Il mio ritorno in Provenza

Fra novità e “ripetizioni”, un bel viaggio itinerante fra bellezze naturali e centri storici del sud della Francia

Ero già stato in Provenza tre anni fa, in coesione di una visita a dei miei amici che vivono stabilmente a Nizza.
Nonostante fosse un tour “frettoloso” mi resi comunque conto della bellezza dei posti e così nell’Agosto di questo anno io e la mia compagna Tamara abbiamo organizzato un tour più vasto e completo.1° giorno - Nizza e dintorni
Partenza da Roma “al canto del gallo”, la strada è semplice: si va sempre dritti, Roma-Civitavecchia-Livorno-Genova-Ventimiglia-Nizza.
Arrivati a Nizza ci sistemiamo nell’hotel dove sono solito andare, è l’Oasis Hotel gestito da una giovane coppia scozzese nel quartiere liberty a due passi dal centro e dal mare.
Nizza è sempre affascinante e sobria, facciamo subito un salto al quartiere genovese, proprio dietro la zona del mercato, dove si intrecciano stradine piene di botteghe di artigiani.
Avevamo una missione da compiere: rintracciare un negozio di artigianato.
Io e la mia compagna Tamara, forti del ricordo che avevamo di capodanno, arriviamo dritti dritti alla meta e con piacere ritroviamo negozio ed oggetto non comprato a capodanno.

2°/3° giorno - Le gole del Verdon
Partiamo da Nizza in direzione di Draguignan, la cittadina che già conosco, non è un granché ma è strategica per il giro che vogliamo fare.
Lungo il tragitto piccola deviazione per Saint Paul, borghetto medievale arroccato su di una collina da dove si domina la vallata fino al mare.
Saint Paul, tappa quasi obbligatoria, è un susseguirsi di ristorantini, galleria d’arte, piccole botteghe di artigianato, il tutto racchiuso nelle mura di cinta, intatte, del borgo.
La location è affascinante ed è un antipasto per quel che sarà il nostro tour in Provenza.
Riprendiamo il cammino ed arriviamo a Draguignan, soggiorniamo all’Hotel Victoria, palazzetto d’epoca sulla via principale, gironzoliamo un po’ prima di andare a cena un uno dei pochi posti che la cittadina offre sulla piazza principale.
Il giorno seguente partiamo alla volta delle Gole del Verdon, unico “Gran Canyon” europeo secondo solo al “fratello-più-grande” in America.
Le gole sono state scavate dal fiume Verdon che sfocia nel lago Saint Croix dalle acque celesti e trasparenti.
Con un anello stradale che parte da Point Sublime si arriva fino ad Aiguines, attraverso scenari mozzafiato, con terrazze a strapiombo sulle verdi acque del Verdon, ad ogni curva uno spettacolo diverso…potenza e magnificenza della Natura.
Da Aiguines deviazione per Moustier Saint-Marie altro borgo medievale da dove parte una via crucis (nel vero senso della parola) che porta fino ad una chiesetta che sta inerpicata lassù lassù.
Con la lingua penzoloni arriviamo sulla cima, siamo sfiniti, ma la veduta è assicurata e poi c’è un arietta fresca che ci ristora.
Torniamo sulle Gole e facciamo la strada al contrario, siamo sulla Cornice Sublime… il nome già fa capire lo spettacolo, non possiamo fare a meno di fermarci, quando possibile, a vedere la meraviglia che ci circonda, tra silenzi e stormir di foglie…

4°/5° giorno
Dedichiamo la giornata a gironzolare tra paesini provenzali medioevali e la visita all’Abbazia cistercense di Thoronet. I paesini si somigliano un po’ tutti, sono tranquilli, silenziosi, pulitissimi e curatissimi, sembrano location per film, su tutti metto Tourtour. Tra un paesino ed un altro arriviamo all’Abbazia di Thoronet, una delle tre più imponenti e spettacolari abbazie cistercensi della Francia.
E' una delle perle che si trovano nel cuore della verde regione della Provenza, e come tantissime altre abbazie cistercensi, ha una data di nascita il 1136 e una di morte 1791, con due elementi da tenere presenti: dopo una grandezza iniziale, due secoli dopo era già in declino e nel 1600 cadeva a pezzi; attualmente la troviamo integra nella sua architettura e visitabile. Dunque cos'è accaduto, quale è la sua storia? Sicuramente si intreccia con quella dell’Ordine Templare, che aveva una Commenda nei pressi, a Lorgues, altro borgo da vedere, che prestava personale nei terreni dell’abbazia, di qui la sua rinascita ed oggi la si può visitare in tutto il suo splendore.

6/7° giorno
Da Draguignan ci spostiamo ad Avignone la città dei Papi. Arriviamo in un delizioso Resort poco fuori Avignone il Vert Hotel un fabbricato a due piani dove le stanze sono tutte indipendenti con tavolo e sedie fuori la porta, veniamo sistemati al secondo piano con ballatoio completo di tavolo e sedie, appunto, proprio appena fuori l’Hotel c’è un ristorante di cucina cinese e thailandese, decidiamo per degli ottimi shrimp noodles.
Il pomeriggio visita al palazzo dei Papi il più grande edificio gotico in Europa. Avignone divenne residenza dei papi nel 1309, mentre questi fuggivano dal caos violento di Roma. La visita presenta 25 stanze: cortile, chiostro, sale di ricevimento, cappelle e gli eccezionali affreschi degli appartamenti del Papa. L’imponenza del palazzo-fortezza fotografa in pieno il potere del clero e l’influenza che aveva in quel tempo, da non perdere. Accanto al palazzo-fortezza c’è il ponte di Avignone, noi ci siamo arrivati all’ora del tramonto, la luce dorata del sole rifrangeva sul Rodano, sullo sfondo il profilo del Palazzo, tutto intorno l’aria era magica.
Da Avignone si siamo spostati per visitare Gordes e Roussillion, da non mancare in questa ultima meta il “Sentiero dell’Ocra”. Roussillon è una macchia di rosso, arancione e giallo con tutte le sfumature proprie di queste tinte. Sorge su una collina di ocra e un tempo era la più grande cava d’Europa di questo materiale che veniva utilizzato in particolare come tintura per tessuti. Oggi è meta di visitatori incuriositi e di pittori ansiosi di provare l’ampiezza di toni della loro tavolozza. Il Sentiero è lungo quasi un chilometro, sembra di essere in un altro mondo, una specie di Monument Valley in miniatura dove le rocce sono state plasmate dall’erosione dell’aria nelle forme più strane e dove i colori dell’ocra hanno mille sfumature, il tutto in contrasto con il verde che tutto circonda.
Ma ci aspetta la seconda “sorella” cistercense: l’Abbazia di Notre Dame de Senanque.
L’Abbazia sorge in fondo ad un piccolo canyon, per arrivarci occorre fare una stradina quasi impossibile ed è tra le tre “sorelle” l’unica ancora oggi abitata dai monaci ed infatti è l’unica che per essere visitata bisogna attenersi alla visita guidata.
L’Abbazia è la più austera, tutto intorno è ordinato e pulito, un senso di sacro, misterioso e maestoso ci assale.
Ancora un giorno ad Avignone per visitare prima S. Remy de Provence, ma soprattutto per andare a Les Baux de Provence. Il borgo di Les Baux è semplicemente splendido ed è considerato uno dei più bei borghi della Francia. Tutto il villaggio è un gioiello, una passeggiata tra le viuzze vi permetterà di scoprire angoli incantevoli, come la Chiesa di San Vincenzo e l'Antico Tempio Protestante. Lungo i bastioni del villaggio, a picco sui burroni, si godono gli splendidi panorami sulle valli sottostanti, ma da non perdere è il Castello, dove, tra l’altro, c’è una mostra sulle armi medievali, tra cui tre splendide catapulte giganti realmente funzionanti che lanciano pietre fino a 200 metri di distanza. Il panorama che si gode lungo le mura di cinta del Castello – e non solo – è da mozzafiato, tutto un sali-scendi di scale ci porta sulle torri, sui camminamenti e, incredibile, abbiamo notato sulla pavimentazione delle torri fossili di… conchiglie!
A Les Baux abbiamo mangiato la più buona Niçoise (insalatona mista molto ricca) di tutto il viaggio, condita con gustosissime Saint Jacques (un mollusco tipo le nostre cappesante).

8/9° giorno
Da Avignone ad Arles sono una “manciata” di chilometri, poco prima di entrare ad Arles visitiamo l’Abbazia di Montmajor che pur non essendo inserita nel circuito delle più belle vi consiglio di visitare, per chi è amante dell’arte e delle bellezze archeologiche ovviamente; vi si respira un’aria di forte impatto spirituale. All’esterno appare come abbandonata, l’interno l’architettura romanica imponente e grandiosa vi colpisce con giochi di luce, dal 1981 fa parte del patrimonio nazionale dell’UNESCO. Arles è una cittadina racchiusa nelle mura adagiata sulle rive del Rodano, ed ammiriamo l’Anfiteatro e la grande piazza centrale dove sorge la cattedrale di Saint-Trophime splendido esempio di architettura gotica; poi d’obbligo la visita al castello di Tarascona considerato a ragione uno tra i più bei castelli di Francia. Fortezza e palazzo rinascimentale è suddiviso in due spazi: l’alloggio signorile e il cortile di servizio. Il primo è studiato per la massima comodità degli ospiti: scale a chiocciola, ampie finestre sulle facciate. La decorazione scultorea di influsso italiano testimonia la raffinatezza di Renato I e la ricchezza di un passato scandito da numerose feste. Arles ci servirà per fare un tuffo nella profonda Camargue.
Arriviamo di buon mattino al Parco Naturale della Camargue dove ci sono molte specie di uccelli che ci aspettano, fra tutti gli aironi e i fenicotteri rosa che sono bellissimi visti da vicino, con le lunghe e sottilissime zampe. Decidiamo di fare un tour su di una barca risalendo il Rodano, arriviamo così a Santes Maries de le Mar, si chiama così perché la storia-leggenda vuole che qui sia approdata Maria Madalena messa in cinta da Gesù per sfuggire alla morte. All’imbarcadero ci sono decine e decine di libellule, si parte e vediamo distese infinite di riso, i mandriani dai tipici cappelli sui bianchi cavalli che pascolano cavalli e tori – mangiatevi un filetto di toro alla brace e poi ditemi – aironi cinerini e ogni tanto grossi pesci saltano fuori dall’acqua. E’ incredibile come il Rodano sia blu, ma a pensarci bene lo era anche ad Avignone e a Tarascona. La Camargue è una distesa sconfinata di stagni e lungo le strade che la attraversano in tutte le direzioni ci sono innumerevoli aziende agricole che producono il famoso vin de sable, si chiama così perché è prodotto da una vite che viene coltivata sulla sabbia.
Altra tappa d’obbligo in Camargue è Aigues Mortes. Il borgo fu edificato su un lido paludoso da Luigi IX che fu il primo re di Francia ad avere un porto sul mediterraneo, nel tempo divenne una città fortezza circondata da mura e bastioni, unica nel suo genere; all’interno vi sono negozi caratteristici e una piazzetta circondata da ristorantini dove abbiamo mangiato la più buona insalatona di sainte Jaques della Provenza. Aigues Mortes era il porto da dove sono partite alcune Crociate, luogo templare da non mancare assolutamente.

10/11° giorno
Da Arles partiamo in direzione di quella che è la ciliegina sulla torta: Carcassonne.
Carcassonne è una cittadina che attraverso un ponte è collegata all’antico borgo medioevale. Il borgo è perfettamente restaurato, già a vederlo da fuori, lungo questo antico ponte, ci dà la sensazione di essere tornati a mille anni fa, 52 torri, porte, una cattedrale gotica magnifica, chilometri di mura merlate, vicoli, stradine e palazzi storici, ristoranti, bistrot c’è di tutto di più( da non perdere).

Considerazioni finali
Come già ho avuto modo di dire la Provenza è una regione affascinante, per nostra scelta ci siamo sempre spostati in auto preferendo le strade statali all’autostrada, certo la velocità è più limitata ma è stato affascinante e riposante percorrere immense distese di vigneti, uliveti, campi di girasoli e borghi di contadini.
Se a questo ci aggiungete che le strade sono perfettamente asfaltate – mai, dico mai una buca – lo slow-viaggio è assicurato.
Per quanto riguarda il mangiare a pranzo era di rigore la Niçoise, tipica insalatona francese con tonno, olive, carote, cetrioli, con varianti a base di frutta oppure le squisite Saint Jacques, ovunque l’abbiamo mangiata l’abbiamo pagata 10/12 euro. La scelta dell’insalatone che comunque riempe molto, perché è molto abbondante, è stata fatta per via del caldo per non “appesantirsi” ed anche per recuperare un po’ di liquidi e sali.
La sera tra i mille ristorantini e bistrot o carne o pesce non abbiamo mai speso più di 45 euro in due (si avete letto bene 20/22 a testa). I pernottamenti sono stati sulle 50/60 euro la camera matrimoniale a notte in alberghi a 3 stelle.
Arrivederci al prossimo viaggio.

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