Oslo e le isole Lofoten... memorie di un viaggio indimenticabile!

Periodo dal 24 luglio al 3 agosto 2009
Partecipanti: i magnifici sette (Patrizia e Giulia, mogli di Franco R. e Franco G. e i nostri figli Elena, Alessandra e Carlo).Primo giorno: venerdì 24 luglio 2009
Ore 04.45 suona la sveglia: sta iniziando la nostra avventura. Rapida colazione, chiudiamo le valigie, le pesiamo (non devono superare i 10 chili come bagaglio a mano e i 15 chili quello da imbarcare con il volo Ryan Air Trapani – Oslo) e via… l’aereo ci aspetta a Trapani, dimenticavo noi siamo di Palermo!
Partenza alle ore 10.30 con un’ora di ritardo, il nostro arrivo ad Oslo dopo 3 ore e 10 minuti di volo. La differenza di temperatura è stata notevole, dai 40 gradi il termometro è sceso a 20 gradi circa, che meraviglia!
Prese le auto noleggiate via internet presso l’autonoleggio Avis (circa 500 euro per 4 giorni) ci siamo addentrati nella tanto sognata Norvegia. L’albergo che ci aspettava si trovava al centro di Oslo (Hotel Best Western Hanker circa 45 euro a persona al giorno compreso una ricca colazione . Alla reception abbiamo acquistato le Oslopass (45 euro a persona) comodissime e utilissime: oltre l’uso di tram, autobus e metro permettevano la visita gratuita di diversi musei come la Galleria Nazionale e il Museo Munch sicuramente da vedere ed una mini crociera nell’Oslofjorden della durata di circa 2 ore da non perdere assolutamente soprattutto se amate i gamberi da gustare e i paesaggi da ammirare.
Nel pomeriggio abbiamo scelto come prima meta il Vigelandspark con le sue 212 statue sul “ciclo della vita”, dopo una bella passeggiata all’interno del parco abbiamo cominciato a cercare un bel ristorantino dove andare a cenare: baccalà alla norvegese ( piccantissimo ma buonissimo), agnello alla Skansen (era il nome del ristorante), maiale in salsa e tacchino grigliato.
Come volevasi dimostrare le lunghe serate norvegesi mostravano un pallido sole che non si abbassava mai, fino alle 23.00 sembrava non volesse andare a dormire e noi nemmeno! Ma la stanchezza di un lungo giorno di viaggio ha preso il sopravvento rimanderemo a domani la conoscenza della città.
Patrizia

Secondo giorno: sabato 25 luglio.
Sveglia ore 07.00 e ricchissima colazione alle ore 08.00. Tutti tranne me, sono Giulia, ed il mio Carletto hanno mangiato come lupi: per cominciare un semplice the accompagnato da wurstel con patate, insalata russa, aringhe in varie salse, pane tostato di vari tipi, toast con burro e marmellate, uova strapazzate, succo di frutta e… banana al seguito.
A pancia piena abbiamo affrontato la nostra seconda giornata all’insegna di una pioggia insistente e ci siamo incamminati verso il Palazzo Reale, ma purtroppo apriva alle 11.00 ed erano le 10.00, così siamo andati all’Hard Rock Cafè dove Carlo ed io abbiamo scattato tante foto alle varie chitarre elettriche vera passione di mio figlio. Ci siamo quindi incamminati verso la National Gallery (sempre sotto la pioggia) dove l’inquietante “URLO” di Munch ci attendeva in una delle sale del Museo. Dopo la piacevole visita artistica siamo andati a pranzare da Burger King (con la gioia dei ragazzi). Terminato il pranzo arriva il momento tanto atteso dalle ragazze: lo shopping!
La seconda parte della giornata è stata a dir poco “magica”: siamo andati con il battello (Oslopass) a Bygdoy a visitare il museo all’aperto del Folklore (Norsk Folkemuseum), un posto meraviglioso dove sembra che il tempo si sia fermato: interi villaggi ricostruiti con le case originali in legno datate 1500/1700, una chiesa del 1200 interamente in legno e perfettamente conservata considerata tra le più antiche della Norvegia ed infine un villaggio del 1700-1800. Visita sicuramente da non perdere per chi vede Oslo!
Eravamo distrutti, i piedi non avevano più una forma, una doccia in hotel e poi di nuovo in giro per la cena. Fino alle 23.00 un leggero chiarore ci faceva ancora compagnia ma la stanchezza ormai aveva preso il sopravvento e “in hotel dormo!” Buonanotte Oslo a domani!
Giulia

Terzo giorno: 26 luglio
La nostra terza giornata è stata dedicata ad un tour lungo l’Oslofjorden: prima meta la dolcissima Drobak dove ci attendeva l’ufficio postale di Babbo Natale (ecco il suo indirizzo: Mr. Santa Julenissen 1440 Drobak – Norway). Franco R., mio marito, secondo il suo “forte” spirito natalizio ha dato una rapida occhiata ed è uscito, mentre noi tutti abbiamo cominciato a leggere letterine dei bimbi intenerendoci ed io e Giulia, da mamme tenerone, ci siamo commosse nel vedere tutti quei ciucci offerti a Santa Clause (abbiamo rivissuto gli anni dell’infanzia dei nostri bimbi ormai cresciutelli). Visita d’obbligo il negozietto con tante “palle” e “babbi”: piccoli acquisti da portare a casa.
Drobak ci ha entusiasmato anche per le sue casette colorate e per… i dolcetti che abbiamo gustato. Dimenticavo ho toccato per la prima volta il mare, niente bagno per la temperatura dell’acqua e per le meduse giganti!
Nel pomeriggio ci siamo diretti a Fredrikstad, una cittadella fortificata a forma di stella, veramente graziosa. A Moss abbiamo traghettato per Horten, un paese fantasma, il Museo Marittimo ci ha accolto a porte chiuse ma a cancelli aperti, infatti siamo entrati e abbiamo fotografato il sommergibile torpediniere del 1872. Dopo le foto di rito ci siamo recati a Borre (ore 20.00 sole ancora alto in cielo, dimenticavo per tutta la giornata ci ha riscaldato e allietato un bel sole!) purtroppo il Museo delle tombe vichinghe era chiuso (erano le 20.00) ma abbiamo ugualmente girovagato per il parco osservando i probabili tumuli funerari verdeggianti.
Di ritorno ad Oslo abbiamo cenato in un pub vicino l’hotel (ottima cena prezzi contenuti).
Stanchi da morire, gambe torte e giunture dolenti siamo andati a dormire in attesa di un’altra intensa giornata. C’è il mio Franco R. che vorrebbe essere preso in braccio per la stanchezza.
Buonanotte Oslo!!!
Patrizia

Quarto giorno: lunedì 27 luglio
Sono le 12.15 del 28 luglio e ci troviamo in volo, diretti a Narvik per raggiungere le isole Lofoten e intanto, per occupare il tempo, scriviamo il diario di ieri.
La giornata ha avuto inizio con la mini crociera per visitare l’Oslofjorden e le isolette antistanti la costa. Durante la prima parte della traversata la nostra attenzione era rivolta al cibo: una zuppiera enorme di freschissimi gamberetti serviti con pale alle olive e maionese o limone… e dire che avevamo fatto una ricca colazione ma il nostro “pititto” è sempre grande!
A pancia piena abbiamo potuto gustare le bellezze paesaggistiche. Lungo la traversata sembravamo dei “picurari” ammantati nelle coperte perché il vento freddo ci faceva “aggrzzare i pila”. Lo sbarco dei magnifici 7 è avvenuto presso il museo Flam dove abbiamo visitato la nave di Amundsen che per prima ha esplorato il Polo Nord, le zattere di Kon – Tiki in legno e canne di bambù che hanno attraversato l’Oceano Pacifico dirette in Polinesia.
A questo punto si aprirono i cieli: acqua battente che ci ha accompagnato per tutto il pomeriggio che abbiamo dedicato allo shopping e alla visita del Museo Munch.
Distrutti e inzuppati siamo ritornati in albergo per poi uscire nuovamente dopo un breve riposino per ritornare al Cafè Sara dove abbiamo mangiato cucina messicana e … la solita pizza per Carlo. A questo punto Patrizia quasi in lacrime dal dolore ai piedi e gli altri chi più chi meno “ammartucati” (indolenziti) siamo ritornati in albergo per farci abbracciare da Morfeo.
Buonanotte!!!
Giulia

Quinto giorno: martedì 28 luglio.
Siamo alla fine di questa lunga giornata, ci ritroviamo riuniti nella nostra rorbu tutta in legno. I ragazzi giocano a carte e ogni tanto si appisolano, soprattutto la mia Elena che gioca e dorme. Sembra così strano che a quest’ora (le 22.00) ci sia così tanta luce, sembrano le 18.00 estive da noi!
La giornata nel grande Nord ha avuto inizio dopo lo sbarco ad Evenes: i due Franchi hanno avuto l’amara sorpresa di non trovare le auto già pagate (all’autonoleggio all’aeroporto non sapevano nulla di noi) e così le hanno ripagate a caro prezzo con la speranza del rimborso (cosa che è avvenuta entro pochi giorni). Solo alle 15.00 è iniziato il nostro viaggio (circa 130 Km) tra boschi e fiordi, uno spettacolo indescrivibile (sembrava di trovarsi in Trentino con il mare).Giunti nel paesino di Sigerfjord abbiamo preso possesso di due casette di legno bianche. Sono ormai le 23.00 ma la luce è sempre la stessa, sembra che il tempo si sia fermato. Siamo stanchissimi, Ele tra poco russa, abbiamo deciso di andare a dormire, abbassiamo gli scuri e ci andiamo a coricare.
Sogni d’oro a tutti!
Patrizia

Settimo giorno: giovedì 30 luglio
Ieri, 29 luglio, è stata una lunghissima giornata. Meta del nostro itinerario era raggiungere la punta estrema delle isole Lofoten e precisamente il paesino di A. Partiti alle 09.30: prima tappa Svolvaer, capitale delle Lofoten, interessante la passeggiata lungo le stradine della città, grazioso il mercatino dove Elena ha comprato le ciabattone di lana tipiche norvegesi mentre assaggiavamo carpaccio di balena e degli snack di stoccafisso; di seguito riprendendo la E10 abbiamo visitato il piccolo paese di Kabelwag, un villaggio di pescatori con la sua chiesa in legno il cui ingresso era a pagamento. Meta successiva Henningswar ridente paesino benché non ci fosse il sole e la temperatura era piuttosto bassa. Lì abbiamo pranzato (fish and chips e hot dog). Caratteristiche le costruzioni su palafitte (le tipiche rorbu) tutte colorate. Una deviazione ci ha condotto a Borge sede del Museo Vikingo (Lofotr Viking Museum e sito di ritrovamento di una casa del capo vikingo e di altre costruzioni dell’epoca); sul sito si possono visitare anche alcune ambientazioni dell’epoca vikinga e alle pre 15.30 ultima visita guidata in italiano che noi puntualmente abbiamo perso essendovi giunti alle 17.00.
Dopo un lungo percorso a piedi verso il mare si può ammirare la ricostruzione di una nave vikinga (quella autentica si può visitare ad Oslo al Vikingskipshuset a Bygdoynes).
Ma il paesino più affascinante è stato Nusfjord, villaggio dell’800 ben conservato la cui visita è fortemente consigliata. Nonostante la bellissima giornata che si è messa il nostro viaggio è proseguito con non poche difficoltà a causa della nebbia: il paesaggio è diventato quasi lo scenario dell’inferno dantesco, ma affascinante allo stesso tempo! Giunti a Reine, la perla delle Lofoten, abbiamo avuto giusto il tempo di scattare qualche foto per poi proseguire verso A, ultima meta del nostro itinerario, non dopo aver visto dall’esterno il museo dello stoccafisso (un profumino da non perdere!), regno dei gabbiani impazziti. Era già abbastanza tardi dovevamo cenare e ci attendevano 236 km per rientrare a Sigerfjord. Sulla strada del ritorno abbiamo cenato in un ristorantino tipico norvegese il cui cameriere parlava bene in italiano.
Il viaggio del ritorno è stato estenuante ma estremamente affascinante: il paesaggio con la nebbia fitta nelle vallate, il sole che alle 23.15 è tramontato e la cui luce non ci ha mai abbandonato, è stato nostro compagno di viaggio fino all’arrivo a casa alle ore 02.30 (mattino o notte? Boh!
Giulia
Dopo aver raccontato le nostre fantastiche avventure nelle spettacolari Lofoten, sintetizzo la visita presso le isole Vesteralen.
La natura ben diversa, molto più dolce il paesaggio, le vette dei monti più basse ci hanno accompagnato lungo il viaggio. Dopo la visita alla nave Hurtigrute (museo molto interessante) a Stokmarknes ci siamo recati a Melbu dove abbiamo pranzato con una buona pizza sotto un caldo sole estivo! Nel viaggio del ritorno abbiamo percorso il perimetro dell’isola di Langoya e nonostante l’avvertimento del navigatore sulla strada in costruzione, ci siamo avventurati ugualmente un po’ da incoscienti. Almeno 5 km di strada sterrata con ruspe e grossi camion minacciosi! Dimenticavo, lungo la strada in una splendida spiaggia bianca io e Giulia, come due bambine, ci siamo divertite a bagnarci i piedi nell’acqua gelida dell’Oceano. E’ consigliabile la visita all’osservatorio sugli scogli di Uveershula (c’è un piccolo cartello in legno che lo segnala poco dopo Melbu, le carte geografiche non lo indicano ma la nostra padrona di casa sì, e giustamente! E’ delizioso!).
Al nostro rientro a casa abbiamo preparato “farfalle al salmone” delle Lofoten chiaramente!
Patrizia

Ottavo giorno: venerdì 31 luglio
Oggi ci inoltreremo nell’estremo nord del nostro viaggio: meta Andenes. Siamo oltre il 65° parallelo e la giornata è splendida, temperatura media 20 gradi (di sera è scesa un po’).
Lungo il percorso abbiamo fatto prima una breve sosta al centro di ricerca astronomico per lo studio dell’aurora boreale e dopo a Bleik, piccolo paesino di pescatori di fronte al quale vi è l’isoletta di Bleiksoya dove vive una colonia di pulcinella di mare ( ci si può avvicinare con un barcone ma non abbiamo avuto il tempo perché ci attendeva il Whalewatching. Il peschereccio “Reine” è partito alle 16.30 dopo una attenta visita al museo della balena e poi via alla ricerca di Moby Dyk! Esperienza da non perdere se non soffrite il mal di mare! L’avventura è iniziata con grande eccitazione, ben presto abbiamo avvistato il primo capodoglio in mezzo ad onde che si facevano sempre più alte. A questo punto sono iniziati i guai per il nostro Franco R. che ha “dato l’anima” in ben 4-5 sacchetti!
Un branco di 6 orche marine (eccezionale per il periodo) ci hanno accompagnato per un lungo tratto con le loro piroette. Altri due capodogli sono stati avvistati accompagnati da un’esplosione di scatti fotografici da vere star! E’ stata un’esperienza indimenticabile allietata e scaldate da un buon the e biscottini secchi e da un brodino caldo in cui inzupparci delle pagnottine (sempre per chi poteva permetterselo!) Si consiglia vivamente anche quando il mare sembra calmissimo come oggi, di prendere le pillole offerte dallo staff. Il safari è durato circa 4 ore. Ah, dimenticavo: un vecchietto “strano”, forse un marinaio, si è arrampicato sull’albero maestro per scrutare il mare, mentre noi paralizzati dal freddo e dalla paura del mare, tutti imbacuccati, lo guardavamo sbigottiti! Quel temerario di Carlo, giovane lupetto di mare, è stato tutto il tempo sopra coperta a vivere intensamente l’avventura, Franco G., vecchio lupo di mare, sfidando le onde portava brodo, biscottini e the a tutte noi ed il povero Franco R. nel mentre si è addormentato sotto coperta trovando finalmente un po’ di pace e noi femminelle, dopo tutti gli avvistamenti, ci siamo rannicchiate vicine vicine in attesa di fare ritorno sulla terraferma. Terraferma? Non lo so perché il suolo continuava a ballare sotto i nostri piedi fino a quando, esausti ma felicissimi, siamo andati a nanna.
Giulia

Nono giorno: sabato 01 agosto
La nostra ultima giornata alle Vesteralen ci ha portati nell’isola di Langoya che nei giorni scorsi abbiamo visitato in lungo e in largo. Prima tappa Myre, città quasi fantasma, Nyksund con le sue casette abbandonate che i nostri ragazzi l’hanno identificata per Sjlent-Haill, il paese degli zombi. Gli zombi eravamo noi sempre infreddoliti che giravamo accompagnati dalle “urla” dei gabbiani. Proseguendo per Sto ci siamo resi conto che qui i paesini sono costituiti da pochissime casette che sembrano disabitate. Dopo pranzo abbiamo fatto una breve sosta perché i nostri piloti avevano la palpebra calante. Ed è proprio in questa piccola area di sosta sperduta, gestita da una simpatica signora anzianotta, abbiamo scritto queste ultime pagine di diario. Continueremo stasera.
Il pomeriggio l’abbiamo dedicato alla visita di altri paesini… fantasma. Ci siamo più volte chiesti: “ma dove sono gli abitanti?”. Dopo tanto girovagare siamo tornati a casa per preparare le nostre valigie, sig sig domani si parte, è il nostro ultimo giorno di vacanza, si torna ad Oslo! Per rifocillarci dalla stanchezza abbiamo deciso di fare una pausa the, non prima di aver “saccheggiato” un supermercato di biscotti e tortine varie. Erano le 18.00 e praticamente ci hanno buttati fuori, era l’ora di chiusura. Essendo sabato pomeriggio avremmo voluto fare un po’ di sano shopping, come siamo soliti fare a Palermo, ma “TUTTO CHIUSO!” Strade deserte e qualche povero ragazzo sigerfordiano che sfreccia con auto vecchie e rumorose per le strade deserte!
L’ultima cena nelle Vesteralen è stata consumata nel Ristorante “Milano” gestito da un vecchio curdo che non capiva nulla in nessuna lingua del mondo, convinto che noi eravamo spagnoli, ci ha quasi avvelenati con pizza piccante che avremmo dovuto accompagnare da salsette strane e da carne di dubbia provenienza.
Mi accingo a concludere questa giornata che, forse proprio perché l’ultima nel Nord della Norvegia, è stata un po’ “moscia”, di minore entusiasmo rispetto a tutta la vacanza, nonostante i paesaggi bellissimi che abbiamo potuto ammirare anche oggi.
Mentre il resto della compagnia gioca a carte, io mi accingo a raggiungere il mio Franco R. che è già andato a dormire, stanco di tante ore di guida.
Sogni d’oro a tutti!
Patrizia

Decimo giorno: domenica 2 agosto
Ci troviamo sull’aereo che ci riporta ad Oslo. Il Nordland ci ha fatto un regalo stupendo: ci ha salutati con un magnifico e caldo sole. E’ stato splendido rinfrescarci nelle acque gelide e cristalline del grande Nord circondati da un paesaggio indescrivibile per la sua bellezza.
Stupendo è il bimbo seduto davanti a noi, avrà sei mesi ma è sviluppato come un bambino di un anno: biondissimo, bianco direi, occhioni celesti e… un sorriso a due dentini che rispecchia il carattere gioviale di questo popolo. Come si fa ad essere stressati circondati da una natura splendida come questa? Beati loro!!!
Patrizia

ULTIMO GIORNO: lunedì 3 agosto
A 10.000 metri d’altitudine scriviamo le ultime righe di questo MERAVIGLIOSO viaggio.
Ieri la giornata si è conclusa dopo una lunga e faticosa odissea: giunti ad Oslo Gardemoen, sotto un’acqua sottile e fastidiosa siamo saliti sul treno che ci doveva portare a Sandefjord ma… dopo poche fermate siamo scesi tutti per prendere il pullman per una interruzione alla linea ferrata. Massima organizzazione, ma grande stanchezza! Ripreso il treno siamo arrivati in una stazioncina desolata e, con i nostri trolley inzuppati da una pioggia battente e noi infreddoliti da una temperatura autunnale, abbiamo varcato l’ingresso dell’Hotel Clarion, sembravamo dei profughi stanchi, zuppi e affamati. Alla reception dell’hotel, data la tarda ora (circa le 23.30) si sono impietositi delle nostre condizioni e ci hanno offerto un piatto di affettati ed un the caldo e… finalmente a letto!
Ha avuto inizio così il nostro ultimo giorno di vacanza: veloce giro di shopping conclusivo per le vie bagnate di Sandefjord e poi su un maxi taxi ci siamo recati all’aeroporto in attesa di imbarcarci. Ed eccoci qui coperti con piumoni e scarponi in attesa di approdare come dei pinguini che hanno perduto la rotta nella torrida Sicilia. Già si pensa al prossimo viaggio quando sento Franco G. con tristezza chiedere alla sua Giulia: “Ma Alessandra domani deve andare a lavorare?” NOOOOOO Triste destino!
Un Bacio grande grande
Patrizia e Giulia

P.S. Vogliamo concludere scrivendo le nostre impressioni.
Ciao casette, ciao paesaggio “incantato” dai mille colori e sfumature, ciao luoghi belli e tranquilli che allontanano i pensieri tristi e gli affanni quotidiani. Siamo stati bene in questi posti: felici, spensierati e in armonia! Ciò che abbiamo vissuto e visto resterà impresso nella nostra memoria per sempre, “cose” che mai avremmo pensato di vedere, o quanto meno, ancora più belle di quanto potevamo immaginare: le isole Lofoten con i loro colori incredibili, le Balene che a picco si immergono nelle profondità marine e le Orche che giocano come tanti bimbi monelli, felici di farsi notare, i tramonti indescrivibili, la luce magica e inconsueta per noi, il verde intenso delle montagne, il fucsia dei fiori, le rosse casette di legno curatissime, con i loro giardini fioriti, le cime innevate, la sabbia bianca e il mare gelido che ghiaccia i piedi, gli odori, i gabbiani impazziti che “urlano”, i bimbi biondissimi che sembrano bambole di porcellana… e i fiordi scenario unico al mondo di incomparabile bellezza.
Ciao e a presto bella Norvegia!
Giulia

Io che posso aggiungere d’altro se non che ci siamo follemente innamorati di questo Paese come forse chi avrà avuto la pazienza di leggere questo nostro lungo ma, spero, non noioso diario di viaggio avrà potuto capire. Avrei voluto filmare e fotografare tutto (pensate che abbiamo scattato più di 2.000 foto e abbiamo registrato circa tre ore di filmino): in una parola posso dire che è stata una vacanza da “urlo”!
Qualche ultimissimo consiglio: è importante conoscere l’inglese per comunicare, lo parlano tutti e poi scegliere i compagni di viaggio giusti come sono stati i miei (non per niente siamo i “magnifici 7”) è perfetto, vi assicuro si ci diverte tantissimo!
E adesso chiudo gli occhi e sogno di trovarmi ancora in quel mondo fatato!
Patrizia

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