Innanzitutto la presentazione: siamo Lorenzo e Rossella, 31 e 34 anni rispettivamente, una coppia di Trieste, sposati da quasi 5 anni.Tutto inizia verso la metà di marzo. Dopo aver diligentemente compilato il nostro piano ferie, veniamo a sapere che nel mese di agosto non potrò assolutamente assentarmi dall’ufficio. In cambio, se voglio, posso andare in ferie ad aprile. In quattro e quattr’otto tentiamo di organizzare qualcosa di carino. Perché non pensare all’Egitto? Un nostro vecchio sogno già dai tempi del viaggio di nozze (a suo tempo sconsigliatoci perché troppo faticoso… in effetti…!). Corriamo in agenzia ed ecco un bel tour Crociera sul Nilo + Cairo dell’Alpitour. Offerta vantaggiosa 1170 € a testa + varie tasse. Ma sì dai… perché no? Corro in agenzia per prenotare ma ecco la sgradita sorpresa: si sono sbagliati, l’offerta è valida solo per la partenza dell’11 aprile. Per quella del 4 il prezzo è di 1290 € + tasse, per un prezzo finito di 1500 € a testa .Un po’ troppo, c’è qualche altra possibilità? Ecco spuntare i Viaggi del Turchese. Partenza 4 aprile da Bologna, prezzo base 856 €, prezzo finale (compresa assicurazione per eventuale rinuncia) 1024 €. In due praticamente 1000 € di risparmio. L’agenzia ci dice che l’offerta è valida, ovviamente la qualità di motonave ed hotel sarà più bassa, come l’assistenza in loco, ma confrontando i programmi capiamo che praticamente sono identici. Visto che a noi interessa visitare l’Egitto e non goderci motonave ed hotel decidiamo di tentare. Mai scelta è stata più azzeccata. L’organizzazione del viaggio è stata praticamente perfetta, motonave ed hotel sono stati più che dignitosi, il gruppo divertentissimo e giovane (probabilmente perché per i giovani il fattore prezzo è importante se non fondamentale) ed una guida locale indimenticabile.Ecco un breve diario di bordo di questo viaggio che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Perdonatemi fin d’ora eventuali errori, sviste o dimenticanze.
Lunedì 4 aprile 2005
Sveglia ore 3.15. Partenza ore 4.00 da Trieste. Vicino San Donà di Piave l’autostrada è chiusa a causa di un incidente. Dobbiamo proseguire per la statale. Siamo immersi nella nebbia, procediamo a 60 all’ora, riusciremo ad arrivare a Bologna in tempo? Per fortuna vicino Mestre la nebbia inizia a diradarsi e si può rientrare in autostrada.
Viaggio tranquillo ed arrivo in aeroporto con largo anticipo (7.15). Parcheggiamo al parcheggio P3. Ci sono 6 gradi, non vediamo l’ora di andare al caldo! In aeroporto troviamo facilmente il banco dei Viaggi del Turchese che ci consegna i biglietti di volo ed il ticket per avere il parcheggio agevolato. Caffettino + brioche e pronti per il check-in. Le valigie sono piene ma non superano i 15 kg di franchigia consentiti. Imbarco e partenza puntuali. Il volo con un Airbus 320 della Air Memphis è tranquillo e l’assistenza a bordo cordiale. Il pranzo non è propriamente indimenticabile (soprattutto la pasta!) ma quando si è in vacanza va bene tutto. Buoni i dolcetti ed anche il caffè è bevibile. Alla fine passa addirittura un vassoio con la frutta.
Atterraggio perfetto ed applauso liberatorio. Siamo a Luxor, l’antica capitale Tebe. A terra ci sono 26 gradi, che libidine. Entriamo in aeroporto, che confusione indescrivibile! Dobbiamo fare la fila per avere il visto ma non è così semplice. E pensare che con due transenne ed un paio di indicazioni tutto era risolto. Ma tant’è… Andiamo a ritirare i bagagli. Tutto in ordine ma due persone hanno avuto la valigia aperta (senza che fosse stato rubato nulla).
L’organizzazione del Turchese è impeccabile. Ci dirigono verso il nostro Bus dove carichiamo le valigie. A bordo quasi tutti sono giovani (chissà, forse il Turchese ha diviso le persone tra i vari bus a seconda dell’età… se è così complimenti, ottima scelta). Alla fine sale a bordo la nostra guida. Si chiama Mo’men. Moment?? No, MO’MEN. Fin da subito si rivela simpaticissimo. Ha studiato a Perugia. Inoltre c’è Jessica dei Viaggi del Turchese, anche lei molto simpatica. 15 minuti di bus e siamo sulla motonave, la Nile Crown. Sembra carina, ci aspettavamo decisamente di peggio! I bagagli sono già in camera. Karkadè di benvenuto e riposino in cabina. Un po’ di sole sul ponte vicino alla piscina e prime chiacchiere con i compagni di viaggio. Conosciamo subito Alessandro e Angela, due milanesi troppo simpatici (lui è incredibilmente esuberante, chiama tutti Ginoooooo!). Facciamo subito amicizia. Sul Nilo passano le feluche, tutti salutano.
Ore 18.30 briefing: spiegazione delle varie visite e delle diverse escursioni facoltative (luci e suoni alle Piramidi 25 €, villaggio nubiano 25 €, Cairo by night 25 €, Cairo copto 15 €, pacchetto complessivo di tutte le escursioni 80 €). Decidiamo immediatamente di prenotare tutte le escursioni. Saremo stanchi, massacrati, ma quando mai torneremo in Egitto? E poi 80 € non cambiano la vita. Sarebbe peggio tornare a casa e pentirsi di non aver goduto a pieno la vacanza. Con le stesse motivazioni convinciamo anche Sandro ed Angela che inizialmente non sono convintissimi (ma poi si ricrederanno!).
Ci dicono subito che il mercoledì sera ci sarà la serata egiziana e che dovremo vestirci in maschera. Approfittiamo subito e compriamo i vestiti nel negozietto che c’è sulla motonave (una tunica bianca per me con soprabito bianco e turbante bianco per 7 €, Rossella un vestito blu con teste di faraoni in strass più un copricapo blu di perline per 9 €). Rossella corre subito all’oreficeria che è a bordo. Già prima di partire aveva deciso che voleva a tutti i costi fare alcuni acquisti, anche perché ci hanno detto che l’oro conviene (come effettivamente credo sia). Compriamo quindi un ciondolo in oro a forma di cartiglio con il nome di Rossella in geroglifico (80 € con la lavorazione) ed un ciondolo in oro a forma di testa di Tutankamon per la mia nipotina Ilaria di 8 anni (40 €). Compriamo un paio di bottiglie d’acqua (è meglio evitare di bere quella del rubinetto!). Ore 20 tutti a cena a buffet, pasta, verdure, riso, dolcetti, decisamente niente male. I compagni di tavolo si rivelano immediatamente divertenti soprattutto Mirko! Ore 21 in camera e poco dopo a nanna.
Martedì 5 aprile 2005
Sveglia ore 4.30, colazione (buffet enorme con tante cose buone) e sosta in oreficeria. Rossella vuole anche il bracciale in caucciù con il cartiglio in oro (90 €). D’altronde li merita, dai. Il negoziante, felice, ci regala un ciondolo in argento a forma di Occhio di Horus (simbolo della salute e della guarigione) e due ciondoli sempre in argento a forma di scarabeo (che sia partito per le vacanze con i soldi che gli abbiamo lasciato?).
Partenza 5.30. In bus andiamo sulla sponda opposta del Nilo. Sosta ai colossi di Memnon per le foto di rito e siamo subito al tempio della regina Hatshepsut, moglie del Faraone Thutmosi II. Scendiamo dal bus ed ecco l’urlo indimenticabile di Mo’men che ci accompagnerà per tutta la vacanza “All’arrembaggio!”. Il primo pezzo lo facciamo con un trenino. Ma già da lontano si vede l’imponenza del tempio, costruito sotto una montagna che sembra quasi una delle tre cime di Lavaredo. Fa ancora freddino. Mo’men inizia con le sue spiegazioni, sempre precise ed esaurienti ma mai noiose. Bellissimi alcuni affreschi.
Ed ecco il secondo famosissimo urlo di Mo’men: “Adunata”. In bus verso la Valle dei Re. Vietato filmare e fotografare. Anche qui il primo pezzo è fatto con un trenino. Agli angoli i militari pullulano, ognuno con il suo bel mitra ed alcuni protetti da barriere antiproiettile. Ma onestamente non ci preoccupiamo e dopo poco non notiamo neppure più la loro presenza. Visitiamo tre tombe, se non sbaglio quelle di Ramsete IX, di Ramsete V e di Ramsete VI (ma potrei tranquillamente cannare!). Spettacolari e particolarmente ben conservate. Sono le 9.30 ed il sole inizia già a picchiare. E’ difficile tenere gli occhi aperti senza gli occhiali da sole. In bus verso la Valle delle Regine che ospita le tombe delle Regine e dei Principi deceduti in tenera età. La tomba di Nefertari è chiusa, visitiamo quindi la tomba del Principe Pra-Her-Umenef (figlio di Ramsete II), una delle meglio conservate in quanto situata su una collinetta.
Nel frattempo un ragazzo vuole venderci la classica fisarmonica di cartoline. Prezzo iniziale 25 € per 25 cartoline. Dopo una lunga ma divertente trattativa le compro tutte e 25 per 3 €. Chissà perché sono convinto che mi abbia fregato comunque.
Risaliamo in bus fino alle sponde del Nilo. Mentre il bus raggiunge l’altra sponda utilizzando un ponte, noi utilizziamo una barca a motore. Siamo ai piedi del tempio di Luxor. Distribuiamo le prime caramelle e penne ai bambini. Ore 11, si bolle. Nel tempio si può filmare e fotografare. Veramente impressionante. E’ presente un obelisco fatto erigere da Ramses II (l’altro è situato nella Place della Concorde a Parigi). Ai lati della porta di ingresso due statue raffiguranti Ramses II seduto sul trono. Un lungo viale di sfingi a testa di ariete lo collega al tempio di Karnak.
A piedi raggiungiamo il vicino Tempio di Karnak, il più grande d’Egitto. La temperatura oscilla intorno ai 40° ma l’aria è secca ed all’ombra si sta davvero bene. Anche questo tempio è davvero imponente. La gente pullula in ogni dove. Il tempio è ricco di gigantesche colonne ancora recanti tracce di colore e da splendide statue di granito rosa. Poiché tutti i faraoni vollero ingrandire ed abbellire i templi, talvolta distruggendo e riutilizzando strutture precedenti, l’architettura dell’edificio risulta alquanto complessa. Essa comprende quattro cortili, dieci piloni, un lago sacro e numerosi altri edifici. Oltrepassato il secondo pilone, si penetra nella parte più impressionante con le sue 134 enormi colonne alte più di 20 m. E’ visibile inoltre uno dei due obelischi in granito rosa eretti dalla Regina Hatshepsut. Abbiamo 30 minuti di tempo libero. Approfittiamo per riposare un attimo all’ombra, bere qualcosa ed osservare delle simpatiche lucertole giganti che passeggiano nel piazzale.
Ore 13 ritrovo (anzi Adunataaaaa!). In bus. Alle 13.30 incontro con la scorta armata che ci accompagna fino ad Esna (dove ci aspetta la nostra motonave che nel frattempo ha navigato fin lì per guadagnare tempo e mettersi in coda per passare la chiusa). Arrivo alle 14.30. La nostra motonave è attraccata di punta e per salire a bordo bisogna scendere una collinetta sabbiosa in mezzo a fabbri e carpentieri, aiutati dal personale per evitare di cadere nel Nilo. Beh, anche queste sono esperienze divertenti anche se non tutti i nostri compagni di viaggio sfoderano lo stesso spirito di adattamento.
Pranzo veloce e subito sul ponte per prendere un po’ di sole. Facciamo amicizia con Roberto ed Emanuela, due simpaticissimi genovesi e genoani. Ci godiamo il sole africano stando attendi a non scottarci. Soffia un discreto venticello. Tuffo rigenerante in piscina (ghiacciatissima) e alle 16.30 tè con i biscottini. In camera per una doccia e alle 19.30 al bar per la presentazione del personale di bordo con cocktail. Alle 20 la cena e alle 21.30 io, Alessandro e Roberto siamo accalappiati per organizzare uno spettacolino di cabaret. Le scenette si intitolano “La pipì nel mondo”. Io faccio la parte del tedesco (d’altronde lo sembro proprio), Roberto quella dell’Eschimese e del Francese gay (particolarmente bravo… chissà Roberto, sto scherzando!) e Alessandro quella dell’Indiano. Riscuotiamo un successo incoraggiante. Lo spettacolo termina con uno sketch in cui Jessica e Roberto (il simpaticissimo animatore della nave) coinvolgono tutti i partecipanti in un entusiasmante presepe vivente (nota di merito a Roberto nei panni del bambinello con parrucca ed al grandissimo Arcangelo Gabriele). Alle 22.30 a nanna, nonostante il casino fatto dai viaggiatori spagnoli (che ci perseguiteranno in tutto l’Egitto… ma quanti sono ‘sti spagnoli?).
Mercoledì 6 aprile 2005
Sveglia alle 6.30, colazione e partenza prevista alle 7.30. La motonave nella notte ha superato la chiusa di Esna ed ha raggiunto Edfu.In realtà scendiamo dopo le 8 a causa di un problema alla passerella di una nave vicina (le navi sono attraccate una a fianco dell’altra quindi per scendere e salire a bordo occorre passare attraverso più di una motonave). Sbarchiamo e subito siamo attorniati da venditori che mettendoci delle sciarpe al collo ci dicono il loro nome strappandoci una promessa: quando torniamo dobbiamo a tutti i costi visitare il loro mercatino poco distante. In bus per 15 minuti di slalom tra le carrozzelle trainate da cavalli (che non vedono di buon occhio i pullman) ed arriviamo al tempio di Horus, secondo per maestosità solo al tempio di Karnak. E’ il tempio meglio conservato in Egitto con una splendida facciata simmetrica di cui una parte è perfettamente martellata (Mo’men ci spiega che lo “sfregio” è stato fatto con cura da un artista; all’epoca era infatti un modo per indicare che la religiosità era mutata). Anche qui c’è tantissima gente. Dopo la spiegazione abbiamo 40 minuti di tempo libero per le foto. C’è la fila per fare la foto davanti alle due statue di granito nero raffiguranti un falcone. Litigo con un ragazzo spagnolo un po’ troppo esuberante per i miei gusti ma non arriviamo alle mani (anche se per poco). Corriamo al bazar vicino. Tutti ci chiamano e ci offrono qualcosa, ma mai con l’insistenza trovata a suo tempo in Marocco. Compriamo un cappellino per Rossella (da 35 a 3 €) ed un paio di occhiali Oakley taroccati (da 30 a 4 € - bellissimi, peccato che dureranno meno di una giornata prima di rompersi!).
Ritrovo ore 10.30 e tutti in bus. Davanti la motonave ci aspetta il nostro amico a cui avevamo promesso una visitina nel suo bazar. In realtà siamo stanchi e gli diamo 1 euro senza seguirlo. A bordo limonata ed asciugamani rinfrescanti. Corsa ai lettini sul ponte.
Intanto la nave parte. Sul ponte lo spettacolo è fantastico: il Nilo con le sue palme verdi e dopo poche centinaia di metri subito il deserto, le case in pietra, le mucche… indimenticabile. Le altre motonavi che incrociamo ci salutano. Fa caldissimo e ci rinfreschiamo in piscina. Ketty, l’altra simpaticissima animatrice della nave, organizza una seduta di Aquagym a cui rinunciamo volentieri. Distesi sul nostro bel lettino ci beviamo un karkadè ed un cocktail alla frutta (rigorosamente senza ghiaccio). In camera per prepararci per il pranzo (alle 13).
Alle 14 ci incontriamo con Mo’men per il pagamento delle escursioni facoltative (80 € a testa) e delle mance per tutta la vacanza (25 € a testa). Paghiamo in dollari con carta di credito. Alle 14.30 siamo nel nostro bel lettone per una salutare dormitina. Alle 16 tè e biscottini.
Alle 16.30 arriviamo a Komombo dove lo sbarco è previsto per le 17. In realtà, mentre iniziamo ad attraversare le varie motonavi, una di queste parte. Quasi tutto il gruppo (compreso Mo’men) scende a terra mentre in 8 rimaniamo imprigionati. Non riescono in nessun modo a sbarcare, non riusciamo a capire cosa stiano facendo, la motonave si sposta e si risposta sempre nello stesso modo. Alla fine, alle 17.45 siamo a terra ma non c’è ombra del nostro gruppo. Che fare? L’unica cosa che ci sembra ovvia è andare verso il tempio. Alcuni del nostro gruppo, anche a causa della stanchezza, si arrabbiano. Arrivati davanti al tempio troviamo Mo’men ed il resto del gruppo. Veniamo a sapere che anche loro sono stati sbarcati 200 metri più in su e che, non sapendo dove saremmo stati sbarcati noi, la cosa più ovvia era quella di aspettarci davanti al tempio. Inoltre Mo’men si è mosso più volte su e giù cercandoci preoccupato. Comportamento ineccepibile. Infatti gli animi si placano immediatamente.
La disavventura ci permette di visitare il tempio di Komombo con le prime luci della sera (sono le 18.10). Emozionante ed unico. Particolarmente affascinanti alcuni disegni e geroglifici rappresentanti alcune ricette medicinali. Sono state decifrate le quantità ma, purtroppo, non il nome delle diverse erbe. Abbiamo 30 minuti di tempo libero. Lasciamo stare i coccodrilli imbalsamati e corriamo al vicino bazar: stasera c’è la serata egiziana e Rossella, dopo aver provato il vestito comprato, si è accorta che è troppo lungo e tocca terra con un avanzo di una decina di centimetri! Al bazar troviamo un vestito da bambino ed una collana di Cleopatra (5 + 2 €).
Ritrovo alle 19.45. Saliamo a bordo e corriamo in camera a prepararci. Siamo bellissimi (modestamente!). Io mi sono anche truccato gli occhi come i vecchi faraoni. Il fotografo della nave ci fa le foto da soli. Alle 20.15 c’è il cocktail egiziano al bar mentre alle 20.30 la cena egiziana (bellissima, tutta la sala vestita in abito tipico). Buonissima la moussaka e le salsiccette di carne. Alle 21 tutti al bar per le foto di gruppo. Ognuno fa la foto tranquilla con la sua guida ma quando tocca al suo gruppo Mo’men ci trascina in danze scatenate, è irrefrenabile, mitico! Segue la lotteria: i premi sono carini, un narghilè, una scacchiera di alabastro, un vaso di alabastro, un papiro gigante; ovviamente non vinciamo nulla. Ma ci siamo divertiti un mondo. Poi continuano i giochi e le danze. Siamo distrutti… alle 22 siamo già a nanna (d’altronde non abbiamo più 20 anni!).
Giovedì 7 aprile 2005
Sveglia alle 6, colazione a partenza alle 7. Intanto la motonave è giunta nella notte ad Aswan. Che bello svegliarsi, guardare fuori dalla finestra e vedere il Nilo con le prime feluche che solcano il fiume… quanto ci mancherà questa vacanza.
Saliamo in bus ed andiamo a vedere l’obelisco incompiuto. E’ un obelisco ancora imprigionato nella roccia di granito. Un unico pezzo che ci permette di capire come all’epoca veniva estratto. Inoltre Mo’men ci spiega come veniva eretto senza romperlo. Di nuovo in bus verso l’attracco delle barche per andare al Tempio di Phile situato su un’isoletta. Nell’attesa compriamo una camicetta bianca in cotone (5 €). I venditori continuano a chiamare mia moglie Sabrina Ferilli (d’accordo che è carina, ma è piccolina e bionda, mah…).
Saliamo sulla barca a motore. Durante la navigazione compriamo una collanina ed un braccialetto in legno di sandalo per un paio d’euro. Si intravede il tempio, particolarmente affascinante. E’ stato ricostruito dopo aver recuperato i pezzi dal fondo del lago. Sono le 9. Dopo la solita spiegazione coinvolgente di Mo’men e la visita del tempio, abbiamo 45 minuti di tempo libero. Approfittiamo per scattare qualche foto in compagnia di un guardiano e di un militare (1 euro a testa) e per riposare un po’ all’ombra. Ritrovo alle 10.05 per risalire sulla barca a motore. Compriamo segnalibri in finto papiro (10 per 1 €).
Saliamo in bus per visitare la Diga di Aswan ed il Lago Nasser (non si può filmare mentre è permesso fotografare, ma non i militari ovviamente). Sosta di circa 1 ora e mezza alla fabbrica di essenze e profumi (è una fabbrica statale che produce essenze per le più grandi marche di profumi mondiali; i prezzi sono probabilmente convenienti ma comunque altini - 18 € per 25 ml di prodotto - e poi a noi non interessa; non compriamo nulla). La spiegazione del ragazzo della fabbrica è lunga ma divertente. Ci offrono karkadè e tè alla menta (anche se il tè alla menta è fatto con una bustina di tè Lipton ed una ti menta!). Fuori, mentre aspettiamo gli altri che stanno facendo acquisti, regaliamo delle caramelle ad un bambino, che in cambio ci regala un segnalibro, che carino!
Saliamo in bus e ci dirigiamo verso lo motonave. Pranzo alle 13 e riposino in cabina. Alle 15 saliamo sulla feluca, per fortuna c’è parecchio vento, quindi possiamo navigare senza il motore. Fa molto caldo ma il venticello è davvero delizioso. 15 minuti di navigazione e siamo al giardino botanico. Vediamo alcuni ficus, vari tipi di palme, manghi, tamarindi, alcuni aironi bianchi ed un uccello simile ad un picchio, chissà cos’era. Qui il clima è sempre caldo ma parecchio umido, sembra di essere a casa. Alcuni turisti pazzi (non del nostro gruppo) si tuffano nel Nilo per un bagno rigenerante (mah…). Compriamo da un bambino la Rabab, un simpaticissimo strumento musicale simile ad una chitarrina a due corde, molto colorato e dal suono divertente (1 €).
Chi non fa l’escursione facoltativa al villaggio nubiano torna alla motonave. Noi invece saliamo con Mo’men a bordo di una piccola barca a motore. Lo spettacolo è mozzafiato. Il Nilo si stringe e la vegetazione è affascinante. Saliamo sul tetto della barca per scattare alcune foto indimenticabili. Incontriamo alcuni ragazzini che a nuoto o a bordo di alcune barchette di legno monoposto ed aiutandosi con pezzi di legno come remi, abbordano la nostra barca. Si attaccano al parabordo ed iniziano a cantare alcune canzoncine italiane (Volare, O sole mio, Bella ciao, Quel mazzolin di fiori…). Le parole sono quelle che sono ma lo sforzo va premiato. Gli diamo un euro che mette prontamente in bocca prima di rituffarsi nelle acque del Nilo per tornare a nuoto al punto di partenza (nel frattempo abbiamo già fatto qualche centinaia di metri). Sulle sponde del fiume ci sono parecchi aironi grigi anche se non c’è ombra di coccodrilli (Mo’men ci spiega che ultimamente ne sono stati avvistati un paio).
Arriviamo al villaggio nubiano. In lontananza si vedono le ragazze. Mo’men ci aveva preavvisato dicendoci che il modo migliore per liberarsi di loro è chiedere un bacio. Mo’men è di casa e ci propone uno scherzo: invece di attendere il loro attacco, siamo noi a lanciarci verso di loro al grido “All’arrembaggiooooo!”. Troppo divertente. In pochi secondi ci circondano. Io sono accalappiato da una ragazza dai lineamenti particolarmente carini (d’altronde dicono che i nubiani sono una delle popolazioni più belle al mondo). Si chiama Susana e mi fa promettere di comprare qualcosa all’uscita. Rossella è bloccata da una signora di nome Magda. Tutte hanno nomi pseudo-italiani. Chissà se quando arriva un gruppo di francesi dicono di chiamarsi Josephine, Kathrine? Non lo sapremo mai.
Entriamo in una loro casa. Sono molto cordiali. La casa è povera, ma come dice giustamente Mo’men non c’è miseria. Le pareti sono decorate con murales fatti dai bambini. Ci sediamo in tondo su un tappeto e beviamo il karkadè ed il tè alla menta (che finalmente sa effettivamente di menta). Mi farà male? Sarà fatto con l’acqua del Nilo? Ma chissenefrega, sono in un posto fantastico, in un paese fantastico, vale la pena rischiare. Vedere la vita di queste persone, la loro allegria e semplicità e poi tutti noi seduti intorno, firmati dalla testa ai piedi e chiedersi chi tra noi e loro sia più felice è un ricordo che mi porterò dietro per sempre. Compare anche una bambina bellissima, avrà si e no un anno e mezzo, si chiama Sabrina. Ha due occhi enormi e gioca con Mo’men; le regaliamo una caramella. Indimenticabile. Poco distante ci sono due cuccioli di coccodrillo in una gabbia. Usciamo. Come previsto le ragazze ci aspettano al varco. Riesco a strappare una foto a Susana e compro un cammello di legno per 1 euro.
Torniamo in nave. Scambio il mio cammellino con un coccodrilletto di legno con Alessandra, una simpaticissima ragazza di Pescara (lei ed i suoi genitori hanno avuto la stessa idea, così adesso si trova con tre cammellini!). Il sole sta tramontando. Torniamo verso la motonave navigando il Nilo con le prime luci. Che spettacolo ragazzi! Passiamo vicino all’Hotel “Old Catarat” dove Agata Christie ha scritto il suo fantastico libro “Assassinio sul Nilo” e all’isola Elefantina. Salgo sul tetto della motonave assieme a Mo’men e trascorriamo gli ultimi 15 minuti prima di arrivare alla motonave parlando di lui, della sua vita, di quanto ami il suo Paese. E’ una persona davvero speciale. Che bei ricordi mi porterò a casa!
Alle 18.40 siamo sulla motonave. Alle 19.45 c’è il briefing con tutte le spiegazioni per la giornata di domani (ci attende una levataccia per andare ad Abu Simbel e poi il volo verso il Cairo). Decidiamo di saltare la cena per andare a dormire leggeri (spilucchiamo qualcosina in camera). Alle 21 c’è lo spettacolo nubiano al bar. Veramente divertente con danze, balli, giochi (indimenticabili i due ragazzi vestiti da cavallo!). Alle 21.30 saldiamo gli extra della motonave e veniamo a conoscenza dell’attentato che c’è stato poche ore fa al mercato del Cairo (quello che noi visiteremo domenica pomeriggio). Il personale di bordo tenta di vendercelo per un regolamento di conti contro un negoziante; in realtà in Italia si parla di attentato kamikaze che ha provocato 3 morti ed una ventina di feriti, infatti il giorno dopo arriverà anche una rivendicazione estremistica. Non ci preoccupiamo più di tanto. Ritiriamo le foto della serata egiziana (solamente 1 euro e mezzo l’una, e pensare che a suo tempo, le foto fatte durante la Crociera Costa per il viaggio di nozze costavano 10 mila lire l’una!). Prepariamo i bagagli per il giorno dopo e alle 22.30 siamo a nanna.
Venerdì 8 aprile 2005
Sveglia alle 2.45, alle 3 bagagli fuori dalla porta della cabina. Tutti a colazione, ovviamente leggermente assonnati. Partenza alle 3.45. Alle 4.15 incontro con la scorta e partenza in bus alle 4.30 destinazione Abu Simbel (formiamo una carovana di pullman). A bordo tutti dormono (anche il militare di scorta che è salito sul nostro bus!). Alle 5.45 lo spettacolo dell’alba in mezzo al deserto. Il bus corre veloce (anche 140 all’ora) e la strada è un lungo biscione diritto circondato solo dal deserto. La strada è spesso e volentieri invasa dalla sabbia portata da un forte vento.
Il viaggio è più corto e leggero di quanto temevamo e alle 7 siamo già ad Abu Simbel. Siamo a 80 km dal Sudan! Un vento fortissimo sferza la zona ed alza nuvole di sabbia (ma la Bora non l’avevamo lasciata a Trieste?). Visitiamo il tempio di Ramses II e quello della moglie Nefertari (a dir poco fantastici) e scattiamo le immancabili foto di rito (che quando arriveremo a casa non assomiglieranno minimamente allo spettacolo incredibile che abbiamo vissuto sul posto).
Un po’ di tempo libero per visitare il bazar (che ovviamente vista la vicinanza con un sito così visitato è il più caro finora incontrato); qui mi offrono 300 cammelli per mia moglie. Ovviamente non accetto tranne poi pentirmene quando vengo a sapere che un cammello vale circa 1000-1500 euro. Fatti due conti potevo portarmi a casa qualcosa come 300 mila euro. Gulp, sono tentato di tornare indietro ma ormai è tardi (e poi come facevo a far salire 300 cammelli in aereo?).
Ritrovo alle 9.45. In bus arriviamo all’aeroporto. A causa dei recenti attentati dobbiamo fare il check-in personale che si riduce ad un semplice passaggio delle nostre valigie attraverso un metal detector per appoggiarle in un angolo subito dopo (non più di 20 metri in tutto). La partenza prevista alle 11 è spostata alle 11.45. I biglietti di volo sono fantastici. Il nostro cognome è finto (siamo i signori Ciopla!), l’orario di partenza è finto; Mo’men come sempre non perde occasione per prenderci in giro e scherzare. Il volo è discreto (poco più di un’oretta su un 737 turco della compagnia Sky) e l’atterraggio, dopo un primo applauso, è un po’ lungo con una gran frenata in fondo alla pista (abbiamo applaudito troppo presto ed il pilota si è emozionato?).
Al Cairo ci sono 26 gradi, tanto vento ed un sole pallidissimo oscurato dalla sabbia. Ritiriamo i bagagli, tutto ok. Saliamo sul bus. Il traffico è impressionante, le precedenze non esistono, tutti suonano il clacson continuamente, i pedoni si buttano in strada senza paura, i semafori sono inutili (come ci spiega Mo’men sono rispettati quelli che hanno la telecamera oppure in presenza di un poliziotto).
Pranziamo in un simpatico ristorante. Dopo l’attentato di ieri la polizia si è moltiplicata (se mai era possibile). E’ ovunque. Arriviamo al nostro hotel, il “Sofitel - La Sphinx” a Giza, periferia del Cairo, con vista Piramidi. Che emozione. Quante volte le ho viste in foto o alla tv… ma dal vivo sono tutta un’altra cosa, sono ancora senza parole...
L’hotel è carino, su un unico piano. Cambiamo i soldi alla banca dell’albergo (aperta 24 ore su 24) e andiamo in camera per un riposino. Finalmente si vede un po’ di tv italiana. Cerco notizie sull’attentato ma ovviamente tutto è monopolizzato dai funerali di Papa Giovanni Paolo II. Riesco a trovare qualcosa solo sulla CNN che conferma le notizie avute.
Alle 19 ceniamo ed alle 20 usciamo nuovamente per la seconda escursione facoltativa (Cairo by night). Purtroppo Mo’men ci confessa subito che alcune sue idee (passeggiata nel centro storico) sono impossibili da mettere in pratica per ordini di polizia. Pazienza, ci divertiremo lo stesso. Facciamo un giretto di un’ora per le vie illuminate del Cairo. E’ veramente une metropoli affascinante, piena di luci, di macchine, di moschee, di minareti, di vita. Passiamo lungo una via dove ci sono centinaia di negozi che vendono elettrodomestici senza garanzia. E’ superaffollato e pieno di mezzi di trasporto caricati all’inverosimile di tv, frigoriferi e lavatrici. Come dice la mitica Genny, se non sbaglio di Forlì: fan-tas-ti-co!
Continuiamo il nostro giretto fino alla tomba dell’ex presidente Sadat con lo splendido ed illuminato monumento a forma di piramide. Il nostro giro, che doveva continuare a piedi come proposto da Mo’men, termina invece ad un giardino ipercontrollato dalla polizia e pieno di turisti. Per fortuna c’è Mo’men che ravviva la compagnia proponendo una foto di gruppo con sullo sfondo la bellissima Moschea di Alabastro. E poi ci sono Alessandro e Mirko che fanno ridere tutti.
Fa freddo e c’è parecchio vento (ed io, spinto dall’immenso amore verso mia moglie, mi immolo e le presto il mio giubbotto rimanendo in maniche corte mentre lei ha già felpa e giubbotto!).
Aspettiamo 45 minuti un karkadè e ce ne andiamo proprio mentre sta arrivando. Ma che risate! Nonostante tutto un’altra fantastica serata in compagnia. Stanchi, infreddoliti ma contenti rientriamo in albergo alle 23.45. Subito a nanna.
Sabato 9 aprile 2005
Sveglia 6.45, facciamo colazione in camera per non essere sempre di corsa. Partenza 7.45. In bus andiamo a Giza per vedere le fantomatiche Piramidi. Il tempo è nuvoloso e fa freddino. A quest’ora per fortuna c’è ancora poca gente. Ci fermiamo lontano per fare una foto panoramica con tutte e tre le piramidi. Approfittiamo per fare una foto con Mo’men. Che spettacolo le Piramidi, viste, riviste e straviste, ma dal vivo completamente diverse.
Risaliamo in bus per avvicinarci e scendiamo sotto alla piramide di Chefren. Poi andiamo sotto a quella di Cheope per le spiegazioni di Mo’men. Alcuni vanno al museo per visitare la barca. Il cielo inizia ad aprirsi. Noi invece ci avviciniamo ai cammelli per fare una foto. Ci convincono a salire a bordo per un giretto. Sono organizzatissimi. Ci fanno salire su un cammello a testa mentre loro rimangono a terra. A Rossella danno anche il copricapo egiziano. Si fanno dare macchina fotografica e telecamera e, mentre ci fanno fare un giretto di una decina di minuti, ci fotografano e ci riprendono chiamandoci continuamente. Salire a bordo del cammello è semplice, scendere un po’ meno (il cammello si piega prima sulle zampe anteriori). Che esperienza indimenticabile. Come novelli Lawrence d’Arabia con le Piramidi a pochi metri ed il cielo che è diventato azzurrissimo. Paghiamo 10 € a testa ma lo facciamo veramente volentieri (il prezzo iniziale richiestoci era di 40 € a testa).
Ritroviamo il gruppo che esce dal museo e scendiamo a piedi verso la Sfinge. La immaginavo più grande ma è veramente bellissima. Visitiamo il complesso dove mummificavano i faraoni e la sfinge stessa. Risaliamo in bus per dirigerci verso Saqqara. Appena arrivati, fuori programma, Mo’men ci fa visitare una tomba di un ministro splendidamente conservata e con alcuni disegni veramente notevoli (in particolare la decina di oche rappresentate). Poi visitiamo il complesso funerario di Zoser con la famosissima piramide a gradoni ed il piazzale dove il faraone faceva le cerimonie dinanzi ai vari rappresentanti delle diverse province. Lì vicino c’è un simpaticissimo signore con un asino. Gli diamo una caramella. In cambio ci fa fare una foto con lui e l’animale.
Risaliamo in bus per andare a pranzo. Alle 13 arriviamo al ristorante dove mangiamo benissimo (la grigliata di carne ed il pane arabo sono fatti sul posto). Dopo poco ripartiamo alla volta di Memphis dove vediamo il Colosso di Ramses II. Una statua veramente imponente che, pur priva delle gambe, risulta essere alta 18 metri. La sua visione è agevolata dal fatto che può essere osservata sia dal basso sia dall’alto (salendo al primo piano del complesso). Nel giardino sono presenti alcuni sarcofagi e la Sfinge di alabastro, la seconda sfinge più grande dell’Egitto.
In mattinata Mo’men ci aveva proposto un’ulteriore escursione facoltativa fuori programma: anziché entrare in una delle Piramidi di Giza superaffollate, perché non andare a Dahshur per una visita che pochissimi fanno? Dahshur era zona militare. Da tre mesi a questa parte invece è nuovamente aperta al pubblico. Lì si trova la famosa Piramide a doppia pendenza (o piramide romboidale) fatta erigere da Senefru (padre di Cheope), primo tentativo mal riuscito di piramide a parete liscia la cui inclinazione è stata ridotta durante la costruzione a causa della comparsa di crepe e crolli. A poche miglia di distanza l’altrettanto famosa Piramide rossa, chiamata così a causa della colorazione del granito usato per la sua costruzione. Inoltre, sarà possibile entrare in questa piramide con calma. Tutti, ad eccezione di due partecipanti, accettano entusiasti (costo 20 € a persona).
Arrivati a Dahshur lo spettacolo è emozionante. Le due piramidi sono imponenti e soprattutto quella a doppia pendenza è affascinante. In più, ovunque si volga lo sguardo si vede solo e sempre la sabbia del deserto. E poi, come promesso da Mo’men siamo praticamente da soli. Ci sono solo due poliziotti in groppa a due cammelli (pure loro vogliono un euro per essere fotografati!). Ancora un gran colpo da maestro di Mo’men che, dopo la spiegazione relativa alla Piramide a doppia pendenza e le conseguenti foto, ci fa fare una camminata in mezzo al deserto. Sembra di essere in un sogno. Non c’è altro che sabbia. Indimenticabile. Una delle emozioni più grandi di questo viaggio (e pensare che è fuori programma… grazie ancora Mo’men). Ci fermiamo a raccogliere alcune pietre che bruciate dal sole assumono colorazioni particolari, alcuni pezzi di alabastro e di quarzo.
Accaldati e stanchi per la camminata ma incredibilmente felici risaliamo sul pullman. Questo ci porta fin sotto la Piramide Rossa. Qui c’è già un pullman. Occorre salire una lunga scalinata per raggiungere l’ingresso della Piramide. Incontriamo alcune persone che stanno scendendo e che ci dicono che non sono entrate perché soffrono di claustrofobia. Arrivati all’ingresso capiamo il perché. Si vede solo un lungo cunicolo in discesa (con una pendenza di una quarantina di gradi ad occhio) alto e largo una settantina di centimetri. Rossella decide di non entrare mentre io non posso perdere un’occasione del genere. Armati di pila iniziamo la discesa. Il pavimento è composto da una lunga passerella di legno con delle traversine fatte per puntare i piedi in modo tale da non scivolare giù. Occorre camminare piegati per non sbattere la testa. Alcuni preferiscono scendere in retromarcia. Il buio ci avvolge. Mentre scendiamo il caldo diventa insopportabile e dobbiamo evitare alcune persone che stanno risalendo. Al grido di “A destra…” la nostra carovana continua a scendere imperterrita mentre io e Alessandro ci giriamo per illuminare con le nostre pile il punto in cui è fermo Roberto che viene ripetutamente colpito dalle persone che stanno risalendo. Arriviamo nella camera sepolcrale. Fa caldissimo e l’aria è tremendamente viziata. Alessandro si priva della sua pila per darla ad alcune ragazze che devono risalire. Noi invece continuiamo l’avventura nel cuore della piramide salendo alcune scale che portano alla seconda camera sepolcrale. Anche qui fa un caldo d’inferno e c’è una terribile puzza di ammoniaca. Ma cavoli, vi rendete conto, siamo all’interno di una piramide! Cominciamo la risalita che, pur essendo più agevole, ci fa bruciare le gambe dalla fatica. Finalmente si inizia a vedere un po’ di luce alla fine del tunnel ed ecco che ritorniamo alla vita.
Usciamo dalla piramide completamente inzuppati di sudore ma con una felicità indescrivibile. Torniamo distrutti nel bus per dirigerci verso l’albergo. Arriviamo alle 16.30 e Rossella ne approfitta per una dormitina. Io invece indosso il costume da bagno e sono subito in piscina. Incontro gli altri ragazzi che hanno avuto la stessa idea. Io, Mirko e Roberto iniziamo immediatamente a tuffarci (l’acqua è alta più di 3 metri, irresistibile) ma veniamo subito sgamati dall’addetto della piscina che ci indica il cartello che vieta i tuffi. Che peccato! Rimaniamo un po’ a mollo. Stare a mollo e da lì godersi lo spettacolo delle piramidi è un’emozione unica! Prendiamo un po’ di sole parlando dei vari componenti la comitiva e della avventure fin qui passate. Scherziamo e ridiamo ma poco dopo ce ne dobbiamo andare. Sono le 17.45 ed il sole se ne sta già andando. Soffia un po’ di vento ed inizia a fare freddino.
Riposino rapido in camera (dove trovo Rossella che dorme ancora) e poi alle 19 tutti a cena. Alle 20 si esce di nuovo per andare a vedere lo spettacolo di Luci e Suoni alle Piramidi (escursione facoltativa). Dopo 20 minuti di bus siamo già lì. C’è tantissima gente ma arriviamo proprio nel momento in cui aprono le porte. Scatto alla Schillaci e siamo in prima fila! Lo spettacolo inizia alle 20.30, dura 45 minuti ed è molto simpatico, interessante e per nulla soporifero (come temevo). Le piramidi e la Sfinge illuminati hanno un effetto ancor più maestoso.
Appena usciti Mo’men come promesso (sono 3 giorni che glielo chiediamo, quanta pazienza deve avere…) ci lascia una ventina di minuti per una tappa all’Hard Rock Cafè che è proprio lì di fronte. Compriamo una maglietta ed una canottiera per Rossella (22 €) e risaliamo sul bus. Vista l’ora Mo’men ci propone una tappa ad una fabbrica di papiri. Accettiamo volentieri. Vista l’ora siamo da soli e quindi, dopo una breve ma esauriente spiegazione su come vengono prodotti, possiamo guardare con calma i vari papiri appesi alle misure (ognuno con il suo prezzo ben indicato). Nessuno ci forza negli acquisti. Puntiamo ad un papiro piccolino (più o meno come un foglio A4) con l’occhio di Horus (simbolo della salute e della guarigione). Costano circa 7 € l’uno. Per poco più di 1 € possiamo farci scrivere sul posto un nome in geroglifico. Decidiamo quindi di far scrivere il nostro cognome e di acquistarne 3 (uno lo regaliamo ai miei genitori e l’altro a mio fratello). Alla cassa Mo’men ci dice che dobbiamo pagare solo l’aggiunta dei nomi. Al resto ci pensa lui. Paghiamo quindi 4 € anziché 25 (Mo’men ma sei la fine del mondo!).
Risaliamo sul bus per tornare all’albergo dove arriviamo alle 22.45. Subito dopo a nanna.
Domenica 10 aprile 2005
Sveglia alle 6.30, colazione e partenza alle 7.30. Purtroppo siamo arrivati all’ultimo giorno. Che tristezza… Le sensazioni sono contrastanti. Da una parte non vogliamo accettare che il sogno sia stia esaurendo, dall’altra, a causa della quantità di cose viste in questi giorni, ci sembra di essere via da casa da 1 mese.
Saliamo in bus per andare a visitare la Moschea di Alabastro. Imponente e spettacolare dal di fuori, ci ha un po’ deluso il suo interno. Due passi nella cittadella e foto al panorama del Cairo dall’alto. Incredibile questa città. In tutti i sensi. Di nuovo in bus e dopo pochi minuti siamo al Museo Egizio. Sono le 10.15.Non si può né riprendere né fotografare. Lasciamo quindi le attrezzature sul bus e scendiamo. La fila è notevole ma scorre via veloce. Passiamo il metal detector dove per l’ennesima volta perquisiscono Mirko (avrà la faccia da terrorista mediorientale?) ed entriamo. La folla è impressionante. E’ difficile riuscire a seguire le spiegazioni di Mo’men ma tutto è così affascinante. La cosa più impressionante è il famoso tesoro di Tutankamon (statue, letti, portantine, sedie e troni per non parlare poi della ineguagliabile maschera funeraria e dei suoi sarcofagi in oro massiccio).
Usciamo alle 12.30. Risaliamo in bus per andare verso il nostro pranzo. Oggi mangeremo sulla motonave Al Saraya, attraccata lì vicino. Il nostro tavolo è proprio sopra il fiume. Spettacolare.
Ripartiamo alle 13.30. Ci aspetta l’ultima escursione, il Cairo copto. Visitiamo principalmente la Chiesa di San Giorgio dove la Sacra Famiglia si era rifugiata e la Sinagoga Ben Azra. Dopo un breve giretto a piedi in cui Alessandro si mette a correre ed a urlare (provocando lo spavento di un militare lì vicino che per poco ci sparava addosso) risaliamo in bus. Visitiamo la Moschea di Hasan, molto bella, con uno splendido cortile interno in cui alcuni fedeli stanno pregando. Poco distante visitiamo la Moschea in cui è sepolto lo Scià di Persia, forse la più bella vista finora.
Risaliamo in bus ed alle 16.30 siamo al mercato Kal-El-Kahlili. Mo’men ci raccomanda di stare attenti, di girare in gruppetti e ci indica dove possiamo trovare l’assistenza del Turchese in caso di necessità. Lasciamo quindi sul bus telecamera e macchina fotografica e scendiamo. In realtà nessuno ci avvicina. I venditori ci guardano senza grande interesse, non c’è l’insistenza trovata finora nei vari bazar. Ovviamente anche qui la trattativa è la base del commercio. Generalmente basta fare una proposta molto più bassa di quanto richiesto inizialmente dal venditore e contrattare un po’. Poi lasciar perdere ed andarsene. Fatti pochi metri si viene richiamati dal venditore che quasi sempre accetta la tua proposta (il che significa che anche stavolta l’affare l’ha fatto lui!). Troviamo e compriamo tutto quello che cercavamo: un cammello grande di pelle (6 € - al bazar di Abu Simbel ce ne chiedevano, dopo un’estenuante trattativa 12), 3 magliette da turista classico (5 €), 1 scatola di legno intarsiata (1,5 €), 1 narghilè grande e funzionante (8 €), 1 narghilè medio e funzionante (4 €), 1 narghilè piccolo e puramente estetico (2 €), 1 puff blu grandezza media (7 €), 1 puff a spicchi rossi ed arancio bellissimo (9 €).
Ritrovo alle 17.45. Siamo quelli che hanno comprato più roba, ma un po’ tutti hanno qualcosa in mano. Torniamo in albergo alle 18.30. Mo’men propone un incontro dopo cena alle 21.30 per i saluti e le foto di gruppo. Decliniamo gentilmente (domani ultima alzataccia) e lo salutiamo calorosamente. Ci mancherà con le sue grida, le sue battute, i suoi scherzi. Ci dà l’indirizzo del sito dove possiamo tenerci in contatto. Chissà mai che un giorno ci rincontreremo. Un ultimo abbraccio e di corsa in camera a preparare le valigie. Alle 20 ci distribuiscono i documenti d’espatrio. Come l’altra volta saltiamo la cena ed alle 21.30 siamo a letto.
Lunedì 11 aprile 2005
Sveglia alle 2.45, valigie fuori dalla camera alle 3.15. Colazione tristi ed assonnati. Partenza alle 4. Saliamo in bus che ci porta fino all’aeroporto. Anche qui dobbiamo fare il check-in individuale. Ennesima perquisizione di Mirko!
Partiamo alle 6.10 (con solo 10 minuti di ritardo). Atterraggio perfetto a Bologna alle 9.30. Scendiamo ancor più tristi. Fino a poche ore fa eravamo al caldo in Africa ed ora siamo tornati in Italia sotto un diluvio e con 8 gradi!
Ritiriamo i bagagli senza che ci sia nessun problema e paghiamo il parcheggio (che grazie alla convenzione Turchese costa 49,50 € anziché 79,50 €). Saluti di rito con i diversi partecipanti, ma sono saluti sinceri, di cuore. Abbiamo conosciuto delle persone fantastiche. Con alcune speriamo davvero di rimanere in contatto (purché il Genoa non batta la Triestina, vero Roberto?).
Ci mettiamo in macchina sotto la pioggia. Alle 13 siamo a Trieste. Anche tornare a casa ha il suo fascino. Peccato ci siano 7 gradi e la bora soffi a 170 km/h…
Conclusioni
Che dire, è stata senza dubbio la più bella vacanza della nostra vita. Sapevamo che l’Egitto fosse un paese stupendo ma mai immaginavamo che toccasse certi livelli. Vedere dal vivo alcuni monumenti è stata un’esperienza indimenticabile che ci ha fatto vivere emozioni difficilmente descrivibili a parole. Chi era con noi sa quello che voglio dire. L’organizzazione del Turchese è andata al di là delle più rosee aspettative e, almeno per quanto ci riguarda, è stata inappuntabile. Se ci si presenterà l’occasione utilizzeremo sicuramente questo tour operator per altri viaggi futuri. La compagnia è stata perfetta, divertente e sempre puntuale (ehm, quasi…). Quel pizzico di non so che che mancava l’ha messo Mo’men. Non voglio fare altri nomi, non mi sembrerebbe giusto. Grazie ancora a tutti quelli che hanno partecipato a questo fantastico sogno.
Frasi indimenticabili
Mirko: Non ce la posso fare - Lui ne sa a pacchi
Genny: Fan-tas-ti-co
Mo’men: All’arrembaggio - Adunata - Ghe semo? - Ialla - Ecco il gruppo Turisanda
Alessandro: Ginoooo! - Tamarro
La mamma di Laura: Laura? Laura?
nell'ottobre del 2008 ho trascorso una settimana atterrando a Luxor e ripercorrendo il nilo. E' stata un vacanza troppo breve ma fantastica, per questo in Egitto ci voglio tornare quanto prima e' troppo bello questo paese, non solo per la storia che ci racconta in ogni angolo di strada o su ogni cosa ove si posa lo sguardo, ma dalla gente che ti circonda, a volte troppo avvolgente ma rispettosa e umile, insomma troppo bello per essere vissuto in cosi' poco tempo. Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare e salutare con un forte abbraccio la nostra guida Momen, che non solo ci ha sopportato ma ha reso la nostra settimana estrememente piena di notizie, informazioni e passione rispetto a questo popolo del passato e del presente poco conosciuto. GRAZIE MOMEN E SPERIAMO DI REINCONTRARCI SU UN'ALTRO PERCORSO STORICO DELL'EGITTO. un abbraccio affettuoso danila paola ezio - Brescia
Il tuo commento a questo viaggio! Bellissimo. Adoro l'Egitto xkè ci ho vissuto una vita intera meravigliosamente
Ho appena iniziato a leggere il godibile racconto. Però non posso fare a meno di notare fin da subito che esiste un po' di razzismo anagrafico. Conosco tanti giovani " morti" dentro e molta gente più avanti con l'età piena di vita ed iniziative.