In giro per il Finisterre

Alla scoperta della regione più occidentale della Bretagna, tra natura e arte

Questo viaggio in Finisterre nasce da un invito ricevuto da amici francesi, che abitano a Le Relecq, un sobborgo di Brest, per visitare insieme la grande festa internazionale del mare che si tiene a Brest ogni quattro anni.
Dato che ci hanno offerto la possibilità di soggiornare in una dependance della loro casa, un delizioso miniappartamento, pagando solo un contributo per il rimborso spese, abbiamo deciso di trascorrervi un paio di settimane a luglio.
Abbiamo optato per andarci con la nostra auto in modo da essere autonomi e poter esplorare la zona, con escursioni ad anello. Come dotazione abbiamo: alcuni appunti sulla zona presi da internet, una carta stradale molto dettagliata del Finisterre, sulla quale i luoghi interessanti sono segnati con un numero variabile di stelle (da una a tre), un navigatore satellitare.Giovedì 12 luglio 2012 - partenza da Roma
Partiamo da Roma molto presto. Passiamo il confine al traforo del Monte Bianco passando per Genova.
Pernottiamo a a Bourg-en-Bresse in un Etap hotel, prenotato precedentemente.

Venerdì 13 luglio - arrivo a Brest
Attraversiamo tutta la Francia un diagonale da sud est a nord ovest sotto una pioggia battente ed ininterrotta; arriviamo sfiniti. Per fortuna ci aspetta una calorosa accoglienza ed un'ottima cena. Finalmente arriva il meritatissimo riposo, ancora cullati dal rumore della pioggia che batte contro i vetri della finestre.

Sabato 14 luglio - passeggiate rilassanti a Le Relecq
Questa mattina, per fortuna, non piove più. Il cielo è molto mutevole con nuvole che si rincorrono e giocano a nascondino col sole che appare e scompare molto rapidamente. La temperatura è intorno ai 18 gradi. Come primo giorno, non abbiamo alcuna voglia di salire in macchina, anche perché, essendo festa nazionale, è tutto chiuso. Decidiamo di rimanere a Le Relecq e ne approfittiamo per passeggiare lungo i sentieri che costeggiano l'estuario del fiume Elorn.

Domenica 15 luglio - Brest, festa internazionale del mare
Andiamo, insieme ai nostri amici, alla festa a Brest. Si tratta di un evento molto importante: Brest, primo porto militare della Bretagna e uno dei più importanti della Francia, ospita a turno alcune marinerie provenienti da ogni angolo del mondo. Quest'anno ci sono Norvegia, Marocco, Messico e Indonesia. Ognuna di queste nazioni manda delle sue navi rappresentative che sono visitabili dal pubblico e allestisce anche un villaggio dove si raccontano le tradizioni marinare, si vendono prodotti tipici e vengono allestiti spettacoli di vario genere.
Oltre a questo, in mare, c'è un tripudio di barche di ogni tipo, imbandierate a festa che navigano nella baia. A terra ci sono stand che riguardano il mare in ogni suo aspetto, punti ristoro, immancabili le crepes e il sidro, gruppi che suonano, cantano e ballano, insomma una vera festa. Lo spazio su cui si snoda la manifestazione è molto esteso, praticamente copre tutta la superficie della città che si affaccia sul mare, stiamo parlando di diversi chilometri. Il tutto dura una settimana.
E' stata un' esperienza completamente nuova per noi, a cui abbiamo partecipato con interesse ed entusiasmo.
La prossima edizione si terrà a luglio del 2016.

Lunedì 16 luglio - Le Conquet, faro di St Mathieu
Oggi andiamo a Le Conquet, porto di pescatori a ovest di Brest. Il paese è molto caratteristico: case bianche, basse con spioventi tetti di ardesia, quasi sempre circondate da piccoli giardini, straboccanti di piante fiorite, soprattutto meravigliose ortensie multicolori, strade abbastanza strette, spesso pedonali.
Dal porto turistico partono le imbarcazioni per la visita del parco marino Parc Naturel Regional D'Armorique. e per l'Ile d'Ouessant.
Andiamo alla stazione marittima, optiamo per un' escursione naturalistica in mare su un grosso gommone per ammirare da vicino gli animali che popolano il parco marino: foche, delfini, una moltitudine di uccelli che nidificano sugli scogli oltre ad alcuni vecchi fari costruiti in mezzo al mare su rocce affioranti. La gita dura circa due ore e il prezzo è di 50 € a persona. Per ora le condizioni meteo non sono favorevoli, ma ci assicurano che miglioreranno, quindi prenotiamo per la settimana successiva.
Poco lontano andiamo a vedere la Pointe de St. Mathieu, con il suo imponente faro e le rovine di un'antica abbazia.
Sul faro di St Matthieu, come su molti altri, pagando una cifra modesta, intorno ad 1 €, è possibile salire in cima. È una bella sfacchinata, perché le scale sono strette e a chiocciola ma, ... ne vale la pena. La zona ha anche un importanza storica, testimoniata da un importante monumento ai caduti in mare, militari e civili.

Martedì 17 luglio - Quimper, Pont-Aven, Concarneau
Dato che il tempo si mantiene incerto, decidiamo di andare a visitare alcuni famosi centri storici.
Partiamo per Quimper, antica città, fondata dai romani col nome di Aquilonia, successivamente diventata capitale della Cornovaglia Bretone. Dopo aver lasciato la macchina in un parcheggio a pagamento, ci avviamo a piedi verso il centro. Arriviamo nella piazza di St. Correntin dove c'è la bella cattedrale in stile gotico. Per fortuna riusciamo a visitarla anche dentro poco prima che chiuda. Sì, perché tutte le chiese bretoni, all'ora di pranzo, mediamente tra la 12 e le 14, chiudono. Lasciata la piazza, passeggiamo per le strade del centro, ammiriamo le case dalle caratteristiche facciate di legno, con le travi a vista dipinte a colori vivaci. Ci allontaniamo dalla zona prettamente turistica e troviamo un mercato coperto (les hall) dove vendono anche cibi pronti, come mezze baguette imbottite e torte salate che si possono consumare seduti a tavolini a disposizione di tutti. Ci fermiamo per un breve spuntino e proseguiamo per Pont-Aven.
Questo borgo, situato all'inizio del lunghissimo estuario del fiume Aven, celebre nei secoli passati per i suoi numerosi mulini ad acqua, costruiti lungo le rive, è davvero uno dei posti più affascinanti che abbiamo visitato. Il luogo, tenuto come un gioiello, è stato reso celebre da alcuni pittori tra cui Gauguin, che vi ha soggiornato più volte, immortalandolo in alcuni suoi quadri. Qui tutto richiama bellezza e armonia, lungo le strade si trovano molte gallerie d'arte, devo dire in genere di buon livello. Seguendo il flusso dei turisti, abbiamo percorso il famoso bois d'amour: una passeggiata sotto gli alberi lungo il fiume, per vedere il paese dalle migliori angolazioni. Siamo circondati da persone che scattano foto ad ogni angolo, mio marito non fa eccezione. Una tentazione di questo luogo, a cui non abbiamo saputo resistere, sono gli ottimi biscotti artigianali al burro fresco “galettes de Pont-Aven” che si vendono dappertutto, confezionati anche in belle scatole di metallo.
Per finire la giornata, dato che qui c'è luce fino alle 10 di sera e oltre, proseguiamo per Concarneau, città affacciata sul golfo di Cornovaglia, famosa per la pesca. Il suo monumento più rappresentativo è la “ville close”.
Si tratta di una cittadella fortificata, edificata nel sedicesimo secolo, su una piccola isola situata al centro del porto, collegata alla terra ferma da un ponte. Una volta entrati, ci troviamo in un vero e proprio villaggio con strade, negozi e case tuttora abitate.
Abbandoniamo presto la via principale affollata da turisti e passeggiamo piacevolmente sulle mura tra il mare e la città.

Mercoledì 18 luglio - Locronan, Cap Sizun: Pointe de Brezellec, Pointe du Van e Pointe du Raz
Oggi andiamo a Locronan, piccolo centro diventato ricco e famoso nei secoli passati per la sua produzione di ottime tele per vele, di cui si servivano le più importanti marinerie europee. Apprendiamo queste notizie dal materiale che ci danno all'ufficio del turismo.
La cittadina è completamente pedonalizzata. All'ingresso c'è un parcheggio dove ci fanno pagare 3 euro, ci mettono un adesivo sul vetro e ci dicono che il biglietto è valido fino alla fine dell'anno.
Arriviamo nella Grand Place, circondata da eleganti edifici rinascimentali di granito e nella quale c'è anche la cattedrale di St. Ronan. La piazza ci piace molto, apprezziamo anche l'ottimo livello delle botteghe artigiane che vi si affacciano.
Irresistibile è il profumo che si sprigiona dall'immancabile boulangerie che ha una gran quantità di tentazioni sia salate che dolci.
Ci prendiamo una pausa per una merenda a base di torte salate. Sono squisite e i prezzi molto onesti. Mangiamo seduti su una panchina della piazza.
Dopo pranzo proseguiamo per le tre punte panoramiche che si trovano in sequenza sul Cap Sizun, tra la baia di Douarnenez a nord e la baia di Audierne a sud.
Si tratta di luoghi molto conosciuti e ben segnalati anche sulla nostra carta stradale, con un crescendo di stelle. Il primo è la Pointe de Brezellec, segnalata “solo” con una stella, spettacolare sperone di roccia a picco sul mare. Proseguiamo per la successiva Pointe du Van, segnalata con 2 stelle. Qui, dopo aver parcheggiato, ci troviamo a percorrere dei sentieri su un altopiano pieno di piante fiorite. Si tratta di tracciati antichi che i francesi chiamano, sentieri dei doganieri, e che fanno parte di un circuito lungo più di 1000 km, seguendo il quale, i viaggiatori più avventurosi, possono girare la Bretagna a piedi o in bicicletta.
Intorno a noi c'è un senso di tranquillità e di armonia ma, quando arriviamo ad affacciarci sul mare sottostante qualche decina di metri, la situazione cambia. Lo strapiombo roccioso, spaccato in diverse falesie, è davvero impressionante. La zona è il regno degli uccelli marini che la scelgono per nidificare. Il luogo, nel suo insieme, è notevole. Mi siedo su una roccia, a osservare col binocolo l'incessante lavorio delle onde e gli uccelli in volo, mentre Leonardo, mio marito, naturalmente, scatta foto. Quello che abbiamo visto ci è piaciuto talmente tanto che non riusciamo ad immaginare un posto più bello. Eppure, secondo la carta, il meglio deve ancora venire. Sempre più eccitati risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso Pointe du Raz, segnalata con 3 stelle. Il luogo fa parte dei Parchi Nazionali di Francia, ed è un sito protetto dall'Unesco.
Questa volta il parcheggio si paga 6 €, però il cartello spiega che i soldi contribuiscono al mantenimento del parco. Qui è tutto più organizzato, superata la zona di accoglienza per i visitatori, dove c'è anche un piccolo centro naturalistico, ci avviamo sul sentiero lungo circa 1 km, che ci porterà sulla punta.
Notiamo subito che la flora è diversa: qui le piante sono più piccole e deformate dal vento e ci sono meno fiori. La passeggiata è agevole trattandosi di un sentiero pianeggiante.
Ed eccoci arrivati: le scogliere non sono a picco ma c'è una vera e propria punta formata da rocce grigie taglienti come la lama di un coltello, che si allunga nel mare.
Il vento è fortissimo, es anche se il mare è calmo, il moto delle onde contro gli scogli è continuo. Davanti a noi, su massi affioranti, vediamo alcuni fari che testimoniano la pericolosità della navigazione nella zona. Arrivare fin qui valeva sicuramente la pena, e capiamo perché il sito è così famoso e protetto.

Giovedì 19 luglio - Penisola di Crozon: Le Fret, Pointe des Espagnoles, Camaret sur Mer, Pointe de Pen Hir, Pointe de Dinan, Margot.
Questa mattina, al nostro risveglio, per la prima volta, troviamo il cielo di un azzurro chiaro. completamente sgombro di nuvole.
Decidiamo quindi di continuare la nostra esplorazione delle coste, oggi andremo nelle penisola di Crozon, situata tra la “rade de Brest” a nord e la “ baie de Douarnenez” a sud. Porteremo con noi il “borsone del mare”, dato che nel percorso incontreremo anche delle spiagge.
Prima tappa Pointe des Espagnoles, segnalata con 2 stelle. Prima però ci fermiamo a Le Fret, paesino sul mare. Qui facciamo esperienza con la nostra prima spiaggia bretone. Francamente siamo un po' delusi, i nostri appunti parlavano di spazi lunghi di sabbia circondati da falesie. In realtà noi vediamo solo una stretta striscia di litorale, piuttosto ingombra di alghe. Ci accorgiamo presto dell'errore, la marea si sta ritirando e la spiaggia si allunga sempre di più, portando alla luce un mondo marino vivo e profumato. Velocemente la situazione si anima: arrivano intere famiglie armate di retini, secchi e contenitori vari per prendere quello che il mare offre ogni mattina: granchi, cozze, vongole, ostriche, conchiglie varie e anche alghe che qui cucinano. Il tutto è regolato da un cartello che indica le specie che si possono prendere e le dimensioni permesse. I bambini giocano felici avendo sabbia bagnata a volontà per costruzioni di ogni sorta.
Dopo una lunga passeggiata, riprendiamo il viaggio.
La Punta degli Spagnoli, che si trova di fronte a Brest, dall'altra parte della baia, è sempre stata usata militarmente come posizione strategica per attaccare la città.
Deve il suo nome a delle fortificazioni militari, fatte erigere appunto dagli spagnoli, nei secoli passati. Il sito ha anche una importanza storica. Visitiamo l'interessante museo gratuito dove viene documentata l'evoluzione delle fortificazioni militari nelle zona.
Proseguiamo verso Camaret sur Mer seguendo una strada panoramica tra mare e campagna.
A Camaret, “nota stazione balneare internazionale” le spiagge sono davvero fantastiche. Due anfiteatri ai lati del paese, con la sabbia color biscotto. Tutto è molto ben organizzato: c'è il bagnino, fornito di un grosso binocolo, una cabina spogliatoio, servizi igienici puliti, parcheggi, e una lavagna con segnati gli orari delle maree e la condizioni meteo. Tutti questi servizi sono completamente gratuiti. Dato che il sole continua a splendere, ci dirigiamo subito verso la spiaggia; ed eccoci in costume sdraiati su una stuoia. Assai piacevole è la temperatura che non supera i 25 gradi. Dopo un po', decido di andare a fare un bagno. L'acqua è pulita e invitante ma... gelida, non riesco ad immergermi oltre le ginocchia. Guardandomi intorno, realizzo che la maggior parte delle persone in acqua indossa almeno un mutino.
Dopo la spiaggia, ci fermiamo per una merenda a base di crepes in uno dei tanti locali sul lungomare, siamo seduti tra una famiglia inglese e una coppia tedesca.
Di nuovo in macchina verso la punta di Penhir. Si tratta della punta centrale della penisola, la più protesa verso l'oceano. Qui la scogliera, al limite dell'altopiano fiorito, scende verticale nel mare aperto. In lontananza si vedono anche delle lunghe spiagge popolate solo da uccelli.
Via alla terza punta, Dinan. Di nuovo lo scenario cambia: la scogliera sotto di noi è talmente frastagliata e piena di guglie che viene chiamata “Chateau de Dinan” perché assomiglia alle rovine di un castello.
Vogliamo andare a Crozon, il centro più importante della zona, ma la confusione che vi troviamo, ci scoraggia, così decidiamo di non fermarci e proseguiamo per Morgat dove la situazione è più tranquilla.
Questo è un luogo di villeggiatura piuttosto elegante,con ville inizio secolo.
Ai lati della sua bella spiaggia ci sono delle grotte che, durante la bassa marea, sono raggiungibili a piedi. Ci piacerebbe visitarle ma arriviamo nel momento sbagliato, la marea sta crescendo. Ci consoliamo bevendo dell'ottima limonade in un bar davanti al mare.

Venerdì 20 luglio - Notre Dame de Le Folgoet, Brignogan Plage, Meneham
Oggi usciamo dopo pranzo, rimanendo nei dintorni
Andiamo a visitare la basilica di Notre Dame di Le Folgoet. Si tratta di una chiesa gotica del quindicesimo secolo sorta su un sito miracoloso.
Quando arriviamo la troviamo chiusa, perché all'interno si sta celebrando un matrimonio. Lo capiamo dal fatto che fuori della chiesa c'è una macchina addobbata di fiori sui cui sportelli sono scritti i nomi degli sposi.
Finalmente escono: si tratta di un bel gruppo di amici e parenti, c'è un'atmosfera gioiosa, semplice e un po' retro'.
Dopo aver visitato l'interno della chiesa, molto bello ma spoglio, proseguiamo verso nord.
Troviamo ancora spiagge, Brignogan Plages e la vicina Plage des Chardons bleus. Si tratta di spazi abbastanza piccoli, con sabbia scura e punteggiati da grossi blocchi di granito, ammassati soprattutto ai lati. L'acqua, trasparente, è di un bel colore blu verde.
Sempre per le maree, la situazione è molto dinamica, in breve tempo vediamo barche che sembravano abbandonate in secca, con tanto di ancora sulla sabbia, tornare nel loro elemento naturale. Guardandoci intorno realizziamo che qui non ci sono turisti ma solo persone del luogo, per lo più giovani. Questo ci fa sentire esploratori e ci piace molto.
Per finire andiamo a visitare un luogo chiamato Meneham, segnalato dalla nostra carta con 1 stella. Francamente non sappiamo bene cosa aspettarci, magari l'ennesimo faro su una punta panoramica e... invece.
Si tratta di un antico villaggio che poveri pescatori nel diciassettesimo secolo. costruirono dietro degli enormi massi di granito vicino al mare, per difendersi dal vento e dalle mareggiate invernali. Abbandonato in seguito dagli abitanti originari, il villaggio è stato perfettamente restaurato e la sua costruzione principale è ora diventata un piccolo ristorante.
Tutta la zona è completamente selvaggia; in mezzo a stradine strettissime, troviamo altre case sparse appoggiate a massi e ancora spiaggette che si aprono tra i graniti.

Sabato 21 luglio - Complessi parrocchiali: Guimiliau, St. Theogonnec, Pleyben, Huelgoat
Oggi decidiamo di dedicare una giornata ad esplorare il territorio interno.
Prima di tutto andiamo a visitare i famosi “enclos paroissiaux” ovvero recinti parrocchiali. Si tratta di spazi religiosi che, facendo parte di un villaggio, comprendono una chiesa, un cimitero con annessa cappella, e un calvario, cioè un monumento in pietra all'aperto, culminante con una grossa croce sul quale sono state scolpite scene della vita di Gesù Cristo, il tutto rinchiuso da una cancellata. Queste opere, tipiche del Finisterre, sono state costruite tra il XVI e il XVII secolo e, nella maggior parte dei casi, sono tuttora intatte.
Nel nostro itinerario troviamo per primo il complesso di Guimiliau.
La torre della chiesa svetta da lontano. L'insieme è davvero suggestivo, oltre per la indiscutibile bellezza dei monumenti, per il senso di religiosità autentica che vi si respira.
Il calvario è un piccolo mondo dove sono scolpiti oltre 200 personaggi, in modo molto realistico e vivace. Girandoci intorno si segue l'intera vita di Gesù dalla nascita fino alla morte e resurrezione. Non avevamo mai visto niente del genere. Siamo abbastanza curiosi di vedere altri monumenti simili, anche se pensiamo di trovare situazioni analoghe. Qualcosa tipo “visto uno, visti tutti”. Invece il secondo complesso che andiamo a visitare, St. Thegonnec, ci appare molto diverso. Ci rendiamo conto di come la creatività dei singoli artisti abbia avuto il sopravvento sugli stili.
Decidiamo di deviare verso il Parc Regional d'Armorique la più vasta area protetta di Bretagna, che si estende sia sulla terra ferma che in mare. Andiamo a Roc Trezevel un altura che si eleva a circa 350m e che spazia sulla campagna e sul lago della Reservoir de St. Michel. Il panorama è indubbiamente bello ma, francamente, questa terra ci ha regalato viste migliori.
Scendiamo a Huelgoat, paese che si affaccia su una distesa di acqua, non capiamo bene se lago o fiume. Lo scenario è attraente così decidiamo di parcheggiare e proseguire a piedi. Poco dopo ci imbattiamo in una freccia che dopo un ponte indica “la grotta del diavolo”, la seguiamo. Qualche minuto più tardi, ci troviamo a passeggiare in uno scenario da favola. Camminiamo sotto i grandi alberi di una foresta e costeggiamo il letto del fiume con dentro enormi massi. L'acqua non si vede ma se ne sente il rumore. In realtà la grotta, nella quale scendiamo con cautela, nasconde la sorgente di un fiume sotterraneo. I sentieri continuano e si biforcano per alcuni chilometri. Passeggiare qui è magnifico: alberi sempre più alti, rocce dalle strane forme, rumore di acqua che non c'è e improvvisamente riappare. Solo al ritorno nel paese, fermandoci all'immancabile ufficio turistico, scopriamo che siamo finiti nella foresta di Broceliande, dove la leggenda narra che siano vissuti Re Artù e mago Merlino.
Per finire la visita dei calvari andiamo a Pleyben, segnalato con 2 stelle.
Qui è tutto più grande, a partire dalla chiesa in stile gotico. Ci colpisce la torre campanaria per la sua originalità, anche l'interno, con le travi del soffitto in legno che ricordano lo scafo rovesciato di una nave, è molto particolare. Il calvario, il maggiore della zona, è potente ed evocativo, con i personaggi, scolpiti a tutto tondo, disposti sopra un doppio arco incrociato.

Domenica 22 luglio - relax

Lunedì 23 luglio - escursione in gommone nel parco marino d'Armorique
Oggi è arrivato il giorno dell'escursione in gommone nel parco marino d'Armorique, prenotata la scorsa settimana. Abbiamo appuntamento al porto di Le Conquette alle 13 e 30. Ci hanno spiegato che quella è l'ora migliore perché bisogna partire con la bassa marea.
Siamo un piccolo gruppo di 12 persone, di cui noi siamo gli unici non francesi, accompagnati da un marinaio dall'aria tipicamente bretone: faccia cotta dal sole, capelli ricci rossicci, l'aria soddisfatta e rassicurante di chi ama il proprio lavoro. Ci viene distribuito un giubbotto di salvataggio arancione e si parte, sotto un sole splendente che mette tutti di buon umore.
Il mare è ricco di scogli e isolotti disabitati, sui quali stazionano grosse foche che si crogiolano al sole e tantissime colonie di uccelli. Si tratta di importanti riserve ornitologiche.
Ovviamente essendo animali molto timidi, bisogna avvicinarsi con cautela, e a motore spento. In questo modo riusciamo ad avvistare alcuni animali ad una ragionevole distanza.
Poi giriamo attorno ad un vecchio faro, di cui ci raccontano la storia e, finalmente, andiamo dai delfini. Il nostro accompagnatore ferma la barca, comincia a fare strani versi e batte le mani ritmicamente. Dopo qualche minuto ecco arrivare i primi esemplari, sembrano contenti di ritrovare il loro vecchio amico. Subito cominciano ad interagire con lui passando sotto la barca e poi riapparendo dall'altra parte. Quando lui li loda con un “bravò!” loro sembrano ridere e iniziano a saltarci intorno. Ci sono diversi esemplari: alcuni saltano da soli altri in coppia, ma il gruppo più carino è quello formato da due delfini adulti con un piccolo in mezzo, che saltano all'unisono. Rimaniamo tutti incantati. Vedere gli animali nel loro habitat ci emoziona sempre. L'intelligenza di questi splendidi delfini, che si divertono a giocare con gli umani nel “loro mare”, non la scorderemo.
E' stata un 'esperienza totalmente positiva 100 € ben spesi !

Martedi 24 luglio - Roscoff, Pont de Leon, Peros Guirec
Oggi andiamo verso nord est. Prima tappa Roscoff, ricca città rinascimentale, che deve la sua fortuna ad armatori e mercanti. Attualmente è un importante luogo turistico balneare, famosa anche per i centri di talassoterapia e come imbarco dei traghetti per varie destinazioni, tra cui Plymouth in Inghilterra e Corck in Irlanda. Prima di tutto visitiamo il centro storico e la sua cattedrale Notre Dame de Croas Batz, un bel monumento gotico; poi passeggiamo sul lunghissimo molo di imbarco per le isole dei dintorni, che è stato costruito per permettere l'imbarco anche nei momenti di bassa marea. Da lì si vede la città vecchia completamente circondata da mura che, su lato esterno, finiscono direttamente nel mare.
Ci spostiamo nella vicina St. Pol de Leon anch'essa antica e orgogliosa città di mare.
La cattedrale di St. Paolo Aureliano è particolarmente maestosa, in stile gotico normanno. Sicuramente una delle chiese più grandi e importanti chiese che abbiamo visitato finora. Poco lontano si trova la cappella di Kreisken che vanta la torre campanaria più alta della Bretagna: 78 metri.
Una curiosità: dopo la rivoluzione francese, le costruzioni religiose furono oggetto di molte distruzioni; il campanile di Kreisken, fu salvato da Napoleone in persona che, con un decreto, lo dichiarò utile alla navigazione. Consigliamo, a chi ha buone gambe e non soffre di vertigini, di salire fino in cima: noi l'abbiamo fatto, il panorama è fantastico.
Stanchi di merende e panini, oggi ci concediamo un pranzo in un vero ristorante francese sulla strada principale della città.
Seguendo la strada costiera, proseguendo verso est, incontriamo varie spiagge, una più bella dell'altra. In particolare segnaliamo Liue de Greve, alcuni chilometri di sabbia in una insenatura tra St Efflam e St Michel. Questi posti, specie oggi che c'è il sole, mi attirano molto, vorrei fermarmi dappertutto ma dobbiamo proseguire, le scogliere di granito rosa ci aspettano.
Ed eccoci a Perros Guirec. Abbiamo lasciato il Finisterre, ora siamo nella Cote d'Arrmor, in uno dei centri balneari più frequentati di tutta la Bretagna. Siamo frastornati da una confusione a cui non eravamo più abituati. La cittadina è davvero caotica: le segnalazioni inesistenti, parcheggiare impossibile. Stiamo perdendo la pazienza, per un attimo decidiamo di lasciar perdere, quando finalmente leggo: Sentier des douaniers. Quella è la nostra direzione.
Finalmente siamo su un sentiero pedonale, completamente risistemato da poco che ci porta in... paradiso. Qui tutto ha una luce unica, la scogliera formata da grossi massi in granito rosato, scolpiti dal vento in forme arrotondate, si allunga verso il mare che, per questo insolito fondale, prende un colore blu viola. É rosa anche il faro, costruito nello stesso materiale. Non so che altro dire, bisogna... andare a vedere.

Mercoledi' 25 luglio - Pays Bigouden: Notre dame de Tronoen, Punte de la Torche, plage de Pors Can, faro di Eckmuhl, Le Guilvinec.
Oggi esploriamo i Pays Bigouden la zona più meridionale del Finisterre.
Ci fermiamo a Notre Dame de Tronoen dove si trova il più antico calvario di Bretagna, che fa parte di un piccolo complesso costruito nella seconda metà del quindicesimo secolo.
Il luogo è piuttosto vicino al mare così le sculture sono erose dal vento e dal sale. Questo le rende, ai nostri occhi, più autentiche.
Proseguiamo per la punta de la Torche, uno sperone roccioso che divide due fantastiche spiagge. Nell'enorme parcheggio dove ci fermiamo vediamo che ci sono auto con targhe di tutta l'Europa Centrale. Quasi tutti vanno verso la spiaggia, che però ancora non vediamo perché nascosta dalle alte dune, portandosi dietro la propria tavola. Ci rendiamo conto che, senza saperlo, siamo capitati in uno dei luoghi più famosi della Bretagna per la pratica del surf. C'è anche una scuola con istruttori accreditati presso la federazione di questo sport. All'inizio ci sentiamo un po' a disagio, poi ci appollaiamo su alcuni scogli, un po' in disparte, e ci divertiamo a guardare le acrobazie dei surfisti in mare.
Ancora avanti per St. Guenole, un paese di pescatori molto semplice e spartano. Lo attraversiamo diretti al faro di Eckmuhl: una torre di 68 metri fatta costruire dal marchese di Eckmuhl, compagno d'armi di Napoleone. Al suo interno si trova una scala agevole che porta in cima. Da lì il panorama è stupefacente, soprattutto verso il mare dove si vedono altre isole e altri fari. Con un biglietto di 3,50 € abbiamo anche visitato un'interessante museo che racconta la storia dei fari.
La nostra ultima meta per oggi è Le Guilvenec, paese costiero che vanta una importante flotta di pescherecci. Tutte le sere, verso le 18 c'è la vendita del pesce al rientro delle barche. Anche noi abbiamo partecipato a questo rito collettivo e abbiamo comprato del pesce ottimo, a prezzi che avevamo dimenticato.

Giovedì 26 luglio Brest - Castello e museo de Beax Arts
Decidiamo di dedicare i nostri 2 ultimi giorni alla visita di Brest. La città, quasi completamente ricostruita, dopo i bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale che, a prima vista, può risultare un po' anonima, invece ha le sue attrattive.
Prima di tutto andiamo a visitare il castello. In realtà si tratta di una fortezza militare costruita sul mare sopra le rovine di un castrum romano nel secolo XI e ampliata e ristrutturata nei secoli successivi. E' l'unico monumento rimasto intatto. All'interno è stato allestito il museo della marina dove viene mostrata l'evoluzione delle navi e della navigazione. L'ingresso costa 6 €, inclusa un'ottima audio guida in italiano. Camminando sui bastioni del castello, vediamo anche il ponte mobile de la Recouvrance, (costruito nel 1954) che è diventato un simbolo della nuova Brest. Si tratta di uno dei più grandi d ' Europa e si alza per far passare le navi sull'estuario del fiume Penfeld.
Altro luogo interessante è il museo de Beax Arts, soprattutto per la sua collezione di quadri francesi dell'800 e numerose opere della scuola di Pont-Aven. E' stato emozionante rivedere, dipinti nei quadri, i luoghi che abbiamo visitato in questi giorni. Vorremmo andare anche a Oceanopolis: un centro dedicato al mare con grandi acquari, ma all'ingresso troviamo una lunga fila così lasciamo perdere.

Venerdì 27 luglio Brest - Conservatoire botanique national
Nel pomeriggio andiamo a visitare il Conservatoire botanique national. Un centro botanico creato per proteggere piante in via d'estinzione, provenienti da ogni parte del mondo, che sono conservate in grandi serre. Il conservatorio è posto all'interno di un parco molto grande che si snoda con sentieri lungo un corso d'acqua.
Passeggiamo a lungo in questo luogo tranquillo, ammirando le varie piante che ci si presentano.
La sera andiamo a mangiare a “la Maison de l'Océan”, un ristorante piuttosto elegante nella zona del porto. Ci regaliamo cena a base di ostriche e pesce, ottima anche nel prezzo.

Sabato 28 luglio - Si torna a casa
E' arrivata l'ora di partire. In questi giorni abbiamo esplorato il Finisterre in ogni direzione. Approfittando anche del fatto che in Bretagna le autostrade sono gratuite e i carburanti costano decisamente meno che in Italia, abbiamo, percorso quasi 2000 km. Eppure, guardando sulla carta ci accorgiamo che ci sono ancora luoghi da visitare, senza considerare il resto della Bretagna.
Vuol dire che torneremo, ben volentieri, in questa terra che ci ha emozionato, rilassato, sorpreso, rigenerato, divertito, e soprattutto, non ci ha mai deluso.
Au revoir Bretagne à bientôt, anzi, come dicono nella lingua locale, Kenavo.

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