Ventotene, l'Isola delle Sirene

Mare, natura, storia e… lenticchie!

Nell'aria immobile di un maggio acceso
sull'onda azzurra e quieta
lenti gabbiani in ripetuti giri
vanno.
Uno si posa e un altro
sul bianco scoglio
che sol da poco affiora
e poi son tanti.
A mare sui dirupi
ginestre e violacciocche
guardano in basso
piccole barche di pescatori andare.
(Maria Sequino Verde: Primavera ventotenese)

L'isola di Ventotene, insieme con la vicina Santo Stefano, fa parte delle Isole Pontine (o Ponziane), decentrata di 21 miglia nautiche ad est-sud-est da Ponza, la principale dell'arcipelago con le vicine Palmarola e Zannone. La distanza da Formia è invece di 28 miglia.
Di forma allungata in senso nordest - sudovest, ha una superficie di 1,24 kmq, con le due estremità Punta Eolo e Capo dell'Arco che distano circa 2700 metri. La massima quota, sovrastante Capo dell'Arco, è la Punta degli Ulivi con 139 metri. L'abitato si sviluppa in prevalenza sulla costa nordorientale e da esso si diramano tre strade parallele: Via Parata Grande che raggiunge l'omonima insenatura, Via Ulivi che termina in prossimità della suddetta Punta, Via Cala Nave che a circa metà lunghezza dell'isola ha due diramazioni, verso Cala Battaglia e verso la citata Via Ulivi.
Dal punto di vista geologico, Ventotene è quasi interamente tufacea, ad eccezione della costa occidentale fra Punta Pascone e Capo dell'Arco, nella quale prevalgono i basalti; dal mare si distinguono bene le stratificazioni di varie tonalità di giallo-arancio con gli inserimenti neri dei basalti.Ventotene non è solo mare, per quanto bello esso sia. L'isola è ricca di tracce della propria storia, dai primi insediamenti dell'Età del Bronzo, dai vari popoli che la toccarono attraversando il mare antistante, ai secoli di dominio romano con l'apice degli splendori del periodo imperiale, attraverso una lunga decadenza fino alla rifioritura con l'avvento dei Borboni.
Oggi è un'isola con un'offerta a 360°, per i bellissimi fondali, la flora rigogliosa, la possibilità di passeggiate panoramiche, i giri in barca, ma anche la gradevolezza dell'immersione nella quotidianità delle stradine, delle botteghe, delle chiacchiere in piazza e delle piccole cose ormai perdute nella vita di città.

IL PORTO ROMANO
E' il primo contatto che il visitatore ha con l'isola non appena sceso dal traghetto e lasciato il piazzale del Porto Nuovo. Il colpo d'occhio è magnifico e si è subito ammirati nel vedere l'opera di scavo con la quale furono asportati 60.000 metri cubi di tufo per ricavare le banchine, i depositi, i magazzini, i porticati, perfino le bitte di attracco che sembrano grossi funghi in un tutt'uno con la roccia.
Il Porto è a tutt'oggi considerato un'opera ingegneristica di prim'ordine, ove si pensi che non furono realizzate opere murarie o in cemento. Oltre l'imboccatura tuttora presente, esisteva un varco sul lato opposto, una tecnica che evitava la risacca e l'insabbiamento del bacino. Sono inoltre ancora ben visibili al di là del molo dei frangionde con buche, con il doppio scopo di attenuare la forza del mare in burrasca e raccogliere il sale che vi si depositava dopo il ritiro delle acque.
Oggi il Porto Romano è sostanzialmente immutato rispetto a due millenni fa, con la ovvia differenza che i locali scavati nel tufo ospitano negozietti, operatori di nautica e subacquea, posti di ristoro, in un variopinto brulicare di gente e imbarcazioni.

LA PESCHIERA
E' un'altra opera dell'arte ingegneristica dei Romani. Oggi si presenta come un piccolo fiordo a ferro di cavallo all'imboccatura del Porto Romano, in origine separato dal mare aperto tramite saracinesche mobili. Il sistema di cattura dei pesci era ingegnoso: l'acqua dolce della cisterna di Villa Stefania, ubicata nel centro dell'isola, era convogliata nella grossa vasca dove si mescolava con quella salmastra, una condizione gradita ai pesci che accorrevano numerosi; a questo punto le saracinesche venivano abbassate, i fori presenti in esse permettevano il ricambio dell'acqua senza far passare i pesci, che erano così disponibili sempre freschi. Due vasche più piccole coperte da volte a tufo favorivano la riproduzione, visto che i pesci prediligono luoghi ombreggiati per deporre le uova.
La Peschiera presenta uno degli scorci più originali di Ventotene, con l'allineamento delle case variopinte che la dominano dall'alto.

L'ACQUEDOTTO ROMANO
Con l'avvento dell'imperatore Augusto si diede il via sull'isola a una serie di "grandi opere", per lo più connesse alla costruzione di Villa Giulia (vedi oltre).
Mancando su Ventotene sorgenti di acqua dolce, fu strutturato un sistema di cinque cisterne per la raccolta dell'acqua piovana che funzionava, molto semplicemente, per gravità. Le due più grandi, dette oggi "di Villa Stefania" e "dei Detenuti" furono edificate sul crinale al centro dell'isola; da esse l'acqua scendeva alle tre più basse, ubicate rispettivamente alla cosiddetta Polveriera (Canale di Mast'Alfonso) per alimentare la Pescheria e il Porto, una a Cala Rossano e l'altra a Villa Giulia per rifornire le fontane e le Terme.
Le due superiori sono visitabili con accompagnamento di guida. Gli orari sono esposti al Museo Archeologico.

DOVE FARE IL BAGNO
Non sono molte le spiagge raggiungibili agevolmente a piedi e per quelle più appartate non si può prescindere dall'accesso in barca. Basta però scendere al Porto Romano per prendere ogni tipo di accordo con i barcaioli.

1) - Quelle accessibili a piedi sono:
* CALA NAVE: la più comoda rispetto all'abitato. E' una lunga striscia di sabbia ai piedi di un muraglione, in posizione scenografica anche grazie ai tre faraglioni sulla parte nord (Nave di Terra, Scoglitiello e Nave di Fuori), mete gradite per belle nuotate e tuffi. Vantaggi: ristoro, affitto sdraio e ombrelloni al prospiciente Ristorante Cala Nave, possibilità di riparo all'ombra grazie al sottopasso dell'acquedotto che porta al Canale di Mast'Alfonso (vedi più avanti). Svantaggi: l'affollamento dovuto alla comodità e la sottilissima sabbia nerastra che si infila dappertutto.
* CANALE DI MAST'ALFONSO: come detto, è collegata alla precedente. Consiste in un tavolato di tufo elevato di circa un metro sul livello del mare, molto apprezzato da chi ama i tuffi. Ristoro, affitto sdraio e ombrelloni al Ristorante Un posto al Sole.
* CALA ROSSANO: a nord del Porto Nuovo, del quale costituisce un'ansa a ferro di cavallo. Si raggiunge in cinque minuti dalla piazza del paese. Tranquilla, sabbia grigia, fondale basso, possibilità di zone ombreggiate a ridosso dell'ampia grotta del Vojo Marino. Sul lato opposto, la Lega Navale con la scuola di vela. Non attrezzata, ma sul tornante della strada soprastante la grotta c'è un chioschetto con buoni spuntini e granite.
* PARATA GRANDE: dal centro paese si imbocca l'omonima via fino a raggiungere un sentierino che porta alla scalinata di accesso, dall'alto della quale si gode un magnifico colpo d'occhio. 156 gradini scendono a una spiaggia di ghiaia che si alterna con tavolati rocciosi e massi franati nel corso dei secoli dalla falesia soprastante che offrono anfratti ombreggiati. Non attrezzata, meno affollata delle altre per via della scalinata, un po' faticosa in risalita, che può scoraggiare i più pigri (ma ne vale la pena). Un inconveniente può consistere nello schieramento di imbarcazioni da diporto che - specie nei fine settimana - si ammassano nella rada, non tutte rispettose nelle norme sugli scarichi a mare.
* PIANE DEL MONACO: sono tavolati di tufo accessibili dalla diga del Porto Nuovo. Poco affollata, ma bisogna trovare i posti in cui sdraiarsi evitando le già citate buche per la raccolta dl sale.

2) - Le spiagge raggiungibili solo via mare, elencate in senso antiorario partendo da Punta Eolo:
* CALA BOSCO: piccola, isolata, è situata sulla costa nordoccidentale, tra Punta Eolo e il Pizzo di Mamma Bianca.
* PARATELLA e MOGGIO DI TERRA: piccole, a breve distanza l'una dall'altra, ai piedi di una falesia stratificata tra Punta Pascone e Punta dell'Arco.
* PISCINE DI PUNTA DELL'ARCO: stupende vasche naturali ai piedi dell'estremità meridionale dell'isola, acqua cristallina dall'incredibile varietà di colori.
* SALIERE e L'ACQUA DOLCE: mare splendido ma costa impervia e scomoda.
* PARATA POSTINA e CALA BATTAGLIA: bellissime spiaggette isolate di sabbia nera equidistanti da Punta dell'Arco e da Cala Nave; non facile lo sbarco alla seconda.

LA CIRCUMNAVIGAZIONE DELL'ISOLA
Basta fare una passeggiata sul molo del Porto Romano per essere "abbordati" dai barcaioli che offrono ogni tipo di servizi, sia predisposti che personalizzati.
Noi ci siamo appoggiati a "Occhiomarino", un'imbarcazione con posti a sedere per una ventina di persone, inconfondibile per il tendalino giallo, dotata di fondo trasparente per l'osservazione del fondale. Per 10 euro a testa si effettua il giro dell'isola in senso antiorario ammirando spiagge, anfratti, grotte marine, residui di insediamenti rupestri, con puntata finale per costeggiare Santo Stefano. Vengono effettuate due soste per fare il bagno, una tra Moggio di Terra e Punta dell'Arco (probabilmente il punto di Ventotene in cui l'acqua è più cristallina), l'altra di fronte a Santo Stefano.
La durata del giro è di circa due ore e un quarto. Raccomandatissimo!

ESCURSIONE A PUNTA DEGLI ULIVI
E' l'itinerario a piedi che consente di tagliare l'intera isola su tutta la sua lunghezza, per un totale di circa 4,5 km tra andata e ritorno.
Dall'abitato si imbocca Via Ulivi che si sviluppa in leggera salita; dopo circa 1 km si tocca il Semaforo, vecchia postazione antiaerea della Seconda Guerra Mondiale oggi in via di riconversione in spazio espositivo. Poco oltre, la strada diventa un viottolo che in certi punti costeggia il ciglio della falesia, con vedute vertiginose sul mare sottostante; un ultimo tratto, purtroppo reso malagevole dalle sterpaglie, porta a Punta degli Ulivi, con i suoi 139 metri il punto più alto di Ventotene, dal quale si abbraccia un panorama vastissimo.
L'itinerario è di alto interesse naturalistico per la ricca flora, che annovera, tra l'altro, agavi, finocchietti selvatici, colossali fichidindia, ginestre, rose canine, gelsi, oleandri, carrubi, naturalmente le rinomate lenticchie.

VILLA GIULIA
Come accennato a proposito dell'Acquedotto, la Villa fu edificata nell'area della settentrionale Punta Eolo sotto l'impero di Augusto ed è così chiamata in riferimento alla Gens Julia alla quale egli apparteneva.
Il complesso, che misurava circa 300x150 metri, sorse nell'arco di circa 25 anni, tra il 27 e il 2 a.C. su progetto di abili architetti e ingegneri e con la manovalanza di migliaia di schiavi. In origine doveva essere un luogo di otium, cioè periodi di riposo della famiglia imperiale, ma finì per diventare luogo di esilio per i (più spesso le) componenti che via via vi furono spediti per avere trasgredito alla Lex Julia de adulteriis, emanata nel 18 a.C. per porre freno alla crescente dissolutezza dei costumi a corte.
La visita è ammessa solo con guida (4€), parte nelle giornate di giovedì alle 18 dal Museo Archeologico (basta farsi trovare lì qualche minuto prima) e dura un paio d'ore nel corso delle quali una signora simpatica ed efficiente illustra le varie parti del sito archeologico, senza tralasciare riferimenti, talora "succosi", a intrighi, tresche, intrallazzi, congiure e pettegolezzi dell'epoca.
Per quanto del complesso siano rimaste solo rovine, si distringuono con chiarezza i tre nuclei principali: si inizia dalla parte alta che ospitava gli alloggi degli schiavi, si scende poi per un largo avvallamento alla villa propriamente detta che comprendeva la zona abitativa e lo stabilimento termale (in parte restaurato in conformità all'originale). Il tutto era all'epoca abbellito da giardini, giochi d'acqua, porticati, vialetti.
Sulle due rive del promontorio si notano gli imponenti complessi denominati Pietre Tagliate, vale a dire le cave di tufo che fornirono parte del materiale da costruzione della Villa.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO
Il Museo è aperto dal 1983 e ospita reperti ritrovati nel mare di Ventotene e nella zona di Villa Giulia: è quindi il logico completamento della visita alla Villa.
Nella sala d'ingresso troneggia uno splendido dolio, cioè una grossa anfora alta m. 1,42 e di m. 1,59 di diametro adibita dai Romani al trasporto del vino; nello stesso vano, una serie di anfore greche, italiche, mauritane, tunisine. Si passa poi nella sale che ospitano vari tipi di ancore, da quelle in piombo a quelle in legno, chiodi provenienti a un relitto di nave romana. Alcune vetrine espongono frammenti di marmi, fregi, intonaci affrescati, piccoli oggetti provenienti da Villa Giulia.
Un plastico che riproduce la Ventotene romana e foto di varie epoche riproducenti il Porto, la Peschiera e le Cisterne completano l'interessante percorso espositivo.

SANTO STEFANO
L'isolotto, di forma pressoché circolare, dista circa un miglio e mezzo da Ventotene.
Nel corso della Storia fu a lungo luogo di eremitaggio ed è attestato che nel secolo XIII vi era un convento dedicato a Santo Stefano.
La svolta si ebbe con Ferdinando IV, re borbonico illuminato che nel 1795 fece costruire il penitenziario secondo un progetto architettonico geniale: l'edificio ha infatti forma di ferro di cavallo, con 99 celle poste su tre piani e rivolte tutte verso il centro del cortile. È il principio del panopticon (dal greco "visione del tutto"): ogni cella ha una finestra sul lato esterno e una verso il cortile, cosicché pochi carcerieri potevano vedere in controluce tutti i movimenti dei detenuti. Il penitenziario fu chiuso nel 1965 dopo avere ospitato nelle varie epoche detenuti in prevalenza politici: si ricorda Gaetano Bresci, l'anarchico attentatore di Re Umberto I, e diversi oppositori del regime fascista, tra i quali Umberto Terracini, Altiero Spinelli, Pietro Longo e Sandro Pertini.
Il complesso carcerario è dal 1987 sotto il vincolo del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali. Le visite avvengono previo accordo con i barcaioli e con la biglietteria del Museo Archeologico.
La Regione Lazio nel 2005 ha acquistato l'isola per scoraggiare mire speculative. Nell'ex penitenziario avranno sede un Osservatorio della biodiversità del Mediterraneo e della ricerca marina, oltre che un Centro per la tutela dei diritti umani.A Ventotene ci sono sette alberghi, di cui due nell'abitato e gli altri decentrati. Nessuno dispone di spiaggia privata, anche se prevedono un servizio di pullmini per portare i clienti al mare o in paese.
Ritengo però l'albergo una soluzione poco indicata, e non a caso il 90% dell'accoglienza sull'isola consiste in case private, ideali in caso di famiglie o gruppetti come il nostro (sei persone ben affiatate). L'operatore che la gestisce in prevalenza è la Ventotour (vedi links), alla quale ci siamo appoggiati: ci è stata assegnata una casa di recente ristrutturazione a dieci minuti dal mare, ampia e confortevole, con sei posti letto (ma sono disponibili altri tre letti pieghevoli), un solo bagno ma anche una doccia all'aperto nel cortile sul retro, cucina grande e perfettamente attrezzata (addirittura due frigoriferi più il congelatore), al prezzo di euro 880 per la settimana dal 1° all'8 luglio; in pratica 21 euro a persona/giorno. La consiglio vivamente, nel caso chiedere espressamente l'appartamento n. 82.Trattandosi di un'isola, è perfino scontato che la gastronomia veda la prevalenza del pesce e dei frutti di mare. Una menzione va in particolare a saraghi, scorfani, triglie, cernie e alle saporitissime ricciole.
Il prodotto principe di Ventotene è però la lenticchia, una particolare varietà di piccole dimensioni rinomata per reggere ottimamente la cottura.
Tra i piatti che abbiamo gustato:
* la calamarata, una pasta in forma di anelli di calamaro mescolata a veri anelli di calamari in un sugo di pomodorini;
* i paccheri (una pasta tipo lasagne tagliata irregolarmente) con sugo di pesce;
* la minestra di fagioli e cozze, molto densa, con pasta corta (tipo ditali);
* gli gnocchetti ai frutti di mare;
* l'immancabile zuppa di lenticchie.
A Ventotene esistono una decina di ristoranti, tra i quali cito solo quelli che abbiamo sperimentato:
* Le Grotte di Mast'Aniello: con bella terrazza in vista di Cala Nave, buona varietà di piatti di pesce, ottima pizza in forno a legna. In nove persone abbiamo speso 258 euro per primo, secondo, due bottiglie di vino e quattro di minerale.
* Da Benito: su una veranda a sbalzo sulla Peschiera, specialità pesci alla brace cotti su una grossa griglia a vista dei clienti. Leggermente più caro del precedente.
* Un posto al sole: prospiciente il tavolato tufaceo del Canale di Mast'Alfonso di fianco al Faro, propone un menù di pesce a prezzo fisso a 18-19 euro (bevande escluse) con antipasto e scelta fra due primi e due secondi.
Al di là dei ristoranti, raccomando caldamente il Panificio Aiello: ottimo pane, squisite pizze/focacce sfornate in continuazione, grande assortimento di dolci. Personale gentile e simpatico.** Il nome dell'isola è cambiato parecchie volte nel corso della Storia. Quella che per Omero nell'Odissea era l'Isola delle Sirene fu chiamata dai Greci Pandoteira, cioè "dispensatrice di tutte le cose" per via delle sue ricchezze. Si passò alla Pandataria romana, poi Pandaria e Pandotira. Ulteriori storpiature medioevali portarono in successione a Pontuteri, Bitento, Bucienta, Bentiniana, Bentilem. Il nome Vendutena compare nel Settecento, per arrivare infine, tramite l'ottocentesco Ventotiene, all'attuale Ventotene.
** Il termine Parata - anche nel diminutivo Paratella - con cui sono nominate alcune insenature di Ventotene, definisce grosse reti che un tempo venivano tese per catturare gli uccelli di passo.Ventotene è servita dalla Caremar e dalla Vetor (vedi i relativi siti nei links), tramite servizi in partenza da Formia. La traversata dura due ore con i traghetti, un'ora con gli aliscafi. Esiste anche un collegamento della SNAV da Napoli.
Sull'isola circolano solo i mezzi dei residenti. Quelli dei turisti sono ammessi solo un'ora prima e un'ora dopo gli arrivi e le partenze delle navi e solo per il tratto dall'albergo/casa al molo. Durante la permanenza, le auto stazionano nei parcheggi presso il campo sportivo. Prima di decidere se convenga o meno traghettare l'auto, si tenga conto che poi sull'isola non viene utilizzata e che con vetture grandi costeggiare l'angusto Porto Romano e percorrere le stradine del paese può essere frustrante!
Esiste un servizio di trasporto bagagli tramite pullmini o furgoni, sia quelli degli alberghi che di privati, tra il molo e le varie residenze.
E' però allo studio, da parte dell'attuale Amministrazione, un progetto per la sostenibilità dell'isola: chiuderla alle automobili e promuovere un servizio di car-sharing con automezzi e motoveicoli elettrici. Qualcuno a tre ruote è già presente.

8 commenti in “Ventotene, l’Isola delle Sirene
  1. Avatar commento
    sddsds
    04/07/2011 10:51

    Il tuo commento a questo viaggio!ddd

  2. Avatar commento
    Leandro
    05/05/2009 18:28

    Al paragrafo "Dove alloggiare" ho riportato la soluzione che abbiamo adottato noi.

  3. Avatar commento
    giu
    05/05/2009 14:26

    Ciao e grazie per la splendida descrizione....io ci sono già stata parecchi anni fa....Vorrei tornarci presto, avete qualche consiglio per l'alloggio? Grazie

  4. Avatar commento
    Leandro
    12/09/2007 15:24

    Per Paola: Ormai la voce l'ho sparsa, questo sito ha oltre diecimila visite al giorno! Ciao! ;-)

  5. Avatar commento
    PAOLA
    12/09/2007 14:56

    AMO QUEST'ISOLA E NON POSSO CHE DIRTI GRAZIE,MA NON SPARGERE TROPPO LA VOCE!

  6. Avatar commento
    Lela
    01/05/2007 18:08

    Complimenti per le descrizioni e per le bellissime foto!vado a Ventotene da una vita e leggendo questo diario ho avuto la sensazione di trovarmi lì!

  7. Avatar commento
    Leandro
    01/03/2007 12:24

    Sui cani, non ti saprei dire. Ti conviene interpellare la struttura nella quale hai intenzione di andare.

  8. Avatar commento
    colombina
    01/03/2007 11:24

    sono accettati cani di piccola taglia in spiaggia?

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