Il territorio dei piccoli incanti

Una sfilata di meraviglie a cavallo tra Marche e Umbria!

“Il territorio dei piccoli incanti” è l’azzeccatissimo sottotitolo di un depliant turistico sul Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questa definizione mi ha immediatamente colpito. Perfettamente calzante a descrivere le mie sensazioni visitando questi luoghi. Piccoli Incanti; “piccoli” in quanto mai saliti al pari delle celebrate località umbre e toscane; “incanti” perchè... di ciò si può sicuramente parlare, innanzi ad una pieve solitaria, ad un borgo arroccato su un cocuzzolo o alle pennellate di colore con cui madre natura qui ha ricoperto colli e valli.
Nella settimana della nostra permanenza (12 - 19 agosto) il tempo non è stato molto clemente; qualche volta ha piovuto, qualche volta lo ha solo minacciato, e questa instabilità non ha certo favorito l’idea di programmare delle passeggiate su sentieri di montagna. Di conseguenza abbiamo impostato la vacanza privilegiando gli spostamenti in automobile, visitando molti più luoghi rispetto a quelli che s’immaginava, a discapito però delle escursioni a piedi. E’ andata, comunque, bene così.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato istituito nel 1993, si estende su 70.000 ettari, nelle regioni delle Marche e Umbria, interessando le province di Ascoli Piceno, Macerata e Perugia.
Le sorgenti abbondano, ed è facile vedere limpidi ruscelli che costeggiano strade e sentieri. I paesaggi sono ovunque incantevoli, a volte decisamente “montani”, in prossimità delle vette più alte, dolci e verdeggianti, alternando prati e boschetti, nelle zone meno alte. In ogni variante paesaggistica, il comune denominatore è la grazia; che accompagna l’occhio ovunque, in questo bel lembo d’Italia.IL VERSANTE MACERATESE
SARNANO (539 m.). E’ stata una delle più grosse sorprese della nostra vacanza. Il centro storico, pressochè intatto e curatissimo, è un piccolo gioiello medievale. E la stupenda Piazza Alta ne è il cammeo a suggello. Vi si affacciano la bella chiesa di S. Maria con la tipica torre campanaria ed il mirabile portale gotico, il palazzo del Podestà, il palazzo dei Priori, il palazzo del Popolo e la torre civica. Da qui in cima si sciolgono le strette viuzze delimitate dagli antichi palazzi di mattoni rossi che, formando semicerchi concentrici scendono fino alla parte bassa del borgo, avvolta dalla cinta muraria. Passeggiando per i vicoli, l’attenzione è rapita ora da una chiesa, incastonata tra gli antichi edifici, poi dai fiori, manciate di colore che punteggiano le mura e le soglie delle case, o dagli improvvisi scorci che lasciano intravedere una tortuosa scalinata, un’antica porta di legno o una vecchia fioriera in ferro battuto.
Poco fuori il centro storico, si trovano le Terme, il complesso ha sede in edifici un po’ datati ma perfettamente tenuti. All’interno la struttura ospita un anche piacevole parco. Il centro termale è famoso per le acque oligominerali, ferrose, per i fanghi e per le cure inalatorie.
Lungo la strada che da Sarnano porta a SASSOTETTO, una deviazione sulla sinistra conduce all’ABBADIA DI PIOBBICO. Tanto semplice, quanto bella. Davanti, un verdeggiante prato e l’interno, completamente in pietra, affrescato con interessanti opere di un anomimo del XIV secolo, chiamato il Maestro di Piobbico.
Continuando la strada che si inerpica verso Sassotetto, piccola località sciistica attrezzata con impianti di risalita, s’incontrano un paio di strutture che oltre alla funzione di alberghi/bar/ristoranti, offrono la possibilità di escursioni a cavallo.
BOLOGNOLA, con i suoi 1090 metri, è il comune più alto delle Marche, intorno al quale alcune tra le più imponenti cime dei Sibillini fanno da corona. Boschi di faggi ed aceri coprono, a tratti, i pendii dei monti creando assieme al verde più tenue dei pascoli e ad il grigio chiaro delle vette, un bell’effetto policromo. Il centro abitato è davvero minuscolo; la piazza, la chiesa, un albergo, un ristorante e due bar. Ed una manciata di case in pietra lungo l’unica via che, oltre alla statale, attraversa il paese. E’ però in posizione molto strategica, a 5 km dalla piste di sci di Sassotetto e a 11 da Fiastra. Da qui partono alcune tra le più belle passeggiate della zona, tre delle quali (Fonte dell’Aquila, Cascate dell’Acquacheta, Sentiero Maddalena) iniziano proprio dal paese. Altre 3-4 sono distanti pochi minuti di automobile. Tutti i sentieri citati sono percorribili dalle 3 alle 7 ore a/r, con dislivelli non impossibili.
FIASTRA (750 m.) non ha un centro storico vero e proprio, ma resta comunque un abitato piacevole, sovrastato dai ruderi del castello Malagotti, nella cui stessa area sorge anche la deliziosa abbazia romanica di S. Paolo Apostolo (del 1231). Da qui si gode una stupenda vista sul lago di Fiastra. Il colpo d’occhio è veramente notevole, complice il sole che facendo capolino, ha rivelato le calde e cangianti tonalità pastello delle acque del lago.
Scendendo, tra il centro di Fiastra e la frazione di S. Lorenzo, s’incontra una deviazione dove la strada scende decisamente e per un buon tratto costeggia il bacino. La strada porta alle passeggiate escursionistiche Lame Rosse e Grotte dei Frati. Questo percorso regala vedute stupende, fino ad arrivare al culmine, cioè uno spiazzo con tanto di parapetto; un vero e proprio balcone con vista lago e Sibillini.
Ancora più avanti, in località POGGIO DI FIASTRA, incrociamo un’altra piccola, incantevole pieve romanica, S. MARIA DELL’ASSUNTA. Sembra di stare in un quadretto. La chiesetta, a pochi metri una casetta anch’essa in pietra, fiori tutt’intorno, sullo sfondo il monte verdeggiante e uno spicchio di lago. Sembra uno di quei paesaggi ideali, la tipica iconografia “da poster” per cui ci si chiede: “Ma dove si troverà mai questo luogo”?
S. LORENZO AL LAGO è una frazione a due chilometri da Fiastra, e, come quest’ultima, trasmette una sensazione estremamente gradevole, pur non avendo chissacché. E’ viva, simpatica, pulita, ordinata, con giardinetti, alberelli e fiori. Qui, affacciato sul lago, si trova un camping molto frequentato. E vicinissimo ad esso parte una passeggiata naturalistica che costeggia il lago, che ci hanno detto essere molto bella. Inutile precisare la possibilità di pesca e di balnezione nelle strette ma frequenti spiaggette bagnate dalle limpide acque di questo incantevole bacino.
VISSO (610 m.) è forse il centro più nominato del parco, senza dubbio il più frequentato turisticamente, da romani in particolar modo. Sarà per questo, ma l’atmosfera che si respira in questo piccolo centro è sostanzialmente diversa dagli altri visitati. Essendo molto affollato di villeggianti, è anche molto... ”modaiolo”, con i suoi bar affollatissimi nell’orario dell’aperitivo o del gelato pomeridiano. La gradevole piazza dei Martiri Vissani è il fulcro di questo viavai di gente, dove fanno da cornice oltre alle graziose palazzine di origini nobiliari, la Chiesa (sconsacrata) di S. Agostino del XIV secolo ora sede di mostre ed esposizioni (la cui facciata di pietra bianca con rosone e tetto a punta è simbolo di Visso e di tutta la zona), e la collegiata di S. Maria (sec. XII - XIV) dal pregevole campanile e dalle interessanti opere racchiuse al suo interno (parzialmente in fase di restauro). Via via che ci si allontana dalla piazza, le arterie che segnano il centro storico, sono delimitate da case di pietra bianca, così diverse da quelle rosse di Sarnano.
S. GINESIO. È una cittadina di antiche origini, ricchissima di storia e di tradizioni ed il centro storico conserva numerose testimonianze del suo passato. Entrando nel paese da Porta Picena, s’incontra prima un bel parco e subito dopo la quasi intatta cinta muraria, ove in alcuni punti sono ancora presenti le feritoie dalle quali agivano gli arcieri. A poche decine di metri il mirabile Ospedale di S. Paolo o dei Pellegrini, XII secolo, interessantissima costruzione a doppio loggiato sovrapposto, sorta per accogliere i pellegrini diretti a Roma. Dello stesso periodo si può visitare la chiesa con annesso convento di S. Agostino. E’ invece chiusa per restauro l’antica chiesa di S.Francesco, eretta nell’ XI secolo dall’ordine monastico dei Cistercensi, che custodisce tra l’altro un dipinto di Gentile da Fabriano. Ma il punto di forza è la bellissima piazza sulla quale s’affaccia, imponente, la Collegiata del XI secolo. Nel centro della piazza spicca il monumento ad Alberico Gentili (illustre giurista del ‘500 che qui ebbe i suoi natali), e su un lato la leggera ed armoniosa facciata quattrocentesca del teatro intitolato a Giacomo Leopardi. Ed infine, da segnalare, in cima al paese, alcuni punti panoramici, dai quali si godono stupende viste sui Sibillini, in virtù delle quali S. Ginesio è appunto chiamato “balcone dei Sibillini”.
A circa metà strada tra Sarnano e S. Ginesio, una deviazione porta, dopo pochi chilometri, al convento di S. LIBERATO, edificato dai signori di Brunforte nel 1276. Nonostante la struttura sia abbondantemente restaurata, merita una sosta, se non altro in quanto è posta all’inizio di una strada che, proseguendo, regala stupende vedute. Si incontrano fontanili di fresca acqua cristallina, dai quali è possibile dissetarsi. Si intravedono sentieri appena accennati, che si addentrano nella vegetazione. Una volta giunti al campo di volo per parapendio (grazie all’attenta segnaletica presente), ci si trova innanzi ad uno spettacolare pianoro. In fondo il fianco della montagna, poco prima un boschetto e di lato la parete dalla quale si effettuano i lanci con parapendio. Il panorama sulle vallate sottostanti è incantevole, in pratica si vede tutto ciò che, su quel versante, si trova sotto ai Sibillini.
Riprendendo la strada che sale ancora più su, fino ad arrivare al bivio che porta a Bolognola da un lato, a Sarnano dall’altro, si ha modo di incantarsi innanzi a panorami mozzafiato, a tratti la pietra dei monti, a tratti zone di pascolo e boschi d’abeti.
CALDAROLA è famosa per il suo castello. Peccato che sia in restauro e quindi chiuso alle visite. Dall’esterno si può ammirare comunque la sua massiccia ma elegante struttura.
PIEVEFAVERA è un piccolissimo borgo in pietra, poche decine di case raccolte all’interno dalla cinta muraria. I vicoletti si girano a piedi in 10 minuti. Molti ingressi sono abbelliti con fiori e vediamo vecchi placidamente seduti fuori casa che, vedendoci passare, ci sorridono e ci salutano.
Ad una decina di km di distanza da Visso, direzione Fiastra, sorge il santuario di MACERETO. Si tratta di edificio dalle linee bramantesche, situato in una suggestiva posizione tra pascoli e boschetti di abeti. Il santuario si trova all’interno di un vasto cortile delimitato da un loggiato e da una struttura adibita a foresteria. Il giorno in cui ci siamo stati (16 agosto) era affollatissimo di persone dedite al classico pic-nic fuori porta, nel vasto prato che circonda il santuario.
AMANDOLA è forse il più anonimo dei centri visitati, anche se pure in questi dintorni, i paesaggi non sono affatto male.

IL VERSANTE PICENO
MONTEFORTINO (640 m). Piccolo centro ma che merita un’accurata visita del piccolo ma graziosissimo centro storico. Racchiuse dalle antiche mura, un reticolo di viuzze lastricate in pietra, case e l’interessante chiesa quattrocentesca di S. Francesco, dalla singolare architettura. Altre antiche chiese spuntano qua e là dal centro storico, che ripeto, vale assolutamente una visita.
MONTEMONACO (1000 m). Il centro storico non è al pari di Montefortino, ma anche qui i panorami che si possono godere nei dintorni sono davvero degni di nota.
MONTEGALLO (880 m). Piccolissimo, è sicuramente uno dei più “montani” tra i paesi visitati. Anche se davvero minuscolo, è dotato di parco giochi per bambini e di una piscina pubblica. Se passate da queste parti, sappiate che alla Trattoria “Lo Spuntino” si mangia davvero bene!

IL VERSANTE PERUGINO
Lasciata la SP86, la Provinciale 477 che porta a CASTELLUCCIO DI NORCIA passando per FORCA DI PRESTA, è senz’altro una tra le strade che regalano i più bei panorami. Gira attorno ad una massicciata, per poi sfociare alla vasta, famosa piana di Castelluccio (1400 m). Naturalmente il periodo non è quello tanto decantato della fioritura delle lenticchie, ma senza dubbio la vasta area pianeggiante che si estende innanzi a noi, dopo i tornanti montani.... beh, fa il suo effetto. E non è difficile immaginare la zona nel pieno della fioritura. Al di là di questo, il paese di Castelluccio è brutto e gli abitanti (o forse, diciamo meglio, gli esercenti dei pochi esercizi commerciali) scortesi al limite della maleducazione.
NORCIA è... la sua piazza principale. Imperdibile. Racchiude tutto quanto non può non essere visitato. Nel mezzo troneggia la statua di S. Benedetto, volta verso la stupenda facciata della Basilica trecentesca a lui dedicata. A destra dell’edificio spicca la rinascimentale Loggia dei Mercanti e a sinistra si erge il Palazzo Comunale. Nell’altro semicerchio della piazza, troviamo la severa architettura della Castellina, fortezza fatta edificare da Paolo III, e di lato la cattedrale di S. Maria Argentea. Naturalmente, come Montalcino sta al vino e Pienza al formaggio, Norcia sta ai salumi! Mi riferisco all’elevato numero di botteghe piccole e grandi (norcinerie!) che vendono prosciutti e salami. Del resto tradizione vuole che proprio qui sia stato per la prima volta praticato questo metodo per la conserva delle carni.
Lungo la strada in direzione Visso, meritano una sosta i resti di rocche e torri di guardia che spesso spuntano dalla vegetazione e, specialmente, le pievi romaniche tra cui di grande interesse quella della Madonna Bianca di ANCARANO. Lungo questa stesso percorso, si intravede poco più in alto il borgo medievale di PRECI. Piccolo e incantevole.Essendo anche un rinomato centro di cure termali, a Sarnano si trova un discreto numero di strutture alberghiere. Anche gli agriturismi non sono rari, nella zona. Noi abbiamo soggiornato presso l’Agriturismo Antara, a Sarnano, in località Bocca di cane. Ospiti da quell’eccezionale signora Irene, con la quale già dal primo giorno, si è creato... uno speciale rapporto di stima e simpatia. 46 € al giorno a persona in trattamento di mezza pensione. Si tratta di una casa padronale del ‘700 ristrutturata, completamente immersa nella campagna, a 5 minuti di auto da Sarnano.Visto che l’inclemenza del tempo ci ha impedito (ahimé) di lanciarci in impegnative escursioni rifocillandoci con il classico panino al seguito, ci siamo visti costretti, verso l’ora di pranzo, ad indugiare presso trattorie & affini, uscendone, poi, non senza una certa soddisfazione ;-).
Si mangia proprio bene, da queste parti, e a prezzi tutto sommato contenuti. Formaggi & salumi ottimi, pasta all’uovo ai funghi, tartufo, cinghiale, carne alla brace e, non dimentichiamo trote & gamberi, pescati o allevati nelle limpide acque del Nera. Il tutto innaffiato dai dignitosissimi vini della zona. Ho conosciuto per la prima volta il vin cotto; vino “da meditazione” moooooolto simile al vin santo toscano, mooooolto interessante; e il ciauscolo, salame tenerissimo di pasta fina spalmabile sul pane. Che buono!
Cito di seguito i locali dove abbiamo pranzato con soddisfazione;
- Ristorante “Il Bucaneve”, a Bolognola.
- Rifugio “Tribbio”, a Fiastra.
- Agriturismo “Il Casolare”, contrada Vallimestre a S. Ginesio.
- Trattoria “Lo Spuntino”, a Montegallo
Mi chiederete: “Ma sempre tutto bene? Nessuna fregatura?” Rispondo: “Due purtroppo, per l’esattezza, una a Visso, una a S. Ginesio”. Se capitate da quelle parti, fatemelo sapere così vi dico anche dove NON andare, intesi? ;-)

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