Portogallo: diario di viaggio

Con Alessandro alla scoperta del lembo sud-occidentale d’Europa

Salve!io sono Alessandro e nell'agosto del 2001 ho fatto un viaggio in Portogallo della durata di 16 giorni.
Inizialmente avevo pensato di partire in macchina e di fare tappa in Francia e Spagna; poi la sensazione che in questo modo sarebbero stati pochi i giorni di effettivo soggiorno portoghese mi ha indotto a modificare i piani.
Ad ogni modo il mio viaggio in Portogallo è iniziato qualche giorno prima dell'imbarco all'aeroporto di Fiumicino sul volo Tap Air Portugal, destinazione Lisbona, ed esattamente al momento della scelta delle guide turistiche.
Mi sono affidato alla Guide du Routard e alla guida EDT (Lonely Planet), ottenendo in questo modo un ottimo mix, sia dal punto di vista delle indicazioni dei luoghi da visitare che dal punto di vista ristorazione/alloggio.
Atterrato all'aeroporto lisboeta intorno alle nove di sera, il primo impatto con la città si è limitato ai larghi viali (avenidas) che conducono verso il centro città; il mio albergo, la Casa de Sao Mamede, prenotato da Roma telefonicamente grazie al suggerimento di un collega che ci era stato pochi mesi prima, si trovava nel Bairro Alto, zona molto centrale ed al tempo stesso tranquilla, ben collegata sia a piedi che con i mezzi pubblici (comunque considerate che i taxi sono molto economici).
L'albergo è molto accogliente, su due piani e con una bella facciata, con interni in legno e molti azulejos alle pareti, scale e corridoi che si intrecciano e stanze di varie dimensioni, tutte arredate con mobili in stile e con aria condizionata.
Lisbona è innanzitutto una città da girare, per respirarne l'atmosfera, per cercare di cogliere l'essenza della sua malinconia, che traspare dalle facce della gente, dall'architettura urbana, dai negozi.
Per alcuni versi non troppo dissimile dalle altre capitali europee, per altri se ne discosta ed emerge la sua tipicità, e ci si trova repentinamente a contatto con professioni di strada da noi ormai dimenticate o decisamente insolite (dal lustrascarpe al plastificatore ambulante di documenti!!!), con i caratteristici vicoli dell'Alfama, stretti e traboccanti di vita, dove il tram sfiora le facciate delle case e per passare a volte deve aspettare che i vecchietti si alzino dalle loro sedie.
Oltre al quartiere dell'Alfama, a Lisbona c'è ovviamente dell'altro, da vivere e da vedere: dal quartiere del Chiado, con i locali frequentati da Pessoa, all'Expo, tutto acciaio, cristallo ed architettura d'avanguardia, passando per lo stile manuelino del Mosteiro de Jeronimos, per la Torre di Bélem, per gli spostamenti a bordo dell'electrico n° 28 o delle numerose funicolari che aiutano ad affrontare le salite più ripide.
Un aspetto sicuramente degno di nota è comunque costituito dal cibo: a Lisbona, e più in generale in tutto il Portogallo, si mangia benissimo.
Evidentemente pesce, crostacei, frutti di mare, e su tutto il baccalà, alimento nazionale che viene proposto secondo innumerevoli ricette (e nessuna tradirà le vostre attese!), ma anche carne, soprattutto maiale, spesso cucinato con accostamenti apparentemente bizzarri ma che si rivelano di assoluto rispetto (il "porco all'alentejana", ovvero lo spezzatino di maiale con le vongole, è uno di quei piatti che possono essere ordinati ovunque ci si trovi).
Per Lisbona vi suggerisco due nomi su tutti:- la Cervejaria da Trinidade, dove in un ambiente unico, circondati da azulejos che ricoprono le pareti delle grandi sale, potrete degustare eccellenti gamberi e granchi giganti (rispettivamente camarao tigre e sapateira, ma occhio al conto!), accompagnando il pasto con un'ottima birra della casa,- la Casa do Alentejo, circolo regionale ospitato da una casa moresca del 17° secolo, dove si mangia in una sala da ballo incantevole e malinconica, nella quale Tabucchi ha ambientato parte del sogno del suo Requiem e dove non ci si stupirebbe di imbattersi in Pessoa o nel Marchese di Pombal!Dopo avere ritirato la mia Seat Leon alla Hertz, la mattina dell'11 agosto mi sono diretto verso l'Alentejo.
Si tratta probabilmente della regione più bella e affascinante del Portogallo, con i suoi paesi molto curati ed i suoi panorami che ricordano quelli toscani.
Nel programmare la sua visita occorre tuttavia tenere presente che è una regione molto calda, dove il termometro nelle ore centrali della giornata arriva a toccare i 35°.
Due pernotti ad Estremoz, di cui uno nella pousada storica ospitata all'interno del castello, mi hanno consentito di visitare molto bene tutta la zona, da Evora, rinomata per la sua cattedrale, alle meno note, ma non per questo meno interessanti, Borba, Vila Viçosa, Elvas e Evoramonte.
Due parole per ciascuno di questi paesi:- a Borba potrete perdervi tra i vicoli che costeggiano le case basse imbiancate a calce, e curiosare nei molti negozi di antiquario,- a Vila Viçosa, in una zona conosciuta per i suoi marmi, merita di essere vista la grande piazza quadrata su cui si affaccia il palazzo dei duchi di Braganza (Paço Ducal),- a Elvas, a pochissimi chilometri dal confine spagnolo, valgono senz'altro una visita il castello con la sua vista mozzafiato e l'acquedotto a quattro piani di arcate sovrapposte,- Evoramonte, piccolissimo borgo a metà strada tra Evora e Estremoz collocato in cima a un colle, merita una piccola deviazione, non fosse che per i suoi panorami e per i suoi anziani.
Per concludere con l'Alentejo, beh, se avete intenzione di trascorrere almeno una notte in una pousada, sappiate che quelle di Estremoz, di Evora e di Crato (sempre nella zona), sono tra le più belle di tutto il Portogallo!Se prenotate in anticipo potrete riuscire ad ottenere una delle stanze al primo piano, quelle più antiche e meglio arredate.

Ah, quasi dimenticavo!
Ad Estremoz non potete mancare di mangiare nella piccola e nascosta tasca (taverna) A talha, i cui locali sono dominati dai grandi orci da olio e dove verrete accolti con la massima semplicità (per tacere del cibo, che è veramente ottimo ed economico!).
Per dirigersi verso nord, in direzione di Castelo de Vide, anziché fare la strada diretta verso Portalegre (via Monforte) vi suggerisco la strada che passa un po' più larga e tocca Souzel, Crato e Alter do Chao, più stretta, ma molto poco trafficata, oltreché immersa in un bellissimo panorama.
Il paio d'ore che ho dedicato a Portalegre si giustifica solo con il desiderio di assaggiare il rinomato dolce locale a base di mandorle, il toucinho do céu; per il resto la cittadina non offre nulla di particolare, la cattedrale non è niente di che.
Tutt'altra impressione lasciano Castelo de Vide e Marvao, separate da pochi chilometri l'una dall'altra.
Io ho dormito in un tourismo rural (sorta di agriturismo) con piscina, gestito da una coppia franco-portoghese a Escusa, proprio a metà strada tra i due paesi.
Le attrattive più interessanti di Castelo de Vide sono senz'altro il castello, la judiaria, con la minuscola sinagoga segnalata come la più antica di tutto il Portogallo, e la fonte da Vila, in una simpatica piazzetta nella quale si trova, tra l'altro, un negozio di ceramiche in cui è possibile trovare oggetti molto artistici e originali.
Per la cena, il ristorante Dom Pedro V si è rivelato ottimamente all'altezza.
Per quanto riguarda Marvao, potrei dire che è uno dei paesi più belli incontrati durante tutta la vacanza, se non fosse che appare un po' troppo finto: tutto appare fin troppo curato per essere portoghese! comunque il consiglio è di non mancare di andarci, di passeggiare per i vicoli e le scalinate, piuttosto che di seguire il camminamento lungo gli imponenti bastioni (fate attenzione se soffrite di vertigini come me); se poi riuscite a far combinare la vostra visita con il calar del sole, allora non perdetevi lo spettacolare tramonto che si gode dal castello.
A questo punto del viaggio avrei voluto spostarmi verso l'estremità nord-orientale del Portogallo, verso quel Tras-os-Montes che le guide descrivono come la regione più povera e meno turistica del Paese, e cercare un pernotto a Bragança o a Miranda do Douro.
Questa regione mi aveva infatti assai incuriosito, per via della sua arretratezza e del suo essere terra di frontiera, e tuttavia ho dovuto modificare i miei programmi, un po' perché temevo di sacrificare una giornata che avrei potuto rimpiangere durante la seconda metà del viaggio, e un po' perché al termine di un'intera giornata al volante sono arrivato sul posto privo della necessaria "fantasia".
E così ho deviato verso ovest, mi sono diretto verso Amarante, dove in modo abbastanza casuale mi sono imbattuto nel migliore pernotto del viaggio, presso la Casa de Pedra (tourismo rural), nella bella residenza di un'accogliente signora portoghese, maestra elementare prossima alla pensione, con cui ho passato piacevoli mezz'ore a conversare sorseggiando vino Porto, scoprendo numerosi spaccati di vita portoghese.
Amarante è una piacevole cittadina che si adagia lungo il fiume Douro, ma la sua posizione acquista particolare importanza perché può costituire una buona base per le visite a Guimaraes (circa 30 km) e a Braga (altri 20).
Se potete, cenate al ristorante O Mulas; a me l'hanno consigliato e io ne faccio passa parola: ci sarà un motivo?Io ho visitato entrambe le città nell'arco di una giornata; considerate che le strade che le uniscono e che le collegano con Amarante (e quindi con l'autostrada per/da Porto) non sono delle migliori, e inoltre che i frequenti lavori in corso, uniti alla disarmante "ambiguità" delle indicazioni stradali, prolungano considerevolmente i tempi di spostamento.
Ad ogni modo, a Guimaraes sono rimasto colpito dalla bella piazzetta medievale e dal castello austero ed essenziale, quasi minimalista, mentre di Braga rimangono impressi i bei giochi d'acqua nella piazza principale e l'atmosfera che si respira sedendosi ai tavolini del café A Brasileira o degli altri adiacenti locali storici.
Il tragitto da Amarante a Porto non richiede che un'ora scarsa di autostrada.
Porto è la seconda città del Portogallo, dopo Lisbona, ed è rinomata in tutto il mondo per l'omonimo vino, prodotto in numerose varietà con le uve della valle del Douro.

Tutti i produttori hanno la propria sede, le proprie cantine e in diversi casi il proprio museo lungo le rive del Douro, a Vila Nova de Gaia, la cittadina che si trova di fronte a Porto e con la quale è collegata da un bellissimo ponte, progettato da Eiffel, quello della Tour di Parigi.
A Porto ho trascorso solo poche ore: dall'ora di pranzo fino al mattino del giorno seguente.
Durante questo breve soggiorno sono rimasto affascinato e al tempo stesso colpito dal degrado di molti quartieri, soprattutto intorno alla Cattedrale, e giù a scendere verso il fiume.
Nei prossimi anni qualcosa dovrebbe cambiare, considerato l'intervento dell'Unesco che ha dichiarato la città "patrimonio dell'umanità" e il conseguente avvio di importanti lavori di ristrutturazione ed ammodernamento che coinvolgono strade, piazze, monumenti e edifici storici.
Inoltre Porto nel 2004 ospiterà, insieme ad altre città portoghesi, i campionati europei di calcio: tutto ciò dovrebbe contribuire ad una nuova immagine della città, con la speranza che non ne risulti smarrita la sua tipicità.
In questa città, nella sua piazza principale, mi è capitato uno degli episodi più buffi ed insoliti di tutta la vacanza: mentre giravo a piedi mi sono fermato a chiedere l'indicazione per un ufficio cambio ad una pattuglia della polizia, ebbene, visto che non riuscivo a capire le spiegazioni nella loro lingua, i due poliziotti mi hanno fatto accomodare sul sedile posteriore della loro auto e mi hanno scarrozzato a destinazione a mò di taxi!
Credo che non scorderò mai l'espressione degli altri automobilisti che mi guardavano dalle vetture ferme al semaforo, immaginandomi responsabile di chissà quali reati, come pure le mie espressioni di ilare sgomento che vedevo riflesse nello specchietto retrovisore nel momento in cui mi sono reso conto che i due stavano addirittura richiedendo informazioni via radio alla centrale sul luogo esatto dove accompagnarmi!Durante il tragitto da Porto verso Tomàr, ho fatto tappa a Aveiro, una piccola e anonima cittadina di mare costruita intorno ad un caratteristico villaggio di pescatori, che con eccessiva fantasia e assai poca modestia viene paragonata a Venezia: potete tranquillamente evitarla.
Le altre tappe della giornata sono state di gran lunga più interessanti: innanzitutto la poco nota Luso, con la sua foresta di Buçaco e l'omonimo sfarzoso palazzo, quindi Coimbra, dove la visita si è limitata all'Università.
Se desiderate fare una bella passeggiata in mezzo alla natura, poter osservare il verde e godere del silenzio incontaminato, allora la foresta di Buçaco è quello di cui avete bisogno.
La potrete raggiungere seguendo le indicazioni stradali per Luso, con una deviazione di pochi chilometri dall'autostrada.
Si tratta di un luogo apparentemente senza tempo in cui troverete piacevole rigenerarvi riposando un po' all'ombra di un albero di alto fusto oppure percorrendo a piedi uno dei numerosi sentieri segnati.
All'interno di questo luogo incantevole potete trovare l'omonimo palazzo, in parte visitabile ed in parte riservato agli ospiti dell'hotel "cinque stelle lusso" che si trova al suo interno; pare che sia uno degli alberghi più esclusivi del mondo, per tariffe e ambientazione!A Coimbra ho dedicato soltanto un paio d'ore, sufficenti per una veduta d'insieme della vecchia Università e per una visita alla sua biblioteca storica, ricca di volumi anichi di secoli.
Col senno di poi sarebbe stato il caso di dedicare qualche ora in più alla visita di questa importante città, sarà per la prossima volta!Alla fine della giornata sono giunto a Tomàr, una simpatica cittadina, disposta lungo le rive di un fiume.
Da segnalare i giardini e il ponticello pedonale con la ruota di mulino ad acqua, e le curate stradine che portano verso la piazza principale, dove la sera, di fronte alla cattedrale, ho ascoltato un concerto all'aperto di buona musica jazz.
Vale anche la pena di fare una visita all'antica sinagoga, che presto sarà affiancata da un museo.
Ma l'attrattiva principale è senza dubbio il magnifico Convento de Christo, con i suoi tanti chiostri, con la finestra manuelina e i begli azulejos.
All'ingresso vi verranno suggeriti tre itinerari, di diverse lunghezze a seconda del tempo che avete a disposizione: io ho scelto il più lungo, però nel corso della visita ho fatto numerose deviazioni.
In questa regione del Portogallo si concentrano tanti siti di interesse storico, e vale la pena raggiungerla avendo abbastanza tempo a disposizione.
Prima di dirigermi verso due tra le località più interessanti di tutto il viaggio, ovvero Alcobaça e Batalha, rinomate per i loro monasteri, ho dedicato una giornata ad una fugace visita a Fatima (che personalmente mi ha lasciato una pessima impressione, pare un circo), alle Grotte di Mira d'Aire (scendono fino a 110 metri sotto terra e si attraversano bellissime caverne naturali percorse da corsi d'acqua e ricche di stalattiti e stalagmiti) e a Nazarè, una sorta di Rimini sviluppatasi attorno ad un antico villaggio, dove si dice che i pescatori tiravano a riva le reti avvalendosi di bestie da tiro (il mio consiglio è di andarci per le belle spiagge che si estendono a perdita d'occhio e per la lotta tra onde e scogli che si gode dall'alto del promontorio, dove sorge il grande faro, ma sappiate che troverete prezzi sopra la media).
Dopo una notte a Nazarè, dopo una giornata di parentesi "religiosa-speleologica-marinara", mi rituffo nella storia, nell'arte, nell'architettura, ed è subito Alcobaça!Spettacolare esempio dello stile manuelino, chiostri ricchissimi, saloni e refettori: tutto stupendo, ma ciò che più ha colpito la mia fantasia, e che merita di essere ricordato, sono state le immense cucine, all'interno delle quali era stato addirittura deviato un corso d'acqua in modo da potere avere un continuo approvviggionamento di pesce freschissimo!Per quanto riguarda invece Batalha, ciò che veramente mi è rimasto impresso, ben aldilà del monastero in sé, è stata la cosiddetta cappella incompiuta, una costruzione imponente lasciata a metà, a cielo aperto, ma già ricca di opere d'arte, alla quale si accede attraverso un portale ricchissimo di decorazioni e di vari ordini di bassorilievi.
Dopo questa giornata ho raggiunto Obidos, un piccolo paesino (un vero gioiello) fortificato: un'altra tappa che non può mancare in una visita del Portogallo.

Ho dormito in un tourismo rural a pochi chilometri dal paese, ma non ne sono rimasto granché soddisfatto, anche perché all'interno del villaggio avrei potuto trovare soluzioni più caratteristiche, maggiore ospitalità ed inoltre risprmiare qualche escudo.
Il paese offre il piacere di lasciarsi girare, tra vicoli, piazzette, scalinate, archi che si chiudono sopra la vostra testa, muri imbiancati a calce, tanti fiori ovunque, per un attimo sembra di essere ritornati nell'Alentejo, tanta è la cura per i particolari e per l'arredo urbano.
Inoltre c'è la possibilità di mangiare benissimo e di fare un po' i turisti tra i souvenirs dei numerosi negozietti di artigianato che si trovano un po' dappertutto per il paese.

Lasciata Obidos ho trascorso qualche ora alla spiaggia di Sao Lourenço, che si affaccia in un tratto di mare rinomato per il suo forte vento e meta preferita di surfisti di ogni paese (nelle vicinanze, a Ericeira, si tengono abitualmente competizioni a livello internazionale).
A breve distanza dalla riva le onde sono alte anche più di un metro, e la temperatura dell'acqua non è certo incoraggiante, ma forse è solo questione di abitudine, visto che c'era parecchia gente che faceva il bagno.
Lungo le strade verso Cabo de Roca, l'estremità più occidentale d'Europa, si incontrano parecchi mulini a vento e in lontananza si possono anche vedere, distanti diversi chilometri, le imponenti eliche delle centrali eoliche, in fila sulla cresta delle colline, sempre in movimento.
Una volta raggiunto il Capo la spiegazione di tutti questi mulini a vento appare evidente: le raffiche di vento sono fortissime e a tratti si fatica a tenersi saldi sulle gambe.
Ad ogni modo lo spettacolo lascia senza respiro; ci si trova in cima ad una scogliera, alta forse un centinaio di metri, e di fronte c'è il Mare, centinaia, migliaia di chilometri di mare, e nient'altro.
Guardando verso il basso si scorgono le alte onde infrangersi contro la scogliera e di tanto in tanto si vedono spuntare dall'acqua speroni di roccia, alti anche decine di metri, costantemente ed instancabilmente accerchiati e scalati dalla bianca spuma delle onde.
Al tramonto lo spettacolo era veramente unico e avrei molto gradito trovare un posto per la notte lì nelle immediate vicinanze, una locanda, o che so io, magari colma di reti da pesca e con qualche anziano pescatore pronto a raccontare le sue storie del mare, con la pipa accesa ed il berretto di lana ben calato sulla fronte, però non è stato possibile, queste istantanee sono rimaste nel mio immaginario e tra l'altro non sono neppure riuscito a vedere acceso l'imponente faro, e non mi è rimasto che dirigermi verso Sintra, distante una quindicina di chilometri.
In realtà ho trovato da dormire a Colares, un paesino a metà strada, in un albergo che può sembrare una casa dello studente, ma che tutto sommato si è rivelato comodo e gradevole.
A Sintra avevo già dedicato una giornata intera durante l'iniziale soggiorno alisboeta.

L'avevo raggiunta in treno, con un tragitto di circa tre quarti d'ora dalla stazione ferroviaria del Rossio.
Si tratta di un paesino che offre molto da vedere e che è preferibile visitare in automobile, considerato che diversi dei suoi punti di interesse si trovano nel raggio di alcuni chilometri (se è vero che esiste un servizio di autobus privati che consentono di raggiungere tutte le attrattive, abbiamo anche riscontrato lo scarso rispetto degli orari indicati e l'eccessivo sovraffollamento dei mezzi).
Senz'altro occorre visitare il Palacio da Pena, un maniero arroccato in cima alle montagne che sovrastano Sintra, in puro stile Disney, con un'abbondanza di torri, torrette, merli e guglie, come pure il Palacio Nacional, nel cuore del paese, che non può passare inosservato, soprattutto per via degli imponenti coni bianchi che lo caratterizzano, ben visibili dall'esterno (si tratta del soffitto delle enormi cucine del palazzo: l'estremità dei coni in realtà è aperta e serviva da presa d'aria e luce).
Nel corso della mia prima visita mi sono soffermato anche sui caratteristici vicoli del centro, dove tra l'altro si trova l'ottima pasticceria Piriquita, e sul museo di giocattoli, dove sono esposti balocchi di ogni sorta.
Il mio ritorno a Sintra è stato invece caratterizzato da un approccio più culturale, grazie alla visita al Museo d'Arte Moderna.

Se siete anche solo un minimo interessati alla materia, allora non dovete assolutamente tralasciare questa bella e completa collezione, dove potrete ammirare opere, tra gli altri, di Warhol, Liechtenstein, Guttuso.
Il rientro a Lisbona è stato un po' triste.

La vacanza era ormai agli sgoccioli e si avvicinava il rientro a casa.
L'ultimo pomeriggio lo ho dedicato alla visita dell'orto botanico, che si trova nel Bairro Alto.
Arrivederci Lisbona, a presto Portogallo!

Mi auguro che questo diario di viaggio possa esserti stato utile per programmare il tuo prossimo itinerario portoghese, o comunque che ti sia piaciuto viaggiare insieme a me ripercorrendo idealmente le tappe e le esperienze della mia vacanza.

Scrivimi per domande e informazioni, per dirmi che il sito ti è piaciuto o anche solo per condividere le tue esperienze di viaggio.

4 commenti in “Portogallo: diario di viaggio
  1. Avatar commento
    bcrytfb5
    25/02/2005 17:45

    non lohl neanche letto!!!!!!!!!!!!!

  2. Avatar commento
    liok
    25/02/2005 17:43

    è stupendo non lo ho neanche letto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. Avatar commento
    ezio
    18/07/2004 18:14

    Mi e' piaciuta molto la descrizione, anche culinaria, perche' Alex deve essere un buongustaio da quel che capisco. Devo andare in Portogallo. Se ci sono altre notizie utili fatemi sapere. e dove sono i casino'. grazie

  4. Avatar commento
    Beppe
    12/06/2002 07:25

    ciao Alex, sto faccendo una ricerca su Spagna e Portogallo in previsione di un viaggio.Riusciro' in 15 gg a comprendere entrambi i paesi? Vado in Auto.Ora ho stampato il tuo diario...appena posso lo leggo. Comunque grazie lo stesso, sara' sicuramente utile. Ciao

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