Polonia, tante notizie per il viaggio!

Una guida esauriente per vivere il Paese in libertà

Perché andare in Polonia?
In effetti, nonostante l’effetto del papa “santo”, la Polonia non è una meta europea che si possa considerare ancora di moda. Per questo mi sono preso anche gli sfottò degli amici che ricordavano come solo Verdone in un suo noto film aveva scelto Cracovia per le sue vacanze estive!
Con la passione sfrenata per i viaggi che mi ritrovo quando non riesco a partire materialmente mi piace esplorare il mondo anche solo idealmente attraverso le riviste del settore o i siti web dedicati ai viaggiatori. Così, non avevo impiegato molto a capire che tra le mete europee ancora non visitate, la Polonia poteva essere inserita tra quelle maggiormente interessanti.
I fatti mi hanno dato ragione, la Polonia è una terra affascinante ed alcune città sono dei veri gioielli, assolutamente da visitare (ed aggiungo che Verdone aveva ragione a scegliere la Polonia per il gentil sesso: molte ragazze polacche sono davvero stupende).

INFORMAZIONI PRATICHE

DOCUMENTI
Viaggiando in auto occorrerà tener conto dei documenti in quanto si attraversano diverse frontiere. Il problema non si crea per gli adulti (sono tutti paesi entrati a far parte della Comunità Europea), ma per i bambini.
Per i bambini i documenti richiesti sono i seguenti:
documento sostitutivo della carta d'identità (foto autenticata rilasciata ai ragazzi fino a 14 anni) con il visto per l’espatrio della Questura (Austria, Polonia e Germania);
Tessera Bt rilasciata ai dipendenti delle Amministrazioni dello Stato (Repubblica Ceca);
Passaporto (Slovacchia).
Avendo solo i primi due ho necessariamente evitato di attraversare la Slovacchia.
Ovviamente carta verde per l’auto e tessera sanitaria (del nuovo tipo).

VALUTA
In Polonia si usa lo Zloty, ma in molti posti è ben accetto anche l’Euro anche se bisogna far attenzione al cambio.
Il cambio oscilla intorno ai 4 zloty per euro, ma le fluttuazioni sono però abbastanza consistenti come sotto specificato:
Giovedì 20 Luglio 2006
100 Euro = 401.684 Polonia - Zloty
100 Polonia - Zloty (PLN) = 24.89519 Euro (EUR)
Martedì 8 Agosto 2006
100 Euro = 387.974 Polonia - Zloty
100 Polonia - Zloty (PLN) = 25.77492 Euro (EUR)
Martedì 29 Agosto 2006
100 Euro = 394.884 Polonia - Zloty
100 Polonia - Zloty (PLN) = 25.32389 Euro (EUR)
Comunque per comodità ho sempre diviso per 4, anche se in nessun Kantor ho ricevuto 400 zloty per 100 euro. Spesso ho pagato con la carta di credito sperando di avere un cambio più conveniente rispetto a quello dei Kantor.

CARTA DI CREDITO
Ho utilizzato quasi sempre la Poste Pay Visa Electron, solo in pochissimi casi ho dovuto far ricorso alla carta Visa tradizionale.

TELEFONI CELLULARI
E’ una vacanza poco adatta a chi non può fare a meno del cellulare per parlare con l’Italia. Zona 2 con tariffe esorbitanti.

COSTO
Per nove giorni meno di 2.000 euro senza sperperare, ma non facendoci mancare nulla.CRACOVIA (KRAKOW)
Cracovia era l’antica residenza dei re, ed è sicuramente la città turisticamente più importante e conosciuta della Polonia. Il centro storico della città, dal 1978 fa parte dell'elenco del Patrimonio mondiale dell'Unesco ed è una città di una vitalità fuori dal comune con i numerosi eventi culturali, il festival di strada a luglio e le rievocazioni storiche in molti periodi dell’anno.
Tra le principali attrattive turistiche della città e dell’intera Polonia va inserito sicuramente il Castello Reale del Wawel, centro politico e culturale fino al 1600 che costituisce un simbolo dell’identità nazionale polacca.
Per visitare il castello reale del WAWEL occorre almeno mezza giornata, una giornata intera se non si ha l’intenzione di saltare almeno qualche sito.
Infatti occorre tener presente che il Wawel non è costituito da un’unica attrazione, ma da una serie di siti visitabili con distinti biglietti di ingresso. Le principali attrazioni sono:
State Rooms il biglietto costa 15 zl ed è possibile effettuare la visita individuale
Royal Private Apartments il biglietto costa 20 zl ed è possibile effettuare la visita solo come componenti di un gruppo di non oltre 10 persone con una guida (ovviamente non in lingua italiana)
Crown Treasury and Armoury il biglietto costa 15 zl
The Lost Wawel il biglietto costa 7 zl
Dragon's Den la grotta del drago costa 3 zl (da fare solo se viaggiate con i bambini)
Cathedral 10 zloty (la biglietteria è diversa da quella per le attrazioni precedenti e, gestita da una suora, si trova all’ingresso della cattedrale.
Io, viaggiando con dei bambini, ho dovuto fare delle scelte ed ho optato per visitare gli State Rooms, la Cattedrale ed ovviamente la grotta del drago.
Come detto in precedenza gli State Rooms si visitano anche individualmente e costituiscono un’attrazione di eccezionale interesse. Le stanze sono riccamente arredate e conservano straordinarie opere d’arte (mobili, quadri e ceramiche) con capolavori di maestri soprattutto italiani. Non mi dilungherò nel citare le singole opere contenute nelle diverse stanze (per questo le guide rimangono insostituibili), ma mi limiterò ad esprimere un giudizio personale: una visita interessante, ricca di contenuti e sicuramente da consigliare.
Se si ha poco tempo a disposizione mi sentirei di sconsigliare la visita agli appartamenti privati reali. Nei periodi di alta stagione turistica c’è molto da aspettare prima che arrivi il vostro turno (nel mio giorno c’era da attendere un’ora e mezza) e quindi è necessario prevedere l’intermezzo con un’altra visita.
Il castello è legato alla storia della Polonia e anche alla leggenda. In particolare a quella del drago che viveva in una grotta sotto al castello che trasformava quello che poteva essere un angolo di Paradiso in un posto da incubo. Il drago, infatti, decimava il bestiame ed uccideva anche gli esseri umani con predilezione per le fanciulle più giovani e belle (non a caso il drago aveva scelto la Polonia dove molte ragazze sono davvero stupende). Il principe individuò uno stratagemma per liberarsi dal drago. Predispose un animale (alcune storie riportano essere una pecora, altre un vitello) e lo riempì di zolfo. L’ingordigia e la voracità del drago lo portarono a divorare l’animale in un sol boccone e subito lo zolfo iniziò a provocare dei bruciori micidiali. Non avendo il malox, il drago, per spegnere i bruciori, si tuffò nella Vistola dove affogò.
Da Visitare anche la cattedrale del Wawel dedicata a San Stanislao vescovo patrono della Polonia. All’ingresso della cattedrale vi attendono delle ossa di dinosauro legate anch’esse alla leggenda: si dice infatti che fino al momento in cui le ossa rimarranno al loro posto anche la cattedrale sarà ancora in piedi. All’interno numerose cappelle degne di visita (soprattutto quella di San Sigismondo) e due attrazioni comprese nel prezzo: la torre di Sigismondo e le cripte reali. Si visita per prima la torre in quanto entrando prima alla cripta il percorso obbligato vi condurrà all’esterno della cattedrale.
La torre campanaria è famosa soprattutto proprio per la grande campana di due metri e del peso di oltre 10 tonnellate. Tutti si affannano a toccare l’enorme batacchio di oltre 350 kg di peso che, sempre per leggenda popolare, dovrebbe portare fortuna. All’interno finestra panoramica e altre due campane, ovviamente più piccole della precedente. Nella cripta uno spaccato di storia polacca con le tombe dei grandi di quella nazione.
Ovviamente Cracovia non è solo il Wawel, ma molto di più.
Come anticipato in precedenza il fascino della città si respira nelle vie del centro storico, in gran parte pedonali, con il baricentro nella spettacolosa Piazza del Mercato. Tutte le strade portano a Roma, a Cracovia tutte (le principali) portano al Rynek il cuore pulsante della città. La piazza è davvero enorme (tra le più grandi d’Europa), viva a tutte le ore del giorno e della notte (con i numerosi bar – restauracja e gli artisti di strada) e soprattutto piena di fascino. Di giorno e di notte sempre uno spettacolo attraente con ad ogni ora il suono interrotto dello hejnal (chiamata a raccolta) dalla torre più alta della Chiesa di Santa Maria. Questo suono è il simbolo musicale di Cracovia e viene sparso nei quattro punti cardinali da un trombettiere. Il trombettiere ricorda le vicende della coraggiosa sentinella che riuscì ad avvertire la popolazione dell’imminente invasione dei Tartari riuscendo a salvare la città prima di essere trafitto da una freccia (per questo il suono si interrompe bruscamente).
Il Rynek sarà una costante in tutte le cittadine polacche visitate e inequivocabilmente starà ad indicare la piazza principale del centro storico. Ovviamente ogni Rynek ha il suo nome, ma comunque in ogni città ci sarà un solo Rynek. Quello di Cracovia si chiama Rynek Glowny ed è una piazza dedicata al mercato di struttura quadrata con il lato di circa 200 metri. Il centro è occupato dal mercato dei panni (Sukiennice) ora pieno di bancarelle con souvenir di ogni tipo. Accanto al mercato dei tessuti la Torre del Municipio, ma il pezzo forte della piazza è il suo insieme, armonioso e pieno di fascino. Di sicuro interesse la Chiesa di Santa Maria – Bazylika Mariacka - (ingresso a pagamento su un lato – 4 zloty intero e 2 zloty ridotto ) che ha tra le attrattive principali la splendida pala d’altare.
Il fascino della piazza, a costo di ripetermi più del dovuto, è data dal suo insieme, dalle opere d’arte citate e dagli edifici mirabilmente restaurati che ne costituiscono la degna cornice. Molti di questi edifici sono adibiti a bar e restauracja, fra cui il celebre "Wierzynek".
Dalla piazza dipartono molte vie storiche ricche di palazzi di notevole interesse. Tra queste vie (in polacco Ulica) una citazione particolare merita via Florianska, che costituisce un tratto della via Reale attraverso la quale i regnanti entravano in città dal Wawel. In fondo alla via la Porta San Floriano e il Barbacane, un bastione difensivo davvero imponente. Nei pressi molti studenti della vicina accademia d'arte espongono i loro quadri.
Alta via di sicuro interesse è Ulica GRODZKA che porta in direzione nord dal Rynek, una via pedonale con la chiesa romanica di S. Andrea e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
Da visitare, inoltre:
Il Museo CZARTORYSKY, famoso ai visitatori italiani soprattutto per la presenza di un capolavoro attribuito a Leonardo: La dama con l’ermellino. Che il museo sia un’attrattiva particolare per gli italiani è testimoniato dal fatto che è uno dei pochi posti in Polonia dove è disponibile un’audioguida nella nostra lingua. Il museo merita di essere visitato non solo per la presenza dell’opera di Leonardo, ma per quella di Rembrandt, per la collezione di armi, per i sarcofagi etruschi, ecc.
Il COLLEGIUM MAIUS è l’edificio storico universitario della città e della Polonia. Tuttora in attività è un mirabile esempio di arte gotica. Anche se non avete molto tempo a disposizione, mi sembra opportuno dedicare qualche minuto almeno al cortile (tra l’altro è gratuito);
Museo Arcidiocesano che conserva alcuni oggetti appartenuti a Papa Giovanni Paolo II che ha trascorso diversi anni della sua vita al suo interno.
Kazimierz (il ghetto ebraico) è stata la location del film Schindlers List di Spielberg. Da vedere oltre alla piazza centrale, la sinagoga ed il cimitero ebraico. Sinceramente, forse per l’attesa sproporzionata, ma mi aspettavo qualcosa di meglio.
Un dettaglio importante. La macchina a Cracovia è inutile ed anche costosa da mantenere. Ogni sito si raggiunge agevolmente a piedi (solo il ghetto è un po’ più distante), ma con delle scarpe comode si raggiunge con poco tempo. Per i più “comodosi” si trovano moltissime auto turistiche elettriche che per cifre accettabili vi condurranno alle maggiori attrattive di Cracovia (Ghetto, Castello e Piazza del Mercato). Le auto quindi costituiscono un lusso superfluo per chi raggiunge la città in aereo (è meglio noleggiarle alla partenza da Cracovia). I parcheggi custoditi (anche a seguito dei crescenti furti di auto registrati in città) hanno alzato in maniera spropositata i prezzi che costituiscono per la media dei costi polacchi un vero salasso. Lo standard dei prezzi ovviamente è lo stesso (almeno per i due o tre parcheggi che ho contattato); nel mio caso ho speso 206 zloty per meno di 48 ore di parcheggio all’aperto al DONIMIRSKI PARKING – Kraków ul. Starowiślna 13-15. Sul sito pubblicizzano una tariffa di 70 zloty al giorno, io in realtà ne ho pagati 110, e mi sono sembrati un costo davvero eccessivo per lo standard dei prezzi in Polonia (di fatto il parcheggio costa di più di un pranzo medio per 4 persone o del pernottamento di una persona in una struttura economica).
Per questo si gira a piedi o per i più “spendaccioni” a bordo delle numerose carrozze parcheggiate sul Rynek (prezzo medio circa 25 euro).

WIELICZKA SAL MINE
Le miniere di sale (Kopalnia soli) di Wieliczka rappresentano una delle maggiori attrattive in un viaggio nella Polonia del Sud. A pochissima distanza da Cracovia non sono comunque agevolmente raggiungibili con l’auto propria. Non presenti nel mio navigatore sono state raggiunte con non poche difficoltà utilizzando le cartine. La maniera migliore per arrivarci da Cracovia è servirsi dei numerosi pulmini in partenza dall’inizio di Ulica Starowiślna, la strada che dal centro conduce al ghetto ebraico ( Kazimierz). Sulle guide ho letto che i pulmini partirebbero dalla stazione ferroviaria (o meglio dalla stazione dei Bus), ma io ne ho visti moltissimi partire dalla via sopra detta, decisamente più facile da raggiungere dal Rynek (è a pochi passi).
La visita necessita di non meno di mezza giornata.
Esistono degli orari in cui è possibile effettuare la visita guidata in Italiano, sicuramente da preferire: a luglio alle 13.00 ed in agosto alle 09.45, alle 13.00 ed alle 15.45. Ovviamente molto più frequenti le visite guidate in Inglese.
La visita delle miniere non è proprio economica, ma appare opportuno spendere anche i 20 zloty in più circa richiesti per la visita guidata. In definitiva 65 zloty per l’ingresso con visita guidata in lingua straniera.
Esistono due parcheggi nei pressi delle miniere. Uno più visibile dal lato opposto rispetto all’ingresso alla miniera ed uno a pochi metri dall’accesso. Ovviamente, considerando la parità di prezzo, è preferibile il secondo.
In alta stagione occorre prevedere una discreta fila per fare il biglietto (anche due ore) per l’assurda apertura di una sola cassa per i viaggiatori individuali (davvero incredibile). Nel mio caso, mia moglie, visto che mancava appena mezz’ora alla partenza del tour guidato in italiano, è riuscita a convincere l’addetto a farci spostare nell’inesistente coda dei gruppi.
La miniera, unica nel suo genere per dimensioni e ricchezza delle opere presenti all’interno, è visitabile solo in parte. Complessivamente sono stati scavate gallerie per 300 km distribuite su nove livelli fino alla profondità massima di oltre 320 metri.
Sono visitabili solo i primi 3 livelli fino ad una profondità massima di 135 metri.
La miniera è conosciuta per la salubrità dell’ambiente interno tanto che ad oltre 211 metri sottoterra è stata realizzata una struttura sanitaria per la cura delle malattie croniche e per quelle della pelle.
La miniera, così come specificato dalla guida, non è più attiva per l’estrazione del sale, ma solo come sito turistico e sanitario. Negli ultimi anni l’estrazione veniva effettuata attraverso l’utilizzo dell’acqua che poi veniva fatta evaporare.
Una serie abbastanza lunga di gradini conduce al primo livello ed immediatamente appaiono le prime opere presenti nelle gallerie realizzate interamente in sale.
Tra le varie opere presenti ricordiamo:
La Sala Niccolò Copernico lo scienziato che avrebbe visitato la miniera nel 1493;
La Cappella di Sant’Antonio;
La sala della Leggenda Santa legata alla leggenda della principessa Cunegonda che, su ispirazione divina, avrebbe scoperto le miniere di sale gettando il suo anello di fidanzamento;
La sala Bruciata dove viene reso omaggio alla figura dei cosiddetti penitenti, un ruolo fondamentale nell’economia della miniera perché erano i minatori che avevano il compito di individuare gli accumuli di gas nelle gallerie poco areate al fine di evitare i pericoli di esplosione;
La sala di Casimiro il Grande;
La sala Pieskowa Skala nella quale sono presenti due gnomi uno dei quali saluta i turisti. La leggenda vuole che ricambiando il suo sorriso si abbia fortuna. Il secondo nano fa una smorfia di dolore per un infortunio legato al gioco del pallone;
La grotta dei nani;
La Cappella della Croce dove sul lato destro si notano le tracce di un antico metodo di estrazione del sale;
La cappella della principessa Cunegonda, unica parte dove è necessario pagare un biglietto extra di 10 zloty per fotografare. La cappella, enorme e fantastica, è arricchita da numerose opere d’arte realizzate in sale tra cui uno spettacolare crocifisso, una stupefacente riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo e la statua del Papa. Eccezionali anche i lampadari di cristalli di sale;
Sala Michalowice;
Sala Drozdowicw con un monumento a due minatori carpentieri;
Sala Stanislaw Staszic;
Sala del Tesoriere;
Abbastanza kitch la banda presente all’interno della miniera, molto più interessante lo spettacolo di pochi minuti sulla base della musica di Chopin (per quanto ricordo).
Nell’ultima grande sala un locale ristoro e la possibilità di acquisto di souvenir.
A questo punto (un ora e 40 circa di visita) si può optare per dirigersi all’uscita o per proseguire con la visita del museo..
Particolarmente rilevante anche la coda all’uscita (almeno 40 minuti di attesa) poi un avventuroso viaggio con i velocissimi montacarichi utilizzati come ascensori (anche questa un’esperienza del tutto particolare).

AUSCHWITZ e BIRKENAU
Curiosità macabra o necessità di tener vivo il ricordo dei crimini compiuti dai nazisti?
A meno che uno non abbia qualche rotella che gira in senso contrario al dovuto non credo che possa essere la prima motivazione a determinare un viaggio nei due campi di concentramento, tristemente famosi in relazione ai milioni di ebrei che vi hanno trovato la morte.
Dopo approfondita valutazione ho ritenuto opportuno portare anche i miei bambini, ovviamente adeguatamente predisposti. Certo con quello di 3 anni non ho avuto alcuna difficoltà (è ancora troppo piccolo per capire) mentre con quello di nove è stata necessaria un’adeguata preparazione alla visita.
Per la visita con i bambini è sicuramente necessaria una preliminare selezione (a cura di uno dei due genitori) degli ambienti da andare a vedere in quanto la crudezza di alcune foto nei locali dedicati a museo ad Auschwitz è davvero scioccante e sicuramente poco adatta ai più piccoli.
Auschwitz e Birkenau sono due tra i principali campi di concentramento e di sterminio utilizzati dai tedeschi nell’ultima guerra mondiale. Si trovano in territorio polacco, a poca distanza da Cracovia, ed a circa 3 km l’uno dall’altro.
Meno affollato di turisti Birkenau, ma sicuramente più impressionante come struttura visitabile. E’ il campo dove arrivavano i prigionieri con il treno per poi essere smistati, le rotaie, tristemente note perché immortalate in numerosi film o documentari sull’Olocausto, dal vivo fanno un’impressione ancor più raccapricciante. Dalla palazzina di ingresso, salendo all’ultimo piano, ci si può render conto delle mastodontiche dimensioni del campo e delle strutture ancora presenti (molto è stato distrutto dai tedeschi prima dell’abbandono del campo).
Comunque è davvero terribile lo sgomento che si prova a visitare le baracche ancora rimaste in piedi e visitabili con i miseri giacigli realizzati con letti a castello a tre posti sovrapposti.
A Birkenau il parcheggio è gratuito. Il sito viene anche chiamato Auschwitz II e gran parte dal campo è stato distrutto dai tedeschi in fuga nel vano tentativo di cancellare le tracce degli orrori perpetrati in nome di un fanatismo inspiegabile.
Molto ben conservato il blocco delle baracche situate immediatamente a destra rispetto all’ingresso. Nelle baracche tutto è rimasto com’era un tempo ed è terribile pensare al milione di ebrei che vi hanno soggiornato prima di essere uccisi.
Questa visione è davvero impressionante, a mio parere, molto di più dei casermoni in muratura di Auschwitz. La visita di questo campo ti fa rivivere il dramma di milioni di persone arrivate a Birkenau da ogni parte di Europa e barbaramente sterminati nei diversi campi polacchi. Ovviamente questi siti sono stati protetti e si visitano gratuitamente al fine di non dimenticare. In effetti difficilmente si riuscirà a cancellare dalla vostra mente l’immagine di quelle misere baracche, davvero un’esperienza toccante da imporre a quei pirla che ancora inneggiano al nazismo ed ai governanti iraniani che disconoscono l’Olocausto.
Auschwitz (Oświęcim in polacco) attualmente è una cittadina di circa 50.000 abitanti che si trova a circa 60 km ad Ovest di Cracovia ed a poca distanza da Katowice. In questo campo di sterminio furono uccise oltre un milione di persone, con netta preponderanza di ebrei.
Il campo, solo in parte distrutto dai tedeschi in fuga, conserva numerose tracce dell’orrore di cui è stato testimone. Il campo che in origine era una caserma dell’esercito polacco fu poi destinato a campo di concentramento con i diversi fabbricati utilizzati per “ospitare” gli ebrei fatti prigionieri, distinti per nazione di provenienza.
In gran parte ora è adibito a museo degli orrori, con impressionanti documenti fotografici, ed ancor più drammatici sono i locali dove vengono ancora conservati i capelli (che venivano utilizzati per produrre delle stoffe), le scarpe, gli occhiali, ecc.
Il punto più famoso del campo è sicuramente il cancello di ingresso con il cinico motto il lavoro rende liberi (Arbeit Macht Frei) immortalato in molte foto di Auschwitz.
Il cinismo dei nazisti era davvero incredibile, si andava dall’orchestrina che accoglieva i nuovi arrivati alle finte docce nelle camere a gas.
Ogni fabbricato è identificato con un numero. Nel blocco 10 venivano effettuati i criminali esperimenti medici con cavie umane. Nei pressi il muro della morte dove venivano fucilati i prigionieri.
Il blocco 11, definito della morte, in quanto vi erano le celle dove non si usciva vivi. Un particolare ricordo per Padre Maksymiliam Kolbe che donò la sua vita in cambio di quella di un altro prigioniero ed anche per questo suo eroico gesto d’amore è stato fatto Santo da Papa Giovanni Paolo II .
Nel perimetro del campo l’agghiacciante spettacolo offerto dalle recinzioni di filo spinato reso ancora più impenetrabile dalla corrente elettrica contro le quali alcuni prigionieri, ormai sfiniti dalle privazioni non solo alimentari, vi si lanciavano per trovare la morte.
Appena fuori dal campo si trova il blocco contenente le camere a gas ed i forni crematori.
All’ingresso ed all’interno del campo numerosi negozietti vendono guide in italiano con la piantina del sito. A pagamento si possono prenotare anche visite guidate e si può accedere al documentario sulla liberazione del campo ad opera dei russi.
Al campo si arriva o con i pulmini turistici in partenza anche da Cracovia, o con il treno + taxi dalla stazione o con l’auto propria. In quest’ultimo caso ci sono due parcheggi: uno proprio davanti al campo al costo di 7 zloty, un altro dall’altro lato della strada sicuramente più economico. Attenzione al cambio: per 7 zloty mi hanno chiesto 3 euro!
Da prevedere almeno mezza giornata per una visita non superficiale ad entrambi i campi.

CZESTOCHOWA
Da sempre il nome di questa cittadina polacca è strettamente collegata al suo monumento più importante: il Santuario Fortezza di Jasna Gora.
E’ sicuramente il luogo di culto più importante della Polonia, meta di numerosissimi pellegrinaggi.
Tra i santuari mariani che ho visitato (Loreto e Lourdes) quello di Czestochowa è quello che evidenzia meglio la potenza della fede. Negli altri santuari l’aspetto commerciale ha preso ormai il sopravvento, ai fedeli si mescolano orde di turisti chiassosi con poco rispetto per il luogo sacro.
A Czestochowa la sensazione è diametralmente opposta; in ogni angolo del santuario (immenso) si trovano dei pellegrini che non hanno alcun timore ad evidenziare la loro fede. In generale nel popolo polacco il sentimento religioso appare decisamente più forte di quello di noi italiani. E’ frequente trovare le chiese polacche gremite di fedeli in preghiera e questa dimostrazione di devozione trova la sua massima espressione proprio nel santuario mariano di Czestochowa.
Contrariamente ad altri santuari a Czestochowa l’immagine della Madonna non è rappresentato da una statua, ma da un quadro di legno di tiglio delle dimensioni di circa 120x80. Con il tempo l’icona si è progressivamente annerita ed anche per questo è conosciuta da molti come la Madonna Nera di Czestochowa. Per evitare un ulteriore annerimento del quadro sarebbero vietate le foto con i flash, ma purtroppo qualche pirla che la scatta si trova anche in Polonia. Io per avere un ricordo del quadro, come consigliato dalle guide, ho fotografato la riproduzione presente nella Sala dei Cavalieri.
Nel 1430 il quadro fu oggetto di una profanazione con il conseguente sfregio che, nonostante il restauro, è ancora visibile.
Il santuario è anche una fortezza ed un episodio storico ne evidenzia l’impenetrabilità.
Nel 1655 un esercito svedese assaltò la fortezza, che riuscì a resistere e così gli invasori dopo 40 giorni di assedio furono costretti alla ritirata.
Nei momenti nei quali l’immagine mariana viene esposta al pubblico, nel restante periodo il quadro è coperto da una lastra d’argento, centinaia di fedeli si inginocchiano in preghiera.
Nella cappella della Madonna sono migliaia gli ex voto lasciati nel luogo sacro a seguito di una grazia ricevuta.
Nel prospiciente museo si trova anche il premio Nobel di Lech Walesa e alcuni cimeli donati dal Papa Giovanni Paolo II tra cui quelli relativi all’attentato subito dal compianto Pontefice.
All’interno del museo l’unico negozietto per acquistare un ricordo del santuario gestito da una suora che parla ottimamente la nostra lingua avendo trascorso diversi anni in un monastero umbro.
Per il resto poco o niente da vedere a Czestochowa per cui mi sentirei di sconsigliare (come invece ho fatto) un pernottamento nella cittadina prevedendola al contrario come tappa in un viaggio tra Cracovia e Breslavia. Io ho optato per la sosta in quanto viaggiando con i bambini lo spostamento tra Cracovia e Breslavia via Czestochowa mi era sembrato eccessivamente faticoso. Oggettivamente il viaggio rimane lungo ed abbastanza impegnativo soprattutto nel tratto tra Czestochowa ed Opole sprovvisto di superstrada. Qualora non si voglia prevedere una tappa a Czestochowa sarà necessario comunque partire la mattina presto da Cracovia visti i tempi di percorrenza e quelli necessari per la visita del santuario.

BRESLAVIA (WROCLAW)
Capoluogo della Bassa Slesia è agevolmente ricordabile e pronunciabile in Italiano, non altrettanto in polacco: wrozz-uaf.
E’ definita da alcuni la Venezia polacca in quanto la città, situata in un’ampia vallata lungo il corso del fiume Oder, ha 112 ponti e 12 isole (piccole e grandi).
La città fu gravemente danneggiata nell’ultima guerra mondiale ed è stata successivamente ricostruita nei suoi monumenti più importanti. Significative in tal senso sono le foto pre e post ricostruzione del palazzo dell’Università.
La città è bellissima e ricca di storia con la conseguente presenza di monumenti di tutte le epoche e di attrattive sia naturali che artistiche.
La città è piena di parchi fluviali e chi, come me, viaggia con i bambini avrà a disposizione numerosi spazi verdi sulle rive dell’Oder con parchi giochi davvero ben realizzati.
Dato il loro spazio ai bambini (per i quali c’è anche uno zoo tra i più importanti dell’Est Europa) si passa agli adulti con le numerose attrattive della città.
A mio parere occorrerebbe valorizzare la città un po’ di più dal punto di vista turistico anche nella considerazione che, per elementi di richiamo, non avrebbe nulla da invidiare a Cracovia.
La scarsità di aree pedonali in centro, di indicazioni turistiche e di pattuglie della polizia (onnipresenti a Cracovia del tutto assenti a Breslavia) rendono il confronto ancora favorevole a Cracovia. Curiosamente anche alcuni prezzi sono un tantino più alti a Breslavia: dal cambio nei Kantor alle mitiche ciambelline di pane con i semi di sesamo - i preztel – .
Resta il fatto che il flusso turistico è notevolmente superiore a Cracovia ed il numero di carrozze presenti sul Rynek, unitamente alle auto elettriche turistiche ne è la testimonianza più evidente.
Eppure Breslavia avrebbe numerosi assi da giocare ed è comunque una tappa da consigliare in un viaggio in Polonia.
In primis il RYNEK storica piazza, seconda solo a quella di Cracovia. La grandiosità e la vitalità della piazza è simile a quella di Krakow con i bar-restauracja in ogni lato della piazza e gli artisti di strada che la vivacizzano a tutte le ore del giorno.
Al centro della piazza troviamo il Municipio decisamente affascinante e sicuramente uno dei simboli della città, riportato nelle copertine di quasi tutte le guide turistiche di Breslavia.. Di struttura tardo gotica il municipio all’esterno è riccamente rivestito da opere scultoree. L’interno ospita un museo, visitabile a pagamento, ed è abbastanza interessante in particolare nella sala dei Cavalieri ed in alcuni portali.
Nei pressi del Rynek la chiesa di Santa Elisabetta, di stile gotico, che nel 2003 è stata dichiarata Basilica Minore. La chiesa ed il suo rinomato organo sono stati gravemente danneggiati da un terribile incendio nel 1976.
Accanto l’imponente torre dove al costo di 5 zloty salendo una ripida scala a chiocciola si riesce a godere un’eccezionale panorama sulla città. Decisamente scomodo l’incrocio tra chi sale e chi scende.
La piazza del sale adiacente al Rynek è abbastanza suggestiva anche se andrebbe pedonalizzata per renderla ancor di più interessante.
Non distante dal Rynek, in direzione dell’Oder, troviamo il palazzo dell’Università che all’interno (visitabile a pagamento) ha un capolavoro barocco: l’aula Leopoldina.
Non sono un amante dello stile barocco, ma questa aula è davvero un capolavoro, per cui conseguire la laurea in quell’ambiente dovrebbe dare delle sensazioni del tutto particolari.
Questa aula deve il suo nome al fatto di essere stata donata dall’imperatore Leopoldo d’Asburgo ai Gesuiti e come accennato in precedenza viene usata come Aula Magna dell’Università in cui si tengono le discussioni delle tesi di laurea, l’inaugurazione dell’Anno Accademico, conferenze e concerti.
Nel percorso turistico non potrà mancare la visita all’isola di sabbia (Wyspa Piaskowa) e l’Isola della Cattedrale (Ostrów Tumski), dove sono concentrati molti edifici di carattere religioso ed in particolare la stupenda cattedrale a due torri (attualmente in fase di parziale restauro), anch’essa in stile gotico.
Comunque l’opera più singolare ed affascinante della città a mio parere è il Panorama della Battaglia di Raclawice. Questo diorama è davvero imponente, vi si accede tramite una piattaforma dove seguendo le indicazioni di un audioguida (anche in Italiano) si cammina osservando la mastodontica tela alta 15 metri e con una circonferenza di 120 metri. La tela per effetto della circolarità e della concavità della parete d’appoggio ha un realismo fuori dal comune e da una sensazione di movimento.
L’effetto realismo è incrementato dalla presenza di rami, terra ed oggetti che sapientemente collocati e lavorati presentano una continuità con l’immagine riprodotta nella tela (ad esempio dei solchi presenti sul dipinto continuano nella terra apposta all’estremità dello stesso).
Per comprendere il quadro occorre avere un’idea dell’episodio storico a cui si fa riferimento: La battaglia di Raclawice.
La battaglia avvenne nel 1794 tra gli insorti polacchi guidati da Tadeusz Kosciuzko e le preponderanti truppe russe. Il condottiero polacco, che aveva attivamente partecipato alla Rivoluzione Americana, alla guida di un gruppo di patrioti polacchi decise di insorgere contro l’invasore straniero.
In effetti le truppe russe erano notevolmente più potenti ed attrezzate, ma l’intera nazione polacca si mobilitò con truppe formate essenzialmente da contadini che per realizzare delle armi avevano legato le proprie falci all’estremità di alcuni bastoni. Lo scontro tra i due eserciti avvenne in prossimità del villaggio di Raclawice e durò alcune ore. La parte principale del dipinto mostra truppe di contadini che si lanciano contro i cannoni russi. L’azione improvvisa dei contadini disorientò le truppe russe e presto la battaglia divenne una lotta furibonda corpo a corpo tra polacchi e russi.
I polacchi dopo aver sfondato il centro dello schieramento si lanciarono all’attacco sul fianco sinistro ed un intero battaglione di soldati russi venne completamente annientato.
Le truppe russe iniziarono a ritirarsi disordinatamente perdendo numerosi uomini e mezzi (cannoni, fucili e munizioni). Complessivamente ci furono circa mille caduti sulle file russe e meno di quattrocento in quelle polacche.
Proseguendo nell’osservazione del quadro si notano alcune contadine intende a soccorrere i feriti nei pressi di una fattoria.
Questa battaglia ebbe una rilevanza limitata dal punto di vista militare, ma ebbe una notevole importanza psicologica in quanto rese i polacchi consapevoli delle proprie possibilità e coscienti della necessità di opporsi all’invasione straniera. In questa battaglia per la prima volta in Polonia furono mobilitate delle imponenti masse popolari che combatterono per la propria patria.
Il quadro ebbe numerose vicissitudini. Il panorama che si trovava a Lublino, quando questa cittadina diventò sovietica (Lvov) – ora Ucraina - fu spostato a Cracovia per il restauro e poi a Varsavia. Solo recentemente ha trovato la nuova e definitiva collocazione.
La visita guidata a pagamento (30 zloty per due adulti ed un bambino) dura circa mezz’ora.
L’opera si trova in Ul. Purkyniego nr. 11 – tel (0-71)3442344. Venendo dall’Hotel Mercure Panorama dove ho alloggiato si va destra fino alla via suddetta (un’agevole passeggiata a piedi).
Durante la mia visita erano frequenti i cantieri di lavoro in giro per la città. Probabilmente l’anno prossimo la troverete ancora più bella.Sensazionali le offerte della catena accorhotels riportate ai seguenti siti: www.accorhotels.cm e www.orbis.pl .
Sul sito troverete delle offerte micidiali, con prezzi raramente reperibili altrove. Basti pensare che abbiamo dormito (2 adulti e due bambini ) in un hotel 4 stelle a Vienna pagando solo 69 euro.
Tralasciando gli hotel di Vienna e Monaco della stessa catena, in Polonia abbiamo utilizzato i seguenti hotel:
Novotel Katowice Centrum Al. Rozdzienskiego 16 40-202 KATOWICE
Tel : (+48)32/2004444 Fax : (+48)32/2004411
L'hotel, con 287 stanze climatizzate (con TV satellitare e pay TV, telefono, internet e minibar), è situato nei pressi del centro cittadino. Occorre considerare che Katowice non ha un centro storico come le altre città della Polonia del mio itinerario e che è stata scelta come tappa di avvicinamento a Cracovia per non fare troppi km da Vienna. L’hotel ha in prossimità dell’ingresso un parcheggio a pagamento custodito.
Struttura moderna dotata di tutti confort dalla piscina, alla sauna.
Prezzi ridotti nel fine settimana: 211.23 zloty per una camera in 4 e 58 zloty per la colazione (prezzi della notte tra il 30 ed il 31 luglio 2006)
Discreta la camera ed abbondante e variegata la colazione
Si può cambiare valuta all’adiacente casinò con un tasso non propriamente favorevole.
Nota positiva, all’ingresso ci hanno fatto trovare la versione stampata on line del quotidiano “la Repubblica”.
Ibis Czestochowa St. Jaskowska 22 (vicino Al Jana Paula II) vicino a Castorama. CZESTOCHOWA
Tel : (+48)34/343774500
L'hotel, abbastanza anonimo si trova nella periferia cittadina.
Ha un parcheggio gratuito all’esterno.
Il prezzo è decisamente interessante, ma mi sentirei di consigliarlo solo se non si riesce a far tappa a Cracovia o Wroclaw, inserendo Czestochowa nel viaggio tra una città e l’altra.
Hotel Mercure Panorama-pl. Dominikanski 1 50-159 Wroclaw
tel. + 48 71 32-32-742 fax: + 48 71 344-36-81
Una sistemazione eccellente, per la quale mi gioco il bonus.
Mi sono avvalso dell’offerta denominata Family Package a 550 zloty per due notti in 4 compresa la colazione.
L’hotel ha un rapporto qualità prezzo commovente.
Mi hanno dato la camera 305 molto ampia con un bagno enorme dotato di ogni confort. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo la TV SAT non aveva il canale italiano.
Colazione micidiale, a livello di un pranzo: salumi formaggi, pesce e nei contenitori metallici (wurstel, bacon, uova, ecc.). Ovviamente anche frutta, cereali, marmellate, ecc. Un buffet davvero eccezionale come varietà e continuamente rifornito.
Per chi arriva in auto garage convenzionato pochi metri prima dell’ingresso dell’Hotel. Dal garage (il parcheggio dell’hotel è al livello b) si arriva direttamente in hotel (con 5 zloty mi sono fatto amico il custode del parcheggio che si è messo immediatamente a disposizione). Dal parcheggio si accede direttamente al 4 piano dell’hotel di fronte agli ascensori per andare in reception..
Dall’hotel, con un sottopassaggio, si arriva alla via pedonale che conduce al Rynek (5 minuti a piedi).
Sicuramente una scelta indovinata, la migliore di tutto il viaggio.
A Cracovia, seguendo il consiglio di un viaggiatore il cui racconto è onnipresente sul web, ho soggiornato in un appartamento preso in affitto per due giorni. In realtà ho dovuto cambiare sistemazione alloggiando la prima notte in un appartamento con l’uso cucina e la seconda in un altro senza uso cucina, ma in questo caso con la colazione compresa. Gli appartamenti sono davvero carini, grandi ed arredati con buon gusto. Lo spazio disponibile era davvero tanto e la sistemazione a due passi dal Rynek davvero eccellente. L’appartamento è di proprietà della stessa gestione del ristorante:
Orient Ekspres
31-043 Cracow, PL Stolarska St 13 tel. +48 12 4226672 E-mail :info@orient-ekspres.krakow.pl

Come dicevo è facile da raggiungere dal Rynek, in quanto si trova sulla prima traversa a sn di via SIENNA, nei pressi del consolato Americano (con una pattuglia della polizia in costante vigilanza). Unico handicap la mancanza di un parcheggio nelle immediate vicinanze per cui un po’ di scomodità nella gestione dei bagagli per chi arriva in auto.
La notevole vicinanza al Rynek è un vantaggio notevole in quanto da la possibilità di vivere in pieno questa affascinante città in ogni ora del giorno e della notte e non essere particolarmente condizionati dalla mutabilità delle condizioni climatiche.
Avendo un bambino di 3 anni ho concordato un prezzo di 280 zloty a notte (senza colazione quando avevo l’uso cucina e con la colazione compresa per l’appartamento senza locale cucina).
Ho avuto i contatti con Izabela che parla un eccellente inglese.
Volendo si può concordare una sorta di mezza pensione utilizzando il ristorante omonimo davvero di buona qualità.
Davvero una sistemazione da consigliare e se dovessi tornare a Cracovia non avrei dubbi sul dove soggiornare.KRAKOW
Bar Grodzki, 31-006 Kraków ul. Grodzka 47 (0-12) 422-68-07
Facile da raggiungere dal Rynek imboccando ul. Grodzka e percorrendola per oltre la metà. Il civico non è indicato all’esterno, ma alcuni portoni prima c’è il numero 51. Comunque si trova sulla destra, lasciando il Rynek alle spalle, ed ha l’aspetto di un’osteria vecchio stile.
Oltre alla qualità della cucina (discreta), all’abbondanza delle porzioni ed all’economicità del pasto (in 4 due adulti e due bambini abbiamo pagato l’equivalente di 17 euro) c’è un altro elemento che potrà essere particolarmente apprezzato dai connazionali: il titolare parla un pochino di italiano e, soprattutto, c’è un menu in lingua italiana (ho memorizzato il nome di alcune pietanze proprio in questo ristorante riuscendo ad orientare le successive scelte in altri locali).
Ovviamente non si ha il servizio di un ristorante vero e proprio, non c’è il coperto (questo a fattor comune in molti ristoranti stranieri), i piatti si ordinano e si ritirano da soli al bancone ed il bagno è all’esterno.
Menu scelto: 1 zuppa (pomodorowa), due piatti di gulasch, due cotolette, un contorno e le bevande: una scelta da consigliare vivamente per un pranzo rapido ed economico.

Orient Ekspres, 31-043 Cracow, PL Stolarska St 13 tel. +48 12 4226672 E-mail:info@orient-ekspres.krakow.pl
I proprietari del ristorante sono gli stessi dell’appartamento dove soggiornavo. Il ristorante, rispetto a quello precedente, è ancor più facilmente da raggiungibile dal Rynek, in quanto si trova sulla prima traversa a sn di via SIENNA, nei pressi del consolato Americano (con una pattuglia della polizia in costante vigilanza).
Il livello è abissalmente diverso dal precedente in quanto nel locale si cena (o nel cortile in maniera più spartana) o all’interno a lume di candela in un locale davvero carino, arredato con gusto. Qualità della cucina, almeno per le pietanze assaggiate, ottima.
Ho preso: due piatti di Penne pasta with mediterranean vegetables (unica pasta assaggiata in Polonia accettabile per i nostri gusti), una porzione di Baked pork filled with morels and baked potatoes (in pratica arrosto di maiale a fette con salsa di funghi e patate), Golabki – stuffed cabbage rolls (un piatto tipico polacco costituito da un involtino di foglia di cavolo con ripieno di carne trita saporita sul tipo salsiccia), Gundel crepe e le bevande.
Il prezzo, ovviamente risente della qualità del locale, ma è comunque risibile rispetto ai nostri standard: 42 euro in 4 (sempre due adulti e due bambini).

WIELICZKA
Restauracja Provincja
Non ho memorizzato l’indirizzo in quanto non lo ritengo un locale da consigliare. Comunque si trova immediatamente prima del grande parcheggio sul lato opposto della strada rispetto all’ingresso della miniera. All’uscita dalle miniere vi potrebbero consegnare un buono sconto del 10% sul costo del pasto. Prezzo e qualità del cibo sono accettabili, ma l’attesa per essere serviti è esasperante e rende poco piacevole la sosta in questo posto di ristoro.. Da scegliere solo se avete molto tempo da perdere.

CZESTOCHOWA
Ho cenato al ristorante dell’hotel Ibis, senza infamia e senza lode.

WROCLAW
Taverna Espanola, Rynek 53/55 Wroclaw tel. 071-343-65-98, 071-344-65-62
Arrivando al Rynek dall’albergo, attraverso la via OLAWSKA, occorre girare a dx e poi in fondo a sn.
Ovviamente come indicato dal nome servono cucina spagnola con porzioni abbondanti ed economiche di paella (in due 25 zloty). In generale, considerando che si sta mangiando nella piazza principale della città, un rapporto qualità, quantità e prezzo davvero eccellente. In tutto abbiamo speso 76,50 zloty in 4.

Pizza Hut
In realtà ci sono due locali di questa catena sul Rynek, ma uno non fa servizio al tavolo. Lo segnalo per evidenziare la diversità dei gusti tra noi ed i polacchi. Loro aggiungono alla pizza margherita una o due bustine di ketchup, davvero inconcepibile questa usanza per i nostri gusti.

PastaBar, Wrocław, św. Antoniego 15. Ipotizzando che il centro di Wroclaw sia un quadrante di un orologio con il fiume a dx troveremo questo locale ad ore 11.
Un locale da sconsigliare. Scelto solo perché i piccoli erano in astinenza da carboidrati e perché segnalato dalla guida Lonely Planet. Da una catena si poteva pretendere molto di più sia in termini di qualità del cibo (davvero scadente) che di cortesia nel servizio.
Porzioni abbondanti a prezzi economici (sui 40 zloty senza bevande.

Zloty Pies, Wrocław, Rynek 41 – tel 071 372-37-60
Arrivando al Rynek dall’albergo, attraverso la via OLAWSKA, occorre girare a dx ed il locale si trova proprio all’angolo della piazza.
Una buona scelta, anche questa indicata dalla guida Lonely Planet, con una vasta offerta a prezzi non proprio economici per gli standard polacchi, ma decisamente convenienti per chi paga in euro. Infatti seduti sui tavoli all’aperto di un ristorante della piazza principale della città abbiamo pagato 131,50 zloty sempre in 4.
All’interno locali a botte collegati da scale.

KATOVICE
Pizza Hut
Il locale, del quale non ricordo l’indirizzo preciso, si trova nei pressi della zona universitaria vicinissima al centro cittadino. Si mangia anche all’aperto e servono due tipi di pizza, quella più vicina ai gusti polacchi, molto pasticciata e spessa, e quella classica più sottile e molto vicina ai gusti italiani. Una soluzione economica ed appetitosa, apprezzata anche dai bambini.La Polonia è decisamente lontana per cui il mezzo migliore per andarci rimane l’aereo. Nel mio caso viaggiando con i bambini e dovendo portare diverse cose al seguito (passeggini, giochini, ecc.) ho scelto di andare in auto. Ho percorso 3.450 km facendo tappa all’andata in Austria ed al ritorno in Germania. Tragitto: Porto Recanati, Tarvisio, Vienna, Brno, Katovice, Auschwitz, Krakow, Wieliczka, Tyniec, Częstochowa, Wroclaw, Dresda, Monaco, Brennero, Porto Recanati.
All’andata il sito Viamichelin consigliava di passare per la Slovacchia (da Vienna), ma non potevo farlo per mancanza del passaporto come indicato al seguente paragrafo.
Le strade:
Ottime le italiane (tutta autostrada fino a Tarvisio) con l’eccezione del passante di Mestre (notevole il traffico tra Padova e Palmanova);
Discrete quelle austriache. Per il tratto autostradale si paga un bollino (la cosiddetta vignette) che da il libero accesso per un determinato periodo di tempo (nel mio caso ho scelto 10 giorni pagando 7,60 euro). La vignette si acquista in Italia agli uffici dell’ACI o ancor più comodamente nelle aree di servizio italiane lungo l’autostrada in direzione Austria (oppure al confine o in territorio austriaco). Tutta autostrada fino a Vienna con micidiali tratti ad un’unica corsia per i lavori in corso. Questa sarà una costante per tutto il viaggio, contrariamente all’Italia, negli altri paesi i cantieri non chiudono nel mese di agosto (al contrario forse aprono) sia per ragioni climatiche, sia forse per il minor rilievo che viene dato al flusso turistico rispetto a quello commerciale. In effetti il bollino costa abbastanza poco, ma tratti ad un’unica corsia (o due strettissime con limite di velocità molto basso) di oltre 20 km sarebbero inconcepibili nelle autostrade italiane nel mese di agosto. Strada a scorrimento abbastanza veloce (con molti semafori in prossimità della capitale austriaca) nel tratto Vienna – Repubblica Ceca;
Discrete quelle ceche. Anche in questo caso è necessario un bollino (sticker) che può avere validità annuale, mensile o di dieci giorni. Lo sticker è composto di 2 parti di cui una va affissa al parabrezza del veicolo e l’altra conservata nel veicolo per eventuali controlli. Ho acquistato il bollino nell’ultima stazione di servizio prima del confine pagando in euro. Le autostrade ceche hanno il fondo particolarmente rumoroso per effetto del fatto che molti tratti non sono in asfalto. Nell’ultimo tratto prima del confine polacco la strada diventa a corsia unica e non è particolarmente scorrevole;
Discrete quelle polacche. Dal racconto di alcuni viaggiatori venivano descritte come pessime. Non mi sento di condividere questa affermazione almeno per il tratto da me percorso. Con l’ausilio del navigatore (decisamente utile) ho percorso quasi sempre autostrade e superstrade (con rari percorsi a pedaggio) e, ad eccezione di alcuni tratti dove esistevano fastidiosi solchi lasciati dagli autocarri, per il resto la condizione delle strade era in definitiva accettabile. Anche in questo caso molti lavori in corso e molte autostrade in costruzione.
Sarebbero ottime le autostrade tedesche in quanto ben articolate sul territorio e soprattutto gratuite. Meno lusinghiera la valutazione sul loro stato per effetto dei frequenti tratti interessati dai lavori e dell’asfalto quasi mai del tipo drenante (ho percorso 500 km sotto il diluvio e raramente avevo una visibilità decente).
Alla fine, per assurdo, ho rivalutato le nostre autostrade!
Per quanto riguarda i carburanti: 1,2 in media in Italia e Germania; 1,15 in media in Austria (ancora meno caro intorno a Vienna), meno di un euro in media in Polonia in particolare nei distributori gestiti dalla catena Auchan (il meno caro l’ho trovato all’Auchan di Wroclaw che si trova sulla tangenziale all’ingresso della città.

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