Salviamo il lago!

Andiamo a conoscere il lago d’Idro, punto d’unione tra Lombardia e Trentino in Valle Sabbia: una zona che merita maggior attenzione e rispetto.

Folate
di vento
accarezzano
la pelle del lago
Con brividi
di piacere
che increspano
l'onda
Dal torpore
svegliato
L'Eridio
risponde ridendo.

T. Formenti (Lago d'Idro a Primavera)

C’è un lago dimenticato, una piccola gemma tra i laghi lombardi, incastonata come un fiordo tra erte montagne.
C’è un lago tranquillo, affascinante d’estate quando dà frescura e d’inverno, quando le cime imbiancate si specchiano civettuole nelle acque.
C’è un patrimonio ecologico, c’è un patrimonio artistico: è il lago d’Idro, o Eridio, per gran parte in provincia di Brescia, con un lembo affidato alla provincia di Trento.
Dimenticato, a volte snobbato, dai frettolosi turisti nostrani che percorrono le sue sponde solo per dirigersi verso la mondana Madonna di Campiglio, non certo tuttavia dai villeggianti olandesi e tedeschi che da tempo l’hanno eletto tra le mete estive preferite.
Ora tutto questo rischia di essere perso: una miope politica di prelievo delle acque a scopi idroelettrici ed agricoli sta minando fortemente l’equilibrio del lago, sottoposto a bruschi e continui cambiamenti del suo livello, con gradienti di escursione che raggiungono i sette metri; si aggiunga a ciò il pericolo dato dall’eutrofizzazione: ecco perché ora, nei paesi che costeggiano il lago, potrete vedere, appese un po’ dovunque, delle bandiere che declamano “Salviamo il lago”.
Il prelievo dissennato delle acque del lago determina una forte stasi nelle acque, con carenza di ossigeno, fenomeni di moria della fauna ittica ed aumento di elementi tossici nelle acque.
Non è compito di Ci Sono Stato addentrarsi in questo problema (naturalmente più sotto diamo tutti i links necessari) cercando di proporre soluzioni: sarebbe fuori luogo e, oltretutto, non ne abbiamo le competenze; il nostro diario di viaggio vuole tuttavia essere un invito per tutti a conoscere, valorizzare e difendere la zona del lago d’Idro ed un modesto contributo per far sì che questo patrimonio non vada perso!Come non cedere al fascino dell’ Eridio?
Sentite un po’ come Camillo Boito (1836-1914), architetto, critico d’arte e narratore descrive un suo soggiorno sul lago d’Idro:
“V'è a Idro un alberguccio con due stanze, ariose, pulite. Chi non ha rimorsi vive colà nella quiete del paradiso, senza giornali, senza botteghe da caffè, senza pettegolezzi, guardando lo specchio del lago, le giovanotte che vogano, la rocca d'Anfo sull'altra sponda, esercitando più le gambe che il cervello, abbruttendosi anzi a poco a poco nella cara, nella beata libertà del non pensare a nulla e del non far proprio niente. Quando il cielo è popolato di nubi, spinte a gran corsa dal vento, l'aspetto di quel paese riesce mutabile all'infinito.
I monti che si accavallano, le rupi che portano muraglie ruinate di castelli o chiesette con il loro campanile bianco, i colli bassi coronati di pini, cangiano di figura ad ogni minuto. Ora le nuvole mettono in ombra il dinanzi del quadro, e il sole brilla in fondo; ora il sole splende dinanzi, e il fondo rimane buio; ora invece questa parte o quella del centro stacca nera in mezzo alla luce o luminosa in mezzo all'oscurità, e s'accendono e si spengono ad ogni tratto innumerevoli sprazzi di colori vani e vivissimi.”

Che dire? Queste parole, pur datate, possono essere benissimo adattate ai giorni nostri: anche se “giornali e botteghe da caffè” unitamente ad altre infrastrutture ora ci sono, a rendere il soggiorno più ameno, i colori, la sensazione di pace e tranquillità sono gli stessi.
Lago di passaggio, almeno a detta dei turisti frettolosi, dicevamo prima.
Lago di raccordo tra zone naturalisticamente meravigliose, diciamo noi; punto nevralgico da cui è possibile accedere da un lato al meraviglioso comprensorio della Val Vestino, dall’altro alla zona del Forte Baremone e del monte Maniva, spartiacque tra la Val Sabbia e la Val Trompia; dalla parte più a nord alla zona di Campiglio e delle Dolomiti di Brenta, oppure alla splendida Bagolino e, passando attraverso la Val Dorizzo e la piana di Gaver, su su fino al passo di Crocedomini.
Davvero un luogo benedetto, quindi, per quanto riguarda la possibilità di compiere gite ed escursioni, tutte fattibili in giornata!
Anche indugiare sulle rive del lago tuttavia non è male, per godere dell’atmosfera tranquilla, per prendere un po’ di sole e rilassarsi, per dedicarsi alla pesca e per gli amanti del windsurf, che si pratica al pomeriggio quando una forte brezza, costante, batte il lago.
Altre attività da prendere in considerazione sono l’escursionismo montano (le cime che contornano il lago sono tutte facilmente raggiungibili con sentieri ben demarcati) e la mountain bike, che qui trova terreno ideale per entusiasmanti tracciati.
Da ricordare, per gli appassionati del free climbing, la bella parte di roccia a picco sul lago in località Vesta.
I paesi più importanti che si affacciano sul lago sono Idro, di cui vale la pena ricordare la splendida Pieve romanica; Anfo, con la Rocca, fortificazione di origine napoleonica che domina il lago e Ponte Caffaro, famoso per il suo Carnevale.Il re del lago è (era? “Salviamo il lago”!) il persico, ed i ristoranti della zona propongono appunto i filetti di persico, panati e con polenta d’accompagnamento, davvero gustosi; non manca naturalmente la trota, ai ferri o anch’essa panata.
Per il resto, la cucina è assimilabile a quella bresciana: troneggia, in stagione, lo spiedo bresciano e, tra i primi piatti, spiccano gli strangolapreti o malfatti, sorta di gnocchetti con verdure conditi con abbondante burro fuso e formaggio.
Parlando di formaggi dobbiamo nominarne due che, anche se non propri del lago d’Idro, vengono da due zone confinanti e la fanno da padroni, nonché da grandi protagonisti.
Il Bagòss, che viene dalla zona di Bagolino e dell’alta Val di Caffaro, ed il Tombea, dalla zona della Val Vestino: due prodotti “di nicchia” che fanno parte di diritto dell’elite dei formaggi italiani.Ponte Caffaro, alla testa del lago, fronte nord, è una bella località posta nella piana del Chiese, dove il fiume dà vita al lago.
Sebbene disti non poco da Bagolino, che è raggiungibile attraverso la statale del Caffaro oppure attraverso una piccola strada che tocca i pittoreschi e montani abitati di Riccomassimo e Cerreto, amministrativamente Ponte Caffaro è frazione del comune di Bagolino.
Da qui derivano usanze particolari, tra cui la più famosa è quella del carnevale Bagosso, che ha in Ponte Caffaro una sua naturale appendice: nei giorni del Carnevale anche Ponte Caffaro è invaso da allegri e leziosi “Balarì” e dai più rudi “Mascher”, mentre le musiche tradizionali percorrono l’aria.

2 commenti in “Salviamo il lago!
  1. Avatar commento
    vsdnyewmo ktjhoxpcy
    27/09/2007 14:09

    corjtw dzhrjpc tyxzvre pzcosq dfcyjbv jrgwbpf akgjpf

  2. Avatar commento
    cigo
    17/05/2006 23:37

    Il mio commento può essere di parte, anzi, certamente è "di famiglia"; ma anch'io come Ricky godo delle bellezze del Lago d'Idro praticamente da tutta la vita. E ogni volta (l'ultima non più di tre giorni fa) mi sorprende, ogni volta non resisto ad un commento del tipo "mi ricorda tanto un fiordo norvegese", oppure "siamo nelle Highlands". Invece, e proprio qui sta l'incredibile, è semplicemente un luogo magico in provincia di Brescia, uno di quei posti di grande bellezza ma a cui siamo ormai abituati e che purtroppo guardiamo frettolosamente, come scrive Ricky. Quindi, voglio unirmi e gridare SALVIAMO IL LAGO, prima che sia troppo tardi!!! Il modo migliore è andarci, vi assicuro che non ve ne pentirete

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