Itinerario
Venerdì 26 novembre 2004
Anche quest’anno con la mia amica Roberta abbiamo deciso di andare a fare compere, si fa per dire, ai mercatini di Natale. Lo scorso anno eravamo andate a Trento mentre quest’anno abbiamo fatto un programma di tutto rispetto nella zona di Bolzano. A noi si sono aggiunte una nostra amica e compagna di viaggi in treno Michela e una amica di Roberta: Cristina.
Io e Michela decidiamo di partire il venerdì mattina e di fermarci a visitare Verona per poi proseguire e arrivare nel tardo pomeriggio a Bressanone, località che abbiamo scelto come punto base del nostro itinerario; mentre Roberta e Cristina ci avrebbero raggiunte in serata.
Dopo un viaggio in treno più o meno nella norma, arriviamo a Verona in tarda mattinata, capoluogo di provincia sita ai piedi dei monti Lessini. Depositiamo i nostri zaini al deposito bagagli e ci avviamo immediatamente verso il centro.
Percorriamo il centrale Corso Porta Nuova, dove all’inizio è ben visibile la citata Porta Nuova, per arrivare in piazza Bra, con i suoi bar e i suoi negozi, dove si erige in tutta la sua maestosità l’Arena di Verona, utilizzata ancora oggi per rappresentazioni teatrali e opere liriche.
La piazza è tutta un via vai di persone e turisti, siamo fuori stagione ma di gente in giro con la macchina fotografica c’è n’è comunque parecchia.
Ci dirigiamo subito verso l’Arena dove, pagato il biglietto di ingresso (4 €), iniziamo subito la nostra visita dal centro dell’arena. L’Arena simbolo della città, è stata eretta nel I secolo A.C. ed era originariamente all’esterno delle mura della città. Si presenta con le sue ampie gradinate a cerchi concentrici, è sostenuta da un triplo anello di gallerie. Facciamo un giro perlustrativo nelle diverse gallerie, dove in quella più esterna o più bassa, sono evidenti i passaggi delle diverse rappresentazioni teatrali. Dalla gradinata più in alto si può godere di una vista panoramica della città. C’è poca gente, nell’arena, una scolaresca e qualche persona, così ci godiamo la nostra visita in tutta tranquillità.
Terminata la visita all’Arena proseguiamo per piazza delle Erbe con il suo pittoresco mercatino. Dopo un panino veloce in un bar in una via laterale della piazza delle Erbe, riprendiamo la nostra visita alla ricerca del fantomatico balcone di Giulietta e Romeo. Non si può venire a Verona e ignorare il luogo dove si sarebbe svolta questa tragica vicenda. Così anche noi arriviamo davanti al portone di casa Capuleti... una delusione, l’avevo già visto e me lo ricordavo bene questo posto ma quanto ero venuta non c’era questo scempio di bigliettini attaccati con la gomma americana al muro… detto in parole povere ‘una schifezza!’ Non so a chi sia venuta questa brillante idea che dovrebbe celebrare l’amore ma, personalmente la cosa non mi piace affatto, questa miriade di fogliettini appiccicati al muro, bleah. Dopo una rapida occhiata al balcone e alla statua posta nel piccolo cortile ce ne andiamo via disgustate, non è possibile danneggiare così un edificio!
Gironzoliamo ancora un po’ per la città e poi ci apprestiamo ad andare alla stazione per proseguire il nostro viaggio. Dobbiamo essere a Bressanone prima delle 20, ora di chiusura della reception dell’ostello in cui pernotteremo, per ritirare la chiave della camera.
Mentre raggiungiamo la stazione passiamo davanti ad una pasticceria, con tante prelibatezze in vetrina che ci chiamano con tanta insistenza e visto che il panino mangiato a pranzo non è stato un granchè (la foto era tanto bella ma il risultato era un po’ troppo semplificato) decidiamo di entrare e di rifarci con un bel dolcetto.
Arrivate alla stazione, ritiriamo il nostro bagaglio al deposito (3,7 €, un po’ strozzini come prezzi) e riprendiamo il nostro viaggio verso Bressanone dove arriviamo che il sole è già calato. Abbiamo una cartina che consultiamo per trovare la strada più breve che ci permette di raggiungere l’ostello, sito dietro la piazza del Duomo, piazza in cui è allestito il mercatino di Natale, tant’è che vi transitiamo per andare all’ostello. Diciamo che non potevano scegliere una soluzione migliore. Proprio in centro al paese, o per lo meno vicino a quelli che sono in nostri interesse e le nostre esigenze, visto che non siamo in macchina e dobbiamo spostarci a piedi.
Fatte le registrazioni del caso ritiriamo le nostre chiavi e saliamo in camera. L’ostello è molto bello, tutto in ordine, ben pulito, come nuovo. E’ molto silenzioso, ci sono altre persone ma o è ben insonorizzato oppure le persone sono ben distribuite sui piani perché non sentiamo nessun rumore provenire dalla camere vicino.
La nostra camera si trova al terzo piano, ci si può arrivare con le scale o con l’ascensore, è una camera quadrupla con i servizi privati. E’ molto bella, ha un piccolo ingresso e due camere adiacenti molto spaziose. E anche il bagno è molto grande e dotato di due ampie finestre. La biancheria da letto, 4 soffici piumoni, era compresa nel prezzo mentre quella da bagno no. Così ognuna di noi si è portata il necessario da casa.
Ci sistemiamo e poco onestamente io e Michela scegliamo il letto, vorrà dire che in caso di proteste faremo valere il nostro diritto di anzianità e di essere arrivate prima, eh eh…
Dopo una sistematina andiamo alla ricerca di una pizzeria per la cena. Prendiamo un tavolo per 4 e aspettiamo l’arrivo di Roberta e Cristina. Il treno ovviamente è un po’ in ritardo ma ci saremo stupite del contrario!
Dopo la pizza ci concediamo il piacere di un bel dolcetto, chi lo strudel e chi la Sacher. Dopo di che ritorniamo in camera. Le vie del paese sono poco affollate, le temperature certo non sono piacevoli.
Ostello: 27€ a notte – Ostello della Gioventù - Via Bruno 2 - 39042 Bressanone - Tel. +39 0472 279 999 - E-Mail: bressanone@ostello.bz - www.jugendherberge.it
Sabato 27 novembre 2004
Sveglia presto, dobbiamo andare a prendere il treno alle 9 che ci porterà a Vipiteno, il primo paese ed il mercatino che abbiamo deciso di visitare.
Per colazione c’è un sacco di roba, latte, te, caffè, cereali, yogurt, marmellate, miele, nutella, burro, salumi, formaggi... insomma c’è da mangiare per una settimana. La sala della colazione è molto grande ma è praticamente vuota, sono occupati solo alcuni tavoli.
Dopo quest’abbondante colazione ed esserci ben imbottite contro il freddo usciamo alla volta della Stazione: il primo mercatino ci aspetta. In biglietteria ci viene venduto un biglietto (5,00 €) un po’ particolare; ci spiegano che dobbiamo obliterarlo in una particolare obliteratrice dove, prima di passare il biglietto, dobbiamo indicare il codice della destinazione. Una sorta di biglietto chilometrico particolare, sembra un bancomat, non si capisce nemmeno bene dove sta scritto quanto vale. Siamo un po’ dubbiose ma prendiamo le nostre tesserine da obliterare e ce ne andiamo ad aspettare il treno sul binario.
Arrivati a Vipiteno, la stazione non si può certo dire che sia in centro del paese, non è lontana ma non è nemmeno in centro. Noi, come tanti altri scesi dal treno, ci avviamo verso il centro cittadino che è un vero caos di gente.
Su Vipiteno, grazie alla sua posizione favorevole, confluiscono infatti tre valli, ha sempre vissuto sul commercio. Molto suggestive la Via Città Nuova e la via Città Vecchia, quest’ultima ubicata proprio nel cuore della città. Tanto per fare un po’ di cultura… eh eh eh va detto che Vipiteno fu distrutta da un incendio nel 1443.
E’ sabato e di gente in giro per questi mercatini c’è ne tanta, forse troppa, comprese le sottoscritte quindi non possiamo lamentarci della confusione.
Diamo un’occhiata alle vetrine lungo la via principale. E’ tutto un susseguirsi di case dalle vivaci facciate colorate con le immancabili elker (finestre sporgenti), e di negozi con le insegne in ferro battuto. E poi finalmente arriviamo ai banchetti in legno del mercatino. Di per sè, il mercatino non è enorme, ma il contesto in cui è collocato, questa via pedonale piena di negozi, e la piccola piazzetta che si apre più o meno a metà della via lo rende carino e caratteristico.
C’è chi sostiene che visto un mercatino uno li ha visti tutti… certo le cose in vendita sono quelle, ma sono belli i paesini, il contesto in cui sono inseriti e forse questo strano clima natalizio che, anche se siamo a novembre, fa sentire il Natale vicino vicino. Ci sono bancarelle di oggettistica in legno, statuine e oggettistica per il presepe, palline di natale dalle varie forme, colori e prezzi (e che prezzi! Per decorare un albero di media grandezza bisogna fare un mutuo!), artigianato locale, dolci, vin-brulè e prelibatezze varie: dolci e salate. Tant’è che ho comperato un sacchetto di fette di mele essiccate ricoperte di cioccolata per il mio maritino che è rimasto a casa.
Dopo un giretto tra le bancarelle tutte insieme e l’aver ascoltato per un po’ un coro che intonava canzoni natalizie, visto che Roberta e Cristina sono più avvezze allo shopping e io e Michela vogliamo invece andare a mettere il naso in giro per il paese, ci dividiamo dandoci appuntamento per il pranzo. Così mentre loro si danno allo shopping per le vie cittadine noi gironzoliamo per il paese. Scegliamo strade anche meno affollate e turistiche tanto per vedere un po’ i dintorni. Scegliamo infatti una strada che ci porta fuori dal paese e non volendo ripercorrerla a ritroso per ritornare in centro dobbiamo fare un lungo giro. Ma tanto Roberta e Cristina sono impegnate nello shopping e non si accorgono troppo del nostro ritardo.
Nel primo pomeriggio facciamo ritorno a Bressanone e gironzoliamo un po’ per le vie della città e tra le bancarelle del mercatino in piazza del Duomo. Le bancarelle, queste casupole in legno, tutte uguali sono tutte disposte in maniera piuttosto simmetrica nella piazza davanti alla cattedrale. Sono una festa di colori, luci e allegria. C’è un sacco di gente in giro e avvicinarsi a certe bancarelle è un impresa titanica, oltre tutto inizia a fare anche molto freddo.
Bressanone è da sempre la città simbolo del potere temporale dei principi vescovi: palazzi e chiese ancor oggi sono testimoni di questo passaggio. Il Palazzo Vescovile era, infatti, la residenza dei signori di Bressanone.
Per cena scegliamo un ristorante che prepara piatti tipici, tanto per gustare i canederli, che abbiamo visto passeggiando nel pomeriggio. Ci portano due super palle immerse in una salsa molto gustosa. Ovviamente il dolce conclude la nostra cenetta.
Dopo cena andiamo a fare due passi per smaltire tutte queste prelibatezze, i canederli non sono proprio leggerini e questa sera la passeggiatina ci vuole proprio.
La città è carina, anche se di sera in giro non si incontra praticamente nessuno. Giriamo un po’ per il centro, oltrepassiamo il fiume e ci addentriamo in una via stretta molto caratteristica, riattraversiamo il fiume e proseguiamo su una strada pedonale che costeggia il fiume, una sorta di pista ciclabile dove incontriamo una sola persona che porta a spasso il cane. Non è molto illuminata come via, in alcuni tratti sa tanto di strada da film giallo con tanto di maniaco che spunta dietro l’angolo! Cammina e cammina e iniziamo a insospettirci sulla direzione che prende questa strada, soprattutto perché non ci ricordavamo di aver fatto tutta quella strada quanto abbiamo attraversato il fiume la prima volta… Ci guardiamo intorno, e ci orientiamo scegliendo la direzione da prendere osservando la posizione del campanile del Duomo dell’Assunta che svetta dalle case. Il nostro ostello è proprio li dietro. Così dopo tanto camminare troviamo la strada di casa e arriviamo all’ostello. Roberta, era lei che voleva tanto camminare, è più che soddisfatta… l’aver sbagliato strada ci ha fatto fare una super passeggiata, domani però la direzione la scegliamo noi!
Cena: Ristorante FINK, Via Portici Minori 4 - 12,00 €
Domenica 28 novembre 2004
E’ domenica e visto il tempo a nostra disposizione decidiamo di andare a vedere anche Brunico: inizialmente avevamo deciso di non andarci, ma visto che siamo molto veloci nella visita dei mercatini un salto lo facciamo anche qui.
Così dopo colazione ci portiamo nuovamente alla stazione a prendere il treno. Facciamo i biglietti (6,25 €) e la tizia alla biglietteria molto gentilmente cerca di trovarci la soluzione più economica, tra un biglietto normale e queste strane formule di tesserine che ci hanno rifilato ieri. Ad un certo punto, dopo un po’ di calcoli ci chiede se avevamo delle tesserine avanze. Avrà sicuramente letto lo stupore sui nostri visi ma subito cerchiamo tutte nelle nostre tasche e ne saltano fuori tre, ma, la signora ci dice che ne sono sufficienti due. Mah… Qualche volta tenere tutto ha il suo pregio! Poi, visto che la cosa per l’obliterazione si fa un po’ complicata, gentilmente la signora esce dal suo ufficio e ci aiuta ad obliterare questi strani biglietti, oggi invece di averne uno a ciascuno ne abbiamo uno che serve per tutte e quattro più i due resti di ieri. Abbiamo così dedotto che sono delle tessere con un ammontare, ogni volta che si fa un viaggio questo ammontare diminuisce, e si può perfino recuperare gli spiccioli avanzati sulle tessere vecchie. Un sistema furbo che permette di risparmiare rispetto ad un normale biglietto di andata e ritorno, peccato che l’unico depliant informativo che troviamo è scritto in tedesco.
Brunico non è male come cittadina. E’ la principale città della Val Pusteria. Nasce nel 1251 quando il vescovo di Bressanone pone in essa la propria residenza estiva.
Sia al mercatino che nei negozi il caos è tanto e la folla pure. E’ domenica e si vede: le comitive in gita in pullman sono tante e purtroppo si spostano anche in comitiva tra i banchetti. se si finisce, per sfortuna, in mezzo a una di queste, si viene travolti dalla corrente!
Facciamo il nostro solito giro perlustrativo tra le bancarelle del mercatino, poi lasciamo Cristina e Roberta allo shopping e io e Michela ce ne andiamo un po’ a zonzo per il paese.
Brunico ha l’aspetto di una città fortezza dominata dal suo castello duecentesco con le strade della città poste ai suoi piedi Il castello non è visitabile, le guide riportano che è visitabile solo il cortile, ma noi abbiamo trovato tutto chiuso. Ne approfittiamo per passeggiare su questi sentierini che portano dalla città al castello. Facciamo qualche foto della città, passiamo di fianco ad una piccola chiesetta e ritorniamo in centro dove le altre ci attendono. Anche Brunico, come le altre città viste fin ora si presenta, con la sua Via Centrale, su cui si affacciano edifici gotici con elker e tetti merlati.
Anche oggi le temperature sono polari, così in attesa di andare alla stazione ci rintaniamo in un bar super affollato a prendere qualcosa di caldo. Fra i mercatini e i paesini che abbiamo visto forse questo è quello che mi è piaciuto di meno… come mercatino, logisticamente parlando è più dispersivo.
Alla stazione decidiamo di fare i biglietti per il ritorno a casa per il giorno seguente. Sembrava un’operazione facile ma è diventata piuttosto lunga. Subito rimaniamo un po’ interdette perché il costo del biglietto è di molto più basso dell’andata ma poi la tizia si accorge dell’errore e il costo del biglietto torna ad essere normale… pareva troppo bello avere tutto sto sconto.
Rientrati a Bressanone facciamo un giretto del mercatino per finire gli acquisti e poi visitiamo il Duomo dell’Assunta con le due torri campanarie slanciate che ricordano le costruzioni religiose della Baviera o dell’Austria del ‘700. Tra il duomo e la vicina cappella di San Giovanni Battista, di epoca romana, è prevista l’esistenza di un chiostro gotico. C’è da dire che fatichiamo a trovare la porta che ci conduce al Chiostro, ma poi… cerca cerca e giungiamo nel chiostro. A dover di cronaca, la guida indica che è qui che si tenne il concilio indetto da Enrico IV nel sec. XI per eleggere l’antipapa Clemente III, io non c’ero quindi non posso confutare questa verità!
Bressanone è carina come cittadina, le sue viuzze del centro, i negozi, l’architettura degli edifici, il clima che si respira ne fanno una cittadina piacevole. Caratteristiche le sue vie e immancabili le tradizionali facciate colorate delle case con gli ormai noti elker. Anche il mercatino è bello, di quelli visti fin ora è il più grande, è posto sulla piazza davanti alla chiesa e appena il sole tramonta le luci di natale colorano la piazza.
Per cena torniamo al ristorante della sera prima a provare un’altra specialità: ci danno lo stesso tavolo della sera prima ma sul fronte dolci però questa sera sono più scarsi. Sarà che è domenica sera e non hanno grosse previsioni di pubblico ma la scelta è più limitata di quella della sera prima.
Cena: Ristorante FINK, Via Portici Minori 4 - 12, 20 €
Lunedì 29 novembre 2004
Sveglia presto perché oggi dobbiamo anche fare le valigie prima di prendere il treno per Bolzano. Così dopo colazione corriamo in camera a mettere a posto tutta la nostra roba e a cercare di far stare i nostri acquisti nelle borse. Per quel che mi riguarda devo imballare bene la pallina in vetro dipinto per l’albero di Natale che mi ha commissionato la mia collega, non voglio di certo consegnargliela frantumata.
La giornata non è bella, pioviggina e fa freddo, sulle montagne una spruzzatina di bianco ci informa che nella notte ha nevicato.
Salutiamo Bressanone e in treno raggiungiamo Bolzano, la città posta sulla strada del Brennero. Fin dal medioevo, il valico del Brennero è stata la principale via di comunicazione fra l’Italia e la Germania e ancor oggi sono evidenti i segni di questa lunga storia di centro commerciale e punto d’incontro e scontro tra due culture differenti. Bolzano è divenuta italiana solo dopo la prima guerra mondiale (1918).
La città è un brulicare di persone che si spostano, ragazzini che vanno a scuola, gente che va al lavoro. E’ lunedì… la città si anima del suo solito tran tran.
E’ ancora presto per il mercatino (p.zza Walther) che aprirà solo alle 10, per cui ci dedichiamo alla visita della città. Arrivate dal viale della stazione raggiungiamo quindi piazza del Duomo. Ci spostiamo poi in piazza delle Erbe con la fontana di nettuno fino a percorrere la bellissima via dei portici, con le belle case gotiche con le facciate dai colori vivaci e gli immancabili elker. Per arrivare infine in piazza Walther, dominata, oltre che dalle tante bancarelle, dalla statua del massimo poeta medioevale tedesco, un certo Walther von der Vogelweide o qualcosa del genere perché sinceramente non so proprio chi sia.
Evitiamo di andare al Museo archeologico dell’Alto Adige dove è conservato “Otzì”, l’uomo di Similaun che visse intorno al 3500-3300 a.C. trovato tra i ghiacciai della Val Senales e l’Austria, perché tanto oggi è lunedì ed è il giorno di chiusura settimanale.
Passeggiamo per le vie, facciamo un po’ di foto, anche se il tempo non è bello e la luce non è un granchè. Alla fine il mercatino si anima di gente e di colori. Gironzoliamo un po’ e poi come sempre ci dividiamo. Io e Michela siamo già un po’ sature di tutte queste cose natalizie. Così decidiamo di andare a farci un giro in cerca di una pasticceria per comperare qualche dolcetto da portare a casa. Trovo anche un negozio che vende infusi, tè e tipi di caffè. Mi piacciono molto gli infusi e gironzolare per il negozio sentendo tutti quegli aromi e quei gusti è per il mio naso molto piacevole. Avrei voluto comperarne qualcuno ma sono stata in attesa che la commessa mi desse retta talmente tanto tempo che mi saranno perfino venute le ragnatele… Alla fine, visto che quella continuava a considerare tutti tranne la sottoscritta me ne sono andata, peggio per lei… una vendita in meno!
Purtroppo inizia a piovere, decidiamo di andare a visitare l’interno del Duomo dell’Assunta con un campanile alto ben 65 metri. C’è un organista sta facendo le prove. E’ perfino piacevole stare ad ascoltare, tant’è che ci sediamo sulle panche in fondo alla navata principale.
Veniamo interrotte da Roberta e Cristina che ci cercano (potenza dei cellulari!), perché stanno morendo di freddo e vogliono andare a prendere qualcosa di caldo. Andiamo in un piccolo bar dove approfittiamo per mangiare anche qualcosa, visto che è ora di pranzo.
Prima di andare alla stazione, passiamo a prendere qualcosa per la cena, che faremo in treno, e un po’ di dolcetti da portare a casa, che fino ad ora abbiamo solo adocchiato ma non ancora comperato. Michela prende lo strudel mentre io, visto che, modestia a parte, lo so fare bene, decido di portare a Marco la crostata di Linz.
Ritorniamo così alla stazione, recuperiamo i bagagli e riprendiamo il nostro viaggio in treno, che non sarebbe tanto lungo se le ferrovie non si fossero impegnate tanto per farlo diventare tale. Tant’è che arrivate a Torino perdiamo la coincidenza per andare a casa e ci tocca aspettare il treno dopo.
E’ stato un bel giro, i mercatini sono stati la scusa per visitare queste zone e per goderci, in anticipo, il clima natalizio. La compagnia è stata ottima, come si dice... ‘peccato che sia finito’!
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Molto ben raccontato e molto utile... Ci andai qualche anno fa ma mi viene voglia di tornarci! Ciao e grazie!