La Foresta della Deiva, pastello autunnale nel Parco del Beigua

Non sarà la stessa cosa del New England, ma il “foliage” si può ammirare anche nell’entroterra ligure!

Il Parco del Beigua, la più estesa area protetta della Liguria, rappresenta la sintesi di una regione caratterizzata dal contrasto fra montagne e mare, un territorio nel quale ci si può immergere in ambienti e scenari fortemente diversificati.
Dominato da un crinale montuoso lungo 26 chilometri, che ha la massima quota nei 1287 metri del Monte Beigua con diverse altre cime che superano i mille (Reixa, Rama, Argentea, Sciguelo, Frattin, ecc.), l'area risulta una delle zone più ricche di biodiversità della Liguria, sia dal punto di vista botanico che da quello zoologico.
Il Parco si sviluppa su una superficie di 8715 ettari fra le province di Genova e Savona, comprendendo i comuni di Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto e Varazze.
Tre sono le Comunità Montane nei suoi confini: Argentea, Del Giovo, Valli Stura e Orba.
Vero e proprio valore aggiunto e polmone verde del Parco sono tre importanti Foreste Demaniali Regionali di grande pregio naturalistico al suo interno: la Deiva nel Comune di Sassello, la Lerone nei Comuni di Arenzano e Cogoleto, la Tiglieto nei Comuni di Tiglieto, Masone e Campo Ligure.
Proprio la prima di queste, che si estende su 800 ettari, è la meta dell'escursione che suggeriamo, un'idea per una facile gita autunnale prodiga dell'infinita varietà di colori che la vegetazione offre in questa stagione.
Entro il suo perimetro, oltre a boschi coltivi e zone prative, si trovano anche sei case coloniche, oggi in parziale abbandono, un complesso di edifici composto da una casa e un capannone che fu segheria idraulica e la villa padronale costruita dalla famiglia Bigliati, chiamata anche Castello Bellavista. I Bigliati entrarono in possesso della tenuta nel 1874 e la mantennero fino al 1947: dopo essere stata venduta ad altri privati nel 1953 fu acquistata dall'azienda di stato delle foreste demaniali.Per compiere l'escursione nella maniera più esauriente, consiglio di aderire alle tante proposte della Cooperativa Drosera (vedi "Link utili"): fondata nel maggio 2006 da tre dinamici giovani, Ilaria e Monica (guide ambientali ed escursionistiche) e Cristiano (geologo), collabora con la direzione del Parco del Beigua accompagnando gruppi in escursioni mirate alle più diverse tematiche.
Il sentiero ha inizio varcando un cancello in fondo al piazzale del parcheggio; non c'è segnavia, ma a tutti bivi sono situati evidenti cartelli gialli che indicano le mete con relative distanze. Esistono anche tracciati parziali, ma l'anello completo è accessibile a tutti: nessuna difficoltà, sono circa 12 chilomentri con un dislivello in salita di appena 250 metri concentrati nella parte iniziale, percorribili a passo tranquillo in tre ore o poco più.
Lasciato un primo bivio a destra (torneremo su questo incrocio al ritorno), si attraversa dapprima un bosco con abeti rossi e abeti Douglas messi a suo tempo a dimora artificialmente e non sempre adattatisi con successo al terreno, fino a raggiungere una deviazione sulla sinistra che conduce in pochi minuti a un interessante edificio, in parziale degrado, che sorge su un dosso prativo circondato da alberi di alto fusto: si tratta di una villa padronale ottocentesca su più piani appartenuta fino agli anni Quaranta del secolo scorso alla famiglia Bigliati ed è oggi nota come Castello Bellavista per il vasto panorama che si gode sull'abitato di Sassello e sul fondovalle.
Tornati sul sentiero principale, si prosegue lungo il percorso ad anello passando attraverso una vasta pineta in vista di Sassello lungo le pendici orientali del Bric Rama, della Cima di Deiva (la più elevata dell'area con 707 metri) e del Bric Salmaceto. Si passa poi alle pendici occidentali degli stessi monti, mentre si susseguono le diverse varietà di vegetazione, dalla pineta alla faggeta e più in generale alle formazioni a bosco misto (faggio, castagno, pino silvestre).
Non mancano nel sottobosco le felci, diverse varietà di funghi, nonché chiazze di pungitopo e agrifoglio dalle caratteristiche bacche rosse. Il tutto, impreziosito dalla gamma infinita di colori dell'autunno e dai giochi di luci e ombre prodotti dai raggi del sole che penetrano nel bosco.
Dato l'isolamento della zona può capitare, a meno di non costituire un gruppo troppo numeroso, di udire ed avvistare numerose specie di uccelli e scorgere, oltre che alla fauna minore, anche caprioli, daini e cinghiali.
Tornati al bivio iniziale, un'ultima deviazione porta alla cosiddetta Casa della Giumenta; qui è stato allestito dall'Ente Parco un nuovo percorso didattico, con pannelli informativi sulle misure di conservazione che si adottano in un parco naturale. È inoltre presente un antico essiccatoio ristrutturato per scoprire e apprezzare la storia, la cultura e le antiche tradizioni legate alla castagna, risorsa un tempo imprescindibile nell'alimentazione dei valligiani.
Immancabile la castagnata finale, con giganteschi padelloni "manovrati" dalle mani sapienti di due anziani contadini, vere e proprio istituzioni del luogo.

Ideale completamento della giornata può essere una visita di Sassello. La località, rinomato centro di villeggiatura dei tempi dei nostri nonni ma ancora oggi gradevole luogo nel quale prendersi una pausa dalla caotica vita di città, si fregia dal 1999 dell'attribuzione della Bandiera Arancione del TCI, che premia i paesi che si distinguono per il turismo di qualità e la valorizzazione delle risorse e del patrimonio culturale e ambientale italiano.
Dire Sassello, per i Liguri ma non solo, equivale a dire amaretto, il tipico biscotto secco di pasta di mandorle, di consistenza morbida, di forma tondeggiante e leggermente piatto. Qui la produzione degli amaretti ebbe origine nel 1800 e da allora la ricetta è rimasta praticamente immutata. Viene anche festeggiato nella sagra omonima a luglio.
Esistono però anche l'Amaretto di Sassello, liquore dolce di 25° che prende il colore dal caramello e prodotto fedele alla originale ricetta del lontano 1850, quando nacque come liquore familiare, e un amaro che si differenzia dal precedente per la maggiore gradazione alcolica (30°).
Sia i dolcetti che i liquori sono inseriti nell'Atlante Regionale dei Prodotti Tradizionali predisposto dalla Regione Liguria, Assessorato all'Agricoltura e Turismo.
Ottime anche le produzioni di salame crudo e cotto, miele, castagne e derivati (confetture, farina), funghi porcini freschi, secchi e sott'olio, il tutto in bella mostra nei negozi e nelle bancarelle: una tentazione alla quale difficilmente si riesce a resistere!

NOTA: un ringraziamento a MARCO FRESCO per le ultime due fotografie.Dall'uscita autostradale di Albisola sulla A10 Genova-Ventimiglia, si imbocca la SS 334 seguendo le indicazioni per Sassello. Dopo una ventina di chilometri, poco prima di entrare nell'abitato, sulla sinistra si apre uno slargo davanti a una fabbrica di dolci sulla quale si può parcheggiare l'auto; un evidente cartello indica l'ingresso nella Foresta Demaniale della Deiva.

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