Corsica low cost

Per questa vacanza abbiamo comprato solamente il biglietto del traghetto ma non abbiamo prenotato da nessuna parte, anche perché quasi nessun campeggio accetta prenotazioni. E’ consigliabile farsi una lista dei campeggi da portare con sé per poi telefonare il giorno prima per chiedere se c’è posto.
Alcuni consigli: innanzitutto se si è alla ricerca di belle spiagge e ci si vuole godere il mare evitare tutta la costa est da Bastia fino a Porto Vecchio e non farsi scappare la zona di Bonifacio; scegliere sempre campeggi con almeno 3 stelle: la differenza di prezzo con quelli a 1 o 2 stelle è davvero ridotta (1 o 2 euro) ma i servizi igienici (il principale indicatore della qualità di un campeggio) sono nettamente migliori.
Per contenere i costi riguardanti il cibo, gran parte delle cose da mangiare (pasta, carne, roba per la colazione) sono state acquistate al supermercato in Italia prima di partire; avendo il frigorifero da viaggio è stato possibile conservare la carne e mantenere in fresco alcune cose, comprando in Corsica solo la frutta, la verdura e ovviamente il pane (molto buone le baguette).
Infine per gli amanti della buona birra merita una citazione particolare la “Pietra”, birra corsa ambrata lavorata con le castagne che è imperdonabile lasciarsi sfuggire: ottima da gustare da sola per assaporarne il gusto particolare.
Periodo: 10 giorni (1-10 Agosto 2005)
Soggiorno: campeggio
Mezzo di trasporto: auto
Km percorsi: 1100
Budget: 350 € tutto compreso (traghetto + benzina + campeggi + mangiare & bere)Partenza da Livorno col traghetto della Moby fissata per le 10 di mattina; per precauzione arriviamo alla stazione marittima verso le 5 del mattino, approfittando del viaggio notturno in assoluta calma e tranquillità per l’assenza di camion e macchine.
In caso di vacanze programmate è consigliabile acquistare il biglietto con largo anticipo: è così possibile usufruire di sconti incredibilmente vantaggiosi, tipo andata+ritorno a 70 euro con posto macchina gratuito.
L’imbarco all’andata è lento e più lungo del previsto. Il traghetto infatti è pienissimo e la partenza avviene con mezz’ora di ritardo.
Si arriva a Bastia 4 ore dopo e anche qui le operazioni di sbarco vanno piuttosto a rilento, anche a causa del pesante traffico che si forma nelle strade immediatamente vicine al porto.
Uscire da Bastia è un’impresa poiché per una decina di chilometri è un vero e proprio serpentone di auto che va a passo d’uomo. Iniziamo a percorrere la strada in direzione sud, seguendo il nostro itinerario che prevede il giro della Corsica in senso orario: così facendo evitiamo di percorrere le strade del versante ovest dalla parte del mare, in quanto le voci e i commenti trovati in rete erano piuttosto allarmanti sotto quest’aspetto.
Proseguiamo fino a Prunete (45 km a sud di Bastia) per fermarci al camping “Le Campoloro”, 3 stelle. Personale cortese e disponibile, bel campeggio di querce da sughero, pochi sanitari ma puliti: 10,3 € al giorno per persona (comprensivi di elettricità e posto macchina accanto alla tenda). L’unica cosa negativa del campeggio è la “tristezza” del posto: il mare è pulito e l’acqua trasparente ma dato il colore della sabbia non è il classico mare azzurro che ci si aspetta di trovare e la spiaggia non è proprio un gran ché. In campeggio ci sono prevalentemente famiglie con bambini e anziani e l’idea che ci siamo fatti è che è un posto molto tranquillo e per chi vuole rilassarsi totalmente il posto è quello giusto. Comunque per due notti per permetterci di ricaricare le batterie dal viaggio e dallo stress del traffico e per pianificare la vacanza nei giorni successivi va più che bene.
La mattina del terzo giorno alle 9 si parte per Bonifacio. La strada lungo tutto il versante est, da Bastia a Bonifacio, è larga, dritta, ben asfaltata e priva di difficoltà; l’unica cosa negativa è che ogni volta che s’incontra un paese, piccolo o grande, che sia, si viene a formare una colonna; aspetto questo da tenere in considerazione per calcolare al meglio i tempi di viaggio e non perdere inutilmente delle giornate in macchina. Per andare da Prunete a Bonifacio abbiamo infatti impiegato 4 ore nonostante i chilometri fossero “solo” 130. In particolare la zona di Porto Vecchio in agosto è piuttosto congestionata, c’è comunque una specie di circonvallazione che permette di evitare di passare per il centro della città e aggirarla dall’esterno.
Prima di Porto Vecchio meritano una sosta le spiagge di Conca e Tarco (accessibili direttamente dalla strada), con sabbia chiara e acqua cristallina e soprattutto poco affollate.
Arrivati a Bonifacio cerchiamo un campeggio: appena dopo il porto un’indicazione “Camping Des Iles” ci porta su per una stradina che si arrampica fino al bordo della scogliera, dalla quale è possibile ammirare la città vecchia di Bonifacio che si affaccia a picco sulla falesia bianchissima e stratificata. Dopo la classica sosta per far fare un paio di scatti all’immancabile digitale, si continua per la stradina (a tratti non asfaltata e piena di buche, velocità massima 20 all’ora) che dopo un paio di kilometri arriva al campeggio; entriamo, facciamo all’“accueil” le domande di rito (quanto dista il mare, se c’è il market interno, disponibilità di corrente elettrica) e decidiamo di cercare una piazzola.
Non avendo mai avuto esperienza di campeggi per me è stata un po’ una novità il metodo di assegnazione delle piazzole: ti metti dove c’è posto, le piazzole non sono delimitate e dove trovi un buco per la tenda e la macchina ti ci piazzi cercando di non andare a invadere troppo l’area del vicino di tenda o camper. Troviamo un bel posto completamente sotto gli alberi; il montaggio della tenda è un po’ difficoltoso a causa del forte e incessante vento che non lascia ben sperare per l’utilizzo del fornellino a gas. A tenda montata pranziamo e con la pancia piena vi assicuro che è tutta un’altra cosa. Camping Des Iles, 3 stelle, piscina, market interno, servizi igienici grandi e ben tenuti, 12,5 € al giorno a testa, anche qui con l’elettricità e posto macchina accanto alla tenda. I vicini di tenda sono praticamente tutti italiani e scambiando due battute è possibile sapere quali sono le spiagge che conviene andare a vedere e quali da evitare.
A 1 km dal campeggio si arriva al mare, e proseguendo per un altro quarto d’ora a piedi lungo la costa si arriva alla spiaggia di Petit Sperone: sabbia bianchissima e acqua azzurra, peccato che sia sempre pienissima di gente. Proseguendo lungo la costa per altri dieci minuti e attraversando un paio di green di un campo da golf (!) si arriva alla spiaggia di Grand Sperone, che come lascia capire il nome è bella quanto la prima ma molto più grande e di conseguenza c’è meno affollamento.
Dopo un giorno passato interamente in spiaggia ad arrostirci, il giorno dopo decidiamo di andare a vedere la spiaggia della Rondinara di cui tutti ci avevano parlato bene e le foto erano davvero mozzafiato. E’ vicino a Bonifacio (una quindicina di km) ma l’ultimo tratto di strada è tortuoso e bisogna prestare attenzione quando si incrocia un altro veicolo.
Arrivati alla spiaggia (parcheggio obbligatoriamente a pagamento) vediamo una miriade di persone stile Rimini a Ferragosto, l’acqua è bella ma sinceramente dopo aver visto le foto ci aspettavamo tutta un’altra cosa. Alla fine della spiaggia però si attraversa un pezzo di terra e si arriva su un’altra spiaggia, praticamente di fianco alla Rondinara però quasi deserta; l’acqua è stupenda e noi ci piazziamo qui per fare un paio di bagni all’insegna del relax.
L’ultima sera a Bonifacio la passiamo a visitare la città: cena in uno dei ristoranti sul porto (che propongono menù a prezzo fisso con vasta gamma di scelta, ce n’è per tutte le tasche) e passeggiata nella città vecchia (o haute ville, ovvero città alta, in quanto per arrivarci dal porto bisogna percorrere una rampa di una pendenza mai vista) che di sera è davvero pittoresca e l’atmosfera d’altri tempi.
Nel ritornare al campeggio ci soffermiamo nella zona di scogliera che per svariati chilometri non presenta nemmeno una luce: i lampioni che illuminano Bonifacio sono lontani e dall’altra parte c’è solo il mare; guardando in alto vediamo la distesa di stelle più incredibile che abbiamo mai visto. Sarà l’assenza di inquinamento luminoso, sarà il vento costante che mantiene il cielo limpidissimo, ma la visuale è davvero mozzafiato.
A Bonifacio una cosa vantaggiosa per quanto riguarda i cellulari è che si prende la rete italiana (almeno la Tim prende); così si possono fare un paio di telefonate senza bisogno del “roaming”.
La mattina successiva, a metà esatta della vacanza, partiamo per il viaggio più lungo: da Bonifacio verso il nord per cercare un campeggio nella zona che va da Calvi all’Ile Rousse. La partenza è fissata per le ore 10: il tratto di strada che da Bonifacio porta ad Ajaccio è pieno di tornanti, una vera e propria strada di montagna molto tortuosa. Anche qui ad ogni paesino (anche causa la presenza di sensi unici alternati) si creano delle code e i tempi di percorrenza si allungano.
Sosta ad Ajaccio in un supermercato ma non ci fermiamo a visitarla in quanto la strada da percorrere era ancora lunga e la città non è che attirasse gran ché. Lasciando Ajaccio e proseguendo verso nord si entra nel parco nazionale: le strade qui diventano meno tortuose di prima, comunque piene di curve e molto ripide. E’ consigliabile fare il pieno di benzina ad Ajaccio o comunque avere il serbatoio quasi pieno in quanto dentro il parco di distributori ce n’è solamente uno (almeno fino a Corte) e le pendenze fanno “bere” parecchio la macchina.
E’ possibili godere di visuali molto belle, alte montagne, distese di boschi e torrenti che costeggiano la strada e in alcuni tratti in cui è piacevole fermarsi per un pic-nic.
Proseguiamo fino ad arrivare a Corte, importante città ed ex-capitale della Corsica. Da lì si continua, si passa Ponte Leccia e su fino a l’Ile Rousse (Bonifacio - Calvi: 300 kilometri, 8 ore di viaggio, con un’ora di pausa pranzo però).
Prima di Calvi iniziamo a buttare l’occhio nei campeggi per farci un’idea della situazione; arriviamo a Calvi e dopo aver chiesto in un campeggio tutto esaurito proseguiamo per una strada con 4 campeggi uno dopo l’altro, ce n’è per tutti i gusti: 1, 2 e 3 stelle. Visitiamo il camping Bellavista, 3 stelle, e decidiamo di fermarci lì per le ultime 4 notti della nostra vacanza. Il campeggio è molto grande, non è però possibile parcheggiare la macchina di fianco alla tenda, c’è il market interno ma non è molto fornito (conviene comunque fare la spesa al supermercato della città a pochi passi dal campeggio). I servizi igienici sono ben tenuti e in buone condizioni; prezzo giornaliero a testa, comprensivo di attacco elettricità: 12,8 €. Tutti i prezzi dei campeggi citati sono comprensivi di prezzo per persona, piazzola tenda, posto macchina e elettricità più una piccola tassa giornaliera che comunque non supera mai i 30 centesimi.
Calvi è una bella città, molto popolata la sera e la notte e anche la spiaggia è piuttosto affollata. Anche qui dopo aver scambiato quattro chiacchiere con i vicini di tenda (rigorosamente, ahimè, italiani) riceviamo consiglio di visitare un torrente di montagna poco lontano da Calvi, in direzione sud verso Galeria. Così il giorno dopo cerchiamo il torrente che, nonostante il nome, U Fangu, ha acque limpidissime in cui è impossibile resistere alla tentazione di fare il bagno; in alcuni tratti è addirittura possibile tuffarsi da 3-4 metri vista la profondità dell’acqua.
Alla sera cenetta in centro a Calvi in uno dei tanti ristoranti delle vie del centro; anche qui menù a prezzo fisso, visto che la maggior parte dei turisti opta per quelli, per evitare “pelate” al momento del conto.
Il giorno successivo è interamente riservato alla vista di Cap Corse di cui tutti ci avevano parlato benissimo. Partiamo la mattina in direzione Saint Florent per poi iniziare la risalita del “dito” dal versante ovest per poi affrontare al ritorno quello orientale. Già dai primi kilometri le strade si aggrappano alla montagna a picco sul mare in alcuni tratti anche senza parapetto (e dove c’è è un muretto di pietra alto poco più di mezzo metro). La costa occidentale del dito è stupenda e la spiaggia di Nonza è davvero indescrivibile: una distesa incredibile di sabbia nera a ridosso di un mare che va giù profondo ed è di un azzurro intenso nei primi metri. Vale davvero la pena di essere vista.
Proseguendo si incontrano svariati paesini (qui niente code di macchine in quanto il traffico è per fortuna quasi inesistente) fino all’estremità del capo, dove dal mulino Mattei è possibile scattare splendide foto panoramiche. Vale la pena fermarsi in ogni piccola città sulla costa per fare due passi e visitare la spiaggia del paese che, dove di sabbia e dove con gli scogli, è sempre bellissima.
Tanto la costa ovest di Capo Corso è selvaggia, piena di incantevoli scorci e paesaggi, tanto anonima e scialba lo è quella est. Qui le strade diventano larghe e dritte per scivolare velocemente fino a Bastia senza incontrare niente di interessante.
Da Bastia torniamo a Saint Florent passando per Patrimonio: appena prima di Patrimonio dal Col De Teghime si ha una vista panoramica bellissima: da una parte si osserva la costa est della Corsica mentre dall’altra quella ovest, si ha un po’ come l’impressione di essere sul tetto della Corsica anche se l’altezza non è poi così tanto elevata.
Facciamo ritorno a Calvi attraversando il Desert Des Agriates. Qui è impossibile arrivare fino alla costa in quanto la strada è molto sconnessa, bisognerebbe avere o una bicicletta o un fuoristrada per arrivare fino alle spiagge di Saleccia e Loto che dalle foto sembrano davvero “caraibiche”. Torniamo a Calvi appena prima del calare del sole, una giornata davvero ben spesa per visitare questa parte della Corsica. La mattina dopo si smonta la tenda per l’ultima volta e si parte verso Bastia per prendere il traghetto del ritorno che al contrario dell’andata è in perfetto orario.

ALTRI VIAGGI IN: francia
Bretagna, il regno del vento
Francia

Viaggiatore: Federico

Un flash dalla Ville Lumière
Francia

Viaggiatore: Margherita_css

Provenza e Camargue con mamy e papy
Francia

Viaggiatore: Londonpaola_css