Scrivo sotto la spinta dell’entusiasmo per la visita a Parma in occasione della mostra dedicata al Parmigianino nel cinquecentesimo anniversario della nascita; alla città sono particolarmente legata perché è lì che ho fatto i miei studi universitari. Certamente da allora è molto migliorata, ho trovato un ampio passeggio pedonale in centro ed una vasta zona a prato, là dove c’erano sassi e macchine parcheggiate, proprio davanti al palazzo della Pilotta, sede dell’esposizione.
La partenza da Cremona è fissata alle 14 e in meno di un’ora arriviamo. L’ingresso per la visita guidata è per le 17.30 e perciò ci organizziamo per spendere al meglio il tempo a disposizione.
Ci dirigiamo immediatamente verso via Garibaldi dove, proprio di fronte al teatro Regio, si trova la chiesa della Madonna della Steccata; in concomitanza con la mostra, all’interno, sono state installate delle impalcature ad hoc che consentono di ammirare a distanza molto ravvicinata una delle opere più famose dell’artista: gli affreschi dell’arcone.
I preliminari per la salita sono a dir poco scoraggianti: è richiesta l’apposizione della firma per esonerare gli organizzatori da qualsiasi responsabilità e vi è l’obbligo di indossare l’elmetto di sicurezza. Iniziamo la scalata di ben sette rampe di scale metalliche per raggiungere la piattaforma.
Da vicino, contrariamente a quanto succede per le opere create per essere viste dal basso, l’affresco mostra le proporzioni della perfezione.
Splendide le decorazioni rinascimentali di fiori, frutta e granchi. La parabola delle vergini sagge e di quelle stolte, rappresentate in numero di 3 che si fronteggiano, è resa con figure leggiadre ma enigmatiche che non lasciano trasparire alcuna differenza di espressione tra quelle le cui lampade sono accese e quelle stolte che tutto sommato sembrano più felici; forse queste figure simboleggiano la chiesa cattolica e le altre dottrine.
La visita successiva è dedicata al duomo, di cui all’interno, una volta seduta, a testa in su, ammiro la cupola barocca del Correggio. Nelle vicinanze del duomo si trova la Camera di S. Paolo, pure affrescata dal Correggio: ne vedremo in mostra alcune riproduzioni. C’è anche tempo per giungere a piazza Garibaldi, il cuore della città e proseguendo per via Mazzini, arriviamo al ponte di mezzo ;una passeggiata al mercato permanente di piazza della Ghiaia e attraversando il ponte Verdi, decidiamo di farci due passi nel parco ducale.
Il parco si presenta molto curato: ogni albero è catalogato e su ogni targhetta sono indicate oltre alla specie i lavori che sono stati compiuti (potatura ecc.). Il pomeriggio rigido ma limpido e soleggiato ci invita a proseguire la passeggiata fino alla fine del parco dove vediamo il lago con la sua isoletta, rifugio di cigni e germani.
Appena il tempo di rientrare verso il palazzo della Pilotta e inizia la visita della mostra che ci riserva la splendida e inaspettata possibilità di vedere il teatro Farnese che dal lato esterno si presenta come un mastodontico naviglio di legno formato da innumerevoli enormi pali legati fra di loro.
Il percorso espositivo è splendido poiché si snoda negli ampi spazi voluti dai Farnese che contribuiscono a dar l’impressione che vi siano scarsi visitatori e di poter pertanto gustare al meglio la vista di tanti capolavori. Un altro elemento estremamente positivo è la possibilità, attraverso le loro opere, di tracciare un parallelo tra i due pittori emiliani: Correggio e Parmigianino.
Alle 19.30, conclusa la visita, si riparte per Cremona con l’intima soddisfazione di aver trascorso un pomeriggio all’insegna della …“Bellezza”.
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Un pomeriggio a Parma
… approfittando del “Parmigianino”!
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