Un fine settimana in Svizzera

Lucerna, Berna, Thun, Interlaken e Bellinzona: le bellezze del Paese elvetico

Eccezion fatta per qualche escursione a Lugano, non ero mai stato in Svizzera, se non di passaggio. In effetti da Porto Recanati la Svizzera non è abbastanza vicina per programmare un week-end e non rientrava nelle mie priorità nelle vacanze più lunghe. Considerando che il mio motto è viaggiare sempre, comunque e dovunque, trascorrendo le vacanze pasquali allungate nel varesotto dai suoceri ho ben pensato di trascorrere un paio di giorni nel vicino territorio elvetico.
Avendo poco tempo a disposizione ho programmato tutto prima di partire scandagliando la rete in lungo ed in largo e consultando la mia biblioteca di testi turistici.
Le mete del mio viaggio erano Lucerna, Berna, Thun, Interlaken e Bellinzona. Poi, improvvisando si sono aggiunte Lauterbrunnen nei pressi di Interlaken nota per le suggestive cascate del ghiacciaio di Trummelbach, Vaduz capitale del Liechtenstein e Zurigo.
Forse potrà sembrare un itinerario troppo impegnativo, ma programmandosi bene, svegliandosi presto ed approfittando dell’allungamento delle giornate assicuro che è un programma fattibile. Per la visita delle città più grandi ho impiegato mediamente 3 ore, mentre per le altre dalla mezzora delle cascate all’ora e mezzo (non sufficiente) per Bellinzona.
Come spostarsi
Visto il poco tempo a disposizione è indispensabile fare l’itinerario in auto, per chi ha più tempo potrebbe essere una buona idea spostarsi in treno, utilizzando anche le numerosissime linee turistiche presenti in territorio elvetico (http://www.svizzera.cc/itinerari-in-treno-in-svizzera.html). In Svizzera le linee ferroviarie servono anche i comprensori sciistici e proprio nei pressi della cascata di Lauterbrunnen ho visto diversi sciatori aspettare il treno per recarsi sulle piste.
In Svizzera per girare sulla rete autostradale è necessario dotarsi di un bollino con validità annuale. Ho acquistato il bollino direttamente alla frontiera pagando 30 euro ed ottenendo due franchi di resto. Il costo in valuta locale è di 40 franchi svizzeri ed ulteriori dettagli si possono trovare sul sito http://www.ezv.admin.ch/zollinfo_privat/informationen/00421/01659/index.html?lang=it.
E’ strano che in Svizzera non esista un bollino turistico della validità di pochi giorni (come in Austria) ed apparentemente il costo può sembrare davvero eccessivo. Però il prezzo appare davvero giustificabile se si tiene conto che ho percorso circa 500 km, ho attraversato due trafori gratuitamente, Gottardo (al momento dell'inaugurazione, con i suoi 16,918 km, era la galleria stradale più lunga del mondo) e San Bernardino (galleria di circa 7 km che permette di evitare il passo del San Bernardino a 2.065 metri di quota) e dei numerosi viadotti e gallerie che hanno dovuto costruire in mezzo alle montagne allora il costo sembra davvero giustificabile.
Attenzione ai numerosi limiti di velocità presenti rispettati con precisione svizzera da tutti: 100 km ora nelle gallerie ed ottanta all’ora nei tratti con carreggiata più stretta. Traffico molto limitato per gli standard italiani sia nelle autostrade, sia nelle città con conseguenti ed evidenti vantaggi nei tempi necessari per gli spostamenti.
Occorre inoltre tener conto che la rete autostradale Svizzera è del tutto particolare. Spesso ed anche per lunghi tratti l’autostrada si interrompe e la carreggiata si riduce a due corsie in special modo in prossimità dei valichi montani. Ho percorso lunghi tratti di strada a due corsie da Interlaken a Lucerna (attraversando un valico) e da Chur a San Bernardino in una strada molto trafficata in direzione del confine italiano.
Il costo del carburante in Svizzera è molto vario. Il gasolio costa molto di più della benzina ed i prezzi sono abbastanza simili a quelli italiani. La benzina è ancora conveniente in territorio elvetico, ma in misura inferiore a qualche anno fa, mentre per il gasolio i prezzi sono pressoché uguali. In realtà ho trovato alcune pompe a prezzo minore dell’Italia solo nei pressi della città di Berna (1.45 CHF). Sulla rete autostradale i prezzi sono decisamente più alti (da 1.52 CHF a 1,69 CHF) rispetto a quelli dei distributori nelle periferie cittadine e comunque tutti sono del tipo self service (solo in Italia esiste ancora il “servito”).

VALUTA
In Svizzera la valuta è il franco svizzero CHF ed il cambio alla frontiera è stato di 0.66. Quindi per chi non avesse intenzione di impostare il convertitore sul cellulare un meccanismo semplice per fare i conti è quello di mettere in relazione tre franchi con due euro. Comunque quasi in tutti i posti accettano gli euro (ma con un tasso di cambio non propriamente conveniente) e le carte di credito. I franchi svizzeri sono di solito indispensabili nei parcheggi (tutti a pagamento) e nei piccoli esercizi commerciali.
Comunque cambiando l’equivalente di 150 euro per due giorni sono tornato con l’equivalente di oltre 65 euro.
Dove alloggiare
Prima di partire ho passato molto tempo in rete a scegliere la sistemazione. Volevo un posto in montagna con vista su uno dei numerosi ed incantevoli laghi svizzeri. Volevo inoltre una struttura di buona qualità e che ovviamente si trovasse nei pressi dell’itinerario scelto.
Alla fine ho scelto il Dorint Bluemlisalp Hotel a Beatemberg (telefono +41 338414111). Beatemberg è un paesino di montagna (nei pressi partono gli impianti di risalita) a pochi km da Interlaken ed a picco sul lago di Thun. Unica avvertenza, venendo da Thun non seguite le indicazioni del navigatore satellitare; il TOM TOM infatti vi porterà dopo alcuni km di una stradina impervia di montagna in un punto dove la strada è interrotta. Poi abbiamo saputo che la strada diventa transitabile solo in estate, non tanto per la neve, quanto per le numerose frane che ostruiscono la carreggiata in questo periodo. Così è stato necessario tornare indietro e recarsi nei pressi di Interlaken dove parte la strada montana che in una ventina di minuti ti porta con una discreta pendenza a Beatemberg.
L’albergo si trova quindi in pieno panorama alpino (con tanto di odori tipici della zona montana!), ma allo stesso tempo ha un panorama eccezionale sul sottostante lago: proprio quello che cercavo! Si tratta di una struttura a 4 stelle davvero imponente con tutto quello che si può cercare in un albergo (dalla sauna, alla taverna, al garage gratuito). Il prezzo trovato in rete era decisamente conveniente per gli standard elvetici e per la qualità della struttura (154,2 CHF per la stanza con la prima colazione compresa). L’albergo è composto da diversi corpi: l’unità centrale dove si trova la reception si chiama Edelweiss. La notevole pendenza del terreno e l’utilizzo del legno contribuiscono a rendere la struttura comunque ben inserita nel contesto circostante. L’impatto ambientale risulta pertanto gradevole e non è il classico pugno nell’occhio che a volte si trova per strutture così grandi. Per avere un’idea della pendenza del terreno basti pensare che la reception che si raggiunge in auto dalla strada soprastante si trova al sesto piano, mentre il garage nella strada sottostante si trova al primo piano. La mia stanza era la 183 all’ottavo piano con vista mozzafiato sul lago sottostante. Nella stanza era presente anche una cucina con un frigo non rifornito. La stanza era davvero ampia ed anche il bagno era decisamente spazioso e dotato di ogni confort (eccezion fatta per il bidet come in tutti i paesi stranieri). Il resto dell’arredamento è risultato pienamente funzionale dagli ampi armadi, al televisore con i canali italiani, dalla cassaforte al tavolo con veduta sul lago. La vera chicca era però il terrazzo dove, complice una serata davvero primaverile, ho passato diverso tempo a godere lo spettacoloso panorama.
Per la cena esistevano due possibilità: o il ristorante tradizionale con ampie vetrate con vista sul lago, o la “stübli” dove vengono servite la fonduta e la bourguignonne, quest’ultima disponibile solo su ordinazione. Ho scelto il ristorante tradizionale sulla veranda con vista mozzafiato sul lago. Il cortese cameriere ci ha fatto occupare un tavolo vicino alla vetrata ed il panorama che si godeva ci ha sicuramente influenzato sul giudizio della cucina.
Avendo fatto un frugale pranzo ci siamo concessi il lusso del menu “Komplet” visto comunque il prezzo di 43 CHF poco più di 28 euro. Esiste anche la possibilità di scegliere alla carta ed una buona lista dei vini, ma abbiamo preferito scegliere il menu del giorno e pasteggiare con la birra elvetica. Il menu Komplet scelto comprendeva: ciotola di verdure a buffet, zuppa di funghi, pesce di lago con contorno di zucchine e dolce o selezione di formaggi. Il tutto davvero molto buono, con una speciale nota di merito per il piatto di pesce bello a vedersi e, soprattutto eccellente al palato. Se poi aggiungiamo l’ambiente signorile, la cortesia dei camerieri e l’indimenticabile vista panoramica otteniamo quasi la perfezione in relazione al prezzo pagato.
Al mattino una luculliana colazione nello stesso tavolo della sera che ci ha consentito di fatto di saltare il pranzo.
In definitiva una scelta davvero eccellente, sicuramente da consigliare. Il rapporto qualità prezzo è poi decisamente commovente tenendo conto della gratuità del parcheggio in garage (mai trovato nei numerosi alberghi visitati) e delle dotazioni della struttura e del biglietto gratuito dei trasporti locali che viene offerto alla reception (non utilizzato).
Itinerario
PRIMA TAPPA: LUCERNA.
Primo problema che si pone quando si arriva in auto in una città è quello di trovare il parcheggio. Consiglio di utilizzare il parcheggio della stazione Bahnhofparking http://www.parking-luzern.ch/cms/index.php?page=1125, molto ampio in pieno centro cittadino, a due passi dal notissimo ponte di legno (ponte della Cappella, in tedesco Kapellbrücke).
Provenendo dall’Italia si può utilizzare la seconda uscita dell’autostrada LUZERN –KRIENS e continuando in direzione Lucerna la stazione, ben visibile, si trova sulla destra. Immediatamente dopo c’è l’ingresso per il parcheggio. Nella stazione si trovano anche dei servizi igienici a 4 stelle (la pulizia del resto è una prerogativa dell’intera Svizzera) con tariffe correlate alla qualità della struttura 1CHF per il PISSOIR (per i maschietti) e 2 CHF per il water.
Tre ore sono sufficienti per la visita della città. Da non perdere i ponti di legno sul lago, il primo, più noto (ponte della Cappella), più vicino alla stazione ed il secondo (Spreuerbrücke) un po’ più avanti sul lago.
La prima cosa che colpisce arrivando al ponte è la trasparenza delle acque, rispetto ai laghi italiani. Facendo le debite proporzioni, il lago di Lucerna sta agli altri laghi italiani come i fondali della Sardegna stanno a quelli del medio alto adriatico.
Il ponte è molto scenografico, anche se quasi interamente ricostruito dopo un disastroso incendio. Il ponte è riccamente decorato (l’altro ponte in realtà presenta più decorazioni, anche se tutte di carattere macabro tanto che può essere consigliabile portarsi un cornetto per evitare scongiuri di cattivo gusto) ed è considerato uno dei ponti coperti più antichi d’Europa.
La città è comunque tutta un incanto, affacciata sul lago dei Quattro Cantoni, protetta dagli spettacolari monti circostanti (Rigi, Pilatus e Stanserhorn), offre al visitatore la possibilità di perdersi nel suo centro storico ricco di case decorate con affreschi e di angoli pittoreschi. Una fatica sicuramente ricompensata dal fascino antico che emana è quella di salire alla cinta muraria della città. Sulla cinta spiccano alcune torri che riportano indietro nel tempo avendo conservato il loro fascino originale.
Nel centro molti negozi ben curati per gli amanti dello shopping.
Non ho particolarmente apprezzato il futuristico centro d’arte progettato da Jean Nouvel, ma questa è sicuramente un’impressione personale.

SECONDA TAPPA: BERNA.
Berna è la capitale della Svizzera, facente parte della zona a lingua tedesca, così come gran parte dell’itinerario scelto.
Uno dei simboli di Berna è l’orso e proprio all’ingresso del centro storico cittadino si trova il Bärengraben (la fossa degli orsi) dove i bambini si divertono a dare del cibo ad un orso bruno ospitato all’interno. Nei pressi si trovano dei parcheggi lungo la strada con parchimetri che non rilasciano la ricevuta, ma che richiedono di indicare il numero della piazzola occupata. Non pagate più di 15 minuti perché la visita della fossa non è proprio interessante a meno che non si viaggi con dei bambini.
Per il parcheggio è necessario oltrepassare il ponte sul fiume Aar e proseguire a destra. Dopo poche centinaia di metri la strada conduce al Rathaus Parking - http://www.parking-bern.ch/parkhaus.asp?ph=rathaus - (il parcheggio del Municipio) ottima base di partenza per visitare il centro storico.
Proprio il centro storico è il richiamo principale della città e non a caso è una delle attrazioni svizzere dichiarate Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco.
Già nella discesa che conduce alla fossa degli orsi si nota una moltitudine di tetti delle abitazioni del centro storico di un rosso molto vivace con migliaia di abbaini che contribuiscono a rendere il panorama decisamente scenografico.
Per godere di un panorama ancora migliore posso consigliare di salire sul Münster Turm il campanile della cattedrale Berner Münster http://www.bernermuenster.ch/sites/bm_index_e.html. la più importante ed imponente chiesa gotica di tutta la Svizzera. Al costo di 4 franchi svizzeri e di una discreta fatica sulla scalinata della torre (non a caso alla prima balconata si trova un apparecchio per i deboli di cuore..) si arriva a godere di un panorama completo sui tetti del centro storico.
Si passeggia poi per le vie del centro storico con le case in mattoni, i vicoli, gli interminabili porticati, le fontane e le numerose aperture sul terreno che conducono a scantinati dove sono stati realizzati diversi caratteristici locali commerciali. L’ordine e la pulizia regnano sovrani, ma è tutta l’atmosfera che colpisce il visitatore che si perde per i vicoli del centro storico. Dovunque si trova uno scorcio caratteristico, un negozietto interessante ed un angolo dove soffermarsi sia con il tempo inclemente che con il caldo soffocante.
Impossibile da perdere la Torre dell’orologio del Cavaliere d’oro (Zytglogge) http://www.zeitglockenturm.ch/index.php?article_id=1&clang=1 una delle torri animate più belle d’Europa. La torre si trova al centro della via pedonale principale del centro storico di Berna ed è il punto da cui tutte le distanze del cantone sono misurate.
Da vedere anche la piazza del Bundeshaus, il Parlamento svizzero. Al centro della piazza numerosi spruzzi di acqua, complici le temperature estive, costituivano un’attrattiva imperdibile per una moltitudine di bambini festanti. Le porte del Parlamento sono aperte al pubblico dal lato opposto rispetto alla piazza con visite guidate in varie lingue.
Forse come unico inconveniente segnalo la scarsa propensione a parlare altre lingue diverse dal tedesco. Anche con l’inglese potrete trovare delle difficoltà, ma poi, anche per l’estrema disponibilità degli svizzeri verso il turista, sarà possibile essere compresi anche con i classici gesti.
In generale ho avuto modo di notare l’estrema cortesia degli svizzeri, in particolar modo quando capivano di avere a che fare con degli italiani e forse non è un caso che il centro di Berna sia pieno di negozi di griffe italiane e di ristoranti di cucina nostrana!
Anche in questo caso tre ore ben spese nella città ed alla fine i piedi fumanti testimoniavano i km percorsi per girare in lungo ed in largo il centro storico, patrimonio dell’Umanità.
Ovviamente il tutto senza visitare alcun museo.

TERZA TAPPA: THUN.
Thun è una città medievale http://www.thun.ch/ueber-thun.html sull’omonimo lago non distante da Berna e vicino ad Interlaken.
Il castello domina il centro cittadino che presenta un discreto centro storico ed un eccellente lungolago. Un’ora e mezzo di visita al centro, al castello ed al lungolago costituiscono una scelta davvero indovinata.
Si sale al castello dove si gode un discreto panorama sul comprensorio circostante. Poi si passeggia piacevolmente per il centro storico e ci si riposa sul lungolago dove esistono innumerevoli aree di sosta e percorsi pedonali e piste ciclabili. In generale la Svizzera è proprio il paradiso dei ciclisti con piste in ogni paese ed aree panoramiche da percorrere in tranquillità da parte degli amanti delle due ruote.
Consiglio poi di entrare in una delle varie pasticcerie in quanto la qualità dei dolci elvetici hanno rappresentato una piacevolissima sorpresa.
Una frettolosa visita di Interlaken prima di dirigersi all’hotel a Beatemberg.

Al mattino successivo dopo una breve tappa alla cascata di Lauterbrunnen non distante da Interlaken e nei pressi del comprensorio sciistico di Wengen ci siamo diretti verso ZURIGO. In realtà l’itinerario studiato era diverso, ma questa volta lo strappo alla pianificazione ha determinato una piacevole scoperta.
In effetti nel mio immaginario Zurigo era la classica capitale finanziaria ed industriale della Svizzera con nessuna attrattiva sotto il profilo turistico. La città è sicuramente la capitale finanziaria, una città molto vivace dove si mescolano uomini d’affari in doppio petto con ad una moltitudine di giovani di tutte le razze che affollano ogni strada del centro. Seguendo il fiume la città ci riserva piacevoli sorprese per il turista. La parte antica della città sul fiume è dominata dalle due chiese Fraumunster e GrossMunster.
La visita alle chiese del centro storico inizia con la Church of Our Lady (Fraumunster) nota per le vetrate di Marc Chagall e di Giacometti. Ancor più interessante la visita al GrossMunster esattamente di fronte. Durante la visita ho anche goduto di un concerto di musica classica che veniva offerto gratuitamente all’interno. Tutta la chiesa è interessante essendo un’opera romanica del XII secolo. Secondo la leggenda, Felix e Regula i due patroni di Zurigo furono martirizzati nel IV secolo. Dopo l’esecuzione le loro teste furono portate sulla collina dove volevano essere sepolti. Più tardi in quel luogo l’imperatore Carlo Magno avrebbe fatto costruire la prima chiesa.
Anche in questa chiesa ci sono delle vetrate di Augusto Giacometti che raccontano la storia della natività. Prima di scendere nella cripta osservate i ricchi lavori dei capitelli: leoni, lepri ed una serie di altre rappresentazioni di flora e fauna.
La cripta, ovviamente, è la parte più antica della chiesa ed all’interno è ora conservata la statua dell’Imperatore Carlo Magno. Originariamente la statua si trovava all’esterno, ma essendo stata in parte rovinata dalle intemperie è stata portata nella cripta, inserendo una copia al suo posto sulla torre occidentale della chiesa.
Per i parcheggi esistono diverse soluzioni http://www.parkhaeuser.ch/ (ovviamente tutte a pagamento): Jelmoli (240 posti) e Urania (602 posti) sono quelli più vicini al centro storico. Appena dopo il ponte sul fiume c’è un parcheggio molto grande di cui non ricordo il nome anch’esso molto comodo per una visita del centro città.
Comunque passeggiare per il centro cittadino è decisamente piacevole, tutto è ordinato e pulito (ma forse non c’era bisogno di rimarcarlo) e la magnificenza dei negozi riesce a soddisfare i patiti dello shopping. In particolare ho apprezzato il Globus un grande magazzino in pieno centro lussuosamente arredato che vende prodotti di elevato livello. Ho approfittato anche dei bagni al terzo piano che sono al livello della struttura che li ospita.
Anche a Zurigo tre ore ben spese per la visita di una città che è stata una piacevole sorpresa.

Proseguendo sull’itinerario per Bellinzona, una piccola deviazione porta a VADUZ, la capitale del LIECHTENSTEIN, residenza del principe e sede delle autorità e del parlamento.
La visita di Vaduz è determinata dalla curiosità di visitare la capitale di un piccolo Stato, un po’ la stessa curiosità che spinge molta gente ad andare a San Marino, Andorra, ecc. Ora a Vaduz ci sono stato e la curiosità è passata, ma non si può proprio dire che la città meriti un viaggio apposito. Il castello domina la parte superiore della città, ma ospitando la famiglia regnante non è visitabile. Nel centro cittadino non particolarmente vasto esistono una moltitudine di negozi di souvenirs e ristoranti. Il parcheggio “city” in pieno centro offre la prima ora gratuitamente ritirando comunque il biglietto alle casse che non va esposto in auto. Anche in questo caso occorre digitare il numero della piazzola di sosta.

Da Vaduz l’autostrada prosegue in direzione Chur dove la carreggiata si restringe iniziando ad attraversare un territorio montuoso in direzione di San Bernardino. La strada è abbastanza trafficata anche di mezzi pesanti e la difficoltà dei sorpassi influisce negativamente sui tempi di percorrenza. Il tratto a due corsie è abbastanza lungo, inizialmente in salita fino ad arrivare al San Bernardino e poi in ripida discesa in direzione di Bellinzona. La strada ha una pendenza notevole, sia in salita che in discesa, ha numerosi tornanti e viadotti per cui non è proprio agevolissimo percorrerla. Il tutto si riflette sui tempi di percorrenza, in special modo se si rispettano i limiti e non si operano sorpassi da Kamikaze. Così i tempi indicati in alcuni siti internet non mi sembrano poi molto realistici e così nel tratto verso Bellinzona ho perso almeno 40 minuti sul programmato (anche perché c’era un discreto traffico correlato all’inizio delle vacanze pasquali).
Così purtroppo sono arrivato in ritardo per visitare la mostra di Otzi – l’uomo venuto dal ghiaccio (scoperto in Val Senales nel 1991) allestita presso il Castelgrande di Bellinzona che chiudeva alle 18.
BELLINZONA è la città dei castelli, anch’essi inseriti tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Sono riuscito a visitarne solo due Montebello e Sasso Corbaro (detto anche castello di cima dagli abitanti di Bellinzona), mentre il tempo inclemente non mi ha consentito di andare al Castelgrande.
I primi due castelli sono molto vicini e si raggiungono percorrendo un’erta particolarmente stretta nella quale due auto passano a fatica in special modo in prossimità delle curve a gomito.
Sono entrato gratuitamente in entrambi i castelli mentre l’accesso ai musei siti all’interno erano ormai chiusi (la chiusura è alle 18). In quello superiore, 230 metri più alto rispetto alla città, è presente un punto di ristoro sicuramente adatto per una cenetta romantica.

VALUTAZIONI
Sicuramente Berna, Lucerna e Bellinzona tappe da non perdere. Buona valutazione anche per Thun e Zurigo e per tutto il paesaggio svizzero ricco di laghi, fiumi e terre destinate ai pascoli. Anche viaggiare sui tratti autostradali diventa allora un piacere per la vista. Prati verdissimi, montagne innevate, laghi trasparenti, corsi d’acqua in ogni dove, mucche che liberamente pascolano nei territori circostanti, case in legno che ben si integrano con l’ambiente, ciclisti che percorrono piste magnifiche riservate alle due ruote, questo il panorama che vi accompagnerà negli spostamenti lungo le strade svizzere. Dovunque regna la tranquillità, la serenità e la pulizia, non a caso siamo passati vicino al villaggio di Heidi.
In definitiva un week-end da consigliare in special modo per chi abita a poca distanza dal territorio elvetico. Il giudizio forse è influenzato dal clima particolarmente favorevole che abbiamo incontrato con temperature quasi estive.

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