Dal momento che, anche se l’altitudine non è da capogiro, si è in montagna, è consigliato, anche d’estate, indossare o portare con sè un maglione (almeno uno di cotone) o tenere una felpa nello zaino.
Indossate un paio di calzoni comodi e degli scarponcini da trekking o scarpe da ginnastica.Alle ore 9:00 del 18/09/04 siamo partiti da Brescia; il cielo non prometteva niente di buono, ma abbiamo deciso di partire comunque, affidandoci alle notizie incoraggianti delle previsioni del tempo.
L’aria era frizzante ma, per noi che eravamo in moto, diventava piuttosto fresca.
Lungo la strada non abbiamo trovato traffico, anche se era sabato, ormai tutti avevano ripreso a lavorare e l’inizio dell’anno scolastico ha scoraggiato la partenza delle famiglie.
Dopo esserci fermati lungo la strada a Storo, paesino di montagna dove si produce la famosa “farina di Storo” con la quale si fanno dolci e polenta (famosa perché è l’unica farina di mais ricavata da pannocchie rosse) per comprare panini e bibite per il pranzo, verso le 12:00 siamo arrivati al vivaio della Forestale da dove comincia il sentiero sterrato che porta fino al lago.
Lasciata la moto in una piazzola lungo la strada e messi gli zaini in spalla, ci siamo avviati lungo il sentiero. Chiamarlo sentiero è certamente riduttivo dal momento che è una strada percorribile anche in macchina; ci aspettavano 4 Km di camminata per 300 metri di dislivello: niente di impressionante ma alla fine della giornata li si sentiva nelle gambe!
Il tempo era cambiato, il cielo era limpidissimo e il sole splendeva. Non era un percorso dei più difficili ma, fuori allenamento e con lo zaino sulle spalle la salita si faceva comunque sentire.
Lungo la strada abbiamo incontrato cespugli di bacche rosse, funghi, fiori di tutti i colori e un fitto bosco di conifere popolato da ghiri, scoiattoli e uccelli di molte specie diverse.
Attraverso le altissime piante si potevano scorgere le pendici e le macchie bianche delle nevi perenni delle cime delle Dolomiti di Brenta.
La strada, anche se bellissima e decisamente agevole, sembrava non finire mai e solo dopo due ore e 30 minuti di tornanti, sassi, e salita siamo arrivati… in un posto davvero stupendo!
Improvvisamente davanti a noi, alle spalle della vecchia Malga Valagola, si è aperta una meravigliosa piana, una distesa di prato verde punteggiata di crochi bianchi, circondata da verdi abeti e strette valli. Non molto lontano, si scorgeva il lago: verde smeraldo e popolato da pesci e piante acquatiche.
A questo punto una fermata per contemplare il paesaggio (e riprendere fiato!) era d’obbligo. Non c’era nessuna persona e nessun rumore, non si sentiva neanche un filo di vento e il lago era calmissimo... una pace che ripagava di ogni fatica fatta per salire!
Dopo alcuni minuti abbiamo deciso di proseguire verso la riva. Erano ormai le 14:30 e la fame si faceva sentire. Dopo aver trovato un posto comodo dove fermarci per mangiare, ci siamo riposati per un’oretta comodamente seduti su poltrone naturali “foderate” d’erba.
Speravamo che il tempo non passasse mai, ma in un l’orologio già segnava le 17 ed era ormai tempo di rimettersi in cammino.
Per completare la nostra gita, abbiamo deciso di percorrere il sentiero circumlacuale che in alcuni tratti si avvicinava molto alle tranquille acque del lago ed in altri, invece, si spingeva all’interno del bosco che circonda lo specchio d’acqua.
Lo spettacolo era bellissimo, sembrava di essere in un quadro:
… il pino grande con il suo piccoletto ai piedi…
… l’acqua del lago e l’infinita distesa d’erba…
… gli abeti, le falde dei monti circostanti e le cime delle vicine Dolomiti si specchiavano nelle acque calme del lago e sulle lenti dei nostri occhiali da sole si rifletteva il paesaggio come in una fotografia…
…
Giunti sulla strada di ritorno ci siamo girati ancora una volta ad ammirare, per pochi attimi, quella stupenda natura.
La sera arriva presto in montagna; cominciavamo a sentire la stanchezza e la voglia di tornare a casa e di riposarci non mancava, anche se, la giornata era stata davvero impagabile.Lungo il percorso non ci sono malghe o trattorie dove potersi fermare a mangiare; l’unica malga è la “Malga Valagola” edificio nuovo e apparentemente attrezzato (“apparentemente” dal momento che era chiusa durante la nostra visita!) che sorge davanti ad una vecchia e “vera” malga usata ormai come deposito per attrezzi e macchine agricole.
E’ preferibile, quindi, organizzarsi per un pranzo al sacco.Non lontano da Brescia a sole due ore di macchina, in Trentino Alto Adige, nella Val D’ Agola, si trova il lago di Valagola.
Per arrivare al lago basta percorrere la strada statale che porta a Madonna di Campiglio; arrivati a Pinzolo, si prosegue oltre Carisolo e, superato l'abitato del paese di Sant’ Antonio di Mavignola, si seguono le indicazioni sulla destra per il lago, fino ad arrivare al vivaio della Forestale, dove è possibile lasciare la propria macchina.
Da qui comincia la camminata.
itinerario bellissimo! c'è pure la possibilità di farlo in bici. se volete informazioni o itinerari andate su trentinotour .it una vera fonte di ispirazione per fare sport in trentino. io lo uso spessissimo e i percorsi sono sempre affidabili. ciao e bravi
Bè il Trentino Alto Adige è una delle regioni più belle d'Italia se non la più bella in assoluto...dunque è normale che si facciano bei viaggi giusto?