Piccola premessa: il viaggio descritto è stato fatto alla fine dell'estate del 99; visto il lasso di tempo relativamente ampio molte cose possono essere cambiate in parte o totalmente.
Non ce ne vogliano coloro che trovano errori o imprecisioni dovute ai cambiamenti che le due grandi città visitate e descritte hanno sicuramente avuto.
Questo piccolo diario è stato scritto perchè NY e gli U.S.A., per quel poco che abbiamo visto, ci sono rimasti nel cuore e sarà difficle che se ne vadano facilmente...Cosa mettere un valigia... un bel problema!
Il fatto è che il nostro viaggio si è svolto fra la fine di Settembre e l'inizio di Ottobre, e siamo sempre stati vestiti piuttosto leggeri (jeans e T-Shirt tanto per darvi un'idea!) mentre quando siamo sbarcati a Milano al ritorno ci siamo trovati in un clima "polare" (5 gradi contro i 17-20 di New York!!).
Nostro consiglio quindi è quello di informarsi bene sul clima che si troverà una volta arrivati negli USA e regolarsi poi di seguito... in linea di massima non dimenticate vestiti leggeri e soprattutto comodi ma anche una felpa!Descrivere NY non è proprio cosa facile!
Se ci siete già stati e magari, come noi, non sognavate altro fin da quando avevate 2 anni, capirete bene il perché!
La Big Apple (e gli USA in generale) non sono un luogo qualunque, non sono il villaggio turistico "bello ma...", sono tutt'altro: un misto fra una sala cinematografica e una realtà tenuta (non molto bene per la verità) nascosta, un cantiere perenne e una architettura incredibile... un grande "melting pot" di razze, lingue, culture, religioni, cibo, idee, stili di vita, il tutto con le proprie ragioni e le proprie contraddizioni, spesso anche evidenti.
Il primo impatto con gli States è stato un po' traumatico: da prima ancora in aeroporto un piccolo interrogatorio con una addetto alla dogana (non avevo compilato una voce del visto dato sull'aereo! :þ) che faceva di tutto per non aiutarmi a capire il suo slang (un misto fra spagnolo ed americano... ), poi un taxista di colore, molto gentile, ma che parlava girato dall'altra parte rispetto a noi, attraverso un vetro divisorio e masticando una gomma... "se devo passare 15 giorni così capendo un quarto di quello che la gente mi dice siamo proprio apposto!"! Fuori dai finestrini del taxi (come tutte le cose negli USA, anche il nostro "yellow cab" era grandissimo!), poi, scorrevano le immagini del Queens e di Brooking poi: la povertà della gente era fin troppo evidente così come le divisioni sociali e razziali fra un quartiere l'altro!
L'arrivo in Hotel ha placato poi tutti questo pensieri e questi "timori" riportandoci fortunatamente alla normalità.
Le cose da vedere a New York (a Manhattan per la verità visto che negli altri quartieri non è permesso addentrarsi! I taxisti spesso si rifiutano di portare un turista fuori dal centro!) sono davvero moltissime e quindi proverò a suddividere il mio racconto seguendo l'ordine cronologico in cui ogni cosa si è effettivamente svolta.
Abbiamo deciso di partire dal basso della penisola di Manhattan risalendo poi giorno per giorno nella nostra visita e tenendo sempre come punto di riferimento l'albergo (cosa favorita anche dalla sua posizione centrale); la prima visita quindi spetta alla Statua della Libertà, uno dei simboli della città e forse anche il più famoso!
La "Signora" si trova su una piccola isola (si raggiunge in battello con poco più di 10 minuti di navigazione. L'imbarco è ai moli di Battery Park) posta di fronte a Manhattan e da cui si gode di uno spettacolo davvero mozzafiato su tutti i palazzi ed i grattacieli! Consiglio nostro è quello di evitare di salire fin sopra la Statua (si arriva alla corona dove ci sono dei piccoli spioncini) dal momento che questo comporta una salita di un'ora in una scala a chiocciola stretta stando in coda e poi, una volta sopra, non ci si può nemmeno fermare ad osservare con calma vista la ressa che si forma. Piuttosto è interessantissimo visitare sia il museo della Statua che si estende nel basamento della Statua stessa, sia il museo di Ellis Island, l'altra piccola isola della baia dove si trovava all'inizio del secolo scorso la dogana in cui sbarcavano tutti gli immigrati che cercavano fortuna nel Nuovo Mondo.
Una volta tornati sulla penisola abbiamo percorso il "lungo-fiume" visitando il monumento eretto per i Veterani del Vietnam entrando poi sempre più nel centro di Manhattan fino ad arrivare a Wall Street frenetica nei suo scambi finanziari (la Borsa di NY è visitabile ma non abbiamo voluto provare ad entrare...), la Federal Hall, ora museo sulla Costituzione americana ed arrivando, in fondo a Wall Street a Trinity Church, chiesa gotica che sembra cercare spazio fra i palazzoni di vetro e le fiancate dei grattacieli che la circondano.
Ci siamo poi spinti fino all'altra riva dell'Hudson attraversanto la parte triangolare di Manhattan e siamo giunti nel "gotha" dell'alta finanza mondiale: il World Financial Center vicino al quale si stagliano verso l'alto le due torri del World Trade Center, due grattacieli gemelli che raggiungono i 107 piani... !
Davvero imperdibile è lo spettacolo che si gode dalla terrazza panoramica (per salirvi si deve pagare il biglietto, ma ci sono riduzioni per gli studenti): in 58 secondi si salgono più di 100 piani e da là sopra si domina effettivamente la città. Le luci, i colori, le strade illuminate dai lampioni e dai fari bianchi e rossi delle automobili sono una delle cose che davvero resta dentro e che rimpiangi una volta tornato a casa; solo una sera sul World Trade Center ti ripaga dei soldi spesi e delle ore di aereo! :)
Secondo mattino: si ricomincia la visita da dove ci eravamo interrotti il giorno prima.
Questa volta visitiamo il porto vecchio (Seaport) ai piedi del Brooklyn Bridge che in puro stile americano offre ai visitatori un intero galeone ristrutturato e messo a disposizione del pubblico come museo e tre piani di negozi per lo shopping. Nella grande piazza ho potuto capire perché in quasi tutti i film si beve limonata... è davvero buonissima!!! :)
Attraversando un'altra volta la penisola abbiamo visitato le zone più vecchie di NY: Little Italy, ormai ridotte a poche persone, un quartiere che non offre più grandi attrattive ma che comunque è ancora capace di "riportarti a casa" (ancora si sentono infatti i camerieri nei ristoranti parlare in italiano e se ti riconoscono come "paesà" ti salutano calorosamente!) e China Town che invece sta sempre più espandendosi perdendo, grazie alla volontà dei suoi abitanti, la vecchia connotazione di getto cinese. Qui tutto è scritto con ideogrammi, ci sono pagode (la più bella era però invisitabile causa ristrutturazione), mercati che vendono pesce e verdure "strane" su ogni marciapiede e un odore acre permea tutto!
E come dopo aver visitato le zone più antiche della città si passa direttamente al quelle più giovani e dinamiche: SOHO (acronimo per South of Huston) il Green Village e Tribeca (che invece sta per triangle below Canal), sedi di nuovi musei, centri residenziali della nuova avanguardia culturale e artistica, del nuovo "trendy" e della moda.
E' qui che sono nate molte tendenze stilistiche e di costume (basti pensare che c'è un'intera zona del quartiere dedicata ai gay!) ed è qui che si trovano le sedi della New York University; ed è proprio nel centro degli edifici che ospitano l'università che si apre Washington Square, la famosa piazza (perennemente occupata da studenti, ragazzi con roller e skates e... scoiattoli!) nel centro della quale si erge l'arco di Stanford White celebrante il centenario dell'elezione a presidente di George Washington.
Risalendo poi lungo la Brodway (Ladies Miles) abbiamo raggiunto uno degli edifici storici di New York, il Flatiron Building dalla sua caratteristica pianta triangolare che fa da spartiacque fra la Brodway appunto e Fifth Avenue, passando poi a Madison Square e ai palazzi della New York Live Insurance Company con il tipico tetto a piramide dorata. In serata siamo giunti ai piedi dell'Empire State Buildings e, fattosi buio, siamo saliti nuovamente su un "gigante" di New York per godere ancora una volta (l'ultima :( ) le bellezze della "NY by Night".
La giornata è stata un po' strana in quanto abbiamo effettivamente visto moltissime cose interessantissime ma non così straordinarie (Empire State a parte) come quelle del giorno precedente e siamo quindi tornati al nostro albergo non del tutto soddisfatti della giornata...
Purtroppo il tempo cambia e la mattina del quarto giorno piove un po' (le previsioni meteo americane sono davvero incredibili: di solito indicano addirittura il minuto in cui comincerà a piovere!) e quindi decidiamo di passare la mattinata nel Metropolitan Museum, il tempio della cultura Americana, con una vastità e una ricchezza di opere d'arte tale da meritare da solo una settimana di visita!
Si possono ammirare quadri di artisti di tutto il mondo (... ho apprezzato tantissimo dei Van Gogh e del Monet veramente impressionanti!) ed addirittura con una sezione dedicata all'antico Egitto da fare quasi invidia al Museo del Cairo! Assolutamante da non perdere l'intero tempio egizio trasportato nel museo e ricostruito come avrebbe dovuto apparire migliaia di anni fa!
La visita al Museum ci ha talmente affascinati che usciti abbiamo deciso di visitare anche il Museum of Natural History, raggiungibile attraversando il Central Park nella sua larghezza. Anche qui lo spettacolo è garantito: si passa dalle ricostruzioni dei dinosauri, alla riproduzione delle varie nicchie climatiche con la rispettiva flora e fauna, dalle pietre e dai cristalli dai colori e dalle forme stranissime, alle opere d'arte degli Indiani d'America. Assolutamente da non perdere è il grande ristorante, non tanto perché il menu sia particolarmente buono (non lo abbiamo provato, magari lo è davvero!) quanto perché alzando gli occhi, appesa al soffitto, proprio sopra i tavolini, c'è una... balenottera azzurra in tutta la sua lunghezza!
Siamo quasi in fondo alla nostra permanenza nella Grande Mela e si sente davvero sia la stanchezza (camminare tutto il giorno dopo un po' pesa) sia la malinconia di dover presto salutare tutte le meraviglie della città...
Central Park! Se non lo avete visto di persona (in TV non fa lo stesso effetto!) non potete immaginare cosa sia! Sei immerso nel traffico, fra milioni di persone che si urtano, che parlano o che vanno al lavoro, schiacciato da immensi palazzi e grattacieli infiniti... attaversi una strada... ti ritrovi in un parco sterminato, non senti più i rumori della città, sei circondato da una natura incredibilmente rigogliosa, da scoiattoli e paperelle, senti solo gli uccelli cinguettare (ne sono state catalogate 250 specie diverse che abitualmente nidificano nel parco)... davvero incredibile!
Le attrattive in Central Park sono parecchie e per lo più concentrate nella sua parte "bassa" (fino alla 86th Street, Transverse Road): si passa dal Wollman Rink, "piccolo" anfiteatro in cui d'inverno si può pattinare sul ghiaccio, al Dairy, costruzione gotico vittoriana nata come punto di gioco per i bambini (con tanto di mucche e pecore! In Inglese il nome "dairy" sta ad indicare la "latteria" e deriva dal fatto che veniva donato latte fresco ai bambini che si fermavano a giocare) ora centro informazioni del Parco, dalla piccola capanna che offre la possibilità di giocare liberamente a scacchi su tavoli di pietra con incisa sulla loro superficie la tastiera, alla Bethesda Fountain and Terrace, una grande fontana in stile spagnolo così come l'ampio terrazzo che la circonda.
Da non perdere poi sono lo Strawbery Fields, il piccolo rosone nascosto nella vegetazione, costruito in memoria di Johon Lennon (abitava proprio al di là della Central Park West di fronte a questo monumento) e le statue dedicate ad Andersen e "Alice in Wonderland" dove vengono organizzate letture publbiche di favole. In fine da non dimenticare è il Belvedere Castle, un piccolo castello meta di tanti ornitologi che domina parte del Parco e uno dei suoi laghetti ed è un ottimo punto di avvistamento per lo studio degli uccelli.
La vera attrazione del Central Park però è senz'ombra di dubbio Central Park!
Vi invito davvero a fermarvi in uno dei tanti prati, a rilassarvi sdraiandovi sull'erba, a guardare i grattacieli fare capolino sopra le cime degli alberi, a guardare quanta gente si ferma, legge, prende il sole, fa jogging ascoltando il walkman pensando di essere lì a godervi un relax quasi fuori luogo nella frenetica NY!
Il ritorno verso l'albergo viene fatto sul lato destro del parco, sulla Quinta Strada!
Fermatevi come abbiamo fatto noi nella Central Synagogue ricca di ormamenti ed affascinante nella sua architettura, e poi immergetevi nel cuore dello shopping mondiale: Bloomigdale's (leggermente spostato verso l'interno rispetto alla 5th), i negozi delle grandi marche (molti dei quali italiani... almeno nel nome), piani dei grandi palazzi dedicati ai capi di abbigliamento per ragazzi (Nike, Levi's), gli store delle sedi della aziende d'elettronica (Sony ed IBM ad esempio), gli imperdibili Disney e Warner Bross Store!
Da visitare poi le Trump Tower e nel tornare verso l'albergo il Rockfeller Center: 5 grattacieli nei quali si trovano negozi esclusivi e addirittura la sede di una rete televisiva.
Siamo alla fine quasi: il pomeriggio sarà dedicato interamente alle compere pre-partenza, ma le cose da vedere sono ancora parecchie! Decidiamo di partire dal lontano, sulla East River dell'Hudson per visitare il palazzo dell'ONU, una visita sicuramente interessante se fatta con la guida, altrimenti limitata a pochi quadri e ai monumenti esterni l'edificio; riavvicinandoci poi al centro si può ammirare la guglia del Chrystler Building con i suoi doccioni d'acciaio che brillano alla luce del mattino, il Met Life Building con la sua splendida entrata fino ad arrivare al Grand Central Terminal, la principale stazione ferroviaria di New York, con un bellissima architettura (sembra di essere in un vecchio film!) ed i soffitti affrescati con motivi astrologici.
Se il Grand Center Terminal non più non affascinare il turista, lo spettacolo a cui si deve preparare lo farà a dir poco rimanere a bocca aperta! St. Patrick Cathedral!
Fra Saks e l'Olympic Tower, si erge imponente e slanciata al pari del più alto grattacielo la cattedrale gotica, con i suoi due grandi pinnacoli caratteristici; il duo interno offre ricchezze culturali di grande valore e bellezze, come il rosone centrale, il portale in bronzo e le vetrate decorate apprezzabili anche da chi se ne intende poco.
Eccoci arrivati al nostro "bye bye" a NY. Stanchi ma felici per quello che abbiamo avuto modo di vedere lasciamo la Big Apple e, su un treno della TransAm (anche qui la sensazione di essere in un film è stata forte!), ci lasciamo i grattacieli alle spalle e ci dirigiamo verso Washington!
Tre ore di treno e siamo nella capitale.
La stazione è grande e molto simile ad un nostro centro commerciale da quanti negozi ci sono, i taxi gialli della Grande Mela sono diventati berline scure guidate dai soliti immigrati, il caos ha ceduto il posto alla tranquillità di strade animate ma allo stesso tempo tranquille e le villette hanno soppiantato i grattacieli.
L'Omni Shoreham, il nostro hotel, è una struttura piuttosto imponente nella parte nord ovest della città, nelle vicinanze del Giardino Zoologico, dotato di ogni comodità (fin troppe forse! :þ) e ottimamente sevito dal servizio metropolitano; ed è proprio nel prendere la metropolitana che abbiamo la nostra prima piccola sorpresa: le scale mobili che servono ad arrivare alla stazione dell' "underground" sembrano non finire mai tanto sono ripide e lunghe... 5 minuti di discesa!
Al contrario di NY, Washington è molto più raccolta e meno costosa: tutte le principali attrazioni si trovano concentrate attorno ala Mall, il lungo giardino che dal Campidoglio arriva fino al Memorial Lincoln e, una volta attraversato il Potomac, al Cimitero Nazionale di Arlington ed inoltre tutti i musei sono totalmente gratuiti; lungo questa passeggiata si trovano la Casa Bianca, l'Obelisco di Washington, i Memorials per i caduti in Vietnam e Corea, e molti musei fra i quali quello di Scienze Naturali, di Storia Americana e lo Air and Space Museum.
E' proprio con la visita di quest'ultimo museo che si apre il nostro "tour" nella capitale (entrambi siamo "appassionati" di aeronautica... non potevamo certo perderlo! :þ ) per poi continuare con il visitare la parte alta del Mall con il Campidoglio e la piazza retrostante che ospita numerosi edifici interessanti fra cui i palazzi del Senato e del Congresso e la Biblioteca del Congresso.
Purtroppo la nostra visita a Washington, per il primo giorno, si ferma qui: è già sera e siamo stanchi per il viaggio e per la settimana newyorkese: ci meritiamo un po' di riposo in albergo (fra l'altro abbiamo potuto vedere un TV, e non a pagamento, un film uscito in Italia al cinema solo 4 - 5 mesi prima!)
Il secondo giorno è dedicato alla parte inferiore del Mall partendo dallo Smithsonian, un "curioso" castello che sembra uscito da un racconto per bambini e che ospita un piccolo museo; la nostra passeggiata ci porta fino ai piedi del grande Obelisco (avvolto dall'impalcatura dei lavori di restaurazione :( ) sulla cui sommità si può godere di una buona vista sul centro della città, oltrepassato il quale ci troviamo di fronte uno spettacolo che davvero ci ha lasciati stupiti: il Reflecting Pool, la lunga "piscina" rettangolare (presente Forrest Gump?... ecco, quella!) circondata da maestosi alberi, con scoiattoli, oche e anatre che passeggiavano fra le persone a piedi o in bici... sembrerà banale ma davvero la scena ci ha lasciato un bel ricordo!
Al termine del Pool c'è il Memorial Lincoln, con la famosa statua del presidente degli Stati Uniti in granito, seduto su un enorme trono, e ai suoi lati (... che ci sia un sottile significato nascosto?) i due inquietanti, forse anche più del Cimitero di cui parleremo dopo, monumenti in ricordo dei caduti delle guerre di Vietnam e Corea: uno è una lunghissima lastra di marmo nero con incisi le migliaia di nomi di caduti, altra una lastra sempre di marmo con impressi militari-fantasmi che fanno eco alle statue poste dinnanzi; sembra strano, ma sarà per l'inquietudine che inducono queste opere, o per chissà quale rispetto, ma sono pochi quelli che decidono di mettersi a scherzare in questi luoghi seppur all'aperto e immersi nel parco gremito di gente...
Torniamo ora sui nostri passi e ci dirigiamo verso la White House che un po' ci delude! In effetti ci aspettavamo qualcosa di più dalla casa più famosa del mondo, ma saranno i tendoni tipo gazebo che nascondono alla vista il alto sud oppure i manifestanti perennemente accampati davanti alla cancellata che rovinano un po' la notissima visuale dell'ingresso, sta di fatto che l'impatto non è stato dei migliori! Inoltre è possibile visitare l'interno solo in giorni prefissati e quindi, se si desidera entrare nella Stanza Ovale, è meglio informarsi prima (cosa che noi non abbiamo fatto! :( ).
Ultimo vero giorno negli States, la tristezza è tanta ma c'è ancora molto da vedere!
Il tempo non è dei migliori e quindi optiamo per una visitina al Museo di Storia Americana molto interessante, e quando usciamo possiamo recarci a piedi fino ad Arlington.
Lo so, me lo hanno detto in molti, "ma cosa ci vai a fare a vedere un cimitero?!?"... vi assicuro che ne vale veramente la pena! Arligton è sì in cimitero, ma è anche un monumento a cielo aperto: una collina immersa nel verde di un bellissimo bosco attraverso il quale si snodano grandi strade e piccoli sentieri, spesso veramente ripidi, che conducono ai punti nevralgici: la tomba ed il monumento dei Kennedy con il discorso di JFK impresso nel marmo e una fiaccola sempre accesa, l'anfiteatro in marmo bianco, la Tomba del Milite Ignoto con la guardia che incessantemente ripete gli stessi cadenzati movimenti e il monumento agli astronauti della missione Apollo I.
Lo spettacolo che si propone alla vista è davvero suggestivo ed è ancor più rafforzato dalle migliaia di piccole croci bianche ordinate in file a distanze regolari che occupano i fianchi della collina di Arlington... mancava solo il trombettiere dell'esercito a suonare il "Riposo"!
La visita ad Arlington finisce qui la l'ultima "attrazione" che ci concediamo è ancora in tema militare: sono le due del pomeriggio e siamo in tempo per l'ultima visita guidata all'interno del Pentagono! Sono due i militari che ci accompagnano e non so se per scelta o abitudine gridano (davvero!) le informazioni storiche che vengono descritte dai tanti quadri e i pochi altri cimeli che affollano i corridoi poi, in stile americano, ci fanno compilare un piccolo test "autovalutativo" e ci salutano...
... e qui finisce davvero la nostra avventura americana: si riprende l'aereo per New York e lì la coincidenza per Milano: a malincuore, con la certezza di tornare in giorno o l'altro a bere limonata e mangiare hot dogs e a prendere il sole stesi sull'erba in Central Park!Premesso che cisiamo fidati di tutti quelli che ci hanno detto che spendere poco a NY per dormire vuol dire dormire malissimo, ci siamo fatti coraggio e abbiamo deciso di pagare unpo' di più ma stare quanto meno bene. E non abbiamo sbagliato! :)
Gli hotels in cui abbiamo soggiornato sono, ovviamente, due, e complessivamente il giudizio è più che buono; nella Grande Mela abbiamo dormito al Milford Plaza Ramada Hotel, sulla 45esima, a due passi da Time Square. La stanza era accogliente, la pulizia ed il servizio puntuali ed accurati ... certo se non fosse stato New York, per quasi due milioni in due per sei notti avremmo avuto certamente un alloggio migliore, ma, come ho detto prima, spendere poco, lì, è rischioso!
Un hotel davvero di lusso ci aspettava a Washington: l'Homni Shoreham Hotel (300.000 lire circa a testa per 3 notti), situato sulla piccola collinetta che sta alle spalle della Capitale, lontano dal centro ma molto ben servito dai mezzi pubblici, ci ha accolti in una grande stanza doppia, quasi doppia in grandezza rispetto alla precedente, e con ogni servizio a nostra disposizione! :)
Negli States, anche negli hotel più lussuosi, non viene compreso nel prezzo alcun servizio aggiuntivo, quindi pranzi, cene e colazioni, se ordinati in albergo, sono extra (spesso cari come la TV via cavo o il servizio del frigo bar in camera!); entrambe le camere, comunque, avevano servizi privati, aria condizionata (ovunque negli Stati Uniti!), TV a colori, telefono e accesso privato alla stanza tramite carta magnetica.La cucina americana ... non esiste!
Non siamo esperti gastronomi ma ci è sembrato che effettivamente la vera cucina americana si riduca a Mc Donalds, piatti texani (pannocchie arrostite o bollite e T-bones, bisteccone al sangue) e Donk n' Donuts, catena di fast food dedicata al breakfast: ogni mattino milioni di persone escono da uno di questi "ristoranti" con un bicchierone di frappè alla fragola e una scatola di 8 ciambellone coperte ciascuna con una diversa glassa e cioccolato!
Per il resto sono solo ristoranti cinesi, vietnamiti, italiani o di grandi chef.
Consiglio nostro: se non ci siete già stati magari in altre città visitate il Planet Hollywood e l'Hard Rock Cafè (quasi uno di rimpetto all'altro) e lì pranzate, oppure se vi accontentate andate da Pizza Hut; in ogni caso non mancate di assaggiare un hot dog con senape a uno dei mille baracchini all'incrocio dei due strade (preferite quelli gestiti da ispanici o bianchi, quelli dei cinesi o degli indiani sono peggiori ...) e di bere una limonata: sono davvero buoni, costano poco e sono una delle cose che più mi "mancano"! :þ In tutti gli States è vietato bere alcolici se non in casa, quindi scordatevi di bere una birra passeggiando per Central Park.
Per ultimo fare attenzione ai costi: un pranzetto nemmeno troppo buono magari può costarvi parecchio!Le curiosità sono moltissime ... vedrò di riassumerne alcune:
La polizia è ovunque! NY grazie al sindaco Giuliani "lo sceriffo", è una città sicura, ci si può girare tranquillamente (ho visto personalmente girare alle 3 di notte ragazze sole senza problemi) anche di sera evitando però stradine piccole di Central Park e dei quartieri storici. Vedrete poliziotti con ogni mezzo possibile ed immaginabile: auto, van (furgoni), moto (ovviamente Harley Davidson), a piedi, a cavallo (soprattutto in Central Park), in bici (mountain bike tipo quelli dei telefilm!) e sugli scooter
Il traffico: è incredibile in tutti i sensi! Auto di dimensioni enormi (la più piccola e unica italiana vista era un'Alfa Spider mentre ci sono moltissime Limousine chilometriche), strade a 3 o 4 corsie sempre piene e .., mai un clacson!
A confronto di New York ogni città europee impallidisce eppure là non si vive la stessa frenesia che si ha ad esempio a Milano o a Roma; abbiamo visto taxi fermarsi in mezzo ad una strada per far salire un cliente e gli altri dietro aspettare tranquillamente di ripartire, cosa che se succedesse qui ... non vorrei essere il taxista! :þ
La gente è fantastica.
E' vero che la maggior parte delle persone cammina a testa bassa, non da retta a nessuno e si fa gli affari proprio, ma questo quando "ha paura". Se quindi non vedrete quasi mai in una delle immense stazioni della metropolitana gente che si ferma a parlare, è anche vero che vi sentirete davvero come a casa; sono stati molti quelli che credendoci in difficoltà nello scegliere cosa andare a vedere, all'angolo di una strada con una cartina aperta, si sono fermati e ci hanno offerto il loro aiuto, ci hanno parlato di loro e ci hanno consigliati. :)
I pompieri! Non vogliamo smentire quanto detto sopra, è vero che non si sentono praticamente clacson suonare per le strade, ma le sirene di polizia e pompieri sono una costante! Il punto è che non abbiamo mai capito dove andassero a finire tutti quegli enormi camion del Fire Dept: li abbiamo sempre visti passare in mezzo al traffico a sirene spiegate e non si è mai visto fumo o incidenti ... mah!
Vogliamo darvi un piccolo consiglio. Anche se poi la cosa è soggettiva, al di là delle cose da vedere, il vero spettacolo "è esserci"! Sentire l'aria che si respira, vedere la gente ed i colori, stare in Central Park, riconoscere i posti e gli edifici visti in un film, cercare i luoghi magari non famosi ma particolari (noi abbiamo cercato il Central Perk, il bar del telefilm Friends ma non esiste! :þ), vedere le auto così strane rispetto alle nostre, capitare su una scena di un film, assaggiare il loro cibo ... è questo quello che più ti affascina e che più ti resta dentro.Sicuramente la metropolitana e ... i piedi!
New York ha un traffico spaventoso, è difficile da visitare in auto (le strade sono tutte perpendicolari e parallele fra loro a parte Broadway che taglia Manhattan in diagonale ma sono spesso e volentieri One Way, sensi unici) visto il numero incredibile di auto circolanti e l'assoluta mancanza di parcheggi.
Noi l'abbiamo attraversata usando la comoda metropolitana (si può anche fare un abbonamento settimanale ed utilizzarlo tutte le volte che si desidera) per gli spostamenti lunghi e poi , a piedi, passare da un'attrazione all'altra.
Certo, ci si stanca un po' ma ne vale la pena!
Sconsiglio a tutti il giro turistico sul classico bus rosso a due piani: del tutto inutile a mio parere, mentre consiglio a chi vuole spendere un po' di più (circa 200.000 lire per 15 minuti!) il viaggetto in elicottero sopra Manhattan (le piste di decollo sono nella zona sud della penisola, a Seaport).