Una giornata in moto a Castelluccio di Norcia

Diario di viaggio “on the road”: a bordo di una moto, tra “pieghe” e strade affascinanti, giungiamo fino alla splendida piana di Castelluccio da Norcia.

Avevo già programmato tutto il giorno prima. Punto la sveglia alle nove con l'intento di partire alle dieci di mattina. La giornata era perfetta. Mi
sveglia il sole che mi picchia sulla faccia, così mi alzo dal letto. Vado al
computer e cerco su Internet l'itinerario Roma-Norcia. Cerco disperatamente una cartina del centro Italia ma ne trovo solo una dell'Italia intera. Un po' troppo grande e poco dettagliata... comunque meglio di niente no?
Preparo il bagaglio che consiste in jeans e chiodo (nell'eventualità che
facesse freschetto, dal momento che avevo intenzione di arrivare al monte Vettore), una bottiglia di acqua, un panino col prosciutto, attrezzi vari per eventuali guasti, un quaderno e una penna per gli appunti, una cartina, fotocamera digitale, 750 cc di olio motore.
Sistemo tutto nel bauletto e mi infilo in pantaloncini corti e maglietta a maniche corte aderente. Occhiali da sole rigorosamente a goccia. Naturalmente i miei non sanno niente, dalmomento che non ho la patente e mi avrebbero sicuramente impedito di partire. Ma me ne sbatto e alle 10,30 sono giù a slegare la moto e a montare il bauletto (che pesava non poco).
Controllo l'olio e le gomme, regolo il minimo. Tutto è pronto per partire. Prima tappa benzinaio sotto casa.
Metto 10 euro e poi vado a un altro benzinaio e metto altri 2 euro per completare il pieno.
Azzero il contachilometri e prendo il Grande Raccordo Anulare, direzione Firenze. In mente ho già disegnato tutto l'itinerario, tant'è che la
cartina non l'ho praticamente mai usata.
Il primo imprevisto si presenta sul raccordo. Dopo più di 20 km a velocità di crociera di 80 km/h arrivo finalmente all'uscita per la Flaminia, ss3.
Ho deciso di prendere quella strada perchè è piena di curve, salite e discese.
Sembra fatta apposta per i motociclisti.
Ma la sfortuna vuole che proprio quella uscita fosse chiusa per
lavori in corso. Mi rassegno a fare la Salaria quando finalmente dopo 500
metri becco un'uscita per la Flaminia aperta provvisoriamente per i lavori
in corso.
Mi ci butto e finalmente inizia il viaggio vero e proprio.
La prima sosta sarà a Narni, in Umbria.
Quasi cento km di curve, larghe, strette, ma sempre perfettamente disegnate.
Sulle prime prendo le curve con un po' di timore. Mi serviva ancora un po' di tempo per prendere confidenza con la strada e con la moto, carica sulla coda, e quindi un po' meno maneggevole del solito. Ma dopo i primi 50 km ho smesso di usare i freni, affidandomi al solo freno motore. Scalate in curva, correzioni di traiettoria col freno dietro in rari casi. Sempre più veloce, sempre più in piega, alla ricerca della traiettoria perfetta. Dare il gas in uscita di curva, piegare con un filo di gas con la consapevolezza che basta girare il polso di qualche grado per passare da 60 a 90 in pochi secondi all'uscita della curva. E' una bella sensazione Finalmente esco dal Lazio e il mio viaggio trova una breve sosta
a Narni. Prime foto. Narni è uno di quei classici paeselli medievali
arroccati sul fianco di una montagna. E' molto piccolo come paese ed è
percorso praticamente da una sola strada principale, e varie viuzze interne, una piazza, una chiesa, una fontana e un belvedere.
Mi fermo al Belvedere e faccio riposare un po' la moto che ha percorso più di 120 km di seguito.
Scatto qualche foto alla vallata. Arrivando a Narni non sembrava ma ero
salito un bel po'. Me ne sono accorto guardando sotto alla vallata. Chissà
perchè quando passavo si giravano tutti a guardarmi. Evidentemente avevo proprio la faccia da turista.
Supero un arco di pietra e mi ritrovo nella piazza pricipale, con la chiesa e la fontana. Una breve occhiata e riparto.
Narni è un paese molto piccolo e bastano 20 minuti per girarlo tutto in
moto, e visto che il tempo stringe mi dirigo a Terni, mantenendomi sulla
Flaminia.
Il tratto è breve e in una mezzora raggiungo Terni e mi fermo ad
un bar a chiedere informazioni sul bivio per la Valnerina, la ss209, per
Triponzo.
L'informazione della barista non mi convince così fermo un
motociclista che mi spiega la strada. Mi dice in ternano: "Per la Valnerina?
Vedi quelle montagne? E' là dietro. Al quinto semaforo gira a destra e segui la strada per Visso. Saranno un cinquata chilometri occhio e croce."
Ringrazio il motociclista e prendo per la ss209, la Valnerina.
E' una strada molto lunga, molto più tortuosa della Flaminia, l'asfalto è perfetto e le curve sono strette ma dolci.
Sulla strada c'ero solo io.
Avrò incontrato sì e no due trattori e cinque macchine in cinquanta chilometri. Mi butto a 70-80 all'ora e in men che non si dica sono alle Cascate delle Marmore, subito dopo Terni. Ci passo sotto, e mi dico: "Ora non c'è tempo, ma al ritorno mi ci fermo". E così proseguo per Triponzo. La ss209 percorre la Valnerina, una splendida valle immersa nell'Appennino e nel verde e nella quale scorre il fiume Nera, che alimenta le Cascate delle Marmore.
Qualche castello o bastione sul lato delle montagne, cascine isolate, pascoli, e qualche paese sparso lungo la strada.
Il primo è Ferentillo, niente di che.
Poi Piedipaterno e infine Triponzo. Di tutto il tragitto questa è forse la strada piu bella da percorrere in moto, piena di lunghe gallerie, curve, salite, discese, mai pericolosa.
A Triponzo lascio la ss209 e al bivio prendo per Norcia, sulla ss396.
Il tratto non è lungo e in una manciata di minuti sono a Norcia. Decido di
fermarmi a visitare la città ( se città si può chiamare, viste le
dimensioni). Norcia è un paesino racchiuso in una cinta muraria. Ora sembra un paese medievale ma in realtà Norcia fu fondata prima di Roma. Se non sbaglio ci sono sette portali nelle mura.
Io entro dal portale sud e chiedo per la piazza principale. Sfortunatamente quando sono arrivato erano le due del pomeriggio ed era tutto chiuso, così mi faccio una passeggiata a piedi e decido di fermarmi al ritorno. Finalmente parto per l'ultima attesissima
tappa: un tratto di 30 km che separa Norcia dalla Piana di Castelluccio.
La Piana di Castelluccio in realtà non dista molto da Norcia, poichè i due
luoghi sono separati da un valico. Mentre Norcia è situata tra monti
all'altezza di circa 700 metri, la Piana di Castelluccio si trova a 1400
metri, circondata completamente dalle montagne, tra le quali svetta la cima del monte Vettore, il più alto dei monti Sibillini che raggiunge i 2400 metri di altezza.
Così parto sparato impaziente di arrivare, ma quando la strada inizia a scalare la montagna che separa la vallata di Norcia dall'altopiano rimango a bocca aperta alla vista di tanta meraviglia.
Butto un occhio oltre il guard rail e sotto di me si stende uno strapiombo ( non mi ero accorto infatti che la strada era sempre salita per qualche chilometro)e poi si apre la vallata ai piedi dei Sibillini.
Questo panorama quasi incorniciato, corredato da una strada che da principio è formata da curve dolci e delicate, per diventare poi tornanti pericolosi affiancati da strapiombi vertiginosi, è uno spettacolo che un motocicliesta non può lasciarsi sfuggire, ve lo assicuro.
Nonostante fosse piena estate e il sole picchiasse non poco, l'aria incominciava a diventare fresca.
Presto mi lascio dietro lo spettacolo della vallata per entrare dentro al complesso montuoso.
La strada ora diventa qualcosa di veramente pericoloso e allo stesso tempo spettacolare.
La salita verso il valico sembra non avere mai fine, quando finalmente, superato un dosso, si apre davanti a me un nuovo paesaggio.
E' la Piana Grande di Castelluccio, questa immensa, sterminata piana a 1400 metri.
Arrivato al punto più alto del valico, sui 1500 metri, sono costretto
a fermarmi per ammirare.
Davanti a me le cime erbose e delicate dei monti che fiancheggiano il Vettore, e sotto di essi la sterminata distesa coltivata a lenticchie. Sulla mia sinistra a una manciata di metri c'è la cima del monte che la strada ha appena scalato e alla mia destra e dietro di me lo strapiombo cavalcato dalla strada come un ruscello. Da quell'altezza
il mondo sembra veramente piccolo.
Non è tempo per le fotografie, le farò in seguito.
Ora voglio andare diritto nel cuore della piana.
Proseguo per la strada che ora diventa piu dolce e scende delicatamente proprio fin dentro la piana. Arrivato alla altezza precisa della grande pianura la strada diventa un rettilineo infinito.
Davanti a me la cima aspra e inospitale del monte Vettore, e piu avanti a sinistra una collinetta sulla cui cima si erge Castelluccio.
Spengo la moto al centro della piana e mi siedo per godermi il
paesaggio, l'aria, e per far riposare la schiena. Sulla strada c'è scritto
con lo spray:"pericolo, multe frequenti". Penso "ah, bel benvenuto!" poi mi spiego il perchè di questo avvertimento quando mi saluta un banda di
motociclisti. La strada è maledettamente lunga e dritta ed è un invito
irresistibile a "stirare" la moto fino alla velocità massima.
Faccio riposare un po' la moto e mi guardo intorno. mi giro e sul fianco
della montagna mi si presenta un bosco.
Niente di particolare penserete. Sì, non fosse per il fatto che questo bosco è a forma di Italia e si poggia sul fianco della montagna.
Speravo di arrivare nel periodo della fioritura della lenticchia ma non ho fatto in tempo. D'altronde lo spettacolo è bello comunque. Alcuni deltaplani sorvolano la piana, qualcuno fa un giro a cavallo, qualcun'altro in bicicletta, altri si accampano.
Io invece riprendo la moto e decido di andare a Castelluccio. Punto la prua verso Castelluccio e mi fermo un po' lì.
Poi ritorno indietro e giro un po' per la piana. In realtà sono rimasto molto tempo lì ma per la maggior parte apasseggiare e ammirare il paesaggio.
Ora un po' di informazioni sul posto.
Castelluccio, che appartiene al comune di Norcia, è famosa per la coltivazione della lenticchia, che fiorisce in giugno. E' situata all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, alle pendici del monte Vettore all'altezza di 1400 metri. Per chi viene da Norcia la strada è una sola ed è lunga una trentina di km. E' un importante centro turistico per la spettacolarità del paesaggio. Non vi aspettate però che Castelluccio sia un paese di un qualche interesse. Sono quattro case arroccate su una collina. Il vero spettacolo è la piana coltivata e il Vettore.
Tornando al mio viaggio...
Dopo aver esplorato un po' la piana mi accorgo che si stava facendo troppo tardi e stavo sforando la tabella di marcia. Dovevo essere sulla Flaminia prima che calasse il sole e mi dovevo ancora fermare a Norcia e alle cascate delle Marmore. Così riparto, non prima pero' di aver scattato qualche foto.
Rifaccio la strada al contrario fino a Norcia, godendomi come meglio potevo sia la strada che il panorama.
Quando arrivo a Norcia mi accorgo che il mio stomaco chiede di essere riempito con qualcosa, con qualcosa di buono possibilmente, e se avete voglia di rifarvi il palato Norcia è il posto migliore che potete trovare.
Norcia è famosa per la cucina, la norcineria appunto.
Ma oltre ai salami, le salsicce, la porchetta e il tartufo, Norcia è anche un centro di interesse storico.
Il santo patrono della città è san Benedetto, patrono d'Europa, al
quale è anche dedicata la piazza principale con tanto di statua e di chiesa.
Questa volta decido di entrare con la moto all'interno della città. La
parcheggio in una delle molte piazze e cammino alla ricerca di una
norcineria. Mi faccio un panino con la lonza e con un formaggio che non
ricordo ( ma era buonissimo) e mi faccio una bella passeggiata per la città.
In una mezzora mi giro tutta la città e poi riparto alla volta di Terni.
Questa volta niente fermate intermedie. Riprendo la ss209 per Terni a ritmo abbastanza sostenuto e poco prima di raggiungere Terni sulla sinistra mi trovo le Cascate delle Marmore. Molto suggestive.
Decido di farci unacapatina così chiedo informazioni su come raggiungerle a piedi. Mi dicono che bisogna pagare. Non mi ricordo quanto era ma mi ricordo che era una cifra abbastanza alta, soprattutto perche le avevo già visitate qualche anno prima. Peccato.
Sto lì a guardarle da lontano e a fare qualche foto e riparto per riprendere la Flaminia.
Il mio viaggio continua come era iniziato, tra curve controllate col freno,
strombazzate ai motociclisti e come il sole cala mi ritrovo sul Grande
Raccordo Anulare, stanco, con la schiena a pezzi, ma con un bagaglio di
nuove esperienze, nuove emozioni, nuovi posti e nuovi ricordi impressi nellamia memoria, nella mia macchina digitale e in queste pagine.

3 commenti in “Una giornata in moto a Castelluccio di Norcia
  1. Avatar commento
    maurizio
    19/08/2010 12:06

    A Castelluccio di Norcia ci sono stato, per caso, sei-sette anni fa e devo dire che è stata una sorpresa...naturalmente bella! Un posto fantastico. E lo dice uno che ha girato abbastanza.

  2. Avatar commento
    edoardo
    30/06/2008 11:52

    bel giro, e bel racconto.. siamo usciti il week end scorso e siamo arrivati a leonessa, il prossimo giro sarà castelluccio!! non avevo considerato la flaminia.. siamo andati via salaria.. comunque complimenti , ciao

  3. Avatar commento
    Francois
    20/10/2006 08:19

    Complimenti per le foto... davvero carine... molto bella poi la parte in cui descrive le sensazioni del guidare la moto in curva. Da quelle parole si capisce quanto ami le 2 ruote. ;-)

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