Aprile a Budapest

Breve e intenso soggiorno nella capitale magiara

Consigli utili
A differenza di altre vacanze, per la visita di Budapest, come di tante altre città europee, non è indispensabile acquistare una guida, tantomeno dettagliata.
Per due motivi principalmente: è molto facile girare e non si corrono particolari pericoli, a patto chiaramente di non andarseli a cercare. Inoltre, esistono molte mini guide e opuscoli, reperibili gratuitamente nei tourist information office, che danno informazioni a sufficienza per scoprire i posti più belli ed evitare di sprecare tempo e denaro.
Questo consiglio chiaramente non vale per tutti coloro che amano approfondire la storia e la cultura di un luogo, o che non si fidano del proprio fiuto per la scelta di un locale dove mangiare.
Dal punto di vista economico, l'Ungheria (come ormai pochi altri posti) per gli italiani è ancora abbordabile. La nostra vacanza, durata 5 giorni e mezzo, è costata poco più di 400 euro. Il volo e il pernotto con colazione lo abbiamo prenotato su Internet, su uno degli ormai numerosi siti di voli low-cost, spendendo circa 280 euro ciascuno. La rimanente spesa è stata per mangiare e divertirsi. Va però sottolineato che non siamo amanti dei musei, che quindi non abbiamo visitato, e che il pranzo si riduceva ad un panino o massimo al fast-food; la cena era invece intoccabile.
Per quanto riguarda gli acquisti, non abbiamo comprato nulla di particolare, non essendo amanti di merletti e ceramica. Non abbiamo però lesinato nel divertimento, tra cui le mitiche terme ungheresi, la seggiovia panoramica, uno spettacolo etnico ed un concerto folkloristico.

Il cambio euro-fiorino
L'Ungheria dovrebbe entrare nella UE nel 2011. Fino ad allora la moneta corrente sarà il fiorino. Al momento del nostro soggiorno (aprile 2006), 1 euro valeva circa 260 fiorini. Il consiglio è di cambiare all'aeroporto solamente pochi euro, quanto basta per i primi spostamenti e per qualcosa da mangiare... In città ci sono molti uffici di cambio, normalmente allineati tra loro. Se pagate direttamente in euro fate attenzione, il cambio non è applicato con precisione e potreste rimetterci qualcosina.

Budapest Card: cosa è, ma soprattutto, conviene acquistarla?
La Budapest Card è una tessera con la quale si possono utilizzare tutti i mezzi pubblici e che offre riduzioni sulle visite di musei ed attrazioni, nonché su ristoranti e tour turistici. Il costo è di 26 euro per 3 giorni, ma si può fare anche per 2 al costo di 14 euro. L'utilità principale è quella di evitare di acquistare continuamente biglietti, ciascuno dei quali (single ticket) ha un costo di 185 fiorini, circa 0.75 euro.
Premetto che i mezzi pubblici sono efficienti e puliti. Noi abbiamo scelto di non fare la Budapest Card in quanto camminare non ci spaventa, non avevamo intenzione di visitare musei e non volevamo essere condizionati dal dover mangiare nei posti convenzionati per ammortizzare a tutti i costi la tessera. Per chi la pensa come noi, possiamo consigliare di acquistare i biglietti in pacchetti da 10, in quanto in questo modo ogni biglietto costa 166 fiorini anziché 185.

Come arrivare in città dall'aeroporto
Arrivare in città dall'aeroporto è piuttosto facile. Molte persone consigliano di utilizzare i pulmini che partono periodicamente dall'aeroporto (Airport Minibus), i quali sono effettivamente comodi e abbastanza economici (3900 fiorini, circa 16 euro, andata e ritorno, incluso il viaggio A/R per l'hotel).
Noi abbiamo preferito risparmiare anche su questo e ci siamo trovati benissimo. Ecco come: abbiamo preso l'autobus numero 200 proprio davanti all'uscita dal terminal dell'aeroporto (parte ogni 15 minuti) e dopo circa mezz'ora siamo arrivati fino a Kobanya-Kispest (capolinea). Da qui parte la linea di metro M3 (blu) con cui arrivate al centro. Il costo del tragitto è di due single ticket a persona (185 fiorini se acquistati dall'emettitrice automatica fuori dal terminal, 210 se fatti sull'autobus).
Il taxi è il mezzo meno conveniente dal punto di vista economico: a seconda della distanza, può costare tra i 5000 ed i 6000 fiorini (22-23 euro).
Attenzione: l'aeroporto di Budapest Ferihegy ha due terminal, il numero 1 è quello per i voli nazionali, il 2 per i voli internazionali.

Fumo
In Ungheria il fumo nei locali pubblici non è soggetto a limitazioni. I fumatori accaniti potranno quindi tornare per un po’ al passato, godendosi una bella sigaretta al tavolino del ristorante.

Da non perdere
LA VACANZA (26-30 aprile 2006)
La nostra visita di Budapest è durata poco più di 5 giorni, dal 25 al 30 aprile 2006, più che sufficienti per vedere le attrazioni più importanti e anche qualcosa di più.

25 aprile
Siamo partiti da Fiumicino alle 10.00 e siamo arrivati a destinazione alle 11.40. L'autobus 200 ci ha portati dall'aeroporto al capolinea della metro M3 (fermata Repter), che abbiamo utilizzato per arrivare fino a Pest (fermata Ferenciek Ter). Da lì, con il bus 112 abbiamo attraversato il ponte Elisabetta per entrare a Buda e siamo arrivati a pochi passi dall'hotel, il Bara Junior (2 stelle decorose, Heygyalja 34-36).
Erano le 13 ed eravamo stanchi, ma la voglia di scoprire la città ci ha fatto trovare nuove energie. E così, spinti da un entusiasmo che avremmo poi rimpianto, ci siamo incamminati a piedi verso il centro città.
Circa 2 km e siamo arrivati in riva al mitico Danubio all'altezza del ponte Elisabetta. Sempre a piedi, e rimanendo dalla parte di Buda, ci siamo incamminati a sinistra verso il ponte successivo. Passando sotto al Castello, che troneggia nella parte alta di Buda, abbiamo puntato decisamente verso il Ponte delle Catene. Risale al 1849 ed è stato il primo ponte fisso a collegare Buda con Pest. Lo abbiamo attraversato e siamo giunti a Pest. Siamo rimasti affascinati dall'architettura del ponte e ci abbiamo fatto una sosta per osservare il fiume sottostante, che a prima vista, a parte le maggiori dimensioni, ricorda il nostro Tevere.
Pest è la parte della città dove i turisti trovano modo di godere dell'atmosfera moderna della capitale. Ovunque si notano palazzi in costruzione e giardini rigogliosi nati recentemente.
Stanchi come eravamo, abbiamo semplicemente cercato di dare un'occhiata veloce a ciò che ci balzava agli occhi, ma soprattutto un posto dove mangiare qualcosa. Siamo incappati in un posto carino dove abbiamo mangiato un buon piatto di carne. Al momento del pagamento siamo rimasti piuttosto basiti, perché il cameriere si è auto devoluto una mancia, oltretutto piuttosto cospicua rispetto al totale.
Siamo tornati in hotel alle 18.00, stanchi morti ma anche soddisfatti del nostro primo tour improvvisato e pronti a scegliere cosa vedere il giorno successivo.

26 aprile
Ci siamo alzati alle 8.00 e siamo scesi per la colazione. Di cose da mangiare ce ne erano per tutti i gusti. Noi, da bravi italiani, abbiamo puntato dritto sui prodotti da forno.
Una tazza di yogurt con cereali, caffè e latte hanno completato la scelta. Eravamo circondati da turisti, tedeschi, ungheresi, slavi, che avrebbero benissimo potuto essere a pranzo. Salsicce, uova strapazzate, cetrioli, formaggio e salumi abbondavano nei loro piatti. Proprio da queste caratteristiche abbiamo riconosciuto gli italiani presenti, evitando accuratamente di attaccare bottone per immergerci completamente nell'atmosfera del viaggio.
Dopo esserci sfamati a dovere siamo usciti velocemente, con meta le colline di Buda. Dall'hotel abbiamo preso il tram 61 fino a Moszkva ter (Piazza Mosca) e poi l'autobus 158 diretto a Zugliget. Una volta scesi (capolinea), in pochi minuti siamo arrivati alla partenza della seggiovia (libego). Non si tratta di un posto molto turistico, perlomeno non in questa stagione. Probabilmente in estate si popola di gitanti che arrivano dalla città e dai dintorni.
Abbiamo fatto il biglietto sola salita (500 fiorini), lasciando aperta la possibilità di tornare a piedi. Una ventina di minuti in mezzo ad una boscaglia rigogliosa e siamo arrivati a destinazione sulla cima del monte S.Giovanni (Janos hegyi - 529 metri). E' un posto ancora poco valorizzato, l'unico spaccio vendeva solo gelati e patatine e non erano presenti ristoranti o strutture organizzate. La cosa non era comunque fastidiosa, vorrà dire che ancora per qualche anno i turisti rimarranno alla larga.
Una volta scesi dalla seggiovia (è possibile arrivare alle colline anche con l'auto, ma è sicuramente meno suggestivo) ci siamo incamminati verso la fortezza (Erzsebét kilatò).
Abbiamo preferito percorrere un sentiero piuttosto ripido in mezzo al bosco piuttosto che seguire una strada asfaltata. Dopo una passeggiata di un quarto d'ora siamo giunti alla meta e ne abbiamo approfittato per rilassarci su una panchina e scattare qualche foto. La fortezza era accessibile gratuitamente e dalla cima, in assenza di foschia, si godeva di una vista panoramica a 360 gradi sulla città.
Siamo scesi verso la seggiovia percorrendo questa volta la strada asfaltata e, dopo qualche minuto di relax, abbiamo iniziato una bella passeggiata nei boschi di Normafa. I sentieri erano segnati ma dopo un po’, in assenza di mappe guidate, si rischia di perdere l'orientamento e fare molta strada senza una meta precisa. Il consiglio è quindi quello di rimediare una guida, cosa che noi non avevamo fatto...
Pare che questi boschi siano un vero paradiso per chi è appassionato di birdwatching, in quanto da queste parti nidificano moltissime specie di picchi. Circondati dal silenzio e dalla natura, è anche possibile fermarsi a fare picnic in aree attrezzate con tavoli e panche di legno.
Dopo aver girovagato parecchio, siamo sbucati in una zona piuttosto sperduta e abbiamo dovuto chiedere informazioni per riuscire a tornare su un sentiero che conducesse da qualche parte. In questo modo abbiamo però avuto la fortuna di arrivare in una sorta di quartiere residenziale dove sorge anche una chiesetta (S.Anna mi sembra) e nel quale abbiamo potuto ammirare alcune belle ville immerse nel verde. Molto stanchi, siamo finalmente riusciti a prendere un mezzo di trasporto (autobus 22) per tornare a Moszkva ter, da cui di nuovo in città. Giunti a Pest, ci siamo accontentati di mangiare qualcosa in un fast food locale (catena Update); erano ormai arrivare le 15.00, stanchezza e fame bussavano con insistenza.
Alle 16.30 eravamo finalmente in hotel. Un'ora di riposo e poi di nuovo verso il lungo Danubio. Il castello di Buda (Budai var) ha attratto la nostra attenzione e ci siamo incamminati verso la collina su cui sorge. Qualche foto, una passeggiata in mezzo ad un bel parco, ed eccoci nel cortile del castello.
Avevamo sentito parlare molto del distretto del castello; ci siamo addentrati all'interno di ciò che sembrava essere un ministero dimenticato. Abbiamo continuato ad esplorare finché la nostra attenzione viene attratta da alcuni turisti che passeggiano su una sorta di passerella che si trovava sopra di noi. Dopo aver valutato il modo migliore per raggiungere quella posizione, abbiamo chiesto a 2 ragazzi del posto, accettando da loro un passaggio in macchina (si trattava di una coppietta, quindi niente rischi...). Ci hanno portato all'ingresso del distretto percorrendo una strada in salita. Da qui è stata tutta una sorpresa, siamo rimasti incantati dall'aria fiabesca delle costruzioni e dalla tranquillità del posto. Ristoranti e bar sono belli, tutti molto attraenti, ma comunque piuttosto turistici.
Continuando a passeggiare, ci siamo trovati di fronte alla stupenda Chiesa di Mattia, che per puro caso (erano quasi le 19.00) era ancora aperta al pubblico. Siamo entrati e ci siamo ritrovati soli soletti ad aggirarci tra le colonne e le belle finestre di vetro colorato. Abbiamo saputo che l'ingresso è a pagamento solamente fino alle 17.00, mentre dalle 17.00 all'orario di chiusura (19.00 nel periodo di maggio) no. Solamente qualche minuto per osservare le belle decorazioni e lo stile classicheggiante, il guardiano ci ha poi avvisati gentilmente che stava chiudendo. Peccato, era stato un vero piacere poter visitare questa perla della capitale in tutta solitudine e nel più completo silenzio.
Una volta usciti, ancora uno spettacolo meraviglioso. Il Bastione dei Pescatori, una struttura maestosa dalla quale ci si può affacciare direttamente sul Danubio e da cui, di sera, si può osservare Pest illuminata, una vera meraviglia. Anche qui siamo stati fortunati, non abbiamo pagato il biglietto in virtù dell'orario. Il posto valeva davvero, peccato che proprio alle spalle sorgono un gigantesco Hilton ed un ristorante giapponese "vietato" al portafogli della massa.
Soddisfatti del pomeriggio, ci siamo avviati alla fermata dell'autobus che dal distretto del castello riporta in basso a Buda. Ormai si era fatta ora di cena, dopo un breve tratto a piedi ci siamo fermati alla Tabani Terasz (Aprod Utca 10, www.tabaniterasz.hu/eng/index.php), un ristorante che presentava una terrazza scoperta sul versante del castello e una veranda coperta sul versante opposto. Il locale interno era arredato in stile, lo vedo bene per una cenetta romantica invernale mentre fuori nevica. La cucina era ottima e i prezzi piuttosto abbordabili, abbiamo pagato 21 euro in 2 sfamandoci in abbondanza e assaggiando l'ottima zuppa goulash, ben diversa dal goulash di carne di cui scriverò più avanti. Ancora una volta eravamo parecchio stanchi, l'hotel ci aspettava a braccia aperte.

27 aprile
Il programma prevedeva la visita all'isola Margherita, situata proprio al centro del Danubio all'altezza dell'omonimo ponte.
Arrivarci è facile, un autobus arriva dentro utilizzando un percorso asfaltato sospeso. L'ambiente è molto rilassante: aree gioco per i più piccoli, grandi prati verdi, alberi maestosi, panchine, strutture con piscine e campi da tennis per l'estate. Non abbiamo potuto fare a meno di sdraiarci sul prato e di godere alcuni meritati minuti di relax. La visita ci ha soddisfatti, dopo un paio d'ore abbiamo preso l'autobus e siamo ritornati al distretto del castello, che ci eravamo ripromessi di visitare con calma. Ci siamo fermati al supermercato per acquistare il pranzo, pane, salame ungherese e formaggio; qualche bibita e biscotti completavano il menu. Arrivati nei pressi della Chiesa di Mattia, ci siamo appartati in una specie di cortile dove era possibile consumare pasti frugali su tavolini di legno che danno sul Danubio attraverso fitti alberi.
Dopo pranzo il tempo aveva volto al brutto, purtroppo iniziava a piovere. Fortunatamente avevamo gli ombrelli, ma il temporale era talmente forte che siamo stati costretti a fermarci. Ne abbiamo approfittato per entrare in un paio di negozietti, dove non ci siamo convinti ad acquistare, i souvenir turistici non fanno per noi. Molto interessanti erano invece le botteghe che vendono quadri, alcuni davvero belli e (dicevano) di valore. Sotto una pioggerella ormai accettabile abbiamo scattato qualche foto al Bastione dei Pescatori e deciso di "ripararci" dalla pioggia andando a visitare le grotte del Castello.
Non si può dire che non sia un posto turistico, ma è davvero suggestivo sapere di camminare in un luogo dove durante la guerra potevano ripararsi decine di migliaia di persone. Il luogo è ideale per far divertire i bambini, ma è consigliabile seguirli con cura perché si rischia di perderli nei meandri poco illuminati delle grotte. Un consiglio: andate ben coperti, il luogo è umidissimo! Dopo un'oretta di passeggiata siamo riemersi alla luce del giorno. Ancora pioviccicava, quindi l'ideale era un po’ di relax seduti in uno dei rifinitissimi bar del distretto. Abbiamo scelto il Kaveha'z per prendere un tè, dopodiché siamo scesi in città con l'autobus.
Un riposino in albergo ci serviva a ricaricarci per la cena. Abbiamo chiesto un consiglio in albergo per mangiare il mitico goulash, non la zuppa (anch'essa ottima), ma il cosiddetto porkolt, il piatto di carne speziata famoso in tutto il mondo. Il ristorante si chiama Horgàsztanya e si trova in Fo Utca 27 e sembrava essere davvero buono. Infatti è pieno e dobbiamo aspettare mezz'ora per trovare posto.
Per ingannare il tempo abbiamo fatto un giretto sul lungo Danubio e per caso siamo entrati in una chiesa calvinista (all'altezza del Parlamento, ma dall'altra parte del Danubio) dove c'era un concerto dell'artista ungherese Beata, una voce soave accompagnata da un paio di strumenti. Al termine ci siamo avvicinati a lei per chiederle maggiori informazioni, scoprendo che in Ungheria è piuttosto famosa e ci siamo fatti indicare dove acquistare qualche sua raccolta di brani tipici con l'intenzione di andarci nei giorni successivi. Era ora di tornare al ristorante; il tavolo era pronto ed il servizio gradevole. Il nostro cameriere era simpatico e ci ha consigliato vivamente di non prendere alcuni piatti da noi scelti inizialmente. Ci siamo fidati e abbiamo fatto bene, il goulash era davvero ottimo. Il conto non ha presentato sorprese, con 20 euro abbiamo mangiato in 2 ed eravamo pienamente soddisfatti. Ora a nanna!

28 aprile
Le terme ungheresi sono famose, non c'è che l'imbarazzo della scelta per fare un bel bagno e rilassarsi nelle loro acque benefiche. Abbiamo scelto le Gellert, le più famose di Budapest.
L'edificio è situato davanti al Ponte della Libertà ed è architettonicamente imponente. Entrati dentro, ci si trova immersi in un ambiente molto turistico, la fila per il biglietto e le brochure pubblicitarie ce lo dimostravano. Il costo del biglietto a persona per la piscina era di 2500 fiorini (neanche 10 euro) e se si rimaneva meno di 3 ore restituivano 300 fiorini (avete capito bene!).
Le terme sono state piacevoli, la temperatura gradevole. A nostro avviso non vale però la pena trascorrerci più di 2 ore. La zona del bagno turco, separata tra uomini e donne, è sconsigliata alle persone pudiche. Si può accedere in costume ma si incontrano persone completamente nude. Forse non dovrei, ma ve lo dico. Con i miei occhi ho visto chi si toglieva calli dai piedi, insomma c'è poca igiene.
Usciti dalle terme siamo incappati in un antipaticissimo temporale. Ci siamo presi un po’ di tempo per decidere cosa fare e nel frattempo abbiamo visitato la chiesetta ricavata in una grotta che si trova proprio davanti all'ingresso delle terme.
La pioggia non desisteva, ma siccome avevamo anche gli ombrelli ci siamo incamminati a piedi verso la collina Gellert, al culmine della quale si trova la cosiddetta cittadella. Una bella faticata, ma vi assicuro che ne vale davvero la pena. Durante la salita, si attraversa una zona tranquilla immersa nel verde e nella quale sbucano casette che sembrano uscite da una favola di Andersen.
Una buona mezz'ora e verso le 13.00 eravamo in cima. Il panorama che si gode è stupendo, dal piazzale del Monumento alla Pace è possibile vedere sia Buda che Pest da un'altezza dominante. Il luogo è comunque molto frequentato, scolaresche e gruppi sono arrivati fin qui con tristi autobus turistici. Per entrare nella cittadella vera e propria si paga qualcosa, noi abbiamo convenuto che non valeva la pena, l'obiettivo dichiarato in partenza era quello di godersi il panorama e una tranquillità che forse si trova la mattina o il tardo pomeriggio.
Era ora di mangiare qualcosa. Nell'ottica del risparmio, decidiamo di evitare gli unici due ristoranti del posto, chiaramente invasi dai suddetti turisti. Anziché scendere in città, abbiamo scelto uno dei molti chioschetti che preparavano hamburger e salsicce, ma probabilmente non era la nostra giornata fortunata. Oltre che avere la piastra rotta (così hanno cercato di farci capire...), gli hamburger che ci hanno rifilato sembravano di plastica (davvero, non sto scherzando) e dopo un primo assaggio li abbiamo cestinati davanti ai loro occhi. Ormai avevamo pagato e non era il caso di scatenare una rissa, ma c'è mancato poco. Il buco allo stomaco era ora una voragine. Ci siamo avviati velocemente verso Pest, questa volta sfruttando l'autobus che scendeva verso la città (non ho scritto il numero purtroppo).
Gerbeaud: vi dice niente questo nome? Prima di andare a Budapest neanche a me. Si tratta invece della più antica e famosa pasticceria della città. Si trova in Vorosmarty ter. In un clima tranquillo ma molto turistico vi consiglio di assaggiare una delle molte torte proposte oppure, se amate il gelato, provare il cono dal chioschetto Gerbeaud proprio davanti al palazzo. Abbiamo scoperto che qui il gelato si paga a palle, quindi occhio a non farvi fregare o perlomeno a non rimanere straniti quando vi dicono il prezzo.
Ora va meglio. Ci siamo avviati verso il Parlamento, una delle costruzioni più belle della città, davvero maestoso. Quando siamo arrivati era già chiuso e ci siamo proposti di tornare (forse) il giorno dopo; abbiamo dato un'occhiata nei dintorni e per puro caso siamo entrati nel museo dell'etnografia, situato di fronte al Parlamento. Stavano facendo le prove per uno spettacolo folkloristico indonesiano che si sarebbe svolto l'indomani. Ci siamo seduti, eravamo interessati. Dopo esserci informati sul costo dei biglietti, ci siamo fatti un giro dentro l'edificio, molto particolare nel suo genere.
Eravamo a Pest e ne abbiamo perlustrato le vie, cercando anche il negozio che la cantante Beata ci aveva indicato per acquistare i suoi CD musicali. Pur passandoci ripetutamente davanti (ce ne saremmo accorti solo l'ultimo giorno) non lo abbiamo trovato e quindi, per consolarci, ci siamo avviati concordi verso il ristorante della sera prima per bissare l'esperienza goulash: Horgàsztanya.

29 aprile
Alle 11.00 eravamo al museo dell'etnografia per assistere allo spettacolo. Ci siamo anche concessi una bella litigata con un signore ungherese per l'assegnazione dei posti. Poi, dopo esserceli accaparrati, abbiamo capito che non ne valeva la pena e ci siamo sistemati sulle scalinate da cui si vedeva molto meglio.
Lo spettacolo è stato attraente, colori e musiche nuove, il tutto in un’atmosfera piuttosto familiare (a parte la litigata...).
Tappa successiva la Basilica di S.Stefano, nella quale è conservata la mano consacrata del santo. Abbiamo acquistato della cioccolata all'ananas e ci siamo riposati a Vorosmarty ter guardandoci intorno cercando di non farci sfuggire nulla. Eravamo ansiosi perché la sera saremmo andati a vedere uno spettacolo folkloristico ungherese, ci tenevamo parecchio. Avevamo acquistato i biglietti per strada il giorno prima, prenotando al centro della prima fila, proprio sotto al palco.
Per evitare di arrivare tardi al teatro, ci siamo incamminati in netto anticipo. Usciti dalla metro, il teatro era a pochi metri. Abbiamo chiesto a che ora si poteva entrare e poi ci siamo avviati alla ricerca di un ristorante. Solo dopo un'ora di vano girovagare abbiamo scoperto che se ci fossimo incamminati da subito dalla parte opposta avremmo trovato un mondo, una zona veramente attraente della città piena zeppa di ristoranti carini e bella gente. Non si trattava di una zona turistica, almeno così sembrava. Abbiamo scelto un posto chiamato Menza, ve lo consigliamo caldamente perché si mangia benissimo (3500 fiorini in tutto) in un ambiente davvero curato e gradevole.
A questo punto, per farvi capire come siamo, vi racconto questo aneddoto. Poco prima di entrare al "Menza", in verità prima di scoprire il viale che vi dicevo, abbiamo inopinatamente messo piede in una catena americana (non chiedetemi perché, ancora oggi non so darvi una risposta, ma sicuramente sarà stata la fame...gran brutta bestia!!), il FRIDAY. Segnatevi questo nome, perché oltre che essere pacchiano da morire ha dei prezzi da capogiro. Per farvela breve, dopo esserci seduti e aver verificato i prezzi (periodo di tempo durante il quale ci avevano anche acceso le candeline al tavolo...) abbiamo deciso di andarcene. Con quale faccia? Beh, potete sfruttarlo anche voi se vi capita di sbagliare posto (e prima o poi vi capiterà, sicuro!). Abbiamo semplicemente chiesto se facevano il porkolt (ricordate?, sarebbe il goulash), chiaramente dopo aver verificato che non lo facevano. Come si fa ad inveire su due poveri turisti ignoranti che vogliono a tutti i costi assaggiare il piatto tipico ungherese? E così, tra "sorry" e "see you", ci siamo avviati altrove ridendocela allegramente.
Era destino, Menza ci ha ripagati di tutto.
Siamo arrivati al teatro e, dopo aver atteso qualche minuto abbiamo preso posto. Eravamo eccitatissimi. Lo spettacolo si è rivelato stupendo entusiasmante. Balli frenetici e musica travolgente. Entusiasti della stupenda serata, ci siamo diretti verso l'hotel stanchi e tristi perché il giorno dopo saremmo tornati a casa.

30 aprile
Nel pomeriggio saremmo ritornati a Roma. Abbiamo lasciato i bagagli già pronti alla portineria dell'albergo e siamo usciti. Eravamo molto soddisfatti della vacanza e quindi ci siamo concessi una mattinata alla ricerca di qualche souvenir. Tra i mercati di Budapest, abbiamo scelto il mercatino Petofi. Si tratta di un mercatino allestito da povera gente che vende di tutto (una scarpa usata, un vecchio giradischi, videocassette) ai margini di viottoli all'interno del parco noto come "bosco della città" (uscita metro Szecheny Furdo, nei pressi c'è uno dei bagni termali della città).
Inaspettatamente abbiamo scoperto un posto tranquillo dove turisti, ma soprattutto residenti, passano una giornata nel verde. Immerso nel parco c'è un lago sul quale si affaccia un castello, che abbiamo saputo è una vera attrazione turistica. Adiacente c'era anche un ristorante piuttosto chic nel quale però non è consentito andare in bagno se non si consuma. Quindi se vi scappa fate come noi: fatela nel parco, dietro un cespuglio sufficientemente frondoso... Dopo tutto però il luogo è gradevole, proprio davanti all'ingresso del castello si presentava il portale davvero notevole di una chiesetta. Tra i chioschetti che vendono di tutto, tra cui salsicciotti e bistecche, abbiamo selezionato quello che sembrava usare meno olio. Abbiamo preso 2 spiedini di pollo con cipolla e 2 fette di pane. Anche qui siamo riusciti a discutere con i gestori, che cercavano di farci pagare il ketchup messo vicino agli spiedini. Alla fine abbiamo pagato 1500 fiorini. Affatto soddisfatti, ci siamo incamminati verso il centro di Pest, ma ormai eravamo con la testa all'aeroporto.
C'era ancora il tempo per un bel cono al chiosco da Gerbeaud. La cialda era veramente buona, preparata al momento con la stessa piastra usata per le crepes. Abbiamo aspettato l'autobus e siamo tornati in albergo. I bagagli erano già pronti. Un saluto al receptionist e via verso l'aeroporto. In perfetto orario, due ore prima, eravamo in fila al desk del check-in. Come previsto, alle 22.00 siamo arrivati a Roma-Fiumicino.
C'erano anche le valigie, la nostra breve vacanza era finita ma il suo bel ricordo no.

4 commenti in “Aprile a Budapest
  1. Avatar commento
    giancarlo catania
    21/11/2009 07:48

    Mi è molto piaciuto leggere il vostro racconto di viaggio nel quale ho trovato molte informazioni che mi saranno certamente utili nel mio prossimo viaggio in questa splendida città

  2. Avatar commento
    Francesca
    20/06/2008 20:55

    Complimenti!!!Oltre ad essere dettagliatissima, la descrizione del tuo viaggio è anche divertente..io andrò in Ungheria questo anno e ora sono impazientissima di partire...grazie

  3. Avatar commento
    cippolippo
    27/07/2007 16:40

    Cospique? Ma non si dice COSPICUE? ;-)

  4. Avatar commento
    Luciano
    27/07/2007 15:41

    Per quanto riguarda il vostro primo pranzo a Budapest, il cameriere non si e' "auto devoluto una mancia", ma dovete sapere che in ungheria non si paga ne' il servizio ne' il coperto, pero' la mancia e' obbligatoria (per convenzione). Essendo che molti Turisti non sanno questa cosa, spesso i ristoranti calcolano la mancia in automatico. La mancia parte da un minimo del 10%, fino al 20%. Per grosse cifre e' normale trovare mance apparentemente cospique.

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