L’Alpe di Devero e Crampiolo

Una serie di magnifiche escusioni a cavallo fra Lombardia e Svizzera

La fine di Agosto è un periodo perfetto per un soggiorno anche breve in questa oasi di pace e di paesaggi che sembrano poster della pro-loco locale.
Arrivati (finalmente) al parcheggio antistante il pianoro dell’Alpe di Devero, ci si dimentica dell’auto e si utilizza unicamente il mezzo di trasporto più antico ed ecologico del mondo: le proprie gambe.27-30 Agosto 2011
La frazione di Devero accoglie il visitatore con il suo gruppetto di case ben restaurate, l’albergo, i due torrenti che confluiscono l’uno nell’altro con due colori diversi di acqua, e soprattutto con la grande piana verde che sembra un immenso campo giochi per adulti e bambini.
Ma la parte più “intima” della frazione rimane un po’ appartata in un angolo riservato del pianoro, con le sue case vecchie addossate le une alle altre quasi a proteggersi a vicenda, come se volesse conservare l’anima della comunità autoctona chiusa in un simbolico scrigno.
Una corona di alte montagne circonda la piana promettendo lunghe camminate e sentieri adatti a tutte le possibilità, dai più semplici e fruibili da famiglie con bambini, ai più tosti adatti ad escursionisti esperti.
La nostra meta però è il piccolo nucleo di case di Crampiolo che si raggiunge tramite una comoda strada bianca oppure due diversi sentieri laterali più adatti a rilassanti passeggiate in mezzo ai boschi e sicuramente più belli, ma al momento dobbiamo usare la via più breve perché dobbiamo portarci a spalla tutti i bagagli.
Quando si arriva a Crampiolo sembra di entrare sul set cinematografico di un classico paesino alpino bucolico dal quale potrebbe uscire ad ogni memento Heidi con le sue caprette. E’ composto di una decina di case di pietra molto ben restaurate ed una chiesetta bianca che si allungano sulle rive di un ruscello assolutamente limpido, un anfiteatro di montagne che lo circondano, prati, silenzio e soprattutto non ci sono mezzi di trasporto a motore. Non oso immaginare la bellezza e la purezza di un simile paesaggio ricoperto da un alto strato di neve.
Prendiamo alloggio al Rifugio/Ristorante “La Baita” di Crampiolo, accogliente, con ottima cucina ed immerso in questo scricciolo di paese. Viene subito spontaneo chiedersi perché mai si dovrebbe tornare a valle!
E’ pomeriggio ed iniziamo le nostre esplorazioni con una passeggiata rilassante tra gli alpeggi che sovrastano e circondano il paesino e mentre girovaghiamo, fantastichiamo sugli itinerari da percorrere nei due giorni e mezzo che abbiamo a disposizione. Optiamo per la parte Ovest: Piani della Rossa, Alpe Buscagna, Giro del lago di Devero e Pianboglio.

Piani della Rossa (e ritorno!)
Scendiamo placidamente alla Piana di Devero tramite il sentiero interno (d’inverno diventa una splendida via per ciaspole) che si sviluppa tra freschi boschi e sempre accompagnato dal ruscello che scende da Crampiolo all’Alpe.
Costeggiata la parte Nord della piana, iniziamo la salita che con 800 mt. di dislivello ci porta alla base della parete rocciosa. Inutile dire che man mano si sale il paesaggio che si apre alla nostra vista è notevole (termine riduttivo), la piana si mostra nella sua interezza, le catene montuose si presentano con un susseguirsi di creste sempre più alte fino a sparire in dissolvenza nell’azzurro della lontananza. Dalla parte opposta della piana rispetto alla nostra posizione, l’Alpe Buscagna si intravede e con lei il passo per la più famosa Alpe Veglia. La limpidezza del cielo, la purezza dell’aria e la luce intensa, rendono i colori brillanti, quasi violenti.
Nella nostra salita siamo sempre stati accompagnati dal gorgoglio del ruscello che scende verso il piano, ma giunti alla base del rosso bastione roccioso, anche questo fresco rumore ci lascia per cedere il posto ad un silenzio rotto solo dalle nostre voci che contemplano tanta grazia di Dio.
L’unico modo per superare la parete assolutamente diritta che abbiamo davanti, è salire una scala di ferro a pioli attaccata in perpendicolo alla roccia, superare un angusto passaggio in verticale e finalmente dopo un po’ di strada su una grossa pietraia di roccia rossa, si arriva ai Piani della Rossa. Qui scatta un ohhhhhhhhh! di meraviglia, perché siamo su un largo pianoro di roccia piatta e liscia con tante piccole pozze d’acqua che, riflettendo l’intenso azzurro del cielo e complice il colore arancio intenso dalla roccia che le ospita, assumono colorazioni turchesi, mentre un lago di più ampie dimensioni, con le stesse tonalità, occupa la parte più elevata dei piani. Anche su questa lastra di roccia, l’acqua ha permesso la vita e delicatissimi eriofori bianchi spuntano vicino alle pozze più riparate, mentre alcuni tratti di neve persistono dove non arrivano i raggi solari.
Solo una vallata più in là si elevano alte catene montuose tutte ricoperte di neve e ghiacciai, sono le Alpi Svizzere. A pochi passi dai laghi sono stati costruiti da mani umane tanti ometti segnavia fatti con le pietre, che segnano il confine tra Italia e Svizzera e da qui parte il sentiero che porta a Binn (in Svizzera) e che vediamo snodarsi sotto di noi fino a raggiungere un grande lago per poi proseguire alla base della catena montuosa. Ma noi, dopo una necessaria sosta, per giunta in terra elvetica, dobbiamo proseguire il cammino per ritornare a Crampiolo e purtroppo scegliamo di scendere tramite la Valle Deserta. Già il nome è tutto un programma, ma se penso sia dura fatta in salita, è orrenda fatta in discesa. Si passa da pietraie sconnesse di sassi grossi, naturalmente in forte pendenza, a nevai con neve fresca su una base di ghiaccio, e quando si pensa di aver superato il peggio perché si intravede una parvenza di sentiero, ricominciano le pietraie molto sconnesse, alla fine per non farci mancare nulla, il sentiero diventa stretto, ripido, si appoggia alla parete e diventa sabbia che scivola sotto gli scarponi. Alla fine, finalmente il bosco, la strada è ancora lunga per raggiungere il lago di Devero e poi Crampiolo, ma dopo la discesa appena terminata ci sembra di essere in autostrada anche se la tensione e la stanchezza cominciano a farsi sentire.
Finalmente raggiungiamo Crampiolo e ci godiamo una meritatissima birra sulle grandi panche che costeggiano il ruscello, mentre i raggi del sole ancora caldo ci cullano e ci fanno apprezzare ancora di più questa oasi di pace e serenità.

Alpe Buscagna
Oggi si decide per una giornata rilassante e prima di imboccare il sentiero che, come ieri, ci porta a Devero, facciamo una puntata al Lago delle Streghe, cioè un minuscolo laghetto alpino con un’acqua verde smeraldo, limpidissima, tutto circondato da larici e con massi di calcare bianco su un lato del laghetto, di cui uno piatto al quale naturalmente la tradizione popolare attribuisce la funzione di altare delle streghe.
E’ molto pittoresco e dopo una breve sosta per le consuete fotografie, riprendiamo il nostro sentiero nel bosco e scendiamo all’Alpe di Devero. Oggi la attraverseremo per intero dovendoci spostare dalla parte opposta ai Piani della Rossa. Dopo aver attraversato le vecchie case del paese (quello vero ed antico) iniziamo a salire per un bel sentiero immerso nel fresco del bosco che ci porterà all’Alpe Buscagna.
Alpe naturalmente significa alpeggio e ci troviamo davanti ad una piana molto vasta protetta da un lato da alte guglie e costeggiata dall’altra da rilievi più bassi e tondeggianti oltre i quali sono i passaggi per la famosa Alpe Veglia. Un paesaggio ad ampio respiro che toglie il fiato.
L’Alpe è tuttora utilizzata per il pascolo e vediamo recinti con qualche cavallo, ricoveri in uso ed altri abbandonati. La grande piana è tutta verdeggiante con qualche grosso masso qua e là, è attraversata per la sua lunghezza da un bel ruscello che scendendo poi a valle dentro il bosco formerà delle suggestive cascate, è talmente piatta che la si può ammirare in tutta la sua estensione. Oltre ai Piani della Rossa la vista spazia a destra sulle Alpi Svizzere per poi portarsi sulle alture che conducono al Passo di Scattaminoia e che separano Devero dall’inizio della Val Formazza.
Suggestionati da un simile paesaggio, ne assorbiamo la forza e la delicatezza ed è difficile decidere di spostarci, ma abbiamo visto una indicazione che cita “Lago Nero”, per cui incuriositi lo andiamo a cercare.
Anche questo è un minuscolo laghetto che però ha una caratteristica molto particolare: le rocce che lo circondano e che ne fanno da contenitore, sono assolutamente ”nere” conferendo alle acque del lago una colorazione inquietante, mentre larici, rododendri e mirtilli lo circondano.
E’ un percorso molto battuto e qui finalmente incontriamo altri visitatori che sono saliti quassù seguendo il comodo sentiero che noi useremo a scendere.
La lunga, ma rilassante camminata in questi luoghi splendidi ci riporta gradualmente (e su un sentiero ancora diverso) a Crampiolo, dove ci godiamo l’ultimo sole che riflettendosi sulle rocce ammorbidisce i colori e prepara la natura per il meritato riposo.

Giro del Lago di Devero e Pianboglio
Oggi è l’ultimo giorno e per ottimizzare i tempi dedichiamo la mattina ad una ultima camminata, lasciando il pomeriggio per il ritorno.
Il programma prevede il giro del Lago di Devero, formato artificialmente da una diga costruita per ricavare energia elettrica dalla forza dell’acqua. Tutta la zona è caratterizzata da sbarramenti e condutture che sfruttano l’abbondanza di acqua per la produzione di energia necessaria per la pianura industrializzata.
Comunque sia il lago è molto bello, con un bacino molto vasto e con acque assolutamente turchesi nelle quali si specchiano le alte cime che lo circondano. Solo quando si è in prossimità della diga ci si accorge che si tratta di un bacino artificiale, perché è talmente ben inserito nel contesto generale che sembra opera di madre natura.
E’ tutto circondato da larici che arrivano fino alle sponde sabbiose e grazie al microclima formatosi con la massa lacustre, i fiori abbondano rendendo il paesaggio molto romantico. Un sentiero percorre tutto il lungo perimetro del Lago, mantenendosi quasi sempre un po’ sopraelevato rispetto alle sponde. La zona è completamente disabitata, tranne una baita che scorgiamo tra la vegetazione e dalla quale vediamo partire una canoa che lentamente solca le acque tranquille.
Arrivati a metà percorso dove uno dei tanti piccoli torrenti immissari del Lago si getta le sue acque, vediamo delle segnalazioni bianche rosse CAI che indicano un sentiero per la località Pianboglio e visto che abbiamo tempo, decidiamo di seguirlo per scoprire questa altra chicca.
Il sentiero segue quasi sempre il percorso del torrente e tra cespugli rigogliosi e piante di rododendri, arriviamo ad un anfiteatro completamente occupato da un lago, da cui nasce il ruscello che abbiamo seguito, tutto circondato da alte montagne che, causa l’altitudine, sono completamente senza vegetazione, di grigia roccia con ampie tracce di neve nella parte alta che si ricoprono poi di verdeggianti pratine mano a mano che si avvicinano al laghetto.
E’ veramente una chicca, la ciliegina sulla torta che mancava per completare questa breve, ma intensa vacanza in luoghi che difficilmente si faranno dimenticare.

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