La Valle Aurina, essenza di Alto Adige

Acque, verde, natura, roccia, ghiaccio: meravigliosa sintesi della bellezza alpina!

Già da tempo rientrava nei miei programmi turistici ed escursionistici la Valle Aurina, una delle poche aree del Trentino e Alto Adige non ancora visitate. Mancava solo lo spunto per dire "Sì, parto!", che è arrivato quest'anno come invito dello stesso gruppo di amici dell'anno scorso (vedi resoconti "Valle di Sesto e Alta Pusteria, incanto dolomitico" e "La Val Casìes, verdissima e preziosa" presenti su Ci Sono Stato).
A vacanza avvenuta, possiamo solo dire: "Peccato non esserci andati prima!"

Qualche cenno per rappresentare la zona.
La valle, percorsa dal torrente Aurino che confluisce nella Rienza a Stegona, ha inizio a Brunico tenendo per 15 km. la denominazione di VAL DI TURES (Tauferertal); per i successivi 26 km. da Campo Tures prende il nome di VALLE AURINA (Ahrntal), che ha termine a Casere, a breve distanza in linea d'aria dalla Vetta d'Italia, considerata il punto più settentrionale del nostro Paese.
I caratteri preminenti sono il verde di prati, pascoli, pendii e la grande quantità di acque sotto forma di torrenti impetuosi, cascate e laghetti alpini; le imponenti cerchie di montagne innevate che superano spesso i 3000 metri; i castelli, le residenze nobiliari e le tipiche chiese dal campanile a guglia o a cipolla; una serie di paesini in pieno sviluppo turistico ma nondimeno saldamente legati alla cultura, alle attività e alle architetture tradizionali.
Dall'Aurina si diramano tre laterali, anch'esse di grande fascino e dalle analoghe caratteristiche, la VALLE DEI MOLINI (Mühlwaldertal), la VALLE DI RIVA (Reintal) e la VALLE DI RIOBIANCO (Weissenbachtal), accomunate alla principale dal fatto di essere tutte valli chiuse: la strada carrozzabile ha cioè termine ai piedi delle montagne e il proseguimento è possibile solo a piedi o in qualche caso in mountain-bike.

Come spostarsi

Quale che sia la direzione da cui si arriva, l'uscita autostradale cui fare riferimento è necessariamente quella di Bressanone sulla A22. Da lì, 33 chilometri sulla SS 49 portano a Brunico, dove ha inizio la SS 621 che sale fino a Casere.
Riguardo alle laterali:
* la Valle dei Molini si dirama da Molini di Tures terminando dopo 19 km. al lago di Neves;
* la Valle di Riva si dirama da Campo Tures con termine a Riva di Tures (11 km.);
* la Valle di Riobianco si sviluppa per soli 4 km. da Lutago a Riobianco.
La zona è coperta egregiamente, per frequenza di orari e conforto degli autopullman, dal servizio di trasporto pubblico (società Oberhollenzer, vedi Links), che può essere un'ottima alternativa alla macchina, ad esempio per le escursioni con punti di partenza e arrivo in località differenti.

Dove alloggiare

Dopo avere accuratamente vagliato l'offerta ricettiva delle località della valle, abbiamo optato per la mezza pensione presso l'Hotel Adler di San Giovanni (vedi Links), che si è rivelato un'ottima scelta per il conforto, la pulizia, la cucina gustosa e accurata. Degna di nota anche la varietà dei servizi a disposizione degli ospiti: centro benessere con attrezzature all'avanguardia, piscina coperta da m. 15x10, ping-pong, calciobalilla, bowling a 4 piste, sale comuni spaziosissime.

Da non perdere

LE LOCALITA'
Risalendo la Valle dopo avere lasciato Brunico, non mancano, oltre i valori paesaggistici, le occasioni per soffermarsi in località interessanti.
Entrati nella Val di Tures propriamente detta circa 4 km. oltre Brunico, GÀIS offre subito un bello scorcio sulla sinistra (destra orografica della valle) sullo scenografico Castello Casanova immerso tra gli alberi, non visitabile in quanto riconvertito a struttura di ospitalità. In centro paese al di là del torrente l'eminenza principale è però la Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, considerata, nonostante discutibili rimaneggiamenti, il più importante complesso romanico dell'area pusterese dopo la Collegiata di San Candido per i pregevoli affreschi cinquecenteschi della cappella cimiteriale.
Tre chilometri più avanti, mentre si cominciano a scorgere le cime e i ghiacciai delle Alpi Aurine, si tocca VILLA OTTONE, sovrastata da un alto sperone roccioso a picco sull'abitato con le rovine del Castello Utterheim di cui si è conservata solo la trecentesca chiesetta di San Valentino.
Le case di Mulini di Tures, 13 km. da Brunico, costituiscono ormai un tutt'uno con CAMPO TURES, principale centro della valle a quota 862. Prima di entrare nell'abitato, è consigliata una digressione di qualche centinaio di metri verso l'imbocco della Valle di Riva per ammirare quella che può essere considerata la "cartolina" della valle: la bellissima residenza Neumelans con Castel Tures in secondo piano e l'inconfondibile mole del Sasso Nero sullo sfondo.
Il castello, maestoso in alto quasi a protezione della valle, è ovviamente l'attrazione primaria. Scavalcato un ponte coperto in legno oltre il quale se ne gode l'inquadratura più esauriente, un sentiero ombreggiato in sottobosco sale in dieci minuti al ponte levatoio e al portone d'ingresso. E' ammessa anche una visita ridotta comprendente il solo cortile interno, ma consiglio di non rinunciare a quella completa, che è guidata a gruppi intervallati di circa mezz'ora. Costruito ai primi del Millecento dai nobili di Taufers, nella sua lunga storia passò attraverso svariate proprietà; attualmente appartiene al Südtiroler Burgeninstitut, che destina gli incassi delle visite al mantenimento. Dei 64 vani che lo compongono, ne sono agibili alla visita circa un terzo: degni di menzione sono gli arredi, alcuni affreschi attribuiti a Michael Pacher, la ricchissima biblioteca, i rivestimenti lignei, alcuni artistici soffitti a cassettoni, le stufe di maiolica, la sala dei cavalieri e l'armeria. Raccomando anche di percorrere tutto il cammino di ronda, che offre belle vedute sui vari corpi del castello, sulla valle e sulle montagne circostanti.
L'improvvisa, se pur breve, strettoia che segue il castello contrassegna in pratica l'ingresso nella Valle Aurina. Ha inizio una successione di abitati tra i quali non sempre è evidente uno stacco ben definito: ne è riprova anche la suddivisione amministrativa, visto che LUTAGO, RIOBIANCO, SAN GIOVANNI, CADIPIETRA, SAN GIACOMO e SAN PIETRO sono tutte frazioni, per lo più "sfilacciate" lungo la statale 621, di un unico Comune che ha nome appunto VALLE AURINA. La sponda del torrente Aurino opposta alla carrozzabile (sinistra orografica), è fiancheggiata per lunghi tratti da un sentiero ombreggiato che è meta di tranquille passeggiate ai piedi di estesi pendii a pascolo tra case rustiche, masi, stalle e fienili.
Dopo Lutago, punto in cui la valle ha il suo punto più largo, la strada volge decisamente verso nord-est mantenendo un andamento pressoché rettilineo fino al suo termine. PREDOI, il comune più a nord d'Italia e famoso per il suo passato minerario (vedi più avanti), e la sua frazione CASERE sono gli ultimi centri abitati, entrambi punti di partenza di escursioni di ogni livello di difficoltà nelle due catene montuose che si fronteggiano sui due versanti: le Alpi Aurine e le Vedrette di Ries.

LE ESCURSIONI
Sono ovviamente il "piatto forte" e motivazione primaria per la quale si va in montagna, in particolare nelle aree montane al di fuori delle località di grosso turismo. In questo senso, la Valle Aurina e le sue laterali sono perfette: una continua, entusiasmante scoperta!
Non avrebbe senso proporre una serie di gite riportate alla lettera dalle guide escursionistiche, quindi di seguito riferisco esclusivamente quelle da noi effettuate "sul campo". Del resto, il sito si chiama "Ci Sono Stato" e non "Mi hanno raccontato" o "Ho letto qui e là"… ;-)

SAN GIOVANNI - MALGA NIEDERHOFER
È la classica gita consigliata per il primo giorno di vacanza: quota bassa, dislivello moderato (da 1018 a 1603 metri), meta rilassante con possibilità di ristoro. Si parte dal ponte in legno presso la chiesa di San Giovanni sul quale sono affissi numerosi cartelli escursionistici: una strada forestale che sale ad ampi tornanti e praticabile fino a due terzi anche con la macchina può essere evitata con un sentierino in sottobosco che richiede un minimo di senso di orientamento per un paio di bivi poco segnalati. Il pianoro erboso sul quale sorge la malga è inevitabilmente molto frequentato per la facilità dell'accesso (specie chi compia l'avvicinamento in auto), ma comunque talmente esteso da lasciare a grandi e piccini il posto per fare picnic, scorrazzare, stendersi al sole o all'ombra. Per la discesa, può essere una buona alternativa la forestale, che offre panorami apertissimi sulle Alpi Aurine.
Volendo prolungare la gita, si può proseguire per una mezz'ora fino alla Malga Gruber oppure traversare panoramicamente in circa 1h30' a Klausberg, stazione superiore della cabinovia (vedi più avanti).

L'ALTA VALLE AURINA
Come detto, la Valle Aurina ha termine a Casere, per l'esattezza un parcheggio al termine dell'abitato (3€ al giorno), ma arrivando prima delle 9 si può proseguire gratuitamente in auto fino a una sbarra oltre un chilometro più avanti.
Dal parcheggio (m.1595) si prosegue a piedi sulla carrareccia parallela al torrente Aurino, che tocca in successione Prastmann (un gruppetto di casolari con due punti di ristoro) e la Adler Alm (ultimo punto di ristoro). Si incontrano anche le deviazioni per le bellissime traversate al Giogo Lungo, l'Alta Via dei Tauri e la Via della Vetta d'Italia. La sterrata ha termine alla Kehrer Alm (m.1842), ex posto di dogana da tempo dismesso. Di fronte, quasi a sbarrare la valle, scende una cascata, sul cui fianco sale ripido un sentierino che spiana infine oltre il gradone di un grandioso anfiteatro erboso: il paesaggio si apre all'improvviso, con la Lahner Alm (m.1979) in primo piano (circa 1h45' dal parcheggio). La conca prativa, solcata da rigagnoli alimentati dalle numerose cascatelle che scendono dai declivi circostanti, è di una bellezza struggente e merita una tranquilla passeggiata ammirando lo scenario all'intorno: i pendii scoscesi che da qui nascondono la Vetta d'Italia, lo spallone sul quale è "appollaiato" - 500 metri più in alto - il Rifugio Tridentina e lo spettacolare Picco dei Tre Signori, massima elevazione della zona con i suoi 3499 metri.

KLAUSBERG - LAGO DELLA CHIUSETTA
E' una delle escursioni classiche della valle, grazie anche alla funivia che consente di risparmiare 550 metri di dislivello. Da Cadipietra (m.1050) una moderna telecabina porta ai 1602 metri di Klausberg, punto di confluenza di numerosi itinerari sia di traversata che verso le alte quote. Già dalla stazione superiore si gode un panorama estesissimo sulle cime delle Alpi Aurine, ben riconoscibili grazie a un preciso quadro di orientamento.
Si prende l'ampio sentiero a tornanti n. 33 che fa guadagnare quota con pendenza costante in mezzo ai pascoli, eventualmente tagliando per le numerose scorciatoie, puntando verso i già evidenti Monte Fumo e Cima Chiusetta che incombono sull'omonimo lago. La conca in cui giace lo specchio d'acqua (m.2162) si apre improvvisa alla sommità di un gradone, ma bisogna salire ancora un po' per avere il colpo d'occhio migliore: pochi minuti su per gli sfasciumi che conducono al Passo Chiusetta bastano per guadagnarsi lo stupendo panorama del lago che riflette l'azzurro del cielo sullo sfondo della catena aurina innevata, nella quale spiccano i vari "tremila": Sasso Nero, Cime di Floite, Monte Lovello, Punta del Conio, Punta di Valle. Tempo da Klausberg: tra 1h15' e 1h30'.
Dopo uno spuntino in riva al lago, vale la pena completare la gita con la salita al vicino Corno del Passo (m.2362), una piramide erbosa non particolarmente significativa, ma raccomandata per il panorama dalla cima, vastissimo grazie al suo isolamento; in particolare, il massiccio granitico di Cima Dura (m.3130), che si svela di colpo in tutta la sua imponenza al di là di un crinale roccioso.
Lungo la salita da Klausberg al Lago si incontrano, entrambi affacciati su panoramici dossi erbosi, due punti di ristoro, la Baurschaft Alm (m.1882) e la Speck und Schnaps Alm (m.1726): da non mancare assolutamente una visita di quest'ultima per l'incredibile quantità di oggetti affissi all'esterno e all'interno che ne fanno un vero e proprio museo della montagna e della civiltà alpina.

LAGO DI NEVES - RIFUGIO GIOVANNI PORRO
E' un'escursione ideale per una prima presa di contatto con una delle citate laterali all'Aurina, la verdissima Valle dei Molini. La valle, dopo un tratto più ripido di 7 km. tra Molini di Tures e Selva dei Molini, addolcisce la pendenza allargandosi tra pendii erbosi costellati di masi e casolari tradizionali. Dopo Lappago, la sede stradale si restringe salendo tra boschi di conifere per gli ultimi 5 km. che portano al parcheggio oltre la diga del Lago di Neves. Da qui partono gli itinerari verso i Rifugi Ponte di Ghiaccio a ovest e Porro a est, di cui noi abbiamo in programma il secondo; la durata è di circa due ore per salire da quota 1856 a 2420 lungo un percorso elementare.
La prima metà si sviluppa lungo un'agevole strada forestale che risale il bosco tra macchie di rododendri e cascatelle, con splendide vedute dall'alto sul Lago di Neves, talmente ricco di tonalità di azzurro da non sembrare un invaso artificiale; la carrareccia ha termine alla bella conca dell'Alpe di Neves di Sopra (m.2134) con le rovine della vecchia malga e i due casolari della nuova (non è posto di ristoro). Si prosegue su sentiero ben lastricato e si aggira uno spallone roccioso per giungere su un pianoro acquitrinoso, già in vista del Rifugio Porro, dal quale ci separa non più di mezzora di salita.
Il rifugio sorge sul Passo di Neves, con vedute spettacolose su entrambi i versanti del valico: su quello orientale che scende verso le valli di Riobianco e di Tures, verso i Monti di Fundres, il gruppo di Cima Dura, i Monti di Predoi e, più distanti, le cime delle Vedrette di Ries; su quello da cui proveniamo (ovest) la magnifica cerchia di ghiacciai sui quali spiccano il Gran Pilastro (m.3519), la Punta Bianca (m.3371) e il Gran Mèsule (m.3479). Ai piedi di questo anfiteatro bianco si sviluppa l'Alta Via di Neves, straordinario percorso in quota che in quattro ore porta al Rifugio Ponte di Ghiaccio (m.2545), distinguibile in lontananza alla sommità della Valle della Pipa sopra la riva opposta del lago.
Un'ottima idea per una futura escursione, magari spezzata in due giorni pernottando al Porro, rivelatosi molto accogliente e simpatico.

CASCATE DEL RIO DI RIVA
Consigliatissima gita di mezza giornata per ammirare i tre impetuosi salti d'acqua che il Rio di Riva compie poco prima di confluire nel torrente Aurino. Escursione alla portata di tutti su un dislivello di 300 metri per una durata di circa 2h30' fra andata e ritorno.
L'itinerario, prevalentemente in sottobosco, molto ben allestito con gradoni in legno, ringhiere, ponticelli e piazzole panoramiche, prende anche il nome di Sentiero di San Francesco per le varie "stazioni" di sosta che lo intervallano: ciascuna merita di soffermarsi davanti ai pannelli con citazioni del "Cantico delle Creature" del Santo e ad espressive sculture in legno o bronzo.
Da Campo Tures si seguono le indicazioni per le cascate che in pochi minuti portano alla frazione Cantuccio e al parcheggio. La prima cascata è raggiunta in breve, dopodichè il percorso si fa un po' più ripido sul fianco della forra salendo alla seconda e poi alla terza, la più scenografica per l'altezza (42 metri), la portata d'acqua e un pittoresco ponticello sotto il quale si staglia quasi sempre l'arcobaleno. Continuando a stretti tornantini si raggiunge il punto più alto, la cappella Tobl, suggestiva costruzione in pietra un tempo facente parte di un castello, di recente restaurata e adornata all'interno con belle statue in legno.
Per il ritorno, si può effettuare il percorso a ritroso o scendere lungo la carrozzabile, tagliando dopo un paio di chilometri su un sentiero naturalistico che riconduce a Cantuccio.

RIVA DI TURES - DURRA ALM - KNUTTEN ALM
E' una delle escursioni più frequentate in partenza da Riva di Tures, villaggio adagiato a quota 1596 in una conca meravigliosa circondata da boschi di conifere e dominata dalla mole del Collalto, con i suoi 3436 metri la cima più alta delle Vedrette di Ries.
Lo scenario è la Valle dei Dossi, bella zona di pascoli percorsa da una strada forestale che ha termine all'alpeggio di Knutten Alm (m.1863), un gruppo di casolari con un paio di posti di ristoro e punto di partenza per numerose escursioni in quota.
Per rendere meno banale la pura e semplice camminata fino all'alpeggio, raccomando di riservarla al ritorno, scegliendo per l'andata la molto più remunerativa traversata dalla Durra Alm. Dal parcheggio a quota 1675 ubicato un km. a nord del paese, si prende il sentiero che dopo un centinaio di metri si stacca sulla sinistra, parte iniziale del Fuldaer Weg, itinerario in ambiente selvaggio che, scollinando ai 2452 metri della Bretterscharte, si collega con la Valle Aurina nelle vicinanze di Predoi. Per questa volta le nostre velleità sono più limitate (ma intanto prendiamo nota…): dopo una serie di tornanti in salita, il sentiero spiana per un tratto in sottobosco fino a sbucare sul pendio della bella costruzione in legno della Durra Alm (m.2096): la sosta è d'obbligo per il vasto panorama sul Sasso Rosso e il Collalto a sud-est e sui curiosi pinnacoli del gruppo Kleine / Grosse Reinhard che a nord-est coronano gli scoscesi prati soprastanti la già ben visibile Knutten Alm. La discesa verso l'alpeggio avviene in ambiente apertissimo di pascoli e acque, così come il ritorno a Riva, chiudendo un appagante anello che richiede tra le 3h e le 3h30' di marcia tranquilla.

PREDOI E LE MINIERE
Anche se alcuni ritrovamenti fanno supporre una datazione molto precedente, le testimonianze sicure delle miniere di rame nell'area di Predoi sono fatte risalire all'inizio del XV secolo. In sei secoli si alternarono lunghi periodi di attività ad altri di chiusura, fino a quella definitiva ai primi del XX secolo. Dopo decenni di incuria, alla fine degli anni Ottanta si decise di recuperare parte delle strutture e valorizzare la storia dell'attività estrattiva istituendo il "Museo della Galleria di Predoi", una visita altamente istruttiva da raccomandare a grandi e piccoli.
Il Museo è suddiviso in due grandi aree:
1. Il percorso didattico, sviluppato lungo un sentiero che sale da quota 1500 fino a 2080: si costeggiano gli ingressi delle sette gallerie che furono di volta in volta scavate ad altezze via via superiori, i muretti in pietre a protezione delle frane, una fucina da fabbro, gli impianti di macinatura e di lavaggio. Lungo il percorso, che richiede circa tre ore per il giro completo, sono dislocati dieci pannelli descrittivi in corrispondenza dei siti significativi.
2. La galleria dimostrativa: tramite un trenino che può portare 24 persone per volta, si penetra per circa 1 km. nella galleria Sankt Ignaz, quella a quota più bassa; si scende per visitare un circuito lungo il quale una guida illustra, con l'ausilio di ricostruzioni del duro ambiente di lavoro complete di manichini in grandezza naturale, le tecniche di scavo delle gallerie, di estrazione, lavorazione e trasporto del minerale. Alcune vetrine espongono strumenti di lavoro e campioni di minerali. L'esperienza, che dura in totale circa 75 minuti, ha termine con il ritorno all'aperto tramite il trenino.
La temperatura costante della miniera è di circa 8°. Vengono fornite mantelle impermeabili e casco (obbligatorio). Apertura tutti i giorni (escluso lunedì) da Pasqua a fine ottobre, dalle 9,30 alle 16,30. Ingresso 8€ adulti, 3€ bambini. Raccomandata la prenotazione.
IL CENTRO CLIMATICO - Si è riscontrato che nelle gallerie minerarie in disuso si creano particolari microclimi utilizzabili a fini curativi. Nel caso di quella di Predoi, la temperatura costante a 8°, l'elevato grado di umidità relativa (95%), la totale assenza di pollini e allergeni creano condizioni favorevoli alla cura dei disturbi alle vie respiratorie. E' stato così recentemente attivato il Centro Climatico, al quale si accede proprio dal punto in cui il trenino termina la corsa; in esso sono possibili cicli terapeutici che possono andare dalla singola applicazione a trattamenti di più settimane. Per il dettaglio, si consulti il sito riportato nei Links.

LAGO DI ANTERSELVA
La Valle di Anterselva non fa parte strettamente dell'area di cui stiamo trattando, ma può essere assimilata ad essa in quanto valle adiacente all'Aurina tra le trasversali alla Pusteria, tanto è vero che su di essa prospettano i versanti di alcune cime delle Vedrette di Ries opposti a quelli che si possono ammirare dall'Aurina e dalle collaterali.
Occorre portarsi a Brunico lungo la già nota SS 621, innestarsi sulla SS 49 della Val Pusteria e dopo 11 km. imboccare la valle di Anterselva all'altezza di Valdaora.
La valle sale con pendenza moderata attraversando le varie frazioni che compongono il comune unico di Rasun/Anterselva, sempre in ambiente molto aperto che d'inverno crea le condizioni ideali per la pratica dello sci da fondo. A 17 km. da Valdaora si raggiunge il lago (m.1638), dopodiché la strada si fa ripida e tortuosa, tanto da imporre il senso unico alternato, per i 6 km. che salgono a Passo Stalle (m.2052), il valico che immette nell'austriaca Defereggental.
Il giro completo del Lago di Anterselva, che si effettua in circa 1h15', è vivamente raccomandato per la gamma di tonalità di colore dell'acqua, per i riflessi sempre diversi, per il contrasto tra il rigoglio di verde della valle e la severità delle cime circostanti tra le quali spiccano il Collalto e il Collaspro.

Curiosità 

** Convenzionalmente la Vetta d'Italia (m.2912), elevazione tutt'altro che appariscente, è considerata l'estremità settentrionale del nostro Paese, ma non è esatto. La cima fu individuata (e battezzata) nel 1904 quale punto estremo dal prof. Ettore Tolomei, in epoca fascista componente della commissione incaricata di tradurre in italiano circa 9000 nomi altoatesini. In realtà il punto più a nord è la Zwillingköpfe, a breve distanza e di poco più bassa della Vetta d'Italia (m.2835).
** A Campo Tures l'emporio di souvenirs Mairl offre uno spettacolo che due volte al giorno - alle 10 e alle 15 - raduna una piccola folla di grandi e piccini: un gruppo di figure in legno che si mettono in moto sul cornicione sopra l'insegna, fantasiose raffigurazioni dei Venediger, leggendari spiriti buoni che vivevano nelle cavità degli alberi e proteggevano le malghe e le cascine. Riproduzioni di ogni dimensione sono in vendita nel negozio, un'idea per un regalo originale e di buon augurio.
** Nei pressi di Prastmann, un quadro davvero idilliaco è formato dalla chiesetta di Santo Spirito (Heiliggeist) addossata a una roccia nei pressi del torrente, luogo di culto del 1455 per secoli caro ai minatori. Merita di essere conosciuta la storia legata al Crocifisso in legno al suo interno. Circa 200 anni fa esso era situato presso un maso nelle vicinanze e un giorno un uomo che stava recandosi a una gara di tiro a segno volle esibire la propria abilità sparando al corpo del Cristo; giunto a destinazione, vinse il primo premio della gara consistente in un toro, ma sulla via del ritorno, proprio all'altezza della croce, l'animale si imbizzarrì e lo uccise. I segni delle tre pallottole sono ancora ben visibili nel costato e in una gamba del Cristo, raffigurazione già di per sè drammatica per il sangue che gronda da tutto il corpo.
** Quando le miniere di rame di Predoi furono dismesse definitivamente agli inizi del Novecento, venne meno la principale risorsa economica dell'alta valle e si impose la necessità di trovare un'altra fonte di sostentamento per le famiglie. Il parroco dell'epoca ebbe l'idea di mandare una ragazza a Londra e a Vienna per imparare l'arte del merletto al tombolo e divulgarla al suo ritorno tra le compaesane: l'iniziativa ebbe successo e col passare del tempo diventò l'occupazione primaria - sia femminile che maschile - fino all'instaurarsi di una vera e propria scuola che esportava i prodotti in Italia e all'estero. E' una forma di artigianato attiva ancora oggi, tanto che i merletti di Predoi sono uno dei più tipici souvenirs della zona.

Note dolenti

Parlando con ospiti che frequentano da parecchi anni la Valle Aurina, ho avuto conferma di quanto già risulta ben visibile, che cioè lo sviluppo turistico ha avuto un vero e proprio boom nel volgere di pochi anni. Per fortuna l'impatto delle nuove costruzioni è contenuto e abbastanza rispettoso dell'ambiente: in questo, l'Alto Adige è sempre un esempio.
Ma non mancano gli aspetti criticabili, il più evidente dei quali è la progressiva "valorizzazione" (termine dal quale prendo sempre le distanze virgolettandolo) sciistica dell'area di Klausberg: sono evidenti le "spellature" di tratti di bosco per ricavare piste di discesa e la sconsiderata copertura di alcune centinaia di metri di torrente con assi di legno. Il tutto per allestire un comprensorio che, visto l'ambito circoscritto e l'isolamento, non credo possa produrre un tornaconto economico che giustifichi la deturpazione di una splendida vallata.

5 commenti in “La Valle Aurina, essenza di Alto Adige
  1. Avatar commento
    Leandro
    18/03/2010 11:27

    Non mi sembra poi quel gran sogno irrealizzabile. Basta decidere, prendere le ferie e andare, no? ;-)

  2. Avatar commento
    guidetti
    18/03/2010 11:16

    Non ho parole il sogno della mia vita è trascorrere 15 giorni fuori dal mondo della vita e della ruotin quotidiana posto mozzafiato bello bellissimo spero che un giorno possa godere del piacere della natura allo stato puro.

  3. Avatar commento
    Leandro
    13/04/2009 16:49

    Felice di esserti stato utile. La Valle Aurina è splendida, ti piacerà certamente. Però ti consiglio anche la Pusteria, magari per una prossima occasione. Anche su quella valle trovi sul sito un mio resoconto: "Valle di Sesto e Alta Pusteria, incanto dolomitico". Ciao, buona vacanza!

  4. Avatar commento
    Giulietta
    13/04/2009 15:10

    sto preparandomi per una nuova vacanza in trentino....e ogni anno il dubbio sulla meta da scegliere...era quesi certa la pusteria ma poi ho letto il suo diario in valle Aurina e ne sono rimasta affascinata...ho trovato alloggio presso un maso ( uno dei più antichi della valle ) sopra Lutago in direzione Riobianco... sicuramente sarà una vacanza stupenda! al nostro ritorno le saprò dire. intanto la ringrazio per il suggerimento che il suo diario mi ha dato!!!Giulia da Lucca

  5. Avatar commento
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    09/08/2007 21:02

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