Un viaggio intenso di tre settimane per ammirare le mille facce del Continente Nero
Esplorando l’Africa del Sud
Quattro Stati, un'infinità di paesaggi differenti: in comune, l'Africa che rimane nel cuore!
E’ la prima volta che scrivo un resoconto su un mio viaggio. So che non sarà facile, perché innanzitutto più che un viaggio è stata un’avventura unica, un’esperienza incredibile che mi rimarrà dentro tutta la vita. Raccontare certe emozioni, descrivere i colori e i profumi dell’Africa, credo che sia una cosa molto personale che ognuno vive a suo modo. Proverò a farlo inserendo molte foto, sperando che riescano almeno in parte a rendere un’idea di ciò che ho vissuto.
Il percorso ha visto coinvolti i seguenti stati: Sud Africa, Namibia, Botswana e Zimbabwe.
Partenza il 3 Agosto 2007 e ritorno a casa (a malincuore) il 26 dello stesso mese.
Tutti i voli li ho effettuati con la British Airways. All’andata sono partito da Napoli, ho fatto scalo a London Gatwick, ho cambiato aeroporto e sono ripartito da Heathrow alla volta di Cape Town. Per il ritorno sono partito da Victoria Falls, scalo a Johannesburg, arrivo a London Heathrow, nuovo cambio di aeroporto e ritorno a Napoli.
Questo tour è stato organizzato da Overland Africa, e, per la prima volta, ho deciso di partire da solo, tanto la compagnia l’avrei trovata lì. Eravamo 23 “viaggiatori” più la guida-cuoco (una ragazza sudafricana) e l’autista dello Zimbabwe.
Il gruppo dei 23 era così composto: oltre a me c’erano altri due italiani (una coppia della Val di Susa), 2 belgi, 2 inglesi, 2 coreani, 1 giapponese, 2 tedeschi, 5 olandesi e 6 spagnoli. L’età media era sui 30 anni. Tutta gente abituata a viaggiare e con una certa cultura di base. Ovviamente la lingua ufficiale era l’inglese, ma al termine del viaggio ho migliorato il mio spagnolo, mastico un po’ di olandese e ho imparato i primi rudimenti del giapponese.
Con loro mi sono trovato benissimo, oltre all’esperienza fantastica che abbiamo vissuto, posso dire che non ci siamo mai annoiati.
Una raccomandazione: se decidete di fare campeggio, procuratevi un sacco a pelo che garantisca almeno il comfort a 0°C, perché la notte fa veramente freddo.CAPE TOWN
Tutto è incominciato da qui. Sono arrivato un giorno prima dell’inizio del tour per poterla visitare almeno per una giornata intera, ma anche per evitare inconvenienti vari, tipo ritardi degli aerei, smarrimento bagagli, ecc. ecc.
Tra le grandi città del Sud Africa probabilmente è la più tranquilla e la più turistica. Purtroppo in un solo giorno non l’ho potuta visitare tutta, così come mi sarebbe piaciuto andare sull’isola di Robben Island, famosa perché è stata la prigione per anni di Nelson Mandela. Mi sono dovuto accontentare di ammirarla da Signal Hill, ovvero il punto di osservazione dall’alto di Cape Town, facilmente raggiungibile con bus, macchina e taxi. Da qui si ha anche una vista spettacolare sulla Table Mountain, simbolo di Cape Town, e una bella panoramica di tutta la città, baia compresa.
Se volete fare shopping, mangiare un ristorante tipico o un fast food, dirigetevi al V&A Waterfront. Qui c’è un enorme centro commerciale ed è pieno di bar e ristoranti.
CEDERBERG MOUNTAIN REGION
La prima parte del viaggio ci ha visto attraversare la Cederberg Mountain Region, famosa per la coltivazione del Rooibos Tea. Continuando verso nord ci siamo accampati sulle sponde dell’Orange River che delimita i confini tra Sud Africa e Namibia, in piena regione del Namaqualand. L’Orange River deve il suo nome alla famiglia Reale Olandese (Oranje), essendo stato il Sud Africa a lungo sotto il dominio dei Boeri. Oggi il fiume è noto con il nome di Gariep River, è lungo circa 1200 km e viene utilizzato principalmente per l’irrigazione dei campi. Termina la sua corsa nell’oceano a Oranjemund.
Il fiume è molto calmo e si presta bene per fare una tranquilla escursione in canoa.
FISH RIVER CANYON
Prima di attraversare la frontiera della Namibia ci siamo diretti al Fish River Canyon, il più antico canyon del mondo e il secondo più largo. Il fiume che lo attraversa, il Fish River è il più lungo fiume della Namibia e misura 650 km, mentre il canyon è lungo 161 km e profondo 550 m e va da Seeheim a Ai-Ais.
Le pietre sul fondo del canyon hanno 2600 milioni di anni.
Qua abbiamo assistito al primo dei tanti tramonti africani, ma nessuno era uguale all’altro, è sempre stata un’emozione nuova.
NAMIB DESERT - NAUKLUFT NATIONAL PARK
Una volta sbrigate le pratiche burocratiche alla frontiera, siamo entrati in Namibia. Il paesaggio cambia immediatamente, diventando sempre più desolato e desertico. Le verdi vallate del Cederberg diventano un lontano ricordo. Da adesso convivremo con la sabbia e la polvere. L’Africa non è per i fighetti, bisogna sapersi adattare, gli abiti devono essere comodi e pratici e, soprattutto, mettete in conto che saranno sempre impolverati.
La prima tappa è stata una tranquilla passeggiata nel piccolo Sesriem Canyon. La sera abbiamo campeggiato alle porte del deserto del Namib, il deserto più antico del mondo. Si estende per oltre 2000 km lungo la costa, dall’Olifant’s River fino a San Nicolau nel sud dell’Angola.
Le dune del deserto sono lineari, parallele al mare e il loro caratteristico colore rosso è dovuto agli ossidi di ferro che con il passare dei secoli assumono questa colorazione. La presenza così massiccia di questi ossidi fa impazzire le bussole, e per questo motivo nel corso della storia tante navi si sono arenate lungo le coste della Namibia.
Per poter esplorare il deserto, bisogna svegliarsi prima dell’alba ed approfittare delle temperatura fredde della mattina. Non è pensabile restare nel deserto oltre mezzogiorno. Già verso le 10 di mattina la temperatura supera i 40°C. E siamo in inverno!
Ci sono anche altri ottimi motivi per essere ai piedi della celeberrima Duna 45 alle prime luci dell’alba. Osservare il sole che nasce sul deserto, vederlo venir su lentamente, ammirare i continui cambiamenti di colore del deserto è qualcosa che non ha eguali.
Per salire di buon mattina sulla Duna 45 bisogna coprirsi per bene, perché se è vero che poi la temperatura supererà i 40°C, la mattina presto fa molto freddo e sopra le dune tira un freddo tagliente.
La discesa dalla Duna 45 è altrettanto divertente quanto la salita. Potete scegliere se correre lungo la duna o rotolarvi come nella neve. A voi la scelta.
Per addentrarsi nel deserto è bene prendere una guida esperta. La nostra si chiamava Boesman e a piedi nudi (!) ci ha accompagnato tra le dune, spiegandoci i vari misteri del deserto, la storia dei boscimani (da bush man, ovvero uomo cespuglio, perché quando cacciano i boscimani si nascondono dietro ai cespugli per scoccare le loro frecce) e illustrandoci tutti i segni e le impronte degli animali che vivono nel deserto.
SWAKOPMUND E WALVIS BAY
Lasciate le alte dune del Namib-Naukluft, superando il Tropico del Capricorno e attraversando la desolata Moon Landscape si arriva a Walvis Bay, ottimo punto di osservazione per i fenicotteri. Il loro particolare colore rosa è dovuto ai gamberetti dei quali si nutrono, che liberando un pigmento colorato, colorano le piume dei fenicotteri di rosa.
Walvis Bay è poco distante da Swakopmund e per raggiungerla si percorrere una strada che taglia dritto il deserto. Vista dall’alto è molto spettacolare.
Qua abbiamo finalmente dormito in albergo, cosa che si verificherà di nuovo solamente nell’ultima tappa del viaggio. Swakopmund è la seconda città della Namibia ed è un ottimo centro turistico, molto ben organizzato. Sono presenti numerosi alberghi, ostelli, campeggi, Bed & Breakfast e ristoranti. La sera siamo infatti andati a mangiare al ristorante Cape to Cairo, dove è possibile degustare i piatti tipici dell’Africa a prezzi veramente modici.
Vi consiglio di rimanere qualche giorno a Swakopmund perchè è si può partecipare a numerose attività: quadbiking, sandboarding, sky diving, scenic flights (sia in aereo che in mongolfiera), fishing, giro sul catamarano, ecc.
Swakopmund è molto particolare, vi sembrerà di essere in un paesino della Germania, questo perché i tedeschi volendo espandere la loro colonia nell’Africa Sud Occidentale avevano bisogno di un porto e costruirono un forte militare nel 1892, successivamente un porto artificiale, mentre la costruzione della ferrovia incominciò nel 1895. Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania perse questi territori e il porto diventò Walvis Bay.
SPITZKOPPE
Lasciamo tutte le comodità della vita moderna e ci dirigiamo nella misteriosa Spitzkoppe, il luogo sacro dei San. Con una guida locale abbiamo esplorato i territori dei boscimani e ammirato le incisioni rupestri dei San che risalgono a più di 30000 anni fa.
HIMBA TRIBES
Dirigendoci ancora più a nord, nel Kamanjab, nei pressi della città di Outjo, abbiamo incontrato la tribù degli Himba. Questa probabilmente è stata una delle cose più toccanti ed emozionanti del viaggio. Venire a contatto con persone che hanno uno stile di vita completamente diverso dal nostro, sentirsi osservato perché la mia pelle è di colore, io bianco tra i neri, vedersi attorniato dai bambini che ti toccano i capelli, così diversi dai loro, ti osservano gli occhi azzurri cercando di capire se è un riflesso particolare o se sono proprio di quel colore, ti passano le dita sui peli del braccio perché loro non hanno peli, è qualcosa che non ha prezzo.
Gli Himba vivono in questo modo da migliaia di anni, conducono una vita fatta di pastorizia e caccia mentre le donne si occupano di mandare avanti il villaggio. La principale particolarità delle donne Himba è il colore della loro pelle, un colore rosso mattone dovuto alla pasta di ocra che si spalmano sulla pelle e sui capelli. Dedicano tre ore ogni mattina alla cura del loro corpo, non usano l’acqua per lavarsi, bensì dei vapori derivanti da un legno particolare mescolato ad un’essenza profumata e ognuna di loro ne ha una sua propria.
Sono di una bellezza straordinaria e di una cordialità fuori dal comune, sorridono sempre e i bambini non ti lasciano un secondo perché vogliono continuamente giocare. Credo che sarà impossibile dimenticare i loro visi.
Gli Himba non usano medicine, non hanno un dente fuori posto, la loro pelle è liscia e levigata e hanno una vita media superiore ai 70 anni. Vuoi vedere che tutte le medicine che prendiamo non è che facciano così bene?
ETOSHA NATIONAL PARK
Nel 1851 gli esploratori Sir Francis Galton e Charles Anderson furono i primi europei a visitare la grande distesa nota come Etosha (la parte bianca dei miraggi), che si estende su un’area di 22.270 kmq.
50 anni dopo il governo tedesco costruì un forte sul confine ad est dell’Etosha, a Namutoni. Nel 1904 i Wambo attaccarono questo forte. I 7 poliziotti tedeschi che stazionavano di guardia dopo 7 ore di combattimento esaurirono le munizioni, ma riuscirono a scappare e ad avvisare i coloni tedeschi. Con l’esercito riunito i tedeschi sconfissero i guerrieri Wambo e rioccuparono il forte, che fu rinforzato e chiamato ‘Beau Geste’.
Nel 1907 il governo tedesco proclamò l’Etosha una riserva naturale, ma solo nel 1952 furono costruite le prime strutture turistiche e le prime strade.
Quest’anno si festeggiano i primi 100 anni di vita dell’Etosha National Park.
E’ uno dei parchi naturali più famosi dell’Africa ed è possibile osservare tantissimi animali nel loro habitat naturale.
Ricordatevi che l’Africa non è adatta ai “fenomeni”, per fare il safari si deve assolutamente sempre rimanere a bordo del veicolo. Non è minimamente pensabile di scendere, perché leoni, leopardi e rinoceronti sono sempre pronti ad attaccare, anche quando meno ve l’aspettate.
Nel parco sono presenti 3 campeggi, noi abbiamo alloggiato in tutti e tre, ma il più bello è senza ombra di dubbio Okaukuejo, ovvero quello più a sud. A parte la presenza di una piscina degna di questo nome (troverete scritto nelle brochure dei vari campeggi e alberghi che sono dotati di piscina, ma in realtà è poco più di una piccola pozza d’acqua), ha le migliori strutture ricettive dei 3. Ma il vero spettacolo di Okaukeujo va in scena al tramonto, quando si prende posto su comode panchine dietro un muro di pietra e si osservano e ammirano gli animali che vengono ad abbeverarsi in una pozza d’acqua distante poche decine di metri dal campeggio. La pozza è illuminata e si potranno fare delle foto meravigliose. Il tutto va fatto nel più assoluto silenzio perché qua sono gli uomini ad essere ospiti, l’Etosha appartiene agli animali.
RUNDU
Dopo 3 giorni di safari, abbiamo girato l’Etosha in lungo e in largo, ci siamo diretti a Rundu sulle rive del fiume Kavango, il quale segna il confine con l’Angola. Lo stesso fiume in Botswana prende il nome di Okavango, mentre ha il nome di Cubango in Angola .
Rundu è un centro rurale e una delle zone più povere della Namibia. Le abitazioni sono principalmente capanne fatte di paglia, legno e fango, ma la dignità degli abitanti di questi villaggi supera ogni immaginazione. E’ un po’ la caratteristica degli africani del sud, sono sempre cordialissimi, ti salutano sempre e quando ti incontrano in strada ti chiedono se va tutto bene e se hai bisogno di qualcosa. Credo che noi occidentali dovremmo prenderli ad esempio e ricordarci che questa è la vera civiltà!
Nei pressi del villaggio di Ovambo siamo andati alla Mayana Primary School, dove abbiamo trascorso parte della giornata con gli alunni di questa scuola elementare. L’allegria di questi bambini è contagiosa, il sorriso sui loro visi è una costante.
I safari saranno belli ed emozionanti, ma ciò che porterò sempre con me sono le emozioni regalatemi da questi bambini.
BOTSWANA - OKAVANGO DELTA
3 giorni immersi nella natura! Campeggio in aperta savana, escursione a piedi tra gli animali, navigazione nel delta sulle mokoros (le canoe locali) con i coccodrilli che ti nuotano di fianco mentre gli ippopotami fanno il bagno.
Penso che basterebbe questo per rendere l’idea dei nostri giorni nel delta dell’Okavango. Totalmente a contatto con la natura, ad ammirare stupendi paesaggi e tramonti rosso fuoco.
Certo, dormire con gli elefanti che passeggiano a pochi metri dalla tua tenda non è proprio il massimo del riposo tranquillo.
NAMIBIA - CAPRIVI NATIONAL PARK E BOTSWANA - CHOBE NATIONAL PARK
Costeggiando lo Zambesi River abbiamo attraversato il Caprivi National Park e fotografato tante tra le 450 specie di animali in esso presenti.
Presso la città di Kesane abbiamo attraversato nuovamente il confine con il Botswana e siamo entrati nel Chobe National Park che, coprendo un’area di 11000 km2, si estende lungo il Chobe River ed è la patria degli elefanti. Ne sono presenti circa 55000.
Questi due parchi sono entrambi ottimi per completare i vostri safari.
ZIMBABWE - VICTORIA FALLS
Ultima tappa del viaggio, ma forse la più spettacolare. Se potete, restate qualche giorno in più presso Victoria Falls, perché ci sono varie attività che vi possono regalare ancora tante emozioni. Si può fare bungee jump, rafting lungo le rapide del White River, escursione a bordo degli elefanti, visitare il centro per lo svezzamento di piccoli leoni, crociera al tramonto e salire a bordo di un piccolo Cessna per sorvolare le cascate Vittoria. Anche il mercatino di Victoria Falls merita attenzione. Se questa è la vostra ultima tappa del viaggio, evitate di comprare prima i vari oggetti tipici dell’Africa, perché qua ne troverete per tutti i gusti e di tutti i tipi a prezzi veramente molto bassi.
Note ai nativi con il nome di Thunder of smoke, le Victoria Falls furono scoperte (per gli europei) da David Livingstone, a cui diede il nome dell’allora regina d’Inghilterra, misurano 1708 metri e hanno un flusso di circa 700.00 metri cubici di acqua per minuto. Si sono create per la frattura della terra dovuta a un terremoto avvenuto più di mezzo milione di anni fa, che ha spaccato la terra in un profondo zigzag lungo più di 100 km e nel quale il fiume ha continuato l’opera di erosione.
La visita a piedi delle cascate richiede più di due ore, durante le quali si passeggia in compagnia di numerosi babbuini che però sono totalmente innocui. Il rumore è assordante, ma i numerosi arcobaleni presenti renderanno la vostra passeggiata indimenticabile.
C'è scritto Zimbawe perchè la redazione ha deciso di catalogarle così, ma nel titolo della foto c'è il luogo dove sono state scattate. Scusata pienamente per l'osservazione :-)
Ciao! Ho guardato le foto che hai fatto nell'Africa del sud...ti chiedo anticipatamente scusa ma sulle foto che hai fatto in Namibia c'è scritto che sono state scattate in Zimbawe..per non confondere altri lettori che magari non conoscono bene i luoghi citati, se fosse possibili correggere...Comunque in Namibia ci sono stata anch'io ed è bellissima!Scusa ancora per l'osservazione..