Mini vacanza con mamma.
Partiamo da Pisa con la compagnia Vueling, ottima.
Dopo qualche turbolenza arriviamo a Madrid Barajas airport, terminal 4: davvero una bella struttura!1° giorno: 3/10/2007
Arriviamo intorno alle 13:30 e decidiamo di prendere la metro per arrivare in centro: ci sono 3 cambi da fare, e nelle ore di punta non è assolutamente consigliabile, per la folla ed il mare di gente presente sotto.
Una fiumana umana che invadeva ogni vagone o banchina della metro: senza esagerare, mai vista una cosa del genere, ma il bello doveva ancora venire. Per tornare in superficie si rompono le scale mobili, forse per il troppo peso, e siamo costrette a portarci a mano le nostre valigie, e la mia era enorme!
Comunque siamo a Madrid, chi se ne importa!!
Scendiamo in Puerta del sol ed andiamo a depositare i bagagli al nostro hostal, a 2 passi dalla fermata: si chiama Hostal Alaska. Niente da dire sulla camera e sull’oste: davvero gentile.
Magari il bagno è piccoletto, però per la cifra pagata va più che bene.
Scendiamo subito e da qui inizia la visita della città.
Pranziamo da Pans e co, catena conosciuta in Spagna, che fa panini espressi e freschi a prezzi modici: uno dei negozi è proprio in Puerta del sol, che aimè, è in rifacimento.
Passeggiamo per Calle mayor e calle de l’Arenal. Qui vicino c’è il Monastero de Las Descalzas reales, che a detta di tutti è molto bello, perciò proviamo ad andare per visitarlo.
Sentirete parlare spesso di questo luogo nel mio diario, proprio perché è diventato un nostro chiodo fisso. Il mercoledì vi ricordo che c’è entrata gratis sia qui, sia al palazzo reale.
Ci mettiamo in fila, ma dopo una decina di minuti gli addetti vengono a dirci che per oggi non riusciremo a visitare il monastero, in quanto chiude alle 16:30 e ci sono già persone sufficienti per ricoprire tutti i turni di visita, che vi ricordo sono di 20 persone in 20 persone, ogni mezz’ora circa.
Rassegnate andiamo Al corte Ingles, i grandi magazzini spagnoli che sono sparsi ovunque per la città: è praticamente impossibile non vedere in giro qualcuno con la famosa bustina bianca con scritta verde.
A Madrid ci sono moltissimi altri negozi, delle più grandi catene, quali HeM, Zara, che è Spagnola appunto etc.
Giriamo un po’ per le strade, scoprendo locali e negozietti caratteristici.
Ci rechiamo per la sera in un ristorante consigliatomi da un’amica: si chiama La Finca de la Susana e si trova in Calle Arlabán 4. E’ un bel ristorante, ambiente moderno e rapporto qualità-prezzo ottimo anche come presentazione e livello dei piatti. Sembra che qui i cuochi della scuola alberghiera facciano sperimentazione di sapori e accostamenti vari.
Potrebbe sembrare un ristorante dal conto salato, ma si spende al massimo 20-25 euro a testa con 2 portate!
Io prendo Pollo al roquefort e asparagi con salmone e mia madre prova il gazpacho e l’agnello.
Come dolce abbiamo assaggiato il dolce al cioccolato con crema inglese.
Tutto buono!
Unica nota stonata: il servizio molto freddo, ma con tutta la gente che c’è, è anche comprensibile.
Non si può prenotare e di solito fuori dal ristorante si forma una discreta coda: quindi il consiglio è di andarci appena apre, verso le 8:30pm, oppure sul tardi. Anche la coda fuori fa parte del gioco insomma, per far diventare il locale di moda.
Dopo l’ultimo giro andiamo a letto.
2°giorno:
Ci svegliamo presto: con la mia mamma è impossibile non farlo visto che tendenzialmente si alza alle 5:30 am in giorni normali.
Scendiamo e ci dirigiamo in Plaza Mayor, una delle più belle piazze di Madrid a mio giudizio: la mattina intorno alle 8:20 am è in preparazione per il giorno che verrà: la stanno pulendo e riassettando. A quell’ora in giro vediamo solo persone che vanno a lavoro, pochi turisti insomma.
Facciamo colazione in un Museo del jamon situato nella piazza: è una catena sparsa un po’ per tutta Madrid, una via di mezzo tra un ristorante, un bar e una nostra salumeria: c’è il bancone dove si può comprare il buonissimo jamon Iberico e altre delizie, il bancone del bar dove si mangia alla barra e anche una sala con tavolini.
Mia madre prende un ciquito con jamon (il ciquito è un panino di dimensioni ridotte) ed io un toast con jamon cocìdo, e cioè con prosciutto cotto, spremuta (in Spagna è davvero buona) e caffè e latte, una sorta di nostro cappuccino. Costo 6 euro.
Da qui andiamo a visitare il palazzo reale. Visto che apre alle 9:30 am e non ci sono ancora turisti in fila visitiamo anche l’attigua cattedrale de L’Almudena, molto interessante.
Appena il palazzo reale apre iniziamo subito la visita, munendoci di audioguida, che spiega ogni cosa perfettamente. E’ veramente molto bello, lo consiglio.
Da qui andiamo di nuovo al Monastero delle Scalze, ma anche stavolta non riusciamo ad entrare perché davanti a noi c’era un signore che stava prendendo il posto per una gita di 40 persone: sfiga nera!
Allora per premiarci andiamo a fare un break con i mitici Churros e cioccolata calda, tipici di Madrid alla cioccolateria San Gines, Plaza de san Gines 5: molto buoni anche se un po’ pesanti.
Percorriamo così un pezzo della Gran Via, fermandoci pure a comprare un regalo da Custo per Matteo, visto che se lo merita, essendo rimasto a casa solo soletto a lavorare.
E adesso è giunto il momento della visita al Museo del Prado, uno dei più bei musei che io abbia mai visto.
Per studenti minori di 25 anni l’entrata è gratis, altrimenti vi consiglio, se avete intenzione di fare tutti e 3 i musei più famosi della città (museo Thyssen-Bornemisza, Prado e Reina Sofia) di chiedere alla prima biglietteria il paseo del Arte: 14,40 euro a testa e avrete il biglietto combinato. Tra i quadri imperdibili ci sono: la Maja desnuda e vestida del Goya, l’annunciazione di beato Angelico, le tre Grazie di Rubens e Velasquez, las meninas. Ma non solo questi insomma, è davvero da vedere.
Usciamo a pomeriggio inoltrato e ci dirigiamo a piedi verso il quartiere Salamanca, vicino al ristorante scelto per la sera, passando da Plaza de Cibeles, Puerta de L’Alcalà e percorrendo Calle de Serrano, (vedendo anche Plaza de Colon) , qui ci sono molti negozi e poi ci dirigiamo nella più famosa Calle Josè Ortega y Grasset, con i negozi degli stilisti più famosi: non c’è poi molta gente in questa zona.
Scendiamo in calle de L’alcalà: altri negozi. Intorno alle 8:30pm andiamo a la taverna de la Daniela, consigliatissimo. Si trova in Calle General Pardinas 21: il posto è diviso in 2: ristorante e bancone tipo pub con barra: vi conviene prenotare un tavolo se volete sedervi, perché non ce ne sono molti e di solito è tutto pieno.
Prendiamo Tortilla, 2 empanadas buonissime, le migliori mangiate in Spagna, una di polpo e l’altra di baccalà ed altre delizie. Hanno ottime torte anche.
Costo:40 euro ben spese.
Mentre siamo dentro inizia a piovere: eppure oggi era bel tempo.
Usciamo e proviamo a cercare un taxi, ma è un’impresa impossibile con questo temporale. Fortunatamente il tempo si ristabilizza e ce ne torniamo a casa a piedi e poi con l’aiuto di un autobus.
3° giorno:
Ritorniamo dai nostri amici al Museo de jamon e dopo aver fatto un giro ci dirigiamo subito al famoso monastero delle Scalze: apre alle 10:30 am, e vi consiglio di arrivare almeno alle 10 am per essere nel primo turno. La visita non ci porta via molto tempo, al massimo un’ora e devo dire che pur essendo bello, anzi, davvero bello, forse non valeva tutta questa attesa. Comunque ormai era una sfida per noi!
Oggi una delle tappe fondamentali è il Museo Thyssen Bornemisza, una delle più grandi collezioni private a livello mondiale.
Anche questo merita, eccome!
Goya, Tiziano, Van Gogh, Picasso, per una collezione che va dal 1300 al 1900 e si divide tra collezione del barone e della baronessa Thyssen. Degna di nota è la collezione dei Fauves, compreso Kirchner.
Usciamo verso le 15:30pm ed andiamo a mangiare in un posto chiamato Cerveceria Cervantes, Plaza Jesús, 7. Prendiamo vari crostini (salmone, funghi, pesce spada, gamberetti) molto freschi ed espressi e l’empanada della casa con tonno. Il conto è modico, 18 euro in due.
Da qui arriviamo finalmente al Centro de Arte Reina Sofía, davanti alla stazione Atocha.
Architettura avveniristica per la struttura, con 2 ascensori a vetri molto belli.
Non farò inutili commenti su questo museo, ma si entra anche solo per vedere Guernica. Sono rimasta a bocca aperta anche se l’avevo visto 1000 volte in libri, riproduzioni e varie.
C’era un tizio della tv giapponese che stava facendo riprese e volevo chiedergli se mi faceva una foto con la mia macchina fotografica, visto che aveva il permesso speciale di filmare, ma alla fine ho desistito a malincuore.
Oltre ad altri Picasso, Mirò, Dalì e altri.
Usciamo stravolte dalla stanchezza e prendiamo un taxi per farci portare in plaza de Santa Ana: il tassista arrogante e per nulla gentile è quasi scocciato poiché gli abbiamo chiesto una destinazione forse troppo vicina e ci ripete per 30 volte che potevamo andare a piedi. Io ad un certo punto volevo pure scendere: ma che vuole? Se pago si va dove decido io! Scusa se siamo stanche!
Qui prendo una buonissima Sangria come aperitivo da Naturbier e ci sediamo ad un tavolino proprio sulla piazza, molto bella, caratteristica e piena di vita. Posto consigliato, e ci è piaciuto così tanto che la sera torniamo in questa zona per mangiare, fermandoci alla Cerveceria Alemanna, Plaza de Santa Ana, 6. Calamares fritti più buoni della mia vita e crocchette di patate dello stesso livello. Mangiamo dentro ed il posto è molto, ma molto carino.
Conto nella media, 22 euro.
Dopo un altro giretto andiamo a nanna, anche se questa movida andrebbe provata!
4° giorno:
Dopo la nostra consueta colazione al Museo de jamon anche per stamattina, ma in una locazione diversa dello stesso, ed un pocket lunch con frutto, bibita e bocadillo al jamon per mamma, alla modica cifra di 1,90 euro,andiamo in Plaza de Espana, dove c’è la famosa statua di don Chisciotte. Dopo svariate foto e aver beccato 10 gite organizzate tutte nel medesimo punto prendiamo un taxi ed andiamo all’Ermita de San Antonio de la Florida (apertura ore 10am di Sabato) e vediamo una delle cose che più mi sono rimaste impresse della vacanza: la cupola affrescata dal Goya, oltre alla sua tomba, nella chiesa.
Forse è una tappa fuori dai percorsi turistici più comuni, ma merita senza dubbio una visita, che non prenderà più di mezz’ora: la fila è assente, i turisti sono pochi, salvo aver trovato una gita di francesi mentre stavamo finendo la nostra visita. Personale gentilissimo e visita gratuita.
Da qui riprendiamo un taxi e ci facciamo portare al Museo d’America, in quanto avevo letto e sentito parlare molto bene di lui. Carino, ma non ci andrei più : ha una chiara impostazione pro colonizzatori, mette a confronto culture e civiltà anche odierne con la nostra, occidentale, facendo vedere che mentre noi facciamo le riunioni in ufficio alcuni popoli vivono in capanne e percorrono i fiumi con barchette di legno.
Anche questo museo non ci porta via più di un’ora: rimane davanti al faro di Moncloa, dove purtroppo non si può accedere.
Da qui ce ne andiamo al Tempio di Debod, sempre in taxi, situato al parco del oeste. Negli orari di apertura è visitabile anche all’interno. Vista spettacolare comunque. Andateci e non ve ne pentirete.
Camminiamo poi passando di nuovo da Plaza de Espana e davanti al Senato spagnolo. Ci dirigiamo alla Taberna La Bola in calle Bola 5. Non abbiamo prenotato, ma troviamo comunque posto. E’ giunta l’ora per mia madre, di assaggiare il famoso Crocido a la Madrilena. Io mi limito a prendere 2 uova al tegamino, senza neanche prosciutto crudo sopra, visto che non mi piace! Credo di essere stata la prima ed anche l’ultima ad aver ordinato quel piatto in quel ristorante.
Il Crocido viene servito in recipienti di terra cotta individuali e si mangia in questo modo: prima c’è la minestra, e dopo la carne con i ceci, la verza, i peperoncini e la cipolla con relativa salsa.
Tutti a la Bola ordinano il suo piatto più famoso. Il costo è 17,50, ma è proprio tipico.
Spendiamo comunque sui 32 euro.
Dicono che dopo aver mangiato questo piatto non si possono prevedere visite faticose, così ci dedichiamo allo shopping e continuaimo il nostro giro per le stradine della città intorno a Plaza Mayor e Puerta del sol, passando anche da Plaza de Santa Cruz e zone limitrofe.
Riprendo la sangria, questa volta in Plaza mayor, che finalmente vediamo in tutto il suo splendore pomeridiano, con moltissima gente e tavolini e poi, giunta sera, ritorniamo in Plaza De Santa Ana, dove si può ammirare anche il teatro espanol. Ceniamo sempre sulla piazza nella Cerveceria de Santa Ana, con empanadilla di spinaci, quezo, tipico formaggio di capra, pepinillo con boquerones e di nuovo tortilla espanola. Qui mangiamo senza infamia e senza lode, spendendo circa 20 euro.
Ritorniamo all’hotel e il proprietario ci prenota taxi per la mattina successiva, sul presto, visto che abbiamo il volo del ritorno alle 8:10 am e ci dice che a quell’ora sarebbe difficilissimo andare in strada e trovare un mezzo libero, in quanto la gente torna a casa dopo una notte di movida spagnola.
In effetti sotto l’hotel si nota il divertimento, visto che eravamo in una via piena di pubs e locali, ma non sentiamo per niente i rumori notturni.
Consigli vari:
* Evitare la metro nelle ore di punta
* La città si gira benissimo a piedi, quindi se è una bella giornata sfruttate questa cosa e passeggiate: considerate che dal palazzo reale alla zona dei musei ci sono circa 20 minuti di camminata.
* Attenti ad ordinare tapas o rationes, perché talvolta potreste ritrovarvi un conto salato a forza di sommare 5-7 euro.
* Per la sera a me è piaciuta molto l’atmosfera di Plaza de Santa Ana e strade limitrofe.
* Portare ogni tipo di carte studenti.
* Provare il Museo del jamon almeno una volta e provare anche a mangiare alla barra, come fanno gli Spagnoli.
* Per lo shopping andate da Corte ingles e sulla Gran via e non ve ne pentirete.
* In Calle Montera, che congiunge la Puerta del sol con la Gran via potreste ritrovarvi tra gentili donzelle con vestiti succinti che fanno il mestiere più antico del mondo mentre fate shopping: non spaventatevi perché mi sa che è una cosa normale, tipica anche quella della città.
* Se volete risparmiare qualcosa stando comunque bene vi cosiglio di scegliervi un hostal, che non è un ostello, ma è paragonabile alle nostre pensioni. Talvolta è come un hotel, con reception e molte camere, altre volte è tipo un bed and breakfast, molto familiare e con al massimo 6-7 camere.
Madrid mi ha colpita davvero molto: forse non al primo impatto, ma dopo qualche giorno che ci sei ne rimani talmente affascinata che vorresti rimanere lì per sempre. Si svela piano piano, io ho visto solo una minima parte, però posso già dire che voglio approfondire la mia conoscenza.
Un saluto a tutti e buona Madrid! Adìos.
Il tuo commento a questo viaggio! Bel racconto e utile per chi va a Madrid la prima volta.ci andrò fra un mese.Saluti
Ciao. grazie e scusa per gli errori. L'errore 2-3-4- sono stati o di battitura o automaticamente creati da word, con cui ho scritto il racconto.. talvolta mi corregge automaticamente le parole anche se le sto scrivendo giuste. Per l'1, o ho copiato male l'indirizzo o ho fatto proprio un errore.. mi scuso ancora.. grazie infinite. ciao
Sono madrileno, mi chiamo Enrique e vivo da 3 anni a Verona. Ho visto che ci sono alcuni errori nel tuo racconto. 1- non è Calle Josè Ortega y Grasset, ma GASSET 2- non è Cerveceria Alemanna, ma ALEMANA (una N sola) 3- non è Crocido a la Madrilena, ma COCIDO (dal verbo COCER=cuocere) 4- non si scrive quezo, ma QUESO (= formaggio, si legge "cheso", con S dura, come 'rosso'). Ciao!!