In cucina
Quando visito qualsiasi posto lontano da casa, sono convinto sia regola ferrea provare la gastronomia locale, per cercare di "entrare" più possibile nel luogo. Ecco, trovo che la cucina olandese sia tra le peggiori da me sperimentate: non che abbia frequentato ristoranti di altissimo livello, anche perché è inutile spendere di più sapendo di non trovare soddisfazione, ma difficilmente ho faticato ad abituarmi ai piatti "indigeni" come stavolta.
Malgrado ciò, sono ancora convinto che sia stato un caso, e che la cucina olandese meriti un'altra prova.
Da non perdere
E gli olandesi ? Sono alti e biondi, bevono birra e vanno in bici lungo le stradine in mezzo ai campi di tulipani; anzi, c'è chi vocifera che non smettano mai di bere birra, anche quando vanno in bici, che indossino sempre gli zoccoletti di legno, che i tulipani siano sempre in fiore, anche d'inverno, e che i ragazzi sotto l'uno e novanta vengano messi in particolari scuole, per studiarne (non curarne, perché gli olandesi amano la libertà d'espressione) la diversità ! Scherzi a parte, come tutti gli stereotipi, anche quelli sugli olandesi sono un'esagerazione, ma hanno un fondo di verità: gli olandesi ai miei occhi sono sembrati questo ma anche molto di più, nel corso del breve viaggio che ho svolto nella seconda metà di agosto. Innanzitutto gli olandesi, è vero, sono per lo più biondi, e anche alti, e aggiungerei veramente belli, soprattutto gli abitanti di Amsterdam, una città in cui, non mi vergogno a dirlo, è impossibile non rimanere colpiti dal fascino prorompente ed elegante delle abitanti; d'altro canto, il maschio latino ha ben poco gioco qui, dove gli uomini sfoggiano fisici statuari e ben poca di quella goffaggine nordica a cui ci piace talvolta aggrapparci.
Ma veniamo ad argomenti più seri.
In primo luogo, l'Olanda ama la libertà in modo estremo, piaccia o meno a chi vorrebbe più rispetto e applicazione dei principi che ritiene universali. La regola è la tolleranza verso gli altri, sempre entro i confini del civile convivere, che si traduce in rispetto della razza, dei costumi, dell'opinione e dell'espressione altrui: ho trovato gli olandesi liberi nei costumi e spontanei nel comportamento, molto aperti, naturalmente inclini al divertimento ma difficilmente chiassosi e sguaiati.
In più, sono amanti della cultura in modo encomiabile, e la cosa è immediatamente tangibile nel riscontrare quanto frequenti siano le manifestazioni culturali all'aria aperta, i concerti di musica classica lungo i canali, o quanto moderni e invitanti siano gli splendidi musei; leggo su un articolo, e questo la dice veramente lunga, che gli olandesi leggono quasi due libri al mese, contro l'uno all'anno mediamente letto in Italia, la culla della civiltà…
Infine, la gente d'Olanda ama divertirsi, possiede la piacevole capacità di gustare i piaceri della vita, dalle chiacchere attorno ai tavolini all'aperto degli innumerevoli caffè, alla giocosa pattinata sul ghiaccio dei canali nella lunga stagione invernale, fino all'intimità delle case, sempre molto curate nei particolari sia all'esterno che negli arredamenti interni.
Veniamo alla mia vacanza: qualche giorno ad Amsterdam, qualche altro in sella ad una bicicletta in giro nelle campagne, un poco di tempo nelle cittadine di Leiden e Delft, prima di finire da tutt'altra parte sulla strada del ritorno, niente meno che a Disneyland Paris per due fantastiche giornate, ma questa è un'altra storia…
Cominciamo dall'aeroporto d'arrivo, lo Schilpol International Airport, che subito dà l'immagine di un'Olanda moderna ed elegante, oltre che efficiente ed in ordine; un treno ci porta nel cuore della capitale, nella bellissima Centraal Station. La città è affascinante, attiva e indaffarata, colorata e piena di vita: i tram, dai colori sgargianti, sfrecciano sulle strade che si intersecano con i canali brulicanti di imbarcazioni di ogni tipo. La gente è tanta, come in tutta la nazione del resto, ma l'impressione immediata è quella di una buona dose di educazione e tranquillità, tanto da eliminare il fastidioso senso di irrequietezza che prende in tante altre grandi città, Italia compresa. Un esempio per tutti è la famigerata piazza del Dam, spesso descritta come un covo di tossici, puttane e "sballati" in genere a cui affacciarsi con estrema attenzione (e magari una volta lo sarà anche stato): io ho trovato questa piazza non meno tranquilla di tante altre, allegria, concertini improvvisati qua e là, espressione tangibile di quelle libertà e tolleranza cui accennavo prima. Non mi improvviserò certo guida turistica, ve ne sono già tante più qualificate, ad Amsterdam abbiamo visitato la classiche attrazioni di tutti i turisti. Mi limito a raccomandare di non perdere assolutamente i maggiori siti artistici: il Rijksmuseum Vincent Van Gogh, con numerose opere dell'immenso artista, lo Stedelijk Museum, interessante anche per chi, come noi, non riesce a capire nulla dell'arte moderna nonostante i tentativi, e soprattutto il Rijksmuseum, che ospita in uno stupendo palazzo la più grande collezione d'arte olandese in cui spiccano la celeberrima "Ronda di notte" di Rembrandt e alcune strabilianti opere di Vermeer, pittore di Delft del '600 che non conoscevo e che mi ha letteralmente conquistato. Altri "classici" sono la visita alla Casa di Anna Frank, per immergersi nella commovente storia della ragazzina nascosta all'orrore nazista, l'affascinante Scheepvaartmuseum ( = Museo Marittimo, carino l'Olandese, eh?) e la Casa di Rembrandt, nell'ex-quartiere ebraico della città; tra i musei, e speriamo che i più acculturati non inorridiscano, va citato anche il particolare museo dedicato all'Ajax, all'interno dello stadio di calcio.
La città non è solo arte, ovviamente. Al di là dei vicoli del quartiere a luci rosse, che secondo me va comunque visto, non fosse che per restare sbigottiti davanti alla "normalità" di una situazione così lontana dalla nostra cultura (facciamo pietosamente finta che questo sia il motivo), regna un'atmosfera molto accattivante tra i canali che attraversano il centro storico. I caffè sono numerosissimi, alcuni davvero antichi e pieni di fascino; se si cerca la tradizione, il più celebre si trova nello Hoppe, ha vetrate colorate ed il pavimento coperto di sabbia, ma vale la pena di sedersi ai tavolini anche di un caffè qualsiasi, per gustare il passaggio della gente di fronte ad una bella birra. Mi ha colpito molto l'abitudine, molto diffusa, di piazzare fuori dalla porta di casa la propria sedia e sedersi semplicemente a chiaccherare o a leggere un libro, in ossequio a quella capacità di gustare la vita di cui parlavo poc'anzi.
A farla da padroni, e come dubitarne, i fiori, che si trovano un po' dappertutto. La meraviglia la si trova però sul Singelgracht, dove si svolge il maggiore mercato dei fiori, rifornito da chiatte che arrivano direttamente sul canale: un vero tripudio di colori, oltre che un paradiso per gli appassionati del settore, un brulicare di gente che acquista, oltre che di turisti alla ricerca di belle immagini e della classica bustina di semi di tulipano da portare a casa come profumato ricordo. Imperdibile ! Nel centro della città, in mezzo a tutta questa vitalità, è bello entrare nell'oasi di silenzio costituita dal Begijnhof, dove un tempo le Beghine vivevano di pace e preghiera. Alla ricerca di negozietti e di angoli caratteristici si va nel quartiere chiamato Jordaan, la patria degli artisti, degli studenti e culla delle nuove tendenze della capitale. Nel quartiere ci è capitato un episodio che ricordo volentieri. Passando nel pomeriggio notiamo in un canale un anomalo assembramento di barche: un ingorgo, un incidente, pensiamo noi italiani così male abituati. E invece, lezione di cultura da far restar male, ripassando verso sera troviamo le barche in numero enorme, ammassate l'una contro l'altra, gente di tutte le età, soprattutto giovani, persone ovunque, molte addirittura sedute "comodamente" sui davanzali delle finestre dei palazzi, tutti in attesa di un concerto pianistico che si sarebbe tenuto su un palco montato per l'occasione sull'acqua. Un'atmosfera da pelle d'oca !
Lasciata Amsterdam, abbiamo continuato la nostra vacanza nel Centro-Sud dell'Olanda, dove abbiamo girato con le biciclette che avevamo prenotato dall'Italia (fissati i pernottamenti, i bagagli ci venivano trasportati giornalmente al luogo di arrivo). Subito due avvertenze. In primo luogo, visto che come dicevo gli olandesi sono in genere alti, le bici sono rapportate alla loro statura e mia moglie, di altezza normale per un'italiana, ha incontrato qualche piccola difficoltà iniziale, compreso un marciapiede nei pressi della stazione di Leiden al quale ha voluto regalare qualche piccolo lembo di pelle. In secondo luogo, il freno è generalmente a pedale, come nelle bici di una volta, non un grande problema se si ricorda di non giocare ruotando i pedali all'indietro nei momenti di surplace.
La bici è la regina dell'Olanda: gli abitanti ne fanno un uso diffusissimo, anche nelle città, ma impressionante è la rete di piste ciclabili, presenti ovunque e regolamentate come vere e proprie strade, con tanto di segnaletica. Pedalare in bicicletta permette di vivere la realtà dell'Olanda rurale, passando tra i campi, magari in fiore, i numerosi corsi d'acqua, i filari di alberi e le foreste. I paesini che si incontrano sono affascinanti, le abitazioni curate in modo difficile da credere, con il praticello ben tenuto che finisce nel limpido canale antistante dove scivolano silenziose le barche di turisti e pescatori. Sembra un'esagerazione, ma il paesaggio spesso è davvero questo: si attraversano zone di grande suggestione, ci si cala in un'atmosfera quasi irreale, che si fa davvero fiabesca al cospetto dei mitici mulini a vento. L'itinerario seguito da noi disegna suppergiù un anello che da Leiden si porta verso il mare, nella bellissima zona delle dune di Noordwijk aan Zee, per proseguire verso Hoofddorp, l'incantevole campagna di Leimuiden, Bussum, e ridiscendere lungo placidi fiumi fino al punto di partenza. I percorsi possibili sono innumerevoli: noi abbiamo pedalato al massimo per 90 km, distanza che, pur preoccupando gente poco esperta come noi, si è poi rivelata percorribile in tutta tranquillità nell'arco di un'intera giornata; anzi, vale di certo la pena non farsi prendere dall'ansia di arrivare e prendersi qualche sosta in più da dedicare alla visita delle numerose fattorie dove si possono gustare formaggi, latte e yogurth, oppure semplicemente alla contemplazione della pace sulla riva del fiume.
Veniamo alle cittadine di Leiden e Delft: di dimensioni medio-piccole e perciò piacevoli da visitare passeggiando per le stradine ed i canali, sono entrambe ricche di storia e di fascino. Leiden, sede della celebre università, è città studentesca per eccellenza; mostra splendidi palazzi affacciati sui canali, un classico mulino a vento ed i particolari "hofjes", i cortili abitati della Città vecchia. Secondo me, però il fascino di Leiden non avvicina assolutamente quello di Delft, a mio parere una perla da inserire nel novero delle migliori cittadine storiche d'Europa. Bellissimo camminare lungo le strette banchine sui canali, ammirando i palazzi antichi, e perdersi tra le bancarelle di fiori e i negozi di ceramiche. Sì perché Delft, oltre che città natale di Vermeer, è patria delle famosissime ceramiche bianche e blu, diffuse in tutto il mondo; i prezzi sono ovviamente alti per chi voglia acquistare un prodotto di ottima qualità, ma se non si è puristi o veri intenditori, si possono trovare pezzi in ceramica anche a prezzi del tutto abbordabili. Sulla città, dalla piazza principale dove si tiene un simpatico mercato, svetta altissimo il campanile della Nieuwe Kerk, sul quale si può salire da una scala stretta e ripida (vi auguro di non trovare nessuno che viene in senso opposto, perché in due a tratti non ci si passa, a me invece è capitato di trovarmi bloccato nel bel mezzo di una comitiva urlante di motociclisti cecoslovacchi!) per ammirare i tetti della città dal punto più alto.
Note dolenti
Della cucina ho già detto, forse sono stato fin troppo cattivo.
Altro problema potrebbe essere rappresentato dalla densità di popolazione: effettivamente l'Olanda è molto "abitata", ed capitato purtroppo, anche durante gli spostamenti in bicicletta, di dover convivere a tratti con stradoni molto trafficati e di trovare accanto a deliziosi villaggetti grosse fabbriche a deturpare il paesaggio. A questo, però, noi abitanti della Pianura Padana siamo tristemente abituati….
L'Olanda uno dei paesi più civili del mondo.
Leggere l'esperienza di Stefano in Olanda fa piacere. Il paese ovviamente ha anche i suoi lati oscuri e non mi riferisco alla cucina! e a proposito di quest'ultimo ( si trova di tutto e siete stati decisamente sfortunati....i prodotti dei paesi mediterranei(olio d'oliva, pasta anche di marche note e perfino pasta fresca fatta da connazionali intraprendenti)Sui mercati c'e' frutta e verdura in abbondanza e del buon pesce. Tradizionalmente anche prodotti da tutto il mondo. Ci sono molti locali ad Amsterdam dove si mangia di gusto (anche per il palato fine italiano e lo dico senza ironia perche' ho vissuto tanti anni nel vostro bellissimo paese) ma d'estate si puo' capitare male purtroppo. L'aspetto vigoroso degli abitanti che Stefano nota (di cui io non accorgo mai solo quando ci sono amici italiani in visita ci faccio caso) deve pur avere un link anche con l'alimentazione perche' se davvero fossi cosi malvagio si dovrebbe vedere l'effetto di questo nell'aspetto delle persone - o mi sbaglio ?
Ho un'amica Olandese e posso fornire alcune indicazioni, per noi Italiani "curiose". Gli Olandesi sono ligissimi alle regole del codice della strada. Andavamo in giro in bici io e la mia amica, nella settimana in cui lei è stata da me e non si capacitava del fatto che io bruciassi i semafori rossi e andassi in contro-mano. Inoltre i bambini non hanno compiti per le vacanze e nemmeno dopo la scuola. Le loro vacanze estive durano solo 6 settimane, ma ne hanno tantissime durante l'anno scolastico. Il 60% delle donne incinte vorrebbe partorire in casa e questa forma di parto è molto praticata (il 40% effettivo dei parti avviene in casa). Gli Olandesi sono molto liberi anche per quanto riguarda l'onomastica: se a una coppia di genitori piace un nome straniero, è facilissimo che il bambino venga chiamato con quel nome e nessuno pensa che sia una cosa strana. Addirittura, se a un genitore piace un insieme di lettere che non vuole dire niente e che sarebbe un parola senza senso, non fa niente: il bimbo verrà chiamato così e ancora una volta, nessuno avrà d ridire. Per la cucina Olandese... non so come sia, m la mia amica non aveva mai assaggiato melanzane e olive e odi la verdura fresca: mangerebbe solo pataate e gelato, il chè mi fa credere che tu, Stefano, abbia ragione...