Ce ne fosse più d’una: Australia forever!

Il continente è il più lontano, ma le emozioni sono le più forti!

Era un bel giorno di giugno quando un’idea mi colpì come un fulmine a ciel sereno: "Ma se a me piace il caldo come farò a sopportare un altro inverno italiano?"
La risposta venne come per magia: "Me ne vado in Australia", così folgorai anche il resto della compagnia e, con questa idea un po' pazza, a febbraio 2002 partimmo per l’Australia.A Sydney la prima cosa da fare se si parte in febbraio/marzo, è di togliersi pantaloni e camicia quindi mettersi in pantaloncini e t-shirt: diavolo, siamo al mare, mica sulle Alpi!
Gli alberghi, specialmente nei surrounds di Sydney, sono molto economici (come in tutta l’Australia), quindi cercatene uno che faccia al caso vostro, posare le valigie e mettersi in marcia. Per chi cerca alberghetti "hard" provare la zona di Parramatta dove troverete parecchi "Brothels".
Prima di tutto andare a vedere l'Opera House, quindi prendere il primo bus per Circular Quay e godersi il panorama durante il tragitto.
Dall’Opera House si hanno innumerevoli possibilità, innanzitutto salire sull’Harbour Bridge che sovrasta la skyline di Sydney: da lì potete ammirare tutta la baia nel suo splendore. Poi fare un salto all’Aquarium, e da lì che dirvi, in qualsiasi posto giriate, troverete sempre qualcosa di bello da vedere (dal museo d’arte moderna ai vari mercatini settimanali dove potete trovare gli oggetti più disparati). Se acquistate una buona guida (Lonely Planet consigliata) vi farete un’idea su cosa conviene vedere.
Se avete intenzione (direi proprio di sì!) di fare un bel giro in Australia potete organizzarvi da Sydney per le successive tappe, come ad esempio Darwin, Alice Springs, Adelaide, Great Ocean Road ecc., quindi recatevi presso un ottimo centro viaggi (per quel che riguarda il Northern Territory) che vi assisterà su tutto ciò di cui abbiate bisogno.
Potete provare Northern Territory Holiday Shop, Shop 28 Darling Walk. 1-25 Harbour Street, Darling Harbour, Sydney NSW 2000, Ph (02)82815000 Fax (02)82815011.
Con Sydney mica ho finito! C’è chi preferisce il mare, chi le colline, chi la montagna.
Per il mare non ho altro da dirvi che di andare a visitare posti come Coogee Beach, Bondi Beach e altre baie meravigliose sia di giorno che di sera (di notte l’aria rinfresca un po’).
N.B. Se andate a farvi un "bel bagno", fate attenzione agli avvisi dei baywatch: se sentite gridare "Stinger!" o "Shark!", uscite immediatamente dall’acqua, potrebbero essere stati avvistati branchi di meduse o squali, non scherzate su queste cose, potrebbero salvarvi la vita.
Se vi piace la cucina etnica qui a Sydney potete trovare le più svariate cucine mondiali, dalla koreana alla turca, dall’italiana all’australiana e chi più ne ha più ne metta. Un consiglio: provate i gamberoni di mare, avete la possibilità di farne una scorpacciata con una manciata di dollari australiani. Sempre che abbiate voglia di cucinare, una tradizione australiana è l’Aussie BBQ ossia il Barbecue: ne trovate molti nei vari parchi di Sydney, quindi cosa aspettate? Dateci dentro!
Per la collina, nulla di meglio che andare a farsi un giro (bus and train) nei dintorni di Sydney, potete ad esempio visitare il Centennial Park che si trova a circa 5 km. dal centro ad est di Paddington, il Koala Park (koala e canguri aspettano solo di essere accarezzati) che si trova a West Pennant Hills (lo si raggiunge in treno); tenete a mente che da Circular Quay si possono prendere mezzi che vanno in tutte le direzioni, quindi a voi la scelta su cosa vedere oltre le "imperdibili" cui ho già accennato.
A chi ama la montagna i posti consigliati sono le Blue Mountains, che si possono raggiungere facilmente in automobile oppure con i mezzi (sempre da Circular Quay) oppure per i "pigroni" si può fare un salto alla Sydney Tower (305 m. di altezza): da lì sicuramente si avrà un’idea della conformazione della città.

Se decidete di partire per Darwin si hanno due opzioni: una è prendere un bell’aereo che in qualche ora vi ci porta senza fatica, l’altra è il pullman che in circa quattro giorni vi ci porta. Dipende dai fondi a vostra disposizione e soprattutto dal tempo.
A Darwin, se avete fatto come ho detto, soggiornerete in un hotel in centro, se così si può chiamare, in quanto è una città circondata dalla natura più selvaggia che abbiate mai potuto immaginare: non che sia pericoloso ma evitate in qualsiasi modo fuori-percorsi da soli, che potrebbero portarvi ad incontri poco piacevoli (coccodrilli), quindi restate sempre sulle strade e non avventuratevi mai e poi mai in acquitrini all’apparenza tranquilli neanche per fare pipì (Crocodile Dundee è ambientato a Darwin).
Trovare nei dintorni di Darwin dei termitai giganti alti fino a 6 metri è routine, fiumi in piena potrebbero bloccarvi la strada, coccodrilli all’apparenza sornioni possono apparire da un momento all’altro ai piedi della vostra jeep (specie nelle zone più impervie del Kakadu Park), improvvisi acquazzoni con tanto di spettacolari fulmini: questo è il bello di una "gita" ai confini del mondo.
Sempre a Darwin, se volete divertirvi un po' in discopub, trovate anche quelli: non è detto che una città che a prima vista sembra isolata, non possa offrirvi piaceri di questo genere. Ad esempio nel Mall c’è addirittura il Sony Megastore, una cosa che Roma se lo sogna.
Darwin è la madrepatria delle perle di coltivazione, ce ne sono a bizzeffe e grandi come chicchi d’uva.
A Darwin visitate il Mall e non perdete una terrazza sul mare che ospita purtroppo le steli dei caduti di guerra: qui infatti i Giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale fecero un raid aereo che spazzò via parte della città.
Eggs and bacon sono d’obbligo, una colazione sostanziosa vi permetterà di mettere a tacere lo stomaco per buona parte della giornata.
Il clima a Darwin specie in febbraio è caldo molto ma molto umido, diciamo che se in albergo non avete un climatizzatore, farete un pochino di fatica a prendere aria; è da qui che siamo partiti per il Kakadu Park.
Il Kakadu Park è quanto di più spettacolare la vosta immaginazione abbia potuto concepire, uccelli a volo radente sull’acqua, coccodrilli naturalmente, e tanti ma tanti altri animali, alcuni piacevoli altri no. L’Australia è di per sè terra ancora inesplorata e selvaggia ed è questo che la rende così affascinante.
Comunque, organizzati o no, munitevi di una buona guida del posto e partite per qualche giorno alla scoperta di una natura da ammirare.
Le strade sono quasi sempre asfaltate ma per godere a pieno del posto alcune volte dovrete fare dei fuoripista che vi introdurranno in luoghi affascinanti come cascate, fiumi e quant’altro riuscirete a scoprire; il mio consiglio però se siete dei novizi in fatto di Australia è munirsi di una guida in carne ed ossa e fare un tour guidato (provate l’Adventure Tours).
Del Kakadu Park potrei parlare per ore ed ore, rovinandovi alcune piacevoli sorprese: cascate in cui farvi il bagno sono all’ordine del giorno, fate sempre attenzione ai cartelli segnaletici che avvertono della possibile presenza di coccodrilli nei dintorni. Una visita al museo d’arte aborigena è d’obbligo, sia per la qualità delle esposizioni, sia per avere una panoramica della vita dei nativi originari.
Cosa da non fare mai se si incontra un aborigeno è offrirgli da bere, in quanto essendo l’alcool stato introdotto in Australia con l’avvento degli europei, non hanno sviluppato la nostra tolleranza a questa sostanza, quindi vedere un Aborigeno crollare a terra dopo una "innocente" bevuta non è il massimo.

Beh! Che vogliamo, fermarci qui? Certo che no, da Darwin prendete un’aereo (oppure un pullman) che vi porterà dritti dritti ad Alice Springs, terra degli opali, mai visti di così belli in vita mia.
Cosa c’e ad Alice Springs oltre a Toddy’s (il nostro appoggio per la notte)? Nulla di molto interessante, a parte una particolare ferrovia "The Ghan" che collega Alice Springs ad Adelaide; "The Alice" (com'è amichevolmente definita) è l’unica città che vi permette di rifornirvi per partire alla volta di Uluru (Ayers Rock).
Uluru (Ayers Rock) è una "roccia" sacra per gli Aborigeni d’Australia, è di uno stupefacente colore rosso (come granparte della terra australiana), ha una caratteristica particolare però: il colore cambia a seconda del tempo, in una giornata piovosa la vedrete di un grigio quasi spettrale (N.B. Svariati cartelli vietano le riprese con qualsiasi mezzo di Uluru, non vi fate "beccare").
Ai turisti piace avventurarsi su un costone di roccia per scalarla (climbing); alcuni, durante questa impresa, sono morti, io da parte mia ho evitato di scalarla non per paura ma per rispetto (salireste a piè pari sull’altare di una chiesa durante la messa?).
Comunque Uluru è una roccia come ho detto, originata da sedimenti marini (almeno così si è espressa la guida) immersa nel deserto più assoluto, è di un bello impressionante vederla durante l’alba; la strada che vi permette di raggiungere questo spettacolo è la Statale 87, quindi la Lasseter Highway.
Sempre da Alice Springs dovrete partire per spostarvi da Uluru a Kings Canyon alle Olgas.
Ecco già menzionato il percorso da noi effettuato, di Uluru ne ho appena parlato, e non credo ci sia altro da dire eccetto che negli anfratti di roccia troverete dei disegni tribali risalenti ad epoche ormai passate, che mantengono ancora il loro significato religioso ed il loro fascino.
Le Olgas sono un gruppo montuoso particolare in quanto a forma di semisfera; per le Olgas come per Kings Canyon si possono effettuare dei percorsi a piedi (mettetevi delle scarpe comode tipo trekking in quanto ne avrete da camminare), il posto più affascinante dei tre per me è stato Kings Canyon in quanto pochissime volte avevo visto degli strapiombi di roccia così affascinanti e pericolosi allo stesso tempo.

Didjeridoo e boomerangs sarà il caso di acquistarli ad Alice Springs (è possibile anche farseli spedire direttamente in Italia senza portarseli appresso); anche Darwin ne aveva di belli però la nostra scelta è caduta su Alice Springs.
Da non perdere la notte ad Alice Springs: entrate in un pub-ristorante niente male, lo trovate sulla via principale di Alice, sulla destra entrando in città, lo riconoscete perché è l’unico in zona a presentarsi come un saloon del Far West, qui potete assaggiare carni delle più svariate specie, dal crocodile (saltwater, ‘Salty’ per gli amici) al kangaroo, dall’emu al cammello e devo dire che alla brace sono ottime, e naturalmente una bella birra australiana.

Siamo giunti ormai a circa metà del nostro viaggio, ed ecco che per me appassionato di mare viene la parte più interessante del viaggio…
Da Alice Springs siamo partiti per Adelaide in aereo: nella città, come per Sydney, sono molte le cose da vedere, il Mall di notte è molto bello, quindi non mi dilungo su cose che la Lonely Planet spiega in modo superbo. Cosa fare ora? Beh, affittare una autovettura (Europcar) è d’obbligo se si vuole coprire tutta la Great Ocean Road e fermarsi quando le condizioni lo richiedono (albe e tramonti sul mare).
Diciamo che gran parte del nostro viaggio viene occupato da questo pezzo Adelaide – Sydney.
Appena fuori da Adelaide potete andare a visitare un enorme parco, il Cleland Wildlife Park che ospita al suo interno un’innumerevole quantità di animali, emu, kangaroos, koalas ecc.: dovete imboccare la statale A1 ed uscire per Cleland.
La successiva tappa appena usciti da Adelaide è stata Mount Gambier, circa 500 km. di strada percorsa da Cleland: prendete la M1 quindi la B1.
Sulla strada per Mount Gambier troneggia un’enorme aragosta in vetroresina che pubblicizza un ristorante denominato “Big Lobster” citato da Leandro nella sua esperienza di viaggio, oramai chiuso da almeno due anni ed in evidente stato di abbandono, e noi che se magnamo? Beh, qualche chilometro più avanti si può trovare un ristorantino niente male, purtroppo non mi sovviene il nome essendo passato un anno dal viaggio. Tutto questo per dirvi, niente paura, che di fame non morite mica! In Australia oltre a prezzi molto convenienti si possono trovare le più svariate cucine; da Sydney a Darwin ad Adelaide non abbiamo incontrato problemi né per dormire (una camera tripla costa circa €15 a persona) né per mangiare (esiste al limite un McDonalds ogni angolo o quasi); noi personalmente avremmo fatto a meno del Mc… ma quando l’esigenza si fa sentire ci si attacca a tutto.
A Mount Gambier potete fermarvi agevolmente in un hotel per pernottare; quello scelto da noi, il Mount View Hotel, lo trovate quasi alla fine della città (strada principale) sulla sinistra, dopo una rotonda, percorrete una salita ed è lì subito sulla destra della salita. Credo sia a gestione familiare, è pulito ed accogliente, se siete stanchi del viaggio è un buon posto dove fermarsi per circa €12 a persona; a un paio di chilometri trovate una pizzeria molto buona oppure il solito McDonald per rifocillarvi prima della notte.
Continuando il viaggio, da Mount Gambier si percorrono circa 200 km. fino a Portland in tutta tranquillità; la costa non offre a parer mio un mare paradisiaco, almeno nelle zone cittadine, ciò è dovuto alla presenza di cave di sale presenti al livello del mare, però la città offre una serie di negozi niente male.
Continuando, si entra nella Great Ocean Road (B100); troviamo Warrnambool, una tranquilla cittadina sul mare, dalla quale proseguiamo verso il clou del viaggio e tocchiamo i Dodici Apostoli (Twelve Apostles); si tratta di dodici roccioni in mezzo al mare, molto caratteristici, specialmente se visti durante il tramonto, cosa che consiglio in quanto uno spettacolo così difficilmente lo potrete rivedere! Se si ha voglia si può anche fare un "bagnetto" nella spiaggia sottostante, facendo attenzione sempre alla segnaletica che avverte della possibile presenza di squali bianchi; insomma, qualche rischio nella vita bisogna correrlo, l’importante è non esagerare, quindi non avventuratevi troppo distante dalla riva e mi raccomando non pescate conchiglie o animali marini di qualsiasi genere, primo perché è vietato e si rischiano multe salatissime, secondo perché è potenzialmente pericoloso.
Se percorrete la Great Ocean Road di notte dai Dodici Apostoli fino ad Apollo Bay (cosa da molti sconsigliata), dovreste passare in mezzo ad un bosco; vi consiglio di fermarvi qualche istante in un luogo sicuro (piazzoletta di sosta) e spegnere i fari della vostra autovettura, godrete di un panorama celeste meraviglioso (prima di ripartire riaccendete i fari…).
Ad Apollo Bay, se non siete arrivati troppo tardi, potrete mangiare e dormire in uno dei tanti alberghetti sul mare; lo consiglio perché il viaggio dell’indomani sarà un pochino estenuante, la spesa sarà come ho già detto molto limitata, circa €15 a persona per notte.
Il mattino seguente andate a fare una passeggiata tonificante lungo la spiaggia di Apollo Bay, fate colazione (eggs and bacon ovviamente) e se vi va ripartite alla volta di Torquay. Per chi volesse acquistare attrezzature da surf/windsurf, la Great Ocean Road è il posto giusto, in quanto i prezzi sono decisamente accattivanti in rapporto all’Italia (Rip Curl, Billabong, Mambo e quant’altro il mercato può offrire): fate un salto se potete al Surfrider Cafè, 26-28 Bell Street.
A Torquay devo dire abbiamo trascorso pochissimo tempo, circa due ore, quindi non posso esprimere pareri in merito, è comunque da vedere.
Torquay – Melbourne, questa tappa per noi è stata un pochino malinconica in quanto ci si avvicinava il momento del ritorno in Italia. In realtà ci mancavano ancora 15 giorni, ma comunque è sempre una tappa che lascia alle spalle la bellezza della Great Ocean Road per dar spazio alla grande metropoli.
Melbourne, con i suoi grattacieli, può sembrare a prima vista Sydney; beh, come mare forse, ma la struttura della città è nettamente differente, viaggiare per credere.
Melbourne è un pochino più caotica rispetto a Sydney, offre altresì bei monumenti ed imponenti costruzioni; da vedere il Victorian Arts Centre specialmente di sera, fate un salto anche nei dintorni, come ad esempio Brighton Beach, una spiaggia dalla quale si può vedere la skyline di Melbourne, molto affascinante.
Qui a Melbourne state un po’ più attenti rispetto a Sydney, specialmente se siete spensierati e fate shopping, in quanto alcuni mezzi di trasporto (tram, bus) viaggiano a ‘diretto contatto’ con i pedoni (ad esempio vicino alla stazione), quindi se siete con la testa fra le nuvole potreste scontrarvi con il tram di turno! (mi sa che ci rimettete voi).
Una particolarità che ho visto tanto a Sydney quanto a Adelaide ed a Melbourne sono gli studenti di tutte le età vestiti con particolari abiti "divisa" che identificano la scuola di appartenenza (il vecchio grembiule italiano, ma molto più raffinato); è piacevole starli a osservare e notare con una certa ammirazione che studenti di età e scuole differenti scherzano tra loro senza rivalità (sarà un caso?).
Comunque consultate la Lonely Planet e troverete tutto ciò che vale la pena visitare in questa grande città. Inutile dilungarsi nella lista dei luoghi: se vi posso dare delle ‘dritte’ che sulla Lonely non sono menzionate lo faccio con piacere, ma siccome ogni individuo ha i suoi gusti, i miei potrebbero differire dai vostri.
Le Lonely Planet le trovate anche qui in Italia, ad un prezzo maggiorato. Se poi vi dico tutto, che gusto c’è nell’avventurarsi in Australia...
Bene, prossima tappa Canberra, capitale della confederazione australiana.
Canberra, con le sue ampie strade, è molto isolata dal resto, persone che ci hanno vissuto per parecchi anni l’hanno abbandonata per città più ‘divertenti’ e sono d’accordo con loro in quanto, oltre a palazzoni pieni di uffici non trovate tanto altro, edifici molto ben progettati, ampi ma pur sempre uffici. Comunque come poteva mancare una visita alla Capitale?
Da Canberra a Sydney il viaggio è stato un po’ noioso, vista la presenza di grandi highways e nulla di più; se siete fortunati vi potete imbattere in un bel temporale di fine estate che vi darà del filo da torcere in quanto a visuale. Un caffè (forse anche più di uno) in uno dei tanti ‘autogrill’ presenti sulla via ci ha permesso di raggiungere Sydney ‘freschi’ per affrontare gli innumerevoli divertimenti notturni della città. Se siete a Sydney per metà febbraio non perdete il Gay Pride, una manifestazione davvero colorita.
Se vi rimane del tempo, e spero di sì, vi consiglio caldamente di fare un salto verso New Castle e Port McQuire; purtroppo se avete solo un mese a disposizione saltate tutta la Reef Barrier che a parer mio è la parte di mare più bella in assoluto. Se invece di tempo ne avete da vendere andate su per la North Coast, passate New Castle, Gold Coast, Brisbane, e vi troverete in mezzo al paradiso dei surfisti. E’ lì che si svolgono i campionati di surf a livello mondiale. Noi li abbiamo persi per un pelo.
Che vi devo dire di più (mi è venuta nostalgia)? L’Australia vale la pena di ‘viverla’ o almeno di ‘assaporarla’ in quanto ha una enorme varietà di climi, di animali, le persone sono più o meno le stesse in tutta l’Australia, il caro vita è decisamente inferiore all’Italia; per quanto riguarda l’immigrazione, negli ultimi anni hanno un po’ chiuso i ‘portali’ emanando leggi severe, ed è purtroppo vera la storia della ‘cauzione’ per chi si vuole trasferire, ma non posso dar loro torto visto ciò che succede qui in Italia.
See ya, your australian guy Stefano Tarticchio (Steve for australian friends).Un consiglio: gli Australiani sono persone molto affabili da quanto ho potuto constatare, disposti a darti una mano nelle situazioni più varie, attenti però a non prendervi "confidenze" non concesse, ad esempio io ho fatto storcere il naso ad una guida del luogo per averlo affettuosamente chiamato "Stevie"; la sua pronta risposta è stata “don’t call me Stevie again, my name is Steve, only Steve”, cribbio ci mancava anche questa!
In tutto il nostro viaggio in Australia non ho avuto nessuna sorta di problemi nel girare di notte a piedi, la criminalità c’è anche lì ma non è così diffusa come qui da noi.
Per lavare i vostri vestiti esistono sia a Darwin che ad Alice Springs ed in gran parte dell’Australia del resto, lavanderie pubbliche a gettone, devo dire molto efficienti e considerevolmente economiche, circa €1 a lavaggio; per asciugare i vestiti c’è anche l’asciugatore.
La patente internazionale serve, anche se a qualcuno è capitato di non mostrarla mai; per l’assistenza sanitaria, esistono degli accordi con l’Unione Europea, quindi andare all’ufficio sanitario di appartenenza e fare richiesta per ottenerla in Australia.
Rispettare i limiti di velocità che si aggirano intorno ai 110 km/h per il New South Wales e fare attenzione alle varie segnaletiche: tra squali, taipan, redback, stinger e coccodrilli c’è poco da scherzare! Vi ho fatto paura? Bene, così me la godo tutta io!Il viaggio in sè è un po' noioso in quanto abbastanza lungo (19 ore circa), ma è il prezzo da pagare per poter dire "See ya!" ad un vero bushman australiano (Crocodile Dundee in versione originale).
La compagnia aerea da noi scelta è stata la Singapore Airlines che, a parer mio, è la migliore esistente sul mercato internazionale.
Comunque, dopo circa 11 ore di volo si fa scalo a Singapore, dove si possono assaporare dei piatti tradizionali singaporesi come i noodles, che sono la bella copia dei nostri spaghetti di riso cinese, e per i più "tecnologici" c’è la Orchard Road, la versione dello SMAU italiano, cinque anni nel futuro.
L’attesa all’aeroporto di Singapore (Changi Airport) non è stata tediosa in quanto, tra shopping di vario genere ed un giro turistico della città, comprensivo nel prezzo del biglietto aereo, il tempo è letteralmente volato (N.B. non portate alcuna sostanza stupefacente in quanto vige la pena di morte anche per gli stranieri e vi assicuro che le leggi lì le applicano).
Ma quanto manca ancora, uffa! Sette ore di trepidazione e si atterra all’aeroporto di Sydney: qualche carta da compilare e si entra in Wonderland!

2 commenti in “Ce ne fosse più d’una: Australia forever!
  1. Avatar commento
    Steve Aussie Guy
    21/07/2004 02:53

    SOB! sono triste, in un anno, nessuno ha letto/risposto al mio Articolo!!! Eh! Leandro, beato te che mi capisci!!! G'Day Mate!!!

  2. Avatar commento
    Leandro
    20/05/2003 09:02

    Che nostalgia, Steve! Mi hai fatto tornare indietro di quattro anni, al tempo del mio viaggio in Australia. Ci sarà il mal d'Africa, ma posso assicurare che esiste anche il mal d'Australia e in te ne ho trovato un altro testimone! Devo però fare una piccola osservazione riguardo Ayers Rock / Uluru. Hai scritto che "svariati cartelli vietano le riprese con qualsiasi mezzo di Uluru", ma è vero solo in parte: solo alcune zone del monolito sono soggette a divieto. L'accordo fatto a suo tempo tra gli Aborigeni e il Governo Australiano previde l'accesso ai turisti nel parco Uluru / Kata Tjuta (Olgas), la salita alla cima solo lungo il percorso fissato e la costruzione di strutture quali l'Ayers Rock Resort; in cambio tutta l'area fu posta sotto la gestione delle cooperative aborigene che ne percepiscono larga parte degli introiti; esse posero però come limitazione il divieto di accesso e di ripresa ad alcuni siti, di particolare importanza rituale per i nativi: solo in corrispondenza di questi siti sono stati posti i cartelli di divieto (li vedi percorrendo il perimetro di Uluru) e non in tutta la zona-parco. Enjoy Oz, mate!

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