Creta, puro oro mediterraneo! - Parte seconda

Il diario del viaggio nella parte orientale dell’isola

Riprendiamo il resoconto di questo viaggio con il diario della seconda e ultima settimana. La prima parte, dallo stesso titolo, è già disponibile su questo stesso sito al link http://www.cisonostato.it/diario_dettaglio.php?idD=1046
Itinerario
In partenza da Ieràpetra, abbiamo esplorato l'estremità sudorientale di Creta, altopiani selvaggi con una grande concentrazione di pale eoliche e stupende spiagge appartate quali Xeròkambos e Kato Zakros, per fare tappa poi a Sitìa. Da qui abbiamo fatto una digressione a nord-est verso le spiagge di Vài e Ìtanos per poi puntare a ovest. Scelto come base per quattro giorni un residence tra Àgios Nikòlaos ed Eloùnda, abbiamo visitato l'isola di Spinalonga, l'affascinante altopiano di Lassìthi e dedicato una giornata ritornando a Ieràpetra per un'escursione all'isola di Chrisi.
Gli ultimi tre pernottamenti sono avvenuti nella capitale Iràklio, con visita della città e dello straordinario Museo Archeologico, oltre alle deviazioni su Rèthimno, il monastero di Monì Arkàdi, l'altopiano del Monte Ida e l'imperdibile sito di Knossos.
Da non perdere
Sabato 11 giugno 2005
IERÀPETRA - SITÌA (km. 139 / 1121)
Lasciamo Ieràpetra puntando decisamente in direzione est, su un tratto che per una trentina di km. ricalca la linea costiera. Da Makrigialos svoltiamo verso l'interno, per un cambiamento di paesaggio che in breve si fa repentino: alture brulle e ondulate in cui la strada si svolge tortuosamente, con vedute costanti su crinali sempre più disseminati di pale eoliche.
Giunti al bivio di Episkopi (km. 47 da Ieràpetra), svoltiamo a destra: di lì a poco dirigiamo verso le rovine della città post-minoica di Praesos, segnalata in misura abbondante ma imprecisa, tanto da farci girare a vuoto tra malagevoli sterrati che si intersecano. Giunti al "presunto sito", ci troviamo su uno slargo incolto che dà su un'area recintata ammantata di folte sterpaglie: lo stato di annoso abbandono comprende anche un tabellone d'informazione e un bando di appalto lavori, entrambi allo sfascio. L'ho già detto nella Prima Parte, è la sola nota stonata di questo viaggio: opere di recupero mai iniziate, con fondi della Comunità Europea evidentemente "dispersi" in chissà quali tasche…
Continuiamo verso sud-est per 17 km. toccando Handras e Ziros, in una conca di fitti uliveti e vigneti. La strada va ora scendendo a stretti tornanti verso il mare per 14 km. e richiede attenzione per le scarse protezioni laterali. Il premio è però sontuoso e se ne può avere una prima spettacolare vista dall'alto: è la spiaggia sabbiosa di Xeròkambos, una delle più belle e solitarie di Creta, situata in un'ansa a mezzaluna nella quale spiccano tre faraglioni rocciosi.
Non vi rinunceremmo per nulla al mondo e in pochi minuti siamo là: passiamo un paio d'ore di assoluto relax in un'acqua cristallina come poche altre, attorniati da uno scenario da favola del quale siamo padroni incontrastati solo noi quattro!
Grazie a una strada secondaria ma più accessibile di quanto la cartina faccia pensare, tagliamo verso Kato Zàkros, cha raggiungiamo dopo 16 km. Siamo giusto a metà giornata e capita a proposito la presenza della Taverna Nikos: i muri bianchi a calce, l'affaccio sulla spiaggia, qualche barchetta ancorata, il bel pergolato ombroso, i tavoli e le sedie celesti impagliate compongono un quadro perfetto della Grecia che tutti abbiamo in mente. Anche la cordialità dei gestori e l'ottimo rapporto tra prezzo e qualità, ancora una volta, non tradiscono.
In zona vi sono due importanti attrattive: una è l'area archeologoca del palazzo minoico di Kato Zàkros, alla quale però abbiamo già deciso di rinunciare, avendone già visitato altre analoghe (vedi Prima Parte del resoconto) ed intenzionati ad approfondire al meglio nei giorni a venire la più significativa, quella di Knossos.
L'altra è la cosiddetta Valle della Morte (o dei Morti), una gola che parte poco a valle del villaggio di Ano Zàkros per ridiscendere fino al mare: il percorso si svolge su un sentiero tra scoscese pareti rocciose perforate da numerose cavità naturali utilizzate nell'era minoica quale sepoltura dei morti. L'escursione ha la durata di circa un'ora e mezza ed io, Lino ed Enzo l'organizziamo grazie all'auto con cui Marina ci conduce all'attacco per poi scendere ad attenderci a Kato Zàkros. Forse anche per via del caldo e del tracciato in certi punti impervio tra massi e cespugli spinosi, la gita non ci trasmette particolari emozioni, specie se confrontata con le Gole di Samarià già ammirate: meno male che, giunti alla spiaggia, possiamo godere dell'ennesimo bagno nello splendido mare cretese!
Percorriamo a ritroso il tratto fino ad Ano Zàkros e proseguiamo verso nord finché, giunti a Palèkastro, decidiamo di rinviare a domani il giro dell'estremo promontorio nord-orientale preferendo puntare su Sitìa, già individuata come luogo strategico di pernottamento.
Giunti in città, ci imbattiamo subito in un paio di agenzie di affitto alloggi, ma le soluzioni e i prezzi proposti non ci convincono, per cui preferiamo il consueto "fai da te" e come al solito facciamo bene: poche centinaia di metri dietro il lungomare ci orientiamo sull'affittacamere "Dimitra" (Petras 72300, tel. 28430-22047-28235), dove concordiamo due confortevoli unità familiari affacciate sull'orto di casa al prezzo di 25 euro ciascuna.
Il nucleo principale di Sitìa è dominato in alto dalla Kazàrma, fortezza seicentesca che caratterizza il profilo del colle dal quale scendono numerose stradine affluenti sull'animato porto; la piacevole passeggiata a mare è occupata da una sequenza ininterotta di tavoli rivolti da una parte al molo e dall'altra ai rispettivi ristoranti che in alcuni casi hanno anche un accesso dalla via parallela interna. L'impronta turistica sembra lieve, vista la prevalenza di clientela locale intenta, oltre che a pranzare, anche a giocare a carte o backgammon, bere caffè o ouzo e chiacchierare.
E' quindi difficile sbagliare nella scelta, tanto è vero che per un buon pranzo di pesce alla "Sitìa Tavern" ce la caviamo con una cinquantina di euro totali (ricordo che siamo in quattro).

Domenica 12 giugno
SITÌA - ÀGIOS NIKÒLAOS (con digressione a Vài) (km. 135 / 1256)
Appena una settantina di chilometri dividono Sitìa da Àgios Nikòlaos, dove abbiamo già prefissato di fare tappa per quattro notti, cosicché possiamo dedicare buona parte della giornata all'estremità nord-est dell'isola.
Dopo 15 km. da Sitìa, il primo luogo di visita è Monì Tòplou, uno dei più importanti monasteri cretesi sia sotto l'aspetto storico che quello artistico: ne consegue che sia sempre affollato da gruppi organizzati, anche oggi nonostante che vi giungiamo in anticipo di qualche minuto sull'apertura delle 9. Ci vuole quindi un po' di pazienza per apprezzare al meglio il complesso sacro, con i bei cortili interni, alcuni suggestivi sottopassi, diverse pregevoli opere d'arte: un vero capolavoro, davanti al quale merita soffermarsi a lungo, è un'icona del 1770 che ritrae 61 scene dell'Antico Testamento intersecantisi l'una con l'altra, dipinte con indicibile minuzia dei particolari.
Notevole è anche il colpo d'occhio da lontano sull'edificio, situato su una piana disseminata da ulivi, che dà più la sensazione di una fortezza a causa delle massicce mura perimetrali: non a caso il suo nome deriva dal termine turco "top" = cannone, in riferimento, appunto, al cannone che, al tempo del dominio veneziano, dalla sommità delle mura era perennemente puntato verso il portone d'ingresso.
Lasciato il luogo di culto, percorriamo gli ultimi 10 km. di strada prima della penisola di Sidhero, il cui accesso è precluso in quanto zona militare. Ci troviamo a Ìtanos, sito di un antico insediamento prima minoico e poi fenicio, i cui resti sono adiacenti a tre spiaggette da incanto, per fortuna non ancora "valorizzate" da strutture turistiche: inutile dire che non ci facciamo mancare un'interminabile nuotata nella pace più assoluta!
Un mondo completamente diverso è quello di Vài, nonostante disti da Ìtanos non più di due chilometri in linea d'aria. Il luogo ispira sensazioni contrastanti: da un lato non si può non apprezzarne l'oggettiva bellezza, con le migliaia di palme rigogliose a ridosso della sabbia bianca e del mare limpido con una cerchia di scogli che ricordano un atollo, dall'altro lo schieramento di pullman parcheggiati, la sequela di ombrelloni e sdraio, il notevole affollamento già all'inizio di giugno fanno rimpiangere ciò che doveva essere questo posto prima dell'avvento del turismo di massa.
Ma per fortuna conosciamo… il trucco. Da altri resoconti di viaggio abbiamo avuto la dritta giusta: basta portarsi sul belvedere dietro il ristorante, proseguire su un sentierino tra i cespugli e scendere in una decina di minuti a una spiaggia che ben pochi si prendono la pena di raggiungere. Meglio così: ci godiamo in totale solitudine un bagno favoloso e una tranquillità impensabile dietro l'angolo.
Ci attendono ora i 24 km. già percorsi tra Vài e Sitìa, oltre la quale ci immettiamo sulla statale 90 - coincidente con la già nota E75 - che corre tra gradevoli paesaggi collinari intervallati da piccoli paesi: di tanto in tanto si aprono belle vedute verso sud su massicci montuosi solcati da profonde gole e verso nord su scorci costieri.
La sola località di mare raggiungibile con un certo agio (il che significa una stradina di 7 km. a ripidi tornanti che fa perdere velocemente quota) è Mohlos (o Mochlos). Il piccolo villaggio di pescatori, non (ancora) preda di grosse pressioni turistiche, merita senz'altro la deviazione per la stupenda posizione, le stradine di case bianche ammantate di fiori, alcune pittoresche taverne e il mare cristallino. Le antistanti isole di Mohlos (minuscola, appena 150 metri dalla costa) e Psìra (larga 2 km. e un poco più al largo) sono spesso meta di spedizioni di archeologia subacquea.
All'altezza di Pachia Ammos la strada ritorna litoranea, in un susseguirsi di panorami sull'ampio Golfo di Mirabello. Àgios Nikòlaos dista ormai solo una ventina di chilometri e vi giungiamo intorno alle 17. Per l'alloggio andiamo a colpo sicuro grazie all'indicazione di Mania Capulzini nel suo resoconto "Sulle strade di Creta" (bello, vero, utilizzare il proprio sito per preparare un viaggio´): la struttura, a metà strada tra Àgios Nikòlaos ed Eloùnda, è il "Sunlight Hotel", dotato di belle unità a schiera con una vista strepitosa sul golfo, aria condizionata, piscina circondata da alberi, per le quali spuntiamo il prezzo di 22,50 euro ciascuna comprensive di prima colazione. Raccomandatissimo! ;-)
Dal primo impatto Àgios Nikòlaos ci risulta subito attraente, pur avendo meno storia e meno eminenze architettoniche delle altre maggiori città cretesi. La sua carta vincente è la bellissima posizione. Il fulcro dell'animazione è il Lago Voulismèni, in origine specchio di acqua dolce poi unito al mare con un canale nel 1871 e oggetto dell'antica credenza di essere senza fondo, le cui rive sono disseminate di taverne e negozi. Dalla fortezza Mirabello, edificata nel Duecento dai Genovesi, scendono una quantità di ripide stradine che possono richiamare, naturalmente in miniatura, la struttura di San Francisco, sulle quali è bello passeggiare, curiosare e fare shopping.
Per la cena, seguiamo il consiglio di svincolarci dal Lago (area più turistica e più cara) e ci orientiamo sui ristoranti affacciati sul porto: scegliamo "Ariadne" sul molo Akti Koundourou, dove una pregevole cena di pesce, non priva di alcune raffinatezze, ci costa in totale 64 euro.
Riusciremo prima o poi a mangiare male´

Lunedì 13 giugno
ÀGIOS NIKÒLAOS E DINTORNI + SPINALONGA (km. 65 / 1321)
Il tratto di una decina di chilometri fra Àgios Nikòlaos ed Eloùnda è forse la zona di Creta in cui sono sorte le strutture ricettive più lussuose. Il fatto è spiegato dall'oggettiva bellezza dello scenario che si gode dalla strada, alta sul mare, con magnifiche vedute sul Golfo di Mirabello, l'isolotto di Àgios Pàndes e la penisola di Spinalonga.
Proprio quest'ultima meta, insieme con il forte sull'isola di Kalìdon, occuperà buona parte della nostra giornata odierna. L'accesso dalla terraferma avviene dall'estremità meridionale ed è costituito da un sottile istmo a pelo dell'acqua, nella quale si possono scorgere i resti dell'antica città dorica di Oloùs (Olunte), della quale si sa peraltro molto poco. Di essa, sono ancora presenti sulla penisola i resti ben restaurati di tre mulini in pietra e un bel mosaico con pesci e delfini, unica testimonianza di una basilica paleocristiana.
Lasciata l'auto nei pressi, è nostra intenzione recarci per un bagno sul versante orientale di Spinalonga, quello rivolto verso il mare aperto. Un sentiero che sembra evidente ci porta però in mezzo agli sterpi, facendoci perdere non meno di mezz'ora; individuiamo infine la traccia giusta e in una quindicina di minuti raggiungiamo una stupenda caletta deserta contornata da macchie di ulivi. Il tempo per l'ennesima, memorabile, nuotata ed ecco quello che non avremmo mai voluto vedere: un battello turistico attracca a un molo poco distante, riversando in pochi minuti sulla spiaggia una quantità di vacanzieri tale da rendere impossibile trovare lo spazio per stendere l'asciugamano. E non oso immaginare in quali condizioni sarà lasciata quando i "barbari" se ne andranno.
Ovviamente battiamo in ritirata, ma non posso non biasimare questo vergognoso modello turistico; gli "sbarchi", come verremo a sapere, avvengono ogni giorno all'esatto scoccare delle 11, ne tenga conto chi si illuda di avere scoperto un'oasi di pace.
Tornati a Eloùnda, raggiungiamo in 6 km. Plàka, grazioso villaggio di pesca e molo di partenza per i battelli che a intervalli di 30-60 minuti collegano in pochi minuti l'isola di Kalìdon, che i Veneziani chiamavano Spinalonga come la Fortezza da essi erettavi alla fine del Cinquecento.
Vi sbarchiamo poco prima di mezzogiorno, paghiamo 7 euro d'ingresso e ci dedichiamo alla visita dell'interessantissimo complesso, la cui storia passò per diverse fasi: baluardo difensivo dei Veneziani anche dopo la conquista di Creta nel 1669 da parte dei Turchi, conquistata da questi nel 1715 ed abbandonata nel 1898, fu nel 1903 trasformata in lebbrosario. Con questa funzione rimase attiva, quale vera e propria comunità autosufficiente, con scuola, negozi, lavanderia, magazzini, spazi d'incontro, cappella, fino al 1957, quando ormai il morbo era stato debellato grazie ai progressi della medicina. Una visita esauriente può durare tra i 60 e i 90 minuti e si sviluppa lungo la cerchia dei bastioni, dai quali le deviazioni verso i vari corpi danno un'idea molto istruttiva della vita quotidiana che vi si svolgeva. Degni di nota sono anche i bellissimi scorci panoramici all'intorno sempre nuovi, dato che il percorso ha un andamento ad anello.
Tornati a Plàka, consumiamo uno spuntino in una delle taverne con pergolato che offrono un bel colpo d'occhio su Kalìdon e Spinalonga, consultando al contempo la carta stradale: nei nostri viaggi ci piace, avendone il tempo, andare alla scoperta di itinerari poco o niente citati nelle guide e la penisola all'estremo nord di Plàka ci attira particolarmente.
Occupiamo così un paio d'ore girando, quasi senza meta, tra un intrico di stradine e paesini ai margini del turismo: niente di clamoroso, ma un continuo alternarsi di collina, montagna e mare che costituisce un po' la sintesi di questo nostro viaggio a Creta.
La sorpresa più gradita, in corrispondenza a una microscopica indicazione sulla mappa, è il monastero di Monì Aretìou, in splendido isolamento tra i villaggi di Karidi e Valtos su un pendio di ulivi e macchia mediterranea. Non ne proviene segno di vita, nonostante siano aperti tutti gli ingressi, sia dall'esterno sia la chiesa, la cappella e i corpi abitativi, e la grande cura dei cortili e dei giardini. Alcuni lavori in corso fanno pensare alla parziale destinazione ad ospitalità o vendita di prodotti: per il momento, lo classifico come bel ricordo di viaggio.
Rientriamo all'hotel intorno alle 17, godendoci un paio d'ore di piscina sotto questo meraviglioso sole che non ci ha mai abbandonato dopo dieci giorni di permanenza sul suolo cretese.
Per la cena, questa sera cambiamo zona: affacciato sulla Kitroplatia Beach, praticamente l'unica spiaggia sabbiosa nel nucleo storico, "Faros" con i profumi del suo barbecue attira i passanti come il pifferaio magico. Non opponiamo alcuna resistenza alle sue lusinghe e prendiamo posto senza indugio sotto il pergolato: una volta tanto ci orientiamo sulla carne e non ce pentiamo, visto che per una ricchissima e squisita grigliata mista non spendiamo che 64 euro complessivi.

Martedì 14 giugno
ÀGIOS NIKÒLAOS - IERÀPETRA - ISOLA DI CHRISI e ritorno (km. 70 / 1391)
Facendo il punto sul nostro programma di viaggio, ci rendiamo conto - nonostante i ritmi da "slow travel" tenuti - di essere in anticipo sui tempi previsti. Potremo così dedicare una giornata quasi completa alla vita di spiaggia e lo faremo sull'isola di Chrisi, alla quale rinunciammo quattro giorni fa, quando pernottammo a Ieràpetra. La città dista appena 35 km. da Àgios Nikòlaos ed abbiamo tutto il tempo di recarcisi e imbarcarci sul battello delle 10 che in un'ora raggiunge l'isola, distante dalla costa una quindicina di chilometri.
L'originale denominazione di Gaidhouronìsi (isola degli asini) ha, comprensibilmente, lasciato il posto al più poetico nome di Chrisi, vale a dire "isola dorata", del tutto giustificato dalla sua bellezza: il visitatore è accolto da dune di sabbia candida, macchie di ginepri, alberi di cedro, mare limpido dalle mille sfumature di colore. L'attracco del traghetto avviene sulla costa meridionale, dove sorge l'unica struttura, una taverna con pergolato attiva solo in estate. Da qui i turisti si disseminano lungo le spiagge dell'isola (in tutto, un paio di kmq.), in particolare verso la Gold Beach, sulla costa settentrionale, raggiungibile con una passeggiata di dieci minuti. Qui sono anche disponibili ombrelloni e sdraio in affitto e non ci serve altro per passare cinque ore in totale relax in attesa del traghetto di ritorno in partenza alle 16.
Rientrati a Ieràpetra, individuiamo due luoghi di sosta interessanti sulla via del ritorno verso Àgios Nikòlaos. Il primo, dopo 8 km., è Episkopi (solo omonima della località toccata tre giorni fa): qui, oltre il consueto quadro di vita quotidiana d'altri tempi con la piazza e la gente seduta davanti ai kafenìon, merita attenzione la chiesetta di Àgios Georgios, forse luogo di sepoltura di un martire cristiano, per l'originale cupola rosa sostenuta da archi in mattoni su sfondo azzurro. Il secondo richiede una deviazione poco oltre Pachia Ammos, per una strada di sei km. in buona parte sterrata che taglia un ripido pendio tra ovili e capre al pascolo: si tratta del monastero di Monì Faneromèni, autentico nido d'aquila addossato a rocce strapiombanti più simile a una fortezza, la cui ardita posizione è percepibile già da fondo valle. Stando alle guide, le monache che lo occupano lo fanno visitare a richiesta ma, pur bussando ripetutamente, nessuno ci apre: sono quasi le 19, saranno già a nanna´ Ci consoliamo con lo spettacoloso panorama sul Golfo di Mirabello, che spazia fino al promontorio di Mohlos e l'isola di Psìra, già ammirati l'altro ieri.
Rientro in albergo, doccia, ed eccoci pronti per la cena. Quando facciamo sosta più giorni nella stessa città, di solito ci piace cambiare ogni sera ristorante, ma questa volta facciamo un'eccezione, dato che, dopo la carne di ieri, vogliamo mettere alla prova "Faros" anche con il pesce. Promosso con lode! Per 74 euro ci imbandisce un assortimento che facciamo fatica a finire: e state certi che nessuno di noi è inappetente, tanto più che oggi a Chrisi abbiamo mangiato un tristissimo panino…

Mercoledì 15 giugno
ÀGIOS NIKÒLAOS - ALTOPIANO DI LASSÌTHI - ÀGIOS NIKÒLAOS (km. 150 / 1541)
Ultima giornata di permanenza nell'area di Àgios Nikòlaos, con un programma di visite piuttosto intenso.
Cominciamo puntando a sud-ovest verso Kritsà, che si raggiunge in una quindicina di chilometri. La cittadina è piacevole, in particolare le stradine secondarie con le case bianche tappezzate di fiori; sulla via principale si affaccia una sequenza ininterotta di negozietti di artigianato, in particolare tessuti ricamati, merletti, coperte, tappeti per i quali la zona è rinomata, ma anche ceramiche, lavori in vimini, manufatti vari e caffè all'aperto. Nell'abitato sono presenti tre chiese, di cui, ahimè, una sola è aperta: non ne ricordo il nome, è comunque la più grande e moderna, ma merita una visita per la quantità e il pregio delle icone e dei dipinti su legno custoditi al suo interno.
Appena un paio di km. fuori Kritsà, circondato da ulivi e cipressi, è situato uno dei luoghi imperdibili di ogni viaggio a Creta: la chiesa trecentesca di Panagìa i Kerà (traducibile in "Madonna Signora del Creato"), capolavoro di arte bizantina e sito di grande spiritualità. Le tre navate interne, individuabili anche dal profilo a tre cuspidi della facciata e dalle tre absidi, sono completamente rivestite di affreschi, alcuni rovinati e altri ben mantenuti, illustranti figure di Santi e Profeti, episodi della Bibbia, della vita di Maria e del Cristo, scene del Giudizio Universale. Per un'esauriente osservazione delle 112 diverse scene in cui i cicli pittorici sono suddivisi è opportuno provvedersi di un prospetto dettagliato: ottimo quello riportato alle pagine 106 e 107 della guida Ulysse/Moizzi. Purtroppo all'interno non è consentito fotografare e per avere qualche ricordo cartaceo (cartoline, libri, riproduzioni) di questo bellissimo luogo occorre indirizzarsi al vicino centro visite.
Tre km. a nord è situato il sito archeologico di Latò, una delle sorprese più gradite del viaggio. Ammetto di averne del tutto ignorato l'esistenza fino ad oggi e sono lieto di avere colmato la lacuna: si tratta degli estesi resti di un'antica città dorica dell'VIII sec. a.C., trascurata dalla più parte dei viaggiatori, a torto dato che le varie parti della struttura urbanistica sono consistenti e identificabili assai meglio che in altri siti più visitati e decantati. Dopo l'ingresso, un sentiero sale tra quelle che erano le unità abitative (a sinistra) e le botteghe (a destra) fino a raggiungere il nucleo centrale dell'agorà, sull'insellatura tra due colli; sui pendii che si fronteggiano si riconoscono cisterne, il teatro, una scala monumentale, resti di templi e altari. Come valore aggiunto, si possono ammirare le ampie vedute sul Golfo di Mirabello a est e sulla catena delle Oros Dìkti a ovest.
Percorriamo ora a ritroso il tratto fino alla ricongiunzione con la E75 / 90 per imboccare dopo 6 km. - all'altezza di Àgios Georgios - il bivio per l'altopiano di Lassìthi, strada che le carte classificano per intero panoramica.
Quest'area prevalentemente coltivata a frutteti, che si estende per circa 45 kmq. su una quota media di 800 metri, circondata da catene montuose tra i 1000 e gli oltre 2000 metri, è talvolta citata anche semplicemente come "l'altopiano dei mulini a vento": la definizione è in realtà impropria, in quanto le strutture che lo caratterizzano sono invece tralicci metallici sormontati da pale in tela che con l'azione del vento azionano pompe di irrigazione. Il tutto fu una colossale opera attuata al tempo del dominio veneziano allo scopo di garantire l'acqua alle colture della piana.
Essendo giugno, lo scenario delle centinaia di "mulini" con le pale bianche che ruotano ci è purtroppo precluso, in quanto vengono montate solo nei mesi di luglio e agosto, salvo poche eccezioni che si scorgono qui e là; non solo, anche questo è uno spettacolo destinato a scomparire, visto il progressivo affermarsi delle pompe a motore, più pratiche anche se meno ecologiche e romantiche.
Dalla citata Àgios Georgios la strada sale tortuosamente offrendo scorci sempre nuovi su ondulazioni selvagge, minuscoli paesini, isolate cappellette, ovili in pietra che ricordano i nuraghi sardi. E' l'unica occasione di tutto il viaggio in cui abbiamo difficoltà a trovare un posto in cui fare uno spuntino: sono ormai le 14 passate quando a un tornante presso Exo Potami ci appare "Vagelis", una taverna dal cui pergolato si domina un vallone a perdita d'occhio costellato di villaggetti bianchi e nella quale, nonostante l'isolamento del luogo, ci vengono approntati degli ottimi souvlàki.
Poco più avanti, dopo un valico a quota 1012 con tabellone di orientamento, eccoci a un bivio: prendiamo a sinistra, per raggiungere dopo 8 km. il parcheggio di Psichrò. E' il punto di partenza per la visita del Dìkteo Andro, l'antro in cui secondo la mitologia nacque Zeus, luogo ormai fagocitato dal turismo al cui proposito mi sembrano opportune alcune avvertenze:
1. il parcheggio "sarebbe" a pagamento, ma ce ne siamo accorti solo all'uscita e l'uomo del chiosco non si è minimamente smosso per venire a incassare: regolatevi un po' voi…
2. se volete bere un caffè al bar-ristorante, chiedetelo con chiarezza piccolo (€1,50), altrimenti ve lo porteranno "di default" grande (€3), nel senso che è identico al piccolo ma con quantità doppia di acqua;
3. dei due sentieri per la grotta, le indicazioni per la salita indicano quello di destra, dissestato e sassoso, riservando per la discesa quello di sinistra, agevole e ben lastricato: il business sta nell'invogliare a risparmiare la fatica del primo proponendo la salita a dorso di mulo (€10 a testa per un tragitto di una quindicina di minuti). L'ovvio consiglio è quello di usare il sentiero di sinistra sia per l'andata che per il ritorno (senza mulo…).
In effetti, basta e avanza sganciare i 4 euro per l'accesso al Dìkteo Andro: non per sminuire il valore evocativo della leggenda, né gli interessanti ritrovamenti archeologici, ma la grotta, il cui fondo ad 84 metri di profondità è raggiunto con una serie di gradini in cemento, non ci sembra francamente nulla di entusiasmante. In quanto a stalattiti e stalagmiti, ne abbiamo visto di più belle in quantità in giro per il mondo, Italia compresa!
Esaurita la visita, è d'obbligo ripercorrere gli 8 km. che riportano al bivio e prendere a sinistra in direzione nord: superiamo senza fermarci Tzermiado, centro principale dell'area ormai totalmente deputato al turismo, per fare invece sosta al Passo di Ambelos (m. 900).
Il luogo è di grande suggestione, a cominciare dal panorama completamente nuovo che si apre al di là del valico, esteso fino al Golfo di Malia. Ma sono affascinanti soprattutto le rovine di una trentina di mulini allineati sui due crinali che confluiscono sul passo, posizione che evidentemente consentiva di sfruttare al massimo la forza del vento: questi sono veri mulini in pietra, utilizzati per macinare il grano, alcuni ben conservati e al cui interno si scorgono gli ingranaggi e i meccanismi originali per la frantumazione del cereale.
Sei chilometri più avanti effettuiamo l'ultima sosta della giornata a Krasi, villaggio di poche anime immerso tra castagneti: la platìa (piazza) è un angolo di pace quasi fermo nel tempo, con una bella fontana-lavatoio ad arcate e un rigoglioso platano, considerato il più grande di Creta, tanto da proteggere con la sua ombra tutti i tavolini delle circostanti taverne.
La giornata in pratica si esaurisce qui: non restano che i 15 km. fino alla congiunzione con la New Road e gli ulteriori 35 per tornare al nostro albergo.
Prima o poi una cena insoddisfacente doveva capitarci ed accade in questa undicesima sera cretese alla taverna Ìtanos, nei pressi della piazza della Cattedrale di Àgios Nikòlaos. Nonostante il locale sia suggerito da due delle nostre tre guide, la delusione è forte: oltre metà delle portate elencate sul menu non sono disponibili e quelle prescelte sono scarse e mediocri. La spesa è contenuta (37 euro totali), ma è l'unica consolazione.

Giovedì 16 giugno
ÀGIOS NIKÒLAOS - IRÀKLIO con digressioni (km. 265 / 1806)
Lasciamo definitivamente Àgios Nikòlaos, che ricorderemo sempre con piacere, in direzione del capoluogo cretese Iràklio, dove abbiamo intenzione di passare gli ultimi tre pernottamenti del viaggio.
Il tratto iniziale di 35 km. coincide in senso inverso al tratto di New Road percorso ieri al ritorno da Lassìthi, dopodiché continuiamo senza soste intermedie alla volta di Knossos - ormai alla periferia di Iràklio - che raggiungiamo poco prima delle 10. Fa parecchio caldo, il parcheggio superaffollato di pullman, la coda alle biglietterie, la marea umana in movimento non sono certo il miglior viatico per godere al meglio il più importante sito archeologico di Creta. Ma è il solito discorso: se un luogo attira me, è ovvio che attiri tanti altri e ci consoliamo al pensiero di quanto i disagi debbano essere ben più pesanti in luglio e agosto.
Non mi sembra il caso di improvvisarmi guida turistica elencando pedissequamente le varie eminenze che si visitano e credo più sensato rimandare all'immensa letteratura riguardante il Palazzo sia su carta che su Internet. Faccio una sola considerazione riguardo la controversa parziale ricostruzione, con uso di cemento armato e ridipinture, di alcune parti del complesso ad opera di Arthur Evans, che in appena tre anni, tra il 1900 e il 1903, diresse gli scavi. Gli interventi in effetti stonano un po', ma bisogna tenere conto che l'intento dell'archeologo fu proprio quello di proporre nel medesimo contesto un confronto tra le aree in rovina lasciate intatte e quelle ristrutturate (non molte per la verità) in conformità all'originale: trovo che il risultato non sia sgradevole e raccomando una visita accurata, magari, essendo come noi un gruppetto svincolato dalle comitive organizzate, spostandosi tra i nuclei di volta in volta lasciati liberi dalla folla.
Lasciamo Knossos intorno alle 12,30, un po' provati dal caldo che sta diventando opprimente, apprezzando come non mai la climatizzazione della nostra auto.
Le distanze nell'ambito dell'isola, tutto sommato limitate, e quindici a giorni a disposizione offrono il vantaggio di poter "recuperare" località che in un primo tempo si sono tralasciate nel timore di avere tempi stretti nel finale del viaggio. E' stato così per l'isola di Chrisi, è lo stesso oggi per Rèthimno, alla quale vogliamo dedicare almeno una breve visita, in particolare della Fortezza.
Evitato il centro di Iràklio tramite una circonvallazione, riprendiamo la New Road per un'ottantina di km. e giungiamo in vista della terza città di Creta alle 13,45. E' giusto l'ora di uno spuntino e la soluzione più ovvia è tornare dove undici giorni fa consumammo il nostro primo pranzo sull'isola, la Taverna Korfi (vedi Prima Parte): l'accoglienza di Andreas Gavalakis è calorosa e la cucina sempre ottima, con nota di merito per lo strepitoso polpo al vino. Spendiamo in totale 37 euro, uno in meno della volta scorsa.
Di lì a poco eccoci a Rèthimno, dove puntiamo subito verso la Fortezza. L'imponente complesso, che caratterizza il profilo della città da qualunque direzione la si veda, rivestì sempre un ruolo di primo piano nel corso della storia di Creta, di volta in volta cittadella veneziana, poi baluardo turco, infine postazione di artiglieria e campo d'internamento tedesco nella Seconda Guerra Mondiale. Percorriamo per l'intero perimetro il giro delle mura, apprezzando in particolare la cattedrale veneziana poi riconvertita in moschea, edificio molto scenografico per la cupola emisferica che lo sormonta.
Una decina di chilometri da Rèthimno, già sulla strada per Iràklio, diverse deviazioni indicano un altro luogo di grande rilevanza a circa 15 km. verso l'interno, probabilmente il maggior simbolo della libertà del popolo cretese: il monastero di Monì Arkàdi. Il luogo di culto, il cui nucleo originario risale al VI secolo d.C., nel novembre 1866 fu teatro dell'episodio più sanguinoso ed eroico della storia dell'isola: 964 civili, tra cui anche vecchi, donne e bambini, si asserragliarono all'interno a difesa dall'invasione ottomana e dopo alcuni giorni di assedio preferirono appiccare il fuoco agli esplosivi e farsi saltare in aria anziché arrendersi, accomunando nel rogo anche una grande quantità di Turchi. Oggi la visita del complesso comprende la chiesa, nella quale sono esposte purtroppo solo icone successive alla tragedia, la polveriera scoperchiata il cui tetto - volutamente - non fu più ricostruito, il museo con testimonianze della lotta per la resistenza. All'esterno delle mura, un piccolo mausoleo ricavato da un vecchio mulino a vento custodisce in alcune vetrine ossa e teschi di alcune vittime dell'esplosione.
Tornati ancora una volta sulla New Road, non ci resta che puntare su Iràklio alla ricerca del luogo di pernottamento per gli ultimi tre giorni. Come già a Hania, siamo orientati su una zona periferica, in questo caso Ammoudara, quartiere balneare in via di eccessiva cementificazione a 5 km. ad ovest del centro cittadino. Presso un'affittacamere concordiamo 25 euro ciascuna per due stanze piuttosto modeste, ma siamo a fine viaggio e non abbiamo più voglia di ricerche; e poi gli anziani padroni di casa, che parlano solo greco, sono gentili e domattina ci omaggeranno di due grossi cestini di albicocche appena raccolte.
Per la cena, ci orientiamo sulla via del Mercato, la Odos 1866, in particolare le trasversali: tra le tante taverne in successione, scegliamo "Petrinos", al n.3 della Tsikritzi, dove mangiamo bene spendendo in totale 47 euro. Non mancano gli "omaggi della casa", che questa volta consistono in un vassoio di squisite patate fritte, cocomero e bicchierino di raki.

Venerdì 17 giugno
IRÀKLIO - ALTOPIANO DI NIDA - IRÀKLIO (km. 106 / 1912)
Oggi si prospetta una giusta alternanza di montagna e relax al mare, visto che per l'ultima visita "fuori porta" del nostro programma è sufficiente poco più che mezza giornata.
Lasciate le nostre camere e percorsi 6 km. sulla Old Road, a un bivio imbocchiamo la strada (per intero classificata panoramica) che, toccata in breve Tilissos - sito di rovine di tre ville minoiche - con salita costante tra continui tornanti prende quota con viste sempre più ampie sui grandiosi spazi selvaggi dell'altopiano di Nida.
Da Anogia (km. 30 da Iràklio) si devia a sinistra (sud) per il tratto più affascinante e spettacolare dell'itinerario: per 22 km. si attraversa un territorio brullo e spopolato nel quale si incontrano solo segni di vita pastorale come greggi di pecore o capre, recinti per il bestiame, rudimentali ricoveri in pietra. Uno scenario di struggente bellezza. A parte il manto stradale e qualche raro autoveicolo, nessuna differenza con la Creta di qualche secolo fa, forse l'anima più autentica dell'isola!
La strada asfaltata ha termine in uno slargo verso quota 1400 con una brutta costruzione squadrata in cemento, ex foresteria e attualmente punto di ristoro e vendita di souvenirs. Da qui, si dipartono diversi sentieri escursionistici, di cui il più importante conduce in 3-4 ore alla vetta del Psiloritis, con 2456 metri il monte più alto di Creta.
Noi ne percorriamo la prima parte, che in poco meno di mezz'ora, dopo avere toccato la suggestiva cappelletta di Anàlipsis, porta all'Ideo Andro (m. 1540), la cavità in cui secondo la leggenda Zeus trascorse l'infanzia. Come già il Dìkteo Andro, non troviamo il luogo entusiasmante: ben poca atmosfera mistica, anzi un senso di trascuratezza visibile anche dalle rotaie e da un vagoncino rugginosi usati al tempo degli scavi, anche se alcuni muretti a secco in via di costruzione nell'area circostante fanno auspicare interventi di recupero.
Il ritorno è d'obbligo lungo lo stesso itinerario. Raggiunta la New Road alla periferia ovest di Iràklio intorno alle 13, ne percorriamo un tratto alla ricerca di una località di mare in cui passare qualche ora; una quindicina di km. a nord, si rivela ottima la scelta di Agìa Pelagìa, un tempo villaggio di pescatori in una piccola baia oggi attrezzato con una sfilata di taverne affacciate direttamente sulla spiaggia. Uno spuntino in una di esse (27€ totali per quattro saporiti piatti unici), ombrellone e sdraio (5€) e non rimane altro da fare che aspettare il tramonto con la sola occupazione di prendere il sole e fare ripetuti bagni nell'acqua meravigliosa.
Per la cena torniamo nella zona del Mercato, anzi proprio nella stessa via: per non fare torto a nessuno scegliamo la taverna accanto a quella di ieri sera, dove spendiamo 46 euro per un'ottima grigliata mista di carne.

Sabato 18 giugno
IRÀKLIO (km. 20 / 1932)
E' in pratica l'ultima giornata piena in terra cretese, che dedicheremo alla visita tranquilla del capoluogo. Come d'abitudine, visto che gli interessi di ciascuno possono non combaciare (shopping, mercati, musei, fotografie, ecc.) ci svincoliamo l'uno dall'altro fissando un appuntamento verso le 17 per rientrare in camera, fare una doccia e tornare insieme in centro per la cena.
Un giorno è giusto il tempo che serve per visitare Iràklio, città estesa verso le periferie ma con le attrattive concentrate in uno spazio relativamente piccolo: esso coincide in pratica con quanto si trova all'interno della cerchia delle mura, un'imponente opera difensiva edificata dai Veneziani in soli 10 anni (1550-1560), intervallata da sette bastioni e ancora oggi ben conservata.
Mappa alla mano, si può prendere come punto di partenza la Platìa Eleftherìou Venizelou, punto focale dell'animazione cittadina con una miriade di taverne e caffè, al cui centro spicca la bellissima fontana Morosini. In un raggio di non più di 500 metri dalla piazza sono situati i principali luoghi di visita, tra i quali:
** il già citato Mercato, esteso lungo la Odos 1866: merita di essere "esplorato" anche nelle numerose perpendicolari, per la varietà dei prodotti e per l'atmosfera da suk orientale che lo caratterizza; tenete conto che al sabato, salvo poche eccezioni, tutti i banchi chiudono alle 13;
** la chiesa di Àgios Tìtos (San Tito, patrono di Creta), affascinante miscuglio tra tempio ortodosso e moschea islamica;
** la Loggia Veneziana, edificata nel 1628 quale luogo d'incontro dei Veneziani residenti, oggi sede di uffici amministrativi e con il portico adibito a spazio espositivo;
** il Museo delle Icone, ospitato nella ex chiesa di Agìa Ekaterini, raccomandato per la quantità e il pregio delle opere esposte, oltre che per la gradevolezza dell'allestimento;
** affiancate una all'altra su una ariosa piazza, la Cattedrale e la chiesa di Àgios Minàs, in particolare la seconda per la bellissima iconostasi e pregevoli icone;
** lasciato per ultimo ma primissimo quanto a importanza, il Museo Archeologico (AMI) merita una visita non frettolosa, anche se, come Knossos, occorre destreggiarsi tra la folla dei gruppi guidati: una buona soluzione può essere muoversi tra le varie sale di volta in volta lasciate libere, anche se la visita ideale richiederebbe di seguirne la successione numerica che ricalca anche la sequenza cronologica, dal II millennio a.C. al 650 a.C. Non è il caso di elencare i pezzi esposti né di suggerirne una selezione, ma mi limito a un consiglio: il museo è irrinunciabile per quantità, qualità ed importanza delle collezioni, per cui non ha senso - come da molti si vede fare - passare di sala in sala dando svagatamente occhiate qui e là giusto per poter dire "Ci sono stato". Tanto vale risparmiare sei euro e andarsene al mare. Se invece avete un interesse, anche non approfondito, gustatevelo soffermandovi sulle descrizioni e sulle etichette, esaurienti anche se a volte un po' disordinate. E' l'ideale completamento dei tanti siti storici visti in quindici giorni e due o tre ore possono passare in un lampo!
A questo punto non resta che un giro rilassante nella zona del Porto Veneziano all'estremità nord della città. Anche senza un itinerario preciso, passeggiare lungo i moli tra le variopinte barche dei pescatori, l'area degli antichi arsenali, il Castello a Mare e i cammini di ronda, è estremamente piacevole.
E' anche l'occasione per individuare alcuni caratteristici ristorantini con veranda sul mare nei quali celebrare degnamente la fine del viaggio. Per la nostra ultima cena, scegliamo la taverna "Ta Psaria" sulla via 25 Avgoustou e ancora una volta non sbagliamo: ottimo assortimento di pesce per 70 euro complessivi.

Domenica 19 giugno
IRÀKLIO E DINTORNI - AEROPORTO - MALPENSA - GENOVA (km. 50 / 1982)
Dalla telefonata per la conferma del volo di ritorno fatta ieri alla sede Columbus di Iràklio, abbiamo saputo che il nostro charter partirà alle 19 anziché alle 13. Avremo così modo di prendercela comoda e passare ancora qualche ora al mare.
Senonchè ecco la sorpresa che non ci si aspetta: la giornata è nuvolosa e a tratti pioviggina, per cui bisognerà "inventarsi" qualcosa per occupare il tempo e, carta stradale alla mano, decidiamo per una breve escursione verso l'interno con meta Epano Archànes.
La zona ha il suo maggiore spunto di interesse per essere il più importante distretto vinicolo di Creta, come già si arguisce per i filari di viti di cui sono disseminati i pendii della vallata. La cittadina non ha attrazioni clamorose, ma fornisce un quadro della vita quotidiana di paese, con la piazza recante il monumento ai caduti, i kafenìon all'aperto e oggi il movimento domenicale dei fedeli che, secondo l'uso ortodosso, assistono alla messa all'esterno della Panagìa, la chiesa principale. Terminata la cerimonia, possiamo anche ammirarne l'interno, ragguardevole per le pregevoli icone in essa contenute.
Anche i dintorni non mancano di attrattive, quali la necropoli minoica di Foùrni, il Monte Jouchtas con la grotta-santuario di Anemospìlia, l'area archeologica di Vathìpetro, ma ce ne manca purtroppo il tempo, visto che la riconsegna dell'auto alla Europcar è pattuita per le 15.
Torniamo così sulla costa, facciamo un'ultima sosta ad Amnisos per uno spuntino senza infamia e senza lode in una taverna sulla spiaggia, e dirigiamo infine all'ormai vicino aeroporto, dove inganniamo la lunga attesa facendo le ultime spese al conveniente duty free. Ottimo volo, veloce ritiro dei bagagli a Malpensa, puntuale arrivo del pullmino del Parking Panicucci, prelievo dell'auto di Enzo e in due ore siamo di ritorno a Genova.
Urge organizzare un nuovo viaggio! ;-)
Curiosità 
** Circolando sulle strade di Creta, ci si accorge ben presto della grande quantità di cappellette in miniatura ai lati della carreggiata. Oltre che segni di devozione, sono soprattutto altarini eretti a ricordo di morti in incidenti stradali. Buono a sapersi, come preparazione al contatto con la circolazione sull'isola…

** Se credete che il sirtaki, reso celebre dal film "Zorba il greco" del 1964 in buona parte ambientato a Creta, sia una danza antica, sappiate che non esisteva prima del film! Il regista Cacoyannis e il musicista Theodorakis lo crearono "a tavolino" semplificando i passi delle danze tradizionali ad uso del protagonista Anthony Quinn, che pare fosse piuttosto negato per il ballo. Sull'onda del grande successo del film derivò la convinzione che il sirtàki fosse la danza cretese più tipica.

** Appena giunti sulla piazza principale di Kritsà, si nota subito un bel busto femminile in bronzo. Raffigura una fanciulla, figlia del sacerdote del paese, che al tempo del dominio ottomano fu rapita dal pascià e portata nel suo palazzo. Ma la notte stessa la giovane lo soffocò, scappò da una finestra e, travestita da uomo, si unì sulle montagne ai combattenti contro la tirannia turca. La sua identità fu scoperta solo quando fu ferita in battaglia e alla morte fu celebrata con il monumento come eroina della resistenza cretese.

** CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
--> A Creta sono molto convenienti gli articoli in cuoio, ad esempio buone cinture si possono acquistare per 5-6 euro;
--> spugne naturali: le troverete in vendita dovunque. Il maggior assortimento l'ho trovato sui banchi del mercato di Iràklio ma anche nel negozio "Elixir" di Àgios Nikòlaos (15, Roussou Koundourou);
--> erbe aromatiche e spezie: valgono le due indicazioni appena date per le spugne;
--> caffè: è una buona idea, anche per un regalo. Ottime torrefazioni nei mercati di Hania e Iràklio; specificare se si desidera farlo alla greca, nel qual caso la macinatura deve essere finissima;
--> coltelli: è uno dei souvenirs più tipici di Creta, in particolare con il manico ricavato dalle corna di capra;
--> per quanto riguarda miele (raccomando quello di timo), ouzo, raki, CD di musica popolare, ho riscontrato i prezzi più bassi in assoluto nel duty free dell'aeroporto di Iràklio;
--> artigianato, antiquariato, souvenirs: discorso scontato in tutto il mondo, per quattro soldi si trova ogni tipo di paccottiglia, ma per articoli di qualità bisogna spendere ed è quindi opportuno essere competenti del genere che interessa (o essere con qualcuno che se ne intenda).

16 commenti in “Creta, puro oro mediterraneo! – Parte seconda
  1. Avatar commento
    Leandro
    28/07/2006 19:08

    Ben lieto di esserti stato utile. E' proprio lo scopo che il sito si prefigge! Ciao!

  2. Avatar commento
    Gianluca
    28/07/2006 17:59

    Ho utilizzato la prima parte del tuo viaggio come base per organizzare una vacanza di 15gg nella zona ovest di Creta. I tuoi consigli sono stati davvero utili e mi hanno fatto risparmiare un sacco di tempo. Sono rientrato ieri e ho voluto subito ringraziare Leandro Ricci per i preziosi consigli

  3. Avatar commento
    Leandro
    10/06/2006 11:24

    Per Francesca. Lascia perdere l'all inclusive, Creta va girata in liberta! A settembre (come noi a giugno) non avrai problemi a trovare il luogo di sosta di sera in sera. Verranno ad offrirti camere appena scendi dalla macchina (contrattare sempre)! Se hai letto anche la prima parte del diario (proprio sulla parte ovest!), vedrai che noi fissammo il volo e l'auto e poi via in totale libertà! Buona vacanza!

  4. Avatar commento
    Francesca
    10/06/2006 11:09

    Complimenti!Questo resoconto che ho letto con grande interesse, era quello che stavo cercando in internet da tempo: andrò nella parte ovest di Creta a settembre.Soprattutto perchè le indicazioni utili sono tante..solo una domanda: potreste consigliarmi cosa fare, a vostro parere? Sicuramente è una domanda trita e ritrita...Sono sommersa da proposte all inclusive, ma la mia idea sarebbe di prenotare solo volo e la prima notte di soggiorno....fattibile? Ciao.

  5. Avatar commento
    Candido
    30/11/2005 02:30

    Complimenti per il tuo bell'articolo. Amo moltissimo Creta e la sua gente, ci torno ogni anno con grande piacere, consiglio li viaggio a tutti gli amanti del mare!

  6. Avatar commento
    Leandro
    03/09/2005 15:25

    Cara Bea, i tuoi apprezzamenti sono sempre graditi, anche se in questo caso penso giochi un po' anche il tuo amore per la Grecia... E anche le foto possono influenzare il giudizio su un resoconto di viaggio, nel bene (come - credo - in questo caso) ma anche nel male (quando sono scadenti o banali). ;-))

  7. Avatar commento
    BEA
    03/09/2005 14:19

    Per me, il tuo più bel resoconto... ma riconosco di non averli letti tutti e .. 107?

  8. Avatar commento
    Linda
    25/08/2005 17:21

    Aspetto il racconto del tuo viaggio alle Egadi dove sono stata a settembre del 2003: Favignana (dove ho soggiornato), Marettimo e Levanzo che ho visitato in giornata: tutte e tre isole splendide! A rileggerti a presto. Ciao Linda

  9. Avatar commento
    Leandro
    25/08/2005 09:26

    Grazie Linda, per esserti stato utile! E' proprio lo scopo per cui io e i miei soci ci adoperiamo nella conduzione del sito! Il prossimo viaggio sarà abbastanza presto... una settimana alle Egadi nella seconda metà di settembre. Nell'attesa, ti puoi sbizzarrire nella lettura dei tanti resoconti presenti sul sito! Ciao!

  10. Avatar commento
    Linda
    25/08/2005 00:10

    Finalmente è stata pubblicata anche la seconda parte del tuo (o meglio vostro) viaggio a Creta. La prima parte l'ho letta tutta d'un fiato, poi l'ho stampata e me la sono riletta con calma e armata di carta geografica di Creta della FMB di Bologna che è molto particolareggiata perché mentre leggo un resoconto di viaggio mi piace localizzare i luoghi raccontati. Complimenti per le descrizioni e le bellissime fotografie. E' un pò che penso di andare a Creta perché la Grecia mi piace molto e ho già visitato più di una volta la parte continentale e alcune isole Ionie e Cicladiche. Il tuo viaggio e quello di un amico lettore del sito che è stato pubblicato l'anno scorso mi hanno riacceso la voglia di partire. Ancora complimenti e non solo per il viaggio a Creta ma anche per il tuo splendido sito che raccoglie esperienze di tante persone che amano viaggiare e che del loro viaggio rendono partecipi anche i lettori che non sono partiti ma che possono godere comunque delle sensazioni ed emozioni di chi quei luoghi li ha goduti realmente e non solo virturalmente. Ciao e al prossimo viaggio che spero tu faccia al più presto. Linda da Genova.

  11. Avatar commento
    Linda
    25/08/2005 00:09

    Finalmente è stata pubblicata anche la seconda parte del tuo (o meglio vostro) viaggio a Creta. La prima parte l'ho letta tutta d'un fiato, poi l'ho stampata e me la sono riletta con calma e armata di carta geografica di Creta della FMB di Bologna che è molto particolareggiata perché mentre leggo un resoconto di viaggio mi piace localizzare i luoghi raccontati. Complimenti per le descrizioni e le bellissime fotografie. E' un pò che penso di andare a Creta perché la Grecia mi piace molto e ho già visitato più di una volta la parte continentale e alcune isole Ionie e Cicladiche. Il tuo viaggio e quello di un amico lettore del sito che è stato pubblicato l'anno scorso mi hanno riacceso la voglia di partire. Ancora complimenti e non solo per il viaggio a Creta ma anche per il tuo splendido sito che raccoglie esperienze di tante persone che amano viaggiare e che del loro viaggio rendono partecipi anche i lettori che non sono partiti ma che possono godere comunque delle sensazioni ed emozioni di chi quei luoghi li ha goduti realmente e non solo virturalmente. Ciao e al prossimo viaggio che spero tu faccia al più presto. Linda da Genova.

  12. Avatar commento
    Leandro
    06/08/2005 22:20

    Riguardo alle foto, il fatto dipende dagli autori (sono la bellezza di 261 differenti) degli articoli. Qualcuno allega delle foto, qualcuno no e allora dobbiamo chiedergliele. Qualcuno ce le manda, altri non ci rispondono nemmeno. A volte sono belle, a volte fanno schifo. Qualcuno ci manda le descrizioni, tanti altri no, e visto che non possiamo inventarcele, noi di nuovo lì a chiedere... Insomma, quando vedete un articolo pubblicato, c'è sempre sotto più lavoro di quello che crediate, a volte anche lungo e pesante. E' anche per quello che siamo dispiaciuti nel vedere che tanti frequentano il forum e non sanno nemmeno che abbiamo quasi 1000 resoconti VERI di viaggio in tutto il mondo... Ciao!

  13. Avatar commento
    icesweet
    06/08/2005 21:29

    Certo che si....mi mancava la seconda....e ribadisco veramente molto ben descritte...precise...e poi finalmente qualcuno che sotto la foto scrive anche la localita'.....molte volte rimango con una curiosita'....!!!!ma tu sei sempre preciso e un ottimo fotografo....vorrei avere la casa tutta tappezzata ma dalle tue....tutti bravi ma a parte la mano esperta sicuramente....anche nella quantita' e sei l'unico a farne tante....non ce n'è una che non vada anzi...sempre meglio......COMPLIMNTI ANCORA....ciao

  14. Avatar commento
    Leandro
    06/08/2005 08:54

    Naturalmente avrai anche visto la Prima Parte del resoconto. Anche lì ci sono idee e foto altrettanto interessanti! Ciao!

  15. Avatar commento
    icesweet
    05/08/2005 21:13

    Non ho parole!!!!!!!Il cuore sta pompando a 2000...che emozione........mi si è staccata la mascella,devo recuperare gli occhi.....ma il caos più grande è che non trovo piu' la testa.......è già partita di suo da un bel pezzo ma dopo questa visione fantastica di foto e posti....e' partita del tutto....e ho gia' capito per dove.....beh...io ce la lascio...almeno lei è riesce a fersi un po' di ferie......e che ferie!!!!!Grazie Leander per le belle emozioni...mi hai fatto venire una voglia di andarci!!!!uaaaaaa voglio piangere!!!!!!!!!!!ECCEZIONALE FOTOGRAFO DAVVERO COMPLIMENTI.......mi associo in tutto e per tutto ad Occhi!!!!

  16. Avatar commento
    occhidigatto
    05/08/2005 10:56

    Zio che foto spettacolo!!!!! Sei veramente bravissimo....

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