Siamo due ragazze di Imperia e la nostra avventura in India inizia dall'aeroporto di Nizza, dove ci imbarchiamo il 22 dicembre 2010, direzione Kochi (Kerala) con scalo a Dubai (compagnia Emirates = € 1.100, è stata la spesa più alta di tutto il viaggio...).
Premetto che tutto il nostro viaggio è stato organizzato (se così si può dire) tramite internet, senza passare da agenzie di viaggio italiane, che certamente ci avrebbero fatto spendere molto di più!Dopo la bellezza di circa 12 ore di volo, finalmente arriviamo a Kochi, dove all'aeroporto ci attende il driver mandato dal nostro primo hotel, contattato tramite internet, il Rossitta Wood Palace: l'albergo non è male, ma noi personalmente non abbiamo avuto molta fortuna perché la camera che ci hanno assegnato era al pian terreno, piena zeppa di zanzare, priva di finestre e vicina alla Hall, quindi poco luminosa e non molto tranquilla. L'albergo, comunque non è malaccio. Insistete per avere una delle camere ai piani superiori: sono più ariose e tranquille, non però necessariamente più ampie della nostra.
Essendo arrivate in India al mattino presto, passiamo la mattinata rilassandoci un attimo in camera e facendo una camminata nella zona vicino all'hotel. La prima impressione non è eccezionale: l'India è caotica (suonano il clacson come dei pazzi scatenati senza motivo apparente), l'immondizia abbonda ai bordi di ogni strada e soprattutto... non c'è una sola ragazza per strada, TUTTI UOMINI! Questa è una delle cose che più ci ha colpito fin dall'inizio e che ci condizionerà per tutto il viaggio... capirete in seguito!
I due giorni successivi ci servono per visitare la zona antica, con le sue reti di pescatori, i mille corvi che ti volano intorno e il continuo strombazzare dei clacson dei tanti cosiddetti autorisciò che passano in continuazione.
Il secondo giorno prendiamo un autorisciò e visitiamo Matthancherry, la zona ebrea, non molto diversa da Fort Kochi, dove ci fermiamo a vedere qualche tempio e dove chiediamo al nostro autista Francisco di portarci a mangiar qualcosa. Entriamo in un localino indiano e con la bellezza di € 1.20 mangiamo in 3!
Il giorno dopo, prendiamo il traghetto pubblico che ci porta sulla penisola di Vypin per raggiungere la spiaggia di Chennai (consigliata dalla Lonely Planet). Come saliamo sul traghetto, subito la prima figuraccia: non me ne accorgo e salgo dalla parte riservata ai soli uomini (il traghetto ha la zona donne e quella uomini... chi poteva immaginarlo!). Comunque dopo una risatina, cambio zona e tutto si sistema, tra i sorrisi delle altre donne indiane che mi guardano incuriosite e ilari.
Scese dal traghetto, chiediamo col nostro inglese stentato come raggiungere la spiaggia e ci indicano un autobus di linea (panico!) dove saliamo e cerchiamo un posto sedute: ce n'è uno solo, che prendo io e la mia amica si sistema in piedi vicino al conducente! Ogni tanto, la guardavo e vedevo la sua faccia atterrita dalla guida spericolata di quel Schumacher indiano che a velocità supersonica schivava le persone e i veicoli a bordo strada e che apriva le portiere del bus ancora in corsa prima di fermarsi del tutto! Io ho cercato di fare amicizia con una ragazza indiana seduta vicino a me che però non parlava inglese e che non sapeva dirmi fra quanto avremmo dovuto scendere.
Comunque, dopo una mezzora di viaggio arriviamo alla famosa spiaggia: una striscia di sabbia bianca, proprio lungo la strada litoranea. Cerchiamo l'unico pezzo di spiaggia fornito da lettini e ombrelloni: ci avevano consigliato di non restare isolate, perché due donne sole sono spesso viste non troppo di buon occhio dagli abitanti del luogo e soprattutto dalle orde di maschi che camminano incessantemente lungo la spiaggia, spesso tenendosi per mano, guardando le ragazze e fotografandole di nascosto col cellulare! La spiaggia è carina, ma è impossibile fare il bagno, perché la corrente è estremamente forte e anche stando solo sul bagnasciuga ci si rende conto della sua forza!
La giornata passa in fretta e per il ritorno, invece del bus, optiamo per un autorisciò: spettacolo! Prendiamo una stradina tutta buche che passa fra piccoli gruppi di case nascoste dalla vegetazione, dove vivono bambini ed animali in completa libertà. Vediamo anche un elefante che trasporta a bordo strada un mucchio di fascine e l'immagine ci coglie di sorpresa!
Finalmente tornate in albergo (ormai è sera), cerchiamo un posto dove mangiare e scegliamo un ristorantino molto frequentato dai turisti: tutto buono, speziatissimo (pepe, chili e masala ovunque!) e davvero poco costoso, ma copritevi di Autan a go go perché le zanzare vi divoreranno vivi!
Arriva la sera di Natale e ci chiediamo: “Che si fa la sera di Natale in India?”. Notiamo un bellissimo albergo ed entriamo a curiosare: ha una bellissima hall e la piscina e vediamo scritto che organizzano il cenone di Natale, così ci prenotiamo e la sera ci presentiamo vestite per benino. A dir la verità, il cibo non è granché e l'orchestrina che suona è a dir poco straziante. Io sono musicista e credo di aver raramente visto qualcosa di così terribile: i ragazzi indiani, non consoni alle melodie occidentali, hanno cercato di riprodurre brani della nostra musica tradizionale e pop, ma storpiandole in modo terrificante. Mi spiace doverlo dire, ma a me personalmente avrebbe fatto forse più piacere sentire qualcosa di più propriamente loro, qualcosa di davvero indiano e sicuramente avrebbero fatto la loro bella figura. Comunque, la serata passa e facciamo un giretto in centro dopo cena. A mezzanotte, ci rechiamo a St. Francis Church, la chiesa cristiana più antica della zona ed assistiamo alla Messa. É stato stranissimo sentire la Messa mezza in latino e mezza in Inglese, con una corale che cantava in Latino, e soprattutto è stato bellissimo quando a fine cerimonia il prete ha salutato tutti i presenti in tutte le lingue possibili e immaginabili, compresa l'Italiano! Sembrava di sentire il Papa in Piazza San Pietro!
Dopo 3 giorni passati a Kochi, prendiamo un taxi, prenotato tramite l'albergo, per recarci nell'entroterra, a Munnar, terra di altopiani con sterminate piantagioni di tè, dove arriviamo dopo quasi 4 ore di viaggio. Qui il panorama cambia radicalmente: il caldo lascia posto all'umidità e tiriamo fuori i nostri maglioncini. Cerchiamo il nostro albergo ed abbiamo una sorpresa: è un villino completamente avvolto dalla foresta, la natura è ovunque, si sentono i rumori degli uccelli e di altri animali di cui sinceramente non saprei dire cosa fossero.
Scaricate le valigie in camera, facciamo subito un piccolo trekking, seguendo un sentiero ed arriviamo ad un ruscello con delle piccole cascatelle. Comincia a piovigginare e di corsa rientriamo verso casa. Qui incontriamo un ragazzo che ci dice di essere una specie di guardaboschi e ci porta a vedere le piante di cardamomo, spezia molto usata da quelle parti, e che io sinceramente non avevo mai né visto né sentito nominare, se non nei libri.
Ci mettiamo d'accordo con il “gestore” del Resort (il Pulimootil Estate, a circa 10 Km. da Munnar, assolutamente da consigliare per chi ama la natura e la tranquillità) per l'ora della colazione: lì, non c'è un ristorante o un bar, ma dei ragazzi che abitano in un altro villino nella giungla, preparano il cibo e lo distribuiscono porta a porta! Ci mettiamo d'accordo per fare colazione alle 8.30 e per avere un taxi alle 9.00.
Al mattino dopo, puntuali da buone italiane, cominciamo ad aspettare... e la colazione non arriva! Quando finalmente riusciamo a trovare Thomas, il “gestore”, presa da un attacco di isteria occidentale (di cui poi mi sono pentita...) gliene dico di tutti i colori, che abbiamo solo 2 giorni per stare a Munnar, che non abbiamo tempo da perdere, e che se lui promette una determinata ora, quella deve essere, che pazienza aspettare mezzora, ma 2 ore e mezza di ritardo NON E' ACCETTABILE!
Insomma, finalmente alle 11 mangiamo e partiamo per le piantagioni, andiamo a visitare una pseudo fabbrica del tè dove facciamo provviste di vari tipi di tè da riportare in Italia. Il nostro autista è un ragazzo molto giovane, ventenne, che parla a malapena qualche parola di Inglese ed ha un accento terribilmente indiano che nessuno di noi due riesce a comunicare con lui in alcun modo: credo di essere morta dal ridere, mentre assistevo a deliranti discorsi in Italo-Indio-Inglese tra lui e la mia amica! L'unico rammarico è di non averne filmato neanche uno, perché penso che rivedendoli adesso ancora morirei dal ridere! Sono stati momenti indimenticabili, degni dei migliori film comici e demenziali!
Tutto il giorno giriamo con Suresh (questo è il suo nome) attraverso le montagne di Munnar e nel pomeriggio facciamo un trekking di 2 ore e mezza circa attraverso la foresta per raggiungere una cascata mozzafiato, guidate da un guardaboschi ragazzino, anche lui appena ventenne, che si ferma a spiegarci le proprietà delle varie piante e cammina in mezzo alla foresta con un semplice paio di infradito ai piedi!
Alla sera, rientrate in camera, ci arriva tramite i ragazzi il nostro pasto: pollo al curry e riso con verdure. Molto buono.
Al mattino seguente, forse a causa della mia sfuriata del giorno precedente, la colazione arriva puntuale come un orologio svizzero, anzi in anticipo di mezzora! Facciamo conoscenza con i nostri vicini di villino, una coppia di signori indiani di Chennai, che scopriamo essere due pastori protestanti e che ci invitano ad una veloce preghiera in loro compagnia, per ringraziare il Signore della magnifica giornata che ci aspetta e delle meraviglie di quella natura incontaminata! Sono in compagnia di una simpatica famiglia di inglesi (padre, madre e 2 figli). Li ritroveremo più tardi ad un ritrovo per turisti, dove ti fanno andare a dorso di elefante per una stradina scoscesa.
Facciamo il nostro giro e le foto di rito e continuiamo il nostro viaggio per molti km. fino ad altre cascate: qui ci fermiamo a mangiare sedute su dei banchetti a bordo strada e il cibo non è affatto male, anche se tutto è sempre terribilmente speziato! Con 50 rupie a testa (circa 80 centesimi!) abbiamo mangiato il nostro solito riso e pollo al curry e dei noodles ottimi!
E' arrivato il momento di lasciare Munnar e ci dirigiamo, sempre scortate dal nostro fedele autista Suresh, fino a Kumily, dove raggiungiamo il Jungle View Homestay: carino! E davvero poco caro: la camera più cara costa 800 rupie a notte con prima colazione, circa €12, ma volendo ci sono camere anche meno care e molto ben tenute e pulite. Assolutamente da raccomandare! Proprio accanto alla foresta, dalle finestre della nostra camera possiamo vedere gli uccelli, gli scoiattoli, i picchi e qualche scimmia in lontananza. Il sito internet della Jungle View fa vedere scimmiette che si avventurano sul balcone della casa, ma noi in realtà le abbiamo solo intraviste da lontano. Il proprietario, il sig. Rama, è un ospite fantastico, molto carino e disponibile, pronto a fare mille telefonate per trovarti un risciò o per esaudire qualsiasi desiderio. Se dovete recarvi a Kumily, andate da lui, e non sarete delusi!
Il giorno dopo, Rama ci organizza una giornata in jeep nel Periyar National Park. Partenza alle 5 del mattino e diversi km. in auto, poi sosta per vedere gli elefanti selvatici (a dir la verità, intravedere da lontano, in mezzo agli alberi...) e qualche scimmia, pranzo in una tenuta e 2 ore di trekking in mezzo alla foresta: qui la delusione, perché ci portano a camminare su un piccolo sentiero battuto da ormai innumerevoli turisti tutti i giorni e degli animali nemmeno l'ombra. Ci lamentiamo gentilmente con la nostra guida, che finalmente acconsente a lasciare il sentiero battuto e a portarci nel fitto della foresta. Ci raccomanda di non dirlo a nessuno, perché è proibito alle guide ufficiali di lasciare i sentieri tracciati, ma noi gli garantiamo che avremmo tenuto la bocca chiusa, e così lui acconsente. Bastano solo 5 minuti di cammino e ci accorgiamo di essere infestati da numerose piccole sanguisughe che si sono attaccate ai nostri pantaloni e alle nostre calze. Usciti dalla boscaglia, ci spogliamo, osserviamo incuriosite i piccoli parassiti e ce ne liberiamo senza troppi problemi. Raggiunta nuovamente la tenuta, ci attende una piccola gita in barca a remi, dove ci portano a vedere un'altra cascata al di là del lago.
Si torna a Kumily che ormai è notte, ci fermiamo a mangiare un boccone in giro e tornate al Jungle View ci si addormenta veramente presto, poiché siamo distrutte e il giorno dopo si deve già ripartire per Alleppey (o Alappuzha, come la chiamano gli indiani), grazie ad un taxi chiamato da Rama!
Ancora tante ore di macchina (circa 4 e mezza) ed arriviamo al nostro mini resort: il Keeraleeyan. Bellissimo: è un cottage proprio attaccato alla riva delle Backwaters, con una grande camera e il bagno all'aperto, sempre però incluso all'interno del cottage! E' stato bellissimo farsi la doccia di sera sotto le stelle dell'India!
La prima sera mangiamo al resort: io ordino Fish Molly (pesce cotto nel succo di cocco) e la mia amica, purtroppo, opta per il Fish Fry: le arriva un sottilissimo trancio di pesce stracotto, duro come una pietra: immangiabile! Una famiglia di francesi, seduti vicino a noi, ci spiega che è proprio così che lo fanno ovunque in Kerala: vi assicuro che neanche con una dentiera di acciaio massiccio sarebbe stato possibile masticarlo... boh! Optiamo per il solito pollo: lì, almeno, vai sempre sul sicuro!
Al mattino, fatta colazione, prendiamo un autorisciò e ci avventuriamo fino alla zona del porto, dove ci informiamo per fare un'escursione in House Boat il giorno dopo: siamo andate prima all'Agenzia del Turismo, ma la loro offerta non era affatto conveniente, così guardandoci in giro, e grazie ai consigli del nostro autista Noufal, scegliamo una piccola House Boat che per noi 2 ragazze va più che bene e optiamo per un'escursione diurna, mentre chi vuole può addirittura prenotare la barca per 2 giorni, pernottando a bordo. Ci mettiamo d'accordo per l'indomani: ci passeranno a prendere direttamente davanti al nostro resort, tutto il giorno in barca fra i mille canali, pranzo a bordo a base di pesce, pollo, vegetali e frutta, e nel pomeriggio visita ad un piccolo villaggio su un'isola, consigliato sempre dalla Lonely Planet e di cui adesso sinceramente non ricordo il nome. Quando prenotate la barca, insistete che nel tour ci sia compresa la visita al villaggio, che vi facciano scendere e non solo vedere da lontano, come di solito accade, perché la visita a quel villaggio, il sorriso dei bambini, le loro casette in mezzo all'acqua e (se avete fortuna come noi) anche un piccolo giro in canoa offerto da un ragazzo del posto, sono stati i momenti più belli di tutta la giornata!
Terzo giorno ad Alleppey: chiamiamo al cellulare (abbiamo una carta Sim indiana che ci costa pochissimo, utilissima per chiamare i propri autisti!) il nostro fido Noufal, che ci porta in autorisciò a visitare alcuni templi indù e poi fino ad una spiaggia paradisiaca, un po' fuori di Alleppey, Marari Beach. Non c'è quasi nessuno, è meraviglioso, una spiaggia di sabbia bianca larghissima e pulita, senza le orde di maschi fastidiosi che continuamente ti osservano e quindi completamente libere, e sotto alcune palme ci sono delle amache, dove appena mi ci sdraio, cado addormentata cullata dal vento e dal rumore del mare! Meraviglioso! Io non sono una grande amante della spiaggia, ma lì ci tornerei di corsa, se potessi! Anche qui, però, non si può fare il bagno, perché la corrente è fortissima, e così ci limitiamo a prendere il sole e a camminare sul bagnasciuga.
Non vi ho raccontato della sera di Capodanno! E' stata una serata stranissima. Ci siamo recate come tutti alla spiaggia principale di Alleppey, dove c'erano migliaia di persone (quasi tutti uomini!): lì, c'era una specie di festa con gente che cantava e ballava su un palco allestito sulla spiaggia e qualche bancarella di cibo cucinato al momento. Le poche donne che c'erano, erano tutte accompagnate dai propri mariti: ci hanno spiegato che in Kerala le donne si sposano giovanissime, intorno ai 17/18 anni, grazie a matrimoni combinati dalle proprie famiglie, e quindi 2 ragazze non più giovanissime come noi che girano da sole sono una vera e propria rarità. Infatti, abbiamo passato il tempo a scappare da orde di maschi che ci guardavano come mosche rare e che ci facevano fotografie in continuazione (spesso facendo finta di passarci vicino parlando al cellulare e filmandoci di nascosto). Arrivata mezzanotte, hanno sparato qualche piccolo fuoco d'artificio e poi... è stato il panico: sciami di persone in un istante si sono dirette verso casa, spopolando il litorale in un baleno. Non c'era un taxi o un autorisciò neanche a pagarlo oro... E così siamo finite in un posto di Polizia per chiedere aiuto su come tornare in albergo. Loro ci hanno permesso di telefonare all'hotel, che dopo quasi un'ora ci ha mandato un taxi a recuperarci! Che incubo!
Finiti i nostri giorni ad Alleppey, riprendiamo un taxi e ci dirigiamo a sud, verso Kovalam, ultima meta del nostro Tour. Lì, abbiamo appuntamento con un dottore ayurvedico, il dr. Sambhu, che abbiamo contattato dall'Italia per praticare qualche trattamento. Così, appena arrivate a Kovalam, andiamo dirette da lui, che ci fa parlare di noi, delle nostre magagne e dei nostri problemi (fortunatamente parla abbastanza bene l'Italiano) e che ci dà appuntamento già nel pomeriggio per il primo massaggio. Molto rilassante: ti ungono con chili di olio aromatico, massaggiandoti sia con le mani che con i piedi, e poi ti fanno colare dell'olio caldo sulla fronte per diversi minuti. Finito il massaggio, che dura quasi un'ora, ti fanno fare una doccia lavandoti con una specie di fango al posto del sapone, per asportare l'eccesso di olio. Si esce totalmente rilassati e profumati, con la pelle morbida e liscia.
Il trattamento sarà ripetuto per i 4 giorni successivi che ci restano e tra un massaggio e l'altro, ne approfittiamo per andare al mare. La spiaggia di Kovalam è molto carina, ben curata, si può fare finalmente il bagno, senza però allontanarsi troppo. Ci sono poliziotti che vegliano che la gente non si allontani troppo per via delle correnti. L'acqua è calda e pulita e lungo tutto il lungomare è pieno di negozietti e ristoranti dove mangiare cucina vegetariana o a base di pesce freschissimo, che ti fanno prima scegliere su tavoli esposti fuori dal locale e poi ti cucinano.
I giorni passati a Kovalam volano via veloci. Abbiamo alloggiato in una carinissima Homestay chiamata Maharaju Palace, gestita da un ragazzo indiano molto carino e gentilissimo: la stanza è pulita e accogliente e la cosa più bella, è che sei in un giardino ben curato e tranquillo, ma facendo solo pochi passi, sei subito sulla spiaggia. Fantastico!
L'interno di Kovalam è un labirinto di viuzze che si intrecciano fra case e negozietti, tra cui molti negozi di sartoria, dove sarti (uomini) ti confezionano qualsiasi capo di abbigliamento tu voglia alla velocità della luce e a prezzi veramente irrisori! E' venuto il momento di ripartire. Il nostro aereo parte alle 4.30 del mattino: all'aeroporto c'è un mondo di gente e fatta una interminabile fila per il check-in saliamo sull'aereo che ci riporterà prima a Dubai, poi a Nizza.
Ad aspettarci, c'è il freddo dell'inverno, che stando in India avevamo dimenticato, visto che laggiù abbiamo sempre vissuto in maniche corte e costume da bagno. Un ultimo consiglio: contrattate sempre sui prezzi! Loro sparano sempre molto alto, voi partite da metà di quel che vi dicono e vedrete che intanto prima o poi si arriva a metà strada... e tutti son contenti!
A presto, India!
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