Milos fuori stagione, un piacere per pochi!

Reputata da molti la più bella delle Cicladi, l’”isola della Venere” mostra a fine maggio un volto straordinariamente autentico e piacevolmente irriconoscibile rispetto a quello dei “condannati” all’agosto

Iniziando il resoconto di questa vacanza, fra quelle che ci ha dato più soddisafazione in Grecia, in un'isola veramente molto, molto bella, voglio ringraziare questo forum, in primis Leander ed i moderatori, ma anche i forumisti, in particolare Bea, Valya, Myria, Antonella59, Rosamb, Memorino, Lumari - ed altri che ora forse dimentico - per tutti i saggi ed utili consigli che hanno dato in 816 pagine di topic, consigli che ci hanno permesso di organizzare una vacanza funzionale, rilassante e di grande soddisfazione.
Grazie!
Rimane il rimpianto di non averla vista 8-10 anni fa ancora meno turisticizzata. Ma è bellissima anche così. A maggio.

Dove alloggiare

Avevamo selezionato specificatamente la struttura di Avra Valsamanidou a Zephirya perchè è centrale rispetto all'isola, in un paesino di campagna, ma a soli 6 Km da Adamas.
Si è confermata la scelta giusta. E' una struttura abbastanza nuova, a cui stanno aggiungendo altre stanze. A Piano terra ci sono due Studio veri e propri, con parete cottura attrezzata, letto matrimoniale ed anche letto separato per aventuale bambino, aria condizionata, tv, ecc.
Piccola pergola con dei barbecue per chi vuole mangiare fuori. Molte piante fiorite. Nel resto del pianterreno abitano i proprietari.
Al primo piano, salendo per una scala esterna si va alle "bedrooms". Un po' più piccole, senza parete attrezzata, ma ugualmente ben rifinite. Dotate di fornelletto elettrico per farsi un thè o un caffè, frigo con celletta per congelare i refrigeratori (un pochino rumoroso), bagno UDITE UDITE con BOX DOCCIA IN PLEXIGLASS! Per la prima volta in Grecia non ho allagato il bagno lavandomi...
Terrazza comune (non c'era peraltro nessun altro nella struttura oltre a noi) dove abbiamo piacevolmente fatto le nostre colazioni. Stendini esterni. Zanzariera sopra il letto. Non ce n'è stato bisogno, ma all'occorrenza...
Sono in costruzione altre due o tre stanze sullo stesso primo piano.
Panorama sugli oliveti circostanti, verso ovest si vede la chiesa ed in lontananza il mare.
Effettivamente le galline e soprattutto i galli di un vicino pollaio tendono a cantare alle 5 del mattino... ma è "colore locale".
Costi contenuti, ma Maggio non fa testo. 25 la stanza, 30 lo studio. Bonificato consistente anticipo della somma dall'Italia ad Aprile. Saldo in loco.
Avra è gentilissima. Quasi ogni giorno ci faceva trovare un piatto con dolci, o torte salate, o verdura del suo orto già cotta e condita. Cose utilissime da portare in spiaggia per fare lo spuntino di metà giornata.
Sulla terrazza, a disposizione dei soggiornanti c'è il librone delle "dediche" a partire dal 2001. Curiosamente sono quasi tutti greci. Solo qualcuna è di italiani (e secondo me qualcuna è di qualche forumista di Cisonostato). Abbiamo aggiunto la nostra. Stranamente non ce ne sono di altri stranieri.
Voto 8+

In cucina

A integrazione del diario - e prima che qualcuno giustamente lo chieda - dedico qualche riga all'aspetto gastronomico, a cui molti forumisti sono interessati e che è parte non secondaria delle piacevoli vacanze greche.
Va detto che quest'anno, per motivi di economia, ci siamo piuttosto limitati; comunque il piacere c'è stato ugualmente.
L'impressione generale è che da un lato i prezzi siano comprensibilmente un po' saliti in generale, dall'altro mi pare che Milo sia abbastanza turisticizzata e ciò comporta un po' un'omologazione dei locali, maggiori prezzi ed una certa standardizzaioned dei menù. In due abbiamo pagato da un minimo di 20 Euro una sera da Zigos ad un massimo di 36 da Petrino.
Chiaro che il conto dipende da cosa si prende. La carne porta su i "logarismà", il pesce non parliamone. Si può però tranquillamente sfamarsi con due portate di "apetizers"; e teniamo conto le porzioni di carne sono abbondantissime e corredate di due o tre verdure per cui una in teoria ti può fare da cena completa.
Discorso a parte per le bevande. Birra e vino sfuso, anche retsina, non costano tanto. Carissimo (direi a livelli italiani) il vino in bottiglia.
Poi nel mio caso, che amo finire le mie cene greche con Metaxa, o raki, o mastiki i superacolici alzavano la cifra.
Anche la bella abitudine di trovarsi un dessert a sorpresa offerto dalla casa in qualche taverna si va perdendo.
Abbiamo testato quattro posti tutti già peraltro segnalati sul forum.
To Petrino a Zephiria. Buona cucina, niente da dire, ma ci è mancato il mangiare fuori perchè avevano appena aperto. Un po' caro. Ottimo arrosto di capretto.
Cucina ottima, forse la migliore, da Arkontùla alla plaka. Bel locale, qui abbiamo mangiato all'interno perchè soffiava un vento proprio freddino, comunque interessanti i peperoni marinati, ripieni e "saganaki". Un "doppia cottura" che non avevo mai assaggiato. Fatto in modo particolare il briam. La salsa al formaggio secondo me l’avevano messa prima di infornarlo e si era molto rappresa. A Citera, quando lo assaggiai la prima volta era senz'altro più liquida. Buon Raki. 34 euro in due.
L'unica sera che ci siamo concessi pesce siamo andati da Sirocco a Paleochori. Qui abbiamo cenato in veranda, ma si capisce che quando soffia appunto lo scirocco debbano tirare giù le plastiche pieghevoli per riparare gli avventori. Comunque due antipasti melanzane saganaki e due notevoli calamari ripieni, 1 l di retsina e un Metaxa a 32 euro mi pare buono.
Purtroppo la taverna di Emburios, citata per il buon pesce era ancora chiusa.
Le altre quattro sere abbiamo cenato da Zigos, che è un posto proprio piacevole, con la sua veranda riparata, affacciata sulle luci di Adamas, con una clientela greca, anche locale, alcuni italiani ed una famiglia di tre generazioni veramente simpatica. Fra le scoperte, una buona pancetta alla bace, cotta veramente sigà sigà, come si deve. Piacevoli conferme con i soliti suvlaki, agnello arrosto, e polpette di zucchini. Fatta come si deve, dietro ordinazione con due giorni di anticipo, la moussaka. Tocco decisivo: hanno il matikì, che non è tanto facile da trovare. Anche i dessert (offerti) sono curiosi: sono delle fette di una torta a tre strati. In basso un supporto di pasta molto friabile, tipo brisée; in mezzo una specie di panna cotta; sopra un consistente strato di gelatina che cambiava gusto: una sera all'ananas, una sera alle fragole, ecc... Bello anche come aspetto. Come detto, prezzi contenuti e sempre lo scontrino fiscale. Ah, dimenticavo, Zigos vuole dire bilancia, come si nota dal simbolo sui menù.
Quindi, pur in un anno di "vacche magre" - è proprio il caso di dirlo - in Grecia si mangia bene. Tanto che tornati a casa, dopo qualche giorno, preso da nostalgia, ho cucinato io dei calmari ripieni.

Itinerario

Primo giorno: 27 maggio 2012
Partenza regolare. Le solite due ore abbondanti per arrivare a Malpensa. Rapidissimi a prendere la macchina in consegna e portarci al vecchio terminal 2. Check rapido (ormai al 2 lavorano solo per Easy Jet!). Nessuna contestazione sui bagagli.
Al gate primo (e unico) problema. Partenza ritardata di mezz'ora perchè non è ancora arrivato l'areomobile.
Nostra comprensibile tensione perchè abbiamo solo un ora e 40 di tempo di coincidenza.
Quando l'aereo arriva l'imbarco è rapido. Un po' si recupera. Arrivo ad Atene alle 15:00 invece che alle 14:40. Getto Facile si riscatta con una fulminea consegna bagagli (il nostro è il terzo che esce dal carrousel!).
Si schizza agli sportelli Olympic. Niente coda. Alle 15:35 siamo al gate B30 (il penultimo in fondo, dove partono i voli per le isole più sperdute...).
Il volo per Milo sarebbe alle 16:20. in realtà partirà con 10 min di ritardo. Comunque ricupera anche lui. L'areoplanino - un DH 8/100 turboelica da 37 posti - è tutto pieno. Molti greci e qualche turista, anche un' altra famigliola italiana, dei greco-americani che tornano al paesello. Qualche inglese.
Alle 17:10 siamo a Milo. Purtroppo siamo sul lato destro e vediamo solo mare aperto. Ma ci rifaremo al ritorno.
Il tempo migliora, nel senso che ad Atene c'è un incipiente temporale. A Milo il tempo è bello con qualche nuvoletta.
Uscendo sulla scaletta ci coglie il profumo della Grecia, erbe aromatiche, mare, non so che altro.
Ci siamo finalmente. Camminando verso la minuscola areostazione mi viene - veramente - un groppo di commozione per la felicità.
Quando a febbraio uscivo di casa con 22 gradi sotto zero, o quando spalavo la neve, pensavo a questo momento, a questi odori, a questi colori...
Nel parcheggio, Athena rent-a-car ci ha lasciato una Suzuky Jimny piuttosto nuova, pulitissima, con le chiavi sotto il tappetino, ed un cartello col nome e la richiesta di andare da loro il giorno dopo per le pratiche. Scopriremo poi che non essendo ancora in stagione, la Domenica sono chiusi.
Alle 17:30 ci fermiamo davanti agli Studio Avra a Zephiria. Ne parlerò diffusamente in apposito post. Scelta della stanza (la 4 al primo piano), ci installiamo, registrazione, accordi vari.
Siccome è presto per cenare decidiamo di andare al mare e scegliamo la spiaggia più vicina, Achivadolimni, che si rivela essere un gran bel benvenuto da parte di Milo. E' veramente bella, lunga, sabbiosa, rivolta ad ovest quindi ideale nel tardo pomeriggio. E' completamente deserta pur essendo Domenica, Le nostre impronte parallele si stagliano sulla battigia. Cammina cammina arriviamo fino all'estremità nord e ci stendiamo nella sabbia tiepida.
Dopo un po' la voglia di fare un bagno è tale che mi tolgo i vestiti - ancora quelli del viaggio - e mi tuffo. Sorpresa: essendo il mare chiuso della baia la temperatura dell'acqua è sopportabile, inoltre, per quel che posso vedere senza maschera c'è limpidezza e fondali interessanti, il che è raro nelle insenature profonde e con poco ricambio d'acqua.
Esco e mi asciugo sulla sabbia calda ai raggi dell'ultimo sole mentre in mare una piccola barca di pescatori borbotta con discrezione alla ricerca di un buon posto ove lanciare le reti.
E' tardi e stamattina ci siamo alzati alle 6. Torniamo. Cena "obbligatoriamente" da Petrino a 50 metri da casa.
Nanna.

Secondo giorno: 28 maggio 2012
Dopo la colazione in terrazza andiamo in paese ad Adamas. Mi sembra ancora abbastanza vuoto. Molte taverne e negozi sono ancora chiusi o in fase di apertura. Andiamo subito da Athena per le pratiche macchina. Ci sono la proprietaria ed un'impiegata. Abbiamo la gradita notizia che col 4X4 non avremo limitazioni di percorso. Ad ogni buon conto le chiedo se si può fare l'assicurazione supplementare per le gomme ed il fondo vettura, come facevo a Creta e altrove, ma mi dice che a Milo non usa. Ci fanno lodevolmente contratto scritto e ricevuta del saldo, che con loro gioia paghiamo in contanti. L'impiegata esclamando "Kyria, kyria...!" è quasi corsa nel retro a darle il bigliettone e per farsi dare il resto. Di questi tempi in Grecia il contante li fa felici.
Abbiamo esaminato la macchina, mia moglie ad ogni buon conto le ha fatto notare che la targa era un po' bozzata ed io ho fatto notare che gli automatici della capote non prendevano ed il velcro era un po' logorato, ma tutto con la massima cortesia ed a scanso di addebiti. Mi ha poi spiegato che per passare alla trazione integrale, alle ridotte e viceversa c'è un servocomando a pulsante (ah la buona vecchia leva della Panda Sisley...!) e bisogna tenere il volante dritto e cambio in folle. Dimenticando di dire che si deve anche premere la frizione. Cosa che ho poi scoperto quasi casualmente giorni dopo, dopo aver fatto un po' di chilometri come uno scemo con tutte le marce ridotte...
Abbiamo constatato che c'era un quarto di serbatoio e che l'avrei lasciata con uguale quantità. Fatto il pieno (1,950 euro, praticamente come in Italia), abbiamo speso sui 70 euro, ma abbiamo girato parecchio e spesso a trazione integrale inserita. Tra l'altro, ci sono ormai 5 distributori a Milo. Ha preso la carta di credito. Spero che nei prossimi giorni non avremo sorprese, ma se mai succedesse... verrebbe bandita da tutti i frequentatori di CSS.
Piccola spesa al minimarket (non al Carrefour! Ti pare che uno va a Milo e compra le cose al Carrefour...´). Ottimi panini (e dolci) alla panetteria nella strada parallela che parte dal ponticello (che si chiama in realtà odos Costantinou). Proprietaria veramente gentile e cose buone. Certo che non sono più i prezzi della Grecia ante-olimpiadi e ante-Merkel...
E via, alla scoperta dell'isola.
Prima tappa Paliochori. Bella spiaggia, deserta. Casette, un lido in allestimento, alcune taverne in parte ancora chiuse. Ma mare mosso, vento da sud. Apprezziamo il posto ma cerchiamo di meglio. Decidiamo di puntare al bersaglio grosso: Sulfur mine! E per non farci mancare nulla decidiamo di arrivarci per le stradine alte, mica da quella "principale" che viene da Zephiria. Prendendo una deviazione della deviazione e bordeggiando poi un campo arato andiamo su un promontario fra le spiagge di Spathi e Firligos da una parte e di Kambanes dall'altra. Hai visto mai che ci sia un modo di scendere´
A Spathi-Firligos da lì non si scende (forse si dovrebbe passare dal promontorio antistante dove da una casetta in alto si vede una traccia di sentiero che va verso il basso. Invece a Kambanes forse si riuscirebbe anche a scendere in direi mezz'ora, ma mia moglie giustamente dice di non farci male proprio il primo giorno... Foto e via...
Proseguendo si passa vicina ad una delle cava trasformata in... discarica. Un operaio ci guarda con l'aria di pensare "chi sono 'sti dementi che vengono fin quassù´". Continuando ancora, in realtà sono pochissimi chilometri, si scende su un tratto veramente molto brutto (da ridotte) e si va a finire sulla strada di Sulfur mine poco prima dell' ultimo tornante.
Arriviamo fino in basso. Ovviamente non c'è nessuno. Posto veramente bello e inquietante. Mi vengono in mente certi film con scenari post-atomici. Cominciamo a familiarizzare con i cangianti colori di Milo. Acqua calma, fredda, ma un bagnetto lo facciamo. I fondali sono belli, ma niente di particolare.
Purtroppo la "nuvoletta del ragioniere" ci perseguita. In realtà noteremo nei giorni successivi che in condizioni di pressione non altissima (come in questo periodo) a metà giornata si forma una nuvola orografica proprio nella parte sud est dell'isola. Ed è molto strano, perchè con venti da sud-ovest, quello dovrebbe essere il versante sottovento. Boh´
Verso le 13 decidiamo di cercare una spiaggia col sole e ripartiamo. Mentre andiamo via arrivano altri due visitatori con (mi pare) una Matiz. Mi chiedo se siano riusciti a risalire...
Girovagando passiamo a Kato Komia e buttiamo l'occhio sulla spiaggia di Angali. Carina ma niente di che. Tria Pighada è bella, con tamerici, ma ancora in ombra. Decidiamo di andare ancora più a Nord. Voudia. La baia di Voudia in sé avrebbe anche una lunga spiaggia, ma come si sa è occupata dalla più grande ed invasiva cava dell'isola, dotatata anche di impianti di macinazione e vagliatura, uffici, terminal di imbarco ecc. Quindi non solo scavi ma capannoni. E' decisamente un brutto posto. Però a nord di essa c'è la penisoletta di Pilonisi da cui non si vede quasi nulla di tutto ciò, ma solo panorama verso Kimolos e Poliaegos. Il problema è come arrivarci. Nei mesi scorsi avevo trovato solo un sito inglese in cui un turista descriveva sommariamente i posti, nonchè su Panoramio poche foto ma veramente interessanti. Dunque diamo dei ragguagli precisi, perchè anche sulla cartografia piuttosto particolareggiata le strade interne allo stabilimento non sono riportate. Hic sunt leones, anzi... camiones.
Premesso che bisogna attraversare l'area di cava, va detto che secondo l'itinerario seguito da me non c'erano divieti di transito quindi il codice stradale in senso stretto non lo si viola. C'erano cartelli vari in greco ed in inglese, ma uno mica è obbligato a sapere le lingue... Comunque nessuno ci ha detto nulla. Venendo da Pollonia, dopo una leggera sella inizia la discesa e si inizia ad attraversare l'area di cava. Si incontra a sinistra il primo grosso capannone di grigio cemento. Dopo un centinaio di metri sempre sulla sinistra c'è una traversa piuttosto larga in corrispondenza di uno spartitraffico di barriere jersey in plastiche bianche e rosse. Si gira di lì e si attraversa tutto lo stabilimento fino alla base della collina di fronte dove c'è un convogliatore pensile celeste. Si svolta a destra e si segue il convogliatore fino al mare. Lì si gira a sinistra. (in realtà si potrebbe passare direttamente dal litorale ma si transiterebbe davanti ad una guardiola con sbarre, telecamere e probabilmente qualcuno ti fermerebbe).
Proseguendo in leggera salita ricomincia l'asfalto e la strada si inerpica con dei tornanti su per la collina. Ad un certo punto a metà salita c'è un quadrivio. Tenersi a sinistra seguendo l'indicazione Elikodromio (eliporto). Continuare a salire fino al punto in cui si scollina . In quel punto proseguire dritto scendendo di qualche decina di metri. L'asfalto finisce. Di fronte si ha un campo (c'era un trattore che arava). Dove inizia il campo c'è una stradina a sinistra che continua a scendere. Dopo qualche tornante in discesa si va a finire in un deposito di ferrivecchi (mia moglie ha detto "Ma oggi è la giornata delle discariche´!..."). All'inizio dello spiazzo, a sinistra seminascosta dalla vegetazione c'è un'ulteriore stradina che scende in un tornante finalmente al livello del mare. E lì non si vedono più segni di civiltà, solo il panorama verso Kimolos. Si attraversa un istmo (che potrebbe pure essere di materiale di riporto e la strada finisce in uno spiazzo. Il fondo stradale è abbastanza agevole.
Sulla penisoletta non ci sono spiagge, ma subito prima dell'istmo ce n'è una lunga, ma ciottolosa e assolata sulla destra (quindi verso sud) al fondo della quale c'è un fantastico arco naturale raggiungibile in poche bracciate. Sulla sinistra (quindi verso nord) tre microspiaggette di fine ghiaietta bianca con l'acqua di una limpidezza incredibile. Dopo le 14 si forma anche un po' di ombra.
Fondali limpidissimi: strepitosi soprattutto nel periplo della penisoletta (c'è anche una grotta). Io ho nuotato tutto intorno alla penisola e poi fino all'arcone a sud. Ma c'era un'acqua gelida e dopo 40 minuti non ho più resistito e sono uscito tornando mestamente a piedi. Posto fantastico.
Verso le 17 siamo ripartiti, abbiamo fatto una puntatina a Pollonia, che è un grazioso paesino,
in discreto sviluppo turistico, qualche taverna era già aperta.
Poi abbiamo visto Pachena, che è un piccolo borgo su un promontorio, alla base del quale c'è una bella spiaggia in quel momento deserta. Poi ci siamo affacciati a Papafragas, piccolo fiordo con archi naturali ed una piccola spiaggia: lì una decina di persone c'era. Mi chiedo cosa diventi ad Agosto.
Infine ci siamo diretti ad Aghios Costantinos. La spiaggia a sinistra, denominata Mouri, era deserta. Splendida spiaggia da calar del sole appoggiati alla calda sabbia della duna costiera. Se venisse un po' ripulita dai detriti ci guadagnerebbe...
So che nelle vicinanze c'è la spiaggia di Algomandra, ma per pigrizia non la abbiamo visitata. Stanchi ma felici siamo tornati a casa con un ultimo sguardo sulla costa nord.

Terzo giorno: 29 maggio 2012
Essendoci sempre vento da sud con relative nuvolette da quel lato, decidiamo di andare alle spiagge dell' ovest. Partendo verso le 8:30 ci inoltriamo nella parte più agricola dell'isola e - tutto sommato - meno sforacchiata dalle cave.
Vogliamo cominciare dalla spiaggia più lontana, cioè Angathia. In realtà ce ne sarebbe una piccolina ancora più a nord, Kalogries, ma noi puntiamo alla spiaggia grande. Fino al trivio per Triades (a sinistra) e Embourios (a destra) la strada è sterrata ma in buone condizioni. Credo che sia predisposta per l'asfaltatura, ma che per mancanza di soldi l'abbiano sospesa. Da quel punto in avanti (si procede diritto) il paesaggio si fa più selvaggio e disabitato. Si incontrano poche pecore, qualche stazzo. Si sale di quota. Ad un certo punto, 2,4 km dopo l'incrocio per Triades, bisogna fare attenzione: se si segue la strada "principale", cioè quella più larga si sbaglia e si ridiscende ad Abourdechati (un punto di imbarco per minerali). Teniamo presente che Milo si distingue per la quasi totale assenza di segnali: mancano perfino quelle estemporanee scritte a mano su ogni tipo di supporto che in Grecia indicano le spiagge.
Bisogna quindi tenersi sulla sinistra seguendo una strada molto sconnessa in leggera salita. Seguendo questa strada, dopo altri 1,1 km c'è un bivio. Entrambe le strade portano ad Angathia (si ricongiungono dopo), ma mentre la carta indica come "principale" quella di destra, in realtà quella di sinistra è stata un po' migliorata (perchè passa vicino a un edificio agricolo abitato). Noi all'andata abbiamo preso quella di destra che è molto brutta, al limite della percorribilità, siamo riusciti a stento a percorrerla col 4X4 ed a ricongiungerci con l'altra, ma è un rischio inutile. Da quel tratto comunque si dirama la stradina che scende alla baia di Kandarou. In alcuni punti si ha una bella visuale di Capo Vani coi suoi faraglioni.
Fatto sta che verso le 09:30 siamo arrivati ad Angathia. Gran bel posto. E' una spiaggia lunga e sabbiosa, con un retrostante laghetto salmastro, dall'acqua decisamente più calda del gelido mare aperto. Qualche tamerice procura un po' d'ombra. All'inizio della spiaggia c'è una casetta dove in quel momento non c'è nessuno. Penso che sia una sorta di taverna-lido-noleggio barca in fase di apertura. Verso le 11 arriverà qualcuno a sistemare. Non c'è linea elettrica, penso abbiano un generatore. Non è che si sprechino a pulire i detriti. Provvedo io, come a volte mi capita per rispetto alla Grecia: mi faccio due volte la spiaggia e rabasto due sacchi di oggetti disparati di plastica portati dal mare durante l'inverno. Così la spiaggia mi sembra ancora più bella.
Il tempo è sereno ma il mare è gelido e si sta alzando il vento. Non faccio il bagno e verso le mezzogiorno decidiamo di trasferirci a Triades. Triades si trova facilmente, è perfino segnalata, con una buona carta ci si arriva tutto sommato agevolmente scendendo un vallone disseminato di oliveti e casette di contadini. La strada finisce all'altezza della più settentrionale delle tre spiagge di tal nome, che è molto bella ma non è la più bella. E' deserta. Purtroppo il proprietario di una casetta lì nei pressi ha cintato il suo terreno e per passare alla spiaggia successiva (quella centrale) non resta che camminare su uno strano terrapieno in pietra di cui mi sfugge la funzione, all'estremità sud della spiaggia, inerpicarsi un po' facendo attenzione a non scivolare, attraversare una recinzione da capre, prendere quota, andare verso il promontorio. Raggiunto il promontorio non scendere subito al di là, ma salire un po' verso l'interno e scendere dove c'è una traccia di sentiero. Sembra complicato, ma è roba di 10 minuti.
La seconda spiaggia la troviamo occupata... da una coppia di Austriaci. Proseguendo si scavalca, molto più agevolmente, un altro promontorio che temina in mare con un arco naturale (sul terriccio ho visto delle tracce di pneumatici per cui penso che in qualche modo sia raggiungibile in macchina ma non ho capito da dove); si arriva alla terza spiaggia. Vuota. Ci mettiamo lì e vi resteremo fin dopo le 18 quando a causa del vento girato a maestrale, con mare ingrossato ed un bel frescolino decideremo di andarci a fare una doccia calda.
I fondali sono discreti: io ho nuotato prima verso nord per costeggiare le spiagge e passare sotto l'arco naturale, poi verso sud e sono arrivato in realtà fino alla seconda spiaggia di Ammudaraki. Acqua gelida, ma ormai comincio ad abituarmi. Nella nostra classifica Triades è la spiaggia più bella.
Tornando, con le luci di traverso, il paesaggio è ancora più bello, troviamo anche in un oliveto recintato due cavalli ed un puledrino che ci vengono incontro.
Verso la località denominata Kokkini ci sono dei notevoli esemplari di ginepro arboreo ed una romantica chiesetta bianca. Al di là della baia azzurra, la Plaka, Tripiti e Triovasalos ci chiamano. Questa sera andremo a mangiare lassù. Prima però passiamo vicino al laghetto salmastro di Achivadolimni di un azzurro accezionale.
Quindi alla sera siamo saliti alla Plaka. Due parole sul luogo: abbiamo avuto la fortuna di vederlo con poca gente. Deve però essere un posto che anche solo fra pochi giorni si riempie e tanto. Quasi tutte le case sono accuratamente ristrutturate, fino all'ultima pietra del selciato è a posto, scrupolosamente pulita. Ci sono anche dei negozi di un certo livello. Tutto sommato in proporzione avrei creduto ci fossero più ristoranti e locali in generale. Poco posteggio e tanti divieti di sosta. Mi dà l'idea che in luglio e agosto ci trovi il mondo... tipo a Lindos, tanto per fare un esempio. La posizione è eccezionale. Noi ci siamo arrivati in un limpido tramonto ed è stato assai romantico. Il calar del sole dal sagrato della chiesa è stato imperdibile, a parte il vento che tirava... D'altra parte è lo scotto da pagare per non vederla affollata.

Quarto giorno: 30 maggio 2012
Dato che ci si sveglia di buon'ora ci mettiamo in movimento presto e andiamo alla mitica Tsigrado, di cui si è tanto parlato nel forum.
Arriviamo al posteggio alle 9:00. Ovviamente non c'è nessuno. Vado in avanscoperta per non mettere inutilmente a rischio l'incolumità di mia moglie. E bene ho fatto. Intanto diciamo che il tormentone della scala è risolto. La scala c'è, anzi, ce ne sono due. Ed anche una bella corda da palestra coi nodi per far presa. Comunque l'ultimo pezzo della discesa PRIMA della scala che porta in spiaggia è veramente ripido. Il fondo è molto sdrucciolevole (come ovunque a Milo) e non si sa bene dove poggiare i piedi. E sì che per quel giorno avevo abbandonato i miei amati sandali positanesi per le scarpe modello Marina Militare. E poi, a risalire, bisogna fare forza con le braccia attaccandosi alla corda, magari non tutti ci riescono.
Si può fare, ok, ma il gioco vale la candela´ Inoltre quel mattino la spiaggia è ancora quasi tutta in ombra, il mare è mosso e torbido con alghe rimescolate. E poi, confrontando le foto fatte anni fa, quella spiaggia è in evidente e forte regresso. Basta notare che adesso l'acqua arriva allo sperone che la separa dalla seconda parte sabbiosa.
Risalgo a prendere telecamera e macchina fotografica e ridiscendo per documentare il tutto, ma decidiamo di soprassedere alla discesa della parte femminile della famiglia. E poi con Firiplakia deserta a cinque minuti, chi ce lo fa fare´!
Firiplakia è notevole, ma secondo me anch'essa è in regresso. L'accesso ormai richiede di poggiare i piedi su alcuni pietroni decisamente in acqua proprio davanti alla civetta di minerva. Mi chiedo come facciano le masse agostane. Forse mettono una specie di pontile.
Ce la percorriamo tutta, fino a "Fort Memorino" e oltre, anche sui ciottoli. C'è mare grosso e non posso snorkelare, ma trovo comunque una grossa spugna buttata a terra dalle onde. Dopo un po' nella solitudine torniamo indietro sulla parte sabbiosa. Verso mezzogiorno ci sono altre tre coppie, tutti "nature"; è bellissimo camminare nei marosi che si sfilacciano sul basso fondale. Non c'è traccia di lidi, solo una piccola tettoia abbandonata. Stento ad immaginarmela con sei file di ombrelloni, musica a palla e racchettoni. Arriva un'altra coppia, credo russi a sentirli parlare mentre ci passano davanti. Lei è veramente bionda e snella, peccato non si tolga un improbabile tanga a strisce orizzontali bianche e verdi...
Dato che il mare è ormai piuttosto ingrossato ce ne andiamo verso la mezza e ci trasferiamo alla spiaggia di Rivari, verso Embourios, nella rada. Bella spiaggia, un po' sottovalutata. Sabbiosa. Deserta. Sotto riva ci sono un po' di alghe, ma l'acqua è limpida e nuotando lungo le scogliere che la chiudono a est si vedono dei bei fondali e alcune folte macchie di posidonia. Non c'è ombra, salvo i ruderi di un sirmata (credo), ma non è bello stare fra le macerie...
Verso le tre arrivano dei francesi con ombrellone all' altra estemità. Ci trasferiamo alla ricerca di una spiaggia "da tramonto", ma prima passiamo vicino ad un' affascinante casetta sull'istmo che chiude lo stagno costiero di Aghios Nicolaos, con l 'omonima chiesetta sul promontorio. Non ci sono aironi, ma è ugualmente un bel posto.
Passiamo per Embourios, dove una sera vorremmo andare a cenare, ma la mitica taverna sul pelo dell'acqua è ancora chiusa, come ci dice un vecchietto che sta verniciando una barca. Peccato! Interessante il tratto di strada a filo acqua soprattutto se fatta di notte con retsina e metaxa in corpo...
Risaliamo e scavalchiamo verso Trides, ma poi ci dirigiamo ad Ammudaraki; strada sterrata ma abbastanza fattibile. Altro posto splendido. Anche lì ci sono tre spiagge. La prima piccolina è occupata da una coppia (vecchia Fiat uno con targa greca); la seconda è occupata da un'altra coppia (macchina di un rent). La terza ed ultima è vuota ed è un gioiellino. Evviva! La occupiamo noi finchè il sole calando dietro un promontorio la manda in ombra. Notare che è quella più protetta con mare da sud, una bella nuotata di 40 minuti - durante la quale ho visto un grosso granchione rosso che ha cercato di pizzicarmi le pinne - è quello che ci vuole per finire la giornata anche se torno letteralmente intirizzito. Poi tanto ci pensa la mia dolce metà a scaldarmi...
Rientriamo. Una doccia calda e Zigos ci aspettano

Quinto giorno 31 maggio 2012
Dopo aver fatto un po' di spesa ed il pieno di benzina ad Adamas decidiamo di ispezionare la costa Nord, non tanto per fare spiaggia, dato che noi prediligiamo gli arenili deserti ed appartati, ma per i valori paesaggistici. In effetti la costa settentrionale, forse perchè più vicina ai centri abitati, è già frequentata da qualche bagnante.
Ma andiamo con ordine. Iniziamo con Firopotamos, che è molto bella, ancora semideserta; il cafenio è ancora chiuso e rinunciamo a venire alla sera a fare uno spuntino. Ci sono 4 barchette nel porticciolo. La lunetta di spiaggia con tamerici è vuota, presidiata solo dalla bandiera biancoceleste. Bisogna dire che è un borgo veramente fotogenico, anche se già con qualche decina di persone sembrerebbe affollato.
Proseguiamo verso l'estremità nord-ovest dell'isola e tanto per cambiare percorriamo una strada di cava senza che nessuno ci dica nulla. Arriviamo alla spiaggia di Nerodhafni, che è ciottolosa e abbastanza inospitale, probabilmente in regresso, ma con un panorama splendido sulle isolette Akradia, mentre a nord si vedono Sifnos e Serifos; i fondali sembrano molto belli. Il mare è da ovest e poco mosso, ma freddissimo, perciò faccio nemmeno un'estemporanea nuotata.
Poco più a nord, subito a est di capo Lakida, c'è un'altra spiaggia ciottolosa con splendida vista sui faraglioni di capo Kambanes e fondali limpidissimi. Credo che quassù non venga quasi mai nessuno.
Torniamo poi indietro e scendiamo a Mandrakia ed ai suoi sirmata, le rimesse per le barche con calata in acqua. Alcuni sono ancora usati come tali; altri sono stati trasformati in studio per i turisti. Il posteggio è totalmente vuoto ed il borgo è deserto. Mi chiedo se qualcuno degli abitanti originari viva ancora qui fisso. Sulla spiaggia di Tourkothalassa non c'è nessuno. E' un altro piccolo tesoro!
Da Mandrakia cerchiamo di andare direttamente a Sarakiniko e ci imbattiamo in un campicello dove come spaventapasseri hanno usato un manichino femminile... in bikini. Non riusciamo a risalire al di là di un piccolo canalone perchè la strada è stata erosa dalle acque primaverili (evidentemente anche a Milo piove!) e mia moglie mi esorta a non danneggiare la povera Suzuky... Facciamo perciò il giro dalla strada principale. Al posteggio (enorme, evidentemente in stagione ci sono masse di gente) di Sarakiniko ci sono due macchine. I relativi turisti occupano la spiaggetta al fondo del fiordo. La strada che prosegue verso il promontorio è chiusa da una catena. Facciamo due passi, poi ci spostiamo un po' più ad est, alla scogliera del relitto. Non c'è nessuno.
Che devo dire. Sarakiniko è un posto unico nel suo genere con quelle rocce candide; l'acqua è limpidissima; ma lo trovo un po' troppo lunare. Non mi ispira come posto balneabile: forse è il fatto delle scogliere chi non sembrano scogliere, ma non sono nemmeno spiagge. Non so. Bellissimo, ma proseguiamo.
Scendiamo anche a Mitakas, che è veramente bella. Sull'istmo staziona un camper con targa greca, le spiagge alla base dell'istmo sono deserte. Ecco! Qui la casa sulla caletta di Mitikas mi piacerebbe comprarmela! Quella sì! Col tavolino e la sdraio sulla terrazza bordo mare e l'imbarcadero! Bella!
Sono ormai le 10 passate e decidiamo di trovarci una spiaggia. Memore della recensione positiva di Rosamb andiamo alla ricerca di Kastanas, sulla costa est. La troviamo facilmente e... la eleggiamo a seconda migliore spiaggia dell'isola. E' raggiungibile abbastanza facilmente con una buona carta. All'inizio della strada c'è perfino un microscopico cartello indicatore. Dò ulteriori precisazioni per arrivarci: Strada Anarghyri - Voudia. Cave. Cresta. Strada a destra con piccolo cartello Kastanas. E quello è facile. Dopo 5-600 metri c'è una biforcazione (sulla sinistra si oltrepassa un vecchio rottame di autocarro Mercedes. Dopo 10 metri non andare dritto. Girare a secco di 180 gradi a sinistra (praticamente fare un tornante in un punto in cui c'è il relitto di una macchina, forse una vecchia fiat uno). La strada continua a scendere. Dopo circa un km e mezzo si arriva all'altezza di una chiesetta. Subito dopo prendere a destra e scendere per altri 700 metri. Solo un consiglio: chi non ha un fuoristrada eviti di percorrere gli ultimi 50 metri di discesa prima del mare, perchè potrebbe non riuscire a risalire. E' una spiaggia di ghiaietta fine e piccoli ciottoli fantasticamente multicolori. Incredibile! Nella parte bagnata dalla risacca i colori sono ancora più vividi.
Dalle 13 in avanti si crea un po' di ombra sotto la scogliera. Scogli e faraglioni molto scenografici la delimitano a nord. Non c'è ovviamente nessuno. E' un posto molto caldo. Mettiamo il piatto con le verdure stufate forniteci da Avra a scaldare su un pietrone e dopo un'ora sembrano ... uscite da un microonde. Pranzo caldo!
Nuotando nei dintorni raccomando di dirigersi a nord, dove, doppiato il primo promontorio si trova un'altra spiaggetta e poi un bellissimo arco naturale. Fondali medii. Ma la sorpresa la abbiamo nel pomeriggio, quando il sole si abbassa un po'. Eravamo lì - diciamo in meditazione - quando mi accorgo che l'aria è diventata più limpida e all'orizzonte si vedono altre isole. Dopo qualche riflessione concludo che la più vicina è Folegandros. Quasi sovrapposta con essa c'è Sikinos. Sforzando lo sguardo a sinistra di Sikinos si intravede un'altra lontanissima dorsale che sfuma nella foschia. Non può essere che Ios. Santorini invece non si vede.
Ad un certo punto decidiamo di cambiare e ci trasferiamo ad Aghia Kiriaki. Purtroppo nel frattempo la macchina fotografica si è scaricata. Comunque Aghia Kiriaki non ci fa una grande impressione; sembra un cantiere, case in costruzione, lidi in allestimento, spiaggia bella, per carità ma con una decina di persone (una folla!). Vorremmo andare all'adiacente Psaravoulada, ma a bordo mare non si riesce a passare. Risalendo la collina nemmeno, perchè si arriva ad un cancello (peraltro aperto) di quello che sembra essere un lussuosissimo e nuovo resort a nome Ktema Psaravuolada. Vediamo un sentiero che dalla cappella di Aghios Ghiorghios (o più precisamente dall'impluvio successivo) scende verso il mare, ma ormai si è fatto tardi, quella zona sta andando in ombra e siamo un po' stanchi. Ce ne torniamo a casa a riposarci.
Alla sera decidiamo di concederci l'unica cena di pesce, da Sirocco a Paleochori. Hanno appena aperto. C'è un'unica altra coppia di turisti e... tutta la patriarcale famiglia dei proprietari. Per quattro persone non fanno la cosidetta "cucina vulcanica", ossia con cottura nelle sabbie bollenti per vulcanesimo secondario, ma i calamari ripieni sono comunque notevoli

Sesto giorno: 1 giugno 2012
La giornata si annuncia bellissima. Niente nuvolette, calma di vento. Ci incamminiamo verso la costa sud, sulla via di Gerontas. Il sole ancora relativamente basso da est fa risaltare i frastagliati promontori intorno a Kipos. Purtroppo da qui non ci sono ancora le barche che fanno le escursioni brevi a Kleftico. Il luogo è deserto ed il moletto inutilizzato.
Parentesi: in realtà ad Adamas c'è almeno una diecina di barche - alcuni secondo me yachts di privati che vogliono tirar su qualche euro - che offrono il periplo dell'isola. C'è anche l'Andromeda più volte citata sul forum. In realtà noi non vogliamo dedicare un giorno intero alla navigazione e perciò soprassediamo. Chiusa parentesi.
Il paesaggio verso Gherontas è bello e vario. Cascinotte con capre, pecore, pollame, somari, perfino un maiale; terrazzature vista mare coperte di grano e orzo biondeggianti. Notevoli oliveti. Insomma: bei posti. Procedendo si incontrano perfino canaloni quasi boschivi, dove i Juniperus hanno portamento decisamente arboreo. Le cicale incominciano appena a frinire. L'aroma dell'origano che ci raggiunge in macchina ci convince a fermarci ad ammirarne la fioritura ed a raccoglierne un po'. Ci farà compagnia per qualche mese... e darà un tocco di autenticità al mio briam piemontese...
La strada è bella larga con un ottimo fondo di terra battuta. E' appena passato l'autobotte che la irrora d'acqua per ridurre la polvere che si solleverebbe al passaggio dei camion di cava. Mi chiedo se non gli converrebbe asfaltarla, dati i costi di autisti e gasolio per passare tutte le mattine.
Infine giungiamo al posteggio di Gherontas dove ci accoglie un inusuale oleandro giallo. Attenzione: girando a secco a sinistra si scende per una stradinna ripida e molto, molto sconnessa al porticciolo naturale di Katergo, non c'è spiaggia, ma solo un piccolo fiordo naturale. Si risale solo a ridotte inserite. Tenendosi lievemente a sinistra su una strada con divieto di circolazione ed una sbarra (che era aperta) si scende in una cava (credo di marne cementizie: una cosa enorme, che nella parte superiore - evidentemente esaurita - è in corso di rimboschimento); dopo cento metri sulla sinistra, c'è uno slargo in cui si posteggia facilmente in corrispondenza di una freccia indicante il sentiero (si fa per dire...) che scende al mare.
Nella parte bassa ci sono delle griglie elettrosaldate, le solite che nelle Cicladi vengono usate per gli scopi più disparati, che sembrano segnalare un punto pericoloso da cui tenersi alla larga. Una felice intuizione di mia moglie ci fa invece capire che sono messe lì come una sorta di mancorrente ed indicano in realtà proprio il cammino da seguire!
Arriviamo in spiaggia. Ovviamente è deserta, bella, ancora parzialmente in ombra. All'estremità ovest si prolunga in altre tre piccole spiaggette in una delle quali si apre anche una grotta. Unico neo: l'acqua è sporca. Mai viste in Grecia schiumette stagnanti anche con mare calmo. Saranno i panfili che vanno verso Kleftico che svuotano i pozzetti´ Comunque sia, nuotando verso est ci sono fondali molto belli, tre grotte di cui una piuttosto grande, mentre verso ovest si passa sotto il mitico arco naturale. In questa zona, ho visto una miriade di lumache di mare che - ad aver voglia - ci si poteva improvvisare una zuppa di pesce...
Bella Gherontas, la mettiamo al terzo posto a causa del mare sporco, ma pur sempre sul podio.
Verso le 13 decidiamo di cambiare spiaggia e risaliamo alla macchina. Piccolo momento di panico perchè ritornando alla strada principale troviamo la sbarra chiusa (ma in realtà - sollievo! - è solo accostata. I Greci non sono mica dispettosi come i Valdostani...). Comunque in alta stagione è meglio fermarsi prima della sbarra. Prendiamo quindi la strada che dall' incrocio di cui si parlava prima sale leggermente sulla destra. Sali, sali, sali, si arriva vicino ad una chiesetta bianca. Attenzione: non andare dritto perchè si ridiscende in una cava. Deviare invece a destra passando rasente alla chiesetta. La strada procede e diventa più sconnessa, ma niente di che. Ripensando a chi la ha descritta come un' inenarrabile odissea direi che esagera (sono escluse le donne in stato interessante... cui va tutta la solidarietà di mia moglie che si ricorda ancora - percorsa da incinta - la strada di Aghios Minas a Karpathos). Ma quale letto di un torrente! Piuttosto: la veduta su Kleftico non la abbiamo trovata. Abbiamo bensì incontrato l'inizio del sentiero che conduce colà.
Com'è, come non è, siamo arrivati ad Aghios Yoannis Siderianos. Vicino all'ingresso laterale (socchiuso) c'era una macchina ferma, forse un sagrestano venuto a fare i preparativi per la festa che raduna tutta la popolazione dell'isola (il parcheggio antistante è veramente immenso): tra l'altro mi risulta che il 24 giugno sia San Giovanni anche per gli Ortodossi. Ad ogni modo non osiamo inrodurci di soppiatto, anche se pare sia molto interessante.
Nel calore abbagliante del meriggio scendiamo alla spiaggia. C'è una macchina! Un vecchio fuoristrada Nissan con una strana targa, non greca, né di quelle attuali né di quelle vecchie, niente targa internazionale, reggitarga con indirizzo del concessionario in caratteri latini e ciò esclude Bulgaria, Macedonia, Serbia, Montenegro, Cipro, Russia e Ucraina. L'indirizzo con via intitolata a San "qualcosa" esclude la Turchia. Boh´ Forse Croazia.
Rimasta aperta l'indagine diciamo della spiaggia. Paradigmatica. Una lunga spiaggia bianca e deserta, con un ampio tamerice ad ombreggiarla. Ad una estremità un sirmata coi resti di un verricello per tirare in secca la barca. Non c'è nessuno. Sappiamo che in realtà verso nord ci sono altre due spiagge. Superando un non lieve promontorio ci affacciamo sulla seconda. Ci sono i due proprietari della macchina sconosciuta che stanno facendo... bunga bunga. Ovviamente non scendiamo a disturbarli, ma il suono delle nostre voci li fa interrompere... ma quasi subito lui entra in mare e lei lo raggiunge di lì a poco a riprendere l'attività testè interrotta...
Non mi dò per vinto e proseguo salendo ancora alla ricerca della terza spiaggia al di là di una falesia ancora più alta. E qui ho veramente un momento di panico, perchè il terreno è ripidissimo e maledettamente sdrucciolevole (cosa caratteristica di Milo in verità). Ho due zaini e pure la telecamera. Ad un certo punto decido di non correre rischi e di tornare indietro, ma quasi non riesco a girarmi, temo fortemente che se alzo un piede da terra l'altro mi scivoli in basso e nessun ostacolo si frapponga fra me e la spiaggia varie decine di metri più in basso... Molto lentamente ed aumentando l'attrito col sedere ed una mano riesco a girarmi e rientro da mia moglie miracolosamente incolume.
Torniamo quindi alla prima spiaggia, dove mangiamo e ci dedichiamo a varie attività. La terza spiaggia di Aghios Ioannis la raggiungerò solo a nuoto e quindi non compare nella galleria fotografica. Forse sarebbe raggiungibile con dei serii scarponi da Alpini, ma è improbabile che uno vada a Milos coi Vibram in valigia. Coi limiti di Easy Jet poi...!
Comunque sono molto belli i fondali anche verso sud. A quel punto ho già fatto due lunghi bagni ed è tardi, ma mi chiedo in quanto tempo uno possa arrivare a Sikya. In linea retta sono circa due chilometri. Con pinne e respiratore, riposandosi nella spiaggia della grotta, secondo me si può fare.
Rientro piuttosto intirizzito e mia moglie ha il suo da fare a scaldarmi... Sono ormai le 18 e rientriamo, ma non ci facciamo mancare una puntatina sulla vetta più elevata di Milo: il Profitis Ilias, 748 metri! La strada è un po' micidiale perchè è ripidissima e molto sconnessa, ancorchè larga. Nei punti peggiori hanno messo del cemento, ma verso la cima si restringe anche e... pende in fuori. In effetti il Jimny ha gli ammortizzatori un po' ciucchi e "saltella" abbastanza. Soprattutto in discesa bisogna andare "sigà sigà". Benedette le "ridotte". Da lassù il panorama è a 360 gradi. Eccezionale, pur se non limpidissimo. Si vedono mezze Cicladi. Penso che, se fosse terso, verso sud si vedrebbe senza problemi Creta. Se non vado errato il Lefka Oros è intorno ai 2300 m. Ad ovest il sole sta calando e ci impedisce, forse, di vedere Citera o il Taigeto. Graziosa anche la cappelletta bianca con terrazzo e panchine per restare in meditazione. Peccato la selva di ripetitori!
Noi meditiamo un po'... poi ridiscendiamo. Rientriamo a Zephiria alle otto passate. Un'ora dopo siamo seduti nella veranda di Zigos e guardando verso sud le montagne che si stagliano contro il crepuscolo ci diciamo: "Due ore fa eravamo lassù". E concludiamo: "Molto meglio essere qui... davanti ad un buon retsina, in attesa di un suvlaki".

Settimo giorno: 2 giugno 2012
Iniziamo la giornata alla ricerca delle acque termali calde. Qualcuno diceva fossero ad Aghi Kiriaki, altri dicevano a Paliochori. In realtà chiedendo ad un avventore di Zigos ci è stato detto che sono semplicemente... davanti alla centrale elettrica, quindi proprio all'altezza del bivio per Zephiria. Ed in effetti sulla cartina c'è un simbolo che in un primo tempo mi era sfuggito.
La cosa ha un suo perchè: la baia interna è la caldera sprofondata dell'antico vulcano; logico quindi che i fenomeni di vulcanesimo secondario siano particolarmente evidenti qui. In realtà va detto che spesso girando per Milo si sentono zaffate di solforosa (tipo uova marce...) che sono caratteristiche di mofete e putizze.
Tornando alle agognate sorgenti calde, in effetti proprio davanti alla centrale (ahimè quindi in un posto non molto appartato) c'è un vecchio cartello un po' scrostato che ne segnala la presenza. C'è uno slargo per posteggiare, i resti di un capanno (presumo per i bagnanti), una panchina un po' scalcagnata sulla stretta spiaggia ombreggiata da tamerici fra la strada ed il mare. C'è anche una specie di semicerchio roccioso a pelo d'acqua.
Attenzione: le sorgenti sono sottomarine; non si devono confondere con un ruscello che sgorga e va subito in mare 50 metri verso Adamas, che è pure tiepido, ma è lo scambiatore di calore della centrale!
Mi immergo con la maschera e dopo poco noto delle sottili colonne di bolle d'aria che nascono dal fondo marino; spostandosi all'altezza delle rocce a fior d'acqua, quindi verso Adamas, il fenomeno si infittisce ed in alcuni punti c'è in vero e proprio gorgoglìo. Posando i piedi sul fondo in corrispondenza della fuoriuscita delle bolle si sente che è aria mista ad acqua veramente bollente. Non ci tieni i piedi sopra, neanche con le pinne. Se ti metti a gambe larghe o facendo "il morto" vieni investito da un piacevole getto caldo. Sensazione stranissima, visto il gelo che ho preso in mare a Milo. Mia moglie è finalmente felice...
Sguazziamo un po', poi stiamo in spiaggia, dove troviamo moltissime conchiglie: praticamente un unicum per Milo, in genere scarsa di conchiglie quanto generosa di ciottoli multicolori. Dopo un paio d'ore però andiamo a cercarci un posto un po' più bello paesaggisticamente (lo scalo minerario è proprio lì davanti). Decidiamo per Plathiena. Ci arriviamo da una strada da nord, proseguendo dopo Firopotamos, perchè stanno facendo dei lavori e la salita da Triovasalos alla Plaka è interrotta ed una tortuosa deviazione ci farebbe passare da Tripiti. Dalla collina vediamo che in rada è ancorata una nave militare.
Plathiena è una graziosa spiaggia. C'è anche una strana barca-casa credo in alta stagione usata come Kantina. Quando arriviamo, verso le 12:00, c'è solo una coppia di italiani in costume adamitico. Per essere così vicini ai centri abitati avrei pensato ci fosse più gente. Dopo un po' arrivano tre anzianotte tedesche che si adeguano, ma Claudia Schiffer è un'altra cosa... Solo verso le 14:00 arriveranno delle mamme greche con bimbi (Yorgos, Dimitri, Stavroula, Despina...).
Nel momento di massimo affollamento in tutta la spiaggia non siamo più di 15 persone. Discreti i fondali, anche se il fondo per lo più sabbioso rende l'acqua un po' torbida. Bella la zona nord. A centro spiaggia si "tocca" fino ad una certa distanza dalla riva. Si capisce quindi perchè sia prediletta dai bambini. Poche alghe (a differenza di quanto riferito da qualche altro forumista, ma dipende dalle correnti e dal mare).
Verso le 16:00 ce ne andiamo. Risaliamo dalla strada vecchia che porta alla Plaka rasentando una bella chiesetta e poi, passando per Tripiti, andiamo alle rovine del teatro. Passiamo davanti al sito del ritrovamento della Venere di Milo. E' abbondantemente (per gli standard greci) segnalato. Mia moglie ci si fa fare una foto accanto, ma... per fortuna non ha le braccia troncate!
Il teatro è molto bello ed è in restauro. Le trabeazioni finemente scolpite sono veramente notevoli. Adesso sono accatastate per terra. Se le rimonteranno in qualche modo diventerà un gioiellino anche per la posizione e per il panorama, col porticciolo di Klima bianco in basso ed il blu della baia sullo sfondo. Qui sull'alto c'era l'antica Milo e giù in basso l'approdo. Il pensiero non può non andare alla triste vicenda narrata da Tucidide delle trattative, dell'assedio e della distruzione di Milo da parte degli Ateniesi all'inizio della seconda guerra del Peloponneso. Sarà perchè me la sono tradotta al Liceo, ma la sento particolarmente viva...
Risalendo verso Tripiti ci sono le antichissime catacombe (ampio parcheggio), ma gli ultimi acquisti ad Adamas ci chiamano. Girovagando per cercare di scendere direttamente da Tripiti ad Adamas arriviamo un po' per caso in un graziosissimo borgo in riva al mare che si chiama Schinopì: una chicca: qualche orto, due uliveti, poche case con sirmata sul mare, un moletto, qualche tamerice. Unico neo: purtroppo spiaggia strettissima, sassosa e per di più coperta di alghe. A parte questo è veramente un gran bel posticino.
Tornando ad Adamas dalla più "salutare" strada principale noto in un curvone la bakery di cui alcuni forumisti ricordano con nostalgia le colazioni.
Ad Adamas, prima di fare lo shopping voglio ancora andare a vedere il sacrario militare francese segnalato sulla cartina. Effettivamente proseguendo verso ovest dopo il porto, al di là della zona degli alberghi, c'è una sterrata (che tra l'altro costeggia alcune belle spiaggette purtroppo invase dalle alghe) che in circa un chilometro porta in questo strano giardino (suppongo zona consacrata anche se non parrebbe) recintato, con un obelisco in mezzo, a ricordo di non meglio identificati caduti francesi della "Marine" e della "Armée" morti a Milo nel 1897 (´).
Mi documenterò. Comunque lì vicino mi è sembrato simbolico aver trovato questo. Pur essendo un ufficiale degli Alpini in congedo come non pensare a:
…non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi.

Certo che la République non lo mantiene molto bene: un analogo monumento a Stampalia è stato recentemente restaurato, per non parlare della "casa dei Cavalieri della nazione di Francia" a Rodi, che è addirittura sede di un Consolato.
Torniamo ad Adamas. Acquisti vari, soprattutto alimentari; con una cosa che mi stupisce: nei negozi cadevano dalle nuvole quando chiedevamo di comprare qualche formaggio locale. Richiesta che li lasciava interdetti. Solo dopo un po' ci hanno segnalato un negozio (peraltro chiuso) che forse li vende. Ora, che in un'isola delle Cicladi - con tutte le capre (e a Milo anche le pecore) che ci sono - quasi nessuno venda quelle belle forme che ho sempre comprato, sembra deporre a favore di chi sostiene che si sta imponendo un turismo standardizzato che non va alla ricerca delle realtà locali. Oppure che i Miloti si tengono per se i loro formaggi...
Ripieghiamo su vari formaggi cretesi, macedoni, lesbii che la gentile commessa del minimarket ci fa assaggiare uno per uno. Un bell'aperitivo...
Ultimi acquisti alla Bakery vicino al Carrefour, dove - data probabilmente la cospicua spesa - veniamo inondati di omaggi extra. Raccomando soprattutto le paste di mandorla ripiene di marmellata di aranci: combinazione inedita. Anche le minibriochine da colazione, friabilissime, a forma di mezzaluna coperte di zucchero al velo bianco, sono imperdibili.
Giretto per i ristoranti. Per la prima volta vedo una taverna con menù anche in russo. Prezzi altini. Un po' più convenienti quelli di Barco, forse perchè non è sul mare.
Tornati alla macchina abbiamo una sorpresa che in decenni in Grecia mai mi era successa: UNA MULTA PER DIVIETO DI SOSTA! Il 2 di giugno!!A Milo!!!
I due vigili che erano a pochi passi e cianciavano con della gente sono apparsi direi piuttosto avviliti al sentire che avevano multato degli italiani, forse speravano di aver beccato dei tedeschi... Io ho fatto notare in buona fede che dipinti sull'asfalto c'erano degli stalli a righe bianche "free parking". Mi hanno risposto imbarazzati che erano "old", che "now" lì era divieto di sosta. E c'era effettivamente un cartello nuovo nuovo. Quando si dice la sfiga...
Ovviamente volevamo pagare. Ma a loro non si può. Tanto per la cronaca: la multa di divieto di sosta in Grecia sarebbe 80 euro, ma se si paga entro 10 giorni è solo 40. Perciò passiamo da Athena Souli, perchè è pur vero che ci aveva detto senz'altro di lasciare la macchina in areoporto, ma a scanso di equivoci voglio che controlliamo insieme che a parte la polvere, la macchina è come ce l'avevano consegnata. Nell'occasione le diamo i soldi per la multa e ci assicura che monday andrà a pagarla. Evabbè, prendiamola come un contributo alla povera Grecia.
Ultima doccia da Avra, ed ultima cena da Zigos.

Ottavo giorno: 3 giugno 2012
C'è poco da dire sul malinconico giorno della partenza. Ci svegliamo con comodo, chiudiamo i bagagli, salutiamo il marito di Avra (lei non c'è, forse è andata alla salmodiante liturgia ortodossa che ci giunge amplificata dalla vicina chiesa). Scriviamo la nostra dedica sul librone.
Andando verso l'areoporto ci fermiamo a vedere da vicino dei grossi gabbioni che contengono mosteriose sfere biancastre che si rivelano essere... zucche. Mai viste zucche bianche.
Siamo per tempo all'areoporto. C'è già un po' di tristezza: ahimé ho tolto i sandali e messe le scarpe chiuse, ho sostituito con pantaloni bianchi i miei beneamati "mimetici", una camicia di lino a maniche lunghe "da viaggio" rimpiazza la giromanica in microfibra, gli occhiali prendono il posto delle lenti...
I nostri bagagli sono predisposti per Easy jet, con valigia in stiva max 20 kg, ma senza limiti di peso peril bagaglio a mano. Viceversa l' Olympic ci concede incluso nei biglietti un bagaglio in stiva a testa, ma con limite di peso di 8 kg in quello a mano. Metto in stiva il mio trolley (incrocio le dita e la mia fiducia nella compagnia non verrà tradita, d'altra parte come fanno a perdere una valigia da Milos ad Atene con 2 voli al giorno e 20 passeggeri...), svuotiamo parte di quello di mia moglie per stare negli 8 kg.
Il poliziotto al detector si accorge che nel trolley a mano c'è un sacchetto corposo di ciottoli colorati. Evidentemente a Milo ci sono abituati, ma ci fa notare che ad Atene non lo lascerebbero portare in cabina (corpo contundente). Perciò arrivati ad Atene ristrutturiamo i bagagli per gli standard Easy Jet. In stiva 19,6 Kg (utili le bilance sparse per l'areoporto!). Miele, sassi, ecc. Nei bagagli a mano (12 Kg il mio...) formaggi, libri ecc. Ci sfuggono i congelatori, che sono solidi e sigillati, ma... dentro c'è il liquido. Ce li fanno buttare all'imbarco. Evabbè, pochi euro alla Metro...
Mentre l'areoplanino coi sei cerchi colorati sale nell'azzurro e sotto di noi sfilano Milos, e poi Kimolos, Serifos, Sifnos... per non cedere al groppo in gola penso alla favola della fanciulla di nome Grecia che aveva una collana di perle che si ruppe impigliandosi in uno scoglio, ed alla sua tristezza che impietosì gli dei che le fecero emergere dall'Egeo trasformate in isole disposte in cerchio come una collana, le Cicladi... e ritorno col pensiero alla sera di primavera in cui raccontai questa favola a mia figlia per farla addormentare...
Atene ci aspetta. Poi ci sono quasi 4 ore da far passare e le impieghiamo a leggere od osservare la varia umanità che transita. Mangiamo. Ultimi acquisti. Partenza e arrivo in orario.
L'aereo è addirittura in anticipo, giriamo un po' sui cieli di Lombardia. Atterraggio a MXP da nord. Mai successo.
Tanto per farci venire subito la nostalgia ci accoglie un grigiore deprimente, con goccioline d'acqua che si trasformeranno in una piaggerella che ci terrà compagnia fino a casa.
Cosa curiosa: avevamo lasciata la macchina al Park to Fly nella nuova sede sulla strada per Vizzola Ticino. Ci hanno riportato alla macchina che era stata spostata sulla strada per Somma Lombardo, direi ad una diecina di km da dove era. Ma mi chiedo: le spostano una per una o le mettono su una bisarca. E perchè mai´ Fatto sta che da lassù l'autista della navetta mi consiglia - per andare verso il sud-Piemonte - di non ritornare al casello di Mercallo Mesero della TO-MI, ma di andare a prendere la Milano-Laghi e fare il giro da Gattico e Romagnano. Praticamente la strada che si faceva un tempo quando non c'era la superstrada da Mercallo. Secondo me si allunga. Boh´
Dapprima le calme risaie vercellesi, poi le dolci colline del Monferrato e delle Langhe ci danno il benvenuto. I pioppi mossi da un forte vento da sud ci salutano ondeggiando festosamente.
E' bello tornare a casa, ma la Grecia è dentro di noi ed in silenzio prego di poter tornare ancora per tanti anni dove il sole è sempre limpido e non soltanto "...lampi di parabrise".

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