Pedalando con Palladio nei dintorni di Marostica

Un bell’itinerario sulle due ruote fra i capolavori del grande architetto veneto

Sono rientrata da pochi giorni da uno splendido week-end trascorso in un angolino incantevole del Veneto con mio marito e mio figlio. Finora di questa regione avevo visitato solo Venezia e Padova, ma alcuni mesi fa avevo letto in una rivista un servizio dedicato alla mostra per i 500 anni di Andrea Palladio e la cosa mi aveva incuriosito…
Purtroppo non ho fatto in tempo a vedere la mostra, ma mi è rimasto questo spunto di viaggio e così appena ha iniziato a splendere il sole ho pensato di dedicare qualche giorno alla scoperta delle sue opere.

Premetto: adoro andare in bicicletta, soprattutto mountain-bike e per fortuna condivido questa passione con tutti i membri della mia famiglia. Così ho provato a digitare su Google due paroline magiche (“bici” e “Palladio”) e come primo risultato mi è uscito un albergo nella città di Marostica (Due Mori, http://www.duemori.it) che offre un pacchetto in bicicletta organizzato in collaborazione con un tour operator specializzato in questo tipo di viaggi. Il pacchetto prevede una sola notte, ma per fortuna avevano posto e così ci siamo potuti fermare qualche giorno in più per visitare tutta la zona (o quasi!).Siamo arrivati a Marostica nel tardo pomeriggio e man mano che ci avvicinavamo alla città non potevo credere ai miei occhi: la vedi da lontano, lì davanti a te, con quel suo castello in cima a un colle e le mura che ne circondano esattamente il profilo, a mo’ di muraglia cinese in miniatura… Effetto davvero spettacolare!
L’albergo si trova proprio dentro le mura medievali e le finestre della nostra camera incorniciavano questa veduta da cartolina. La stanza è molto spaziosa, pulita e con un bagno da urlo (uno dei migliori trovati in tanti anni di viaggi su e giù per il mondo).
L’accoglienza è stata delle migliori, con tanto di indicazioni su dove andare a mangiare qualcosa lì vicino. Non ricordo il nome del locale, ma è un posto altrettanto caratteristico: una vecchia osteria, con tavolate in legno che ci siamo ritrovati a dividere con una coppia del luogo… e si sa, queste cose danno sempre l’occasione per fare due chiacchere e scoprire i segreti dei locali (su loro indicazione abbiamo assaggiato “la tagliatella”, che da queste parti non è una pasta, ma un liquore a base di grappa!)

Il giorno dopo ci siamo messi in sella alle biciclette che ci erano state riservate e abbiamo iniziato a girare i dintorni. La scheda con il percorso era super dettagliata e faceva riferimento alle distanze indicate sul piccolo computer che ci era stato fornito. Perciò: impossibile perdersi!
La zona è molto bella, ricca di colline (con salite fattibilissime anche per persone poco allenate) e vigneti: lungo il percorso abbiamo fatto tappa a Breganze e dietro suggerimento dei proprietari dell’hotel ci siamo fermati in una cantina per un piccolo assaggio di vino. Era così buono che prima di ripartire siamo ritornati in macchina per fare un po’ di scorta di “Acini Nobili” della cantina Maculan: mi sono dimenticata di dirvi che sono anche una buongustaia…
La tappa finale del primo giorno erano due ville del Palladio, in una posizione assolutamente meravigliosa, anche se oggi il paesaggio che i nobili potevano ammirare dalle loro proprietà è in parte rovinato da fabbriche e zone residenziali. Vale la pena pagare il biglietto per visitare villa Godi. Ha tutto ciò che ci si può aspettare: sale affrescate, pezzi d’antiquariato, lampadari di Murano, parte rustica porticata (ora è un ristorante) e uno splendido parco che la circonda. Sembra che Visconti vi abbia ambientato alcune scene di un suo film, ma non so dirvi di più perché non sono molto ferrata in materia. L’altra villa è proprio di fronte ed ha l’aspetto della classica villa palladiana da manuale: frontone, colonne, braccia laterali, ecc. Solo che si può visitare solo il parco e il giardino, per cui ci siamo limitati a guardarla dall’esterno

Il giorno seguente ci siamo diretti alla volta di Bassano del Grappa, la città famosa per il Ponte degli Alpini (anche questo ho scoperto essere un progetto palladiano). Sinceramente non mi aspettavo un gran che, invece è proprio una bella cittadina, con palazzi affrescati, torri e mura medievali, scorci da fotografare, piazze animate e una miriade di negozi alla moda e botteghe artigiane. Potrei dire una città benestante, ma con un passato ricco di cose da scoprire. Ci sono anche alcuni musei, ma non posso pretendere troppo da un ragazzo di 14 anni…
Siamo capitati proprio nel periodo degli asparagi bianchi e tutti i ristoranti proponevano piatti a base di questo prodotto tipico del luogo. E’ la prima volta che li assaggiavo, ma devo dire che sono proprio buoni, soprattutto nel risotto e nel tortino con fonduta di formaggi. Un’altra cosa da assaggiare è lo spritz, un aperitivo fatto con vino bianco frizzante e campari.

Per gli ultimi due giorni, quelli non previsti dal pacchetto, ci siamo messi nelle mani di Monica, la giovane proprietaria dell’albergo che abbiamo scoperto essere anche guida turistica. E’ un pozzo di conoscenza e una vera esperta in materia palladiana. Non solo conosce tutto su di lui, le sue ville, i suoi committenti, ma sa anche spiegarteli con semplicità e con un entusiasmo che trapela dai suoi occhi verdi. Grazie a lei abbiamo potuto visitare Vicenza senza perdere tempo a girare inutilmente cercando di capire cosa valesse la pena visitare. Ci ha praticamente obbligato a prendere il biglietto del Teatro Olimpico e solo per questo dovremmo ringraziarla per il resto della nostra vita. Sinceramente da fuori non sembra un teatro e quindi penso che di nostra spontanea volontà non ci saremmo entrati, ma è una delle cose più belle che abbiamo visto nel corso di questo week-end. Sinceramente non so che parole usare per descriverlo…
Lo stesso biglietto permette di visitare anche altri musei e palazzi cittadini: noi ci siamo limitati al Palazzo che ospita le collezioni del Gruppo Intesa, tra cui una splendida collezione di icone russe. Il palazzo è barocco, per cui con una sovrabbondanza decorativa ben lungi dai miei gusti di design minimalista, ma vale comunque una visita, non sia altro per l’atmosfera che vi si respira e la cortesia del personale che vi lavora. A pochi km dal centro (per la gran parte pedonale e pieno di palazzi antichi di ogni periodo e maniera) c’è l’altro capolavoro di Andrea Palladio: villa La Rotonda. Pensare che quest’edificio possa avere 450 anni e sia di gusti ancor così moderni, con quella sua perfezione formale e un’eleganza intramontabile, rende onore al genio di questo architetto veneto.
Su suggerimento di Monica abbiamo visitato anche altre due sue ville: una vicino ad Asolo (altro gioiellino!) affrescata da Paolo Veronese e una persa nella campagna dalle parti di Castelfranco. Si chiama villa Emo ed è la quintessenza della perfezione formale: da vedere assolutamente!
L’unico rimpianto è non aver potuto visitare l’interno delle bolle che la famiglia Nardini (quelli della grappa) si è fatta costruire dall’architetto Fucksas per festeggiare non ricordo più quale anniversario. Non sono aperte al pubblico e per visitarle bisogna chiedere a Monica di chiamare la ditta con un po’ di anticipo. Le ho viste dal di fuori (in piena zona industriale) e saranno l’occasione per tornare da queste parti e finir di vedere tutto ciò che questo incantevole angolo di Italia ha da offrire e che non siamo riusciti a visitare in soli 4 giorni. L’altra occasione sarà sicuramente la Partita a Scacchi giocata con pedine in carne e ossa sulla scacchiera gigantesca incastonata nella piazza di Marostica.

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