Sabato 16 settembre 2006
Insieme alla mia amica Roberta, compagna di altre avventure e ai suoi amici Roberto e Cristina, partiamo alla volta di Madrid.
Il volo di andata è stato un tantino movimentato. In fase di decollo, durante la salita, qualcuno dice una lampadina, qualcuno dice di no, fatto sta che c’è stato un piccolo botto e una piccola esplosione lungo il corridoio, proprio in prossimità dei posti di Roberta e Cristina. La gente si è un tantino allarmata, sia mai che cascasse l’aereo; ma le hostess non si sono minimamente scomposte. L’aereo ha proseguito la sua salita e la gente si è tranquillizzata. In fase di discesa ci siamo chiesti più volte se il pilota avesse preso il brevetto da Cepu perché non è stata una gran discesa, ma forse non era tutta colpa sua. Comunque quando finalmente avevamo i piedi, o meglio le ruote per terra l’aereo è cascato in pezzi. Alcune persone si sono viste arrivare direttamente in testa non solo le mascherine di ossigeno ma l’intero pezzo di aereo, ripiano, pulsanti e luci. Fortuna che eravamo già a terra!
Recuperati i nostri bagagli ci siamo subito diretti alla ricerca del bus, gratuito, che consente di spostarsi da un terminal all’altro e quindi di andare a prendere la metropolitana che ci porta in città.
Il viaggio è veloce, abbiamo consultato la cartina per capire dove fosse il nostro albergo e quale fosse la fermata più vicina.
Per chi non lo sapesse Madrid è la capitale della Spagna. La storia di Madrid inizia più o meno intorno all’852 quando i Mori costruirono una fortezza nei pressi del fiume Manzanares o rio, dipende un po’ dai punti di vista. Poi la storia è ovviamente andata avanti ma non è il caso di soffermarsi su questi aspetti.
A Madrid fa caldo, molto caldo. Devo dire che il primo impatto con Madrid non è dei migliori. La Calle de Fuencarral, la via del nostro albergo, è tutta in subbuglio, alcuni edifici sono un po’ fatiscenti. Un gruppo di tifosi passa per la via cantando inni di gloria.
Troviamo l’indirizzo e il palazzo del nostro hostal (http://www.hostallosalpes.com - camera tripla con bagno 54 euro a notte). Siamo un po’ dubbiosi. Entriamo e ci incamminiamo per le scale. Il palazzo è in ristrutturazione, stanno mettendo l’ascensore e facendo parecchi lavori. Arriviamo al piano del nostro hostal e suoniamo il campanello. Viene ad aprirci una signora dalle chiare origini sud-americane che non parla una parola di inglese, poco male, vorrà dire che eserciteremo il nostro misero spagnolo.
Dobbiamo ammettere che visto il palazzo non eravamo più tanto convinti che la nostra scelta fosse stata buona, certe volte quando si gioca un po’ troppo al risparmio si rischiano delle fregature, ma l’interno dell’appartamento è molto bello e curato. Un lungo corridoio porta alle stanze che abbiamo prenotato. La nostra camera è molto carina, pulita e gli arredi sono decisamente nuovi. Il bagno è anche spazioso. La finestra dà direttamente nel piccolo cortiletto del palazzo ora totalmente ingombro dalle impalcature per i diversi lavori. Nonostante le pale al soffitto nella camera fa molto caldo. Ci diamo una sistematina ed eccoci pronti per uscire alla scoperta di Madrid.
Attraversiamo la trafficatissima Gran Via e prendiamo in direzione di una Calle de la Montenera completamente in ristrutturazione. Un po’ un caos passare. E tra i passanti, i turisti e i negozi, sostano le ‘signorine’ in attesa di clienti. Ma questo non è altro che uno dei tanti volti della Madrid oggi.
Giungiamo così alla Plaza Puerta del Sol, tutta un cantiere. Questo primo impatto di Madrid ci fa ricordare la Torino che si preparava per l’evento olimpico, cantieri e cantieri. La Puerta del Sol è un po’ il cuore di Madrid. È un via vai di persone e di auto, per quanto possano passare visto che i cantieri chiudono gran parte della piazza e del transito. Al centro della piazza è stata posta una statua equestre di Carlo III. Mentre al lato meridionale della piazza, si affaccia la Casa de Correos, ossia l’originario ufficio postale costruito nel 1760. Successivamente è diventato sede del ministero dell’interno. Durante il regime franchista le celle della polizia situate sotto l’edificio furono luogo di torture. Nel 1963, Julian Grimau, un membro del partito comunista clandestino è stato giustiziato, e pensare che si era miracolosamente salvato lanciandosi da una finestra dei piani alti. Attualmente questo edificio, brulicante di fantasmi (figuriamoci se non ce ne sono con tutte le crudeltà che vi praticavano), è sede del governo regionale.
All’imbocco della Calle del Carmen, bellissima via di negozi, è posta la statua raffigurante il simbolo di Madrid: un orso. Anche qui, tra il via vai della gente e i soggetti che posano davanti alla foto scattare una foto solo dell’orso è praticamente impossibile.
Da un punto di vista storico questo luogo è stato teatro di vari eventi importanti. Nel 1808 qui ebbe inizio la rivolta contro le forze francesi di occupazione, ma l’esito non fu, per gli spagnoli, positivo. Nel 1912 venne assassinato il primo ministro Josè Cabalejas e nel 1931 dal balcone del ministro degli interni, l’edificio che io immagino brulicante di fantasmi, venne proclamata la Seconda repubblica. Mentre, fatto molto importante, il 16 settembre del 2006 transitarono in questa piazza quattro illustri italiani: io e i miei tre compagni di viaggio! Ah ah ah!
Lasciata la Puerta del Sol ci dirigiamo verso la famosa Plaza Mayor. Si tratta di una magnifica piazza rettangolare contornata da edifici in stile tipicamente castigliano. È una delle piazze più famose della città. Nasce come plaza de Arrabal (piazza dei sobborghi) perché era situata fuori dalle mura cittadine. Al centro della piazza la statua equestre di Filippo III che fu anche colui che ne commissionò la costruzione che venne completata nel 1619. Ma l’attuale disegno e i portici in granito sono opera dell’architetto Juan de Villanueva (lo stesso del museo del Prado) che la ridisegnò dopo l’incendio del 1791. Nella storia questa piazza vanta un passato molto ricco. È stata teatro di mercati, corride, esecuzioni e teatri all’aperto. Ora è una piacevole piazza in cui godersi un po’ del fascino di questa città.
Da qui ci spostiamo, girovagando per le vie verso la cattedrale e il Palazzo Reale. Transitando per la caratteristica plaza de la Villa. Attorno a questa piazza sorgono alcuni dei più importanti edifici della città. Si dice che Francesco I di Francia sarebbe stato imprigionato nella Torre de Los Lujanes dopo la sconfitta nella battaglia di Pavia del 1525. Sempre su questa piazza si affaccia il municipio.
Dopo qualche foto di rito ci spostiamo verso la cattedrale. È l’ora della funzione per cui non si può, giustamente, entrare. Qualche foto sul piazzale antistante il palazzo reale e poi via verso il Puente de Segovia passando per il Parque de Atenas dove stanno allestendo una specie di luna park.
La viabilità nei dintorni del ponte è tutta in rifacimento, cantieri a destra e sinistra.
Intanto è arrivata l’ora di cena, così andiamo a cercare un ristorantino, nei dintorni di Plaza Mayor che proponeva dei buoni prezzi. Ceniamo con una paella, non delle migliori, ma con un ottimo piatto di pesce come secondo.
Domenica 17 settembre 2006
Oggi è domenica, abbiamo stilato un programma di tutto rispetto. Dopo una veloce colazione in uno dei tanti locali che offrono questo servizio ci incamminiamo alla volta del El Rastro, dove, la domenica mattina, viene allestito il famosissimo mercato delle pulci. L’origine di questo mercato risale al medioevo.
Percorriamo tutta la Calle de Toledo per arrivare alla omonima Puerta (de Toledo). La Puerta de Toledo rappresenta uno degli ultimi due archi ancora presenti in Madrid. La sua costruzione fu voluta da Giuseppe Bonaparte nel 1813 doveva infatti commemorare l’ascesa al trono spagnolo del nuovo re dopo la disfatta di Madrid. Ma questo regno fu breve pertanto quanto la costruzione dell’arco fu terminata venne intitolato a Ferdinando VII.
Da qui ci intrufoliamo nelle vie della zona di El Rastro girovagando per i vari banchetti. Quasi per caso, girando tra le vie arriviamo sulla suggestiva Plaza de la Paja. Piazza che un tempo era il centro della Madrid medioevale. La merce esposta nel marcato spazia dagli oggetti di antiquariato, alle solite cose presenti nei mercatini, come bigiotteria e abbigliamento, fino a vere e proprie mercanzie tirate fuori da qualche soffitta o cantina.
Proseguiamo poi verso il centro de Arte Reina Sofia, museo dedicato all’arte del ‘900. Al suo interno espongono una bella collezione di quadri di Picasso tra cui il famoso Guernica, e altre opere di altri artisti tra i quali Mirò e Dalì.
Di domenica l’ingresso alla galleria, per i residenti della comunità europea (finalmente qualche vantaggio) è gratuito. L’edificio è modernissimo: vetrate, metallo. I quadri esposi sono particolari, nel senso che capirli e quindi apprezzarli non è semplice. Di noi forse quella che apprezza di più è Cristina, noi tre vaghiamo per le sale guardando queste opere ricordando certi scarabocchi fatti dai miei nipotini. Davanti al Guernica un folto numero di persone. Un cordone impedisce che la gente si avvicini troppo. Il Guernica è forse l’opera più famosa del XX secolo. Rappresenta la protesta contro la guerra civile dell’autore. Il quadro fu commissionato nel 1937 dal governo repubblicano spagnolo per una mostra parigina. Il dipinto venne poi esposto alla New York Gallery fino al 1981. Infatti Picasso aveva espressamente chiesto che l’opera non fosse esposta in Spagna fin tanto che non vi fosse stata ripristinata la democrazia.
Terminata la nostra visita al museo ci spostiamo verso il Paseo del Prado. Anche l’Estacion de Atocha è oggetto di ristrutturazione. Certo che hanno deciso di rimettere Madrid a nuovo proprio quando io ho deciso di venirci?
Una tappa di una corsa ciclistica blocca completamente Paseo del Prado. Fortunatamente riusciamo ad attraversare e a raggiungere il Parque del Retiro. Entriamo da un ingresso laterale, così si potrebbe dire, la puerta de Murillo e il parco pare poco frequentato. Troviamo un ufficio informazioni e ci facciamo dare una piantina dell’immenso parco. Veramente siamo alla ricerca di un posto per acquistare qualcosa per il pranzo. Nel ‘600 questo immenso parco era ad uso esclusivo dei reali, venne aperto al pubblico solo nel 1869.
Che il parco fosse poco frequentato è stata solo una sensazione, arrivati all’Estanque la sensazione è esattamente l’opposta. Sul lago navigano tantissime barchette, l’acqua non è un granchè limpida ma qualche paperotto nuota tranquillo e beato, contento lui! Ad un lato del lago si erge il monumento ad Alfonso XII. Ci comperiamo qualcosa da mangiare e ci sediamo sulle sponde del lago a goderci un po’ di riposo.
Riprendiamo il nostro cammino da Calle de Alcalà, davanti a noi la Puerta de Alcalà. Si tratta di un arco trionfale realizzato da Carlo III con l’intenzione di abbellire questa zona della città. Direi che l’intento è riuscito. Proseguiamo per la Plaza de La Cibeles anch’essa tutta transennata per la gara di ciclismo. Sarebbe una delle piazze più belle di Madrid ma in questo momento non ci è consentito verificarlo. Così con le voci e colori di questa gara ci dirigiamo verso il museo del Prado. Anche il museo del Prado è gratuito, sempre per i residenti nella UE, la domenica. Questo museo vanta la più grossa collezione al mondo di pittura spagnola. Ci sono capolavori di Velàszques e di Goya. Famosissima la "Maya desnuda" del Goya (1800 c.a.) per la quale fu accusato di oscenità. Sono esposti anche opere di autori fiamminghi, francesi, tedeschi ed italiani, quali Botticelli, Tintoretto e Caravaggio.
Usciti dal museo il paseo del Prado è sgombro dalle transenne. La gare di ciclismo e tutta la sua organizzazione è ormai solo più un ricordo. Dalla Fuente de Neptuno, leggermente intasata di auto, prendiamo la Carrera de San Jeronimo per arrivare nuovamente alla Puerta del Sol. La Fuente de Neptuno, va detto, è la solita fontana con la statua di Nettuno, sul solito carro trainato da due cavalli. Questa stada venne progettata nel 1987 e rientrava anch’essa nel progetto di abbellimento di questa zona di Madrid voluto da Carlo III.
Lunedì 18 settembre 2006
Questa mattina ci svegliano gli operai che iniziano i lavori di ristrutturazione. Cristina apre la finestra e si ritrova davanti, sull’impalcatura, un operaio. No no, state tranquilli, niente a vedere con quelli della pubblicità, tant’è che Cristina chiude immediatamente la finestra!
Fatta colazione in uno dei locali lungo la Gran Via percorriamo questa strada, che con i suoi austeri palazzi ben conservati, i suoi ristoranti, i suoi cinema, i teatri e il suo traffico mattutino conserva un fascino particolare. La Gran Via è l’arteria principale di Madrid. Nella metà dell’ottocento, la classe borghese madrilena volendo spostare i confini della cittadina, distrusse le abitazioni e quindi i quartieri più poveri della città per consentire l’ampliamento della cittadina borghese. Questa via venne progettata con l’intento di essere una grande via di comunicazione.
Arriviamo alla Plaza de Espana e proseguiamo per Calle Princesa. Passiamo davanti al privato Palacio de Lliria. Proseguiamo su questa strada e arriviamo all’arco de la Victoria. L’arco fu eretto nel 1956 per festeggiare la vittoria nazionalista durante la Guerra civile spagnola. Il generale Franco ogni volta che arrivava a Madrid da casa sua lo attraversava. Oh! La zona è un disastro, tutta un cantiere. L’arco non è avvicinabile, altro che passarci sotto! Tanto per cambiare sulla sommità dell’arco c’è una scultura con un carro trainato da due cavalli.
Per attraversare semplicemente la strada e andare fino al vicino museo de América dobbiamo fare un giro che ha dell’inverosimile. Fatto sta che finalmente arriviamo e scopriamo che il museo è chiuso. Chiusura settimanale. Veramente era scritto sulla guida ma ci era sfuggito. Il Museo de América ospita una bellissima collezione di oggetti legati alla colonizzazione spagnola delle Americhe, perché infatti Colombo, come si direbbe oggi, lo sponsor per il viaggio lo ha rimediato in Spagna!
Volevamo anche salire sul faro de Moncloa ma è temporaneamente chiuso. Non si capisce se temporaneamente o definitivamente. Forse i grandi lavori di ristrutturazione che stanno facendo, che coinvolgono anche la metropolinata, non consentono un accesso sicuro al faro, forse... Il Faro de Moncloa è una torre alta 92 metri inaugurata nel 1992 che offre ottime veduta della città e dei monti Guadarrama.
Lasciamo questa zona e prendiamo per il parque del Oeste. Tipico parco con giardini all’inglese, attraversiamo anche un bellissimo roseto. Sarà anche lunedì ma è peggio del deserto, non c’è anima viva. Arriviamo al temple de Debod da cui si gode anche di una bella vista sul palazzo reale, sulla cattedrale e voltandosi dall’altra parte sui monti Guadarrama. Il tempio è chiuso, oggi non è giornata. Questo tempio è un antico e autentico tempio Egizio del II secolo a.c. Come mai si trova qui e non a casa sua in Egitto? Perché il governo Egiziano, nel 1968 donò questo tempio alla Spagna come tributo per il lavoro operato dagli ingegneri spagnoli nel cercare di salvaguardare le opere d’arte dalle alluvioni della diga di Assuan. Giusto un pensierino niente di impegnativo!
Da qui ci spostiamo alla Plaza de España. Stamattina ne abbiamo visto la parte alta, verso la Gran Via, ora quella centrale, la più bella con l’obelisco in pietra risalente al 1928. Davanti all’obelisco la statua di Cervantes e davanti i sui personaggi, Don Chisciotte, chi non lo conosce! Che cavalca Ronzinante mentre il suo amico Sancho Panza lo segue con il suo asino. Fare una foto senza soggetti viventi è praticamente impossibile visto che il via vai di persone che posano davanti alle due statue è praticamente interminabile. Sullo sfondo della piazza si vede la Torre de Madrid, ben 33 piani. Visto che è ora di pranzo ci sediamo su una panchina e ci mangiamo i panini che ci siamo appena comperati.
Il programma del pomeriggio prevede la visita al Palazzo Reale (8 €). Il palazzo reale, si può di certo definire grandioso è posto su un alto promontorio che si affaccia sul Rio Manzanares. Nasce come fortezza reale, ma a seguito di un incendio avvenuto nel 1734, Filippo V decise di trasformalo in palazzo. Ovviamente i lavori durarono parecchio tant'è che non solo Filippo V non ebbe il piacere di vederlo terminato ma nemmeno il suo successore. La famigliare reale abitò in questo palazzo fino al 1931. Attualmente vivono in un palazzo più modesto, così si dice, fuori Madrid. Ma in questo palazzo sono ancora tenute le cerimonie di stato. Com’è che non sono venuti a riceverci?
La mia guida è piuttosto dettagliata nel descrivere le stanze per cui scegliamo di non fare la visita guidata ma di gironzolare per conto nostro. Le sale sono molto belle. Si visita la sala del trono che mantiene gli arredi originali dai tempi di Carlo III. No, non si può provare la seggiola, la sala da pranzo con un numero di coperti impressionante. Speriamo che abbiano una buona lavastoviglie! Oltre alle sale del palazzo sono visitabili la farmacia e l’armeria. La prima ricorda le farmacie e le erboristerie di altri tempi. La secondo espone armi e armature reali. Lo si può forse considerare il primo museo di Madrid in quanto, la sua apertura al pubblico, risale a quando Filippo I ereditò la collezione dal padre. Collezione un tantino ingombrante.
Terminata la visita al palazzo Reale ci spostiamo nella vicina Catedral de la Almudena. Maestosa! La sua costruzione iniziò nel 1879 e terminò nel 1993. Si può dire che i lavori non sono progrediti molto velocemente, ma c’è anche da dire che durante la Guerra civile si arrestarono del tutto.
La visita al museo de América ci alletta, non solo perché la guida lo cita come uno dei più bei musei della città ma perché ci interessa questo pezzo di storia. Così decidiamo di modificare leggermente il nostro programma in modo da poterci fare un salto domani mattina e spostiamo a oggi pomeriggio quanto avremmo fatto domani mattina. Visto che siamo nei paraggi, passiamo per la bella plaza Mayor. Roberta è affascinata da questa piazza e se non ci passa almeno una volta al giorno va in crisi di astinenza! Deviazione comunque, sempre piacevole.
Sempre a piedi ci spostiamo verso Plaza de Colon. È una piazza dedicata a Cristoforo Colombo, Colon in spagnolo.
Percorriamo la calle Alcalà. Traffico inteso e palazzi austeri e molto belli, tra cui il Banco de España, la banca centrale di Spagna, e il palazzo de Linares, sfarzoso palazzo di fine ottocento dove ha tutt’ora sede l’associazione che promuove la cultura latinoamericana (Casa de America). Possiamo finalmente vedere Plaza de La Cibales senza le transenne e da qui proseguire per la nostra meta. Effettivamente è una bella piazza, il suo contesto non è niente male e anche la fuente de Cibeles con il palacio de Linares sullo sfondo fa la sua figura. Tanto per fare un po’ di cultura il nome di questa fontana e quindi della piazza proviene dalla Dea greco-romana della natura che è infatti rappresentata al centro della fontana seduta sul suo carro trainata da due leoni. I cavalli erano troppo normali, lei preferiva i micetti! Su questa piazza, progettata alla fine del 700 si affacciano quattro importanti edifici e io gli dedico un bel servizio fotografico a tutti quanti. Finito il servizio fotografico proseguiamo il nostro cammino per il Paseo Recoletos. Passando davanti alla biblioteca Nacional e al museo di archeologia arriviamo ai Jardines del Descrubrimento. La piazza ed un monumento posto ai margini del giardino sono, come già detto, dedicati a Colombo. Veramente sono due i monumenti a Colombo, la classica guglia con in punta Colombo e una cosa più moderna in cemento al fondo del giardino.
Passiamo quello che rimane di questo pomeriggio a rilassarci su una panchina dei giardini, mentre Roberto gironzola per il giardino in cerca di qualche inquadratura per qualche foto particolare, è attratto da questo monumento moderno. Il giardino è tranquillo, qualche passante e qualche ragazzino con lo skate-board.
Verso sera riprendiamo la vie del centro. Ceniamo in un locale di una catena che offre quelle formule forfettarie, dove paghi un tot e mangi, a buffet, tutto quello che vuoi (FresCo 9,70 €). Concludiamo la cena con dell’ottimo gelato allo yogurt. Cristina, pensando che il distributore di gelato sia programmato per fornire la giusta quantità, mette la sua coppetta sotto l’erogatore e preme il pulsante. Ha subito potuto verificare che l’erogatore fornisce gelato fin tanto che uno non ri-preme il pulsante. Così se ne torna al tavolo con una coppetta sommersa nel gelato. Poco male, l’aiutiamo con molto piacere a finire la sua coppetta, formato famiglia molto numerosa, di gelato.
Visto che è l’ultima sera Roberta vuole tornare alla Plaza Mayor. C’è molta gente e molta vita. Va detto che Madrid di sera si anima di gente e di vita. Ci sediamo su una panchina e rimaniamo a chiacchierare per il resto della serata.
Martedì 19 settembre 2006
È così è arrivato l’ultimo giorno. Prepariamo le nostre valigie e lasciamo l’hostal. Visto che il tempo stringe e io ho il volo alle 15.45 per tornare a casa, decidiamo di prendere la metropolitana Contiamo in tutto quanti biglietti ci occorrono e compriamo anche un carnet da 10. Un biglietto singolo costa 1 €.
La nostra prima destinazione è il museo de América. Saliamo sul metrò per scoprire che un tratto della metropolitana è chiuso per lavori (ancora!). Guarda caso il tratto che serviva a noi. Così modifichiamo il percorso. Faremo un giro un po’ più lungo ma non ci possiamo fare nulla. Scendiamo ad una fermata nella zona dell’Università. Un via vai di studenti di conferma che i corsi sono ripresi. Non sappiamo bene in che direzione sia il museo perché la nostra cartina non arriva fino a questa zona. Decidiamo quindi di chiedere. Io e Roberta vediamo un signore distinto e decidiamo che questo sicuramente conosce il museo. Roberto ha provato con una ragazza, ma non sapeva nemmeno di che museo stessimo parlando. Fermiamo questo signore e gli chiediamo del museo. In perfetto inglese ci risponde che non è di Madrid e non conosce il posto. Miiiiii ma proprio tutti capitano a noi. Finalmente troviamo qualcuno che sa dove si trova questo museo. Non è molto convinto ma ci fidiamo lo stesso.
Il museo (3 €) è molto interessante. C’è poca gente per cui giriamo in tutta tranquillità. La collezione è disposta su due piani. Il museo è stato fondato nel 1941. Ci sono oggetti d’arte, d’uso comune e religiosi. C’è anche la ricostruzione di un tenda indiana e di una capanna proveniente dalla foresta pluviale.
Finita la visita al museo torniamo a prendere la metropolitana e ci spostiamo nella zona nuova dei grattacieli: Azca, definita dalle guide una Manhattan in miniatura… ohhhhh. Ci sono due ragioni per cui andiamo in questa zona, uno perché vogliamo vedere questi grattacieli e due perché Roberto vuole andare in pellegrinaggio allo stadio Santiago Bernabeu. Il suo attaccamento allo stadio non è dovuto al fatto che sia la sede di gioco del Real Madrid ma alla famosa finale del campionato mondiale del 1982.
Usciamo dal metrò nell’affollata Plaza de Castilla. Sopra le nostre teste una delle due torri gemelle della Puerta de Europa. Sono stranissime, è infatti la versione moderna, molto moderna, di un arco trionfale. Sono alte la bellezza di 26 piani, realizzate in vetro e metallo furono terminate nel 1996. Toh, hanno compiuto 10 anni! La guida riporta che sono sopravvissute ad uno scandalo finanziario. Ci consola sapere che certe cose non accadono solo da noi!
Ci fermiamo a pranzare in uno dei tanti locali disseminati in questa zona. Il via vai è impressionante, tutti questi grattacieli ospitano gli uffici di grandi società, ma leggiamo anche sulla guida che al loro interno ci sono appartamenti, hotel, ristoranti, bar e cinema. Intanto un incendio in un vicino palazzo attira l’attenzione di molti passanti. Il fumo è molto denso e in poco tempo le vie sembrano avvolte dalla nebbia. I bomberos (o pompieri), fa quasi ridere, accorrono veloci. In poco tempo tutto e sotto controllo e l’aria torna respirabile.
Il tempo inizia a stringere così ci incamminiamo lungo calle de la Castellana. Arrivati davanti allo Stadio Santiago Bernabeu lasciamo che Roberto immortali questo tempio del calcio, mentre noi donnine non tiriamo nemmeno fuori la macchina fotografica, cose da uomini!
Impressionanti le vicine Torri dell’Europa e di Picasso. Un po’ fuori luogo la Plaza Picasso con questa strana struttura disposta su tre livelli con giardini, alberi e panchine in mezzo ai grattacieli! La Torre d’Europa sita in Plaza de Lima fu terminata nel 1982 e come se non bastassero i piani che spuntano dalla terra conta anche tre piani sotterranei. La Torre di Picasso invece fu ultimata nel 1989 dal medesimo architetto che progetto le Torri Gemelle del World Trade Center di New York. Un tantino fissato per le torri sto Minoru Yamasaki. Con i suoi 46 piani è l’edificio più alto di Madrid. Esteticamente preferisco la Torre d’Europa, questa è tutta rivestita in allumino, mi piace meno.
E arriviamo così alla fermata della metropolitana che ci porterà nuovamente in aeroporto.
Davanti al terminal delle partenze saluto i miei amici, loro proseguono per Valencia per qualche giorno di mare, io devo tornare in ufficio, non è proprio la stessa cosa.
Il volo di ritorno è stato perfetto. L’aereo non è caduto in pezzi e il pilota non ha studiato da Cepu. Arrivo così a Torino in perfetto orario, mentre il mio maritino che mi deve venire a prendere e rimasto bloccato in tangenziale.
Madrid è stata una bella scoperta. All’inizio sono rimasta un po’ delusa, forse per via dei cantieri, ma poi il suo calore, la sua gente, le sue strade mi hanno catturata. È una bella città, un peccato non andarci.
Guide utilizzate: Madrid – City Book “Corriere della Sera” – vol. 8
Madrid Top 10 – Geo Mondatori – n.ro 16
gjeai gquhvmykn pdgh ecokst lavbkren ikep gzps
ciao!! ho deciso di andare a Madrid a febbraio e intendo soggiornarvi, come te, 4 giorni. il tuo diario è stato interessante e mi ha fornito delle dritte notevoli per organizzare il mio. sono un po' preoccupata, però, per la spesa relativa ai pranzi e alle cene...è facile trovare locali, di non tante pretese, a prezzi accessibili? ( intorno ai 10-15 euro a pax) grazie dell'aiuto!!