e gli scorci panoramici sulla cattedrale di Sankta Maria, sui nobili ruderi delle altre chiese, i tetti a gradoni e il mare. Torno poi al residence dopo aver acquistato i croissant per la colazione in un market nella Stora Torget.
Cose notevoli e memorabili
Facciamo un’escursione verso il nord, da dove si traghetta per l’isoletta di Fårö, lì noleggiamo delle biciclette e ci incantiamo alla vista dei Raukar, pinnacoli di roccia calcarea prodotti dall’erosione.
A sud di Visby c’è la spiaggia di Tofta, l’atmosfera è mediterranea, facciamo il bagno, la temperatura dell’acqua è più che gradevole, tante famiglie e bambini, bar tipo tucul, che fanno tanto St. Trop… manca solo il pan bagnat. Il lato culturale è appagato dalla visita della chiesa di Eskelhem e del sito sepolcrale di Gnisvärd.
La settimana medievale permea tutto il capoluogo e anche oltre può capitare di incontrare gente in costume. In un grande prato dentro le mura a nord è allestito l’accampamento dei partecipanti, che non solo portano gli abiti e le calzature, per niente da carnevale e rigorosamente filologiche, ma banchettano e forgiano armi come nei secoli in cui forse avrebbero voluto vivere. Un esteso mercatino contorna tutto questo e ogni particolare è in tema: mio figlio nota che per gli amanti del genere, giocatori di ruolo ecc. è davvero imperdibile, ma desiste dall’idea di portare una cotta di maglia ad un amico perché è tutto vero ed i prezzi di conseguenza…
Dopo aver acquistato i biglietti all’azienda di soggiorno non ci facciamo mancare lo spettacolo del torneo cavalleresco. Uno dei due presentatori-giullari che scaldano il pubblico e lo incitano a parteggiare per le squadre contendenti, ci chiede la nostra nazionalità ed alla fine, evidentemente in nostro onore, fa improvvisare ai duellanti una irresistibile gag sull’episodio Materazzi-Zidane!
È stato molto simpatico e divertente. Le performances della settimana medievale sono anche d’altro tipo, per esempio è facile imbattersi in menestrelli e cantori, così come la sera nei suggestivi spazi delle chiese gotiche scoperchiate, così ricche d’atmosfera, si svolgono concerti di musica rinascimentale.
L’ultima sera, dopo aver fatto l’attesa dovuta - non si prenota - ceniamo al ristorante Clematis. Siamo in un ambiente in pietra risalente al XV secolo, rischiarato solo dalle torce alle pareti, ci sono dei lunghi tavoli senza tovaglia dove ci si siede su panche l’uno accanto all’altro, io capito accanto una signora della Florida con la figlia, entrambe in costume. Ci vengono servite un’ottima zuppa e abbondanti carni grigliate, rigorosamente senza posate, irrompono mangiatori di fuoco e tre clerici vagantes che interpretano canzonacce da osteria. Il livello alcolico è adeguato. Una bella serata (per soli €82).

9 agosto 2006
Riordiniamo la casa e, sistemati i bagagli in auto, ci apprestiamo a lasciare a malincuore Gotland. Ripassiamo dall’agenzia della Gotland Resor, dove ritrovo l’efficiente impiegata cui consegno la chiave e saldo il conto 6420SEK al cambio circa €700, per quattro notti.
Ci imbarchiamo per Nynäshamn. All’arrivo preferiamo non fermarci per il pranzo e raggiungere la meta. Mi disimpegno tra tunnel, svincoli e ponti, orientandomi perfettamente, del resto con GoogleEarth avevo “visto” addirittura l’isolato che ci avrebbe ospitato, posto sulla strada che costeggia il canale che delimita a sud il quartiere di Södermalm.
Così senza chiedere alcuna informazione ci troviamo a Stoccolma direttamente sotto casa di Mr Parmaan, quella prenotata con Gästrummet. Si tratta di un appartamento in un condominio di recente costruzione e buona architettura residenziale, disposto a U attorno un cortile verde con un cancello che è solo accostato, così raggiungiamo il portone e citofoniamo. Dopo un po’ si presenta Mr Parmaan, noto che mia moglie, che già forse si aspettava qualcosa di più simile ad un B&B british style, è leggermente inquieta, lui in effetti, tarchiato, dall’aspetto poco svedese, con un improbabile berretto, sembra uscito da un film di Brian De Palma, ma forse noi siamo solo stanchi e digiuni… Ci mostra il piano superiore del suo duplex che sarà di nostro uso esclusivo, con due camere, bagno e soggiorno mentre la cucina, è al livello inferiore, dove sta col figlio. Nei giorni seguenti imparerò a conoscerlo quando scendendo a preparare la colazione (decisamente neanche il breakfast è british style) mi intratterrò conversando con lui, nel frattempo anche mia moglie si sarà rassicurata sulla sua innocuità. Va ricordato comunque che questa sistemazione, peraltro comoda, è da considerare veramente economica per gli standard di Stoccolma (1100SEK per notte)!

10-13 agosto 2006
Questa città che non ha l’unitarietà haussmaniana di Parigi, né l’aplomb imperiale di Londra; ha il suo asso nella manica nella sua collocazione paesaggistica, le sue isole, il mare ed il lago che si congiungono, le folte macchie di verde, le colline e gli orizzonti vasti. Un’articolazione siffatta richiede, più che in altre metropoli, un minimo di studio preliminare per capire, per esempio, come spostarsi e quali mezzi usare, per ottimizzare i tempi e non girare a vuoto.
A circa 400m dalla nostra abitazione di Ljustergrand c’è la stazione Skanstull della metropolitana, mentre la raggiungiamo impariamo ad evitare di scambiare le piste ciclabili per ampi marciapiedi (questa è l’unica occasione in cui si rischia di esser presi a cattive parole dagli abitanti, in genere garbati e compassati, ma che hanno l’abitudine di sfrecciare sui loro velocipedi). Lì mi ricordo di acquistare la tessera per la metro valida per tre giorni che permette di utilizzare i battelli e il tram (la Stockholmskortet invece è conveniente se si visitano tutti , ma proprio tutti i musei).
Per orientarci ed avere tutte le informazioni a portata di mano porto sempre con me una guida tascabile, che include cartine pieghevoli delle varie zone, quella della collana “cartoville” del TCI; nella prima uscita mattutina andiamo sulla piattaforma dell’ascensore Katarinahissen per cogliere dall’alto la complessità della città con uno sguardo panoramico molto utile e significativo così come in seguito ci accorgiamo che lo è altrettanto utilizzare il vaporetto per recarci e tornare dall’isola di Djurgården, in quanto ci rende una buona percezione della città vista dall’acqua senza impegnarci in lunghi giri di navigazioni turistiche.
I quartieri
Södermalm ultimamente - me ne ero accorto quando ancora a casa leggevo le classiche riviste di viaggi - è stato un tantino pompato come quartiere trendy, bohémien, multietnico ecc.; in realtà le sue arterie Götgatan e Folkungagatan con negozi, caffetterie e birrerie un po’ così che mascherano appena le facciate dei loro edifici d’estetica razionalista a me ricordano paesaggi urbani da “socialismo reale” ed il suo baricentro costituito dalla spianata della Medborg platsen conclusa dal complesso architettonico ad emiciclo di Ricardo Bofill non risolleva qualitativamente granché la media, tanto che non ci invita ad una sosta più lunga di quella necessaria per consumare panini con würstel presi da una roulotte. Mi convinco che Il quartiere dà il meglio di sé nei brani di architetture del XVIII e XIX secolo residui e appartati, su per erti vicoli e nella sommità delle colline come nella Mosebacke torg.
Norrmalm la percorriamo in senso orario cominciando dal suo margine occidentale la Sankt Eriksgatan, una strada che ha la particolarità di possedere cinque o sei negozietti di dischi rari e introvabili anche in vinile (mio figlio è felice perché recupera frammenti di storia del genere grunge). Attraversando l’Odenplan ridiscendiamo poi verso sud la bella arteria Sveavägen, che mi regala la vista della Stadsbobliotek di Asplund (1928) con i suoi volumi puri, un parallelepipedo e un cilindro, color ocra, e il suo specchio d’acqua rettangolare come una piscina.
Giungiamo alla Sergels torg, simbolicamente il centro della città. L’insieme non mi appare come una composizione urbanisticamente compiuta e le sue architetture degli anni 50-60 sono irrimediabilmente datate, così come l’intuizione della separazione dei traffici pedonali e automobilistici con la creazione di due livelli differenziati non basta a far di questo crocevia una vera piazza. Percorriamo quindi la Drottninggatan, via pedonale dello shopping, ci prendono un bel po’ di tempo gli empori che fanno capo a catene specializzate in T-shirts con soggetti fantasy o rock. La strada è stretta e diritta, architettonicamente l’episodio più interessante è quello conclusivo dell’edificio dei Centralbadet in puro Jugendstil. Siamo sul braccio di mare (Norrström) che delimita a sud la City, la vista verso la zona monumentale di Riddarholmen è magnifica. Un ponte invita a recarsi a Gamla Stan.
Gamla Stan la giriamo in lungo e in largo ad ogni ora sin dal giorno dell’arrivo. È molto piacevole percorrere le stradine medievali, dove la paccottiglia ed i souvenirs non sono straboccanti e non hanno la meglio sulle botteghe piene di oggetti di buon gusto, dal cristallo, ai maglioni fatti a mano, all’antiquariato. Nella bella Stora torget ci sediamo ai tavoli di Chocladkoppen dove appunto le cioccolate sono servite in grosse tazze fumanti.
Mano a mano che ci inoltriamo nella cittadella delle istituzioni, dal Riksdagshuset al Kungliga Slottet ho come una sensazione di déjà vu; l’equilibrio simmetrico delle facciate, i rapporti tra i volumi e i vuoti, perfino alcuni scorci, tutto mi fa pensare all’Italia, soprattutto alla sistemazione tardorinascimentale e settecentesca della Piazza del Quirinale con i suoi dislivelli.
Östermalm lo scopriamo emergendo dalla sorprendente stazione della metropolitana di Kungsträdgården. Un composto insieme di edifici della Belle Époque si distende elegantemente sullo Strandvägen similmente a certe cortine edilizie coeve sui lungomare della French Riviera, attestandosi sui giardini del Nybroplan, dove troneggia lo Jugendstil del Dramaten sorvegliato dai suoi svettanti e preziosi lampioni. Un ponte ci conduce a Skeppsholmen, l’isola dei musei. Qui visitiamo nell’ordine: il Moderna Museet, una bella collezione di arte moderna e contemporanea (ingresso gratuito), l’Arkitekturmuseet (ingresso gratuito) e il simpatico e relativamente piccolo Svensk Form.
Djurgården e i suoi tesori richiedono da parte nostra due visite. La prima volta, di mattina, andiamo al Vasamuseet. L’esposizione di un vascello del 1600, intatto e tale e quale a quelli che possiamo vedere nei film sui pirati, eccezionale di per sé, è grandiosamente esaltata ed impreziosita dalla accuratezza e completezza dell’allestimento museale. La seconda visita la dedichiamo allo Skansen, primo museo all’aperto del mondo ed in grado di interessare un pubblico d’ogni età, contemplando nello stesso parco attrazioni etno-antropologiche e zoologiche. Il pomeriggio si conclude al parco di divertimenti di Gröna Lund da cui usciamo in tempo per l’ultima corsa del battello che ci riporterà a Gamla Stan, dove ci aspetta un tavolo prenotato in un simpatico locale.

14 agosto 2006
Partiamo, non di buon mattino, abbiamo una comoda tappa quasi tutta autostradale di circa 250 km che ci porterà sulle rive del lago Vättern. Le autostrade svedesi, all’infuori di un raggio di 50-70 km da Stoccolma, non sono mai molto trafficate ed è veramente difficile contenersi entro i rigidissimi limiti di velocità che peraltro loro, così ligi e disciplinati, non sembrano rispettare alla lettera… io mi adeguo.
Ci fermiamo per il pranzo in un autogrill, dove all’entrata non c’è l’obbligo di una gimkana consumistica, bensì la possibilità di fare il pieno di utili informazioni prelevando da alcuni espositori dei dépliants sulla regione attraversata.
Nel pomeriggio siamo a Vadstena, che ci accoglie subito con la mole del suo castello rinascimentale, dove soggiornò spesso re Gustavo Vasa, con tanto di fossato e un insolito porticciolo. Ho prenotato due camere (1530SEK) presso il Pensionat Solgården che trovo facilmente nel centro dell’amena cittadina. È una bella casa del primo decennio del secolo scorso, a due piani più mansarda, verniciata con quel colore giallo crema così tipicamente svedese, con un piccolo giardinetto sul davanti. Le nostre camere, come ci accade spesso, sono su nel piano mansardato, il comfort discreto e l’atmosfera da solida abitazione borghese un po’ fanée, con la sua bella scala di legno, i tappeti, le stampe e tutto il resto, mi fa sentire a mio agio.
Uscendo percorriamo la Storgatan ed altre stradine con le loro case di legno dai colori pastello, poi passeggiamo sul lungolago dal castello alla chiesa abbaziale. Il Vättern è immenso come un mare, si respira la serenità che ispirano i paesaggi lacustri, due ragazzine fanno il bagno tuffandosi da un pontile. Raggiungiamo il complesso monastico di Santa Brigida e lo visitiamo. Sfruttiamo la possibilità di cenare nel ristorante in un’ala dell’ex convento trasformata in albergo, il Munkklostret, e non restiamo delusi, usciamo che saranno circa le 21 e sul lago c’è un tramonto da urlo.

15 agosto 2006
Consumata un’invitante colazione nella bella sala da pranzo del Solgården, ci mettiamo in viaggio diretti a sud. Deviamo due volte dall’autostrada, la prima per visitare le rovine del convento di Alvastra, il più antico della Svezia fondato da francescani francesi, la seconda meno di un’ora dopo, giusto per percorrere in auto la strada principale di Gränna e scattare un paio di foto alle sue allegre case colorate.
Arriviamo a Lund, dove ho prenotato l’Hotel Ibis, ben conoscendo l’affidabilità della catena francese e giudicandone conveniente la dislocazione a 3 km dal centro. Passeggiare per le stradine di questa cittadina universitaria è molto piacevole, alcune case a graticcio si alternano ad edifici più moderni, l’atmosfera è giovane e frizzante. Ceniamo molto bene al Ristorante Italia in Stora Fiskaregatan (€108).

16 agosto 2006
Di mattina ritorniamo in centro e ci dedichiamo alla visita del monumento più insigne, la Domkyrkan, la più antica e importante chiesa vescovile di tutta la Scandinavia, in cui mi colpisce l’evidente influsso del romanico lombardo.
Poi decidiamo di recarci a Malmö. Circa 25’ di autostrada dividono le due città. Arrivati cerco un parcheggio, lo trovo nel multipiano Europark. Il terzo centro urbano della Svezia è veramente bello e probabilmente avrebbe richiesto più tempo per una visita approfondita. Noi gironzoliamo per la centrale Stortorget, dove il municipio in stile rinascimentale olandese è parzialmente nascosto da un palco che sta venendo montato proprio ora, quindi passiamo nella adiacente Lilla torg con le sue case quattrocentesche a graticcio e diversi bar e ristoranti con i tavolini all’aperto. Da lì, dopo il pranzo al ristorante Piccolo Mondo, imbocchiamo una via pedonale con tanti negozi e botteghe artigianali interessanti.
Nel pomeriggio, ripresa l’auto, ci facciamo guidare dal profilo inconfondibile del Turning Torso, che svetta lì dove la città guarda il mare. Vista da vicino la torre di Santiago Calatrava, che non è un “monumento” isolato ma si inserisce in una vasta pianificazione del Waterfront, mette innanzitutto allegria, poi stupisce per l’intelligenza delle soluzioni strutturali che “simulano” un dinamismo ed un divertente equilibrio precario, senza arroganza od autocompiacimento: è veramente una delle opere più interessanti di questi anni.

17 agosto 2006
È il giorno dell’addio alla Svezia. In breve siamo di nuovo sul ponte dello stretto di Öresund. Rifletto su come in pochi anni, dal 1996 al 2000, due Paesi, della cui coscienza ecologica non si può dubitare, abbiano saputo silenziosamente e concordemente realizzare questa infrastruttura lunga 7,8 km, oltre un’isola artificiale di 3,8 km ed un tunnel sottomarino di 4 km, accorciando drasticamente tempi di percorrenza automobilistici e ferroviari.
(Ogni riferimento allusivo a parallele vicende italiane non è puramente casuale).
Malinconicamente ci fermiamo nella stessa caffetteria danese dell’andata, dove consumiamo gli stessi pølse con würstel ed alla cassa c’è lo stesso signore turco.
In serata siamo in una minuscola località sassone, Walsrode, dove ho prenotato un confortevolissimo Hotel Mercure, mia figlia è felice perché nei prati che circondano l’albergo fanno capolino numerosi coniglietti.

18 agosto 2006
Dopo la colazione in hotel partiamo alla volta di Hildesheim, vi arriviamo con la pioggia; il Dorint Novotel, con un comodo parcheggio, un’accogliente hall e un ristorante di classe ci consente un paio d’ore in pieno relax prima di prendere il treno.
Quando ci rechiamo alla stazione piove ancora, io vado a chiedere informazioni sulle modalità di accesso al treno per l’auto e i passeggeri. Come immaginavo c’è una lunga banchina da percorrere tra le rampe per il caricamento delle auto e i vagoni con cuccette che stanno all’interno della stazione. Faccio notare che con quella pioggia non sarà molto agevole e così una gentile ferroviera mi regala due enormi ombrelli. Il convoglio si riempie ma tuttavia non è affollato. Noto due o tre famigliole italiane e una comitiva di centauri germanici.
Poco dopo la partenza torna a risplendere il sole; passo delle ore in piedi a guardare dal finestrino, da cui scorgo con emozione anche la Fagus Werke di Walter Gropius. Com’è bella la Germania dal treno! Sembra un plastico Rivarossi; niente case senza intonaco, cartelloni pubblicitari invadenti, improvvisate discariche, carcasse d’automobili, baracche di lamiere arrugginite, solo paesini lindi e colorati, un’ubertosa campagna e tanti boschi.
A sera ceniamo nel vagone ristorante tutto rivestito in legno.

19 agosto 2006
Abbiamo dormito bene e di filato, infatti non sono in grado di dire quale sia stato il percorso in Svizzera e quale il valico alpino attraversato, ci risvegliamo ed è la Pianura Padana. Il cuccettista oltre le bevande calde, porta ad ognuno di noi un kit di sopravvivenza offerto dalle “DB” consistente in una scatola di cartone gialla e blu contenente ogni sorta di paté, marmellatine, pane di segale sotto vuoto, formaggini.
In perfetto orario siamo a Livorno.Per quanto riguarda gli alloggi, sono stati prenotati tutti via internet, sia i B&B indipendenti, con scambio di e-mail, che alcuni alberghi facenti capo a catene o sistemi centralizzati di prenotazione con la semplice compilazione dei form. Un acconto mi è stato richiesto dall’associazione Gästrummet con la quale ho riservato l’appartamento a Stoccolma. Infine con un bonifico ho saldato in anticipo a Destination Gotland i passaggi marittimi per e dall’isola (€284 imbarco dell’auto e quattro poltrone reclinabili). Per il denaro, avendo desistito dall’idea di procurarmi anche poche migliaia di Corone svedesi (SEK) nella mia città, conterò su due carte di credito ed il Bancomat per i prelevamenti.Ristoranti a Stoccolma
* A Södermalm voglio ricordare il Ristorante Toscano, Timmermansgatan 13, Tel. 00468 644 10 35, un vero ristorante italiano non turistico e d’impostazione moderna (€137 per quattro).
* A Gamla Stan il Bistro Ruby, Österlånggatan 14 Tel. 00468 205776, di tendenza francese informale-chic, dove è consigliabile prenotare perché i pochi tavoli sono sempre occupati (pagati €192), e Den Gyldene Freden, Österlånggatan 51, questo, in funzione dal 1722, ci ha coinvolto in un’esperienza sensoriale di gran livello e tutto, dalla sobria e non leziosa ambientazione in una cantina voltata, alla compassata signorilità del maître, alla raffinatezza del tovagliato, alla vastità della carta dei vini e naturalmente alla qualità dei piatti e alla nostra soddisfazione, ha pienamente giustificato l’entità del conto che ha intaccato il mio budget per qualcosa di più dell’equivalente di due notti a casa di Mr Parmaan.
* Nel Moderna Museet abbiamo pranzato nella suo Kafé, un self-service arioso con piatti leggeri ed una bella vetrata panoramica.
* Nello Skansen ci sono varie opportunità, noi abbiamo scelto la KrogenStora Gungan, dove ragazze in costume completo di cuffietta servono cibo tradizionale casalingo come buone zuppe e soffici torte (il nostro conto è di soli €59).

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