Appunti sulla città
* Il fascino e l’atmosfera della Londra notturna sono intriganti e fortissimi.
* La varietà delle attrazioni da visitare è sorprendente, per tutti i gusti e tutte le età il modo per passare il tempo è assicurato.
* E’ rinomato che Londra sia una delle città più care al mondo, si spende parecchio per qualsiasi cosa!
* L’inquinamento è spaventoso, e se ne risente dopo soli pochi giorni che si prende abitudinariamente il metro.
* Oltre all’inquinamento e alla fuliggine la città appare “grigia” per il fatto che il tempo non è clemente: il sole è davvero una rarità, la pioggierellina una costante.
* Fare la Travel Card settimanale per almeno le prime due zone di Londra è il mezzo più pratico e meno dispendioso per usufruire in qualunque momento del metro o del bus.
* Tenere gli occhi aperti e stare attentissimi ai “pickpocket”, ovvero ai borseggiatori, è un ottimo suggerimento costantemente ripetuto da numerosissimi cartelloni ad ogni fermata dei metro.
* Non portate mai roba di valore nelle borse.
* I londinesi “inglesi” non abbondano certo in cordialità; la fretta e lo stress della grande città metropolitana si fanno sentire. Se si chiede un’informazione bisogna afferrare al volo la risposta perché non ci sarà tempo per i chiarimenti…
Itinerario
24/1 - VOLO E SISTEMAZIONE ALL’HYDE PARK HOSTEL
Parto insieme a Stefania, la quale ha già vissuto a Londra per due anni e vuole tornare a salutare la sua cara amica Silvia rimasta là a studiare. Prendiamo la corriera da Cagliari ad Alghero e viaggiamo sul volo Ryanair Alghero-Stansted (prenotato da Internet ad una tariffa irrisoria, con una tratta regalata in offerta). Sull’aereo compriamo i biglietti del treno Stansted-Express per Londra, ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello pieno che si paga direttamente alla stazione.
Il volo è puntualissimo e a Stansted troviamo subito il treno, che passa frequentemente e in circa 45 minuti arriva a Liverpool Street. E’ gia buio e l’impatto è emozionante: la stazione è una meraviglia e sembra di essere nel film di Harry Potter!
Pensiamo bene di fare subito la travelcard settimanale (abbiamo addirittura portato la foto tessera da casa apposta per questo!), che permette di risparmiare notevolmente sui trasporti: la si può fare per le diverse zone di Londra e vale sia per il metro che per il bus.
Sono le 22 circa, incontriamo Silvia e andiamo alla ricerca dell’ostello (l’Hyde Park Hostel, prenotato anch’esso da Internet).
Ci avviamo carichi di bagagli per prendere il metro per Hyde Park, e dopo una breve passeggiata a piedi troviamo finalmente l’ostello. E’ in una posizione ottima, a due passi dal metro e dal centro città, di fronte proprio al famoso parco “Hyde Park” da cui prende il nome, e anche da fuori sembra carino, con la classica facciata bianca marmorea e le colonne tipiche delle costruzioni di Londra.
Ma all’interno è una delusione totale! Mal organizzato, sporco e decadente sono le prime parole che mi vengono in mente, meglio lasciare le successive… Da internet appariva decisamente più bellino, forse mi sono ingenuamente abituato agli ostelli irlandesi, tutta un'altra cosa…
Questo si rivelerà l’unico grosso enorme neo di questo viaggio, anche se per fortuna lo squallore dell’ostello ci invoglierà ancora di più a tornarci il meno possibile, ovvero solo ed esclusivamente per dormire la notte, mentre tutto il giorno tutti i giorni gireremo per Londra (a Praga invece era così bello tornare in quel gioiellino di albergo dell’Ariston!).
Tralasciato il “particolare” dell’ostello, dove siamo rimasti solo esclusivamente perché paghiamo prima di vedere la stanza ingannati dall’aspetto esterno, ad una tariffa per essere a Londra nientemeno che speciale, proprio perché prenotata da Internet (figuriamoci quanto deve essere quella piena visto che per noi è già cara quella), sistemiamo la roba e prendiamo sonno sconsolati stanchi da un intero giorno di viaggio.
25/1 - HYDE PARK; KENSINGTON GARDEN; NATURAL HISTORY; VICTORIA ALBERT; BIG BEN
La prima mattina a Londra non tarda a farci capire che il clima non sarà molto clemente: è tutto nuvoloso, piove e c’è un discreto freddo (del resto, siamo a gennaio!). Entriamo nel punto più vicino di accesso al Kensington Garden, arrivando tra divertenti giochi di fontane fino al Kensington Palace, dove enormi papere che sembrano struzzi passeggiano tranquillamente e nuotano nel laghetto, per poi proseguire in Hyde Park, osservando che, come risaputo, di certo i prati verdi agli inglesi non mancano…
Subito dopo scendiamo più a Sud per visitare il Natural History Museum, uno dei più grandi e famosi tra i tantissimi musei a Londra. All’esterno è già un’opera d’arte architettonica, ma dall’interno appare ai miei occhi tutto fuorché un museo (ovviamente, pensando alla “ristretta” concezione tipica di museo che trovo dalle mie parti, dove si entra, ci sono una serie di cose esposte, e se non sei un esperto interessato ti annoi dopo mezz’ora). Le diverse sezioni in cui è diviso il Natural History Museum sono spettacolari, al limite della fantascienza. L’immenso salone di ingresso con tanto di dinosauro ne anticipa la grandiosità, impossibile pensare di vistarlo bene in un solo giorno. L’unica cosa che si può fare da turisti (come infatti facciamo noi), è passeggiare e scegliere le cose più interessanti che si vogliono vedere.
Iniziamo con la parte dei dinosauri che è mitica, facendo il giro in diverse stanze, poi salendo su un passaggio rialzato che mostra dall’alto le ricostruzioni degli scheletri e finendo in una stanza buia, dove si esibisce lo spettacolo di un grosso tirannosauro, animato egregiamente, che sta divorando un bestione più piccolo!
Proseguiamo nella parte dedicata alla Terra, anch’essa imperdibile. Da un grandissimo salone, diviso in tre piani, si accede con vari giochi di luce alle scale mobili e si passa “in mezzo al pianeta” mentre si sale, osservando sulle pareti il cielo stellato simulato. Nei diversi piani ci sono esposizioni dedicate ai fenomeni naturali più vari, compresi i disastri (c’è persino una stanza adibita a supermercato dove viene simulato il terremoto, il pavimento trema all’improvviso e si muovono le pareti e gli scaffali!), mentre all’ultimo piano si parla di energia, da quella prodotta dagli eventi naturali a quella alternativa che si cerca di sfruttare (con tanto di esempi da provare e azionare manualmente).
Tornando al piano inferiore e pensando che ormai niente altro potrà più stupirmi, mi devo immediatamente smentire di fronte ad un’altra sezione dedicata alla natura a dir poco straordinaria: si entra in un corridoio spaziale tutto bianco con sopra dei passaggi aerei che uniscono la parte destra con quella sinistra. Una volta in fondo al corridoio, un enorme schermo, che sembra la terra tramite un accurato gioco di specchi, mostra uno spettacolo di luci e colori da “2001 Odissea nello spazio”, e più avanti si entra nei padiglioni, che hanno il compito di sensibilizzare il visitatore verso l’equilibrio ambientale, mostrando con esempi giganteschi l’interazione delle piante con l’ambiente e così via (si passa poi da una parte all’altra tramite quei passaggi aerei visti prima…).
Non può mancare infine l’immensa sezione dedicata agli animali, dagli insetti ai mammiferi e cosi via. Insomma sembra di stare in un parco giochi più che in un museo!
Si fa ora di pranzo e sediamo in una delle tante panchine nei corridoi del museo per mangiare i nostri tramezzini, completando successivamente la visita verso le 16,30. E’ già tardi, considerato che in questo periodo a Londra alle 18 chiude tutto!
Passeggiamo fino ad arrivare al Victoria Albert Museum, avendo solo il tempo di visitarlo brevemente per qualche sala.
Poi ci spostiamo un po’ al centro verso Piccadilly e Leicester Square, e tornando un attimo all’ostello per ristorarci. Per la cena andiamo con Silvia in un ristorante cinese nella zona di Soho, piccolino e molto spartano, mangiando molto bene (come si usa qui, paghiamo un fisso e prendiamo tutto quello che desideriamo a buffet, una vera chicca per gli amanti di questa cucina).
Subito dopo cena prendiamo il metro e per smaltire completiamo l’intensa giornata con una passeggiata notturna sulla riva del Thames. La sensazione nel momento in cui si esce dalla stazione metro è fenomenale: il Big Ben spunta all’improvviso altissimo e gloriosamente illuminato! Ci dirigiamo verso il ponte e attraversiamo il Tamigi in uno splendore di luci riflesse dal fiume. Il Big Ben e la House of Parliament alle spalle si mostrano nella loro grandezza mentre davanti a noi c’è la London Eye, immensa e famosa ruota panoramica, proprio di fronte all’Aquarium. Uno spettacolo eccezionale e sicuramente uno dei posti più affascinanti della Londra notturna!
In questa incredibile e pienissima giornata passata a Londra l’idea del triste ostello è decisamente svanita, ma adesso torna minacciosa la sua ombra dal momento che dobbiamo rientrare a dormire… ci scaraventiamo subito a letto e riusciamo ad addormentarci nonostante la musica alta del pub sottostante all’ostello (che in teoria, se non fosse per il fatto che noi ci dormiamo a fianco, doveva essere un punto a favore del posto poiché chi alloggia non paga nulla per entrare…).
26/1 - LONDON DUNGEON; TOWER OF LONDON; TOWER BRIDGE; OXFORD STREET
Alzati di buon'ora, riprendiamo a passeggiare esattamente dove abbiamo terminato ieri. Scendiamo alla stazione di Waterloo col metro e costeggiamo il Tamigi per un bel pezzo. In realtà un pezzo bello grande, forse anche troppo, dal momento che piove a dirotto e c’è un forte vento (per cui tenere l’ombrello diventa anche un incubo).
Dobbiamo arrivare al famigerato London Dungeon, l’attrazione “horror” più famosa di Londra, ma pensavamo fosse decisamente più vicina… in pratica percorriamo mezza Londra sulla riva Sud del Tamigi da Waterloo fino al Tower Bridge, e quella che doveva essere una passeggiata è diventato un trekking sotto la pioggia! I vasti palazzi (ma non altissimi) adibiti a uffici e strutture pubbliche si alternano a enormi piazze di cemento (non è certo una zona verde questa ma molto moderna), con sportivi che corrono per fare un po’ di jogging sotto la pioggia e ragazzi che si allenano con rollerblade e skateboard. Tutta gente di Londra, i turisti siamo solo noi!
Arriviamo finalmente al Dungeon, e rimaniamo accodati sotto la pioggerellina in una discreta fila per entrare (una delle poche a dire il vero fatta fino ad ora, dal momento che non ci sono tanti turisti a Londra per via del periodo invernale e degli eventi dell’11 settembre, con l’attentato a New York delle Twin Towers).
Finalmente riusciamo ad entrare, pagare i biglietti piuttosto cari e iniziare l’avventura horror! L’attrazione è garantita, anche se a dire il vero qualcosina in più forse ci aspettavamo. All’ingresso scattiamo subito una bella foto a pagamento in una sala tetra, dove Stefania tiene tutta contenta in mano un’ascia e io appoggio la testa pronta a farmela decapitare.
Entriamo poi nelle viscere della terra in un ambiente buio e cupo con strani odori di marcio e di morte. Attraversiamo varie sezioni che ricostruiscono torture medievali, veniamo imprigionati e giudicati da un “Giudice” vecchio stile, finiamo all’inferno sopra un vagoncino che naviga sull’acqua, ripercorriamo tutta la storia di Jack lo Squartatore e terminiamo il tour tra il fuoco dell’incendio di Londra del 1666. Insomma tutto molto allegro, considerato che dei bravi attori vengono ben pagati per travestirsi da streghe schizofreniche e spaventarti a morte!
Finito il London Dungeon che è durato circa un’ora, pranziamo “al sacco” nella stazione metro che sta a lato, al coperto, visto che continua a piovere costantemente. Per rinvigorirci un po’ e scaldarci prendiamo un bel cappuccino “large”, molto diffuso qui a Londra, che consiste in un bicchierone grande come quello large della coca-cola, con la differenza che dentro c’è un buon cappuccino bollente. L’effetto della caffeina è assicurato per molte ore viste le dimensioni del bicchierone (quasi mezzo litro tanto per dare un’idea)! Evidentemente a noi italiani piace prendere tanti caffè un po’ per volta mentre i londinesi si danno la mazzata una volta per tutte e non ci pensano più…).
Continuiamo a piedi verso la vicina Tower of London e la costeggiamo con una bella passeggiata, seguendo la strada principale che porta fino al Tower Bridge. E’ già quasi buio ma pensiamo comunque di trovarlo ancora aperto (non sono neanche le 17); invece con nostro grande rammarico la strada del ponte è interrotta per lavori ed è tutto chiuso. Insistiamo almeno per un giro panoramico ammirando la bellezza esteriore di questo eccezionale monumento, che si illumina sempre di più man mano che scende il buio. Ovviamente lo sfondo del Tamigi non è da meno, con tutto lo sfolgorare delle luci dei palazzi e dei ponti che si riflettono sul fiume, una vista magnifica!
Passate le 18 ormai non ci rimane che fare un ultimo giro in centro per trovare qualcosa di aperto, e così riprendiamo il metro e passeggiamo per Oxford Street e Regent’s Street, brulicanti di gente, negozi e bus a non finire.
Entriamo da Hamleys, un immenso negozio di giocattoli (un palazzo a 5 piani), con scompartimenti di ogni genere: dai pupazzi, ai trenini, alle macchinine radiocomandate, alle gigantesche costruzioni LEGO (di cui una di Darth Vader e del mitico robottino di Star Wars D2R2). E’ un vero spasso, si può trovare qualunque tipo di giocattolo mai creato dall’uomo!
Per la cena andiamo da Silvia, che abita nel quartiere di Soho in un monolocale molto grazioso, come tipico di moltissimi lavoratori-studenti qui a Londra, italiani e non. E’ una vera gioia poter fare un bel piatto di pastasciutta come si deve, visto che la dieta alimentare qui è piuttosto carente…
Guardiamo un po’ di TV inglese e commentiamo l’atteggiamento usuale degli inglesi nel fare “complain” per ogni cosa, soprattutto nel campo dei negozi e dei ristoranti. La concezione del cliente in Inghilterra è molto diversa dalla nostra, qui è sacro e sovrano e questo porta a un’organizzazione decisamente diversa. In ogni esercizio commerciale esiste la figura del manager, sempre riconoscibile e presente con tanto di cartellino, che sta “al di sopra” del comune personale che lavora a contatto con il pubblico (camerieri o commessi tanto per fare un esempio). Quando qualcuno ha un problema, o è insoddisfatto di un prodotto, o vuole semplicemente sbraitare tanto per lamentarsi di qualsiasi cosa secondo lui non vada bene in quel posto (dall’organizzazione, al personale, persino alla struttura fisica e alla disposizione dei locali o servizi), si pronunciano le parole magiche: “voglio parlare col manager!”, e si fa un complain. E gli inglesi sono maestri d’arte in questo, fanno complain per tutto e per qualunque insignificante cosa (a volte davvero difficile anche da concepire per noi italiani, tanto che qui, con alcuni esempi che ho sentito, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate!). In ogni caso c’è da considerare il lato remunerativo, poiché ad ogni complain accettato (anche per lettere scritte talvolta e non solo per lamentele orali) si riceve un voucher, ovvero un “buono sconto” per la successiva volta che si ritorna, ad esempio, in un ristorante, o in un negozio e così via… (e mica stiamo parlando di spiccioli!). Per tutti i clienti che si sentono incompresi, Londra è il posto giusto per andare alla ribalta!
27/1 - NOTTING HILL; ST.JAMES PARK; BUCKINGHAM PALACE; TRAFALGAR SQUARE; NATIONAL GALLERY; TROCADERO CENTER
Iniziamo la giornata prendendo il metro e scendendo a Notting Hill, tranquillo e famoso quartiere di Londra. Il susseguirsi di case bianche o colorate pastello danno a questo quartiere un aspetto molto omogeneo; sembra proprio di camminare per le strade del riuscitissimo film di Julia Roberts e Hugh Grant, in particolar modo nei pressi del rinomato mercatino di Portobello Road, quando riconosco il negozio di Tattoo di cui Grant parla all’inizio del film. Al contrario delle aspettative però il mercatino è piuttosto deserto, forse perché è domenica, forse perché pioviggina, ma le bancarelle sono davvero sporadiche e la gente pure.
Passeggiamo un paio d’ore e per l’ora di pranzo ci spostiamo col metro nell’enorme e moderna Victoria Station, per prendere qualche tramezzino confezionato e il mega-cappuccino molto più funzionale di qualunque tiramisù.
Qualche altra fermata del metro e arriviamo nei pressi di Buckingham Palace. Attraversiamo per un pezzo il Green Park e ci fermiamo nella piazza turistica di fronte al palazzo per le foto di rito. La fontana e i giardini intorno sono molto belli, la reggia tutto sommato non è particolarmente appariscente nel suo complesso ma all’interno presumo il discorso cambi notevolmente.
La passeggiata continua per il St. James Park diventa divertente per la presenza della fauna locale, oltre per la bellezza dei parchi. Le varie specie di paperelle e oche unite agli uccelli neanche si contano, ma la particolarità sono sicuramente gli scoiattoli, veloci e sfuggevoli, che vengono a prendere le noccioline dalle mani e si arrampicano a razzo sugli alberi. Molto furbi e sospetti, qualche volta si lasciano andare salendo persino sulla spalla, ma mai facendosi accarezzare, e sgattaiolano da una parte all’altra del parco in modo assai buffo.
La luce purtroppo è poca ed è difficile fotografarli in pose decenti con lo zoom, ma dopo vari tentativi (il vantaggio di avere la fotocamera digitale!) sono riuscito con grande soddisfazione e senza flash a riprenderne uno in primissimo piano che mangia niente poco di meno che le nostre Pringles (dal momento che non abbiamo comprato le noccioline e non possediamo niente altro di commestibile!). Chissà se lo stomaco dello scoiattolo è rimasto contento delle patatine; comunque per almeno i dieci minuti successivi è ancora vivo e continua a seguirci per un po’, forse contento della succulenta novità culinaria…
A poca distanza dal parco si trova Trafalgar Square, altra famosa grande piazza di Londra, e anche questa doverosamente decorata con ampie fontane e giochi d’acqua. Di fronte ha sede la National Gallery, decisamente imperdibile per chi abbia almeno un minimo di gusto per l’arte della pittura. A me, per esempio, la pittura non ha mai entusiasmato, eppure non posso fare a meno di rimanere allibito di fronte ai bellissimi saloni decorati con migliaia di capolavori di ogni epoca. In particolar modo colpiscono alcuni quadri di Van Gogh e più di tutti i lavori del Canaletto, enormi pitture con quella precisione fotografica dei particolari assolutamente nitida ed incredibile, con la quale ha riprodotto magnifiche immagini di Venezia… straordinario!
All’uscita dalla National Gallery è già buio, e sostiamo in un Coffee Republic (una catena molto diffusa a Londra), a fianco del Virgin Store, prendendo un doveroso caldo cappuccino ristoratore.
Passeggiamo ancora verso il centro tra le luci di Londra, fino ad arrivare al Trocadero Center, un vero e proprio palazzo del divertimento! All’ingresso si trovano diversi ottimi shop, ricchi di ogni genere di souvenir londinesi, nonché un coloratissimo e succulento negozio di caramelle! All’interno attraversiamo un ampio salone, da una parte si può andare al cinema, mentre con delle scale mobili colorate di luci spaziali si può salire ai piani superiori, pieni di videogiochi di ultimissima generazione. Al centro della struttura invece c’è un’attrazione da urlo: un tubo che parte dal soffitto fino al pian terreno dove sono installati dei seggiolini, che a turno cadono dall’alto all’improvviso regalando ai poveretti seduti la sensazione di buttarsi nel vuoto per qualche secondo… C’è musica ovunque, si sentono ogni tanto le urla dei malcapitati che si gettano nella simpatica attrazione, ci sono ragazzi giovani e non, in un ambiente più simile ad un’astronave che ad una sala videogiochi. Compriamo qualche gettone e saliamo ai piani di sopra a giocare come bambini, divertendoci moltissimo pur non essendo per niente frequentatori di questo tipo di attrazioni.
Più tardi passiamo da Silvia a Soho, che ci offre una squisita fetta di torta, e torniamo sfiniti all’ostello.
Su questo stesso sito, leggerete quanto prima il diario dei giorni successivi con tante indicazioni per visitare al meglio Londra!
Complimenti per le notizie utili e per le foto! Aspetto la continuazione del resoconto di viaggio che mi sarà utilissimo per una prossima andata a Londra, approfittando delle tariffe aeree low cost. Etta