Euroflora 2006: una gioia per gli occhi, un’emozione per l’animo

Si rinnova a Genova l’appuntamento quinquennale con il Bello

PREMESSA DELLO STAFF
Essendo uno dei membri di Ci Sono Stato genovese, già da tempo avevamo programmato un editoriale in occasione di Euroflora, cosicché lo scorso sabato 22 il sottoscritto si è armato di fotocamera e si è recato in Fiera a scattare una raffica di immagini.
Ma avevamo fatto i conti senza l'oste, oste che in questo caso vestiva i panni di Etta: mentre io ero in Fiera, ecco arrivare in Redazione il resoconto della sua visita, bell'e pronto con tanto di foto.
A questo punto, pubblicare il nostro editoriale subito e quello di Etta a fine Euroflora non avrebbe avuto senso, essendo la nostra intenzione quella di un invito alla visita. Abbiamo così pensato a una cosa un po' atipica ma che riteniamo simpatica, un articolo a quattro mani assemblando testo e foto di entrambi, mantenendo il titolo scelto dalla nostra "fedelissima". Il risultato è questo.

Giunta alla nona edizione, Euroflora è ormai unanimemente considerata una delle maggiori rassegne florovivaiste d'Europa, se non del Mondo. Ogni cinque anni, Genova diventa capitale assoluta dei fiori e pazienza per i mugugnoni genovesi se per undici giorni la città ne risulta praticamente paralizzata, nella mobilità urbana, nelle strutture ricettive, nei parcheggi, nelle attività commerciali e quotidiane.
Qualche cifra testimonia però il crescente successo della manifestazione, con tutto l'indotto che ne proviene per far conoscere Genova nel Mondo: si è passati dai 240.000 visitatori della prima edizione del 1966 ai 673.000 del 2001, anche se - ad onor del vero - il picco massimo è stato toccato nel 1986 con 730.000. Ma gli auspici per battere il record in questo 2006 ci sono tutti: l'ampliamento degli spazi espositivi, il miglioramento dell'accoglienza (ad esempio le navette tra la stazione di Genova Brignole e la Fiera, le carrozzelle per disabili, le motorette elettriche a quattro ruote, i palmari per ipovedenti, il tutto messo a disposizione gratuitamente), le condizioni meteo sul bello costante, la concomitanza dei ponti del 25 aprile e del 1° maggio. Vedremo.
Anticipo subito la prima domanda che ci si potrebbe porre: "Ma ne vale la pena?". Rispondo: "Sì, ne vale la pena. Ne vale la pena sia che siate fanatici di fiori e piante sia che - come me - il vostro interesse sia tiepido. Ne vale la pena anche se attraversare Genova per arrivare alla Fiera (specie se venite da fuori) può essere lungo e snervante. Ne vale la pena anche se il biglietto costa (a seconda dei giorni e delle fasce orarie) la sciocchezza di 12 / 19 euro. Ne vale la pena anche se muoversi all'interno dei padiglioni può essere problematico (capita che gli addetti alla security in momenti critici della giornata precludano temporaneamente l'ingresso a certe aree invitando il pubblico ad orientarsi su altre).
Ma con qualche "trucco" si posso attenuare i disagi.
Ad esempio, consiglio di entrare molto presto (l'apertura è alle 7 del mattino) o molto tardi (la chiusura è alle 23): naturalmente la strategia è attuabile se ci si ferma a Genova per una notte, cosa che raccomando per scoprire le tante attrattive di una città a torto sottostimata.
Secondo suggerimento, visitate per primo il padiglione S (il Palasport): è il primo subito dopo l'ingresso e il primo ad essere preso d'assalto dai gruppi in arrivo da fuori, che però arrivano non prima delle 9,30 / 10. Al momento dell'"invasione" avrete finito il vostro giro e potete passare agli altri settori.
Terzo: prendetevela comoda! Euroflora è un piacere e non ha senso una visita di corsa cercando di vedere tutto in breve tempo; eppure si vede gente che fa pensare "ma vi hanno obbligato a venire sotto tortura?". Il "passo da Fiera" - lento e con continue soste per guardare e fotografare - è sfiancante per gambe e schiena: fate soste frequenti, sedendo anche pochi minuti. E, nel caso, sfruttate la comodità del "braccialetto" che viene consegnato a richiesta alla reception e consente di uscire e rientrare nell'area Fiera nell'arco della giornata.
Quarto: lasciate perdere i panini malinconici e le lattine messi a "stagionare" per ore nello zainetto o nel portababagli della macchina, da consumare rannicchiati in un angolino! E non accalcatevi nei soffocanti posti ristoro all'interno del Palasport che sono i primi che si incontrano: come conferma anche Etta, esternamente ai padiglioni, lato mare, c'è un lungo allineamento di stands gastronomici che offrono di tutto, dalle salsicce ai wurstel, dalle trofie al pesto alle cozze alle acciughe alla ligure, fino alle crêpes dolci e salate. Sedetevi e mangiatevi con calma una cosa calda e una bibita fresca!
Quinto: quando leggerete questo articolo, mancheranno ancora sei giorni alla chiusura del 1° maggio. Di questi, i più indicati per trovare meno affollamento, dovrebbero essere i tre feriali da mercoledì 26 a venerdì 28: se potete prendervi un giorno di ferie, scegliete uno di quelli.
C'è anche la possibilità di prenotazione via internet, ma da quanto ho visto non fa risparmiare molto tempo: le biglietterie sono molte, la coda è scorrevole e chi ha acquistato il biglietto via internet deve comunque rivolgersi all'unico botteghino dedicato per commutare l'accredito.
A quanto descritto da Etta non aggiungo altro, se non che mi sono soffermato a lungo sulle piante che personalmente prediligo, vale a dire bonsai e piante grasse; che fra tutti gli stands, con buona pace di allestimenti pur splendidi come quelli di Liguria, Toscana, Puglia, Lazio, mi è sembrato - e non solo a me - che anche questa volta l'Olanda abbia una marcia in più; che raccomando vivamente di visitare il "Teatro del Fiore" all'interno del Padiglione D, una mostra di opere di artisti italiani e stranieri allestite con fiori e piante assemblati con i materiali più vari (ne vedete alcune tra le foto).
Per tutte le notizie pratiche, rinvio al sito ufficiale di Euroflora citato nei links, anche se - figuriamoci se lo Zio non trovava qualcosa a criticare, ma credo di non avere torto - a tutt'oggi la voce "Elenco espositori" risulta "Under construction". Mah…
Ma adesso la parola va a Etta ed infine alle immagini, più eloquenti di tante parole!
(LEANDRO)

Queste poche righe e un po' di immagini della manifestazione vogliono essere di incentivo per andare a Genova a vedere Euroflora, dato che la prossima edizione sarà tra cinque anni nel 2011.
Infatti nonostante sia la seconda volta che ci torno (avevo visto la quinta edizione del 1986) sono riuscita ancora una volta ad entusiasmarmi davanti ai meravigliosi allestimenti, ai colori e alle forme più fantasiose che si possono trovare in natura o che i floricoltori riescono a produrre.
È veramente il trionfo del Bello e dell'originalità, creatività e fantasia italiane.
Sicuramente il giorno migliore per visitare Euroflora, allestita nel Palasport e nei padiglioni B e C della Fiera di Genova è proprio il primo perché è l’unico giorno in cui l’ingresso è previsto per le ore 10 e l’affluenza di pubblico ancora non è troppo intensa; senza contare che i fiori sono al massimo della freschezza ed infatti nei padiglioni non si avvertiva alcun intenso profumo nonostante il quantitativo di corolle e le quantità di specie in mostra. Naturalmente il rovescio della medaglia è costituito dal prezzo del biglietto che va a scalare mano a mano che ci si avvicina al termine di Euroflora.
Siamo pertanto partiti da Cremona in pullman alle 6.10 per raggiungere Genova alle 9.45 avendo dovuto subire dei rallentamenti all’uscita dall’autostrada e fino in zona fiera.
Siamo entrati immediatamente nel Palasport percorrendo anche i due anelli panoramici ricchi di stands. Tra quelli che ho ammirato di più quello dei bonsai, uno ispirato alla ricerca sull’osteoporosi, caratterizzato dai quattro scheletri a tavola e il giardino all’orientale.
Un altro motivo di grande curiosità sono state le piante di limoni proprio sotto la grande cascata e le meravigliose azalee.
Nel padiglione B ammiriamo delle composizioni artistiche e nel padiglione C cespugli di felci sotto una cascata e meravigliose rose dai colori più straordinari, quasi irreali e la famosa “rosa mistica”, piante carnivore e orchidee tra le più rare che possono tranquillamente scambiarsi con coloratissime farfalle si mischiano ai più comuni anemoni, papaveri e margherite.
Il nostro percorso per Euroflora si snoda per tre ore, ma trascuriamo tutta la parte dedicata allo shopping e alla casa; passeggiamo invece nel ricostruito porto di Old America dove è allestita la mostra degli abiti scultura di Capucci e il mercato delle spezie.
Partiamo alle 13 alla volta di Rapallo dove abbiamo prenotato il pranzo con menù turistico (Ristorante da Marco, via Roma) e dove, come primo, ci lasciamo tentare dalle trofie al pesto.
A questo proposito consiglio, vista la nostra esperienza, ai visitatori di Euroflora di approfittare dei tanti self service e bar presenti in fiera per gustarsi le specialità liguri e non solo (ci sono anche salsicce e birra) per non sacrificare tempo alla visita.
Dopo pranzo raggiungiamo Santa Margherita Ligure e qui ci concediamo una lunga passeggiata in riva al mare e la visita guidata della Villa Durazzo Centurione, di proprietà Comunale, in posizione panoramica sul golfo del Tigullio (biglietto d’ingresso intero € 6,00, aderenti FAI e gruppi minimo 15 persone € 4,50 - tel/fax 0185293135, tel. 0185/205449)
Nella villa nello stile di Gaetano Alessi del Seicento è stato ricostruito lo studio dello scrittore e giornalista Vittorio G. Rossi, per volontà della moglie in modo che tutti i cittadini di S. Margherita possano usufruirne oltrer che conservare la memoria del grande concittadino.
Il meraviglioso parco che circonda la villa è adibito a giardino pubblico.
Ripartiamo alle 18.15 e siamo a Cremona dopo tre ore di viaggio.
(ETTA)

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